Epilogo.
Harry Potter era arrivato da un’ora, e seduto su una
poltrona di pelle nera che abbelliva il grande studio, aspettava che Malfoy lo
degnasse della sua presenza.
Il legismago arrivò silenziosamente alle spalle
dell’auror, richiudendosi la porta alle spalle.
-
Ti aspetto da un’ora! Dov’è Hermione? Le
devo parlare - disse Harry Potter con tono scocciato sia per l’attesa sia per
la situazione.
-
Riposa - rispose semplicemente Draco,
sedendosi dietro la scrivania in radica di noce. Osservando ora, con viso
truce, il grande eroe.
Harry corrugò la fronte, pronto a fronteggiare il
mago sedutogli di fronte.
Draco allentò un poco la cravatta dal colletto della
camicia, donandosi con quel gesto un po’ di pace.
-
Ti ho chiamato qui - disse sganciando
con classe i gioielli che fermavano i polsini. -Per complimentarmi con te della
splendida idea di questa mattina - il tono usato dal legismago faceva intendere
che quella non sarebbe stata una chiacchierata di cortesia.
Harry aprì la bocca buttando fuori tutta la sua
rabbia nel sentirsi attaccato anche da Malfoy.
-
È stato un caso - disse sbattendo un
pugno sul tavolo.
-
Non doveva presentarsi quel caso Potter
– disse con rabbia Draco fulminandolo con lo sguardo - È stata una fatalità che
lui non l’abbia... - Draco non riuscì a
finire la frase - Ti avrei ritenuto il responsabile Potter – concluse poi.
Harry si sentiva già abbondantemente in colpa per
tutto quello che era successo alla sua amica in quell’anno, quella sarebbe
stata la sua ennesima colpa.
Solo alcune ore prima sua moglie Ginny e sua suocera
Molly, gli avevano inviato una strilettera per ricordagli l’ennesimo errore.
Ora Malfoy non faceva che ricordargli le sue
mancanze.
Aveva fallito come auror ma soprattutto come amico.
Non era riuscito a proteggere Hermione. Aveva concesso a Narcissa Malfoy una
gita fuori dal Manor, convinto che niente potesse succedere alle due donne se
le faceva proteggere da due dei suoi uomini.
Si sbagliò e quello sbaglio sarebbe potuto costargli
molto caro. Aveva messo la vita di Hermione in pericolo.
-
Voglio prendere parte al processo conto
Weasley- disse Draco - voglio essere sicuro che quel verme marcisca per sempre
ad Azkaban – finì il legismago -E tu Potter mi aiuterai –
-
Io non posso decidere chi saranno i Legismaghi
per l’accusa- gli ricordò Harry.
-
Non m’importa un cazzo Potter, tu ora
vai dal grande capo e gli dici che vuoi il meglio affinché quel grande coglione
di tuo cognato non metta più piede su suolo magico. Ed io sono il meglio – gli
ricordò con supponenza Draco.
-
Io... - Harry non sapeva che dire.
-
Potter- lo riprese ancora Malfoy,
-
Malfoy guarda che non c’è bisogno di
dirmi come mi chiamo, so benissimo qual è il mio nome. Come so benissimo in
quale posto deve stare Ron- concluse irritato l’auror, alzandosi in piedi sotto
lo sguardo truce di Draco Malfoy.
-
Ti ricordo inoltre, - disse Harry - che
il nostro accordo termina qui- Draco granò gli occhi.
-
Domani verrà mia moglie per aiutare
Hermione a trasferissi a casa mia-.
A Draco si fermò il cuore.
“Non osare, non puoi portarla via da me.”
-
Non osare... - urlò Draco facendo
svegliare di soprassalto i ritratti che abbellivano il suo studio.
-
Cosa Malfoy... mi pare che gli accordi
fossero chiari. La proteggi al Manor fin quando Ron non sarà preso - disse
ricordando Harry.
“Non sei tu a decidere... ”
-
Guarda caso Ron è stato catturato e ora
Hermione è libera di andar via. Infondo, - gli ricordò l’auror – voleva andare
via da qui anche un mese fa-.
-
Potter non osare... - ripeté ancora
Draco.
“ Lei ... ”
-
Vi sentite urlare fino al piano di
sopra- disse Narcissa entrando nello studio, i due uomini la guardarono
avanzare verso la grande scrivania.
-
Non mi pare il caso litigare non vorrete
svegliarla, questa mattinata per Hermione è stata molto difficile – ricordò loro
Narcissa.
-
Ci scusi- disse Harry.
Draco sbuffò sedendosi nuovamente nella sua
poltrona. Narcissa distese le labbra in un sorriso.
-
Penso, signor Potter, che debba decidere
Hermione se rimanere al Manor o meno- aggiunse.
“Come no! Appena le dirò che può ritornare dalla sua
amica Weasley farà le valige e andrà via da me per sempre” pensava Draco tra se
e se ormai poco interessato a ciò che sua madre e Harry Potter dicevano.
-
Per il momento penso che Hermione
gradirebbe un po’ di tranquillità- aggiunse inseguito Narcissa – solo il Manor
la può proteggere da giornalisti e curiosi, soprattutto durante il processo –
Harry Potter annuì.
-
Ne vorrei parlare con Hermione – disse
Harry – anche se mi trovo d’accordo con lei signora Malfoy- la lady sorrise.
-
Ora se volete scusarmi, vado a riposare
anch’io – disse lady Narcissa incamminandosi verso l’uscita.
-
Sì, si è fatto tardi anche per me -
aggiunse Harry. Draco nemmeno li ascoltava.
-
A presto Malfoy- disse l’auror guardando
Draco che sollevò lo sguardo verso Harry, osservandolo uscire affianco sua
madre.
La donna guardò suo figlio con espressione colpevole,
da quando erano rientrati da Diagon Alley l’aveva evitata. Sapeva Narcissa che
suo figlio la riteneva responsabile dell’aggressione a Hermione e infondo,
anche lei si sentiva così. Se non fosse stato per la sua stupida idea, Ron
Weasley non avrebbe messo ancora una volta le mani sulla ragazza.
Draco distolse lo sguardo da sua madre e dopo che i
due uscirono richiuse la porta per poi concedersi un bicchiere di firewhisky, per
scacciare così i pensieri che lo vedevano lontano da Hermione.
***
Hermione si rigirò tra le lenzuola, il respiro
corto, agitato e una morsa allo stomaco la svegliarono di soprassalto.
Si sedette sul letto cercando di calmare il respiro.
- Hai fatto un brutto
sogno?- chiese Narcissa seduta sulla poltrona bianca affianco al letto.
- Sì, credo di si-
rispose Hermione cercando di coprirsi con il lenzuolo vergognandosi per essere
in camicia da notte davanti alla perfetta lady.
- Come ti senti?- chiesa
la donna non curandosi dell’abbigliamento della ragazza tanto meno dei suoi
capelli in disordine.
-Un po’ frastornata-
rispose sincera Hermione.
- Signorina Hermione -
- Sì- rispose Hermione
cercando di scrutare la donna oltre la penombra che regnava nella stanza.
- Le chiedo di
perdonarmi per la pessima idea dell’altra mattina, è colpa mia se l’hanno
aggredita- disse Narcissa guardando la ragazza sbiancare all’improvviso.
- Che cosa sta dicendo
?- chiese Hermione confusa - Chi l’ha accusata?- domandò ancora preoccupata.
- Nessuno – si affretto
a rispondere la signora Malfoy -io... so che è così- rispose ancora la lady.
- È una cretinata
signora Narcissa, mi scusi se glielo dico. Ma non è affatto vero. Se Ron- disse
storcendo il naso – mi ha aggredita è perché è un malato, lei non c’entra nulla
– poi continuò dicendo -Spero che suo figlio... -
Narcissa abbassò lo sguardo. E Hermione balzò in
piedi afferrando la vestaglia.
“Come si permetteva di accusare sua madre
dell’aggressione di Ron. “
Hermione scese le scale quasi correndo,
infischiandosene fossero quasi le due di notte e, senza nemmeno bussare, entrò
nello studio.
Lo vide seduto sulla poltrona , la camicia era sbottonata fino a metà petto
che per la prima volta Hermione poté vedere.
Un brivido scese lungo la schiena della donna.
Bello, era bellissimo ed ora sembra tanto indifeso.
I capelli biondi ricadevano morbidi sulla fronte,
gli occhi erano socchiusi e nella mano teneva ancora il bicchiere di cristallo
che fino a qualche ora prima era pieno di alcool.
Hermione storse il naso pensando che ancora una
volta lui si era rifugiato nell’alcool, invece che andare da lei.
-
Hermione non lasciarmi –
La Granger aprì la bocca stupita sentendo quelle
parole che Draco pronunciò nel sonno.
“Ha paura che io lo lasci”
-
Signorina Hermione – Hermione nemmeno si
girò sentendo la voce di Narcissa
-
Sa perché è in questo stato?- domandò
Hermione
-
Credo che abbia litigato con Potter-
-
Harry è stato qui?- chiese ancora
Hermione.
-
Si questa sera, ma lei dormiva- le
rispose Narcissa.
-
Capisco- disse Hermione invitando la
donna a continuare.
-
Il signor Potter crede che sia meglio
per lei andare a casa Potter , lì vi è sua moglie che può prendersi cura di lei–
Hermione notò la tristezza nelle parole della donna.
Hermione si girò preoccupata.
-
Draco?- disse.
-
Draco non la pensa come il signor
Potter- concluse Narcissa.
La ragazza socchiuse gli occhi e respirò.
-
Ho detto loro che sarà lei a decidere,
magari dopo la festa di questa sera...- concluse la lady.
“ La festa , si era
dimenticata della festa per i ventisei anni di Draco”
-
Io...- cercò di dire Hermione. Narcissa
la guardò un attimo intuendo i mille pensieri della giovane donna.
-
Lo dica prima al padrone di casa, credo
che abbia sofferto abbastanza in questi anni. Lasci a lui la gioia di scoprire
perché vuole rimanere -.
Hermione sorrise. A lady Narcissa era bastato un
solo sguardo per capire cosa aveva scelto.
***
Draco era seduto nella scrivania del suo ufficio a
Londra, quella mattina era uscito presto giusto per non vederla. Sapeva che
Potter le avrebbe invitato una missiva eludendo la richiesta di sua madre, e presto
la Weasley sarebbe arrivata per aiutarla con i bagagli. I suoi occhi, il suo
cuore non avrebbero retto alla scena quindi si era rifugiato dentro il suo
studio nascondendosi da tutto ma soprattutto da Hermione.
-
Ehi amico – disse Blaise osservandolo
dalla porta. –lavori ancora?- chiese.
-
Come vedi sì, Blaise- rispose secco.
-
Uno stacanovista – lo canzonò il moro
–anche il giorno del tuo compleanno –
Draco sbuffò.
-
Non sono più un bambino per prendermi un
giorno per festeggiare- gli ricordò mugugnando. Blaise sollevò gli occhi al
cielo.
-
Tua madre mi ha pregato - disse Blaise -
di riportarti a casa, pare che anche lei non ha voglia di festeggiarti ma ha
abbastanza fame, ed io con lei -
Draco sollevò lo sguardo.
-
Che vuoi- disse Blaise osservando lo
sguardo dell’amico, - mi ha invitato a cena ed io non rifiuto mai l’invito di
una bella donna - concluse il moro.
-
Ti ricordo che parli di mia madre Blaise
-
-
Si, Draco, e non mi pare di aver detto
nulla di sconvolgente: tua madre è una donna ed è oltre più una bella donna -
Draco chiuse con rabbia il plico dei documenti.
-
Andiamo prima che ti prenda a pugni-
-
Stacanovista e violento. Povera la donna
che ti sposa... - Disse Blaise sull’orlo delle lacrime.
Draco lo mandò a quel paese con un semplice sguardo.
***
Hermione s’infilò l’abito in seta verde che le
lasciava scoperta la schiena, si guardò allo specchio trovandosi maledettamente
a disagio vestita così.
-
C’è qualcosa che ti turba cara?- chiese
Narcissa guardandola attentamente vicino allo stipite della porta.
-
Mi sento fuori posto con quest’abito –
rispose Hermione accarezzando la stoffa elegante e delicata, che fasciava il
suo esile corpo.
-
Perché mai, sei bellissima, Draco...-
cercò di dirle Narcissa.
-
Draco ci evita da questa mattina-
rispose Hermione spostandosi per non vedersi più riflessa nello specchio – non
sappiamo nemmeno se verrà a cena-
-
Sei nervosa? - disse Narcissa. – e il nervosismo è cattivo
consigliere- le ricordò la lady -Ora ti siedi e ti tranquillizzi un poco, poi
finisci di prepararti- la riprendeva come una madre fa con una figlia reticente
-Ti aspetto in sala per le nove, scendi dalle scale centrali – le disse.
Hermione aprì la bocca pronta a ribattere che lei
non sarebbe scesa da nessuna parte, ma lady Narcissa fu più lesta, uscì dalla
sua stanza lasciandola nuovamente sola.
-
Dannazione – disse sollevandosi dalla
sedia -Se riesco a sgualcire l’abito prima di fare il mio ingresso in sala
deluderò anche lei, oltre che il figlio- si disse.
Così dopo aver preso un altro grosso respiro, iniziò
a mettersi l’ormai inseparabile pettinino tra i capelli.
Un elfo le portò alcuni gioielli che Narcissa le
prestava per l’occasione. Hermione rimase incantata quando aprì l’astuccio che
conteneva un bracciale di diamanti
talmente bello e luminoso che aveva paura che si rompesse solo a toccarlo.
Assieme al bracciale, abbinò degli orecchini, sempre di diamanti ,che cadevano
a goccia.
Quando fu pronta prese tra le mani la pochette che
aveva preso con l’abito, introducendo al suo interno il piccolo pacchetto che
aveva acquisto nel negozio dei folletti, prima di essere aggredita.
Diede un ultimo sguardo alla sua figura riflessa
nello specchio e sorrise.
-
Vai e convincilo Hermione- sì disse - se
non ci riuscirai, almeno ci hai tentato e non potrai rimproverarti nulla -.
Finalmente uscì della sua stanza e con infinita
grazia scese le scale che poco prima Narcissa le aveva indicando, facendo così
il suo regale ingresso.
***
Draco e Blaise arrivarono via camino direttamente
nello studio del Manor, Draco si stranì subito quando sentì della musica
provenire da una sala.
-
Zabini ne sai niente?- disse livido.
Blaise sollevò le mani - Ambasciator non porta pena- si affretto a dire.
I due uscirono dallo studio poco dopo e in men che
non si dica vennero letteralmente sommersi da pacche sulla spalla e auguri.
-
Questa mia madre me la paga – disse tra i
denti Draco rivolto a Blaise che già aveva puntato la preda per la serata.
-
Blaise- lo richiamò il biondo –bah- disse sbuffando – vado a cercare qualcosa di
forte per dimenticare in cosa sono immischiato- .
Draco avanzò verso la zona ristoro, sorridendo
fintamente a tutti quelli che gli si pararono di fronte. Sentì la musica
cambiare ma non se ne curò
-
Un firewhisky liscio- disse all’elfo
domestico .
L’essere fu velocissimo nel servirlo, inchinandosi
poi servizievole.
-
Dovresti ringraziarlo per averti servito
-
Sentendo il suono melodioso della sua voce, Draco si
girò talmente veloce che rischiò di far cadere il liquido ambrato all’interno
del bicchiere.
S’immobilizzò con occhi e bocca aperti. Quella donna
era una visione non riusciva a dire nulla.
-
Sto cosi male ?-chiese Hermione
abbassando lo sguardo sul suo abito accarezzando la stoffa sui fianchi.
-
Sei ancora qui?- disse Draco senza
connettere.
“Che cazzo dico!”
“Dovevo farle i complimenti. Maledizione!”
Hermione sollevò di scatto gli occhi incrociandoli
con quelli del biondo legismago.
-
Dove sarei dovuta essere Malfoy- rispose
piccata.
Vide il fuoco e un velo di tristezza nei suoi occhi
ma non la colse subito , rispondendo con superficialità
-
Non so, a casa di Potter per esempio-
disse Draco pentendosi un attimo dopo per aver pronunciato quella frase.
Hermione si girò di scatto allontanandosi, lasciandolo
solo e imbambolato davanti al tavolo dei rinfresco.
-
Amico spero vivamente che ti decida a
rincorrere quella donna, quando è scesa dalla scala in molti hanno avuto un
mancamento – disse Blaise.
-
Blaise- lo riprese scocciato Draco
mentre guardava spaesato il punto in cui il corpo sinuoso di Hermione era
sparito
-
Si – rispose l’amico guardandolo con la
coda dell’occhio.
-
Fottiti - disse Draco lasciandogli il
bicchiere e rincorrendo finalmente Hermione.
La trovò dopo alcuni minuti seduta nel roseto.
-
Sei qui- disse Draco avvicinandosi a lei
sedendosi infine, al suo fianco.
La ragazza non disse nulla guardava la luna nel
cielo.
-
Tu vuoi che me ne vada Draco? – gli
chiese senza indugiare oltre.
-
No – rispose prontamente il Legismago
-
Allora perché credi che me ne sarei
andata via... senza nemmeno salutarti?-
-
Perché quello che spero normalmente non
si avvera-
-
Che cosa speri?- chiese distogliendo lo
sguardo dalla luna e guardando ora l’uomo.
- Tante cose irrealizzabili – disse il mago.
-
Se non lotti per ottenerle rimarranno
tali-
Draco sorrise.
- Ammiro
la tua aria combattiva da tenace Grifondoro- disse.
-
Detesto la sua aria da codardo
Serpeverde- ribatté Hermione.
-
Touché- disse Draco abbassando lo sguardo -Ho paura che ora
che tutto è finito tu vada via per sempre- ammise osservando le scarpe che ora
si erano sporcate con l’erba del giardino
Hermione aprì la bocca per respirare.
-
Rimarrò di nuovo solo in questa casa. Non
sentirò più la tua voce al mattino che mi da il buongiorno. Non sentirò più il
tuo profumo tra i libri della biblioteca non incontrerò più...-
-
Chiedimelo Draco... - disse – chiedimi
di rimanere -
Hermione si era alzata in piedi e ora davanti a
Draco gli prendeva il viso tra le mani.
-
Chiedimelo –
Lui era incredulo.
-
Io... vuoi rimanere ?– sembro una supplica
più che una domanda, ma Hermione non ci fece caso.
Lo baciò con foga, quella fu la sua risposta.
Risposta che Draco , gradì parecchio.
Si baciarono per interminabili minuti fino a quando respirare,
divenne necessario.
-
Rimani quindi ?- chiese Draco per essere
sicuro che quello non fosse un sogno.
-
Si Malfoy, se mi vuoi, rimango- disse
ridendo Hermione
-
Certo che ti voglio- replicò il biondo
baciandole la fronte.
Hermione sorrise stringendosi al suo petto.
-
Forse dovremmo rientrare - disse la Granger.
-
Nemmeno morto, ora stiamo qui e
recuperiamo il tempo perso-
-
Non starai correndo troppo...- lo
canzonò.
Draco nemmeno la rispose baciandola ancora.
-
Sai di sopra...potremmo approfondire –
Hermione lo guardò negli occhi, il cuore batteva
come un pazzo, le sue mani stringevano quelle di Draco.
-
Va bene- disse – prima devi almeno
salutare tua madre, ci tiene tanto a vederti e darti gli auguri- Draco fece una
smorfia. - Devi ringraziarla per la festa- continuò Hermione.- e scusarti per
il tuo comportamento – concluse.
-
Che dici?-
-
Ieri, l’hai trattata male... – gli
ricordò.
-
Granger!-
-
Malfoy!-
-
Va bene rientriamo ma non ho alcuna
voglia di restare tra quella gente per molto tempo. Le donne mi lusingano
mettendo bigliettini con i loro indirizzi nelle tasche della giacca- disse
guardando negli occhi la strega davanti a lui che rispose con un’occhiata
truce.
“ Dio che sensazione stupenda saperti gelosa di me.”
-
E gli uomini mi annoiano parlando di
cause e processi – finì Draco porgendo il suo braccio alla bella donna che non
indugiò oltre afferrandolo ormai senza alcuna vergogna.
Quando rientrarono nella sala del Manor, gli occhi
dei presenti erano tutti per loro. Questo a Hermione e Draco non importava, il
legismago con infinita classe aiutò la giovane donna a districarsi tra i
presenti, raggiungendo infine lady Narcissa che radiosa gli baciò entrambi
sulle guance.
-
Benvenuti miei cari – disse beandosi
degli sguardi finalmente distesi che i due si lanciavano.
“ Bene ! Pare che il mio compito qui sia terminato. I
ragazzi hanno finalmente aperto i loro cuori” pensò Narcissa.
“Presto questa casa riprenderà il suo vecchio splendore.
”
La signora Malfoy guardò Hermione, che radiosa ammirava
ogni movimento di Draco che a sua volta non la perdeva di vista un solo attimo.
“ Una nuova lady si prenderà cura di quello che un tempo era il
mio regno. Una gran donna.” constatò ancora Narcissa.
“Affido a te Hermione Granger, ciò che di più caro
mi è rimasto :mio figlio Draco. So che lo amerai e proteggerai”
***
La serata procedette tra balli e chiacchierate e
quando Draco vide nel viso di Hermione un po’ di stanchezza si avvicinò al suo
orecchio dicendole.
-
Sa signorina dovrebbe andare a dormire,
per lei è tardi –
Hermione sorrise.
-
Anche per lei signore, non vorrà
lasciarmi andare da sola-
Draco non se lo fece ripetere, si congedò da sua
madre e sempre tenendola a braccetto uscì dalla sala, non gli importò degli
sguardi curiosi degli uomini e nemmeno di quelli disperati delle donne. Arrivato
nell’andito che conduceva alle scale di marmo la strinse un poco.
-
Credevo che questo momento non arrivasse
mai – disse in un sussurro sfiorandole le labbra. Dopo di che, si
materializzarono nella grande stanza patronale.
Non indugiò oltre riprendendo a baciarla sulla
bocca, sulle guance fin giù nel collo.
Hermione sentiva i brividi, le mani le formicolavano
dall’eccitazione. Il respiro si faceva man mano più corto. Quando le mani di
Draco le accarezzarono la schiena, fu naturale per lei inarcarla e strofinare
il suo seno sul petto del legismago che oramai era senza camicia.
“Questo è un sogno”
- Forse stiamo ... correndo- disse Draco con voce
roca.
- Non osare ritrarti proprio ora –lo riprese
Hermione con voce saccente quella che tanto tempo prima lo irritava.
Draco sentendole dire questo, la strinse ancora a se
e con un colpo di bacchetta fece scomparire il suo splendido vestito verde.
-
Pensa che l’ho preso per fare colpo su
di te e tu non l’hai degnato di un solo sguardo-
-
Non può competere con la tua bellezza
Granger, un abito contro di te perde in partenza – le sussurrò nell’orecchio
mentre accarezzava i suoi fianchi e il suo ventre.
-
Mi spiace per l’abito, ma preferisco
questi complimenti- disse ridendo rigirandosi tra le braccia di Draco,
stringendosi se possibile ancora di più a lui.
Quello che successe dopo fu magia allo stato puro.
Si baciarono con passione e senza mai risparmiarsi , donandosi carezze. Quando
finalmente Draco entrò in lei, i sospiri ad ogni affondo facevano fremere
entrambi. Insieme toccarono l’apice del piacere e quando Morfeo gli accolse, si
abbandonarono a lui, uno nelle braccia dell’altro.
L’indomani mattina svegliarsi ancora abbracciati fu
ancora più magico.
“Dimmi che non sto sognando” pensò Draco aprendo
piano gli occhi guardando ora estasiato il corpo nudo di Hermione.
“ Dimmi che staremo insieme per sempre” pensava
invece lei accoccolandosi a lui mentre
con la mano accarezzava il suo petto.
- Sei sveglia – disse timoroso .
- Sì- rispose flebile senza aprire gli occhi.
- Stai bene , vuoi che ti faccio portare la
colazione?- Hermione aprì gli occhi di scatto sentendo che Draco stava cercando
di alzarsi.
- Non ti sei pentito, vero?- chiese allarmata.
Draco la guardò un attimo perplesso.
- No, tu?- chiese sentendo il cuore arrivargli in
gola.
- No - rispose Hermione gli saltò letteralmente
sopra facendolo barcollare ricaddero uno nelle braccia dell’altro e fu
nuovamente il paradiso.
Dopo
alcune ore...
-Draco –
-Sì -
-Ti ho comprato un regalo –
Il biondo si alzò sui gomiti osservandola curioso.
- Ah sì... ma era ieri il mio compleanno- gli
ricordò trattenendo a stendo una risata ricordando quello che avevano fatto la
sera prima.
- Mi sono scordata...-
- Da te Granger, non me lo sarei mai aspettato...-
disse Draco canzonandola. Hermione sbuffò.
- Lo vuoi?- chiese.
- Certo- disse sedendosi sul letto. Hermione si alzò
rubando tutte le lenzuola per non girare nuda per la stanza.
- Oh peccato pensavo il regalo fosse una camminata
sensuale solo per me-
-Non fare il cretino –lo rimproverò Hermione
prendendo dalla piccola borsetta il pacchetto.
- Carta elfica- disse Draco osservando il piccolo
pacchetto che ora aveva tra le mani.
- Ti dico che è un piccolo dono niente in confronto...
-.
- Tutto quello che hai scelto per me, è stupendo
anche fosse una cicca di sigaretta fumata da chissà chi- Disse Draco, mentre
con infinita eleganza apriva il pacco.
- Io avrei strappato tutto- constatò Hermione.
- No, c’è più gusto a farlo lentamente, noti l’ansia
negli occhi di chi ti ha fatto questo dono... –
- Dai Draco-
- Va bene, ve bene...lo apro - disse il legismago
mentre finalmente si ritirò tra le mani la scatolina in velluto nero.
Quando fece scattare, la sicura rimase stupito
nell’osservare il piccolo ninnolo raffigurante un serpente.
Osservò rapito gli occhi del rettile e ghignò.
-
Interessante -
-
Che cosa è interessante?-
-
Gli occhi sono uno verde e uno rosso . Vuoi
dirmi qualcosa... a riguardo?-
-
No- rispose Hermione.
-
Che cosa vuol dire questo ciondolo –
chiese guardandola aspettando che la donna rivelasse quello che lui sperava.
-
È un porta fortuna - disse – tu lo metti al collo e quando saremo
lontani, l’occhio rosso ti proteggerà-.
“ Quanto sei dolce ”
-
Hermione-
“ Quanto mi sento cretina”
-
Si –
-
Ti amo- disse Draco guardandola negli
occhi.
-
Anche io- disse infine la Granger
baciandolo ancora e ancora...non avrebbe più smesso di baciarlo.
Da quel giorno infatti i due divennero inseparabili
e per la gioia di lady Narcissa presto lo scalpitio di un piccolo Malfoy
riecheggiò nel Manor.
The
end
Anche
questa storia si è conclusa... spero che vi sia piaciuta e che nel suo piccolo
vi abbia fatto emozionare. So per certo che Ron l’avete odiato quindi uno dei
miei intenti è stato soddisfatto.
Colgo
l’occasione per ringraziarvi tutte: chi ha letto, chi ha recensito, messo tra
le seguite e ricordate.
Ringrazio
inoltre, Ylenia che ha betato la storia e Sara che ha revisionato gli ultimi
capitoli.
Alla
prossima avventura, baci
Miki.