venerdì 6 gennaio 2012

Quella strega di mia suocera -2-


2.Rivelazioni destabilizzanti.

Si era girata in fretta per celare al marito le lacrime, ma i suoi occhi non riuscirono a trattenerle e si sentì stupida ancora una volta.
Stupida e inferiore a quella donna che sempre l’aveva guardata con disgusto. Narcissa non le aveva mai nascosto l’antipatia che provava nei suoi confronti, essere una nata babbana, un’ex Grifondoro, un’eroina per il mondo magico e una madre, che lavorava per giunta presso il ministero della magia, non aiutavano certo a farsi apprezzare dalla suocera. Per Draco, l’unico erede del grande e rinomato casato dei Malfoy-Black sperava in un partito migliore.
Avevano pensato a una bella purosangue, magari bionda come Daphne Greengrass. Ligia e mansueta, come Pansy Parkinson che per Draco aveva sempre avuto un debole e già negli anni scolastici era più volte entrata nel suo letto. Avevano auspicato per il loro unico figlio una moglie che sfornasse un solo erede e si dedicasse per il resto della vita a organizzare serate danzanti e the con le altre donne dell’élite magica.
 Hermione differiva da quest’idea che Narcissa e Lucius avevano come futura lady Malfoy, lei lavorava e sodo, aveva un cervello e lo faceva funzionare poi aveva sfornato non un erede bensì tre pargoli e se fosse stato per Draco, i piccoli Malfoy sarebbero stati almeno una decina.
-Detesto vederti in questo stato- disse Draco abbracciando sua moglie da dietro stingendo un po’ e accarezzandole cosi il ventre.
-Non è colpa mia, appena sento il suo nome, mi viene da piangere-
-avvolte, esageri sai-
-certo è facile per te. È tua madre ti ama più della sua vita mentre e me che odia. Se potesse…-
-ti prego Hermione, non continuare diresti una cosa cattiva che non pensi-
-certo, tu non vuoi mai sentire-
Draco sbuffò sciogliendo l’abbraccio con Hermione, prendendo così ad asciugare le stoviglie.
-la descrivi come una strega cattiva delle fiabe babbane,- Hermione non replicò ma Draco con quella frase aveva centrato il nocciolo della questione. Sua madre era una strega e per di più cattiva. La matrigna di Biancaneve le faceva un baffo a Narcissa Black. -… come se lo facesse apposta-concluse Draco.
-ma lei lo fa apposta. Lei ce la mette tutta per mettere zizania tra di noi, lei aspira a farci lasciare, è sempre stato cosi. Hai dimentico quando ha insinuato che stavi con me solo per i bambini?- disse continuando a sfregare la pentola sporca di sugo.
-come aveva detto, ah si : “ non penserai che Draco sia innamorato di te, non sei alla sua altezza. L’hai incastrato, se no non ti avrebbe mai sposata”- concluse Hermione in una realistica imitazione del tono freddo e distaccato con cui Narcissa si rivolgeva a lei.
-forse hai dimenticato- continuò ancora la riccia,- quando mi ha umiliata davanti a tutti al ballo di primavera al manor, dicendo che tu preferivi le bionde costringendoti a ballare con Daphne, perché tanto io ero incinta e non potevo fare sforzi-.
-quello era…-
-quello è niente in confronto a quello che mi ha fatto passare l’ultima volta che l’ho vista-replicò Hermione senza farlo finire di parlare.
Draco girò il capo stranito, sapeva che tra sua madre e sua moglie era successo qualcosa ma nessuna delle due aveva detto niente Narcissa di punto in bianco aveva rifatto le valige ed era andata via mentre Hermione si era rifiutata di nominare il nome di sua madre per mesi.
-eh cosa è successo- Hermione rimase zitta un secondo, prima di sbuffare sonoramente.
-ha detto che avevi altri figli con la tua segretaria, quella che hai licenziato due anni fa perché aveva sbagliato i conti. Mi ha fatto trovare delle foto che ti ritraevano con lei e dei bambini- Draco rimase fermo, nemmeno respirava.
-è stato un incubo, ogni giorno un indizio sul tuo tradimento. Una foto, un messaggio su una pergamena- Hermione continuava a parlare mentre Draco incredulo non sapeva cosa dire, si era tenuta quel segreto per due anni. Per due anni aveva sofferto per quelle assurde bugie.
-era una bella donna, Stefani, ricordo che aveva i capelli lunghi e biondi, gli occhi azzurri, un colpo alto sinuoso magro sembrava Daphne. Daphne è sempre stata la preferita di tua madre lo dice sempre l’ha detto anche a Eltanin-. Draco aveva scollegato il cervello molto tempo prima …
-c’hai creduto?-chiese.
Hermione si morse il labbro cercando di trattenere le lacrime ma quelle scendevano copiose.
-c’hai creduto, perché eri strana, non facevamo l’amore in quel periodo eri fredda-ripeté Draco, incredulo per quella rivelazione. Lei non si fidava di lui, lei aveva creduto a quelle assurde parole.
-lei era bella, io un relitto avevo tre figli piccoli, un lavoro che mi spremeva come un limone e non avevo mai il tempo da dedicare al mio corpo ai miei capelli-Draco la fissava con gli occhi sbarrati sempre più incredulo.
-cazzo c’hai creduto- ripeteva.
-stiamo insieme da sedici anni e tu credi alla prima panzana che dice mia madre-enunciò
-la foto-cerco di discolparsi Hermione
-sei una strega brillante Granger, un tempo avresti riconosciuto al volo un magi ritocco-la ragguardi il marito.
-sono gelosa, sei contento. Vuoi sentirti dire che ho paura di perderti. Ecco te lo dico- disse lasciando il resto dei piatti nel lavello, asciugandosi con foga le mani sul grembiule che indossava ed uscendo poi dalla cucina senza girarsi verso il marito.
Raggiunse in un secondo la sua stanza, buttandosi a peso morto nel letto portando al petto il cuscino stringendolo stretto.
Draco la segui poco dopo e senza indugiare la strinse a se.
-è colpa mia se sei insicura? Chiese sussurrando all’orecchio della moglie.
-sono io che non ti dimostro il mio amore, io che manco-
-NO- disse cercando di rassicurare Draco ma tremando come una foglia tra le sue braccia.
-Io ti amo, ho amato solo te nella mia vita-. disse il biondo.- Rifarei tutto quello che ho fatto -. Terminò.
-Se non fossi rimasta incinta, non ci saremo mai sposati. Non avresti mai disubbidito ad un loro volere e il contratto con Daphne non sarebbe mai stato annullato-. Disse Hermione divincolandosi dalla stretta di Draco sedendosi sul letto.
-lo so io e lo sai tu Draco, il nostro matrimonio è un matrimonio riparatore-
-che dici?-
-scusa voglio stare sola questa notte- disse Hermione facendo violenza al suo cuore che non voleva lasciare suoi marito solo nella stanza patronale, ma i piedi si alzarono e s’incamminarono fuori dalla stanza che da anni condividevano e la condussero fino ad una delle stanze degli ospiti. Si barricò dentro e lì, finalmente, esternò tutta la sua frustrazione.
 Lo scompenso che quella donna portava ogni volta che si pronunciava il suo nome o si aspettava una sua visita, era tale da distruggere tutto quello che di buono avevano creato.

giovedì 5 gennaio 2012

COME CENERENTOLA- Cap.31

31- Scontro tra Titani -I Parte-

Erano passati due giorni dalla scarcerazione di Draco e ormai mancava poco all’udienza. Tutto era pronto, i testimoni erano stati avvicinati, alcuni documenti preparati e con l’aiuto di molti conoscenti e amici, Hermione, era riuscita ad aggirare la fitta ragnatela di omertà che Harry aveva ideato per isolarli.
 Infatti, da giorni la Gazzetta del Profeta non faceva che screditare sia Draco, ma quella non era certo una novità, che Hermione.
 Ormai per tutti era diventata un’arrivista che per la fama, che il nome Malfoy poteva darle, si era venduta cancellando in un solo istante gli ideali per cui da giovane aveva combattuto.
Questo faceva soffrire la ragazza che cercava in tutti i modi di mascherare la sua tristezza di fronte agli altri, soprattutto al suo compagno, anche se per Draco era come un libro aperto. Le era talmente entrata dentro che riusciva a capire cosa la rendeva felice e cosa no ed era per questo che si premurava di farla sentire sempre amata e protetta.
Logicamente non fu il solo a dimostrare solidarietà ad Hermione, soprattutto quelli che la conoscevano bene come i Weasley e Andromeda Tonks non si lasciarono incantare dalle parole della Gazzetta ed espressero il loro appoggio alla ragazza e alla causa.
-Non vedo l’ora che tutto questo finisca- disse sedendosi sul divano di pelle nel grande studio del Manor.
-tutti lo vogliamo Draco- rispose Hermione sollevando solo un attimo lo sguardo verso il biondo per poi riprendere a consultare la pila di documenti sulla scrivania in mogano.
-dovresti fare una pausa, lo sai?- disse ancora il biondo alzandosi con infinita calma per poi dirigersi verso la scrivania dove la ragazza stava seduta. S’avvicinò felino alla schiena della Granger, prendendo poi a massaggiarla delicatamente.
Hermione abbozzò un sorriso e socchiuse gli occhi sentendo il contatto delle sue dita lunghe e calde sul collo.
-vuoi che faccia una pausa o la vuoi fare tu la pausa?- chiese sottovoce, ma abbastanza forte da farsi sentire dal biondo, che respirò maliziosamente prima di riprendere a parlare.
-voglio farla con te la pausa- disse inchinandosi appena sussurrando quella frase all’orecchio della ragazza che fu percorsa un lungo brivido su per la schiena.
-ci sono un bel po’ di persone che lavorano nell’altra stanza- disse Hermione.
-ma noi siamo maghi Granger, un Colloportus e nessuno ci disturberà-rispose sornione ammiccando alla sua bella fata.
-ma che vi salta in mente non vorrete veramente fare del sesso qui?- disse il ritratto di avo Malfoy distruggendo l’atmosfera che si era creata tra i ragazzi.
Una smorfia di disapprovazione si disegnò sul viso di Draco, mentre Hermione sorrise e alzandosi accarezzò il viso del biondo.
-tra mezz’ora in camera- disse sussurrando sulle labbra del biondo che per un secondo rimase spiazzato e poi ghignò osservando la sua bella fata uscire dal grande studio del manor.
Si era proprio la donna della sua vita.
***
L’atteso giorno era arrivato, l’ansia quella mattina al manor si tagliava col coltello. Blaise e Ginny erano arrivati per la colazione ma nessuno mangiò niente causa lo stomaco chiuso.
Draco, all’apparenza era tranquillo, ma era un bravo attore, lo era sempre stato e quella mattina non faceva altro che rimettere i vecchi panni del ragazzo di ghiaccio per sei anni si aggirava nei corridoi freddi di Hogwarts. Hermione, invece era più pallida del solito e non si staccava mai dalla sua preziosa 24 ore, dove riponeva tutto il materiale che le sarebbe servito per l’udienza.
Anche Tibly, l’Elfa domestica era ormai sull’orlo di una crisi di nervi, correva febbrile da una parte all’altra, si raccomandava con tutti e ogni secondo si avvicinava a Draco e con una scusa più assurda dell’altra lo abbracciava.
-sono le otto e un quarto- disse Blaise rompendo il silenzio.
Draco mugugno impercettibilmente, mentre Tibly fece uno stridulo urletto dei suoi.
-Tibly basta- disse il biondo.- ti ordino di smetterla di comportarti cosi- l’Elfa sgranò gli occhi ed abbasso il capo sconfitta. Pianse silenziosamente quando li vide uno a uno scomparire dentro il camino diretti al ministero, l’ultima ad andare fu Hermione che si fermo un attimo girandosi verso l’esserino.
-Lo riporterò indietro, non temere Tibly- l’Elfa sospirò sonoramente prendendo tra le mani un fazzoletto tutto lavorato su cui prima si asciugò le lacrime e poi il naso. Hermione non indugiò ancora si girò ed entro anche lei nel camino.
-Ministero della magia Londra- urlò inalando un po’ di cenere, il viaggio con la polvere magica durò un secondo e già i suoi piedi toccarono terra.
-dove cavolo ti eri cacciata- disse un’agitata Ginny con i capelli sconvolti pallida in volto.
-stavo dando alcune direttive a Tibly- rispose la Granger voltandosi per cercare Draco ma attorno a lei c’era solo Ginny e Blaise.
-Draco?- chiese preoccupata nel vedere le facce sconvolte degli amici.
-dietro le sbarre Granger, proprio dove deve stare un mangiamorte assassino come lui- la voce giungeva dalle sue spalle ed era riconoscibilissima per Hermione.
Harry Potter, avanzò con passo veloce e leggero, la ragazza si girò ad osservarlo: i capelli nel tempo erano sempre indomabili ma qualche ciuffò bianco spuntava dalla nera chioma, gli occhi verdi erano diventati più duri, cattivi e l’espressione irrisoria che aveva stampata in viso non faceva altro che accrescere il disprezzo che ora provava per lui, quello per cui un tempo si era battuta, quello per cui avrebbe sacrificato la sua stessa vita, ora voleva distruggere la sua e quella dell’uomo che amava.
-sai Granger, sei stata coraggiosa. Molte l’avrebbero abbandonato subito ma tu sei sempre stata troppo orgogliosa per lasciare le cose a metà.- disse avanzando ancora un passo, mentre dietro di lei sia Blaise sia Ginny si avvicinarono facendole da scudo.
Hermione, avanzò un passo per niente intimorita dalle parole dell’eroe magico, tutto sembrava fermarsi e molti lo fecero veramente.
-non mi fai paura Harry il tuo castello di menzogne crollerà e tu con lui-
-ah, ah, ah, sei troppo divertente Granger. – disse il salvatore del mondo magico assottigliando lo sguardo, osservando bene la sua ex migliore amica,
-troppo divertente. Ti avrei risparmiato un’umiliazione ma tu insisti, non demordi e quindi- disse sferzante- mi costringi a distruggerti insieme a quel fallito da cui ti fai scopare-.
-stai attento Potter-.
-ah, ah , Zabini se fossi in te mi preoccuperei di sapere se quello che questa- indicando con macerato disgusto Ginny- ha veramente in grembo è tuo figlio o quello di qualche altro che si è portata a letto- Ginny non aspetto nemmeno un secondo inflisse a Harry un sonoro schiaffone. Il moro non disse niente ma sorrise.
-ridicoli. Oggi sprofonderete tutti nel fango-li minacciò a denti stretti e occhi spiritati. Harry Potter lanciava il guanto di sfida e non attese molto perché il guanto fu afferrato al volo.
-Oggi Potter l’unico che sprofonderà nel fango sarai tu e la tua insolenza. Ricorderai questo giorno come la tua fine, la fine dell’eroe magico- disse Hermione girandogli le spalle e incamminandosi verso l’aula in cui si sarebbe svolta l’udienza seguita a ruota da Blaise e Ginny.

SPAZIO AUTRICE...
questo è l'inizio del capitolo centrale della storia...preriamo vi piaccia.
un bacio a tutte e buon'epifania a tutti.

mercoledì 4 gennaio 2012

Io, Una parentesi Verde-Argento nella tua vita Grifondoro. cap.6

6. Un anno prima II parte

Dopo quello scontro negli anditi bui durante la ronda, Blaise non l’aveva più vista era pericoloso per la piccola Ginevra Weasley andare in giro da sola soprattutto la notte, poiché quel castello brulicava di Mangiamorte e durante la mattina, la vedeva spesso circondata dagli amici di sempre Neville Paciock e Luna “Svitata” Lovegood.
Ma Ginevra, non era una ragazza normale, il pericolo non l’aveva mai intimorita e una sera dopo quasi due settimane in cui nemmeno con lo sguardo si erano incrociati, la incontrò nel bagno dei prefetti.
-dovresti stare rinchiusa nella tua torre- disse Blaise avvertendola della sua presenza avanzando lentamente verso il centro della stanza. – Qui, non è sicuro per te- Terminò Zabini.
La rossa si girò di scatto guardando l’alto moro in piedi in mezzo alla stanza quasi vicino alla grande vasca da bagno dove numerosi rubinetti dorati riversavano dell’acqua calda.
La ragazza sbuffò al sentire la voce del moro.
-sparisci Zabini-disse.
Blaise aggrottò la fronte appena sentì quella frase uscire dalla bocca carnosa del suo sogno erotico.
-e perché mai! Io sono un prefetto ed ho voglia di un rilassante bagno caldo-enunciò il moro osservando la morbida schiuma che ricopriva quasi interamente la vasca e che emanava un delicato odore di menta e muschio.
-si, ma non lo puoi fare il tuo rilassante bagno caldo, stupido di un Serpeverde- disse la rossa alzandosi irritata dalla finestra nella quale era seduta, dirigendosi ora a grandi falcate davanti al moro.
-eh perché mai non posso rilassarmi Weasley?-chiese Blaise trattenendo a stento di riderle in faccia.
-Mamma mia allora vi scelgono perché siete stupidi in quella dannata casa-, disse tra i denti Ginny ma ben udibile al moro, che irritato per quell’affermazione ora, la guardava dall’alto del suo metro e novanta.
Ginny, per niente intimorita continuò a parlare:
-Non puoi fare il bagno- disse scuotendo i capelli rossi con un semplice gesto del capo, -perché ci sono io-terminò ponendo le mani sui fianchi come faceva sempre sua madre quando imponeva una sua decisione a suo padre o ai suoi fratelli.
-ah sì e che mi frega se ci sei tu, non m’imbarazzo mica a spogliarmi davanti ad una ragazza- disse togliendosi il maglione con un gesto elegante rimanendo così a dorso nudo.
Ginny aprì la bocca sorpresa per quel gesto di Zabini e le gote gli si imporporarono non poco quando sempre senza vergogna il ragazzo slacciò i pantaloni rimanendo con i soli boxer.
Blaise, indifferente all’apparenza alla situazione che si era creata, avanzò lentamente verso la vasca, superando così la rossa che era rimasta impallata vicino alla porta. Si sfilò i boxer e si tuffò nell’acqua che lo riscaldò subito celando le sue nudità.
Quando emerse dall’acqua, la trovò ancora lì, ferma come un palo, incredula da quello che le sue iridi avevano visto pochi istanti prima.
-Bellissima- disse Blaise, scuotendo i capelli con un gesto e bagnando Ginny che si ridestò dal torpore in cui era caduta. Il moro, dopo aver ghignato soddisfatto per averla in qualche modo sorpresa ed imbarazzata, nuotò verso il bordo per poterla così, osservare meglio.
-è calda al punto giusto, sai- disse guardando prima la rossa poi l’acqua.
- Non è che vorresti unirti a me?- chiese senza vergogna, sperando in cuor suo che quella puritana per una volta facesse un gesto sconsiderato.
Ginny diventò più rossa dei suoi capelli e spalancò la bocca ma boccheggiò solamente perché le parole non le uscivano.
-Tranquilla Weasley se non hai coraggio per affrontare un bagno con un Serpeverde, non ti costringerò mica- disse lui, sfidandola.
La rossa aggrottò la fronte, assottigliò lo sguardo e con cipiglio deciso si avvicinò a bordo piscina.
-Non mi fai paura Zabini-
Lui rise divertito.
-Non è questo il mio intento Weasley. Ti stavo solo invitando per galanteria poiché sei qui, ad unirti a me nella vasca dei preferiti per un caldo e rilassante bagno-.
Ginny soppesò quelle parole guardandolo dritto negli occhi.
Il nero delle irridi di Blaise si fusero con quelle azzurre di Ginny e un brivido corse lungo la schiena di entrambi.
-solo un bagno- ripeté la ragazza, osservando ancora il moro che era quasi completamente immerso nell’acqua.
-certo Weasley solo un rilassante bagno caldo- ribadì Blaise.
-Girati- disse Ginny.
-Scusa?- chiese stupito Zabini.
-Girati ho detto, non vorrai che mi spoglio davanti a te- Blaise rimase interdetto per un solo attimo lottando con la sua mente sulla frase da dire alla rossa…
Certo che voglio che ti spogli davanti a me, pensò, ma poi disse:
-certo-girandosi dalla parte opposta.
-chiudi gli occhi- disse Ginny.
-ok- rispose sbuffando il moro fino a quando non senti l’acqua spostarsi.
Si girò di scatto osservando la ragazza che sembrava essersi dimenticata, al contatto di quell’acqua calda, di lui.
Osservò febbrile ogni lembo di pelle, cercando di non essere notato.
I capelli ricadevano umidi sulle spalle sfiorando l’acqua, le spalle magre e bianchissime mostravano dei nei che mai aveva notato poiché celati dalla divisa. Il seno alto e sodo s’intravedeva dalla schiuma, particolare di cui la Weasley non si accorse presa com’era dal bearsi di quella sensazione di relax che quelle acque calde infliggevano al suo corpo.
Rimase minuti interminabili a guardarla senza che lei aprisse mai gli occhi.
-si sta bene qui- disse la rossa aprendo piano gli occhi ed osservando con stupore lo sguardo ammirato con cui Zabini la stava guardando.
Abbassò lo sguardo imbarazzata spostandosi di lato e impigliando i capelli in uno dei rubinetti della vasca.
-ahi- disse tirando ancora cercando di liberarsi dal rubinetto.
-aspetta- il moro fece solo due bracciate e si mise alle spalle.
-non tirare, se no ci lasci lo scalpo-le intimò Blaise.
 Ginny era imbarazzata dalla situazione era nuda dentro una vasca con Blaise Zabini, nudo anch’egli, intento a districare i suoi capelli dal rubinetto della vasca da bagno dei Prefetti. Che cosa avrebbero pensato se li avessero beccati in quel momento, cosa avrebbero detto i professori, i suoi genitori, i suoi amici, Harry.
Oddio che avrebbe detto Harry.
-muoviti- disse Ginny con un repentino cambiamento di voce, da rilassato a teso, agitato, spaventato.
 Colpevole.
-Guarda che sto cercando di aiutarti Weasley-replicò il moro mentre cercava di sciogliere quel groviglio di capelli dal rubinetto.
-immagino mi vorresti morta-replicò Ginny.
-se ti volevo morta come dici, lo saresti già da un bel pezzo-
-guarda che so difendermi, non pensare che…-
-eh chi pensa, non hai forse detto che sono uno stupido Serpeverde-
Si girò di scatto guardandolo incredula per quell’affermazione, l’aveva forse offeso apostrofandolo in quel modo?
Ma quella domanda gli morì in bocca osservando Blaise da vicino. Gli occhi neri, profondi e misteriosi come la notte, le labbra carnose e sensuali, la pelle d’ebano, il petto muscoloso dal quale incominciavano a spuntare i primi peli mostravano un ragazzo, un uomo molto bello che mai aveva osservato, veramente.
-scusa- disse sussurrando. Vicino, troppo vicino alla bocca di Blaise che rimase come incantato nel vedersela affianco.
Si guardarono ancora un attimo prima che la ragazza socchiudesse la bocca invitando il moro a dissetarsi con le sue labbra.
Il contatto delle loro labbra fu inebriante, Blaise dopo aver liberato i capelli della ragazza le prese il viso tra le mani e approfondì il bacio.
Sembrava un assettato che non beveva da mesi, anni.
Prima con infinita dolcezza accarezzò con la lingua le calde e carnose labbra della rossa, poi sempre con la lingua si insinuò nello spiraglio che la rossa lasciò incominciando una sensuale danza con la lingua della ragazza.
La sentiva ansimare, ma ricambiava il suo bacio. Si sentiva in paradiso Blaise, ma si svegliò di colpo quando Ginny lo spinse via incredula per quello che avevano appena fatto, incredula per aver baciato un altro.
-Harry- disse portandosi le mani in viso sconvolta.
Blaise non riuscì a trattenerla che già era uscita dalla vasca mostrandosi nuda agli occhi del Serpeverde ma non gli importava, prese i suoi indumenti e si rivestì con l’aiuto della bacchetta e corse via, lontano da Blaise che rimase immobile al centro della vasca ad assistere alla fuga di quell’infida strega ammaliatrice.

Quella strega di mia suocera.


Un ticchettio alla finestra destò l’attenzione dei commensali, che quella sera erano riuniti per la prima volta dopo mesi nella grande sala da pranzo della villa Londinese della famiglia Malfoy-Granger.  Il Natale era alle porte e i tre figli della coppia, tutti e tre in età scolare, erano rientrati proprio quella sera con l’espresso proveniente da Hogwarts.
-aspettavi qualche missiva ?- chiese Draco Malfoy destandosi dal tavolo e aprendo la finestra per far entrare il grande allocco, ma appena lo vide, capì che quel grosso pennuto non stava cercando sua moglie Hermione Granger, bensì lui.
 L’enorme allocco nero, vibrò in aria spezzando l’atmosfera felice della cena di famiglia, Hermione appena vide il gufo nero di proprietà di sua Suocera arricciò il naso, anche il delizioso arrosto che in quel momento stava gustando le sembrò insapore.
-che vuole tua madre?- chiese febbrile al marito che si apprestava a slacciare la pergamena dalla zampa del pennuto che si era adagiato sopra lo schienale di un’elegante sedia in stile barocco.
I due maschi: Scorpius il primogenito e Anthares il più piccolo, che solo quell’anno era entrato a Hogwarts smistato a Corvonero come il fratello maggiore, guardarono prima il padre e poi la madre. Tutti sapevano dell’antipatia che Nonna Narcissa provava per la loro mamma e ancora di più sapevano cosa provava la loro mamma al solo nominare la nonna.
L’unica che era felice di quella lettera nel bel mezzo della cena era la figlia di mezzo.
-Oh, che bello vengono i nonni?- urlò Eltamin l’unica tra i figli della coppia ad assomigliare oltre che fisicamente anche caratterialmente ai coniugi Malfoy, cosa per faceva soffrire tantissimo Hermione.
-si- rispose Draco con un’espressione tesa in viso. Hermione trattenne il fiato e guardava ora con occhi sbarrati, suo marito che si avvicinava con il suo solito passo elegante.
-tieni- disse porgendo la fine pergamena color avorio in cui sua suocera annunciava il suo arrivo per l’indomani mattina.
Hermione impallidì, quelle sarebbero state le peggiori vacanze di Natale della sua vita.
***
Si era trattenuta dall’esternare tutta la sua frustrazione fino alla conclusione della cena, quando tutti e tre i suoi pargoli chi per stanchezza, i due maschi, chi per concedersi un rilassante bagno di bellezza, la femmina, lì avevano lasciati soli a rassettare la cucina.
Draco sparecchiò con infinita lentezza la tavola, mentre Hermione incominciò a far scendere l’acqua calda nel lavello per lavare le stoviglie.
Appena la strega sentì un cambiamento d’aria e dei passi strascicati, prese a parlare esternando tutta la sua frustrazione per quell’ingombrante novità.
-che novità è questa- chiese con un tono di voce per niente accomodante.
-per quale nefasto motivo i tuoi elegantissimi, raffinatissimi e importantissimi genitori si mischiano a una sporca mezzosangue per le feste di Natale?-
Terminò Hermione immergendo i piatti di fine porcellana bianca nell’acqua bollente, sfregandoli con foga.
Draco respirò sonoramente.
-Non lo so amore-rispose poggiando i piatti nel mobile accanto al lavello.
-Non adularmi sai- rispose piccata la Granger, girandosi con foga verso il marito brandendo un grosso tegame di coccio come arma contundente. Draco alzò le mani in segno di resa e un’espressione divertita sul volto.
-ehi- disse il biondo osservando il viso teso di sua moglie che sbuffò dalla frustrazione.
-Non è ancora arrivata e già litighiamo- riprese Hermione trattenendo a stento le lacrime, girandosi poi di scatto per non mostrare quella fragilità, l’ennesima, a suo marito. Era debole e indifesa quando si affrontata il discorso Narcissa. Draco adorava sua madre tanto quanto quest’ultima odiava Hermione e il loro rapporto era sempre stato teso, per non dire burrascoso.
***

Fin dal primo giorno, in cui Draco la presentò come la sua fidanzata, il rapporto tra Narcissa Black, bella e aristocratica lady Malfoy e Hermione Granger, mezzosangue, Grifondoro fu tumultuoso.
La signora Malfoy, non mandò giù che il suo unico figlio sprecasse tempo dietro la sottana di quell’insulsa ragazzina che in tutto il mondo magico era conosciuta, per essere stata una degli artefici della scomparsa dell’Oscuro Signore. Non era quello, però il motivo che infastidiva Lady Narcissa, bensì la strafottenza che la ragazza mostrava nei confronti del figlio.
Era sempre stata un tipino deciso Hermione, una saputella insignificante l’aveva descritta Draco nel periodo scolastico pre-guerra, poi alla fine di quel periodo nefasto la saputella insignificante era diventata una donna con un corpo magro e sinuoso, lunghi capelli ricci che ricadevano morbidi sulla schiena due occhi grandi color cioccolata e due labbra carnose, tanto che anche l’algido e freddo principe dei Serpeverde capitolò ai suoi piedi.
Il loro rapporto non fu facile all’inizio, giacché per ben sei anni si erano detestati, ma una sera causa una ricerca che il professor Lumacorno assegnò a entrambi, scoprirono di non essere indifferenti l’uno all’altro. Presero a frequentarsi di nascosto durante il settimo anno che entrambi frequentarono fino a quando ad un mese dai MAGO, Hermione scoprì di aspettare un figlio e quello comportò l’annuncio ufficiale della relazione.
I giornali ci ricamarono sopra per mesi, l’eroina magica aspettava un figlio dall’ex mangiamorte redento. Narcissa era livida di rabbia, il suo bambino aspettava un figlio da una mezzosangue, un’indegna nata babbana avrebbe sporcato il loro albero genealogico. La legge magica era chiara su quel punto, se una coppia aspettava un bimbo prima del matrimonio, doveva correre subito ai ripari sposandosi prima della nascita del bimbo. Narcissa cercò di mettere scompiglio tra i ragazzi insinuando il dubbio in Hermione, sul fatto che, veniva presa in moglie solo perché portava in grembo un Malfoy e non perché Draco era innamorato di lei.
La ragazza soffrì molto in quel periodo, tanto da decidere di prendersi una pausa allontanandosi per un breve periodo dal biondo, ma l’amore che provava per Draco e quello che Draco provava per Hermione gli fece riavvicinare coronando il loro sogno d’amore con la nascita del primogenito Scorpius.

Continua…


martedì 3 gennaio 2012

La vita della bellissima e tristissima Narcissa Black In Malfoy.


La vita della bellissima e tristissima Narcissa Black
In Malfoy.

Che strano uomo avevo io
con gli occhi dolci quanto basta
per farmi dire sempre
sono ancora tua
.
Avevo compiuto da poco quindici anni quando vidi per la prima volta quello che solo due anni dopo sarebbe diventato mio marito. Capelli biondi, quasi albini e lunghi, più lunghi dei miei. Lucidi e setosi alla vista, morbidi al tatto, ma quello lo scoprii solo col tempo. Alto e fiero, ma quello che più mi colpi di quel ragazzo di bell’aspetto, erano i suoi occhi. Due gemme ghiacciate che mostravano il suo cuore, la sua anima, ma io  da ragazzina ingenua quale ero non seppi interpretare quello che i miei occhi mi mostrarono. Lo vidi bello e me ne innamorai all’istante, fantasticando sulla mia prossima vita al suo fianco.
Non ebbi modo di avvicinarlo, il giorno in cui suo padre e il mio stipularono il contratto matrimoniale, lo vidi di sfuggita nascosta dietro una vecchia statua di pietra raffigurante un vecchio avo che aveva ricoperto il nome dei Black di lustro e riconoscimenti in tutto il mondo magico e che in quei giorni lontani abbelliva la villa in cui ero cresciuta, il manor dei Black.
Mio padre, mi aveva offerto al signor Malfoy per compensare lo sgarbo che mia sorella, che fin in tenera età era stata promessa sposa al rampollo Malfoy aveva recato a tutti noi.
 Andromeda, era scappata con un babbano, Tonks era il suo nome, annullando con quel gesto folle il suo contratto matrimoniale con Lucius Malfoy, l’uomo che io, Narcissa, la più piccola delle Black avrebbe sposato.
Pensavo, sbagliando, che quel ragazzo dovesse essere molto brutto per spingere mia sorella a scappare per non sposarlo, ma sbagliavo da ingenua quale ero. Quello non era il motivo reale per cui Meda, questo era il diminutivo con cui io e Bella, l’altra mia sorella la chiamavamo prima che succedesse il fattaccio, era scappata.
No lei scappò per amore, l’amore che provava per un nato babbano e che la mia famiglia, ancorata agli ideali di purezza di sangue non comprese.
 Ideali che segnarono la mia vita nel bene ma soprattutto nel male.


e mi mancava il terreno
quando si addormentava
sul mio seno
E lo scaldavo al fuoco umano
della gelosia.
Erano passati due anni e quel ragazzo che un tempo vidi nascosta dietro una grossa statua nella vecchia casa di famiglia, era diventato mio marito. L’avevo sposato in una cerimonia piena di sfarzo e gente importante, avvolta in un abito bianco che mi fasciava il corpo mostrandomi per la prima volta come una donna e non più una bambina come Lucius mi considerava.
 Avevo sposato uno dei rampolli più ambiti di tutto il mondo magico, un ragazzo bello quanto algido e fiero, che mi fece palpitare il cuore appena posò i suoi occhi grigi come il metallo su di me. Sentivo il mio corpo fremere, come scossi da piccoli tremolii quando per la prima volta la sua mano si posò sulla mia, ma il contatto fu breve e mai mi guardò in viso, l’etichetta non lo prevedeva e lui non contradiceva mai la ligia etichetta dei purosangue.
In pubblico mi teneva la mano con fare distaccato, mai un sorriso o un ammiccamento complice tra di noi quando tutta l’élite era schierata davanti ai nostri occhi e solo in circostanze speciali avvicinò la sua bocca alla mia guancia per baciarmi.
Il rigore e il suo buon nome venivano prima di tutto, prima di una carezza che mostrasse affetto per quella che ora era sua moglie.
Ma non era solo delle carezze che Lucius mi privava, vivevo in una villa immensa circondata da servitù e dame che mi veneravano davanti ed aspiravano a una notte di passione con mio marito non appena giravo loro le spalle.
Lucius era un don Giovanni della peggior specie, lo capii fin dalla prima notte di nozze, quando incamminatami verso le mie stanze per peparmi per la notte lo sentii ansimare tra le cosce di un’altra donna, più matura ed esperta di me. Quella scena per me, ingenua ragazzina fu un duro colpo.
Dividere l’uomo che già amavo con altre donne, tantissimi alte donne mi fece male, ma ancora più male, mi fece sentirmi irridere da mio marito quando lo affrontai.
Per lui, non ero niente, solo una che presto gli avrebbe dato un erede, una di cui non gli importava affatto, perché a Lucius Malfoy non importava niente di nessun essere umano fuorché se stesso.
Così condividevo con quelle donne esperte tra le lenzuola, mio marito e lo feci anche dopo la nascita di mio figlio.
Il nostro unico figlio ed erede Draco.

che strano uomo avevo io
mi teneva sotto braccio
E se cercavo di essere seria
per lui ero solo un pagliaccio

Lucius dopo la nascita di Draco, non cambiò di una virgola anzi peggiorò, il nostro rapporto divenne sempre meno intimo e fui rimpiazzata da diverse concubine che spesso si portava anche nei viaggi di lavoro, spacciandole per la signora Malfoy. Questo lo seppi per via delle malelingue che godevano nel ferirmi e deridermi alle spalle, temendo però di dichiarare queste cose a viso aperto.
 Col tempo però cambiai, la dolce Narcissa scomparve e affilò le unghie, padroneggiando il potere che solo una Lady Malfoy poteva avere. Riuscii a farmi rispettare anche da lui, costringerlo a considerami come donna e moglie, avevo dalla mia parte la cosa che più teneva al mondo il buon nome del suo casato e se avesse continuato a mancarmi di rispetto sarei andata senza riserbo a confessare a tutto il mondo magico con chi passasse le sue belle nottate.
Lo minacciai e ne fui veramente soddisfatta.
Da qualche tempo, infatti, aveva preso a frequentare una donna che conoscevo molto bene in quanto la sua amante altro non era che la giovane moglie di un suo caro amico, questo mio affronto lo toccò molto e quasi venimmo a uno scontro di bacchette, ma alla fine vinsi io alla fine.
Poiché né quella donnaccia che temeva che rivelassi tutto al marito né il caro Lucius che non voleva far finire il suo prezioso casato nel fango continuarono la torbida relazione.
Finalmente, dopo anni di matrimonio e un figlio di quasi tre anni ebbi mio marito.

E poi mi diceva sempre
non vali che un po' più di niente
Il nostro rapporto nel tempo non crebbe, vedevo nel suo volto il disprezzo nei miei confronti. Per lui non valevo niente e il suo sguardo non faceva che ricordarmelo. Dopo che i suoi tradimenti cessarono, era solo il mio corpo quello che gli dava soddisfazione, ma non riuscii mai più a concepire un figlio. -Forse era una cosa mentale-, disse una volta un medimago a Lucius, mentre io stavo esanime riversa nel letto dopo la perdita dell’ennesimo bambino.
E il suo sguardo non cambiò mai, fino a quando ci portò nel baratro più profondo.
Conducendo me e suo figlio al cospetto con il male.
Conducendoci al cospetto di Lord Voldemort, l’Oscuro Signore, costringendoci così a servire quell’essere ripugnante venerandolo come un dio.
Da quel momento iniziò il nostro declino, iniziò il declino dei Grande casato dei Malfoy che ancora oggi viene accompagnato da smorfie di disgusto in tutto il mondo magico.

Io mi vestivo di ricordi
per affrontare il presente
Di quella che un tempo, era una gioiosa ragazzina, ora non vi era più traccia.
Aveva, da qualche tempo, lasciato il posto ad una donna matura che aveva vissuto una vita fatta di sofferenze, inganni e dolore. L’unica luce di quella tormentata esistenza era stata la nascita di suo figlio Draco, solo per lui aveva lottato, solo per lui continuava a lottare.
Riguardando indietro, Narcissa Malfoy, non poté fare altro che schifarsi del marciume in cui Lucius, L’uomo che un tempo venerava li aveva condotti e malediva il giorno in cui suo padre stipulò quel contratto matrimoniale.
Ricordava alla perfezione gli anni dell’innocenza, quando sognava attraverso i libri, il suo matrimonio da fiaba immaginandolo come quello romantico che era trascritto sulle pagine più volte sfogliate. Ma nulla dei suoi sogni si avverò, il suo matrimonio stava in piedi solo grazie alle leggi magiche, inscindibili e quell’uomo che un tempo era alto, bello, fiero che la faceva rabbrividire al solo sguardo non c’era più. Ora di Lucius Malfoy non era rimasto che un involucro vuoto, privato della ragione a causa del male che aveva fatto, a causa della sua follia e venerazione per l’oscuro signore aveva ricevuto il bacio del dissennatore come pena massima.
Narcissa non riusciva ad essere dispiaciuta per lui, non poteva esserlo, quell’uomo le aveva rovinato la vita e se non l’avesse fermato, avrebbe rovinato anche l’esistenza di Draco.
Alla fine, nella guerra in cui vennero coinvolti, lei Narcissa giocò un ruolo importante passo con il nemico, passò nelle file del bene per salvare suo figlio infischiandosene di tutto il resto. Quella ragazzina che un tempo cercava l’amore e sognava una vita serena aveva cambiato il destino del mondo magico ma in pochi la ricordavano per questo, per tutti era solo la bellissima e triste Moglie di Lucius Malfoy.



COME CENERENTOLA- Cap.30

30. L’attesa prima del processo.

La luce che penetrava dalle finestre della grande stanza patronale l’avevano svegliato. Cercò, con non poca difficoltà, di girarsi nel letto ma ogni movimento causava dolore al giovane Malfoy cosi decise di chiedere aiuto, maledicendosi per questo. Tastò con una mano la parte del letto che non era occupata dal suo corpo e si stranì nel sentirla fredda e vuota. Hermione, la sua fata non era lì al suo fianco. Era andata via, scappata nella notte, pensò l’aveva lasciato solo anche lei. Era logico che lo lasciasse come poteva una donna del suo calibro sporcarsi con un essere nero come lui, come poteva.
-Amore. Sei sveglio?- chiese una voce celestiale, la sua voce, quella della sua fata e il cuore riprese a battere.
Aprì nuovamente gli occhi fondendoli con quelli castani della donna che con un vassoio in mano ricco di leccornie avanzava verso il suo letto.
Lasciò che il vassoio librasse in aria mentre con delicatezza lo aiutò a sedersi sul letto mettendo due guanciali dietro la schiena.
-come ti senti?- chiese dopo avergli messo il vassoio sulle gambe.
-un relitto- mugugno Draco.
-credo che entro questa pomeriggio starai meglio. La pozione dovrebbe aiutarti a sopportare il dolore e guarire gli ematomi-
Disse scostando un ciuffo biondo del ragazzo che ricadeva scomposto celando gli occhi di ghiaccio che la facevano impazzire.
-ora mangia- disse baciandogli la fronte con dolcezza alzandosi dal letto in cui si era seduta per poterlo osservare meglio.
-dove vai?- chiese Draco, preoccupato nel vederla allontanarsi ancora da lui.
Hermione si girò, sorpresa da quella dichiarazione.
-vado in bagno-disse la ragazza girandosi per osservare Draco ancora disteso sul letto. - volevo proporti un bagno caldo e rilassante, dopo la colazione-. Draco spalancò un poco gli occhi, sorpreso da quelle parole. Non si aspettava una proposta simile, non da Hermione, sorrise appena, abbassando lo sguardo afferrando poi il croissant al cioccolato che aspettava solo di essere addentato e senti i passi di Hermione dirigersi verso la toilette.
Sì, aveva una fottuta paura che lei se ne andasse e lo lasciasse solo e ora le aveva mostrato i suoi timori. Ora la sua anima era nuda agli occhi della sua donna, si sentiva debole e stupido, ma tutto passava quando sentiva quegli occhi caldi guardarlo.
Quando sentiva quelle mani accarezzare dolcemente la sua pelle. Tutto passava, quando la sua fata gli stava accanto, aveva paura di perderla dopo aver assaporato il suo dolce sapore, aveva paura di perderla perché l’amava con tutto se stesso e ora che l’aveva avuta tra le sue braccia, sapeva bene, Draco che non avrebbe resistito un giorno senza di lei. Lei era la luce nelle tenebre, lei era tutto quello che poteva desiderare.
 Lei lo completava.
Mentre Draco terminò di sorseggiare il suo caffè nero, la donna uscì dal bagno. Si era cambiata e ora indossava solo un accappatoio in cotone rosa pallido, lo guardò un attimo riporre la tazza nel vassoio e asciugarsi con grazia la bocca dopo aver mangiato. Avanzò con infinita leggiadria verso il biondo che non abbassò mai gli occhi, incastonandoli a quelli di lei.
Bella, sensuale ecco cosa era la sua fata, pensava Draco.
Affascinante e imperturbabilmente eccitante era Draco per Hermione, nonostante tutto lui era sempre perfetto sempre stupendamente perfetto.
Spostò il vassoio dal grembo del biondo poggiando una gamba sul letto esponendola così agli occhi attenti di Draco, a cui non sfuggì quella visione.
Hermione lo aiutò ad alzarsi tenendogli le mani.
-sembro un paralitico- mugugno dopo aver fatto tre passi in direzione del bagno.
-sei un lamento continuo Malfoy, lo sai?- disse di rimando la ragazza abbozzando un sorriso.
Lui sbuffò
-potevi smaterializzarci entrambi direttamente nella vasca-
-certo come no, -rispose Hermione – cosi non facevi né esercizio e rischiavi di romperti il collo scivolando nella vasca-
-ti libereresti di me. Così, non saresti obbligata a stare qui a farmi da infermiera- Hermione lo guardò storto e respirò sonoramente prima di parlare.
-credi che ti lascerei, se non aspettassi un figlio da te? Credi di farmi pena o qualcosa simile? Credi che lo faccia per qualche tornaconto personale?- aveva incominciato a parlare piano , ma presa dall’ansia e dal turbine di emozioni aveva preso a urlare e mordicchiarsi le labbra carnose, segno che era nervosa.
Non lo lasciò nemmeno parlare e continuò nel suo sermone.
_io ti amo se non l’hai capito. Io ti amo come mai ho amato un uomo, faccio questo per te perché voglio che ti rimetta presto, perché so come ti fa soffrire dipendere da un altro. Io ti capisco, spero di non essere fastidiosa nelle mie attenzioni eh che…-
-Va bene Hermione. Va bene basta, ho capito- disse Draco afferrando le mani della sua compagna, stringendole.
-conducimi al bagno, ora-. Concluse abbassando lo sguardo vergognandosi di quello che aveva pensato.
-Draco-
-lascia perdere- rispose continuando a guardare il pavimento mentre percorrevano a piccoli passi verso la toilette.
Giunti di fronte la vasca, Hermione li lasciò le mani e spolverizzò nell’acqua delle essenze. Lo aiutò a spogliarsi e a toglierli le bende rimase nudo davanti alla ragazza ma non ne fu per niente in soggezione. Lo aiutò a entrare dentro e lo fece sedere, l’acqua era calda al punto giusto ed emanava un forte odore di sandalo, la sua essenza preferita.
Vide Hermione portare le spugne e altri unguenti e privarsi anche lei dell’accappatoio. Rimase ferma un secondo davanti a Draco, che ammirò quello spettacolo.
-mi fai spazio – disse la ragazza entrando nella vasca e accoccolandosi al fianco del biondo, che non riusciva a dire mezza parola.
-ti hanno tagliato la lingua Malfoy- disse Hermione afferrando una spugna incominciando a strofinare la schiena di Draco.
-sai vero che in questo momento tutto mi frega meno che della mia igiene-
-sbagli Malfoy della tua igiene deve fregarti sempre. detesto gli uomini trasandati-
-ah sì, e come mai mi hai toccato ieri mattina nelle condizioni pietose in cui mi trovavo-
-beh non era colpa tua se stavi cosi, ma ora se non ti lavi, lo è quindi…-
-sei una strega-
-preferivo quando stavi zitto Malfoy-
-ah si…-
-si-
-dopo posso renderti il favore?- chiese il biondo prima che Hermione gli versasse sui capelli lo shampoo e cominciasse a frizionare con foga.
-Granger, ma sei pazza, mi fai lo scalpo così-
-oh scusa principino, non oserei mai privarti dei tuoi regali crini dorati, anche se presto la natura ti renderà orfano-disse osservando i l’attaccatura del ragazzo che piano piano scopriva una parte maggiore di fronte.
-che stai insinuando donna- Hermione alzò il sopracciglio
-sai che quando parli cosi mi ricordi il vecchio Draco odioso-
-Divento odioso quando s’insinua che diventerò calvo-
-meglio calvo che impotente- rispose lei ridendo.
-su quello Granger puoi stare tranquilla nessun Malfoy nemmeno in tarda età ha mai deluso alcuna moglie o amante-
-amante- ripeté atona.
-Tranquilla, mia bellissima fata, tu –disse sfiorandole il seno – non corri alcun rischio. Ti amo talmente tanto, ti apprezzo in un tale modo che nessuna potrà mai scansarti dal mio cuore. Anche se…-
-anche se chiese Hermione spalancando gli occhi preoccupata.
-tutto dipende se lì dentro- disse Draco sfiorandole il ventre.
-c’è un principe o una principessa, in quel caso eh si dovrai lottare con tua figlia per il mio cuore-
-cretino- disse sfiorando le labbra di Draco.
-ti amo- rispose lui. – e  scusa per lo sfogo di prima- Hermione sorrise sedendosi sopra di lui.
-uhm-mugugno Draco sorridendo di rimando.
-di che morivi dalla voglia di sederti così appena mi hai fatto entrare in questa vasca-, disse sussurrando Draco nell’orecchio destro della ragazza che divenne rossa appena sentì quella frase.
Così, fece finta di essere offesa per questa insinuazione e gli diede un leggero colpetto sulla spalla.
-che crocerossina degenere, prende a pugni un corpo così malandato-
-mi difendo dalle tue insinuazioni-
- eh perché mai, io speravo ti metessi in questa posizione appena mi hai detto che mi preparavi la vasca per fare il bagno- quest’affermazione la imbarazzò ma non riuscì a replicare perché Draco si impadronì delle sue labbra e la strinse a se con forza.
Nonostante fosse ancora spossato e il suo corpo non in perfette condizioni riuscì senza sforzo a stringere tra le sue braccia la sua dolce e bellissima fata facendola ancora sua.


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Dal prossimo capitolo partirà il processo, siamo quasi alla fine.
tenete duro e sperate nella giustizia.
kiss.


Sondaggio.

Anche questo sondaggio si è concluso anche se a pari merito tra:
IL CALICE DI FUOCO E IL PRINCIPE MEZZO SANGUE.


       Harry Potter e Il calice di fuoco

Il vecchio Frank Bryce abita ancora in una dépendance di quella che era stata Casa Riddle; una notte si accorge che al suo interno sono accese delle luci , perciò, credendo che si tratti dei soliti vandali, si precipita a sistemare la situazione. Si imbatte però in due strani personaggi che tramano di uccidere un ragazzo chiamato Harry Potter; purtroppo il vecchio Frank non ha il tempo per allertare chi di competenza perché viene ucciso da uno dei due loschi figuri, dietro i quali si celano  Lord Voldemort e il suo servo Codaliscia.
Nello stesso istante, a miglia di distanza, Harry Potter percepisce tutto questo sottoforma di dolore bruciante alla cicatrice, ma, benché lo scriva subito a Sirius, non ha tempo di preoccuparsene più di tanto perché riceve l'invito da parte della famiglia Weasley per la Coppa del Mondo di Quidditch, un importantissimo evento sportivo del mondo dei maghi.  Harry parte alla volta della Tana, dove incontra la famiglia Weasley al gran completo, ed in seguito si reca allo stadio in cui si giocherà la Coppa del Mondo. Maghi da tutto il mondo sono radunati in un campeggio che, nonostante tutte le misure di sicurezza adottate, non può non dare nell'occhio, e in questo contesto Harry fa la conoscenza di Ludo Bagman e del Signor Crouch, con la sua elfa domestica Winky.
La partita, che vede affrontarsi Irlanda contro Bulgaria, è avvincente grazie al talento dei giocatori, in particolare di Viktor Krum, giovanissimo cercatore bulgaro di cui Ron è un fan sfegatato. La gioia che segue la vittoria dell'Irlanda viene però interrotta dal verificarsi di eventi poco piacevoli: un gruppo di mangiamorte spadroneggia nel campeggio rendendo ridicoli i custodi Babbani e al culmine della serata, viene evocato il Marchio Nero, che semina il panico fra tutti i maghi. Fortunatamente, Harry, Hermione e la famiglia Weasley tornano a casa sani e salvi.  Giunge infine il giorno della consueta partenza per Hogwarts; quest'anno il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure sarà Alastor "Malocchio" Moody, un ex auror un po' strambo ma molto competente, ed un altro eccitante e raro evento aspetta i ragazzi: Hogwarts sarà il teatro del Torneo Tremaghi, una competizione che metterà alla prova l'abilità di tre campioni scelti fra le tre scuole di magia più prestigiose d'Europa. I giorni scorrono tranquilli fino all'arrivo delle delegazioni di studenti delle scuole di magia di Durmstrang e Beauxbatons: gli aspiranti campioni possono finalmente mettere il loro nome nel Calice di Fuoco purché siano maggiorenni, ed esso, la sera di Halloween, deciderà il nome dei tre partecipanti. Durante il consueto banchetto, il Calice stabilisce il suo verdetto: i Campioni che rappresenteranno rispettivamente le scuole di Durmstrang, Beauxbatons e Hogwarts per il Torneo Tremaghi saranno Viktor Krum, Fleur Delacour, Cedric Diggory e Harry Potter. Lo stupore è infinito: mai si erano avuti quattro Campioni, Harry giura di non aver messo il proprio nome nel Calice ma nessuno, nemmeno il suo miglior amico Ron, sembra credere alla sua estraneità alla faccenda. Ora Harry è solo, è tormentato dall'invadenza e dalla falsità della giornalista Rita Skeeter ed è terrorizzato per la prima prova che si avvicina inesorabilmente; fortunatamente Harry riesce a sconfiggere il drago che gli era stato assegnato, e grazie a questa dimostrazione di coraggio riesce a riconquistare la fiducia di Ron. Giunge il momento della seconda prova, ed Harry riuscirà a superarla solo grazie all'aiuto di Dobby, l'elfo domestico da lui liberato due anni prima, anche se il suo altruismo gli costerà caro. Nel frattempo strani eventi si susseguono a Hogwarts: Rita Skeeter mette in luce le origini di Hagrid, Sirius Black allerta Harry sul passato di Mangiamorte di Piton e Karkaroff e il signor Crouch scompare misteriosamente dall'ufficio ma sembra che si aggiri di notte a Hogwarts.
Giunge infine la terza prova, quella finale che decreterà il campione assoluto del Torneo Tremaghi; i ragazzi dovranno arrivare al centro di un enorme labirinto disseminato di tranelli e incantesimi, per prendere la Coppa. Sono Harry e Cedric che ce la fanno ad arrivare al traguardo, ma quando afferrano assieme la Coppa vengono catapultati lontano da Hogwarts, in un antico cimitero, al cospetto di Lord Voldemort, che non si fa scrupoli ad uccidere Cedric e a servirsi del sangue di Harry per dare vita ad un potentissimo incantesimo che gli permette infine, dopo tredici lunghi anni, di riacquistare un corpo.
Harry riesce a sfuggire al Signore Oscuro grazie all'aiuto dei fantasmi dei suoi genitori e di tutti coloro che erano stati uccisi da Voldemort, e può infine tornare a Hogwarts per annunciare che Voldemort è risorto e stanno per tornare tempi molto bui. Ma restano ancora diversi misteri da risolvere: Infatti Voldemort è stato aiutato da un fedele servo che si nasconde ad Hogwarts e ha permesso che tutto questo fosse possibile,  ha preso il ruolo e le sembianze dell'arcigno professor Moody attraverso la pozione polissuco. Questo è il figlio del signor Crouch seguace dell’oscuro signore che il padre ha fatto evadere dalla pigione di Azkaban scambiando il corpo con la moglie, per esaurire l’ultimo desiderio della defunta signora .

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1.1.1.          Harry Potter e Il principe mezzosangue


E' cupa l'atmosfera che si respira al Ministero Babbano: nel giro di pochissimo tempo, una serie di catastrofi sembra abbattersi sul mondo, senza che nessuno sappia darne una spiegazione. Saranno Cornelius Caramell e il nuovo Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour, a spiegare al Primo Ministro Babbano che tutto è causato dal ritorno di Lord Voldemort, il quale ha radunato attorno a sé tutte le più efferate creature del mondo magico per provocare morte e distruzione.
In un piccolo e squallido paesino, Narcissa Malfoy e Bellatrix Lestrange vanno a trovare Severus Piton per chiedere il suo aiuto, affinché protegga suo figlio Draco, scelto dall'Oscuro Signore per portare a termine un compito molto difficile e pericoloso. Per mettere a tacere le insinuazioni di Bellatrix che lo accusa di fare il doppiogioco con l'Oscuro Signore, Piton rivela la sua storia e il tradimento che sta effettuando ai danni di Silente. E' quindi costretto a fare un Voto Infrangibile, un giuramento solenne e indistruttibile, che lo costringerà a proteggere Draco e a portare a compimento lui stesso il compito del ragazzo in caso di fallimento: pena, la morte.
A casa dei suoi zii in Privet Drive, Harry attende l'arrivo di Silente che lo viene a prendere. Dopo aver parlato con i Dursley sul fatto che Harry dovrà tornare ancora una volta in Privet Drive l'estate successiva, ed aver detto ad Harry di essere l'erede delle proprietà del padrino Sirius Black (ereditando quindi Grimmauld Place N°12, Kreacher e Fierobecco - ribattezzato in Alisecco), Harry e Silente si Materializzano in Budleigh Babberton, un piccolo villaggio magico. Qui devono cercare di convincere Horace Lumacorno, un vecchio professore in pensione, a ritornare a insegnare. Dopo un inizio sfavorevole, Silente e Harry portano a termine la missione: Lumacorno tornerà ad insegnare.
Una volta alla Tana, Harry, su consiglio di Silente, rivela ai suoi due amici i segreti della Profezia e che durante l'anno scolastico prenderà lezioni private da Silente stesso. Alla Tana Harry scopre che Bill, il fratello di Ron, sposerà Fleur Delacour, che i gemelli Fred e George stanno avendo successo col loro negozio di scherzi. I tre amici si recano con Hagrid a Diagon Alley, dove assistono ad un incontro sospetto fra il proprietario di Magie Sinister e Draco Malfoy, che Harry sospetta essere diventato un Mangiamorte. Sul treno per Hogwarts, Harry incontra ancora Lumacorno, il nuovo professore, che ha fondato un gruppo esclusivo di studenti famosi, fra i quali c'è il Serpeverde Blaise Zabini. Poco prima di arrivare alla stazione di Hogsmeade, Harry, seguendo Zabini e resosi invisibile, riesce a intrufolarsi nello scompartimento dove ci sono alcuni Serpeverde, fra cui Draco Malfoy, che parlano degli ipotetici piani del Signore Oscuro. Malfoy in qualche modo si accorge della presenza di Harry e, rimasto indietro rispetto agli altri, pietrifica Harry, gli rompe il naso e lo nasconde sotto il mantello dell'invisibilità. Prima che il treno ritorni a Londra, Harry è ritrovato da Tonks, che lo riaccompagna al castello. Durante il banchetto Harry scopre che Lumacorno insegnerà Pozioni mentre la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure è affidata a Piton. Già dalla prima lezione di Difesa, Piton punisce Harry, che però ha l'opportunità di riscattarsi a Pozioni dove, grazie all'aiuto del libro "Pozioni Avanzate" prestatogli da Lumacorno, appartenuto ad un certo Principe Mezzosangue, riesce a preparare una pozione perfetta, guadagnandosi una boccetta contenete un pò di Felix Felicis, la pozione della Fortuna, una pozione fantastica in grado di portare fortuna a chi la usa. 
Arriva il momento per Harry di seguire la prima lezione con Silente, il quale, attraverso il Pensatoio, lo guida in un ricordo che chiarisce ad Harry molti particolari sulle origini famigliari di Voldemort.
Dopo questa esperienza terribile, Harry riesce a passare qualche giorno tranquillo con i suoi amici, e tiene, da capitano, le selezioni per la nuova squadra di Quidditch di Grifondoro. Questo clima di serenità non è destinato a durare. Harry ed Hermione non fanno altro che litigare a causa del libro del Principe Mezzosangue di cui Harry continua a servirsi e che causa accidentalmente la levitazione di Ron. Dopo essere riuscito a scansare l'ennesimo invito al Lumaclub, il peggio arriva quando, dopo una giornata ad Hogsmeade in cui Harry scopre Mundugus Fletcher con degli oggetti rubati a Grimmauld Place, Katie Bell tocca una collana maledetta e rimane gravemente ferita. I sospetti di Harry su Draco diventano un chiodo fisso. Arriva il momento della seconda lezione con Silente, durante la quale i due esaminano un ricordo dello stesso professore: Harry assiste al momento in cui Silente comunica al piccolo Tom Riddle, cresciuto crudele e senza amici in un orfanotrofio, che lo condurrà alla Scuola di Magia e che si prenderà cura di lui. 
Dopo un party natalizio organizzato da Lumacorno, Harry, ascolta di nascosto una conversazione tra Malfoy e Piton che si offre di aiutare il giovane, ma Draco rifiuta.
Harry trascorre un Natale piuttosto sereno alla Tana, dove mette al corrente il signor Weasley dei suoi sospetti su Malfoy e rifiuta l'offerta del nuovo Primo Ministro, Scrimgeour, di appoggiare il Ministero. Il ritorno a scuola è reso eccitante dalle imminenti lezioni per sostenere l'esame di Materializzazione, aperto a tutti coloro che compiranno 17 anni entro il 31 agosto. Oltre alle consuete lezioni, Harry continua a rivedere ricordi con Silente: il più importante appartiene a Lumacorno, e riguarda un Tom Riddle studente che chiede informazioni circa il funzionamento degli Horcruxes. Il ricordo però è stato modificato da Horace: compito di Harry sarà farsi affidare dal professore di pozioni il vero ricordo. I primi tentativi di Harry con Lumacorno si rivelano un disastro, e anzi il professore comincia ad evitarlo. Qualche giorno dopo, precisamente al compleanno di Ron, dopo essere andato da Lumacorno per chiedere un antidoto al filtro d'amore che Ron ha assunto accidentalmente, Ron rischia di morire a causa dell'Idromele, inizialmente destinato a Silente, che Lumacorno offre loro. E' solo grazie alla prontezza di Harry se Ron non rimane ucciso.
Harry decide di usare Kreacher e Dobby per scoprire le macchinazioni di Malfoy, dato che la mappa del malandrino risulta inutile. Hermione, preoccupata per l'avvelenamento di Ron, fa pace con lui. Ennesima lezione con Silente: nonostante Harry si senta in colpa per non essersi impegnato molto per prendere il ricordo di Lumacorno, entra in altri due ricordi. Il primo riguarda una vecchia signora che mostra a Tom, garzone di Magie Sinister, i suoi tesori, fra cui il medaglione di Serpeverde. Nel secondo vede Silente negare a Voldemort la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure. I giorni passano e grazie a Kreacher e Dobby, Harry scopre che Malfoy utilizza la Stanza delle Necessità, nella quale però lui non riesce ad entrare. Nel frattempo, Aragog, da tempo malato, muore ed Harry va al funerale con Lumacorno, dopo aver bevuto un pò di Felix Felicis: dopo essersi ubriacato con Hagrid, Lumacorno finalmente cede e affida ad Harry il vero ricordo riguardante Voldemort e gli Horcruxes. Harry e Silente vedono assieme il ricordo di Lumacorno; Harry scopre che gli Horcruxes sono pezzi della propria anima, che vengono separati e conservati in oggetti, per cui Voldemort sarà immortale fin quando non saranno distrutti tutti i suoi Horcruxes. Silente sospetta che Voldemort ne abbia creati sei, di cui due, sono già andati distrutti. Infine Silente spiega ad Harry l'importanza dell'amore e il vero significato della Profezia. 
Grazie alla mappa del Malandrino, Harry trova un Malfoy distrutto a farsi consolare in un bagno da Mirtilla Malcontenta. Nel momento in cui Draco sta per attaccarlo, Harry gli scaglia contro un incantesimo appuntato dal Principe Mezzosangue su Pozioni Avanzate, Sectumsempra, che però si rivela essere un incantesimo terribile, che fa sanguinare Draco da ferite spuntategli su tutto il corpo. (S)fortunatamente arriva Piton, che salva Malfoy, ma punisce Harry proprio per il giorno della finale di Quidditch. Hermione intanto sospetta che il Principe Mezzosangue abbia qualcosa di oscuro e scopre l'esistenza di una ex studentessa di nome Prince, e decide di indagare su di lei, anche se Harry e Ron non sono ancora convinti della malvagità del Principe. Alla finale di Quidditch, Ginny gioca da cercatrice al posto di Harry e Grifondoro vince. Tornato dalla punizione, Harry trova una sala comune in festa per la vittoria, e, in un impeto di euforia, bacia Ginny sotto lo sguardo di tutti i Grifondoro. Nonostante la grande felicità per gli ultimi avvenimenti, è arrivato il momento per Harry di andare con Silente a distruggere l'Horcrux trovato, così si recano in una caverna in riva al mare. Le difese poste dall'Oscuro Signore però, lasciano Silente allo stremo delle forze.
Una volta tornati a Hogsmeade, Silente ed Harry vedono il Marchio Nero aleggiare sulla scuola e, con due scope prese in prestito da Madama Rosmerta, si precipitano ad Hogwarts, dove si sta tenendo una dura battaglia fra i Mangiamorte e i fedeli a Silente. Atterrati sulla torre, Silente viene colpito da Malfoy con un Expelliarmus, ma riesce a utilizzare il suo ultimo colpo per nascondere Harry. Così bloccato Harry assiste agli eventi successivi senza essere visto. Mentre Silente e Draco parlano, si scopre che compito del ragazzo è quello di uccidere il preside, che cerca però di convincerlo a passare dalla parte dei buoni assicurandogli protezione anche per la sua famiglia. In un momento di esitazione di Draco, arrivano gli altri Mangiamorte seguiti da Piton, che scaglia un Avada Kedavra contro Silente, facendolo cadere dalla torre. Nonostante lo sconcerto, Harry si rende conto di riuscire a muoversi e insegue i Mangiamorte nell'ingresso, dove i suoi amici stanno ancora combattendo. Mentre lo insegue verso i cancelli, Harry scopre che il Principe Mezzosangue è in realtà Piton, che appena fuori i cancelli si smaterializza, portando con se Draco Malfoy. Harry e Hagrid allora, si recano in un punto del giardino sotto la torre, dove si è radunata una piccola folla: steso per terra, in una posizione scomposta, c'è Silente, morto. Herry rimane a lungo per terra vicino a Silente, sconvolto, fin quando non si ricorda dell'Horcrux: lo apre e scopre amaramente che non è altro che un falso.
L'originale è stato rubato da qualcuno che ha lasciato un messaggio sprezzante per l'Oscuro Signore firmandosi R.A.B. Ginny accompagna Harry in infermeria, dove tutti sono riuniti attorno al letto di Bill Weasley, sfigurato a vita da un morso dal terribile lupo mannaro Grayback durante la lotta contro i Mangiamorte.
Fleur a questo punto dimostra tutto il suo amore per Bill, mostrandosi più che mai intenzionata a sposarlo e si riconcilia con la signora Weasley. Nel frattempo Fanny canta una triste melodia per Silente e lascia Hogwarts. 
La McGranitt, ormai preside, convoca nel vecchio ufficio di Silente tutti i direttori delle case per decidere sul da farsi, pregando Harry di dirle cosa aveva fatto col Preside. Harry, fedele a Silente fino all'ultimo, si rifiuta di rispondere, assumendosi sulle sue spalle tutta la responsabilità della lotta contro Voldemort. 
Al funerale del preside, tutta la scuola è radunata sul lago, insieme a tutti coloro che hanno amato e rispettato Silente durante la vita, per rivolgergli il loro ultimo saluto prima che compaia una bianca tomba. Poco dopo il funerale, Harry, certo di quale nero futuro lo attenda per cercare gli Horcruxes e sconfiggere Voldemort, dice a Ginny di non poter stare più insieme a lei, perché non può permettersi che Voldemort le faccia del male a causa sua. Poco dopo annuncia a Ron ed Hermione i suoi piani: tornare dai Dursley per l'estate. Nega però un suo ritorno alla scuola di magia: ora il suo unico scopo è trovare gli Horcruxes e compiere la sua battaglia finale contro Voldemort. Ron ed Hermione gli rispondono che nel bene o nel male, rimarranno al suo fianco.

I RIASSUNTI SONO STATI INSERITI NELLA MIE TESI DI LAUREA... QUINDI MI APPARTENGONO.