mercoledì 18 aprile 2012

Nuovi amori ..Nuovi amici, e un gran pasticcio per il mio cuore. -11-


11-Piccoli passi alla conquista del tuo cuore.
I parte.

Dopo aver salutato tutti, la padrona di casa invitò i commensali a sedersi a tavola, lei stessa, diede il buon esempio e decise seppur a malincuore di mettersi lontano dal biondo.
Si accomodò quindi, tra Ginny e Daphne ma sua madre nel giro di un secondo stravolse tutto, invitando Draco e Blaise a mettersi di fronte alla due e Harry accanto a Draco. questa cosa, non fece per nulla piacere al salvatore del mondo, mentre il biondo sorvolò con classe.
-Così voi giovani, state tutti insieme- disse Jane, scoccando uno sguardo complice a Narcissa che seduta a capotavola osservava divertita.
Daphne sbuffò notevolmente, quando Blaise si sedette di fronte, mentre Hermione si sentì in forte imbarazzo quando sentì gli occhi grigi di Draco su di sé.
Sorrise però, sbalordendo il biondo che da quel momento aveva occhi solo per lei.
Dopo che tutti si accomodarono, i camerieri, gentilmente offerti da Zabini, portarono le prime pietanze.
Tutte le specialità più ricercate della cucina Francese, di cui Hermione e Draco andavano pazzi.
Vi era: La quiche, una torta francese salata e gli hors d'oeuvre.
 In tre grandi zuppiere in fine porcellana bianca erano disposte: Le Escargots e Le Huitres.  Draco amava in modo particolare quest’ultime e nella sua passione coinvolse ben presto anche Hermione.
Quando l’ultimo cameriere posò l’astice sul tavolo, il banchetto della vigilia di Natale poté iniziare.
Le chiacchiere e le risate avvolsero la casa di Hermione che si sentì felice, tutti si stavano divertendo, maghi e babbani.
-Luna- disse all’improvviso Ginny. –Allora, quel mago con cui stavi, si è poi rifatto vivo- disse la rossa introducendo a sua insaputa uno degli argomenti più delicati della serata.
A Theo andò di traverso il vino e Luna divenne rossa come i capelli dell’impertinente amica.
Hermione gli diede una gomitata e questa sbuffò tra i denti.
-Che ho detto- disse massaggiando la parte lesa.
L’atmosfera ritornò subito gioviale grazie alla bella Greengrass.
Infatti, Daphne dopo due bicchieri di ottimo vino elfico, iniziò i suoi racconti sulle mille donne di Blaise Zabini. Racconti esilaranti in cui le suddette ragazze, finivano sempre per spaccare o maledire il moro quando le lasciava per la prossima malcapitata.
-Sei assurdo Blaise- disse Draco ridendo divertito.
Il moro non replicò scoccando uno sguardo stizzito alla bionda davanti a se.
-Io almeno non fuggo dall’amore- rispose guardando prima le due donne di fronte e poi il suo amico. Draco, si ricordò in quel momento di richiamare i camerieri per portare il piatto forte: Il rôti.
Sfuggendo così all’imbarazzante momento.
Alle ventitré della sera dopo aver mangiato i più buoni profiterole, tutti si alzarono da tavola.
 Alle donne fu offerto della buonissima acqua viole mentre gli uomini sorseggiavano del Firewhisky d’annata.
La tavolata era ormai scomparsa e come per magia e la musica, ora, echeggiava nella cucina.
Hermione rimase a osservare le coppie che pian piano si apprestavano a ballare. Vide suo padre, notevolmente sbronzo chiedere a sua madre di ballare. Jane accettò radiosa, forse, pensò Hermione non ballavano dal giorno delle loro nozze. Ginny fu condotta con eleganza da Harry al centro della sala e anche loro due iniziarono a volteggiare radiosi.
Blaise visto il diniego di Daphne chiese a Lady Narcissa di ballare con lui, cosa che la donna accettò di buon grado.
Infine, un po’ imbarazzati anche Theo e Luna si misero a danzare.
-Ti va?- chiese Draco arrivando alle sue spalle.
-Non mi sembra il caso- rispose Hermione pentendosi un secondo dopo aver pronunciato quella frase.
-Capisco-. Disse infine il biondo sconsolato. – Posso almeno sedermi accanto a te o t’irrita proprio la mia presenza questa sera?- chiese ancora Draco, guardandola con ardore aspettando che lei rispondesse alla sua domanda.
-Draco, non è il momento-aggiunse la padrona di casa.
-Giusto- rispose lui, alzandosi un secondo dopo, raggiungendo poi la sua amica Daphne sul divano.
Poco dopo Blaise occupò il posto di Draco che ora ballava con sua madre, lanciando di tanto in tanto, un’occhiata verso Hermione che ora chiacchierava con Luna.
-Avete fatto pace?- Chiese la Granger.
Luna divenne rossa osservando da lontano Theodor che chiacchierava tranquillo con Blaise e Harry.
-Si- rispose poi felice.
-Finalmente- aggiunse Hermione, -Theo senza di te stava proprio uno straccio- disse la ragazza.
-Poteva anche cercarmi e ci saremmo spigati ma...-cercò di ribattere Luna.
-Pare che i Serpeverde siano un tantino orgogliosi- aggiunsero in coro le due ridendo subito dopo.
-Vi state divertendo- chiese Ginny arrivando un secondo dopo.
-Si prendiamo in giro i Serpeverde- disse Hermione.
-Bene quindi è bene che io giri i tacchi e mi vada a riaccomodare accanto a tua nonna che russa alla grande- disse Daphne.
-No Daphne-, rispose prontamente Luna, -parlavamo degli uomini serpeverde-disse la ex Corvonero.
-Ah bene, su chi si sparla in particolare?- chiese la bionda sedendosi.
-Io di Theo- disse Luna.
-Beh, spero che entro l’anno ti chieda di sposarlo, sembrava un condannato quando vi siete lasciati- disse Daphne senza alcuna remora.
-Lasciati?- chiese Ginny sconvolta.
-Si ecco, io te l’avrei voluto dire. Non sapevo, ecco...-disse confusamente la Lovegood.
-Voi lo sapevate?- chiese ancora Ginny guardando la mora e la bionda davanti a lei.
-Be Weasley, Theo ed io siamo amici- disse la Greengrass.
-Io sono la migliore amica di Draco e Theo viene a trovarlo ogni tanto-
Si scusò Hermione.
-Migliore amica di Draco. Questa è bella!- disse Daphne.
Facendo ridere sia Luna sia Ginny.
-Quando li apri gli occhi Granger, facci un fischio che ci compriamo un bell’abito per l’evento mondano- aggiunse divertita la bionda.
-Daphne non sei divertente-rispose piccata Hermione.
-Non è il mio intento, vorrei solo capire fino a quando rimarrai nel limbo del siamo " solo amici"- aggiunse la bionda.
-Tra noi non è mai successo nulla di quello che credi-rispose livida.
-Posso crederci, ma non è questo il punto- disse la bionda coadiuvata dalle altre due che annuivano alle parole della Greengrass.
-Vi guardate in un modo che non fa pensare ad altro che a quello-disse Luna
-Ma noi...-cercò di ribattere la riccia.
-Imbecilli, si in effetti lo siete-Replicò Daphne.
-Ah per fartelo sapere, Narcissa approva quindi datti una mossa- enunciò Daphne.- ora se mi volete scusate, vado a ballare con Zabini, ho la scusa di aver bevuto un bel po’ questa sera- disse allontanandosi con passo elegante.
-Ha ragione sai- aggiunse Ginny guardando la Greengrass, che afferrava con disinvoltura la cravatta di Blaise che non opponeva resistenza.
-Forse, ho bevuto pure io, ma il modo in cui vi guardate e come ti sorride...-aggiunse ancora la Rossa sospirando.
-Poi, state bene insieme- disse Luna, sorridendo dolcemente verso Hermione.
-Io, non so... vado a darmi una rinfrescata- disse la Granger sfuggendo così al discorso che l’aveva messa in imbarazzo.
***
Rimase in bagno per una buona mezz’ora fino a quando un leggero bussare alla porta non la riportò al mondo reale.
Aprì la porta, ben sapendo chi fosse ad aver bussato.
-Mi rinfrescavo il viso, devo aver bevuto un poco- disse asciugandosi con la spugna delicata.
-Stanno per scambiarsi i regali- disse Draco fermo sulla porta.
-Ok- rispose Hermione.
-Volevo ...-cercò di dire Draco,
-Non è il momento-rispose prontamente Hermione.
-Ok, non insisto- disse ancora una volta sconfitto il biondo ex Serpeverde volatilizzandosi un secondo dopo.
Hermione sollevò piano il viso guardandosi allo specchio.
-Stupida! Sei una stupida- disse lanciando con rabbia l’asciugamano nel suo riflesso nello specchio.
Quando rientrò in sala non si stupì nel trovare tutti attorno al grande abete, abbellito con palle e fiocchi panna e oro, opera di Daphne.
Vide Ginny intenta a scartare il pacchetto che Harry le aveva donato. Osservò sua madre ridere divertita per l’ennesimo paio d’occhiali che suo padre le aveva regalato, ben sapendo che nel meno di un mese l’avrebbe inesorabilmente perso.
Sorrise guardando Luna e Theo baciarsi dolcemente sotto il vischio.
Si stupì osservando Blaise, legare un piccolo braccialetto verde nel polso di Daphne, che in quel momento era talmente rossa da far invidia ai capelli di Ginny.
Draco, seduto fin a quel momento nel divano accanto alla cara nonna Elisabeth si alzò non appena la vide, silenzioso le arrivò accanto donandole due pacchetti uno lungo e una scatolina celeste.
Hermione si rigirò la scatola tra le mani, imbarazzata.
-Oh un gioiello?- disse Blaise volgendo l’attenzione su Draco e Hermione che in quello stesso momento maledirono Zabini.
-Gioiello- ripeté Narcissa. – Non mi pare sia una confezione da gioielleria, disse la strega osservando la scatolina.
-Oh si sbaglia- disse Jane Granger, -non so voi maghi ma noi...-
-Babbani- aggiunse Hermione.
-Si ecco noi babbani reputiamo Tiffany una gioielleria. La migliore, aggiungere- disse sorridente all’indirizzo di Lady Narcissa che ora curiosa guardava la scatolina che Hermione teneva ancora tra le mani.
-E’ un piccolo pensiero. Stai tranquilla- sussurrò Draco guardandola negli occhi.
Hermione respirò affondo e aprì piano la scatolina.
Rimase spiazzata nel guardare il ciondolo a forma di chiave che vi era dentro, decorato con tanti piccoli brillantini.
-Oh- disse sorridendo,- grazie- aggiunse.
-Beh ti fermavi ogni volta a guardarlo, immaginavo che ti sarebbe piaciuto-aggiunse Draco, osservandola. In quel momento non gli importava di sembrare sdolcinato. In quel momento, il suo unico pensiero era scalfire in tutti i modi possibili il cuore di quella donna, che amava come non aveva mai amato nessun essere sulla terra.
-Una chiave?- disse con voce triste Jane, osservando il ninnolo.
-Già- si aggiunse Narcissa- pensavo che un bel anello fosse più carino-aggiunse.
Hermione divenne bordeaux e Draco riproverò sua madre con un solo sguardo, lungo e penetrante.
-La chiave è un utensile fondamentale- aggiunse nonna Elisabeth, svegliandosi proprio in quel momento – per chi vuole conquistare il tuo cuore, giusto cara?- concluse l’anziana nonna sorridendo sorniona all’indirizzo della nipote prediletta.
Hermione annuì in forte imbarazzo mentre Draco con infinita tranquillità le agganciava la catenina al collo, infischiandosene degli sguardi divertiti di Theo e Blaise.
-Preferirei non aprissi ora l’altro regalo- disse affinché solo lei sentisse.
Hermione annuì leggermente con il capo
-Mione che hai preso a Malfoy?- chiese l’impertinente Ginny.
-Ginny- la rimproverò bonariamente il marito, mentre Hermione si staccò dal biondo e andò nella sua stanza a cercare il regalo, che aveva nascosto dentro l’armadio affinché Draco non lo trovasse.
Frugò affondo nell’armadio.
Tolse prima il piccolo pacchetto e poi quello più grande e soddisfatta andò in cucina, trovandola vuota.
-Dove sono tutti?- chiese Hermione guardando preoccupata Draco.
-Mia madre ha agguantato i tuoi e si è catapultata nel camino, dicendo che erano anziani e che per loro si era fatto tardi-enunciò l’ex Serpeverde.
-Non mi hanno salutato- disse Hermione.
-Lo so. L’ho fatto notare, ma non mi hanno nemmeno risposto- aggiunse Draco, stranito per la cosa.
-La Weasley, ha letteralmente preso il marito per il bavero e se n’è andata. Lo stesso hanno fatto quelle serpi dei miei amici- aggiunse ancora.
-Quindi ora siamo rimasti solo noi e tutto questo casino- constatò Hermione dando un rapido sguardo alla sua cucina.
-Ti aiuto a ripulire tutto – disse alzandosi di scatto.
-No! Prima apri il tuo regalo- aggiunse la riccia mordendosi il labbro e andando a passo deciso verso il biondo che ora la guardava preoccupato.
-Non dovevi prendere due regali-disse Draco serio.
-Non preoccuparti- rispose, porgendo prima quello grande.
Draco scarto la carta verde smeraldo, sorridendo divertito. Ogni volta che le faceva un regalo, comprava la carta del suo colore preferito. Erano le piccole cose a rendere quella donna straordinaria.
-Firewhisky – disse.
-Si è il migliore, me ne ha parlato Blaise e ho colto la palla al balzo- disse guardandolo.
-Grazie- pronunciò il biondo prendendo in mano una bottiglia per osservare l’etichetta.
Draco poco dopo prese in mano il suo secondo regalo scuotendolo.
-Carta di folletto- disse
-Ho cercato di spiegargli che era una sorpresa e che volevo carta differente , ma non danno mai retta. Fanno sempre come gli pare-disse Hermione scocciata.
-Tipico- disse Draco trattenendo a stento una risata, mentre con mani esperte slegava un fiocco e apriva la scatolina in velluto verde.
-Dei gemelli- disse Draco osservando i bottoni finemente lavorati.
-Si, un paio diverso magari ti sarebbe servito- disse Hermione, preoccupata che il regalo non fosse gradito.
-Ho fatto incidere le tue iniziali e dietro c’è la mia dedica-.
Il biondo si girò tra le dita e lesse avido ciò che la ragazza aveva inciso.
-Ho lanciato un piccolo incantesimo, ogni volta che li indosserai io lo saprò e ti staro vicino-disse imbarazzata.
Draco socchiuse gli occhi per ricordare ogni sensazione del momento.
Poi si girò verso la ragazza e la baciò.
Hermione rimase spiazzata non si aspettava certo di ricongiungere nuovamente le sue labbra con quelle di Draco, ma non riuscì a fare null’altro che corrispondere il bacio.
Questo,era talmente delicato e dolce che scacciò tutti i mille dubbi.
-Puoi aprire il secondo regalo?- chiese Draco cercando di ricomporsi. Hermione, riprese fiato e agguantò il pacco che ormai da diversi minuti stava appoggiato sul tavolo.
Distogliendo così i suoi occhi da quelli di Draco, occhi che procuravano alla sua pelle scosse elettriche. Solo lui, riusciva con la sua sola presenza a farle provare quelle sensazioni. Hermione prese nelle mani il pacco, accarezzò la carta e slegò il fiocco.
-Stai morendo dalla voglia di strappare tutto, giusto Granger-la canzonò il biondo.
-Uff- disse lei cercando di trattenersi nello strappare la carta per non dargli ragione.
Quando con infinita lentezza riuscì a scartare il dono si ritrovò di fronte uno starano libro, la copertina era rossa, in pelle di Drago.
L’accarezzò ed aprì piano e iniziò a leggere:

Questo è un piccolo dono, nulla più.
Parte dal principio. Quando due anni fa sei giunta a Parigi e racconta tutte le tappe da cui è nata la nostra amicizia.

 Hermione sorrise ,guardando la foto del dipartimento in cui non meno di due anni prima era andata a lavorare, allora Draco era il suo capo.
Quella che stava guardando con affetto, era un foto, che la segretaria di Draco aveva scattato il giorno in cui Hermione era arrivata a Parigi .

Come una fenice, essa è nata dalle ceneri di anni di odio e rancori.

Accarezzò con il pollice, la foto del primo pranzo tra colleghi.
Sorrise dolcemente verso quel ragazzo, che la guardava da lontano timoroso di starle accanto.
Con il tempo è divenuta, sempre più forte.

Ora davanti a lei c’era un’altra foto, quella dell’estate appena trascorsa. Dove Blaise li aveva obbligati ad andare per non rimanere gli unici che durante il caldo ferragosto parigino stavano in città a lavorare.
Osservò con le lacrime agli occhi il viso pieno di crema protettiva di Draco, che cercava di sfuggire agli scatti della macchina fotografica di Blaise.

La tua presenza per me è fondamentale, per iniziare ogni giorno con il sorriso sulle labbra.
Grazie per essere entrata nella mia vita.
Ti amo Draco.

Hermione accarezzò la frase di Draco e subito dopo, sentì le sue braccia avvolgerla.
-Amami- disse piano il biondo regalandole un altro bacio mozzafiato.





martedì 17 aprile 2012

La Nuova Vita-20-


20- L’aiuto inaspettato.

Quando suo marito se n’era andato e con lui, il più piccolo dei suoi figli, era crollata a terra, sua figlia Rose era subito corsa in suo aiuto.
 L’aveva aiutata ad alzarsi e accompagnata in camera, le aveva tolto le scarpe con delicatezza, sfilato l’abito e messo la camicia da notte quella rosa con i fiori che le stava tanto bene, poi l’aveva fatta sdraiare.
 Anche Rose si era stesa sul letto accanto a sua madre, stringendola forte, cercando di fare le veci di madre, pur essendo solo una ragazzina.
Poi quando si era addormentata, era scesa in cucina per preparare la cena, nulla di elaborato: una zuppa e della carne stufata con patate.
Quello era il massimo che la piccola e dolce Rose Weasley era riuscita a fare e gli occhi ambrati di sua madre la ringraziarono per questo.
Mangiarono sul letto, lentamente senza dire nulla. Prima la zuppa e poi lo stufato, concluso il pasto, la piccola Rose si alzò dal letto e porto i piatti giù nella cucina.
Risalì subito dopo aver lavato i piatti con abbondante acqua e detersivo, il metodo babbano era l’unico che poteva utilizzare poiché ancora non era maggiorenne. Quando ritornò nella ex stanza dei suoi genitori, rimase un poco davanti alla porta a osservare sua madre.
Non l’aveva mai vista in questo stato, pensò la giovane Grifondoro, nemmeno l’estate prima, quando aveva lasciato suo padre o quando la nonna Molly era venuta per chiedere spiegazioni per l’accaduto.
Mai, nemmeno un cedimento, nemmeno una lacrima erano scesa dagli occhi della perfetta Hermione Granger. Davanti a lei e Hugo, sua madre non si era mai mostrata debole, mai triste.
Sorrideva mentre la sua famiglia andava a rotoli.
-Domani-. Disse sua madre ridestandola dai suoi pensieri.
-Devo lavorare-aggiunse.
-Mamma- la riprese preoccupata Rose, facendo un passo verso il letto in cui la donna si trovava.
-Non posso fermarmi, piccola- aggiunse Hermione. – Tuo fratello non tornerà da me se lo faccio- disse infine.
-Hugo è un cretino- disse con astio Rose.
-No, replicò sua madre, - si lascia solo influenzare dai rancori del passato e non vede nel giovane Malfoy, un ragazzo come lui. Preferisce associare a Scorpius, il rancore e l’odio, quello che tuo padre e i tuoi zii gli hanno raccontato da piccolo, quando parlavano di Draco-.
-Ma il signor Malfoy non è cattivo, non lo è più- disse Rose.
Hermione rimase spiazzata.
-Scorpius adora suo padre, ne parla bene con lui è buono al contrario di...sua madre-aggiunse con rabbia Rose.
-Oh bene-, disse Hermione sedendosi sul letto.
-Mia figlia conosce bene il giovane erede dei Malfoy-aggiunse Hermione, cercando di scacciare dalla mente quello che era successo poche ore prima. Cercava di non pensare al piccolo Hugo.
-Mamma, siamo amici e nulla più- rispose piccata la ragazza.
-Ah sì, lui lo sa-la rimbrotto Hermione con il suo solito fare sacente.
-Certo che lo sa, a lui interessa...- Rose si bloccò di colpo.
-Lily, giusto?- l’anticipò Hermione.
-Si- rispose piano la giovane.
-Sei triste per questo?- chiese ancora la Granger.
-No. Io voglio bene a Scorpius ma come amico e non sono interessata a lui. Il nostro rapporto è come quello che tu hai con zio Harry- aggiunse sua figlia.
-Capisco-disse Hermione aprendo le braccia nelle quali Rose si buttò.
-Quindi non c’è nessuno che ti ha rubato il cuore?-chiese ancora Hermione.
-Si, ma non voglio parlarne- disse la ragazza.
-Va bene- rispose sua madre.
-Mi passi il telefono, per favore?- chiese Hermione.
Rose, si stupì della richiesta di sua madre. Quando stavano insieme a Londra non usava mai il telefono cellulare, quello era un mezzo per comunicare con lei quando si trovava a Hogwarts.
Rose però non fece domande prese il telefono sopra il comodino alla sua sinistra e lo passò a sua madre, questa lo accese e iniziò a scrivere.
Poi con uno strano sorriso schiacciò il pulsante Ok e attese. Dopo un attimo il cellulare suonò, sua madre lesta lesse sorridendo a ciò che l’intermediario misterioso le aveva scritto.
-Domani- disse poi, rivolgendosi a Rose,- puoi venire con me. Il mio collega non ha alcun problema ad accogliere anche te nella sua immensa casa- disse Hermione guardando sua figlia.
Dopo poco anche il cellulare di Rose, che aveva in tasca, suonò.
La ragazza prese tra le mani il piccolo cellulare rosa e lesse curiosa, poi rise.
-Bene domani mi toccherà dare ripetizioni a Scorpius con divinazione. Cavolo è un disastro, peggio di te- disse sbuffando Rose.
-Piccola impertinente- rispose sua madre stringendola forte.
Hermione stringendo sua figlia tra le braccia trattenne le lacrime, aveva Rose, ma ora chi stringeva il suo piccolo Hugo.
Il suo ex marito Ron, no ne era certa era Molly ad occuparsi di suo figlio non certo suo padre lui senza alcun dubbio stava cercando un modo per toglierli anche Rose.
***

Hermione Granger, la mattina seguente si alzò con una forza che pensava aver dimenticato.
Si preparò al meglio, indossando il suo miglior tailleur regalo della cara Pansy, si truccò leggermente e mise le scarpe rosse altissime.
Rose entrando nella stanza della madre rimase scioccata.
-Sei bellissima- disse la ragazza.
-Smettila di adularmi!- rispose Hermione, mettendosi un leggero strato di rossetto sulle labbra sorridendo poi verso sua figlia.
La ragazza rimase un attimo assorta nei suoi pensieri; per suo padre non l’aveva mai vista vestirsi in quel modo, forse ...
No, non poteva essere, sì rispose la ragazza scuotendo il capo.
-C’è qualcosa che non va Rose?- chiese sua madre che ora si trovava davanti alla ragazzina.
-No nulla- rispose prontamente. –Ho preso un po’ di libri anche se Scorpius ha detto che ne ha in abbondanza ma sai non mi fido mai, ne di lui ne di Albus hanno sempre la testa da un’altra parte-disse Rose menzionando la testa tra le nuvole dei suoi migliori amici.
Hermione rise divertita.
-Immagino- aggiunse.
La ragazzina la guardò storta ma non replicò, seguì davanti al camino e prese un po’ della polvere magica da un sacchetto.
-Vai prima tu- disse Hermione- ricordati di specificare...-
-Lo so Mamma- rispose Rose – buttandosi la polvere sopra ed entrando subito dopo nel camino,
 –Malfoy Manor- urlò e un vortice la risucchiò. In un attimo si ritrovò davanti a tre persone che la guardavano. Tutte e tre bionde.
Scorpius rideva divertito alla vista di Rose ricoperta di cenere, Draco, suo padre rimase esterrefatto dalla goffaggine della ragazza: Il gene Weasley colpiva ancora.
Narcissa, l’unica donna, l’aiutò ad alzarsi nel momento in cui anche Hermione fece il suo ingresso, lasciando tutti e tre senza parole.
 Scorpius la guardò un attimo, aveva notato che la mamma della sua amica era bella e dallo sguardo di suo padre non era il solo ad averlo notato, quella che più lo sorprese era sua nonna che invitò le due Weasley a un rapido giro della casa lasciando Draco e Scorpius imbambolati davanti al camino.
***
Dopo che Narcissa fece fare un giro ampio alle due ospiti portandole sia nell’immenso giardino, sia nella bellissima e ricca biblioteca si congedo, lasciando Rose nelle mani di Scorpius che già disperato aveva aperto il libro di divinazione e Hermione venne condotta nel grande studio di Draco.
-Tua madre è una forza- disse Hermione, appena si era chiusa la porta.
-Ha tanto da dire, immagino che vivere qui da sola da quando non ci sei sia un po’ noioso-aggiunse la Granger.
-Bè ha sempre mio padre con cui parlare- rispose Draco.
-Potter non te l’ha detto l’hanno levato da Azkaban e sta qui non può uscire per nessuna ragione e ogni giorno viene un auror, tuo cognato per essere precisi?-concluse il Biondo aprendo le carte che Hermione li aveva consegnato appena entrata.
-Mio cognato? Harry intendi- chiese Hermione stupefatta, come mai nessuno le aveva detto nulla.
-Già- disse Draco poggiando con eleganza la schiena nella sua pregiata poltrona di pelle nera.
-capirai il motivo per cui non è venuto ad accoglierti-disse ancora guardando il viso della donna davanti a lui.
Bella, elegante e decisamente sexy.
Quanto la desiderava si trovò a pensare Draco, soffermandosi per diverso tempo a contemplare quelle rosse e carnose labbra.
-Immagino- rispose.
-Ron- disse ancora Hermione sedendosi sulla poltrona di fronte alla scrivania nella quale Draco la stava osservando.
-mi ha portato via Hugo- disse tutto d’un fiato.
 Il biondo sgranò gli occhi incredulo.
-Cosa aspettavi a dirmelo-disse l’uomo.
-Non capisco...-cercò di ribattere Hermione spiazzata dal modo in cui Malfoy aveva appreso la notizia. Sembrava preoccupato, forse era preoccupato per lei. Infondo, erano diventati amici anche se lei sperava...
-Chi lo sa?- chiede Draco alzandosi di scatto.
-Io, Ron, Rose e Hugo- disse Hermione stringendo le mani l’una all’altra, cercando di non apparire tesa, mettendosi una maschera come quella mattina, ma era un fascio di nervi e sapeva che non avrebbe retto ancora per molto tempo.
-Credo i suoi genitori, immagino che l’abbia condotto li- enunciò abbassando il capo.
-Perché te l’ha portato via?- chiese infine Malfoy.
 Hermione prese un grosso respiro e poi prese a raccontare quello che era accaduto tra lei e il suo ex marito.
-L’ho rimproverato per quello che ha fatto a tuo figlio e Ron mi è andato contro. Così beh, abbiamo litigato . Da quando sono rientrata dagli Stati Uniti non facciamo che litigare e questo, credo sia un modo per farmela pagare. L’ho lasciato e gli ho detto che non lo amo e che non intendo tornare con lui. Mai più-raccontò Hermione.
-Hugo ha scelto lui-disse tristemente Hermione ricordando cosa era successo non meno di una sera prima.
-Ron ha detto che sono una cattiva madre che penso a me e che i giudici gli danno ragione-aggiunse sull’orlo delle lacrime.
-Giudici? Vuole andare davanti ai giudici-chiese Draco sbalordito dalla stupidità del rosso Weasley.
Hermione deglutì.
-Così ha detto, ma Ron non è cattivo non farebbe...-cercò di ribattere Hermione ma un’occhiata di Draco la freddò.
-Granger, le persone cambiano- disse Draco – dovresti prendere contatto con un legismago che ti rappresenti –concluse il biondo.
-Non conosco nessuno- disse – quelli che conosco sono amici e li metterei in imbarazzo- aggiunse mordendosi il labbro.
Draco chiuse gli occhi e reclinò il capo ponendo una mano sulla fronte.
-Io conosco il miglior Legismago del mondo magico-disse il biondo,
-Sarà difficile convincerlo, soprattutto a venire a Londra.
Da quando è finita la guerra non ci mette piede, diciamo che è rancoroso verso il nostro paese- enunciò ancora Draco.
-Tu puoi convincerlo?- chiese Hermione.
-Io- rispose subito il biondo, -No, Granger, io non posso, ma tu si-aggiunse.
-Non ti seguo- disse infine la Granger.
-Blaise è il miglior avvocato che conosco- disse infine Malfoy.
-Per convincerlo basta che tu ti fidi di lui e il gioco è fatto-concluse il ministro.
-Blaise Zabini , intendi? Chiese Hermione scettica.
-Già-rispose Draco, - devi solo fargli capire che ti fidi di lui-aggiunse ancora Draco.
-è troppo facile- rispose Hermione.
-Dici? Io non credo, se Hermione Granger si affida a un ex Serpeverde per avere la custodia dei suoi figli non è certo una cosa semplice. Blaise ama le sfide e nella vita non ha mai sbagliato-
Hermione osservò il discorso di Draco e notò l’inclinazione della voce quando pronunciò la parola “sbagliato”.
-Grazie Draco per il consiglio- disse infine Hermione.
-Prego- rispose lui guardandola un po’ troppo, cosa che anche Hermione notò divenendo rossa.
-Quando puoi mettimi in contatto con Zabini- disse la Granger abbassando lo sguardo, riportando l’attenzione sulle mille grane che affliggevano il mondo orientale e che loro due: ministri del dipartimento cooperazione internazionale, dovevano risolvere.
-Ti farò chiamare domani stesso- disse Draco,- così forse riusciamo a fare un regalo a Pansy e ricongiungiamo una famiglia- disse Draco.
-Sta ancora a Londra?-chiese perplessa Hermione.
-Già, mia madre l’ha invitata per Natale. Mi farebbe piacere venissi anche tu- disse Draco inumidendosi le labbra mentre con fare indifferente sfogliava dei documenti.
-Devo chiedere a mia figlia-disse Hermione non riuscendo a trattenere un sorriso.
-Certo, spero che Rose sia magnanima e mi regali la presenza di sua madre a Natale- disse tutto d’un fiato Draco mandando definitivamente KO il cuore di Hermione

La mattinata corse via veloce, i due ripresero a lavorare e non toccarono più l’argomento. Ogni tanto si guardavano, ma era no solo veloci sguardi d’intesa.
Nessuno gli disturbò fino a pomeriggio inoltrato quando fu Narcissa Malfoy a portare loro il pranzo.
-Avete molto lavoro arretrato- disse la lady entrando dell’immenso studio del figlio distogliendo così l’attenzione dei due dai fogli.
-si madre, purtroppo questa è una grande grana e dobbiamo lavorare ininterrottamente-
-Mi scuso per il pranzo-disse Hermione imbarazzata, alzandosi di scatto ed aiutando Lady Malfoy con il vassoio.
-Non si preoccupi signora Granger. I ragazzi hanno mangiato e ora giocano nel parco-.
-Grazie- rispose Hermione imbarazzata.
-Spero che venga per il pranzo di Natale. Rose ha detto che non andrete a casa dei Weasley- Hermione divenne rossa come un peperone.
-Si. Madre, le ho già fatto l’invito sta a Rose decidere-
-Oh bene allora vi metto in conto- disse una raggiante Narcissa Malfoy.
-Ora vi lascio lavorare in pace- aggiunse scomparendo dallo studio in un lampo.
-Piaci a mia madre- disse Draco divertito, osservando Hermione con attenzione.
-Bene –rispose Hermione, - non è da tutte piacere a donne intelligenti e di classe- . Concluse la Granger e Draco non riuscì a trattenersi dal gongolare a tale risposta.
Quella donna era veramente il massimo, forse avrebbe dovuto buttarsi alla sua conquista ma ora con i mille problemi che Ron Weasley le stava creando, lui sarebbe stato un’altra arma nelle mani del rosso.
Poteva solamente aiutarla e farle sentire il suo appoggio, sperando di conquistare il suo cuore.

Nuovi amori ..Nuovi amici, e un gran pasticcio per il mio cuore. -10-


10-Il Natale secondo Draco Malfoy.
-Il piano-


Un ghigno soddisfatto si dipinse sul viso di Draco Malfoy alle diciotto e mezzo della vigilia di Natale, sua madre aveva portato buone notizie dalla missione in cui era stata impiegata.
Ora doveva aspettare Daphne per quell’altro lavoretto e Theo Nott.
Quest’ultimo lo raggiunse mezz’ora più tardi al grande manor dei Malfoy.
Con la solita camminata austera e rigida, il freddo Nott si avvicinò all’amico d’infanzia.
-Ecco-, disse consegnandoli un vecchio vaso rotto- S’illuminerà alle otto precise-disse Theo.
-Ti ha chiesto qualcosa?- chiese il biondo osservato attentamente gli occhi dell’amico.
-No, li ho detto che era una sorpresa Natalizia e dopo che ho consegnato la lettera e ha controllato la firma non ha fatto alcune obiezioni-aggiunse il medimago.
Una smorfia si dipinse sul viso di Draco ma non disse altro tenendo per se i suoi pensieri poco simpatici verso il Ministro della magia Inglese.
Alle venti meno un quarto arrivarono tutti, Daphne Greengrass vestita un bell’abito in organza color blu notte porse una scatolina al padrone di casa che la mise nel fodero della giacca senza batter ciglio. Blaise Zabini, accompagnò con disinvoltura, facendo le veci dei Malfoy, altri tre ospiti: i coniugi Potter e una biondina vestita con un carinissimo abito verde mente.
Nott li guardò un attimo prima di guardare con interesse la bionda al loro fianco che si girò proprio in quel momento verso di lui, mostrando il volto sorridente di Luna Lovegood.
 Il moro freddo e calcolatore divenne in un lampo meno glaciale quando i suoi occhi verdi incontrarono quelli azzurri della sua ex fidanzata.
Che pessimo scherzo pensò Theodor Nott, opera senza dubbio di uno dei suoi amici.
Guardò Draco un secondo e il biondo alzò le sopracciglia come per dire che lui non c’entrava nulla, Theo osservò quindi Blaise che divertito dall’altra estremità della stanza osservava i due ex fidanzatini.
-Potter, Weasley- disse Daphne rompendo quella strana atmosfera.
-Greengrass-, la salutò Ginny con tono freddo.
La bionda ex Serpeverde rimase un po’ perplessa ma non disse altro interrotta da una smaterializzazione congiunta. Le ultime quattro persone erano arrivate, era stata Narcissa Malfoy in persona ad averle condotte al Manor. Questi un po’ spaesate si guardavano intorno, sorridendo radiose quando incontrarono lo sguardo di Draco Malfoy.
-Benvenuti- disse il biondo andando incontro a Jane e Nicolas Granger e la madre di quest’ultimo la signora Elisabeth. La nonna di Hermione cui la ragazza era molto legata.
-Grazie a te Draco- disse il signor Nicolas stringendo con vigore la mano del biondo.
-Quello che hai in mente è una bellissima cosa- aggiunse sua moglie Jane sorridendo al ragazzo per cui aveva un debole. Anche se sua figlia non faceva altro che ripeterle che erano solo amici la signora Granger sperava che un giorno quei due testoni si sarebbero messi insieme.
-Signora Jane- disse sorpreso Harry andando incontro alla donna che sorrise e baciò sulle guance il miglior amico della figlia. anche Ginny fece lo stesso.
-Bene, ora che ci siamo tutti- disse Draco.- dobbiamo passare alla seconda fase. Vedete quel vaso rotto al centro della sala- tutti, si girarono all’unisono nella direzione che Malfoy aveva indicato.-
Quella è la nostra passaporta verso casa di Hermione. Sapete bene che è una sorpresa, lei non sa che stiamo andando lì, quindi mi raccomando fate silenzio-.
Alle venti precise della sera il vaso s’illumino tutti sfiorarono la vecchia e rotta porcellana e in un lampo venero portati a Parigi e precisamente nel piccolo appartamento di Hermione Granger, che ignara dormiva nel suo comodo e caldo letto.

***
Nel silenzio più assoluto la cucina venne allargata con la magia. Daphne, da brava arredatrice d’interni aveva allestito la tavola.
Blaise aveva chiamato i suoi camerieri rigorosamente maghi e non elfi, per non innervosire la padrona di casa che ancora portava avanti la sua battaglia sui C.R.E.P.A.
Theo, preso dall’imbarazzo, non era riuscito nemmeno a spiccicare parola, cosa che fece arrossire Luna e indagare con occhiate eloquenti Ginny che era stata tenuta all’oscuro, come del resto, tutto il mondo magico, del legame che fino a un mese prima aveva legato Luna e Theo; Questo, si era interrotto per la gelosia di quest’ultimo nei confronti di un collega molto insistente di Luna. Collega con cui la bionda era partita per un’escursione naturalistica.
Quando Draco arrivò con il catering del locale preferito di Hermione, lì a Parigi , la seconda fase era oramai finita.
Ora toccava a Jane Granger iniziare la terza, quella più difficile non farsi schiantare da Hermione versione Banshee.
La madre della strega, entrò piano nella stanza della figlia accese la luce e rimase sorpresa nel vedere Hermione accucciata sul letto avvolta nel piumino. Rimase ancora più sorpresa quando notò lo strano peluche che stringeva tra le braccia un piccolo furetto bianco.
Sorrise Jane, la sua ragazza era ancora una bambina e quando dormiva, era così dolce, chissà se Draco l’aveva mai vista dormire. Sicuro si sarebbe innamorato all’istante si trovò a pensare Jane.
-Hermione- la chiamò sua madre ritornando in se.
-Hermione cara, su svegliati è quasi ora di cena- disse Jane.
Hermione si girò tra i morbidi guanciali stropicciandosi gli occhi, si sentiva debole e spossata per il pianto e gli avvenimenti della mattina e si buttò come al solito il cuscino sulla testa.
-Su! Dormigliona svegliati stiamo aspettando solo te- aggiunse Jane.
Hermione rimase spiazzata. Due erano le cose o stava sognando, cosa che le risultava difficile visto che sentiva il cuscino sul viso o sua madre le stava veramente parlando a un palmo di naso.
La Granger si alzò di scatto deviando per un soffio la testa di sua madre e a occhi sgranati la guardò.
-Mamma!- disse quasi urlando. –Cosa ci fai qui?- chiese. –Vestita da gran sera Poi?- aggiunse Hermione notando l’abito color cobalto di sua madre che arrivava quasi a terra.
-è la vigilia Hermione cara, anch’io ogni tanto indosso l’abito buono- la rimbrottò sua madre.
Comunque, ora vai a cambiarti che stiamo aspettando tutti te- aggiunse Jane.
-Tutti? Chi c’è scusa- chiese preoccupatissima Hermione cercando di carpire maggior informazioni possibili da sua madre che invece sorrise e uscì dalla stanza.
-Merda!- disse tra i denti Hermione. – ci scommetto tutto l’oro dei Malfoy che è opera di quel furetto stronzo-aggiunse.
-Grazie, per i complimenti Granger. Sempre gentile –enunciò con la sua solita voce roca, che metteva i brividi.
Hermione si girò di scatto guardando il biondo che appoggiato con la schiena al montante della porta la osservava dall’alto in basso.
-Lavati e vestiti, sono tutte in tiro questa sera- aggiunse Draco.
-Perché?- chiese Hermione guardandolo dritto negli occhi.
-Perché ti voglio bene e non avrei rinunciato a stare con te questa sera. Sai che il Natale è la mia festa preferita e voglio attorno le persone che amo. Per te quest’anno ho fatto un’eccezione- disse ancora Draco e Hermione sbuffò.
-Ho invitato Potter, ora non potrai dire che non ti voglio bene- aggiunse.
-Metti l’abito nella scatola- disse infine uscendo dalla stanza.
Hermione rimase spiazzata dall’uscita di Draco ma non appena lui si chiuse la porta alle spalle, corse ad aprire la scatola.
Si sentiva un bambina, eccitata per la sorpresa del regalo da scartare.
 La scritta Armani, l’aveva fatta sorridere.
Solo lui sapeva quanto adorasse quello stilista babbano, solo lui riusciva a stupirla ogni giorno di più.
Chiuse gli occhi e sorrise ancora, come avrebbe fatto a smettere di amarlo. Quella, sarebbe stata una vera impresa ma ora non era il momento di pensarci se non si fosse sbrigata sua madre , pur non essendo una strega, l’avrebbe schiantata.
***
 Indossò l’abito al ginocchio che Draco le aveva preso, era bianco e completamente ricoperto di perline che brillavano alla luce.
Aderiva perfettamente al suo petto mettendo in risalto il piccolo seno, mentre la gonna a ruota lo rendeva giovanile e allegro.
Bella, si sentiva bella, almeno dentro la sua stanza. Con un colpo di bacchetta raccolse i capelli in un classico e morbido chignon, decise di truccarsi leggermente, solo un po’ di mascara e un velo di rossetto rosso, come dettava la moda parigina e finalmente decise di uscire dalla sua stanza, interrompendo in un attimo il chiacchiericcio che fino a quell’istante alleggiava nella sua cucina.
Hermione sorrise imbarazzata quando vide la sua umile e piccola dimora, invasa da tutta quella gente: I suoi genitori, sua nonna, i suoi amici Ginny e Harry che la guardavano estasiati, Daphne accanto a Blaise che alzò un calice al suo indirizzo, Luna che sorrideva radiosa, anche Theo, benché composto come suo solito le rivolse uno sguardo gentile.
Quando Hermione vide Narcissa accanto al figlio, quasi sbiancò ma la donna, più lesta prese la parola:
-Signorina Granger, ci scusiamo per averle invaso casa- disse la Lady,
 -Spero che questa sorpresa le faccia piacere- aggiunse.
-Io...-, cercò di ribattere Hermione.
-Tesoro devi ringraziare Draco per questo- la interruppe sua madre e il cuore di Hermione esplose di gioia.
No, non ci sarebbe mai riuscita, quel ragazzo era ormai una parte importantissima della sua vita.
-Troppo gentile Jane-, disse Draco, - ora è bene accomodarci, non vorremo far sfreddare il cibo- disse indicando le pietanze. Fu in quel momento che Hermione non si trattenne e dalla sua bocca benché fu un flebile sussurro disse
-Grazie- e Draco sorrise come non aveva mai sorriso prima cosa che notarono tutti i presenti e che fece gioire due donne che non aspettavano altro che quei due testoni capissero che la loro amicizia era ben altro.


Nuovi amori ..Nuovi amici, e un gran pasticcio per il mio cuore. -9-


9- Eclissi di cuore.

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Ogni tanto sto da sola e sono sicura che non mi ritroverai 
Ogni tanto sono stanca di riascoltarmi mentre piango la mia infelicità 
Ogni tanto guardo indietro e scopro come il meglio di questi anni sia passato di già 
Ogni tanto tremo di paura ma poi nei tuo occhi sento quello che sei .
****
L’aveva sentito smaterializzarsi, dopo poco che era entrata in bagno. Draco, se n’era andato.
Ora si sentiva stanca, le forze la stavano abbandonando.
Scivolò giù nel pavimento e pianse portando le mani sul viso, coprendolo.
L’aveva mandato via, per l’ennesima volta.
Aveva fatto vincere la ragione, relegando il suo cuore in un piccolo spazio, si era privata della sua presenza quando più ne aveva bisogno.
Quando finalmente l’aveva stretta tra le braccia regalandogli qualcosa di magico e insperato, lei, l’aveva cacciato per paura di spingersi verso qualcosa che non sarebbe più riuscita a fermare.
Per paura di regalarsi un attimo di paradiso prima che l’inferno li avvolgesse entrambi.
Prima che si trovassero di fronte a qualcosa più grande di loro, qualcosa cui fosse difficile tornare indietro.
È stata solo compassione diceva la sua mente.
Quello che è successo non conta nulla, per lui, sei una delle tante. È stato solo uno stupido bacio.
Un bacio emozionante e intenso, un sogno.
Non puoi competere, non ne sei all’altezza ripeteva la sua mente riportandola alla realtà.
Le donne che li stanno intorno sono, belle, con un corpo e portamento elegante, sono disinibite e soprattutto con il sangue puro.
Non sarai mai nulla per lui che un’amica.
La sua confidente.
Aveva così, dato un nome a quello che era successo quella notte di fine dicembre.
Si era fatta prendere dalla paura, aveva deposto le armi, non aveva nemmeno provato a combattere per vincere il suo cuore.
Semplicemente si era arresa, preferendo essergli amica che nulla.


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Tempo fa speravo in una storia con te 
Ed ora è solo un'assurdità 
Se non ci pensi tu 
Eclissi del cuore sarà 
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Si era sollevata da freddo pavimento dopo tempo immemorabile, non seppe nemmeno com’era riuscita ad arrivare in cucina.
Osservò un attimo il divano in cui la notte prima era stata tra le braccia di Draco, socchiuse gli occhi e si abbandonò nuovamente ai ricordi.
Un brivido scese lungo la schiena.
Una lacrima accompagnò i suoi pensieri.
La morsa della solitudine s’impadroniva di lei.
Sarebbe stata sola la vigilia di Natale.
Ricordò all’improvviso quello che l’anno prima Draco fece per lei. Ricordò la cena che organizzo con i suoi genitori e alcuni colleghi, ricordò Blaise Zabini che cercava in tutti i modi di portarsi a letto la segretaria di Draco, sua madre ridere divertita alle battute di Draco e ora guardandosi intorno si sentì veramente sola.
Se l’era cercata, si disse infine avviandosi silenziosamente nella sua stanza.
Non erano nemmeno le dieci della mattina e lei si rimetteva a letto come una malata. Lei, infondo, era malata almeno il suo cuore lo era.
Il mal d’amore è una malattia gravissima e lei ne era affetta.
Si butto nel letto e la sua mente vagò nei ricordi ancora, ancora e ancora.
Ricordò la prima volta che dormirono insieme, nessuna malizia ci fu quel giorno, anzi , lui riuscì nell’intento di farla star bene.
Normalmente, quando dormiva con un uomo la mattina seguente, si sentiva in imbarazzo, fuori posto, sotto esame. Lui, invece la fece stare bene. Nemmeno Ron che era il suo fidanzato, all’epoca la faceva stare cosi e si trovò a pensare cosa sarebbe successo se il rosso Weasley fosse mai venuto a sapere della sua amicizia con Draco e di quelle nottate passate a raccontarsi mille segreti e tante avventure. Questi momenti li avevano avvicinati, fatti conoscere nel profondo.
Rise il giorno in cui Draco le raccontò della faccia perplessa di Pansy Parkinson, quando lui le raccontò che erano diventati amici. Rise meno quando si trovò la moretta agguerrita davanti al suo ufficio al ministero e ci volle l’intervento di Daphne Greengrass affinché la mora si calmasse e togliesse le tende.
Draco le disse semplicemente che Pansy era gelosa di lei e Hermione non riuscì a capire.
Era lei la donna con cui l’uomo passava le notti, faceva l’amore, lei che forse un giorno sarebbe diventata la lady Malfoy.
Quanto si sbagliava Hermione.
Fu Blaise Zabini a dirle dell’enorme cantonata presa.
-Pansy è gelosa e in un certo senso le do ragione- disse il moro ex Serpeverde. –da quando tu e Draco siete diventati amici, lui è strano. Prima pensava solo a se stesso ora è si preoccupa per un altro e come se avesse un gattino da accudire. Tu sei il suo gattino. Tu sei speciale-. Disse il moro guardandola negli occhi, fu uno sguardo strano.
-So’, che avete dormito insieme- aggiunse Zabini.
-Senza fare sesso-aggiunse. -Non è da Draco, un Malfoy prende tutto da una donna tu per lui sei diversa- aveva detto così il moro e Hermione si trovò molte volte a fantasticare su questo ricacciando però il tutto a sogni irrealizzabili.
 Draco la vedeva come amica, le sue erano solo fantasie e ora che si erano baciati e che temeva di averlo perso anche come amico.
Ora non si sentiva più speciale ora era una delle tante, una che non l’avrebbe mai avuto come Pansy.
****
Era rientrato al Manor e non si sorprese di trovare sua madre e il suo miglior amico seduti nelle poltrone in pelle nera del salotto. Lì fermi a contemplare il cammino aspettavano il suo ritorno.
-Avete indetto una riunione straordinaria- disse avanzando a passo elegante all’interno della sala.
-Draco- disse lady Narcissa.
-Madre- rispose il ragazzo di rimando.
-Dra- aggiunse Blaise, guardandolo preoccupato.
Draco non lo degnò di risposta e si diresse verso il mobiletto degli alcolici.
-Non vorrai bere di prima mattina?- disse sua madre rimproverandolo.
-Bevo per dimenticare- rispose.
-Cosa è successo? Ha deciso che vuole stare sola e tu come al solito non hai detto nulla e hai fatto come voleva lei- a parlare era stato Blaise. Draco nemmeno si girò verso il moro amico, prese un bicchiere e versò il liquido rosso. Il miglior vino elfico produzione delle sue vigne in Borgogna.
-Quello che succede tra me e Hermione non sono problemi tuoi- aggiunse prima di buttare giù con un solo sorso tutto il contenuto del bicchiere. Sua madre assottigliò gli occhi .
-Ti sbagli, figliolo. Blaise è preoccupato per te e anch’io lo sono-
-Non vi è nulla di cui preoccuparsi- disse Draco mentendo.- Sta bene e l’ho lasciata riposare-concluse.
-Lei mente e anche tu- aggiunse Blaise sfidandolo.
-Blaise, fatti i cazzi tuoi-.
-Draco!- lo rimproverò sua madre.
-Lasci stare Lady Narcissa, non è certo una sua frase a far finire la nostra amicizia- aggiunse il moro Zabini.- Vorrei solamente che suo figlio ritornasse ad essere il vecchio Draco, quello che si prende quello che vuole-.
-Non capisco dove vuoi arrivare- rispose ora rabbioso il biondo Malfoy.
-Vorrei vederti felice, Draco e lo sai bene che l’unico modo per essere felice e prenderti ciò che vuoi- .
Narcissa si girò un attimo prima verso Blaise e poi verso suo figlio.
-Devi solo farle capire che è importante e unica. Potresti chiederle-disse sua madre sfiorando la vera che aveva al dito.
-State vaneggiando- rispose secco guardando la donna che stava ora in piedi accanto al camino in marmo bianco.
-Togliti la maschera e dille quello che provi-aggiunse il suo migliore amico Blaise.
-Non sapete di cosa state parlando- rispose stizzito Draco, stringendo il bicchiere di cristallo tra le mani.
-Lo sappiamo benissimo. Anche un cieco vede quello che provate uno per l’altro. Avete solo paura di quello che possano dire gli altri, paura di perdere.
L’amore è una scommessa non si sa mai come finisce ma si inizia perché non si può far a meno di chi si ama. Buttati figlio mio, sì finalmente felice e rendi quella ragazza felice.
Solo tu puoi riuscirci, solo con te al suo fianco lo sarà- disse infine Lady Narcissa prima di accarezzare un braccio a Blaise e avvicinarsi al figlio, donandoli un bacio sul capo. Uscì poi dalla sala lasciando i due amici a guardarsi storto.
-Aiutami a conquistarla- disse infine Draco e Blaise rise divertito.
Draco Malfoy aveva scelto di iniziare a vivere, per Hermione non ci sarebbe stata alcuna eclissi, il suo sole partiva alla sua conquista.
Convincerla della sincerità del sentimento, però sarebbe stato arduo ma Draco era sempre stato caparbio.
 Un Malfoy non si arrende mai.