martedì 3 aprile 2012

La Nuova Vita- 11-

Mi hanno fatto notare che mi sono scordata di postare l'11 capitolo della nuova vita.

Mi scuso per l'errore.


Lo Zagari era uno dei locali più “IN” di Washington, si doveva prenotare giorni prima per trovare un tavolo, ma chiamarsi Pansy Parkinson ed essere la magicstilista più famosa della città aveva i suoi vantaggi e quella sera bastò solo presentarsi alla porta dell’importante locale per essere sistemata nella parte più in vista della sala.
Era lei l’attrazione, lei il fiore all’occhiello quella sera e Pansy ne era felice stretta nel suo abito color magenta che faceva risaltare le sue forme e i capelli scuri, dispensava sorrisi e stringeva mani e nello stesso tempo che aspettava, si guardava intorno, estasiata.
Le pareti erano ricche di quadri magici, le finestre abbellite con sfarzose tende, il soffitto era incantato tanto che sembrava si mangiasse sotto un cielo stellato. La luna, era vicino al pianista che suonava una melodiosa melodia e le coriste erano vestite con abiti lunghi ed eleganti in tinta con le tende.
Anche l’arredamento dei tavoli era chic e ricercato, questi erano quadrati e apparecchiati con delicate tovaglie in fiandra tutti ricamati, le posate ed erano in argento e quarzo rosa mentre le porcellane erano di un bianco candido, ogni tavolo erano addobbato con fiori e candele che volteggiavano al centro queste erano incantate ed emanavano un buon profumo alla cannella.
Quella sala era uno spettacolo e si capiva perché tutti volessero mangiare lì.
Pansy aspetto ancora un poco fino a quando non si alzò, in piedi felice, infatti, vide avanzare tre persone al suo tavolo, superò il marito e bacio Hermione sulle guance che ricambiò donandole un sorriso.
Pansy aveva finalmente trovato un’amica, intelligente e simpatica dote non da tutte, se ripensava al passato mai, si sarebbe immaginata di instaurare un rapporto simile con la famosa Hermione Granger, ma le cose per fortuna cambiano pensò Pansy sorridendo ancora alla riccia.
-Bene ora che vi siete salutate, ordiniamo- disse Blaise riservando uno sguardo a Hermione e Pansy che ancora stavano in mezzo alla sala, incuranti degli sguardi curiosi dei presenti.
Draco, le aveva superate e si era messo di fronte a Blaise stando ben attento a mettersi accanto al posto vuoto, quello in cui si sarebbe poi seduta la Granger, cosa che Blaise notò.
-sei cosi tanto affamato Blaise – lo canzonò la mora, mentre il vice ministro sogghignò,
-si mia moglie mi trascura e non mi prepara il pranzo. Pensa che è stata la mia segretaria a portarmi del cibo, questa mattina per sfamare il mio appetito- disse Zabini incrociando gli occhi con quelli della moglie.
Draco sollevò lo sguardo curioso e Hermione si sentì in imbarazzo sentendo Zabini dire quelle cose, mentre con eleganza si sedeva accanto a Draco che si rilassò appena sentì il delicato profumo della sua collega.
Pansy, invece, non fece una piega si sedette con eleganza e prese in mano il menù.
-deve essere veramente perfetta, per sfamare tutti i tuoi appetiti- rispose infine Pansy.
Draco a stento riuscì a trattenere una risata che gli morì sul viso quando Hermione gli diede un colpo sulla mano, sfiorandola per farlo smettere.
Quel tocco fu come una scossa elettrica, che lo scombussolò facendo dimenticare a Draco tutto quello che lo circondava.
Avevano passato troppo tempo insieme quella mattina, aveva desiderato allungo di sfiorarla ma aveva desistito mentre ora era lei che lo sfiorava e non riuscì più a trattenersi. Draco, le afferrò per un secondo la mano, stringendola delicatamente mentre con il pollice accarezzava il dorso. Quel gesto, stranì anche l’ex grifondoro che però non si ritrasse fino a quando a risvegliarli da quello strano momento, non arrivò il cameriere per le ordinazioni.
Hermione lasciò di colpo la mano di Draco che non riusciva più a parlare, il biondo, guardava un punto fisso sotto lo sguardo attento dell’amico Blaise e quello perplesso di Pansy.
Le aveva stretto la mano senza nessun motivo e si vergognò enormemente, chissà ora cosa avrebbe pensato di lui, chissà come l’avrebbe deriso, umiliato.
Merda! Si ripeteva, mentre vedeva Pansy parlare spedita con il cameriere e quello sorridere senza alcun pudore a Hermione.
Merda! Per quale ragione quella sotto specie di pinguino, pensava che la Granger non era in coppia, eppure poteva benissimo essere la sua compagna visto che erano in quattro in quel tavolo e tutti sapevano che Pansy era la moglie del vice ministro Zabini.
Il pinguino lo guardò attirando l’attenzione di Draco che sbuffò prima di parlare e ordinò la prima cosa che li passò per la mente.
-astice in salsa rosa- disse secco, mentre l’uomo lo guardava strabiliato.
-spero che abbiate dell’astice- notando che non si era spostato dal tavolo.
-certo signore- sia affrettò a rispondere il cameriere.
-vuole anche del vino- chiese ancora il pinguino, che ora guardava il biondo con fare reverenziale.
-bianco. Frizzante, mi raccomando. Fresco ma non ghiacciato- enunciò con fare saccente.
-certo signor...-
-Malfoy- disse Draco.
-certo signor Malfoy- ripeté il cameriere sparendo subito dopo.
Hermione non sollevò lo sguardo imbarazzata
-bello show- disse Blaise mentre Draco gli scoccava uno sguardo ostile.
-ti piace il vino bianco Hermione- chiese ancora il moro, - poiché Draco ha fatto di testa sua e non ha chiesto a nessuno-chiese Zabini replicando lo sguardo ostile dell’amico che si stranì rendendosi conto della gaffe.
-oh, non preoccuparti Blaise- rispose lei, - berrò dell’acqua, il vino bianco mi fa girare la testa – ammise.
-se vuoi chiamo il cameriere e faccio portare del rosso per te- disse subito Draco girandosi verso la riccia, cercando di recuperare alla mancanza, appena Hermione incontrò i suoi occhi grigi, arrossì un poco.
-no figurati, preferisco l’acqua, domani devo lavorare e non sono lucida quando bevo- replicò la Granger.
-il contrario di Draco, se non beve, non è lucido- disse Pansy cercando di stemperare l’imbarazzo, cosa che le riuscì alla perfezione perché risero tutti, compreso Draco che ora aveva due occhi grandi e color cioccolato puntati sopra.
La serata proseguì con aneddoti divertenti, avvolte certamente imbarazzanti, che i coniugi Zabini raccontavano sul biondo amico. Lui, non disse nulla, avvolte, rideva e altre volte ascoltava sorseggiando il prezioso vino. Hermione era invece entusiasta di conoscere Draco attraverso i racconti esilaranti di Blaise e Pansy e alla fine della serata si sentì triste perché tutto era finto e nessuno le avrebbe raccontato nulla dell’affascinante biondo che quella sera si era trincerato nel più profondo dei silenzi.
-cavolo-, disse Pansy guardando l’orologio – si è fatto tardi- aggiunse.
-è il caso che andiamo Bla, la bimba ci starà aspettando per la storia e la buona notte- finì la mora. Hermione sentendo quella frase sorrise all’indirizzo dell’ex serpeverde .
-ah dimenticavo, state pure tranquilli e finite di magiare il dolce. Il conto è già stato saldato- disse Pansy prendendo il marito e smaterializzandosi subito dopo senza aspettare di sentire le proteste di Draco e Hermione.
-li detesto quando fanno così-disse sbuffando il biondo.
-la prossima volta ci sdebiteremo- rispose Hermione.
Draco chiuse gli occhi un attimo pensando alla prossima volta che avrebbe cenato al suo fianco e sperò che quel momento arrivasse al più presto.
-forse è bene che vada anche io- disse Hermione e Draco scattò in piedi.
-ti va una passeggiata prima?- chiese senza alcun imbarazzo, cosa che invece imbarazzò Hermione, quell’invito era stato particolare, l’atteggiamento di Draco dalla mattina alla sera era mutato e lei si sentiva su una nuvola, ma aveva paura.
Quello, però, era Draco Malfoy e lei era Hermione Granger, quello che il suo stupido cuore sperava non si sarebbe mai realizzato, non doveva illudersi. Per lui, lei, non era nulla più che una collega, ma a quella richiesta non seppe rinunciare e acconsentì.
Uscirono subito dopo e s’incamminarono nella notte di Washington, arrivando fino a un grande parco tutto illuminato, non erano soli molte coppie si recavano in quel luogo, molti fidanzati notò dopo Hermione vedendo tutte le panchine occupato da ragazzi che si baciavano.
Draco le camminava accanto e da quando era uscito dal locale non aveva più detto nulla, aveva anche lui notato le coppiette e forse si stava maledendo per il luogo in cui aveva deciso di recarsi.
Arrivarono fino a un grade laghetto illuminato da mille lucciole, Draco si fermò nella staccionata osservando l’acqua del laghetto.
-Ti va un giro in barca- chiese senza girarsi verso Hermione, anche se sentiva il profumo della donna affianco a se.
-sai usarla?- domandò la donna guardando le barchette a remi che navigavano a pelo d’acqua.
-che ci vuole a muovere due remi- disse il biondo,
-Malfoy, vuoi farmi annegare per liberarti di me?- disse Hermione con un sorriso sulle labbra.
Il biondo si girò un attimo, guardando la donna e ghignò di rimando.
-lo scoprirai solo se verrai in barca con me, Granger-disse Draco, - Però, sei una ex Grifondoro. Da quanto si dice in giro, molto coraggiosa, visto tutto quello che hai combinato da adolescente, mi aspetto che una gita in barca non ti faccia paura- aggiunse il biondo.
Hermione sentendo le parole del biondo scattò verso la barca scese dai suoi tacchi e si mise sulla barchetta, lanciando poi un’occhiata al biondo che ancora stava impallato accanto alla staccionata.
Il biondo si avviò verso la barca la spinse un poco sull’acqua e salì al volo, si tolse poi la giacca, porgendola alla donna che la tenne sul grembo e infine si arrotolò le maniche prendendo i remi tra le mani.
Hermione osservò ogni gesto dell’uomo, Guardò i muscoli delle braccia, i capelli del biondo che ricadevano scomposti sulla fronte, la concertazione nello sguardo mentre Draco con solo due remate s’immette nel piccolo lago.
Hermione si rilassò ma non smise mai di guardare Draco era impossibile distogliere lo sguardo da quell’uomo, ne era senza dubbio attratta e sarebbe stato veramente umiliante se lui se ne fosse reso conto, così la riccia distolse lo sguardo e si guardò intorno.
Le luci delle lucciole erano meravigliose, le piante acquatiche rendevano il tutto ancora più romantico e uno strano uccello cantava una dolce melodia.
Draco si rese subito conto che Hermione non lo guardava più, si sentì stano e volle in tutti i modi riportare l’attenzione della donna su di se.
-quante volte sei stata su una barca, oltre a quella che il primo anno ci ha portato a Hogwarts- chiese il biondo, Hermione ripose i suoi occhi grandi e profondi sul biondo e le si spense il sorriso al ricordo della sua vuota vita. Draco notò subito il cambio d’umore della donna.
-mai- rispose subito dopo, distogliendo lo sguardo da Malfoy che continuava a remare.
-come mai, c’è una cosa simile anche a Londra-, disse Draco stranendosi anche lui, per le risposte strane che Hermione gli stava dando.
-già- enunciò Piatta la Granger mentre toccava con la mano l’acqua del piccolo laghetto.
-A mio marito non piacciono queste cose- disse ancora Hermione, -non mi ha portato mai al parco, né a fare una gita al lago, né da altre parti. Pensa- disse senza più frenarsi,- non siamo mai andati nemmeno a mangiare fuori-concluse Hermione, tristemente.
-l’ho sempre detto che era uno straccione, ma non pensavo fino a questo punto-replicò di slancio Draco. –Infondo, lo capisco- disse ancora il biondo,
-aveva paura che qualcuno posasse gli occhi su di te-concluse.
Hermione sgranò gli occhi e Draco li abbassò subito dopo aver pronunciato quella frase.
Hermione distese le labbra in un sorriso,
-vorrei tanto fosse stato per quello, ma Ron non è quel tipo uomo. Semplicemente gli piaceva tornare a casa e sdraiarsi nel divano dopo un giorno a lavoro. Non siamo mai andati a cena fuori perché se si voleva mangiare bene bastava andare da sua madre, lei si che era una grande cuoca, diceva- Hermione era un fiume in piena e Draco si maledì per aver introdotto quell’argomento.
Ascoltava ogni parola della donna, ogni gesto ed espressione e pensò che se solo avesse avuto più coraggio diciannove anni prima avrebbe potuto renderla felice. Poi si disse tra se e se, che mai, lei, si sarebbe messa con un ex mangiamorte e che anche ora una relazione tra loro era impossibile.
Draco si ridestò subito, interrompendo la donna.
-siamo stati molto fortunati.- disse sarcastico, - tu! hai sposato un uomo che non capiva il tesoro che aveva tra le mani ed io, mi sono accasato con un‘arrivista con poca morale- disse Draco mettendo la prua, in direzione della riva.
-andiamo già via?- chiese Hermione preoccupata, vedendo il biondo fare quella manovra, Draco sorrise di rimando.
-No, se vuoi facciamo un altro giro. Basta che mi racconti di te e dimentichi quel cretino del tuo ex- Hermione lo guardò dritta negli occhi fondendosi con quelle irridi color ghiaccio, annuì solamente e Draco riprese a remare.
Parlarono ancora, Hermione dei suoi interessi e della paura della nuova vita, dei mille patemi d’animo che si era fatta per partire lasciando i ragazzi a chilometri e chilometri di distanza.
 Draco le raccontò di Scorpius e di quanto amasse suo figlio, della difficile convivenza con Astoria e del non amore con la madre di suo figlio, non omise nulla per la prima volta raccontò tutto della sua sfera privata alla donna che non era né Pansy né Blaise e si sentì bene nel far questo. Oltre che quella nuova avventura lavorativa potevano condividere le loro disgrazie amorose, forse un giorno avrebbero curato quelle ferite per ora si guardavano e ammiravano senza aggiungere o fare altro, consci che quell’alchimia che echeggiava tra loro presto li avrebbe travolti.
Rimasero sulla barca fino a tardi, parlano e dopo un poco riuscirono perfino a ridere delle loro disgrazie, tanto che non si accorsero del tempo che volava.
A Hermione venne un colpo quando notò l’ora, Draco provvedete a riportare a riva la barca e da cavaliere fece scendere la Granger, aiutandola.
Hermione aspettò che il biondo si rimettesse la giacca e s’incamminarono verso l’uscita, le loro spalle si sfioravano e anche le loro dita ma non vi furono altri contatti, più intimi anche se tutti e due avrebbero voluto.
-è meglio che ci smaterializziamo- disse Hermione, quando finalmente giunsero davanti ai cancelli del parco.
-se vuoi, posso accompagnarti a casa e poi vado via- replicò Draco, Hermione sorrise un poco scostando con la mano i capelli dal viso di Draco che si bloccò sentendo la mano della donna sul suo volto.
-No- disse ancora Hermione, - stai tranquillo, non mi capiterà nulla. Va a casa che sei stanchissimo- la donna si mise sulle punte e gli scoccò un leggero bacio sulla guancia.
-questo è per la splendida gita in barca, Grazie Draco- enunciò Hermione, il biondo era rimasto fulminato a stento sbatteva le ciglia.
-a domani- disse ancora la riccia e dopo un secondo si smaterializzo a casa sua felice come una bambina , aveva baciato Draco Malfoy e anche se era un semplice e casto bacio quella notte non dormì dalla felicità, stessa cosa capitò a un certo biondo che da quella sera capì che era venuto il momento di mettersi nuovamente in gioco, rischiando il tutto per tutto.
Dopo diciannove anni avrebbe buttato la maschera e si sarebbe lanciato alla conquista della donna che da anni occupava i suoi pensieri, sogni e desideri.
Forse avrebbe fallita, ma non poteva resistere al fianco di Hermione per troppo tempo senza almeno provarci.

lunedì 2 aprile 2012

La Nuova Vita-13-


13 Riunione straordinaria, tra i potenti del Mondo.


I quattro maghi provenienti dall’Inghilterra furono accolti dal Ministro della magia Statunitense in persona, che regalò loro, una stretta di mano e un caloroso sorriso.
Michelle Obama, indicò poi ai quattro il banco in cui accomodarsi e subito dopo ritornò alla sua scrivania dove diede inizio alla riunione straordinaria.
-Benveduti a tutti- disse la donna dispensando sorrisi,- come ben sapete, siamo qui riuniti a causa delle sommosse e i piccoli focolai di protesta che stanno smuovendo i paesi Arabi-disse Il Ministro della magia.
Il silenzio accompagnava le parole della donna, nessuno fiatava e tutti osservavano con rispetto Michelle Obama, moglie del presidente degli stati uniti babbano.
La donna vestita con un bellissimo e raffinato tubino giallo, opera della stilista magica Pansy Parkinson aveva su di se lo sguardo ammirato di tutti, nessuno la invidiava poiché in poco tempo era riuscita a conquistare il benestare della popolazione magica locale e quella dei più grandi pezzi grossi internazionali.
-Per ora, sembra tutto sotto controllo, ma il corpo speciale Auror intelligents crede che presto ci troveremo difronte una vera e propria rivoluzione-.
Michelle continuava a parlare illustrando ogni minimo indizio che le era stato comunicando lasciando poi la parola ai due ministri del dipartimento di cooperazione internazionale.
 Draco Malfoy si alzò in piedi per primo, tutti lo guardava con rispetto tranne tre persone che erano giunte dall’Inghilterra: Percy Weasley sbuffò guardando il biondo che con la solita aria strafottente si apprestava a parlare; Harry Potter era incredulo, guardava il suo ex nemico ai tempi della scuola, non l’aveva nemmeno notato e si stranì ancora di più quando vide la donna al suo fianco; Quello che però era il più nervoso tra i tre era Ron Weasley, sua moglie stava affianco a Malfoy e dagli sguardi che la sua Hermione lanciava al biondo, tra i due non vi era più quell’odio e disprezzo che per anni li aveva accompagnati.
-Buonasera, prima di tutto mi presento: Il mio nome è Draco Lucius Malfoy. Sono a capo del dipartimento di cooperazione internazionale del Ministero della magia Statunitense, insieme alla Dottoressa Hermione Jane Granger-.
 Draco, guardò un attimo la donna al suo fianco che lo osservava con attenzione e poi continuò non appena tutti i primi ministri magici smisero di guardare la bella dottoressa.
- in questo periodo ci siamo occupati delle vicissitudini e sommosse che attanagliano la comunità magica araba. Come ben sapete- disse ancora il giovane Ministro,- siamo ancora alla ricerca del mago Osama Bin Laden-Draco guardò attentamente tutti per vedere la reazione dei presenti,
In molti mossero il capo sentendo quel nome e alcuni sussurrarono qualcosa al vicino, Draco ghignò è riprese a parlare.
-Questi, è il ricercato numero uno sia nella comunità magica, sia in quella babbana, poiché i babbani sono le sue vittime preferite. In molti, erroneamente pensano che Bin Laden sia ormai morto, ma noi- disse ancora Draco dedicando una veloce occhiata alla donna che ora guardava davanti a se,- siamo sicurissimi del contrario- finì, prendendo un ampio respiro e guardando anche lui il punto in cui Hermione stava guardando.
Una stretta al cuore lo invase notando che la donna guardava lo straccione Ron Weasley che ora lo fissava in un chiaro atteggiamento di sfida.
- Queste nuove sommosse- riprese Malfoy, distogliendo lo sguardo dall’ex grifondoro,- ci fanno ipotizzare che Bin Laden sia ancora molto potente e che si stia preparando a un nuovo attacco alla comunità magica e babbana- finì Draco.
- Quali sarebbero gli indizi che vi fanno pensare questo?-, chiese Harry Potter guardando dritto negli occhi Draco Malfoy. Il biondo rimase sorpreso dall’atteggiamento del moro, era intervenuto durante un riunione interrompendo un ministro, ma non ne era per niente preoccupato continuava a guardare con astio Draco che senza indugiare oltre aprì una cartelletta e lesse.
-c’è stato un oscuro movimento in alcuni stati amici al movimento di Al Qaeda, che ha come capo Bin Laden-disse Draco sollevando nuovamente lo sguardo verso il ragazzo che è sopravvissuto.
-Questi si stanno organizzando, ci sono sparizioni e avvicendamenti continui tra i capi del governo, tutto viene fatto in modo silenzioso-finì il biondo.
-come accadeva nel periodo in cui Voldemort era rinato- disse con un ghigno sul volto Ron Weasley, ricevendo uno sguardo omicida dalla sua ex moglie.
-Si, la dinamica è pressoché uguale- costatò Draco Malfoy continuando a spiegare al resto dei ministri.- L’attenzione viene portata su altri fatti, come una siccità in un periodo particolarmente piovoso, deragliamenti di treni per negligenza, inondazioni, terremoti e tanto altro ancora.
Questi sono solo alcuni degli incidenti che accadono in queste nazioni, per i babbani sono disgrazie naturali ma per un mago esperto e allenato questi fatti vengono catalogati come magia oscura-replicò con naturalezza Draco, ricevendo il consenso delle delegazioni straniere.
-Lei di magia oscura ne sa in abbondanza- disse tra i denti Ron Weasley, ridendo di gusto.
Il silenzio calò sulla sala, Draco assottigliò lo sguardo e serrò la mascella, Hermione volle scomparire per la frase che il suo ex aveva appena detto.
Imbecille, pensò la riccia cercando di tranquillizzare Draco, ma non riuscì a fare nulla perché il biondo partì in quarta.
-ne so abbastanza, per riuscire a capire quando questa è dannosa per il resto del mondo o solo per un singolo individuo- rispose Draco.
-quello che però mi lascia interdetto e come uno con la sua totale inadeguatezza, culturale e intellettuale sia arrivato a ricoprire il ruolo di vice capo auror. Forse essere un eroe l’ha aiutata- Draco aveva appena azzittito e umiliato Ron Weasley davanti ad una schiera di ministri magici.
Lo stesso primo ministro Inglese era imbarazzato per lo scambio di battute tra i due.
Ron, poi, balzò in piedi furente pronto a replicare usando però non il dialogo, bensì la bacchetta che ora brandiva nella mano destra. Il rosso, venne ripreso subito da Harry che lo invitò ad accomodarsi cosa che fece anche Draco.
-signori calma-. Disse Michelle cercando di rasserenare gli animi.
-prego, Dottoressa Granger a lei la parola- disse infine il Ministro della magia Statunitense, quando sia Draco sia Ron annuirono all’indirizzo del Ministro della magia Statunitense.
Hermione, si alzò subito appena la donna di colore l’invitò a parlare. Anche la riccia avvalorò la tesi di Draco e aggiunse alcuni dati su cui l’intelligens lavorava da anni sulla possibile base in cui operava il mago ricercato e altri siti sensibili per un futuro attacco.
Hermione illustrò anche alcune voci di sommosse in stati Arabi.
-Con molta probabilità si cercherà di far cadere i governi di alcune nazioni arabe molto importanti, punti strategici per Bin Laden-disse la Granger mantenendo la sua proverbiale calma.
-abbiamo idea, quali stati possono essere interessati a questa sommossa?- chiese il primo ministro Italiano, Francesco Gobbi un uomo alto e dal portamento austero, sicuramente un purosangue che guardava la donna con un’espressione alquanto guardinga e perplessa.
-per ora abbiamo solo individuato il primo focolaio in Tunisia- rispose prontamente Hermione e l’uomo sentendo la risposta non replicò, aspettando così che la Granger continuasse il suo discorso.
Il presidente Francese Jean Pierre Roche, e con lui molti altri capi di stato, annuirono interessati all’informazione che Hermione li aveva appena dato.
-stiamo lavorando per cercare di ridurre al minimo i disagi per la popolazione babbana e magica- disse ancora Hermione.
-abbiamo una strategia o stiamo andando a braccio- intervenne il primo ministro tedesco.
-la situazione è difficile, ma cerchiamo...- cercò di ribattere la Granger.
-capisco!- la interruppe il tedesco- stiamo andando a braccio- replicò l’uomo dai lunghi baffi, Hermione storse il naso.
-Siamo qui, per collaborare e unire le forze- intervenne Draco Malfoy.
-Credo che utilizzare del sarcasmo in questo momento non è per niente opportuno- continuò il biondo venendo ancora in aiuto della sua affasciante e brillante collega.
-le chiedo, signor primo ministro, lei ha qualche idea per arginare la sommossa e catturare il mago latitante?- chiese senza alcuna vergogna Draco Malfoy sotto lo sguardo attento di tutti i ministri.
Alexander Köhler, era da sempre la spina nel fianco della famosa assemblea internazionale, a lui mai nulla piaceva, nessun intervento di un altro capo di stato era positivo, vedeva crepe in tutto quello che si proponeva, in poche parole era odioso come pochi.
L’uomo rimase spiazzato dalla domanda che Malfoy gli fece e non riuscì a dire altro che uno stiracchiato,
-No-.
Draco trattenne a stento una risata e continuò così a parlare.
-abbiamo, credo, alcuni mesi di tempo per venire a capo di questa situazione. Per riuscire a liberare il modo da questo pazzo, dobbiamo collaborare tutti- terminò il biondo che poi si sedette nuovamente sulla sua sedia affianco di Hermione che gli strinse un secondo la mano in un gesto di riconoscenza.
-bene- disse Michelle Obama prendendo nuovamente la parola.
-abbiamo illustrato brevemente quello che sta accadendo nel mondo arabo, presto potremmo avere notizie più dettagliate. Ci terremmo in contatto e se qualcuno- disse ancora la donna volgendo lo sguardo al primo ministro Tedesco, -scopre qualcosa, dovrà prontamente comunicarlo agli altri, proprio come abbiamo fatto noi.
Ricordate che ne vale la salvaguardia del mondo magico e di quello babbano , tutti siamo in pericolo- concluse alzandosi, decretando così la fine della riunione straordinaria.
Dopo pochi secondi molti capi si smaterializzarono, ritornando ai propri paesi di origine, tutti tranne la delegazione Inglese.
Michelle si intrattenne con il Primo ministro Inglese e con lui sparì nella stanza ovale, lasciando Percy a discutere con un ministro greco e Harry e Ron a osservare il dialogo fitto e incompressibile che Draco e Hermione facevano dall’altra parte della sala.
Dialogo che venne interrotto dai due auror.
-Hermione!- disse Ron Weasley con voce troppo alta, tanto da far girare tutti i presenti verso i quattro ex Hogwarts.
-che ci fai qui?-
Disse ancora Ron, scrutando torvo Draco Malfoy che si risedette osservando i documenti che Hermione li aveva appena consegnato.
-che vuoi che ci faccia Ron, lavoro- rispose secca e visibilmente scocciata del tono con cui il suo ex compagno di vita si stava rivolgendo a lei davanti a tutti.
-con lui- chiese sconcertato Ron guardando con disgusto Malfoy che sembrava assolto nella lettura.
Hermione aprì la bocca pronta ad annientare il suo ex, ma venne anticipata.
-pare di si Weasley, lavora con me. Se sapevo che questo ti mandava su tutte le furie, avrei collaborato prima con la tua ex Moglie- replicò Draco con tono fintamente pacato, rimarcando lo status di Hermione.
-ex moglie? Come osi insinuare-disse Ron agitandosi non poco all’insinuazione di Draco che aveva colpito nel segno.
-Ron Weasley, Draco non insinua proprio niente noi siamo separati se te lo sei scordato non è colpa certo sua-rispose Hermione livida in volto.
-Draco!- dissero in simultanea Ron e Harry sconvolti sentendo la loro Hermione chiamare in quel modo il nemico di sempre.
-pare che questo sia il mio nome- replicò Draco sollevando lo sguardo e sfidando i due auror con un ghigno irrisorio sul viso.
-ora se non vi dispiace io e la dottoressa Granger dobbiamo lavorare. A mai più – disse il biondo alzandosi e superando i due che lo guardavano malissimo, anche Hermione rimase spiazzata da quell’uscita.
Guardò Draco uscire a passo lento ed elegante dalla sala e subito dopo si ridestò, girandosi verso i suoi amici di sempre.
-scusate io devo andare-, disse rivolgendosi più a Harry che a Ron con cui era ancora adirata.
-saluta Ginny- , disse ancora la Granger volatilizzandosi un secondo dopo lasciando cosi interdetti i due.
-Harry- disse Ron guardando sconvolto il punto in cui la donna che ancora amava era scomparsa,- fai qualcosa?-
Il ragazzo che è sopravvissuto, osservò perplesso prima la porta poi il suo amico.
-devi cercare di riconquistarla- disse Harry.- hai tutte le vacanze di Natale per farlo- concluse Potter, sapendo già che quella era una vera impresa. Hermione non era innamorata di Ron da un pezzo, solo il suo amico non l’aveva capito, come non aveva capito le parole con cui l’aveva lasciato.
“io ti amo, ma non è lo stesso amore che deve esserci tra un marito e una moglie” aveva detto Hermione e Ron non aveva capito, considerando quella nuova avventura della moglie solo un modo per cambiare aria e riordinare le idee. Ron, pensava che Hermione sarebbe tornata presto da lui, chiedendo scusa, ma questo non avvenne pensò tra se e se Harry.
Quello che però sconvolse Harry Potter, fu la sintonia che si era creata tra Hermione, la donna che per lui era una sorella e l’odioso Draco Malfoy. Una strana sensazione gli fece accapponare la pelle e contorcere lo stomaco, dove sentiva mille serpenti attorcigliarsi febbrili e sperò con tutto il cuore che quello che la sua mente aveva intuito non fosse realtà.
Hermione era interessata a Draco Malfoy, il furetto stronzo che per anni l’aveva insultata e beffeggiata, il mangiamorte redento che per puro caso era sfuggito alla prigione magica di Azkaban. Era inaudito, era impossibile, doveva salvarla assolutamente da quello stronzo e per fare questo avrebbe usato ogni mezzo anche convincere Ron a riconquistarla.

***
Hermione affrettò il passo percorrendo tutto il dipartimento, sorrise alla sua segretaria Reina, appena la vide.
-è andato tutto bene-disse Hermione guardando l’anziana strega, che sorrise di rimando.
-dottoressa Granger- disse una voce che riconobbe subito, la riccia si girò di scatto trovandosi di fronte jack il suo bello e avvenente ex segretario.
-ha dimenticato questa- disse consegnandole una cartellina trasparente sulla quale era annotato un numero di telefono.
Hermione prese in mano la cartella e la guardò un attimo mente il moro le sorrideva ammiccando.
Si stranì un poco osservando il numero di telefono e si imbarazzò molto tanto che sentì le guance diventare improvvisamente calde.
-No-, disse Hermione -mi spiace ma non è mia- rispose porgendo la cartella nelle mani di Jack e girandosi nuovamente verso la sua attuale segretaria, Reina Ross, mentre una porta si apriva all’improvviso dietro all’ex grifondoro.
-il Dottor Malfoy?- chiese Hermione, incurante di sentir sopra di se gli occhi verdi del bel Jack.
-Sono nel mio studio Granger- rispose Draco dietro di lei, la riccia sorrise un attimo ritrovando un contegno immediato, ma questa volta non per l’imbarazzo ma per la felicità la sua voce la tranquillizzava.
-ah bene dobbiamo lavorare- disse girandosi di scatto raggiungendolo e poi superandolo sotto lo sguardo compiaciuto della vecchia segretaria e quello sconvolto di Jack.
Draco la vide superarlo e incamminarsi a passo sicuro all’interno dello studio.
-Alfred- disse rivolto al suo assistente, - cerca tutto il materiale possibile su questo argomento- disse Draco consegnando all’uomo basso e tarchiato una cartelletta verde bottiglia, mentre rivolse uno sguardo per niente simpatico a Jack che sparì dalla vista del biondo in un baleno.
Alfred , il segretario annuì e partì subito con la ricerca mentre Draco ripercorse i suoi passi e si chiuse la porta dello studio alle spalle.
Ghignò soddisfatto nel vederla già seduta davanti alla sua scrivania con il capo chino sugli appunti.
-Il primo ministro Tedesco è un vero stronzo- disse Hermione senza mai sollevare lo sguardo, Draco rise e s’incammino verso la sua poltrona.
-anche il tuo ex non scherza- replicò Draco.
Hermione sospirò un attimo socchiudendo gli occhi e smuovendo infine i capelli.
-non so che gli è preso- disse quasi sussurrando,-Ron, non fa mai queste sfuriate davanti a tutti, poi...- terminò Hermione.
-è geloso- rispose Draco aprendo con uno scatto la sua ventiquattro ore.
-geloso! E per cosa? Ma soprattutto di chi?-
-è geloso di lei Dottoressa e del suo nuovo incarico- disse Draco mantenendo un tono distaccato, cosa che però gli riuscì per poco tempo.
- Credo che abbia compreso che lei è andata finalmente avanti, lasciandosi alle spalle la vostra relazione e dedicandosi al suo nuovo lavoro-. Draco aveva preso a parlare e Hermione analizzava i suoi gesti e le sue parole con attenzione.
Ricordò le parole che solo poche ore prima Pansy le aveva detto: Draco è interessato a te e tu non te ne sei nemmeno accorta, perché hai il prosciutto negli occhi.
Aveva ragione Pansy?
Il biondo sembrava infervorato sull’argomento Ron, aveva notato dei particolari che nemmeno Hermione dopo anni di convivenza aveva mai capito.
-credo che sapere che lavori con un ex mangiamorte l’abbia destabilizzato. Preferisci collaborare con uno come me piuttosto che stare a Londra con lui-disse Draco rievocando il suo passato che ancora lo faceva vergognare.
-io mi ci trovo bene a lavorare con te- disse Hermione.
Draco rimase zitto, osservandola.
-Grazie, sei gentile- rispose lui abbassando lo sguardo e prendendo finalmente in mano la cartella.
-sei una persona intelligente, sveglia, capace. Tutti vorrebbero collaborare con lei Dottor Malfoy e sono stata fortunata- disse Hermione senza alcun imbarazzo. Draco, invece , era visibilmente sorpreso sia delle parole della donna, sia dalla sua reazione.
 Era arrossito appena la donna l’aveva ricoperto di lodi.
 Un ragazzino, arrossisco, come un ragazzino pensò.
-quale dono preferisci, Granger ,per ringraziarti di questi complimenti, un gioiello o una borsa?- disse Draco sorridendo cercando di stemperare la tensione.
-Niente di tutto ciò-, rispose prontamente Hermione,- ma se ti va, potresti accompagnarmi al National Gallery- disse la donna guardandolo finalmente negli occhi e sprofondando in quelle irridi ghiacciate che le donavano degli strani brividi.
Non c’era ormai alcun dubbio era attratta da Draco Malfoy.
-sei una donna atipica, Granger- rispose Draco.
-quindi?- chiese ancora Hermione ormai senza alcun imbarazzo.
-si, ti accompagno- rispose Malfoy, - però poi verrai a cena con me-finì Draco .
Hermione mosse il capo acconsentendo e Draco ne fu felice, anche se cercò di non farlo notare ma i suoi occhi parlavano.
-sabato, sei libero?- chiese ancora Hermione guardandosi le mani.
Il biondo rimase ancora una volta affascinato da quella donna che nonostante le mille esperienze vissute si imbarazzava per un invito-
-Se mai fossi impegnato disdirei- enunciò Draco e Hermione sorrise mentre le guance le si imporporavano.
-ora è bene lavorare-, disse Draco cercando di mantenere un contegno, Hermione lo prese subito in parola riprendendo così a guardare gli appunti che le avevano passato.
Draco la guardò ancora un attimo prima di rituffarsi anche lui nell’analisi dei documenti e costatò che oramai collaborare con la Granger sarebbe stato difficile, l’attrazione tra loro era troppo evidente e ben presto non sarebbe più riuscito a trattenersi dall’esternare quello che provava per la bella Dottoressa.