sabato 28 gennaio 2012

La Regina di Ghiaccio.3


3.Quello che dicono su di noi.


Il primo anno di Eltamin al castello di Hogwarts era volato via ed anche il secondo volgeva quasi a termine.
 La bionda, come ogni sera, si trovava nell’amata biblioteca al cospetto di tomi vecchi e polverosi; studiare in quel periodo era l’unica cosa che le interessava, l’unica che la faceva stare bene.
Anche il quidditch con il tempo aveva perso interesse, non che ne avesse mai avuto, ma da quando era entrata in squadra per scommessa e orgoglio non era più riuscita a liberarsi da quell’ingombrante impegno, visto i buoni risultati ottenuti. Quell’anno, il secondo a Hogwarts, anche Lily era riuscita ad entrare nella squadra di Serpeverde ricoprendo il ruolo di cacciatrice e le fu ancora più complicato dileguarsi da quell’impegno, in più lo sapeva bene, lui, avrebbe trovato il modo di irriderla per quello facendole saltare i nervi.
E non poteva permettersi altri litigi con James davanti a tutta la scuola, non poteva permettere che lui si accorgesse di quello che riusciva a scaturire; se avesse compreso l’importanza che un suo gesto le provocava per Eltamin, sarebbe stata la fine.
Così si rinchiudeva tra quelle vecchie mura che anni addietro accoglievano sua madre e solo così, si sentiva bene e tranquilla.
Non aveva bisogno di fingere tra i suoi adorati libri a loro non sarebbe importato che lei fosse una “regina di ghiaccio” come l’aveva sopranominata lui, rinfacciandole il suo modo di porsi per non essere scalfita dalle parole cattive che tutti le dicevano dietro. Odiosa saputella, così la sbeffeggiava con i suoi compagni di casa. L’aveva sentito per caso una sera mentre si avviava da sola per il castello alla ricerca di Lily e al solo ricordo, si gelò il sangue.
La prendeva in giro senza alcun motivo, lui, che più di tutti quei ragazzi la conosceva visto l’amicizia tra i loro genitori si beffava di lei senza alcun motivo poiché, aveva deciso di non rispondere più alle sue battute.
 Apatica e insensibile, invece, erano gli aggettivi che gli alunni del castello utilizzavano per descriverla, nessuno però osava dirgli quelle parole di fronte, la sua bacchetta e la sua abilità in incantesimi erano temibili quanto quelle di sua madre alla sua età.
Quello era uno dei motivi per cui in quei primi due anni non aveva nemmeno un’amica all’infuori di Lily che però aveva instaurato altre amicizie. Solo lei si era isolata, amava la calma e il silenzio e la biblioteca era diventata la sua seconda casa.
Ai libri non interessava niente; né che lei fosse una perfida Serpeverde come le aveva urlato Kelly Probisher dopo una lezione di difese, né che fosse una falsa bugiarda come le aveva urlato James dopo essere stato punito per aver organizzato una festa nei dormitori dei grifondoro, invitando tutta scuola tranne lei si era vendicandosi così per il nomignolo che le aveva appiccicato sopra.
 Ai suoi amati libri non interessava niente. Niente. A loro interessava solo essere sfogliati, letti e studiati, nulla più.
Girò con infinita calma il foglio del tomo che stava leggendo mentre qualcuno entrò nella biblioteca facendo troppo rumore, cosa che le diede sommessamente fastidio, ma non si girò aspettando l’intervento della vecchia bibliotecaria che non si lascio attendere.
Dopo poco, chiuse il tomo accarezzando la copertina di pelle di Drago, decidendo infine di andare a cena e con infinita grazia si sollevò dalla sedia riportando i libri negli scaffali. Scivolò lentamente oltre il muro e depositò i libri nello scaffale più lontano avviandosi lentamente verso l’uscita fino a che non udì per caso il discorso tra le due ragazze, corvonero dai colori blu e bronzo della loro divisa, che da poco erano entrate in Biblioteca.
-Pensi che ce l’abbia un cuore?-chiese una ragazza dai capelli neri che aveva già visto ma di cui non ricordava il nome
-Mah! Ne dubito- rispose quella di spalle, una biondina dalla voce squillante e alquanto fastidiosa.
-Scorpius ce l’ha, però- riprese la mora mordendosi le labbra subito dopo aver pronunciato il nome di suo fratello.
-oddio, Julien, ancora con Malfoy-la riprese la bionda.
-Non ci posso far niente. lo amo- Eltamin scosse il capo, trovando ridicola quella ragazzina. Innamorarsi di Scorpius Malfoy era da vere cretine lui voleva solo Lily, anche se ai più la cosa poteva risultare strana visto quanto battibeccavano.
-In quella famiglia- riprese la bionda, attirando nuovamente l’attenzione della Malfoy nascosta, tra gli scaffali – nessuno ama, lui dopo di te è stato con quante: sei o sette ragazze?- disse quella bionda contando sulla mano il numero delle ragazze che suo fratello aveva frequentato nell’ultimo mese.
-beh che centra?- la riprese l’altra irritata dalla costatazione, per altro giustissima, dell’amica.
-centra! La sorella è un pezzo di ghiaccio, non ha sentimenti ed è cattiva- Eltamin socchiuse gli occhi cercando di non pensare a quegli aggettivi sulla sua persona.- Lui gioca con i sentimenti delle ragazze- aggiunse.- Non ci si poteva aspettare altrimenti dai figli di un Mangiamorte- Eltamin spalancò gli occhi. Come osava quella cretina mancare di rispetto a suo padre fece un passo ma si bloccò appena sentì le altre parole...
-beh la madre è un’eroina- le rispose Julien, la mora Corvonero.
-Bella quella, si è fatta mettere incinta per farsi sposare se no, sarebbe come la figlia; Gelida- Eltamin impallidì.
 -Si dice- disse la biondina abbassando la voce ma abbastanza udibile anche dal nascondiglio dove si trovava Eltamin . – che il matrimonio dei Malfoy sia una copertura, lui, il padre di Scorpius intendo. Tradisce sua moglie- la testa di Eltamin si svuotò completamente lasciando spazio solo a quelle parole che aprirono una ferita nel cuore della Serpeverde.
-davvero!- disse meravigliata la mora.
-si, si lo sanno tutti-sentenziò la bionda Corvonero.
Eltamin, ancora nascosta tra gli scafali ricolmi di libri, respirava a fatica e le gambe quasi non la reggevano.
Il suo cuore, si era come fermato; Tutto, potevano dire tutto: che era una stronza, che era odiosa ma non quelle cose sulla sua famiglia, su suo padre…
Sua madre poi, paragonare sua madre a lei.
Come osavano.
-tutto bene- chiese la bibliotecaria alle sue spalle.
Eltamin non riuscì a dire nulla le scaraventò il libro tra le braccia e si dileguò oltre la porta.
Sarebbe voluta scomparire, volare via lontano da quel castello, da quelle malelingue ma non poté far altro che rimettersi la maschera d’indifferenza e recarsi a cena in sala grande prima però pianse nascosta dentro uno stanzino delle scope, nessuno lì l’avrebbe mai trovata.

La Regina di Ghiaccio.2


3 Fredda Serpeverde fuori Orgogliosa Grifondoro dentro.



La locomotiva che per la prima volta l’avrebbe portata a Hogwarts era ferma davanti al binario 9 e ¾ , intorno a lei mille persone o forse più chiacchieravano allegramente. Le mamme facevano le ultime raccomandazioni ai figli che tra poco meno di dieci minuti sarebbero partiti per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts mentre i ragazzi più grandi ridevano e scherzavano con i compagni di casa rincontrati dopo i mesi di vacanza.
Eltamin vestita con una carinissima gonna a pieghe che le arrivava al ginocchio e una camicia verde pallido, stava in disparte rispetto al chiassoso gruppo di teste rosse che aveva inghiottito anche i suoi genitori e i suoi fratelli e con la sua fedele gatta Morgana aspettavano di salire sulla locomotiva.
-un galeone per i tuoi pensieri- disse suo padre alle sue spalle.
La ragazza accennò ad un sorriso che le increspò impercettibilmente le labbra. Sì riprese subito e senza farsi scoprire, guardò con la coda dell’occhio che lui non avesse notato niente. Non si meravigliò per niente di vederlo girato di spalle scherzare con alcuni ragazzi grifondoro, la sua casa, e suo fratello Scorpius l’unico Corvonero del gruppo.
-alcun pensiero padre- rispose infine senza lasciar intravedere la ben che minima emozione indossando la maschera che anni prima si era costruita per non lasciar vedere a nessuno, tranne a Lily, chi fosse la vera Eltamin Cassandra Malfoy.
-davvero!- ribadì meravigliato Draco Malfoy – io ero agitatissimo la prima volta che venni alla stazione di King's Cross –ammise suo padre perdendosi nei ricordi.
-dovrei essere agitata secondo te?- chiese girandosi un attimo per incontrare gli occhi grigi del padre che le accarezzò i capelli in un gesto d’affetto, uno dei pochi che concedeva.
-No piccola, non c’è niente che una streghetta come te non possa superare-ammise il biondo.
-Ti manderò un gufo non appena sarò smistata-, disse osservando ora i primi ragazzi che salivano sulla locomotiva,
- Credo-disse girandosi ora completamente verso il padre tenendo stratta la gabbia della sua gatta– che continuerò la tradizione di famiglia-.
 Draco ghignò soddisfatto, tutti sapevano benissimo che la bionda e fredda Eltamin sarebbe stata una perfetta Serpeverde e quella sera il vecchio capello non fece che confermare le loro supposizioni.
***
A passo lento e cadenzale si avviavano alla prima lezione della mattina, entrambe erano state smistate a Serpeverde e con molto piacere scoprirono di essere le uniche due ragazze che quell’anno erano state smistate nella grande casa di Salazar, usufruendo così di una camera solo per loro.
-Ehi- disse un biondo correndo nella loro direzione, -come va’? Non vi ho visto a collazione-chiese.
-siamo scese alle sette per fare colazione- rispose Eltamin senza nemmeno girarsi verso il fratello che scuoteva il capo disapprovando il modo che Eltamin aveva di porsi sia con lui sia con le altre persone.
-avete fatto amicizia?- chiese insistentemente Scorpius ricevendo lo sguardo perplesso di Lily e quello sferzante di Eltamin.
-siamo qui per studiare Scorpius, non per intrattenere relazioni di alcun tipo- rispose tra i denti ma ben udibile a chi in quel momento passava nel lungo corridoio diretto alle aule d’incantesimi e trasfigurazione.
-Malfoy- la sua voce arrivò limpida e fu per Eltamin una secchiata d’acqua – Speravo fossi venuta qua anche per deliziare la casa di Serpeverde delle tue grandi doti come giocatrice di Quidditch –Eltamin si voltò di scatto guardandolo dritta negli occhi.
- James Sirius Potter- disse con astio- quello che faccio o non faccio in questa scuola non sono problemi tuoi- rispose con animosità.
James sogghignò divertito alzando le sopracciglia mentre un sorriso sghembo gli si dipinse sul viso.
-Hai paura di volare Eltamin?- domandò irridendola.
 Intorno a loro tutti rimasero in silenzio, alcune ragazzine più grandi con la divisa Grifondoro sghignazzavano, facendo innervosire la giovane Serpeverde.
-Io non ho paura di niente e di nessuno Stupido Grifondoro-le disse con odio stringendo tra le mani la sua nuova bacchetta.
-Allora-, riprese James – attendo con ansia di vederti su un manico di scopa nella prossima partita contro di noi-.
Eltamin assottigliò lo sguardo.
-Contaci- sibilò; dopodiché si rigirò velocemente e scomparve seguita da Lily e dallo sguardo preoccupato di suo fratello Scorpius che lontano da sguardi indiscreti riprendeva il suo miglior amico ma questo Eltamin non lo seppe .
***
Eltamin riprese la sua naturale camminata lenta, mentre dentro di sé mille dubbi e paure le mutilavano l’anima.
Aveva esagerato, si era fatta fregare come una principiante, un ingenua. Lei,  che non era mai stata un’ingenua.
Quando attorno alle ragazze non vi fu più alcuno studente Eltamin, si accostò con la schiena al freddo muro riprendendo a respirare.
-Non vorrai andare a fare le selezioni spero- le disse la sua migliore amica agitata quanto lei, che però era stata zitta per tutto quel tempo.
-certo che vado alle selezioni-le rispose senza nemmeno guardarla, timorosa del fatto che potesse scorgere la paura nei suoi occhi.
-Non hai alcuna possibilità, tu hai…- cercò di dirle Lily
-Sta zitta- le urlò Eltamin – io non ho paura, devo solo provare e poi sarò presa in squadra.-.
-No che non devi provare Eltamin. Hai paura dell’altezza non avresti dovuto dargli corda. Lui ci gode a farti innervosire-
-non potevo tirarmi indietro- ammise sconsolata, per la prima volta non si sentiva in grado di fare qualcosa, per la prima volta avrebbe fallito.
-certo che potevi, James non è nessuno l’ha fatto solo per mettersi in mostra-riprese Lily.
-per rendermi ridicola già al primo giorno- ammise Eltamin mentre gli occhi presero a bruciarle, ma riuscì a mandar giù le lacrime. Orgogliosa.
-Eltamin promettimi che non farai la guerra a James-.
-Hai paura che faccia del male a quello stupido di tuo fratello- le rispose la bionda Malfoy.
-No! Ho paura che quella che soffrirà tra i due sia tu Eltamin-
-Io- rise – non preoccuparti Lily non c’è niente che mi faccia soffrire-.
Rispose scostandosi dal muro e riprendendo a camminare verso l’aula di trasfigurazione per la prima lezione dell’anno.
Eltamin riuscì con la caparbietà che contraddistingue tutti i figli di Hermione Granger a diventare la nuova cercatrice dei Serpeverde ed impresa non da poco a sconfiggere quel presuntuoso di James Potter. La coppa delle case però, quel primo anno, fu sollevata dai Corvonero e da Scorpius, suo fratello che divenne il ragazzo più ammirato della scuola come lei quella più antipatica.

Il mio sbaglio più grande


-Il mio sbaglio più grande-

La neve avvolgeva il Castello e il freddo era talmente pungente che penetrava nelle ossa, rendendo Scorpius ancora più inquieto.
Odiava il freddo ma quello che odiava di più era sentirsi impotente di fronte agli eventi.
Era scappata via non appena aveva udito la sua voce; Da giorni non si parlavano, non sollevava nemmeno lo sguardo in direzione della tavolata dei Serpeverde. Aveva cercato, fallendo, di sapere il perché di quell’atteggiamento.
 Albus, il suo migliore amico nonché fratello di Lily, non aveva saputo rispondergli, lui, che solitamente sapeva vita, morte e miracoli su tutto quello che accadeva tra quelle vecchie mura non sapeva il perché sua sorella, da sempre parte fondamentale del gruppo, si era completamente staccata da loro, da lui.
Non si era certo abbattuto Scorpius, era riuscito ad avvicinare la corvonero so tutto, nota ai più con il nome di Rose Weasley e anche lei era stata vaga sul perché Lily lì ignorava, lo ignorava.
-Scorpius amore- una voce squillante lo destò dai suoi pensieri, il suo sbaglio più grande era arrivato.
-che vuoi Lydia- rispose con astio il giovane Serpeverde.
-Io volevo sapere se ti vanno un po’ di coccole-, chiese la giovane Serpeverde dai lunghi capelli neri come quelli di sua madre avvicinandosi a lui con passo leggero, sensuale.
-No- rispose secco, - ora vai, voglio stare solo-.
Il suo tono non ammetteva repliche ma quella ragazza, uno sbaglio dovuto al troppo alcol che circolava nelle feste dei Serpeverde, non capì insistendo.
-Ma io- replicò con voce suadente accarezzando delicatamente la schiena del giovane Malfoy coperta dalla sola camicia della divisa. Quel gesto per niente casto avrebbe fatto eccitare chiunque tranne lui, che da alcuni giorni non aveva altro per la testa che Lily Luna Potter, la sua più cara amica o forse qualcosa di più.
-Vai via, Ho detto!- urlò Scorpius frustrato dalla situazione.
La ragazza dopo l’ennesimo rifiuto scomparve mentre il biondo con infinita rabbia scaraventò la prima cosa che si trovò tra le mani, il tomo di incantesimi avanzati anno5°, contro il muro della sua stanza che produsse un tonfo assurdo.
Lo sbaglio di una sera, il bacio a Lydia davanti a tutti gli studenti del castello l’aveva allontanato, forse per sempre, dall’unica ragazza che lo completava, dall’unica ragazza che lo capiva, dall’unica ragazza che in lui vedeva Scorpius non il figlio odioso e puntiglioso dell’ex Mangiamorte Draco Malfoy.
Lo sbaglio di una sera stava compromettendo la sua vita futura.

venerdì 27 gennaio 2012

-La panchina fredda di Hogsmeade-


-La panchina fredda di Hogsmeade-


Era seduta davanti alla fredda panchina di pietra che si trovava poco fuori dal villaggio magico di Hogsmeade, aveva deciso di recarsi in quel luogo solitario per pensare e non essere disturbata.
Sbagliando.
Non aveva detto a nessuno che quella mattina sarebbe uscita dal castello, né a suo fratello James, né a  sua cugina Rose. Nemmeno  Isabel, la sua migliore amica, era stata avvertita di quell’improvvisa uscita solitaria.
Sola. Aveva bisogno di stare sola.
Aveva bisogno di sfogarsi dopo aver saputo che Scorpius Malfoy si era fidanzato e non con lei, in fondo lo sapeva bene Lily per Scorpius, era solo un’amica con cui ridere e scherzare.
Per lui era solamente la sorellina buffa di Albus il suo miglior amico.
Lo doveva dimenticare! doveva dimenticarlo assolutamente.
Doveva, ma non riusciva a far altro che ricordare i suoi occhi grigi, i suoi finissimi capelli biondi, il suo sorriso, il suo inconfondibile profumo e una perla le scivolò dagli occhi bagnandole le gote.
Non si vergognò di questo, era sola in quel luogo nessuno l’avrebbe mai vista piangere.
-Lily! Tutto bene?-chiese una voce alle sue spalle, la sua voce.
Sì ghiaccio sentendola e rimase ferma sperando che non rispondendo andasse via, ma sapeva bene che era impossibile. Scorpius si sarebbe avvicinato come faceva sempre.
Così si alzò di colpo e senza degnarlo di un solo sguardo scappò via, lasciandolo immobile di fianco alla panchina di pietra fuori dal villaggio magico di Hogsmeade.

La Regina di Ghiaccio.1


1.La nascita di una regina…


Aveva appena indossato il suo vestitino nuovo, color verde smeraldo con fiocco argentato in vita, confezionato appositamente per lei da una famosissima magastilista di Diagon Alley.
Sua nonna Narcissa Black in Malfoy, elegante, bella e raffinata strega purosangue le mandò il pacco contenente il vestito la sera prima della festa del suo ottavo compleanno.
Infatti, come ogni anno i suoi nonni paterni non avrebbero partecipato alla festa, cosa che faceva soffrire i suoi genitori che ogni volta trovano una scusa plausibile per non far notare l’ingombrante assenza.
Eltamin, però, non aveva mai creduto agli improvvisi malanni con cui i suoi genitori giustificavano l’assenza dei nonni a lei e ai suoi fratelli. In realtà, sapeva molto bene quali erano le loro idee e sapeva altrettanto bene che mai nonna Narcissa da perfetta purosangue qual era si sarebbe mischiata a babbanofili traditori di sangue, Mezzosangue, Grifondoro e tantomeno l’avrebbe fatto nonno Lucius, che considerava il matrimonio dei suoi genitori, un affronto al suo antico casato.
La cosa alla piccola Eltamin non toccava, in fondo, riceveva sempre un regalo dai nonni ed era senza dubbio alcuno la preferita tra i nipoti grazie alla somiglianza con nonna Narcissa.
 Solo a lei era concessa una festa aggiuntiva al grande manor di famiglia, dove sarebbe stata festeggiata da un folto gruppo di streghe e maghi appartenenti alle più grandi famiglie purosangue, vi sarebbero state anche le nipoti delle amiche di sua nonna e benché fossero stupide e noiose, facevano parte dell’élite del mondo magico e in un futuro le sarebbero servite, cosi dicevano i nonni.
-Eltamin- urlò sua madre – gli ospiti stanno per arrivare-concluse. Così la piccola Eltamin Malfoy dopo aver dato l’ennesimo colpo di spazzola ai suoi capelli color del grano diede una rapida occhiata al suo bel vestito, indossò le scarpe color argento e scese.
Ad attenderla c’erano più di venti bambini che suppergiù avevano la sua età; il più grande era Teddy, suo cugino con cui non aveva molta affinità al contrario di Scorpius che lo trovava un vero spasso soprattutto quando cambiava il colore dei capelli.
 C’erano i Weasley chiassosi e numerosissimi, infatti, benché suo padre li detestasse, erano sempre invitati poiché sua madre li considerava come fratelli; quindi c’erano i figli di George quello che aveva il negozio di scherzi, le figlie di Fleur e Bill che rimanevano sempre con i grandi snobbando i più piccoli ed infine c’erano i potter, i migliori amici di sua madre Hermione con i figli James, Lily e Albus.
Anche Eltamin come sua madre aveva un rapporto speciale con i Potter; Lilian Luna, per tutti, Lily era la sua migliore amica.
Entrambe amavano leggere e suonare, amavano gli animali e il silenzio ma quello che le univa erano i loro difetti; sia Eltamin sia Lily amavano primeggiare, emergere ed eccellere in tutto, inoltre erano anche molto vanitose e vendicative soprattutto se venivano sbeffeggiate.
 Erano sempre una la spalla dell’altra fin da quando erano piccolissime, avevano costruito il loro rapporto d’amicizia basandosi solo su loro due, isolando il resto della famiglia. Le due non avevano bisogno di parlare si capivano al primo sguardo, i silenzi di Eltamin erano chiari solo per Lily e solo Lily custodiva i suoi segreti per di più era l’unica cui la piccola Malfoy dimostrava apertamente affetto, abbracciandola in pubblico.
-Eltamin- disse Lily correndole incontro ed abbracciandola di slancio –auguri- disse la piccola Lily Potter porgendole  il suo dono.
 Eltamin sorrise non appena si ritrovò tra le mani la gabbia con dentro un piccolo gomitolo nero, un piccolo gattino, un dono che Eltamin gradì molto.
-Grazie- disse regalando alla sua amica un sincero sorriso uno dei pochi che Eltamin donava.
-Su bambini!- le esortò sua madre, interrompendo quelle effusioni,
- andate fuori a giocare- disse, invitando i bambini ad uscire nel giardino esterno della casa.
Tutti accolsero l’invido della padrona di casa e benché sia Eltamin sia Lily non amavano giocare all’aria aperta soprattutto quando indossavano abiti e scarpe nuove vennero spinte dalle rispettive madri nel giardino.
Le bambine si avviarono così verso il gruppo formato dagli altri bambini.
-a cosa giocate- chiese Eltamin rivolgendosi all’unico tra quei bambini che aveva da sempre attirato la sua attenzione.
-A quidditch- rispose il più grande dei fratelli Potter, James, quello che per lei non aveva alcun riguardo e la prendeva apertamente in giro per i suoi modi.
-A quidditch!- lo canzonò l’impertinente biondina - Per giocare a quidditch, James, devi possedere una scopa e volare. Non basta un ramo di albero secco tra le gambe e correre da una parte all’alta per giocare a quidditch- lo riprese con fare saccente cosa che fece ridere la sua amica Lily e scuotere il capo a suo fratello Scorpius.
-sei limitata- rispose James – dovresti usare un po’ quel cervello – si può far finta di stare su una scopa lo sai Eltamin, ma tu sei noiosa –. Disse James voltandole le spalle e riprendendo a correre verso i cugini che ridevano divertiti.
-Io non sono noiosa- urlò esponendosi per la prima volta. Reagendo alle insinuazioni che quel ragazzino le rivolgeva. L’unico che riuscisse a farla innervosire a tal punto da compiere le cose più stupide, cose di cui poi si sarebbe pentita.
-ah no, allora dimostramelo- disse il ragazzino dai capelli castani che la guardava sfidandola. Eltamin non si lasciò pregare afferrò un ramo imitando, lo seguì cercando di corrergli dietro ma poi inciampo su una pietra e ruzzolò a terra sporcandosi il vestito.
-Sei un po’ impedita a Quidditch Malfoy- disse James ridendo.
-spero che quando finirai a Hogwarts la tua casa sarà Serpeverde, non vorrei perdere punti per la tua poca abilità- Eltamin si alzò furibonda e dalla rabbia accumulata, disintegrò il ramoscello che James aveva tra le mani, ferendolo.
-Eltamin- la riprese suo fratello – che hai fatto-.
Eltamin non disse nulla, mentre Lily le si avvicinò cercando di darle un po’ di sostegno nello stesso tempo  i grandi accorrevano spaventati dalle urla che James produceva.
-che è successo?- chiese Harry Potter, il padre di James.
-Eltamin non sa giocare – rispose una Weasley di cui Eltamin nemmeno ricordava il nome.
-Eltamin, spiegati- le intimò sua madre attirando l’attenzione di tutti su di se. Sapeva di aver sbagliato, ma lui l’aveva irrisa, beffeggiata, sfidata.
-ha fatto scoppiare il tronco che James aveva tra le mani-, disse Lily
-perché lui, l’ha presa in giro sperando che quando sarà a Hogwarts finisca a serpeverde per non far perdere punti alla sua casa-.
-James, quante volte ti ho detto che non devi ridurre tutto alla lotta tra Grifondoro e serpeverde-lo riprese suo padre mentre Hermione gli medicava la piccola escoriazione che l’esplosione del ramo aveva prodotto sulla mano del ragazzino.
James guardò suo padre, un attimo prima di esplodere:
-io non ci volevo nemmeno venire- rispose con rabbia, gelando con quella frase Eltamin che lo guardò negli occhi per la prima volta dopo quell’increscioso incidente.
-James- dissero in coro i genitori del ragazzo.
-visto che non volevi venire, puoi benissimo andartene- disse con astio la bionda bambina girandosi di scatto e lasciando tutti di stucco s’incamminò all’interno della villa fino alla sua stanza.
La festa del suo ottavo compleanno era stato un totale fiasco dal giorno, Eltamin Cassandra Malfoy aveva giurato a se stessa che mai e poi mai avrebbe esposto le sue emozioni, ma purtroppo molte volte nell’arco della sua adolescenza avrebbe mancato a quel patto e sempre a causa di James Potter.
***



Votatemi.

Salve ragazze, ieri  mi hanno invitato a partecipare ad un concorso di FF sul sito:
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Parcecipo con il nome della mia pagina FB: la fantasia tra le dita.
http://www.facebook.com/mikilily81
Ho scelto come storia: Un Viaggio tra i graffi dell'anima.


Votatemi...
sempre se vi va...
un bacio miki.

giovedì 26 gennaio 2012

IL TALISMANO DELLA LUCE.4-


4. Prove di convivenza.


(Immagine creata appositamente per me da ~ Emma (Graphic Page) . )

Rimasero imbambolati dinanzi a quella sottospecie di casupola con occhi sgranati e bocca spalancata per lo stupore; Increduli da quello che i loro occhi vedevano.
Quella non era certo la migliore delle baite in circolazione, infatti, era rivestita di legno marcio e le sue dimensioni erano notevolmente ridotte a quelle cui, Draco Malfoy, era abituato ad utilizzare per le vacanze invernali in Italia.
Forse, come la Tana dimora dei Weasley, stava in piedi grazie alla magia, pensò Hermione ma questo commento lo tenne per se, non voleva continuare a battibeccare con il biondo, né sentire i suoi deprecabili insulti sulla sua famiglia magica.
-è uno scherzo- disse Draco avanzando verso la casa di legno, dandole per la seconda volta una spallata ma questa volta Hermione rimase in piedi senza ruzzolare a terra.
-Stronzo-disse tra i denti ma lui non se ne curò avanzando verso la baita a passo svelto.
-Sembra un tugurio! Sembra… la casa del tuo amico mezzo Gigante- disse con ribrezzo Draco girandosi disgustato verso la riccia.
 Hermione nemmeno rispose, superandolo di slancio, aprendo poi la porta della piccola baita.
 La casupola che all’esterno sembrava pronta a cadere giù alla prima folata di vento si presentava al suo interno calda e accogliente, lasciando la riccia piacevolmente sorpresa.
Al centro della stanza vi era un piccolo tavolo rettangolare su cui era poggiato un vaso con un’orchidea simile a quella che alcune ore prima le solleticava il naso, attorno al tavolo si trovavano due sedie finemente intarsiate, in una era raffigurato un sole e nell’altra la luna. Su un lato della stanza vi era la stufa in ghisa mentre le pentole erano disposte sopra una piccola credenza interamente intarsiata a mano, raffigurante il sole che si congiunge alla luna.
Sempre in quel lato della stanza, all’angolo, vi era il piccolo caminetto dove un grosso ceppo ardeva riscaldando quella piccola baita.
Un rumore destò l’attenzione di Hermione che si girò di colpo brandendo la bacchetta tra le lunghe dita e quello che vide non le piacque per niente.
Draco Malfoy stava spaparanzato su un comodo letto a due piazze, l’unico letto della stanza, l’unico letto della baita.
-Che stai facendo?- disse avanzando di due passi notando il biondo, che con le braccia dietro la testa e i piedi sulla coperta azzurra del letto, la guardava divertito.
-mi riposo Granger-rispose divertito, osservando l’espressione furibonda della ragazza. Stava godendo nel farla arrabbiare, quella ragazza era uno spasso, pensò.  Almeno così avrebbe passato un po’ di tempo.
Farla impazzire era ora la cosa che più gli interessava.
Hermione livida in volto e ancora con la bacchetta tra le mani era in procinto di schiantarlo, ma lui con la sua proverbiale risata fredda la reguardì.
-No, no,- disse guardandola dritto negli occhi – la strega dice: “che non dobbiamo litigare” - proferì con tono cantilenante tanto simile a quello di un bambino che fa i dispetti, uguale a quello che alcuni anni prima aveva sentito da sua zia Bellatrix e al solo ricordo Hermione rabbrividì.
- Quindi, ora cerchi su i tuoi amati libri notizie sul talismano- disse indicando con il dito la libreria al lato del letto, che Hermione notò solo in quel momento, -e io … beh io, mi riposo- terminò il biondo sogghignando.
Hermione rimase ferma mentre con gli occhi guardava prima il biondo poi la libreria, come aveva fatto a non accorgersi dei suoi amati libri. Come!
 Rimase ancora alcuni secondi a guardare il biondo e alla fine decise di assecondare la sua voglia di sapere dirigendosi verso la libreria. Draco sogghignò e si girò dal lato in cui la Granger si trovava, osservando ogni mossa della riccia ex Grifondoro.
Come potesse una donna, nemmeno tanto brutta, interessarsi solamente ai libri e al lavoro Draco non lo capiva e osservandola attentamente pensò che quella ragazza benché fondamentalmente diversa da lui per varie questioni di “sangue”, in realtà, gli somigliasse e non poco. Come lui la Granger era dedita alla carriera, come lui non aveva una vita privata o almeno non un rapporto serio e come lui inseguiva il successo, viveva per il lavoro, anche se i loro fini, erano diversi; Draco lavorava per arricchire il suo ego e la sua voglia di grandezza , mentre il fine della mezzosangue era quello di guidare la giustizia verso l’onesta e l’imparzialità giungendo portando così in trionfo il bene.
 Era una Grifondoro cretina, cosa ci si poteva aspettare altro da quella donna.
-wow- urlò eccitata – questi sono libri magici - disse girandosi di scatto verso il biondo che la guardò schifato, unico sguardo che gli venne per non farsi sorprendere imbambolato ad osservarla.
-cosa credevi che fossero? libri babbani! -
Hermione sbuffò sonoramente scostando i riccioli dagli occhi, incastrandoli poi con rapido gesto della mano dietro l’orecchio lasciando così scoperto il lungo e bianco collo da cigno.
-No furetto- replicò con astio – Intendevo dire che sono antichissimi, credo…- disse osservando il grosso tomo che ora aveva tra le mani - più antichi di quelli che ci sono a Hogwarts-.
Draco rimase sorpreso da quelle parole e si avvicinò anche lui alla libreria strappandole il libro dalle mani con malagrazia,
-ahi- disse Hermione guardandolo male, ma il biondo non se ne curò intento com’era ad osservare il tomo.
-credo-, disse assottigliando lo sguardo e accarezzando con infinita delicatezza il libro, cosa che stupì non poco Hermione visto come poco prima si era comportato con lei, - che questo sia il libro più antico del mondo-enunciò con infinita calma Malfoy.
Hermione aprì la bocca meravigliata e eccitata dalla cosa;
Aveva tra le mani il libro della nascita della magia, l’antichissimo e introvabile libro magico, quel tomo era leggenda, il libro magico più antico.
-avevo letto che…-
-era andato perduto- terminò il biondo con tono secco;
 - Infatti,- disse Draco passandosi il libro tra le mani – questo libro è andato perduto visto la dimensione in cui ci troviamo-.
 Hermione guardò il biondo non aveva pensato a quella particolarità, erano in un mondo fuori da ogni legge erano dispersi nel niente – I miei avi-, aggiunse Draco,
- l’hanno cercato per decenni senza mai trovarlo è per questo motivo che in molti considerano questo libro una leggenda-.
-dovremmo cercare al suo interno notizie sul talismano- disse febbrile Hermione felice di poter immergersi nella lettura.
-bene eccoti accontentata Granger- rispose il biondo sbattendogli il libro con forza sul petto, mozzandole quasi il fiato.
-ma che modi- disse riprendendosi un attimo dopo.
-questi Granger sono i miei modi- rispose lui ributtandosi sul letto facendolo scricchiolare.
-stai attento!- Lo riprese Hermione – io lì sopra ci devo dormire-.
Draco la guardò un attimo prima di scoppiare in una fragorosa risata, tanto da tenersi lo stomaco da quanto rideva.
La Granger lo guardò stranita ancora con il tomo tra le mani.
-Granger- disse riprendendosi – questo è il mio letto- disse il biondo.
-Cosa?- e io dove dovrei dormire Malfoy- rispose con astio la riccia.
Lui assottigliò lo sguardo osservandola dall’alto in basso.
-Per quanto mi riguarda puoi dormire benissimo sia fuori sia sul pavimento. Anzi meglio fuori, così non inquini l’aria-Terminò il biondo.
 La rabbia s’impadronì di Hermione che con un “Accio bacchetta” richiamò la sua fedele compagna lanciando uno schiantesimo sul biondo.
Schiantesimo che non riuscì a sortire alcun effetto.
-bene-disse ridendo di gusto il biondo dopo che l’incantesimo si rivelò inconcludente- pare che la megera tenga alla mia persona o forse, Granger la tua abilità in incantesimi con il tempo, le rughe e la cellulite è andata scemando-.
-come osi,- ribadì Hermione lasciando cadere il tomo cercando di afferrare i capelli platinati del biondo ma lui, notevolmente più forte, le strinse con forza i polsi, trattenendola a una distanza ragionevole dai suoi crini dorati.
-Fanculo Malfoy- disse districandosi da quella stretta, dopo di che, la riccia raccolse il libro da terra ed a passo di marcia si sedette in una delle due sedie del tavolo.
 Immergendosi così nella lettura di quell’antico tomo.
Draco aveva vinto la prima schermaglia ma Hermione meditava vendetta, tra i due non sarebbe mai regnata la pace, ma si sbagliavano quelle schermaglie, quelle diversità che riscontravano erano solo la scorza dura di anni di odio, con il tempo e la convivenza forzata avrebbero forse imparato ad apprezzarsi…
Il tempo purtroppo non sarebbe mancato.


1000 passaggi...



IL TALISMANO DELLA LUCE.3


3.Una convivenza difficile.

Dopo che la strega Babajaga era scomparsa i due giovani maghi Inglesi, si erano come ammutoliti, ripercorrendo nel più assoluto silenzio le parole e le rivelazioni che quella megera aveva fatto loro. Era stato un brutto colpo sia per Draco sia per Hermione essere catapultati in quella realtà, fuori dal tempo e dallo spazio senza via d’uscita se non quella di ritrovare un talismano, di cui non sapevano in pratica niente, per poter cosi fare ritorno a casa. Quello che più innervosiva i due era la stretta collaborazione che dovevano attuare per rintracciare il suddetto talismano.
Una cosa inaudita se si pensava l’odio e il disprezzo che correva da ormai un decennio tra Draco Malfoy ed Hermione Granger. I due maghi, si detestavano dal primo giorno, dal primo sguardo, dal primo scambio verbale e nonostante la guerra fosse finita e il biondo scagionato da tutte le accuse, soprattutto grazie alla deposizione del miglior amico della riccia, tra loro non vi fu mai una stretta di mano né una parola di scuse.
Odio, disprezzo e disgusto questo provano l’una per l’altro e sapevano bene che quella collaborazione forzata avrebbe accentuato ancora di più quei sentimenti, ignorando ancora una volta le parole che Babajaga aveva detto loro.
-L’amore era la chiave, l’amore…- ma loro si odiavano e questo era l’unico sentimento che per ora li accumunava l’uno all’altra.
Hermione si ridestò all’improvviso stringendo la bacchetta tra le mani e dirigendosi, senza avvisare il biondo, verso il sentiero dal quale era arrivata, stando ben attenta ad ogni possibile indizio che la portasse alla scoperta del talismano. Indizio che non trovò, lo sapeva bene le missioni sono lunghe difficili e pericolose e lei non era una donna fortunata.
Nello stesso tempo Draco, era ancora assolto nei suoi innumerevoli pensieri: Nessuno mi sta cercando; Nessuno si ricorda di me…; Non sono mai esistito;
Il mio casato è senza erede;
Oddio! La linea di sangue, mio padre mi uccide.
Scosse il capo riprendendosi dal turbine di sensazioni che stava vivendo e si girò prima a sinistra poi a destra; Dove era finita la Mezzosangue?
Draco si girò poi verso il lago ed osservò con infinito disgusto l’ex Grifondoro sparire oltre gli alberi. Dopo aver sbuffato decise di raggiungerla, stare da solo non gli piaceva non conosceva quella radura e non sapeva quali pericoli poteva correre magari avrebbero incontrato delle belve affamate e sicuramente l’animale tra lui e la Granger avrebbe preferito la polpa della strega alle sue ossa, ma soprattutto pensò sogghignando tra se, che ora aveva l’opportunità di dare noia a quella impertinente “so tutto”.
 Sì, avrebbe preso quella missione in quello strano luogo come una vacanza e si sarebbe divertito un po’ come i vecchi tempi quando la mezzosangue zannuta era la vittima preferita delle sue angherie.
Infondo, non poteva fare altro quindi s’incamminò anche lui per il sentiero con la bacchetta sguainata tra le mani deciso a raggiungere quella dannata donna.
***
Hermione avanzava a piccoli pasi lungo il sentiero che solo pochi minuti prima aveva percorso. Tutti i sensi erano attivati, anche se, la sua mente correva febbrile verso la frase che quella strana strega aveva detto: -Salvare il mondo della magia-.
Ancora una volta il suo compito era salvare il mondo delle magia ma questa volta non aveva Harry e Ron al suo fianco ma quell’odioso furetto platinato, questa volta non combatteva contro le idee razziste di Voldemort ma contro gli uomini ombra di cui non sapeva niente, ma soprattutto non aveva alcun indizio. Sapeva solamente cosa stava cercando, in pratica era in un luogo senza tempo, da cui non poteva andar via se prima non trovava il talismano e la cosa che le mandava il sangue al cervello era che doveva fare tutto questo con l’aiuto di quell’incapace, viziato, prepotente, presuntuoso di Draco Malfoy.
Era una congiura…il mondo magico ce l’aveva con lei non vi era altra spiegazione.
-mezzosangue, ci siamo persi- disse con quella sua voce fredda e strascicata, che la fece infervorare.
-No- rispose guardandosi intorno ma purtroppo dovette ammettere che non si ricordava di essere passata da li poco prima…alberi solo alberi nessun altra cosa li circondava. Si erano persi ma non aveva nessuna intenzione di ammetterlo con Malfoy.
-Io penso…-la interruppe lui,
-Tu pensi, oh bene almeno qualcosa con gli anni l’hai acquisita- lo riprese Hermione.
Draco assottiglio lo sguardo e strinse la mascella irritato dalle parole della Granger.
-Sentimi bene Mezzosangue.  Non sono felice di trovarmi in questa situazione, non sono felice di stare fianco a fianco con una  schifosa… - disse con il viso schifato – mezzosangue come te- ma non posso farci niente devo trovare…-
-dobbiamo trovare Malfoy-lo reguardì lei con fare saccente.
-da solo non puoi fare niente-concluse mettendosi le mani nei fianchi sfidandolo cosa che a Draco non sfuggi
-io posso tutto-rispose con astio cercando di far capire alla riccia che non aveva alcun timore e reverenza nei suoi riguardi. Se ne fregava se lei era l’eroina del mondo magico, se con quello sfigato del suo amico avevano sconfitto Voldemort. Lui non si sarebbe abbassato ad essere un suo sottoposto, lui era superiore, lui era un Malfoy.
-oh si immagino… ma se hai paura della tua stessa ombra-lo canzonò la Granger mandandolo ancora di più su tutte le furie, come si permetteva quella nata babbana.
-non osare insinuare…-la riprese il biondo.
-Oso invece, furetto dei mie stivali- replicò Hermione stringendo con forza la bacchetta tra le lunghe dita.
-fottiti Granger- concluse Draco superandola di slancio dandole anche una leggera spallata che la fece finire a terra.
Hermione era furibonda, quel deficiente come si permetteva di trattarla in quel modo, erano anni che non si sentiva così. Era incazzata, non si poteva parlare con lui, non si poteva convivere era pressoché impossibile svolgere la missione con decelerato simile.
Si alzò velocemente da terra e si diresse a passo di marcia verso il punto in cui Draco era scomparso e si bloccò di colpo sbattendo sopra il biondo.
Avevano trovato la baita, che altro non era che una piccola casa in legno nascosta tra immensi alberi.

SPAZIO AUTRICE.
Aspetto che Emma di Emma-Graphic-Page crei l'immagine e poi la carico, spero che la storia vi piaccia.

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mercoledì 25 gennaio 2012

Io, Una parentesi Verde-Argento nella tua vita Grifondoro. cap-10-


10 La Ronda. (I parte)

Il buio avvolgeva la sinuosa figura che percorreva a passo svelto le scale che dalla torre Nord portavano al portone d’ingresso, un’ombra scura al sentire quei dei passi si nascose dietro un grande pilastro, celando così la sua presenza alla figura che avanzava furtiva. Questa si girò più volte, prima a sinistra e poi a destra ed infine uscì all’aria aperta incurante della temperatura decisamente bassa in quella prima notte di Settembre.
Una folata di vento spostò il cappuccio che fino a quel momento celava l’identità della nera figura.
Capelli rosso fuoco vibrarono nell’aria, rosso Weasley.
Ginevra Weasley si rimise in fretta il cappuccio coprendosi i rossi crini uscendo finalmente dal castello. Superò la casa di Hagrid dirigendosi verso i grandi alberi che avrebbero così celato la sua presenza a chiunque si fosse affacciandosi a quell’ora tarda della notte da una delle torri del magico castello.
A passo sostenuto arrivò dinanzi al lago nero, sedendosi sopra un tronco oramai secco e lì finalmente dopo essersi tolto il cappuccio, riprese a respirare.
L’aria penetrava nei polmoni, il freddo pungente le solleticava il naso e i pensieri fluivano vorticosi nella mente.
Ferma sul quel vecchio tronco morto, rimembrava l’ultimo anno della sua vita, ricordava ogni istante vissuto in quell’ultimo anno all’interno del castello di Hogwarts. Un brivido la percorse ricordando il sapore dei baci di Blaise misteriosi e sensuali diversi da quelli dolci e delicati di Harry.
Chiuse un attimo gli occhi ricordando quei lunghi momenti in cui si era lasciata ammaliare dalle spire di quell’abile serpente, soggiogare dalle sue parole dalle sue mani dal suo corpo sinuoso sul suo.
Scosse il capo per scacciare quella sensazione che le mozzava il fiato che la faceva sentire sporca, sbagliata, una traditrice.
Aveva tradito tutti, aveva tradito i suoi ideali, la sua famiglia, il suo uomo per non sentirsi sola. Era sporca, era…
-Weasley- una voce fredda, le face aprire gli occhi di scatto, sgranandoli.
Il successivo scricchiolare delle foglie e l’inconfondibile passo strascicato la informò su chi in quel momento stava alle sue spalle, così che nemmeno si girò.
-che vuoi Malfoy- disse con tono altrettanto freddo.
Il biondo si fermò di scatto tenendosi a una certa distanza dalla rossa che non accennava né ad alzarsi né a girarsi nella sua direzione, ignorandolo, cosa che lo mandò su tutte le furie.
-Domani- disse Draco incenerendo la schiena della rossa che ancora lo snobbava – farai la ronda con me- concluse.
Ginny sollevò un sopracciglio e si girò di scatto verso Malfoy annientandolo con il solo sguardo.
-perché mai dovrei mischiarmi con te- rispose.- poteri infettare la tua regale figura… o infettarmi io stessa- replicò canzonandolo irriverente e per niente intimorita dal mangiamorte redento. Scordandosi quanto lui potesse, in realtà, distruggere con una sola parola tutta la sua vita.
Draco la guardò storto assottigliando lo sguardo incurante della mano che la rossa aveva fatto scivolare sulla bacchetta.
-perché ti voglio a chilometri di distanza da Blaise, Piattola- disse acido sconvolgendola tanto che rimase come paralizzata sentendo quelle parole.
Draco non aspettò alcuna replica della Weasley si rigirò di scatto e con lo stesso passo silenzioso con cui era arrivato, se ne andò, lasciandola impalata di fronte al grande lago nero.
Lui ricordava tutto, ricorda ancora quello che aveva visto l’anno prima e sarebbe forse stato zitto, se no non si spiegava il motivo per cui la voleva a chilometri di distanza da Zabini.
Non avrebbe parlato, non avrebbe messo in difficoltà il suo amico e per la prima volta in vita sua Ginny si trovò d’accordo con Draco Malfoy e quella sensazione la fece rabbrividire.
La mattina seguente in sala grande, davanti a quasi tutta la scuola, Ginevra Weasley prese in mano la situazione privando Hermione di decidere i turni.
-Malfoy- disse con voce alta e fiera – questa sera farai la ronda con me; Devo tenere d’occhio chi si è scampato Azkaban, sai ordini dall’altro- disse ghignando la rossa facendo ridere molti dei suoi compagni.
Draco si girò annientandola con lo sguardo ma non replicò le lasciò la rivalsa visto che infondo aveva vinto. Era riuscito senza alcuna lotta e isterismo a togliere osci possibilità di incontro tra il suo migliore amico e quella schifosa traditrice del suo sangue. Blaise osservò con i suoi occhi penetranti prima Ginny e poi Draco intuendo il tacito accordo tra i due. Il moro era stato raggirato, era stato privato di quell’unico momento in cui avrebbero potuto chiarire con la rossa. Draco aveva agito ancora una volta alle sue spalle, aveva cercato, come ormai accadeva da mesi di proteggerlo da Ginevra. Lui , però, non era un bambino e non aveva bisogno di balie di nessun genere così dopo aver notato il suo amico sbuffare sonoramente dirigersi verso l’uscita della sala comune prese la palla al balzo per vendicarsi.
-Granger, alle nove alla torre ovest-disse il moro lasciando le grifondoro allibite una per essere stata nominata come compagna della ronda e l’altra offesa per non essere stata nemmeno degnata di un saluto.

LA NUOVA VITA -5-


5. Faremo come dico io.

Aveva percorso a passo di marcia l’andito che dalla stanza ovale portava al suo studio e quando arrivò dinanzi alla grande porta di legno bianco, rimase di stucco.
La placchetta in ottone che era affissa alla porta recitava cosi:
Dipartimento affari magici Internazionali . Bella sinuosa e importante era quella placchetta, importante come il suo nuovo lavoro e la sua nuova mansione Draco Malfoy non avrebbe distrutto le sue aspettative su quel nuovo lavoro, non avrebbe distrutto i suoi sogni, la sua nuova vita.
Hermione quindi, aprì la porta senza bussare e avanzò lentamente all’interno della grande stanza che ora si mostrava ai suoi occhi, sorprendendola.
Quello era solo l’ingresso in cui si affacciavano altre stanze, l’uomo che l’aveva accompagnata alla riunione con il Ministro della magia le corse incontro sorridendole.
-Dottoressa Granger- disse cercando di prenderle la borsa con fare servile –l’accompagno al suo studio-.
 Hermione annuì sommariamente alle parole che l’uomo le stava dicendo, mentre con occhi sgranati ammirava il luogo in cui avrebbe lavorato. Bello, bellissimo fino a quando con la coda dell’occhio non vide Draco Malfoy entrare nello studio di fronte a quello in cui il segretario la stava conducendo.
-poggi pure le mie cose- disse Hermione staccandosi dall’uomo – io devo discutere di alcune incombenze con Malfoy-
-il dottor Malfoy?- chiese perplesso il segretario seguendola.
-si devo…parlare in privato con il dottor Malfoy- riprese Hermione con il suo solito cipiglio deciso. Tono che non ammetteva repliche di alcun tipo poi, senza tergiversare ancora, si diresse a passo di marcia, per niente sensuale, verso la porta in cui il biondo ex Serpeverde era sparito.
Busso con un veloce tocco e non aspettò nemmeno di essere invitata ad entrare che già aveva spalancato la porta.
Draco Malfoy seduto dietro un’immensa scrivania di mogano con schiena dritta poggiata su una raffinata poltrona di pelle nera e viso cruciato, la guardò avanzare assottigliando lo sguardo, Hermione però non ne fu intimidita.
-Malfoy- disse.
-Granger- rispose lui gelido –che vuoi?-aggiunse.
-Ti avevo detto, che bastava un gufo- la riprese lui, osservando la porta che la Granger non aveva chiuso e questo non fece altro che farlo nervosire ancora di più.
-Tu! avevi detto- disse fredda – Tu Malfoy, non sei nessuno per dare ordini… rilasciare fogli e dare direttive- rispose acida. – Questo! se non l’hai capito, è un ministero che ci vede in egual misura titolari-.
-tu non sei in nessun modo superiore a me-continuò a ripetere Hermione.
-Granger, ti ho forse detto che sono superiore a te- rispose gelido alzandosi dalla sedia nella quale era seduto. -Ho forse detto che devo prevaricare su di te- disse sbattendo con forza il pugno sull’elegante scrivania.
-No, non l’ho detto insolente e malfidata come sempre-
Hermione lo guardò torva, aveva ragione, aveva maledettamente ragione, lui non voleva prevaricarla non voleva prendersi tutti gli oneri e lasciarle le briciole aveva stipulato il tutto per non vedersi per non cooperare ma loro dovevano farlo, il ministro si affidata alla loro collaborazione.
-Non sono d’accordo- disse infine.
-dobbiamo collaborare e collaboreremo –terminò la Granger proprio quando un tossicchiare impertinente la fece girare.
Blaise Zabini alto e sfrontato ex prefetto Serpeverde la guardava divertito.
-State dando spettacolo già dal primo giorno. L’avevo detto a Michelle che non era il caso di farvi collaborare-
Hermione spalancò la bocca mentre Draco sbuffava sedendosi nuovamente sulla comoda sedia di pelle nera.
-che vuoi?- Disse Draco.
-che ci fai- aggiunse Hermione.
Blaise sorrise avanzando con passo elegante verso la riccia, osservandola attentamente senza mai smettere di sorridere, divertito da quella situazione.
-Granger, dovresti informarti su chi lavorerà al tuo fianco-
-tu non lavorerai al mio fianco- rispose gelida – non eri alla riunione-.
-Granger, Granger, Granger… lo sanno anche i bambini che il Ministro e il vice Ministro non stanno mai nella stessa stanza-
Hermione gelò a quelle parole.
 Non poteva essere. Non poteva essere era circondata da Serpeverde… ecco perché quello stronzo di Malfoy aveva ottenuto il posto, ecco perché quel deficiente di Zabini sorrideva felice.
-raccomandati- disse sussurrando ma abbastanza udibile da tutti e due che la guardarono malissimo.
-stai attenta a quello che dici-, rispose Blaise diventando improvvisamente serio.- Nessuno ci ha regalato niente.- disse duro ghiacciandola con quelle parole.- Abbiamo sudato e lavorato per smacchiare i nostri cognomi dal marciume nel quale erano caduti, non siamo certo eroine del mondo magico sponsorizzate dal ministro della magia Kingsley Shacklebolt-.
Hermione non riuscì a replicare e Blaise dopo aver salutato con una veloce occhiata il biondo alle spalle di Hermione se ne andò.
-sei riuscita nell’impresa, per niente facile, di far incazzare Blaise-
Nemmeno Theodor Nott c’è mai riuscito e una sera gli ha rotto la scopa- ammise perplesso Draco Malfoy ancora perplesso dalla scena alla quale aveva assistito.
-Io- cercò di replicare Hermione – ecco, io non volevo offenderlo-. Disse vergognandosi un poco per quello che aveva detto, lei con Zabini non aveva mai litigato.
-Immagino- ammise Draco abbassando lo sguardo sulla pila di fascicoli che già ricoprivano la sua scrivania – fossi io il destinatario di quelle soavi accuse-.
-beh, ecco… si- ammise Hermione vergognandosi per una volta della sua sincerità.
-quindi non capisco per quale motivo, vuoi collaborare con me?-chiese Malfoy.
Hermione sospirò sonoramente prima di parlare:
-perché ho dato la mia parola al Ministro. Collaborerò con te che tu lo voglia o no- disse la Granger voltando le spalle a Malfoy e avanzando verso l’uscita.
-domani tracceremo a larghe linee quello su cui dobbiamo lavorare con più urgenza-, disse ancora mostrandogli le spalle. -Amo la puntualità Malfoy, quindi adeguati-, disse uscendo, chiudendosi la porta alle spalle.
Uscita dallo studio del biondo finalmente riprese a respirare, aveva cambiato le carte in tavola, per non dare la ragione al biondo. Aveva deciso di buttarsi in quell’avventura e magari dare una possibilità al Serpeverde. Le parole di Zabini non fecero altro che convincerla ancora di più delle sue idee.
Oramai, si disse Hermione, le litigate e i dispetti di Hogwarts erano lontani, oramai erano diventati adulti addirittura genitori e soprattutto ora avevano delle responsabilità; Michelle Obama credeva in loro e lei non l’avrebbe delusa.



 PREMETTO CHE IL TITOLO è ORRIBILE...MA NON MI è VENUTO ALTRO QUINDI CHIEDO VENIA... UN BACIO RAGAZZE.
SPERO VI PIACCIA IL CAPITOLO E BLAISE COME VICE MINISTRO... FORSE VI Piacerà MENO QUANDO VI Parlerò DELLA MOGLIE CHE INTENDO FARE SIMPATICA...