Quanto è doloroso pensare all’indifferenza con la quale nel passato si sono accolte molte delicatezze del cuore materno!… La madre è un bene troppo grande ed è necessaria talvolta la lontananza, per apprezzarne tutta la grandezza…
Elias Canetti
11. Finalmente unite, finalmente complici.
Era scappata da lui colta dall’improvvisa consapevolezza che se l’avesse guardato negli occhi le sue idee, sarebbero crollate, se l’avesse guardato negli occhi, si sarebbe persa in quel mare ghiacciato che ancora dopo diciassette anni e tre figli le facevano venire i brividi lungo la schiena.
La sua rivelazione, era stata una doccia ghiacciata, mai avrebbe immaginato che lui la desiderasse a tal punto. Mai avrebbe immaginato che per averla arrivasse a mentire e complottare, soprattutto, non riusciva a convincersi del fatto che per anni avesse taciuto tutto, avesse omesso il suo intrigo per averla per sempre.
L’aveva incastrata in un matrimonio, quando ancora erano solo due bambini, erano cresciuti in fretta, avevano sofferto entrambi ma solo lei era stata denigrata e calunniata da tutto il mondo magico Londinese. Per tutti loro, era lei quella che aveva rubato l’uomo a un’altra, l’aveva rubato a una purosangue ricca e bellissima, invece, lui si era semplicemente innamorato e per liberarsi di Daphne e del matrimonio che i suoi avevano organizzato, non trovò altra soluzione che aggirare il problema mettendola incinta.
Era tutto assolutamente assurdo.
Diciassette anni di silenzio, diciassette anni di pene e malinconie e lui l’aveva sempre voluta, sempre desiderata.
Lui la amava.
Con quei pensieri si ritrovò vicino al lampione dal quale come per magia comparve il N. 12 di Grimmauld Place, attraversò con noncuranza la strada dopo aver guardato che nessun babbano fosse nei paraggi e si affretto ad aprire la porta davanti a se dopo aver in precedenza bussato con un tocco deciso.
-Hermione- urlò la sua migliore amica Ginny accogliendola a braccia aperte e invitandola a disfarsi della giacca che fu messa sopra le altre sull’enorme, attacca panni a forma di gamba di un troll.
-sai che quella cosa- disse Hermione osservando il suo trench svettare su tutte le altre mantelle, - è orripilante-
-si Mione, ma è un ricordo di Sirius- disse Harry Potter accogliendo la sua amica nella sua umile dimora.
Hermione non replicò e si lasciò coccolare dall’abbraccio confortante dell’eroe del mondo magico.
-Ti aspettavamo per pranzo- le disse all’orecchio l’auror, facendole così abbassare lo sguardo poiché si sentiva in imbarazzo tanto che non replicò a quelle parole. Ginny si accorse del gesto dell’amica e cambiò immediatamente discorso.
-hai mangiato?- chiese.
-No- disse Hermione condotta nella sala da pranzo – ma non disturbati Ginny non ho fame-.
-Eltamin è qui da questa mattina- disse Harry bisognoso di sapere il suo punto di vista, incurante dello stato in cui la sua amica si trovasse in quel momento.
-Lo so- rispose Hermione buttandosi nel divano rosso e oro che abbelliva la vecchia casa dei purosangue Black, che non meno di vent’anni prima era diventa di Harry Potter, grazie al lascito che Sirius Black gli fece designandolo come suo unico erede.
-Dove sei stata? Chiese ancora Harry.
-al parco, avevo voglia di stare sola- disse Hermione respirando piano.
-ho visto Draco- continuò - circa un’ora fa- .
-e…- chiese Ginny.
-eh niente Ginny. Abbiamo parlato un poco-disse Hermione osservando le sue mani che ora tornavano ad un più naturale color rosa tenue.
- abbiamo parlato di noi, di quello che ci sta succedendo , di quello che prova per me- disse ancora la riccia inumidendosi le labbra che erano ormai secchi per il freddo e il vento che avevano preso.
-Ha acconsentito- chiese Harry stringendo la mascella.
Hermione sollevò lo sguardo stupita, osservando il suo miglior amico. Draco Malfoy non era certo il suo migliore amico ai tempi della scuola, anche per lui fu una botta sapere che lei Hermione Granger aspettasse un figlio da lui, ma si dovette ricredere quando la loro unione si consolidò negli anni, certo non erano mai stati smielati come lui e Ginny, ma si rispettavano nonostante tutto quello che il mondo diceva alle loro spalle, loro si amavano.
-Mi ha detto cosa prova e vuole che ritorni a casa da lui, dai ragazzi- disse Hermione continuando ad osservare Harry che pian piano che l’amica parlava si rilassava.
Ginny sospirò sonoramente.
-ti preparo la stanza degli ospiti – disse la rossa amica.
-Che dici Ginny, ha detto che lui la vuole a casa e Hermione…-
-No Harry- lo interruppe la riccia – non me la sento ora come ora di affrontare lo sguardo gelido di mia suocera-.
-Lo ami ancora Herm- chiese Ginny.
-Come il primo giorno Ginny ammise la Granger facendo sorridere l’amica quando notò una perla uscirle dagli occhi. Lo amava come se non fosse mai passato nemmeno un giorno dalla loro prima notte d’amore.
-se vi amate- disse l’amica che ora si avvicinò leggiadra verso il divano in cui la Granger era seduta –tutto si sistemerà-.
-se così non fosse- le interruppe Harry – finalmente avrò l’occasione di uccidere il furetto- facendo ridere sua moglie e la sua amica.
***
Era rimasta poco tempo nella sala da pranzo dei Potter, giusto il tempo di riscaldarsi e prendere coraggio.
-dovrei parlare con Eltamin- disse guardando i suoi due amici che le erano seduti dinanzi.
Ginny mosse il capo sorridendo impercettibilmente,
-Credo sia in camera con Lily, vuoi che ti accompagni?- chiese.
-No, Ginny è meglio se affronto mia figlia da sola senza l’aiuto e il conforto degli amici. È giunto il momento di chiarirci-
-Herm- disse la rossa –tua figlia ti ama, non aver paura di parlarle-enunciò piatta la rossa padrona di casa.
Hermione si alzò lentamente sorridendo verso la rossa,
-lo spero tanto- rispose infine girandosi subito dopo e incamminandosi poi lungo le scale fino a raggiungere la stanza della piccola di casa Potter.
Busso due volte serrando la mano in un pugno, sentendo alcuni attimi dopo dei passi che frettolosi si accingevano ad aprirle la porta.
-Zia Herm- disse Lily incredula nel vederla
-mamma- disse una voce infondo alla stanza, la voce della sua Eltamin.
-puoi lasciarci sole , cara- chiese Hermione guardando Lily negli occhi.
-si certo- rispose la ragazza prendendo Salazar, il suo gatto nero, tra le braccia e uscendo chiudendosi la porta alle spalle.
Hermione avanzò lentamente fino a raggiungere il centro della stanza, sua figlia era seduta sul letto della sua amica del cuore e la guardava con occhi sgranati. Era pallida e tremava, le mani erano serrate in un pugno e le labbra venivano mordicchiate in un gesto nervoso, quello che era solita fare anche lei quando era stressata.
-Eltamin- disse semplicemente Hermione e in un secondo si ritrovò sua figlia tra le braccia.
Mai si sarebbe aspettata una simile accoglienza, mai avrebbe immaginato che sua figlia quella che detestava baci e abbracci le saltasse addosso esigendone uno proprio da lei.
Lo stupore durò un secondo poi le loro braccia si strinsero strette come da ormai troppo tempo non si stringevano più.
-perdonami mamma – disse sussurrando appena la giovane Malfoy poggiando la sua testolina bionda sul petto di sua madre, che teneramente le accarezzava i suoi bellissimi e lunghissimi capelli dorati simili a quelli dell’odiata suocera ma ancora più simili a quelli dell’amato marito.
-schhh- cercò di rassicurarla mentre sentiva la sua maglia bagnarsi delle preziose lacrime della sua unica figlia femmina, quella che meno le somigliava fisicamente ma che come lei soffriva e si disperava per la poca dimestichezza ad esternare i sentimenti.
-scusami- boffocchiò Eltamin.
Hermione le prese delicatamente la testa tra le mani guardandola dritta negli occhi,
-Non ce nulla di cui tu, ti debba scusare, piccola mia. Non è certo colpa tua quello che è successo tra me e tuo padre, non è né colpa tua né dei tuoi fratelli-
-Papà, è colpa di papà e di quella donna- disse con astio Eltamin tornando per un solo momento la fredda regina di ghiaccio.
Hermione chiuse gli occhi respirando piano, cercando di rasserenare il battito accelerato del suo cuore.
-Tua nonna non mi ama- ammise, cercando di sorridere riuscendo però a mostrare a sua figlia solo una smorfia che nascondeva dolore e sofferenza per anni celata.
-questo credo che una ragazza intelligente come te l’abbia capito- Eltamin tirò su col naso muovendo il capo in direzione di sua madre, annuendo alle sue parole.
-per anni ha cercato di mettere zizania tra me e tuo padre-
- e solo per lei che vuoi il divorzio?- chiese Eltamin timorosa di sentire la risposta alla sua domanda.
-l’arrivo improvviso di tua nonna mi ha sconvolto- ammise Hermione,
-sentire i suoi occhi osservare ogni mia mossa, pronta a puntarmi il dito contro ogniqualvolta manco in qualcosa, non sono certo il clima migliore in cui vivere- enunciò Hermione sorridendo mesta.
-avevo bisogno di una pausa ed ho detto una cosa che non volevo dire-.
-Non lo lasci nonostante lui…-
-Eltamin, ascoltami cara e ti prego credi a quello che sto per dirti- disse Hermione catturando l’attenzione delle iridi color del ghiaccio di sua figlia tanto simili a quelle del suo amato Draco.
-Io e tuo padre ci amiamo, non abbiamo mai smesso di amarci nemmeno ora che le cose tra di noi sono così complicate-
-ti tradisce- l’anticipò sua figlia sgranando gli occhi .
-Lui dice che non è assolutamente vero che mai…-
-tu gli credi? Mamma tu credi veramente ad un Malfoy.- Urlò esasperata la giovane Serpeverde.
- Noi mentiamo, raggiriamo. Siamo la peggior specie al mondo-disse infine la ragazza.
Hermione rimase esterrefatta, perché sua figlia si dipingeva come un mostro, perché sua figlia si vedeva come una novella Narcissa o peggio ancora come Lucius… perché le voci di quello che in passato erano i Malfoy l’avevano portata a credere che anche lei era marcia come i suoi avi in passato.
-Voi-, disse piano Hermione,- Non siete né Lucius né Narcissa . Tuo padre mi ama a modo suo,- disse ridendo un poco ritrovando subito il filo del discorso
- mi ama da sempre, anche se per avermi ha mentito e raggirato come un bravo Serpeverde-disse Hermione sospirando debolmente al ricordo delle parole che solo quel pomeriggio Draco le aveva confessato.
-che intendi dire?-chiese la figlia.
-che le voci a cui sia tu che i tuoi fratelli avete creduto sono infondate. Io stessa, vi ho creduto soffrendo e lasciandomi abbattere dalle malelingue-.
-mamma,- disse cauta la giovane Malfoy, -tutti dicono che tu l’hai incastrato. Scorpius è convinto…-
-Lo so, lo so cosa si dice alle mie spalle Eltamin. Ma quello che non sapevo e che tuo padre ha visto bene di confessarmi solo questo pomeriggio- disse Hermione facendo brillare gli occhi di sua figlia dallo stupore nel sentirle dire che aveva incontrato suo padre.
-…è che per raggirare i tuoi nonni e la mia poca propensione al volerlo sposare facendo scandalo, ha deciso di creare uno scandalo ancora più grange e così mi ha messo incinta, evitando di...-
-recitare l’incantesimo contraccettivo-concluse Eltamin. -Serpeverde- disse divertita facendo impallidire sua madre.
-Eltamin!-la riprese la Granger.
-Si-, rispose la ragazza con un ghigno soddisfatto in viso.
-Non dici niente, io mi sono sentita…-
-Usata immagino, però mamma devi ammetterlo che solo a papà poteva venire in mente una cosa simile. In un colpo solo si è liberato della Greengrass e ha sposato te -.
-certo solo a tuo padre, infatti sua madre pensa che sono io l’arrivista che l’ha incastrato- disse Hermione con rabbia l ricordo delle parole che sua suocera le aveva detto tanto tempo prima.
-e sì e non una volta bensì tre, immagino Scorpius quando saprà che suo padre ha fallito nel suo incantesimo preferito-disse la ragazza veramente divertita della cosa.
-Eltamin che stai dicendo?-chiese Hermione perplessa, suo figlio era troppo giovane per fare… oddio doveva parlarci o almeno mandare Draco a parlare con lui.
-Oh niente mamma solo che tuo figlio è diciamo un don Giovanni, cosi dicono i babbani giusto?-disse ridendo Eltamin sconvolgendo ancora di più Hermione, era uguale a suo padre.
-Devo fare un discorso con tuo fratello- disse Hermione cruciata facendo ghignare di soddisfazione Eltamin, era pur sempre una serpeverde e Scorpius aveva osato dirle che lui non l’avrebbe mai voluta perché era…
-tesoro tutto bene- disse Hermione accorgendosi del cambiamento di espressione di sua figlia.
-si mamma tutto bene, tranquilla- disse la ragazza. –ora che l’hai perdonato, quando torniamo a casa?-chiese Eltamin cambiando subito argomento.
Hermione si morse il labbro
-Io non l’ho perdonato-disse titubante.
-ah- rispose Eltamin spiazzata.
-rimango con te mamma- aggiunse infine
-grazie- disse Hermione abbracciandola –non sai quanto mi fa piacere avere il tuo sostegno in questo momento-ammise. Per la prima volta erano unite complici pensarono senza però dirselo.
-Ti voglio bene mamma- le sussurrò Eltamin arrossendo per la prima volta, sapeva che era giunto il momento per dirle quello che provava per lei. E stranamente dopo che quelle parole scivolarono dalla sua bocca si sentì bene, come non gli accadeva da molto tempo, forse un giorno se avesse trovato il coraggio l’avrebbe detto anche a James quello che provava, anche se con lui non aveva alcuna speranza.