venerdì 20 gennaio 2012

Quella strega di mia suocera-14-


14.I segreti dei nostri figli.

Aveva atteso alcuni minuti prima di parlare e quando finalmente li aveva riferito cosa i coniugi Potter le avevano raccontato quella sera per la prima volta in vita sua Hermione Granger si pentì di aver proferito verbo.
-Draco non è successo nulla- disse, cercando di calmare suo marito, non riuscendovi per niente poiché un attimo dopo aver sganciato la bomba lo vide in piedi percorrere a lunghe falcate tutta la stanza patronale.
Anche lei si era agitata quando aveva saputo dell’incidente, ma Draco era furibondo.
-oh ma questa volta mi sentiranno- ripeteva il biondo.
-Paciock, sicuro è colpa di quello li. La mia bambina, affatturata e loro che fanno… omettono. No, non ci posso credere-.
-Draco ti calmi!-ripeté Hermione sedendosi sul letto e abbandonandosi contro la spalliera, ma suo marito non accennava a tranquillizzarsi.
- Affatturata da una Grifondoro- disse con astio mentre Hermione alzava interrogativa un sopracciglio,
-Non guardarmi così, non è con la mia Grifondoro che sono irritato. Ma con … come hai detto che si chiama?- disse lui sbuffando.
-kelly- rispose Hermione.
-Kelly… e di cognome?-
-non lo so- Draco –Harry non me l’ha detto-
-certo, lo sfregiato copre la fidanzata del figlio. Naturale quelli collaborano non come noi che siamo sempre gli ultimi a sapere-.
-Draco, sembri un pazzo!-
-domani!- disse perentorio guardando sua moglie
-parlerò con tuo figlio e gli ricorderò come si comporta un vero Malfoy-.
Hermione sbuffò.
-Quello lo sa fare bene- disse la riccia catturando l’attenzione del marito che replicò stizzito.
-No che non lo sa fare. Non ha difeso sua sorella, l’onore del casato-replicò Draco.
-Draco, Scorpius è un Corvonero- disse Hermione guardandolo seria,
-ed ora smettila di agitarti come un ippogrifo in gabbia. Domani parleremo con i ragazzi-
-Poi andremo dalla McGranitt e tu- disse indicandola con il dito – le chiederai per quale motivo mia figlia…-
-Nostra-
-Nostra figlia è stata attaccata da una Grifondoro e loro non hanno fatto niente-
-sai chi sembri Dra-
-Evita di dire quel nome signora Malfoy-
-perché mi cacci da casa- disse Hermione.
-No. Mia cara ma ti porto su una scopa e quel sorrisino beffardo con cui mi stai guardando sono sicuro non ci sarà più-replicò lui serissimo.
Litigare con Hermione dopo aver fatto la pace in quel modo non era nemmeno passato per la mente a Draco che si fece scivolare addosso il per niente casuale paragone con suo padre.
-gna gna gna- lo canzonò la riccia prima che suo marito dopo aver riacquistato un po’ di calma non si accomodò nuovamente accanto a lei sul letto.
-devi parlare con Scorpius- disse Hermione mettendosi ora tra le braccia di Draco pronta per dormire dopo quella lunga giornata, fatta di pianti e tristezze conclusa tra le braccia del suo unico amore.
-l’ho già fatto, come ti avevo promesso- disse il biondo accarezzandole i capelli.
-Non mi ha creduto però, crede sia un modo per avvicinarmi a lui- rispose sconsolato Draco.
-se vuoi ci parlo io per quello- lo rassicurò
-lui non si fida di me- replicò abbattuto per la poca considerazione che i suoi figli avessero su di lui, per tutto quello che la sua famiglia aveva sopportato nel silenzio a causa delle sue omissioni.
-Eltamin, invece era soddisfatta del tuo raggiro- disse Hermione cercando di tirarlo su…anche se non era certo una cosa di cui vantarsi
-visto la mia principessa- Ecco come non detto pensò la Granger.
-Certo siete uguali, avete paura di mostrarvi come siete in realtà-
-e come siamo Granger?-
-speciali e stupendi- rispose lei a fil di labbra.
-ci credo, se me lo dici così-
Hermione rise divertita dando un leggero colpo sulla testa del biondo.
-Eltamin, mi ha raccontato una cosa su Scorpius che non mi è piaciuta-
-sentiamo, che ha detto quella gola profonda su suo Fratello. Mentre omette su tutto ciò che la riguarda tipo cadere da trenta metri volando su una scopa- Hermione non replicò alle parole di Draco e andò dritta al punto rivelando quello che la sua bambina le aveva detto sul loro primogenito.
-ecco, mi ha detto…che Scorpius…-
-Hermione è una cosa grave?- disse Draco spaventandosi
-beh si-
Draco si fece attento osservando sua moglie, guardandola dritto negli occhi.
-pare che vada con molte ragazze- disse Hermione – che le lasci senza alcun riguardo e che non gli importi di nessuna-
-questo l’ha detto Eltamin?-chiese Draco.
-si-
-ah ho capito tutto- fece il biondo rilassandosi tra i morbidi guanciali.
-credo sia vero- ammise – tuttavia penso che quella streghetta si è vendicata-
-vendicata?-
-si pare che a scuola la chiamino “la regina di Ghiaccio”-
-Hogwarts per dare i nomignoli è fatta apposta, nonostante gli anni passino il cervello dei maghi che la frequenta non migliora- disse con astio Hermione facendo sorridere Draco che sapeva che la definizione di so tutto la irritava ancora adesso che erano passati anni.
-a darle il nomignolo è stato quello che le piace, l’ha detto Scorpius questa mattina-
Hermione impallidì un attimo, quello che le piace le aveva dato il nomignolo… quelle parole frullavano nella testa.
Anche sua figlia come lei in passato si era innamorata di chi l’aveva presa in giro.
-sai chi è?- chiese Hermione, sperando che Draco non avesse risposta per la sua domanda.
-Potter, James Potter- rispose secco Draco, lasciando basita sua moglie.
-come fai a saperlo-chiese.
-lo guarda proprio come facevo io con te, quando tutti sono impegnati in altro lei lo osserva e le brillano gli occhi. In quel momento è senza maschere, in quel momento è fragile e vulnerabile. Somiglio a mia figlia-, disse sorridendo Draco facendo sorridere anche sua moglie, cui si strinse il cuore nel sentilo parlare in quel modo. - spero però, che sia lei sia lì altri due non arrivo a fare quello che ho fatto io.
 Mentire su qualcosa di importante e ritrovarsi all’improvviso  senza niente tra le mani perché troppo stupidi per accorgersi del dono prezioso che si possedeva-
-tu non sei senza nessuno Dra. Tu hai noi-.
-si perché sei stata buona e mi hai perdonato-.
-perdonato?- Disse scettica Hermione – veramente sei ancora in prova, tutto dipende da come si comporta tua madre con me e i ragazzi e come tu ti comporti con lei in nostra presenza-
Draco spalancò la bocca allibito
-Io pensavo che…-
-beh pensavi male Malfoy-
-Non ti deluderò- disse infine baciandola.
-ti conviene Malfoy – replicò Hermione e finalmente si addormentarono.


Quella strega di mia suocera-13-


13.Dimmi che mi ami.

Si era smaterializzata nel salone di casa, a stento riuscì ad non inciampare sul tappetto persiano che ricopriva buona parte del grande soggiorno.
Tutto era avvolto nel buio più totale.
 Il fuoco, era ancora acceso e una pallida ombra stava rannicchiata con le spalle afflosciate sulla poltrona, affianco al grande caminetto di marmo bianco.
Hermione avanzò lentamente giungendo poi, dinanzi alla figura che immobile con un bicchiere tra le mani osservava la flebile fiamma del camino.
-Draco- lo chiamò Hermione senza ricevere alcuna risposta dall’uomo.
-Draco- disse ancora ma lui non le rispondeva.
-Lumus- pronunciò infine illuminando così la stanza a giorno ed osservando perplessa l’uomo che con occhi chiusi stava riverso sulla poltrona in pelle.
-Draco- disse avvicinandosi e scuotendolo con vigore. Come aveva osato bere e ridursi in quello stato quando in casa c’erano i ragazzi.
Come!
Hermione era allibita dal suo comportamento, ah ma questa volta l’avrebbe sentita. Si questa volta…
Così riuscì a far scivolare il braccio del marito sopra la sua spalla e con non poche difficoltà lo sollevò.
Respirò affannosamente e subito dopo si smaterializzo nel loro bagno.
Fece due passi attenta a non cadere poggiando poi la bacchetta nel marmo del lavandino, con un calcio aprì il box doccia e lo spinse dentro incurante del fatto che ora, Draco, russasse tranquillamente. L’osservò un attimo dopo di che aprì l’acqua fredda e si godette la scena.
-cazzo!- urlò Draco Malfoy ora bagnato come un pulcino.
-che fai donna, sei impazzita!- sibilò a denti stretti il biondo
-Impazzita!- rispose Hermione irritata guardando suo marito che completamente bagnato la guardava dal piatto della doccia – ti sei ubriacato. Ti rendi conto, ci sono i ragazzi se non te ne sei reso conto. Che pessimo esempio-
-non mi sono ubriacato Hermione, mi sono solo assopito-replicò lui
-Con un bicchiere in mano!- disse astiosa la Granger
-si con un bicchiere in mano, se non te ne sei resa conto, la mia vita oggi è completamente finita- enunciò Draco lasciandola senza parole per un breve istante, ma da so tutto quale era Hermione riprese subito la lucidità necessaria per replicare al marito.
-e tu l’affoghi nell’alcol. Bel modo, mi complimento con te-disse furibonda.
Draco assottigliò lo sguardo pronto a replicare, ma all’improvviso cambiò idea afferrando la mano di sua moglie e spingendola verso il suo petto, aprendo, con un veloce movimento della mano il rubinetto dell’acqua, questa volta calda.
-ma sei…- cercò di divincolarsi Hermione, mentre Draco non le lasciò nemmeno il tempo di replicare catturando le sue labbra in un per niente casto bacio.
La riccia ora completamente bagnata era combattuta sul corrispondere o no il bacio, doveva resistere, ma la sua forza di volontà scemò in un secondo quando sentì le mani di Draco vagare vogliose sul suo corpo e slacciarle con decisione gli indumenti che ancora portava.
-Dra che fai- il biondo la guardò un attimo ghignando soddisfatto,
-ricordo a mia moglie quanto la desidero- disse malizioso, prima di toglierle con un gesto secco la maglia, lasciandola ora, con la sola biancheria intima.
Prese a baciarle il collo, mentre con mani esperte le accarezzava la schiena fino ai glutei, Hermione socchiuse gli occhi beandosi del momento…
Il cuore le batteva forte, Draco le era mancato, tutto di lui le era mancato.
La sua mente era come partita per un lungo viaggio, ora l’unica cosa che voleva era suo marito sopra di lei, suo marito che esigeva il suo corpo, suo marito dentro il suo corpo… Voleva solo lui, solo Draco.
Intrecciò le mani nel collo bianco di Draco che sorrise malizioso a quel tocco sentendo poi le gambe di sua moglie intrecciarsi nel suo busto dopo essersi data una leggera spinta.
-Ti voglio- disse con voce roca, facendo correre un brivido lungo la schiena della riccia che come risposta a quella richiesta gli bacio il collo, poi il mento fino ad arrivare all’angolo delle labbra.
Draco sentendo la sua donna su di se e l’erezione crescere la strinse stretta e la trascino fino al grande letto a baldacchino che si trovava al centro della loro stanza da letto.
La depositò dolcemente sopra le lenzuola di seta nera, quelle che avevano scelto insieme.
-Dra- lo incitò Hermione mentre il biondo, ora a cavalcioni su di lei, la guardava beandosi di tutto bello splendore.
Sua, ancora sua, sempre e solo sua si ripeteva Draco.
Rimase imbambolato per alcuni istanti quando sentì il cavallo dei jeans stringersi attorno alla sua virilità.
Con un gesto fulminio si liberarono degli indumenti ormai bagnati, abbandonandoli nel freddo pavimento di marmo e salì a cavalcioni sul letto. Le accarezzo il viso, poi il collo e l’incavo dei seni, fino ad arrivare al ventre e ancora più giù…
-dimmi che mi vuoi- chiese il biondo, bisognoso di sentile pronunciare quella frase.
-ti voglio-rispose Hermione ormai col fiato corto e le labbra arrossate dai baci appassionati di Draco
-dimmi che mi desideri- chiese ancora l’uomo,
-Ti desidero- rispose Hermione ansimando
-ti prego Draco- lo supplicava Hermione desiderosa di essere ancora sua…
-Dimmi…-
-Draco- disse Hermione ansimando e graffiando la schiena diafana di suo marito.
-Dimmi che mi ami-chiese ancora il biondo
Hermione respirò affannosamente prima di riuscire a pronunciare, quasi urlando il suo:
-Ti amo Draco, ti amo ti ho sempre amato-.
Draco sorrise felice ed entrò finalmente in lei incominciando così l’eccitante danza d’amore;
Prima lentamente e poi sempre più veloce, appagante, una spinta un’altra e un'altra ancora fino a giungere all’orgasmo e alla pace dei sensi svuotando il suo seme in lei.
Quando il respiro si regolò, Draco uscì dal corpo di sua moglie e si distese su un fianco reggendo il capo con un braccio e lì, si mise ad ammirare la sua Hermione.
Il suo mondo, la sua unica donna.
-come stai?- chiese Draco sentendosi come un’adolescente che chiede conferme sulla sua virilità e in quell’istante si maledì.
 Aveva veramente detto una cosa simile, sembrava come un “ti è piaciuto” .
-bene- rispose Hermione accoccolandosi sul petto di suo marito che dimenticò la frase demente appena pronunciata e sorrise non visto a quel gesto di sua moglie.
-ora sto bene- ripeté la Granger.
-Ti amo Herm- disse lui sussurrando piano nel suo orecchio.
-rimani qui questa notte vero- chiese entrando quasi nel panico per paura di sentirle rifiutare quell’offerta.
-si, Dra- rispose.
-bene- disse l’uomo comprendo i loro corpi ancora nudi con un piumino.
-Dra-
-si- rispose l’uomo con gli occhi chiusi, mentre ancora stringeva sua moglie al suo petto godendo del calore del suo corpo e del profumo che emanava la sua pelle.
-Dobbiamo parlare con i ragazzi-
-uhm, si domani diremo loro quanto ci amiamo e che rimaniamo insieme- l’anticipò Draco,
-Non parlavo di quello-rispose Hermione
-vuoi ancora…- boffocchiò Draco timoroso.
-No. Non riuscirei a starti lontano- ammise sconsolata Hermione, buttando alle ortiche il suo famoso orgoglio Grifondoro.
-bene, perché non avrei rinunciato a te per nessuna ragione al mondo Granger. Avrei rinunciato a tutto per te- rispose lui con una voce limpida che fece finalmente capire ad Hermione quanto il freddo e calcolatore Draco Malfoy con lei fosse un amante e un marito ancora estremamente innamorato.
-Granger! Di cosa dobbiamo discutere con i ragazzi?- chiese Draco e si maledì per aver posto quella domanda a sua moglie.


SALVE HO AGGIORNATO ANCHE QUESTA VOLTA LA STORIA... CHE SU EFP HA UN DISCRETO SUCCESSO... VOI CHE NE PENSATE VI PIACE DAI UN PICCOLO MSG...

Quella strega di mia suocera-12-


12. Intrecci d’amore.


Aveva cenato dai Potter o almeno cosi aveva cercato di fare, lo stomaco, infatti, era ancora chiuso nonostante la bella chiacchierata, la prima in assoluto, fatta con Eltamin.
Dopo cena, quando finalmente i ragazzi si erano congedati per salire in camera richiamati da morfeo, loro, i grandi erano rimasti un po’ a chiacchierare.
Il giorno seguente era già vigilia di Natale e Hermione si trovò di fronte ad un’ardua scelta: quella di accettare l’invito di Ginny e Harry e unirsi alla grande famiglia Weasley che come ogni anno festeggiava alla tana in santo Natale o tornare a casa e passare le feste con suo marito, i suoi tre cuccioli e quell’arpia di sua Suocera.
Hermione rimase a rimuginare per molto tempo su quelle due possibilità, mentre i due coniugi raccontavano alcuni aneddoti della loro piccola.
-ha rotto la scopa, nell’ultima partita-. Disse sconsolato Harry quella, in effetti, era la terza scopa che sua figlia rompeva da quando era entrata nella squadra di quidditch al suo secondo anno.
- Pare sia stata un macello quella partita per i Serpeverde- annunciò Ginny mentre Hermione era rimasta impassibile alle parole degli amici.
-anche il litigio in sala grande- s’inserì Harry.
-quale litigio?- chiese all’improvviso Hermione.
Harry rimase sorpreso …
-Non lo sai?- chiese ancora il salvatore del mondo magico,
-No Harry, se ti chiedo e perché non lo so-rispose Hermione.
Ginny deglutì un poco prima di prendere la parola.
-Le ragazze hanno perso la partita con i Grifondoro- disse la rossa.
-Lily dice che loro sono stati scorretti- finì Ginny.
-Lily ha detto che Kelly è stata scorretta, Ginny, non tutti i Grifondoro-la corresse il marito.
-Chi è Kelly?-, domandò Hermione guardando i due. Perché i suoi figli non raccontavano niente della loro vita sociale si chiese Hermione, beh certo perché sono come i loro genitori si disse tra se e se.
-è la fidanzata di James- rispose Harry stranito dal fatto che la sua amica non sapesse alcun che sulla vita di Hogwarts.
-Ma quale fidanzata- lo interruppe Ginny – sono troppo giovani perché siano fidanzati-.
-Ginny noi avevamo…-
-per noi era diverso Harry- disse la rossa ricevendo uno sguardo scettico sia da suo marito sia dalla sua amica.
-c’era la guerra, loro prendono tutto alla leggera. Noi non eravamo così-
-eh già- rispose Hermione. -Oggi ho scoperto che il più grande dei miei figli fa sesso- disse mesta catturando l’attenzione dei due coniugi Potter.
-Non mi ero nemmeno resa conto che era cresciuto così tanto- ammise sconsolata.
-Scorpius ha…-
-No Harry, da quanto dice Eltamin, il fratello ne cambia una al giorno- dichiarò la riccia signora Malfoy.
Harry alzò gli occhi al cielo.
-so che stai pensando- disse Hermione intercettando lo sguardo dell’amico
 –Tale padre tale figlio-
-No Herm, Harry non pensa questo vero Harry diglielo…-
-lascia stare Harry non ve né bisogno, credimi-.
-Se devo essere sincero- disse Harry Potter – spero con tutto il cuore che tuo figlio non faccia come suo padre e che la mia Lily la smetta di… girargli intorno-.
-Lily?- chiese –cosa c’entra ora Lily?- disse un’allibita Hermione.
-Si ecco, ha una cotta- rispose Ginny.
-Una cotta, da aspetta… fammici pensare Ginevra- l’apostrofò il marito beccandosi uno sguardo di rimprovero dalla rossa –ah si certo, da quando ha dieci anni. Vi ricorda qualcuno?-chiese infine Harry Potter esasperato.
-Scorpius lo sa?-
-Credo di no e spero con tutto il cuore che non se ne accorga, se no…-
-se no cosa Harry Potter?-Disse Ginny livida di rabbia.
-se no ci dovrò fare un discorso- concluse l’auror
-Tu ti farai gli affaracci tuoi- disse sua moglie.
-diventeremo parenti così- disse Hermione sorridendo. –però ancora non ho capito perché hanno litigato in sala grande-disse cercando in quel modo di stemperare il lieve litigio tra Harry e Ginny.
-A Lily ed Eltamin non piace perdere-disse Ginny illustrando poi tutto quello che era successo nella sala grande di Hogwarts, -così, hanno schernito Kelly fino a quando non è intervenuto James per difendere la sua ragazza e Scorpius per calmare Eltamin-
-Albus- aggiunse Harry – ha detto che si sono puntati la bacchetta uno contro l’altro e se non fosse intervenuti, i professori avrebbero addirittura duellato-Hermione era esterrefatta erano tutti coinvolti e nessuno nemmeno il piccolo Anthares le aveva detto niente.
-Come mai non vi sono stati provvedimenti-chiese infine una stupita Hermione, quella cosa le puzzava. Sentiva che Harry e Ginny stavano omettendo delle cose. Ma cosa?
-Non lo so- rispose Harry cercando di fare il vago.
-la cosa che non mi torna- disse Ginny -e che Eltamin doveva prendersela con Kelly, poiché era lei che le ha lanciato quel sortilegio alla scopa-
-sortilegio alla scopa. Ditemi che mia figlia non stava cadendo dalla scopa- disse Hermione alzandosi di scatto e cominciando a percorrere con lunghe falcate tutta la sala.
-ecco Ginny, vedi cosa hai combinato!-disse suo marito guardando preoccupato la riccia amica.
-Lo sapevo che non era sicuro, lo sapevo. Ah ma questa volta mi sente, è colpa sua se i ragazzi amano quello sport, quel suicidio assurdo-.
-questa kelly che cognome ha?... come osa affatturare mia figlia-ripeteva Hermione.
-ecco ora lo capisci perché Neville non le ha detto niente-riprese Harry guardando sua moglie adirato, mentre con la coda dell’occhio osservava Hermione.
-Tranquilla non è successo niente hanno rotto solo le scope- disse Ginny con il suo solito tono rassicurante.
-devo dirlo a Draco- disse Hermione e senza aspettare ancora si smaterializzò a casa sua.


giovedì 19 gennaio 2012

Quella strega di mia suocera-11-


Quanto è doloroso pensare all’indifferenza con la quale nel passato si sono accolte molte delicatezze del cuore materno!… La madre è un bene troppo grande ed è necessaria talvolta la lontananza, per apprezzarne tutta la grandezza…
Elias Canetti


11. Finalmente unite, finalmente complici.


Era scappata da lui colta dall’improvvisa consapevolezza che se l’avesse guardato negli occhi le sue idee, sarebbero crollate, se l’avesse guardato negli occhi, si sarebbe persa in quel mare ghiacciato che ancora dopo diciassette anni e tre figli le facevano venire i brividi lungo la schiena.
La sua rivelazione, era stata una doccia ghiacciata, mai avrebbe immaginato che lui la desiderasse a tal punto. Mai avrebbe immaginato che per averla arrivasse a mentire e complottare, soprattutto, non riusciva a convincersi del fatto che per anni avesse taciuto tutto, avesse omesso il suo intrigo per averla per sempre.
L’aveva incastrata in un matrimonio, quando ancora erano solo due bambini, erano cresciuti in fretta, avevano sofferto entrambi ma solo lei era stata denigrata e calunniata da tutto il mondo magico Londinese. Per tutti loro, era lei quella che aveva rubato l’uomo a un’altra, l’aveva rubato a una purosangue ricca e bellissima, invece, lui si era semplicemente innamorato e per liberarsi di Daphne e del matrimonio che i suoi avevano organizzato, non trovò altra soluzione che aggirare il problema mettendola incinta.
Era tutto assolutamente assurdo.
Diciassette anni di silenzio, diciassette anni di pene e malinconie e lui l’aveva sempre voluta, sempre desiderata.
Lui la amava.
Con quei pensieri si ritrovò vicino al lampione dal quale come per magia comparve il N. 12 di Grimmauld Place, attraversò con noncuranza la strada dopo aver guardato che nessun babbano fosse nei paraggi e si affretto ad aprire la porta davanti  a se dopo aver in precedenza bussato con un tocco deciso.
-Hermione- urlò la sua migliore amica Ginny accogliendola a braccia aperte e invitandola a disfarsi della giacca che fu messa sopra le altre sull’enorme, attacca panni a forma di gamba di un troll.
-sai che quella cosa- disse Hermione osservando il suo trench svettare su tutte le altre mantelle, - è orripilante-
-si Mione, ma è un ricordo di Sirius- disse Harry Potter accogliendo la sua amica nella sua umile dimora.
Hermione non replicò e si lasciò coccolare dall’abbraccio confortante dell’eroe del mondo magico.
-Ti aspettavamo per pranzo- le disse all’orecchio l’auror, facendole così abbassare lo sguardo poiché si sentiva in imbarazzo tanto che non replicò a quelle parole. Ginny si accorse del gesto dell’amica e cambiò immediatamente discorso.
-hai mangiato?- chiese.
-No- disse Hermione condotta nella sala da pranzo – ma non disturbati Ginny non ho fame-.
-Eltamin è qui da questa mattina- disse Harry bisognoso di sapere il suo punto di vista, incurante dello stato in cui la sua amica si trovasse in quel momento.
-Lo so- rispose Hermione buttandosi nel divano rosso e oro che abbelliva la vecchia casa dei purosangue Black, che non meno di vent’anni prima era diventa di Harry Potter, grazie al lascito che Sirius Black gli fece designandolo come suo unico erede.
-Dove sei stata? Chiese ancora Harry.
-al parco, avevo voglia di stare sola- disse Hermione respirando piano.
-ho visto Draco- continuò - circa un’ora fa- .
-e…- chiese Ginny.
-eh niente Ginny. Abbiamo parlato un poco-disse Hermione osservando le sue mani che ora tornavano ad un più naturale color rosa tenue.
- abbiamo parlato di noi, di quello che ci sta succedendo , di quello che prova per me- disse ancora la riccia inumidendosi le labbra che erano ormai secchi per il freddo e il vento che avevano preso.
-Ha acconsentito- chiese Harry stringendo la mascella.
Hermione sollevò lo sguardo stupita, osservando il suo miglior amico. Draco Malfoy non era certo il suo migliore amico ai tempi della scuola, anche per lui fu una botta sapere che lei Hermione Granger aspettasse un figlio da lui, ma si dovette ricredere quando la loro unione si consolidò negli anni, certo non erano mai stati smielati come lui e Ginny, ma si rispettavano nonostante tutto quello che il mondo diceva alle loro spalle, loro si amavano.
-Mi ha detto cosa prova e vuole che ritorni a casa da lui, dai ragazzi- disse Hermione continuando ad osservare Harry che pian piano che l’amica parlava si rilassava.
Ginny sospirò sonoramente.
-ti preparo la stanza degli ospiti – disse la rossa amica.
-Che dici Ginny, ha detto che lui la vuole a casa e Hermione…-
-No Harry- lo interruppe la riccia – non me la sento ora come ora di affrontare lo sguardo gelido di mia suocera-.
-Lo ami ancora Herm- chiese Ginny.
-Come il primo giorno Ginny ammise la Granger facendo sorridere l’amica quando notò una perla uscirle dagli occhi. Lo amava come se non fosse mai passato nemmeno un giorno dalla loro prima notte d’amore.
-se vi amate- disse l’amica che ora si avvicinò leggiadra verso il divano in cui la Granger era seduta –tutto si sistemerà-.
-se così non fosse- le interruppe Harry – finalmente avrò l’occasione di uccidere il furetto- facendo ridere sua moglie e la sua amica.
***
Era rimasta poco tempo nella sala da pranzo dei Potter, giusto il tempo di riscaldarsi e prendere coraggio.
-dovrei parlare con Eltamin- disse guardando i suoi due amici che le erano seduti dinanzi.
Ginny mosse il capo sorridendo impercettibilmente,
-Credo sia in camera con Lily, vuoi che ti accompagni?- chiese.
-No, Ginny è meglio se affronto mia figlia da sola senza l’aiuto e il conforto degli amici. È giunto il momento di chiarirci-
-Herm- disse la rossa –tua figlia ti ama, non aver paura di parlarle-enunciò piatta la rossa padrona di casa.
Hermione si alzò lentamente sorridendo verso la rossa,
-lo spero tanto- rispose infine girandosi subito dopo e incamminandosi poi lungo le scale fino a raggiungere la stanza della piccola di casa Potter.
Busso due volte serrando la mano in un pugno, sentendo alcuni attimi dopo dei passi che frettolosi si accingevano ad aprirle la porta.
-Zia Herm- disse Lily incredula nel vederla
-mamma- disse una voce infondo alla stanza, la voce della sua Eltamin.
-puoi lasciarci sole , cara- chiese Hermione guardando Lily negli occhi.
-si certo- rispose la ragazza prendendo Salazar, il suo gatto nero, tra le braccia e uscendo chiudendosi la porta alle spalle.
Hermione avanzò lentamente fino a raggiungere il centro della stanza, sua figlia era seduta sul letto della sua amica del cuore e la guardava con occhi sgranati. Era pallida e tremava, le mani erano serrate in un pugno e le labbra venivano mordicchiate in un gesto nervoso, quello che era solita fare anche lei quando era stressata.
-Eltamin- disse semplicemente Hermione e in un secondo si ritrovò sua figlia tra le braccia.
Mai si sarebbe aspettata una simile accoglienza, mai avrebbe immaginato che sua figlia quella che detestava baci e abbracci le saltasse addosso esigendone uno proprio da lei.
Lo stupore durò un secondo poi le loro braccia si strinsero strette come da ormai troppo tempo non si stringevano più.
-perdonami mamma – disse sussurrando appena la giovane Malfoy poggiando la sua testolina bionda sul petto di sua madre, che teneramente le accarezzava i suoi bellissimi e lunghissimi capelli dorati simili a quelli dell’odiata suocera ma ancora più simili a quelli dell’amato marito.
-schhh- cercò di rassicurarla mentre sentiva la sua maglia bagnarsi delle preziose lacrime della sua unica figlia femmina, quella che meno le somigliava fisicamente ma che come lei soffriva e si disperava per la poca dimestichezza ad esternare i sentimenti.
-scusami- boffocchiò Eltamin.
Hermione le prese delicatamente la testa tra le mani guardandola dritta negli occhi,
-Non ce nulla di cui tu, ti debba scusare, piccola mia. Non è certo colpa tua quello che è successo tra me e tuo padre, non è né colpa tua né dei tuoi fratelli-
-Papà, è colpa di papà e di quella donna- disse con astio Eltamin tornando per un solo momento la fredda regina di ghiaccio.
Hermione chiuse gli occhi respirando piano, cercando di rasserenare il battito accelerato del suo cuore.
-Tua nonna non mi ama- ammise, cercando di sorridere riuscendo però a mostrare a sua figlia solo una smorfia che nascondeva dolore e sofferenza per anni celata.
-questo credo che una ragazza intelligente come te l’abbia capito- Eltamin tirò su col naso muovendo il capo in direzione di sua madre, annuendo alle sue parole.
-per anni ha cercato di mettere zizania tra me e tuo padre-
- e solo per lei che vuoi il divorzio?- chiese Eltamin timorosa di sentire la risposta alla sua domanda.
-l’arrivo improvviso di tua nonna mi ha sconvolto- ammise Hermione,
-sentire i suoi occhi osservare ogni mia mossa, pronta a puntarmi il dito contro ogniqualvolta manco in qualcosa, non sono certo il clima migliore in cui vivere- enunciò Hermione sorridendo mesta.
-avevo bisogno di una pausa ed ho detto una cosa che non volevo dire-.
-Non lo lasci nonostante lui…-
-Eltamin, ascoltami cara e ti prego credi a quello che sto per dirti- disse Hermione catturando l’attenzione delle iridi color del ghiaccio di sua figlia tanto simili a quelle del suo amato Draco.
-Io e tuo padre ci amiamo, non abbiamo mai smesso di amarci nemmeno ora che le cose tra di noi sono così complicate-
-ti tradisce- l’anticipò sua figlia sgranando gli occhi .
-Lui dice che non è assolutamente vero che mai…-
-tu gli credi? Mamma tu credi veramente ad un Malfoy.- Urlò esasperata la giovane Serpeverde.
- Noi mentiamo, raggiriamo. Siamo la peggior specie al mondo-disse infine la ragazza.
Hermione rimase esterrefatta, perché sua figlia si dipingeva come un mostro, perché sua figlia si vedeva come una novella Narcissa o peggio ancora come Lucius… perché le voci di quello che in passato erano i Malfoy l’avevano portata a credere che anche lei era marcia come i suoi avi in passato.
-Voi-, disse piano Hermione,- Non siete né Lucius né Narcissa . Tuo padre mi ama a modo suo,- disse ridendo un poco ritrovando subito il filo del discorso
- mi ama da sempre, anche se per avermi ha mentito e raggirato come un bravo Serpeverde-disse Hermione sospirando debolmente al ricordo delle parole che solo quel pomeriggio Draco le aveva confessato.
-che intendi dire?-chiese la figlia.
-che le voci a cui sia tu che i tuoi fratelli avete creduto sono infondate. Io stessa, vi ho creduto soffrendo e lasciandomi abbattere dalle malelingue-.
-mamma,- disse cauta la giovane Malfoy, -tutti dicono che tu l’hai incastrato. Scorpius è convinto…-
-Lo so, lo so cosa si dice alle mie spalle Eltamin. Ma quello che non sapevo e che tuo padre ha visto bene di confessarmi solo questo pomeriggio- disse Hermione facendo brillare gli occhi di sua figlia dallo stupore nel sentirle dire che aveva incontrato suo padre.
-…è che per raggirare i tuoi nonni e la mia poca propensione al volerlo sposare facendo scandalo, ha deciso di creare uno scandalo ancora più grange e così mi ha messo incinta, evitando di...-
-recitare l’incantesimo contraccettivo-concluse Eltamin. -Serpeverde- disse divertita facendo impallidire sua madre.
-Eltamin!-la riprese la Granger.
-Si-, rispose la ragazza con un ghigno soddisfatto in viso.
-Non dici niente, io mi sono sentita…-
-Usata immagino, però mamma devi ammetterlo che solo a papà poteva venire in mente una cosa simile. In un colpo solo si è liberato della Greengrass e ha sposato te -.
-certo solo a tuo padre, infatti sua madre pensa che sono io l’arrivista che l’ha incastrato- disse Hermione con rabbia l ricordo delle parole che sua suocera le aveva detto tanto tempo prima.
-e sì e non una volta bensì tre, immagino Scorpius quando saprà che suo padre ha fallito nel suo incantesimo preferito-disse la ragazza veramente divertita della cosa.
-Eltamin che stai dicendo?-chiese Hermione perplessa, suo figlio era troppo giovane per fare… oddio doveva parlarci o almeno mandare Draco a parlare con lui.
-Oh niente mamma solo che tuo figlio è diciamo un don Giovanni, cosi dicono i babbani giusto?-disse ridendo Eltamin sconvolgendo ancora di più Hermione, era uguale a suo padre.
-Devo fare un discorso con tuo fratello- disse Hermione cruciata facendo ghignare di soddisfazione Eltamin, era pur sempre una serpeverde e Scorpius aveva osato dirle che lui non l’avrebbe mai voluta perché era…
-tesoro tutto bene- disse Hermione accorgendosi del cambiamento di espressione di sua figlia.
-si mamma tutto bene, tranquilla- disse la ragazza. –ora che l’hai perdonato, quando torniamo a casa?-chiese Eltamin cambiando subito argomento.
Hermione si morse il labbro
-Io non l’ho perdonato-disse titubante.
-ah- rispose Eltamin spiazzata.
-rimango con te mamma- aggiunse infine
-grazie- disse Hermione abbracciandola –non sai quanto mi fa piacere avere il tuo sostegno in questo momento-ammise. Per la prima volta erano unite complici pensarono senza però dirselo.
-Ti voglio bene mamma- le sussurrò Eltamin arrossendo per la prima volta, sapeva che era giunto il momento per dirle quello che provava per lei. E stranamente dopo che quelle parole scivolarono dalla sua bocca si sentì bene, come non gli accadeva da molto tempo, forse un giorno se avesse trovato il coraggio l’avrebbe detto anche a James quello che provava, anche se con lui non aveva alcuna speranza.

Quella strega di mia suocera-10-


9. Il piano di Narcissa.


Subito dopo aver visto Draco chiudersi la porta alle spalle, Narcissa raccontò per filo e per segno tutte le succulente novità sul matrimonio, finalmente giunto a termine, di suo figlio e Hermione Granger, allietando così la degenza di Lucius al San Mungo.
I coniugi Malfoy brindarono a quella notizia e complottarono affinché Draco trovasse al più presto una donna finalmente degna con cui passare il resto della sua vita.
-dobbiamo trovare il modo- disse Lucius mettendosi seduto sul letto nel quale da ormai un giorno si trovava – di toglierle i ragazzi-. Ribadì Malfoy Senior catturando l’attenzione dell’austera moglie.
Narcissa si girò appena verso suo marito, non gli rispose, sorrise appena increspando le labbra mentre un brilluccichio le fece scintillare gli occhi.
Avrebbe usato ogni mezzo per liberarsi di quella donna, quell’insulsa, aveva osato infangare con il suo sangue sporco il grande casato dei Malfoy-Black.
Ora, finalmente dopo tanti anni, si sarebbero liberati di lei.
-Non preoccuparti Lucius, questa volta non ti deluderò- ammise Narcissa.
-Non sentiremo più pronunciare il nome di Hermione Granger, né da tuo figlio, né dai tuoi nipoti-
Lucius guardò sua moglie di sbieco cercando di decifrare il suo sguardo, vedeva la determinazione emergere dai suoi occhi, sperava, che questa volta il suo piano non avesse punti deboli. Sperava che questa volta non naufragasse come tutte le altre volte.
-Lo spero Cissy- disse Lucius afferrando nuovamente il giornale che stava leggendo.
Narcissa lo guardò storto, suo marito la stava gentilmente invitando a lasciarlo solo, così, dopo avergli dato un leggero bacio sulla guancia, si dileguò.
Ora, aveva un compito da portare a termine e un ghigno soddisfatto gli si dipinse sul viso.
-A noi due Hermione Granger- disse tra se la bionda Lady Narcissa uscendo dal grande ospedale magico.

***
Si smaterializzò in una via isolata che conduceva a una grande villa immersa nel verde.
 La residenza di campagna dei Greengrass non era mai cambiata in tutti quegli anni; Il grande cancello di ferro che delimitava la proprietà, si ergeva davanti all’anziana donna che senza indugiare ulteriormente s’incamminò lungo il sentiero delimitato in ambo i lati da rose rigorosamente bianche; Al centro del prato, un’antica fontana in pietra raffigurante un Drago faceva zampillare dall’acqua cristallina dalla bocca del suddetto. Una villa bella e ben curata, una villa da ricchi e facoltosi purosangue, una villa degna di un grande mago come suo figlio che niente aveva a che fare con la catapecchia che per anni aveva condiviso con la Mezzosangue.
Narcissa Malfoy camminava velocemente con il suo solito passo regale e nonostante ormai l’età avanzasse inesorabile, la bellezza di un tempo non era ancora sfiorita. La donna bussò al grande portone bianco, aspettando solo un istante, prima che un’Elfa con una grembiulino lilla le aprisse la porta.
 Non era riuscita a prendere contatto con le padrone di casa, ma sapeva che quello non sarebbe stato un problema, soprattutto dopo che avrebbe spiegato alle giovani donne il motivo della sua imprevista visita.
-Sono Narcissa Malfoy- disse con tono autoritario rivolgendosi all’elfa che la guardava ammirata – sono qui in visita di cortesia –enunciò la donna – le signore sono in casa?-concluse.
-Lady Malfoy- disse inchinandosi con riverenza – si accomodi chiamo le signore- concluse l’elfa, mentre un altro esserino anch’esso con un deliziosi grembiulino lilla la invitava a entrare. -Venga, venga, -disse quest’ultimo.
Narcissa si tolse il lungo mantello porgendolo all’elfo che le venne incontro, seguendolo poi lungo un corridoio, infine, fu condotta in un’ampia sala tutta affrescata dove due donne: una bionda e una mora la stavano già appettando.
-Lady Narcissa- disse Daphne la maggiore delle sorelle Greengrass – che bella sorpresa ci ha fatto questo pomeriggio- disse inchinandosi leggermente al cospetto della donna.
-Daphne cara- rispose Narcissa baciandole delicatamente la fronte come se quella ragazza fosse molto più che la figlia di vecchi amici di famiglia.
Anche Astoria s’inchinò leggermente verso l’anziana signora Malfoy ma a differenza della sorella non ricevette il bacio in fronte ma un semplice sorriso di circostanza.
-Gradisce del the- chiese Daphne dopo che tutte e tre si sedettero attorno a un piccolo tavolo.
-si grazie cara- rispose Narcissa – un the sarebbe l’ideale per accompagnare le liete novelle che vi porto-.
Daphne sollevò lo sguardo curioso verso la donna, anche Astoria osservò con attenzione il volto di lady Narcissa e quello della sorella leggendo la determinazione in quella dell’anziana strega e la speranza in quello della affasciante sorella maggiore.
Gli elfi entrarono un attimo dopo ergendo un vassoio con teiera, tazze e pasticcini che furono depositati con delicatezza nel tavolino in cui le tre donne erano sedute. Con gesto meccanico, l’elfo versò il the nelle tazze e sparì subito dopo essersi prostrato fino a terra ringraziando le donne per averlo incaricato di tale regale mansione.
Narcissa portò la tazza alla bocca con infinita eleganza, assaporò la bevanda ambrata gustando appieno il suo delicato sapore, si asciugò infine le labbra osservando il delicato tovagliolino di lino bianco e sorrise.
-Hermione Granger, ha abbandonato la villa- disse sollevando appena gli occhi osservando con infinito compiacimento lo stupore nelle iridi azzurre di Daphne e lo sconcerto in quelle di Astoria.
-credo che potremmo riprendere il discorso interrotto alcuni anni fa, sempre se sei ancora interessata, cara- disse Narcissa osservando la bionda che incredula guardava Lady Narcissa.
-Abbandonato- ripeté quasi sotto shock la bionda Daphne senza mai perdere l’aplomb che Narcissa tanto ammirava nella giovane donna.
-Quella sudicia Mezzosangue ha chiesto il divorzio- disse con un ghigno soddisfatto Narcissa cosa che sconvolse Astoria. Sapeva, come tutti del resto, che la Signora Malfoy non amava la nuora tuttavia non avrebbe mai sospettato che si mostrasse così palesemente felice per la fine del matrimonio del figlio.
 La sua felicità era decisamente troppa, anche se la moglie di Draco Malfoy era la mezzosangue Hermione Granger, l’amica di Harry Potter, l’eroina del mondo magico il loro era un matrimonio d’amore un matrimonio che aveva portato alla nascita di ben tre eredi.
-è Draco lo concederà?- chiese Astoria facendo morire con quella semplice frase il sorriso sul viso dell’anziana donna. Narcissa, si riprese subito replicando a quella domanda:
-Se qualcuna- rispose Narcissa ammiccando verso la bionda Greengrass – in questo periodo di rottura mostrerà a mio figlio cosa si è perso e cosa potrebbe ottenere, credo che, le concederà il divorzio-.Daphne sorrise verso Narcissa e si capirono senza nemmeno parlare.
Erano simili: belle, aristocratiche, ricche e con il sangue puro cosa che le rendeva orgogliose.
-Hanno tre figli!- disse Astoria interrompendo il silenzio che era calato nella sala.
-Non è importante- rispose secca Narcissa, prima di portarsi nuovamente la tazza alla bocca.
-Si Astoria non è affatto importante, - disse Daphne -l’importante è che Draco capisca chi è la donna giusta per lui-concluse la bionda avendo il consenso di Narcissa.
Astoria spalancò la bocca incredula, non poteva crederci quelle due avevano perso la ragione, Draco Malfoy non avrebbe mai lasciato sua moglie. Solo loro non si erano accorte quanto il biondo amasse la Granger. Solo loro due erano ancora convinte di liberarsi dell’ex Grifondoro, la madre dei suoi figli, la donna che amava da ben diciotto anni, la donna per cui aveva rinunciato a tutto, infatti, fu un caso che suo padre non lo diseredò dopo che seppe della Granger ricordò Astoria.
Pazze, ecco cosa erano, considerò Astoria osservando ancora le due donne che aveva di fronte: Narcissa era pazza, una vera strega cattiva tramava alle spalle del suo unico figlio una cosa inaudita e sua sorella un’invasata, con l’ossessione per un uomo che non l’aveva mai amata e tanto meno desiderata.
-si è fatto tardi- disse Narcissa osservando l’orologio alla parete, riscuotendo così Astoria dai mille pensieri.
-Daphne cara- aggiunse – ti aspetterò domani mattina per il brunch, Draco sarà sorpreso nel vederti alla villa, ma non ti preoccupare quello sarà un modo soft per incominciare a frequentarlo-disse la donna e Daphne annuì compiaciuta dall’idea.
-come i vecchi tempi- affermò infine, facendo brillare gli occhi di Lady Narcissa.
-No cara non saranno più vecchi tempi ma ora ritorneranno ad essere la consuetudine- ribadì la donna sollevandosi con grazia e congedandosi poco dopo dalle due giovani ragazze.

martedì 17 gennaio 2012

Quella strega di mia suocera-9-


9. Sei l’unica per me.

Era uscito dal San Mungo senza una reale destinazione, l’aveva cercata tutta la mattina utilizzando quell’aggeggio infernale che anni prima lei stessa gli aveva regalato.
Ricordò anche le sue parole:- Qui mi troverai sempre, se ti servo con urgenza e non sono in casa-le aveva detto, invece, il suo cellulare era spento da ore. Da ore non aveva notizie di sua moglie.
Quella mattina tutto il suo mondo era crollato.
La sua famiglia si era sgretolata e lui era l’unico colpevole, lui che non era riuscito a isolarsi dall’invadenza della sua famiglia, lui che non era riuscito a difendere sua moglie dalle cattiverie che sua madre Narcissa, le riservava ogni qualvolta si vedevano.
Lui che non aveva protetto i suoi figli dai pregiudizi e le malelingue che giravano da sempre attorno al casato dei Malfoy. Solo lui era il colpevole di quello sfascio, per anni non si era preoccupato, infischiandosene, di quello che si vociferava sul suo conto.
Sapeva o almeno credeva, che sua moglie sapesse quanto la amasse, rispettasse e che mai per nessuna ragione al mondo avrebbe messo in pericolo la loro unione. Invece, tutto quello in cui credeva era crollato come un castello di carte.
Era crollato lasciandolo senza niente tra le mani, né l’amore di sua moglie che si era allontanata dalla loro casa né i suoi figli che lo guardavano con astio ritenendolo l’unico responsabile delle loro pene e dell’abbandono della loro mamma.
Si incamminò senza meta per le strade della Londra babbana, sapeva che la sua Hermione lo faceva spesso quando si sentiva triste, sapeva che lei amava…
-Un’momento-, si disse fermandosi di botto in mezzo al marciapiede rischiando di andare a sbattere contro gli altri passanti che giungevano nella direzione opposta.
Lei va sempre al parco quando è triste, pensò tra se sorridendo felice, facendo arrossire la vecchia che ora si trovava di fronte a lui.
Si girò velocemente aumentando l’andatura, per arrivare al parco non ci voleva poi molto tempo, era a soli due isolati dal centro di Londra in cui si trovava l’ospedale dei maghi.
Accelerò il passo, svoltando l’angolo, il respiro si faceva affannoso ma non se ne curò in lontananza vide il grande cancello in ferro che delimitava il grande parco di Londra.
Lì, Draco Malfoy sperava di trovare la sua donna, il suo unico grande amore. Ora dopo diciassette anni doveva raccontarle la verità tutta la verità, tra loro non ci sarebbero più state bugie, non poteva permettersi di perderla.
Senza Hermione lui non valeva niente, senza la sua Herm lui non era nulla.
Superò il cancello di ferro e si guardò attorno, voltandosi prima a destra poi a sinistra, indeciso su quale strada prendere, infine, decise di “tagliare la testa al toro” e inoltrarsi nella parte centrale del parco.
Si incamminò senza mai abbassare il capo, guardando ogni centimetro di quell’immenso parco;
Attorno a se coppiette felici passeggiavano mano nella mano baciandosi di tanto in tanto, alcuni seduti chi nelle panchine chi sul parto osservavano i loro figli giocare con la palla o con gli aquiloni. Nella sua escursione nel parco incontrò alcuni uomini travestiti da Babbo Natale e in fondo, vicino al piccolo chiostro, una piccola folla assisteva a uno spettacolo di marionette.
Oramai erano ore che vagava dentro quell’immenso parco senza alcuna meta precisa, fino a quando non scosse una figura che avrebbe riconosciuto tra mille, seduta su una vecchia panchina in legno di fronte al piccolo laghetto.
Respirò sonoramente e si diresse verso di lei sperando di non farla scappare, era quasi arrivato vicino alla panchina quando si destò un attimo per osservarla meglio.
Era sola, con lo sguardo perso nel vuoto e da come le sue spalle si stavano muovendosi stava anche piacendo. Si sentì morire Draco, lui era la causa di tutta quella sofferenza. Lui, l’aveva fatta soffrire, lui non la meritava aveva ragione Weasley.
Aveva ragione quel deficiente, lui l’avrebbe fatta soffrire, lui non era degno di starle affianco, lui non avrebbe nemmeno dovuto sfiorarla una donna cosi pura.
Chiuse gli occhi respirando affondo cercando di scacciare dalla mente quei pensieri e si incamminò verso la panchina, il suo arrivo fu annunciato dallo scrocchiare delle foglie secche che fecero girare Hermione.
Lo guardò stranita, asciugandosi in fretta le lacrime cercando di mostrarsi imperturbabile.
Draco non disse niente si sedette al fianco di sua moglie e si mise anche lui a guardare lo spettacolo che gli si mostrava dinanzi.
Passarono alcuni minuti, in cui non dissero niente, si sentiva solo il vento freddo che spezzava il fiato e lo starnazzare delle oche.
-Sono perso senza di te- così Draco decise di rompere il silenzio, facendo palpitare il cuore di Hermione.
-Non avevo capito la tua sofferenza, non mi ero accorto che il nostro amore era sotto esame. Non sapevo che tu avevi dei dubbi su di noi, sul nostro matrimonio-.
-Draco, io…-
-No ti prego Hermione fammi parlare- chiese, quasi implorando sua moglie, che scosse il capo e lasciò continuare il discorso al biondo.
-so che sono io il responsabile di tutto questo- disse con una smorfia sul viso.
-I nostri figli, mi hanno illuminato su tutto quello che si vocifera intorno alla nostra famiglia- Hermione, si irrigidì sentendo quelle parole.
-che hanno detto i ragazzi –chiese allarmata.
-spero che non sappiano…-
-oh certo che sanno, mia madre non si è privata di annunciare la lieta novella ai quattro venti- Hermione sbuffo emettendo un suono più simile a una risata che a uno sbuffo.
-Eltamin ha dato di matto e dopo avermi giustamente attaccato e disprezzato se né andata via-
Hermione si girò di scatto, spaventata.
-è dai Potter, credo che ti aspetti li- disse Draco guardando di sfuggita Hermione sperando di non perdere la concentrazione così si rigirò subito e riprese a parlare. -Ha detto che non metterà mai più piede in casa finche mia madre non se ne sarà andata ed io con lei immagino- disse cercando di sorridere, ma quello che uscì mostro alla donna che gli stava, affianco solo tanta sofferenza. Anche lui stava soffrendo.- Io merito il suo disprezzo, merito il vostro disprezzo perché non sono riuscito a dimostrarvi in tutti questi anni l’amore che provo per voi-.
Hermione era sconvolta la sua bambina stava dalla sua parte, suo marito si stava mettendo a nudo.
-Sai cosa più mi ha fatto male, -riprese ancora Draco - …oltre vederti andar via a causa della mia codardia poiché mai ti ho difesa dalle ingiurie che mia madre ti lanciava-.
Draco non aspettò la replica di Hermione e continuò a parlare, ormai era un fiume in piena.
-Quello che più mi ha fatto soffrire è stato sentire il maggiore dei miei figli, dire che è nato da uno sbaglio-.
A Hermione mancò l’aria sentendo Draco affrontare quell’argomento, la sua più grande paura, il suo più grande dolore.
-Uno sbaglio capisci. Per tutti lui è nato per errore- Hermione era pallida non voleva sentire non voleva violentare ancora la sua anima con quel fatto.
-lo pensi anche tu, vero Hermione?-chiese Draco interpellando così sua moglie che non riusciva dire niente.
-pensi che…-
-Scorpius non è stato uno sbaglio – disse infine lei. – ancora non so cosa è successo, forse abbiamo sbagliato a fare-.
-oh si abbiamo sbagliato- ripeté Draco – in effetti, io non l’ho proprio recitato l’incantesimo contracettivo-
Hermione si alzò in piedi come scottata da quelle parole.
-Che stai farneticando?- disse guardandolo ora dritto negli occhi.
-la verità Hermione, la pura verità. Per un mese prima dei MAGO, ho evitato di recitare l’incantesimo contracettivo. Avevo deciso che non potevo, non volevo rinunciare a te- Hermione spalancò la bocca allibita.
-così in quell’ultimo mese prima degli esami finali, ogni volta che ti addormentavi tra le mie braccia, evitavo di pronunciare la formula con la speranza che rimanessi incinta-
-stai delirando- disse Hermione, non poteva essere vero… non poteva.
-te l’ho detto Hermione, sto raccontandoti la verità. È colpa mia se sei rimasta intrappolata in un matrimonio che non volevi con un uomo che non merita nemmeno di allacciare le stringhe delle tue scarpe.
Sono stato un codardo, avrei dovuto dirti che non volevo perderti, che ti desideravo, che per me quello che era nato come gioco si era trasformato fin da subito in amore. Invece codardo come sono, abituato a tramare e strisciare, non ho detto nulla ed ho architettato tutto questo alle tue spalle, mettendoti di fronte al fatto compiuto-.
A Hermione si era seccata la gola, lo fissava incredula. Quello che Draco stava dicendo era assurdo, lui la voleva, la desiderava a tal punto. Era impossibile, stava mentendo, non poteva essere vero, non poteva amarla.
-Così-, continuò Draco, - mi sono liberato dal matrimonio combinato anni prima dai miei con Daphne e ti ho convinto a sposarmi. Avevo raggiunto il mio scopo finalmente stavo con te, l’unica donna che sempre amato-concluse il biondo.
-Mi hai mentito per diciassette anni?-ripeté atona Hermione sconvolta da quella rivelazione. - hai omesso questa verità-. -Mi hai fatto credere, l’hai fatto credere a tutti che fossi una arrivista-.
-io non ho fatto credere niente a nessuno, ho dimostrato nel tempo di amarti e rispettarti- Hermione a quell’affermazione storse la bocca.
-non credi alle mie parole, pensi che ti tradisca o che ti abbia tradito. Ti sbagli sai, ho sempre e solo amato te e mai avrei distrutto quello che c’era, che c’è tra di noi. Pare che nemmeno comportandomi come il marito perfetto sono riuscito a preservare la mia famiglia, tu mi hai lasciato e i miei figli mi disprezzano. La mia vita perfetta in un solo giorno si è trasformata in un incubo-.
-Hermione lo guardò un attimo, vederlo in quello stato le faceva male eppure non riusciva a capacitarsi del fatto che per anni lui le aveva tenuto nascosta la verità, che per anni le aveva omesso una cosa così importante un fatto che per anni l’aveva fatta soffrire.
-Hermione, ti prego non lasciarmi- chiese Draco.
La donna lo guardò ancora perdendosi negli occhi grigi che tanto amava, le parole le morirono in bocca. Avrebbe voluto lanciarsi su di lui abbracciarlo, confortarlo dirgli che mai avrebbe smesso di amarlo ma non uscì niente dalla sua bocca. Zitta lo guardava mentre si contorceva nel dolore fino a quando non disse l’ennesima frase che avrebbe portato ancora altra sofferenza.
-Ho bisogno, di riflettere. Ho bisogno di pensare e lo devo fare lontana da te-.
Draco abbassò lo sguardo sconfitto, mai l’aveva visto in quello stato mai avrebbe voluto vederlo così.
-è meglio se vado via-, disse infine la Granger osservandolo ancora prima di girarsi e incamminarsi lungo il sentiero.
-Hermione- disse l’uomo facendola girare. –dovresti parlare con Eltamin è da Ginny e Harry-disse Draco.
- Io- aggiunse Draco – parlerò con i ragazzi-. La donna annuì e si rigirò incamminandosi lungo il sentiero, scomparendo poi oltre gli alberi del grande parco di Londra, lasciando un biondo a leccarsi le ferite che difficilmente si sarebbero rimarginate.