sabato 18 febbraio 2012

La Regina di Ghiaccio.42


42.UNA SECONDA Opportunità


Era una bella Domenica di metà Febbraio, un sole pallido avvolgeva il grande castello di Hogwarts, gli uccellini cinguettavano, la piovra gigante giocava con un ramo nel grande lago nero e una marea di gente, grazie a quella bella giornata, aspettava con ansia l’inizio della seconda partita del torneo di quidditch.
Tutto era pronto, tranne, il capitano dei Grifondoro che non era ancora arrivato. Alcuni vociferavano che avesse appena avuto uno scontro con Malfoy, Scorpius Malfoy a causa della relazione di quest’ultimo con la sorella Lily, ma si sbagliavano.
-Lily- cosi mi soffochi disse quasi sussurrando James con la bacchetta puntata sulla giugulare.
-sarebbe un bene- rispose lei allentando la presa.
-Dimmi che le hai fatto- aggiunse.
-Non lo so?- rispose lui agitandosi, ansia paura disperazione si notavano negli occhi azzurri di James Potter.
La sorella lo guardò affondo.
-Non ti credo, racconta- disse infine e James deglutì prima di abbassare lo sguardo e cominciare il suo racconto.
-Ieri sera è venuta alla festa, aveva un abito nero e una maschera con le piume veramente bellissimi-.
Lily sorrise, sapeva che James impazziva per il nero, James impazziva per Eltamin pensò infine, se solo avesse avuto il famoso coraggio Grifondoro per parlare alla sua amica e dichiararsi.
-Si è avvicinata a me mentre bevevo al bancone, non avrei mai pensato fosse, lei- ammise il moro.
-Mi ha rivolto la parola, ha riso, ballato e bevuto con me, non mi ha detto chi era, ma non appena si è avvicinata, il suo profumo l’ha smascherata-.
Lily sogghignò, pensando all’abitudine dell’amica di immergersi più volte al giorno, in quintali di essenze orientali cari quanto rari.
-Lily, lo sai quello che provo per lei- disse James sollevando finalmente lo sguardo verso la sorella che lo trafiggeva con gli occhi scuri simili a quelli di sua madre Ginny,- era la mia festa di compleanno- continuò il Grifondoro, - erano giorni che non le parlavo che non stavamo un secondo soli- ammise abbassando nuovamente lo sguardo sconfitto non appena una smorfia di disappunto si formò sul viso bianco e candido di Lily Potter.
-Che hai fatto?- chiese ancora Lily palesando una calma innaturale.
-le ho chiesto di restare con me. Per tutta la notte- disse con voce flebile.
-L’hai costretta- disse con voce tremante Lily, sconvolta.
-No- urlò James.
-Per chi mi hai preso, non abbiamo fatto nulla che non volessimo fare-disse James non dando una risposta chiara.
Lily si tranquillizzò, conoscendo Eltamin avevano solo dormito.
-Questa mattina quando mi sono svegliato, lei piangeva e poi è scappata-
Finì James.
Lily sbuffò e lo guardò accigliata
-Hai la sensibilità di un cucchiaino- disse sua sorella, imitando la zia Hermione.
-come tutti gli uomini- continuò pontificando.
-le donne devono essere corteggiate, coccolate. Noi- disse con voce un po’ troppo alta- amiamo parlare, immagino che l’hai abbracciata e lei si aspettava da te qualche frase dolce-.
-Frase dolce- la guardò James. Avrei dovuto dirle una frase dolce, forse il sei bellissima mentre facevamo l’amore era poco Pensò.
Le aveva pure detto che era il fuoco, non la regina di ghiaccio e si sentì una cacca di troll al solo pensiero della frase infelice pronunciata.
Poi, dopo averla avuta invece di esternare, il trionfo del suo cuore, si era alzato e rivestito, non dicendo mezza parola.
Era senza speranza.
-Mi stai ascoltando James- lo ridestò Lily.
-si, si- rispose il moro.
-io vado a sentire come sta. Se hai fatto qualche danno irreparabile- James impallidì e gli si mozzò il respiro.
-tu vai. Tra dieci minuti avresti una partita- enunciò Lily e James ritornò alla realtà.

**
Lily aprì piano la porta della stanza e fu avvolta nell’oscurità, tutto era buio e procedette a tastoni, fino ad arrivare al grande letto a baldacchino dall’altra parte della stanza, quello dove da cinque anni dormiva la sua amica.
-piccola- disse avvicinandosi al suo letto, ma lei non rispose, l’unico rumore udibile era il suo pianto singhiozzante.
-ti prego Eltamin, calmati, -disse Lily preoccupata da quel pianto.
Eltamin però continuava a piangere disperata poi con un gesto del tutto inspiegabile, per una come Eltamin, si scoprì afferrando l’amica e stingendola a se cercando calore e sostegno.
Lily l’abbracciò sperando di calmare quel pianto straziante, da poco la sua amica aveva preso a esternare le sue emozioni.
-schhh, schhh-  disse accarezzandole la schiena con fare materno
 –tranquilla- aggiunse – tutto si sistemerà-
-No!- rispose Eltamin con la voce stridula impastata dal pianto.
-mi sono svenduta come una poco di buono- disse tirando su con il naso. -Chissà che penserà di me. Oddio! che ho fatto- ripeteva la bionda come una litania straziante.
Lily era come incredula a quelle parole, James non le aveva raccontato molte cose.
James aveva omesso che avevano fatto l’amore.
-Eltamin, ti prego calmati- ma anche lei era agitata, il cuore le batteva e no non sapeva più che dire cosa fare e come calmare l’amica.
-come faccio non ci riesco-rispose la bionda
-Perderò tutti, perderò anche te-continuò Eltamin.
-non mi perderai mai noi siamo come sorelle. Devi però dirmi cosa è successo cosa ti ha...-cercò di chiedere.
-Niente, cioè, lui non centra niente- urlò Eltamin.
-Sono stata io, appena sono entrata alla festa e lo visto che stava bevendo, lì sono andata incontro.
Lo volevo Lily, non sai quanto- ammise in un sussurro.
-Abbiamo ballato, riso e poi mi ha riconosciuta, sarei andata via, scappata come al solito.
Invece, mi ha trattenuto e chiesto di stare insieme tutta la notte.
Immaginavo volesse dormire, come a Capodanno, invece ...-
-invece- chiese Lily irrigidendosi per la paura di sentire cose orribili su suo fratello.
-invece, mi ha spogliata mi ha riempito di complimenti mi ha fatto sentire bella e desiderata, lo volevo Lily- mi capisci. La rossa mosse il capo.
-mi sono concessa, li ho donato me stessa, ho donato la mia purezza oltre che il mio cuore a James. È stato stupendo poi è svanito tutto è finita la poesia- e altre lacrime scesero dai suoi occhi.
-Lily ti prego aiutami-
Lily la strinse forte, sentendo la camicia della divisa bagnarsi dal pianto, ma nonostante ciò continuò a stringerla forte.
-Per questo sei scappata?- Chiese Lily.
-Come?- rispose Eltamin asciugandosi una lacrima che scorreva sulla sua gota.
-Ti è corso dietro. Era qua fuori- Eltamin sentendo la sua amica si irrigidì.
-L’hai mandato via?-chiese
-Si- rispose Lily – l’ho salvato anche dalle botte che Scorpius voleva dargli. Penso che tuo fratello l’abbia capito subito quello che è successo-
-Oddio!- disse Eltamin mettendosi una mano in bocca.
-l’ho spedito alla partita, James intendo-
-mi ero scordata della partita-
-io no e ora tu ti dai una rinfrescata e vieni con me-
-dove scusa?- chiese Eltamin stranita non sono nelle condizioni adatte.
-lui è corso qui per te, vorrà pur dire qualcosa-.
Disse Lily costringendo poi Eltamin a lavarsi, cambiarsi e seguirla allo stadio, di li a poco Grifondoro contro Corvonero.
 James contro Scorpius, Potter contro Malfoy.
**
Appena aveva finito, il suo racconto li venne un cerchio alla testa, causato dalle urla e gli insulti che Lily li aveva buttato sopra.
Con la bacchetta li aveva intimato di sparire e che no, lui, la sua amica non la meritava per niente; come darle torto, pensò James avviandosi a passo lento verso il campo.
Sollevò lo sguardo e guardò all’orizzonte, dove il campo da quidditch si ergeva imperioso e li capì che la sua voglia di mostrarsi di giocare era meno di zero, il suo umore sotto le scarpe e la donna che amava persa per sempre.
-capitano, pensavamo che non saresti più arrivato- disse Wallace il nuovo battitore, James lo guardò di sbieco e nemmeno li rispose.
S’infilò la divisa e aspetto due minuti. La sua testa vagava su altre cose, mentre gli occhi di tutti i suoi compagni erano puntati su di lui.
Li guardò di sfuggita.
-andiamo a vincere- urlò ma non ci credeva nemmeno lui a quelle parole che uscirono prive di grinta e carattere, di orgoglio e determinazione.
A lui, James Potter, il capitano e cercatore di Grifondoro malato per il gioco del quidditch quel giorno non fregava un fico secco di quella partita.
Voleva vedere Eltamin, stringerla tra le sue braccia, chiederle scusa e infine baciarla dolcemente.
-Potter, che si fa entriamo- chiese ancora Wallace e James lo incenerì ancora.
-Entriamo- disse secco distogliendo lo sguardo dal caposcuola dei grifondoro.
I suoi compagni uscirono uno dopo l’altro gli ultimi due ad uscire furono James e Theo.
-sei nervoso- Chiese il biondino, cercando di stemperare gli animi poi lo vide illuminarsi.
-Eltamin- urlò Theo guardando la bionda che con sguardo basso, inusuale per la fredda Malfoy, stava ferma accanto a una rossa.
-Wallace sparisci- disse Lily, il caposcuola guardò male la serpeverde
-Vai avanti Theo arrivo subito disse James.
Lily guardò il battitore dei grifondoro sparire dietro la porta e anche lei senza indugiare oltre si dileguò.
James annullò le distanze tra loro.
-Eltamin disse prendendo il mento della ragazza con l’indice e il pollice sollevandolo un poco cosi che i loro sguardi si incrociassero.
-dobbiamo parlare- disse la ragazza.
-scusami – disse invece lui, spiazzandola.
Eltamin sgranò gli occhi, osservandolo e incatenando le sue irridi a quelle del moro.
-dovresti andare, la partita- disse Eltamin sussurrando.
-tifi per me- chiese James avvicinandosi alla sua bocca lentamente, troppo lentamente.
-no Potter, sono il capitano dei serpeverde-. James sorrise.
-va bene- rispose poi staccandosi da lei girandosi appena.
-devo andare- aggiunse sentendo la folla che fuori chiamava il suo nome.
-ci vediamo al solito posto- terminò riducendo nuovamente le distanze,
poggiando infine le sue labbra su quelle della bionda, che rispose al delicato bacio.
 Lasciandosi nuovamente andare.
-grazie per la seconda opportunità-. Disse il moro baciandola ancora. Eltamin non riusciva a capire di cosa stesse parlando, li doveva dirgli addio, chiedergli di dimenticare e lui parlava di opportunità e poi la baciava.
- questa volta non ti deluderò- concluse il Grifondoro, lasciandola con la bocca spalancata ad osservarlo mentre scompariva oltre la porta che conduceva al campo di quidditch.

venerdì 17 febbraio 2012

La Regina di Ghiaccio. 41


41- Lo sbaglio e Il sogno.

Si era svegliata nel cuore della notte, scossa da un incubo, il solito, che la lasciava senza fiato.
Erano mesi che lo faceva:
 Si trovava nel mezzo del grande piazzale del Manor, la residenza dei nonni, vestita con una lunga tunica nera che frusciava nel vento, i capelli scarmigliati che le ricadevano sul viso, i piedi scalzi sporchi e feriti come il suo cuore. Attorno a se tutte facce conosciute, le solite: i suoi genitori, i suoi fratelli, i suoi amici, la famiglia, i conoscenti tutti la guardavano e indicavano, facendola sentire sporca, cattiva, inadeguata.
Tutti scuotevano il capo, poi a uno a uno, si giravano e andavano via scomparendo oltre la nebbia che pian piano saliva, avvolgendola.
Alla fine, rimaneva sempre lui.
L’ultimo ad andare via era sempre James, la guardava con espressione dura. I suoi occhi l’accusavano, la inibivano, la distruggevano.
Il ragazzo, mosse il capo, pronto a girarsi e scomparire entro la coltre nebbia, come gli altri, ma questa volta il sogno mutò.
-Ti sei svenduta – disse con voce fredda,-sei sporca, senza morale. Vergognati!- urlò e l’eco di quella parola echeggio nella sua testa poi si voltò e scomparve.
Si sveglio di colpo, con il cuore che batteva come un forsennato nel petto e una perla scivolò dai suoi occhi inumidendo il cuscino. Non riuscì più a trattenessi ,cercò di muoversi ma delle braccia la tenevano ferma mentre le lacrime scendevano silenziose sul suo viso. Il respiro si fece ancora più ansioso. Era ancora lì, lui, la teneva ancora stretta tra le sue braccia.
Le sue mani calde erano appoggiate al ventre pianto di Eltamin.
La sua bocca soffiava piano sul suo collo, il suo respiro rilassato.
Oddio! cosa aveva fatto.
Aveva realizzato il suo incubo, si era venduta a lui, si era donata a un uomo che non l’amava.
Lui non la amava. Le lacrime scendevano ancora più copiose non riusciva più a smettere.
Cercò di sciogliere il suo abbraccio, con delicatezza innaturale vista l’ansia che non riusciva più a controllare, si slego da lui spostandosi con infinita lentezza e scivolando poi fuori dal letto.
Si asciugo le lacrime, mentre con urgenza si rivestì, trasfigurando i suoi abiti.
Lo vide girarsi di lato, il suo cuore mancò un battito, mentre gli occhi di James si aprivano debolmente, afferrò l’abito verde che sua madre le aveva regalato per natale e uscì da quella stanza.
L’ultima cosa che sentì fu il suo nome pronunciato da James con voce ancora impastata dal sonno.
Corse a perdifiato, fin giù ai sotterranei mentre un nuovo giorno albeggiava sul castello, correva via da lui e da se stessa, dal suo ennesimo sbaglio.
Uno sbaglio che l’avrebbe segnata per sempre.
**
Si era addormentato di botto, stringendola tra le braccia, beandosi di quel contatto intimo e coinvolgente.
Avrebbe voluto dirle qualcosa...
Sì! ma cosa?
 Non sapeva cosa dirle, fin dove spingersi.
Le parole con Eltamin dovevano essere pesate, ponderate, con lei le coccole e le frivolezze non erano indicate.
 L’avrebbe schernito se le avesse confidato quanto la desiderasse, quanto bello era stato, quanto bella era.
Si sentì un emerito cretino a pensare questo nel dormiveglia, mentre la stringeva ancora a se.
Avrebbe potuto dirglielo ora.
Poteva dirle le mille emozioni provate mentre l’accarezzava, la baciava la teneva semplicemente tra le braccia.
Avrebbe dovuto dirle che era felice di essere stato il primo e che mai l’avrebbe così dimenticato. Avrebbe potuto aggiungere, pensò mentre qualcosa di umido li bagnava la mano, che lui voleva essere anche l’ultimo.
Si doveva dirle tutto, mandare in frantumi il suo orgoglio cretino e se lei l’avrebbe preso bonariamente in giro, se l’era meritato.
Però si sarebbe sentito bene, in pace con se stesso, magari anche lei un poco li voleva bene.
Con il tempo, magari, l’avrebbe amato.
Sospirò piano mentre sentiva le sue mani sulle sue, le sue mani che si divincolavano da lui, la sentiva scivolare via. Gradualmente le sue braccia perdevano il calore del suo corpo, il suo profumo si svaniva dal suo naso, sinuosa come una gatta si allontanava da lui e sentì freddo.
Cercò di aprire gli occhi piano, tastando con le mani il letto che ancora caldo li ricordava che quello che era successo quella notte non era un sogno, ma la realtà.
Sentì un rumore con il frusciare di seta, un movimento impercettibile dell’aria e aprì all’improvviso gli occhi e la vide un solo attimo.
-Eltamin- urlò con la bocca ancora impastata dal sonno mentre scompariva oltre il muro che celava la stanza. La stanza in cui era stata sua per la prima volta e forse l’ultima.
Quella consapevolezza fu un pugno in pieno stomaco, mozzo il fiato.
Mentre con uno scatto si alzò dal letto.
-acciò bacchetta- urlò cercando di rivestirsi il più in fretta possibile.
Era successo qualcosa, lei stava scappando e James ebbe la strana sensazione che era lui quello da cui Eltamin scappava.
Quando la sua bacchetta arrivò tra le sue mani, si rivestì con un gesto veloce, muovendola appena utilizzando un incantesimo silenzioso.
Uscì dalla stanza guardandosi intorno e le corse dietro, sapendo però, che aveva parecchi minuti d’anticipo su di lui.
Prese le scale saltando gli scalini a due a due, infischiandosene degli sguardi straniti di alcuni allievi mattutini e dei ritratti che intimavano di stare attento e che era contro le regole della scuola correre negli anditi.
James correva senza guardare chi lì intralciava la strada fino a quando non ruzzolò sopra due che sbucarono all’improvviso dall’andito del secondo piano.
-merda- urlò James sbattendo contro la ringhiera della grande scala che portava fin giù all’ingresso.
-stai attento cretino- urlò una ragazza. Una ragazza che conosceva bene
Il moro alzò lo sguardo osservando stranito i due: la ragazza dai lunghi capelli rossi era ancora a terra, ma non ci volle molto per riconoscere Lily sua sorella e un biondo, alto e ben piazzato che la aiutava a sollevarsi.
-Lily, disse infischiandosene della gente, infischiandosene dei quattro occhi che ora erano puntati con fare interrogativo su di lui.
-mi devi aiutare. Disse con voce troppo agitata – devo parlare con Eltamin-
Scorpius aiutò Lily a sollevarsi e osservò l’amico: capelli scapigliati, camicia fuori dai pantaloni, una scarpa legata e l’altra no.
-hai fatto la guerra questa notte. Sei in uno stato pessimo- disse il biondo osservandolo attentamente, James non usciva mai in quelle condizioni, il moro sbuffò all’indirizzo del biondo.
-Lily, hai sentito quello che ti ho chiesto?-domando nuovamente il moro, -Devo parlare con Eltamin- ribadì James infischiandosene dello sguardo di Scorpius che lo trafiggeva.
-Non la vedo da ieri- si scusò Lily diventando rossa, ma James lasciò correre quella rivelazione, non era nelle condizioni di fare il geloso con sua sorella.
-mi spiace che non sia venuta...-
-oh Lily-, la riprese Scorpius -Eltamin è venuta- disse il biondo Malfoy lanciando uno sguardo per nulla rassicurante all’amico.- ora vorremmo sapere cosa le hai fatto-concluse.
James distolse lo sguardo dalla sorella e lo posò su Scorpius.
-guarda che non sei nella posizione ideale per fare il geloso Malfoy- rispose James. Scorpius fece un passo verso il moro, assottigliando lo sguardo.
-se le hai fatto del male, io...-sibilò,
-che mi fai- rispose senza alcuna paura James,
-la smettete – urlò Lily osservando gli sguardi che alcuni compagni mattinieri lanciavano nella loro direzione.
-togliamoci da qui- disse ammonendo i due che la seguirono senza fiatare lanciandosi soltanto truci sguardi.
I tre camminarono un poco, diretti alle segrete, dove era collocata la casa comune di Serpeverde,
Lily, si arrestò all’improvviso, notando che erano rimasti solo loro tre.
-che cosa è successo chiese-la rossa.
James la guardò scettico.
-Non credo che...-
-James se vuoi che ti aiuti. Devi dirmi cosa è successo?- disse secca la rossa Serpeverde.
-ok- rispose il moro passandosi una mano sui capelli con fare nervoso.
-solo a te però. A lui- disse James indicando Scorpius – non interessa-. Finì il Grifondoro.
-hai paura che ti spacchi la faccia Potter- intimò il caposcuola Corvonero
-potrei fare lo stesso Malfoy-rispose con astio James.
-io ti uccido- urlò Scorpius.
-SMETTETELA IMMEDIATAMENTE- urlò Lily.
-tu- disse indicando il fidanzato – vai a fare colazione.
Su! Fila- terminò la rossa.
Scorpius, la guardò malissimo, poi dopo due minuti sbuffò e se ne andò via.
-tu cretino- disse infine Lily, rivolta al fratello puntandoli la bacchetta alla gola – che cazzo le hai fatto- sibilò con gli occhi fiammeggianti.
James non riusciva a parlare, aveva la bocca secca, la bacchetta puntata sulla giugulare e sua sorella appena avrebbe raccontato tutto l’avrebbe sicuramente scuoiato.

La Regina di Ghiaccio.40


40- Sento i brividi.

L’ampia sala in cui si festeggiava il diciassettesimo compleanno di James Sirius Potter, era avvolta dalla musica, attorno a loro, tutti ballavano e ridevano felici sorseggiando fiumi di champagne.
Le luci erano soffuse, i rumori ovattati e il suo profumo di Eltamin inebriante.
-esci e vai nella stanza- disse James sfiorandole le labbra rosso fuoco con il pollice scendendo poi fino alla clavicola.
Eltamin rabbrividì e non distolse lo sguardo dagli occhi azzurri del moro, persa, completamente persa.
-il passaggio vicino alla vecchia strega, ti sarà utile- disse avvicinandosi al corpo della serpeverde che li accarezzò le spalle facendolo sorridere.
-attivo tra dieci minuti- disse infine James.
Eltamin, per la prima volta in vita sua fece come l’era stato detto, si staccò dal Grifondoro, si girò appena per osservare un’ultima volta la sala e alla fine, a passo svelto, uscì.
L’andito brulicava di ragazzi abbigliati con i più bei costumi veneziani indaffarati a baciarsi con le loro dame immerse tra piume e pizzi.
Nessuno si accorse di lei che si era infilata dietro la statua ,che James, un attimo prima, le aveva indicato.
Il tunnel segreto era buio e tortuoso, prese la bacchetta e con un semplice:
-lumus-, illuminò la via.
Prima di uscire da quel piccolo e tortuoso passaggio si assicurò che non ci fosse nessuno e infine uscì.
Camminò lentamente nell’andito del quinto piano.
 L’unico rumore era quello dei suoi tacchi che risuonavano ogni qualvolta, si poggiavano al duro pavimento di pietra.
Finalmente, dopo aver percorso tutto l’andito, arrivò davanti alla statua; si nascose dietro e tastò il freddo muro, aprendosi così il varco per entrare nella stanza delle coppie.
Il loro rifugio.
Rimase ferma a osservare la stanza, niente era cambiato: il letto era sempre avvolto da un soffice piumino verde smeraldo con sopra dei cuscini color argento; Il camino di marmo bianco si trovava sempre al solito posto, dalla parte opposta al letto. Eltamin mosse la bacchetta leggermente e accese così il fuoco che pian piano scaldò la stanza.
 La sua attenzione poi fu catturata dalla poltrona di pelle , anch’essa verde, che si trovava al lato destro del letto. Lì era poggiato il suo vestito verde, quello che meno di mese prima aveva indossato al Party di capodanno.
La sua prima notte in quella stanza.
Nessuno l’aveva preso, pensò soddisfatta, nessuno era entrato in quella stanza.
 Lui non era stato con nessun’altra.
Sorrise dolcemente fino a quando un rumore non attirò la sua attenzione.
-sssch- disse James alle sue spalle e lei si rilassò.
Sentì un rumore di bottiglia e il tintinnare di due bicchieri appoggiati a terra. Poi, furono le sue braccia forti ad abbracciarla da dietro e stingerla forte.
-hai trovato difficoltà a raggiungere la stanza- chiese il moro sussurrandole all’orecchio mentre strofinava la punta del suo naso gelato sull’incavo del collo bianco di Eltamin.
-No- rispose la ragazza con gli occhi socchiusi beandosi di quel contatto.
-nessuno mi ha visto- aggiunse.
-bene- rispose James buttando fuori l’aria, mentre le sfilava i lunghi guanti di pizzo gettandoli a terra senza riguardo.
-le tue fan, saranno dispiaciute- disse Eltamin cercando di ridestarsi da quelle emozioni che le stavano facendo perdere il senno.
-domani mi farò perdonare, vincendo la partita- rispose James di slancio, mentre le baciava la clavicola e con le mani slegava i lacci di raso del corpetto.
Eltamin deglutì sonoramente, facendo sospirare il moro Grifondoro che bloccò una risata tappandosi la bocca sulla spalla della bionda.
-James- cercò di dire Eltamin ma lui la zittì ancora mentre il corpetto scivolava a terra.
James, annusò la sua pelle , mente il cuore batteva forte nel petto e il suo membro incominciava a sbattere nel cavallo dei pantaloni.
Con le dita accarezzava quella candida pelle, dalle spalle fino ai polsi e viceversa, facendo venire la pelle d’oca alla sua bella dama.
Le sganciò la prima gonna e s’inginocchiò dietro di lei per aiutare quella spessa stoffa a scivolare a terra, sganciando poi anche l’altra togliendole infine anche il cerchio che rendeva il suo vestito vaporoso.
Eltamin, ora, era davanti a James, coperta solamente da dell’intimo di pizzo in un gioco, di vedo e non vedo. James si alzò lentamente e le girò intorno come un lupo pronto a saltare sulla preda, i suoi occhi non si staccavano dal corpo della ragazza che era come pietrificata davanti al moro.
Il respiro mozzato, il battito accelerato, ansia, paura ed eccitazione questi erano gli stati d’animo della bella Eltamin Malfoy.
Che, cercò di coprirsi il seno come unico gesto di protezione ma James, più veloce lo impedì, afferrandole i polsi e baciandoli delicatamente.
-sei bellissima- disse con voce roca.
Eltamin sorrise, al primo complimento che James le faceva e si sciolse come burro tra le mani sapienti del giovane Grifondoro.
-grazie- rispose imbarazzata diventando rossa, più per quello che il ragazzo aveva detto che per essere, in pratica, nuda davanti al moro.
Lui non aspettò oltre, si avvicinò a lei, incatenando i loro occhi;
Azzurro nell’azzurro e dolcemente poggiò le sue labbra su quelle rosse e calde di Eltamin, lei, in un primo momento rimase come imbambolata sentendo quel tocco leggero.
Erano giorni che non lo baciava, giorni che sognava quel bacio e così si lascio andare, socchiuse le sue labbra, facendo passare la lingua di James tra esse, facendo così, condurre a lui il gioco.
Leggeri tocchi, come carezze, fu l’incontro tra le loro lingue. Coinvolgente il bacio, avvolgente l’abbraccio tra i loro corpi.
Eltamin riuscì, acquistando un coraggio che non le apparteneva, a sfilargli la giacca e sganciarli la camicia introducendo le sue mani all’interno, sfiorando così la pelle dell’affascinante grifondoro.
James, sopirò appena le dita fredde della bionda lo sfiorarono.
-mia bella serpeverde, questo coraggio ove proviene- la canzonò lui.
Lei non rispose strusciandosi sul suo petto come una gattina e battendo le ciglia come una cerbiatta, cosa che fece ridere ancora di più James che la strinse forte al suo petto.
-sai che se fai cosi non riesco a lasciarti andare, vero Eltamin-
Lei lo guardo seria, avvicinandosi alla bocca del moro sussurrandoli a fil di labbra:
-solo per questa notte, poi si vedrà- rispose prima di baciarlo con passione afferrando la nuca del moro con le mani, incominciando nuovamente una sensuale e bisognosa danza tra le loro lingue.
Si staccarono soltanto quando respirare, divenne necessario per entrambi.
-eh pensare che ti chiamavo regina di ghiaccio- disse James ridendo, non appena si staccò dalla bocca di Eltamin che si mordicchiava il labbro inferiore con fare sensuale.
-tu sei il fuoco- disse il moro girando ancora intorno alla ragazza stringendola prepotentemente a se facendo aderire la schiena di Eltamin al suo petto.
Strofinando poi, la sua erezione sul fondoschiena della ragazza che rimase spiazzata da questo gesto.
-sei tu che mi fai questo-, disse sussurrando il Grifondoro, mentre con la mano giocava con il pizzo del reggiseno a balconcino di Eltamin che a quel contatto inarco la schiena sospirando.
-dimmi! se hai voglia di giocare fino in fondo, Eltamin?- chiese ancora James con il fiato mozzo e le mani che percorrevano avidamente i fianchi della bionda che ormai era completamente in balia del moro Grifondoro.
-se continuiamo così, non saprò fermarmi-
Ripeté con voce roca James, strofinandosi ancora sulla giovane.
Eltamin si girò di scatto accarezzando la schiena di James togliendoli infine la camicia.
-hai detto, tutta la notte con te. Questo è il tuo regalo- ripeté Eltamin.
-sei sicura?- chiese ancora in moro.
-per ora si vediamo se mi fai cambiare idea- rispose lei baciandolo ancora prima sulla bocca poi collo, sentendolo gongolare e infine sul petto.
-mi vuoi far morire chiese James trascinandola con sé sopra il letto.
Eltamin rise, divertita
-se sapevo che ci voleva così poco per farti fuori, mi sarei prodigata tempo fa- disse guardandolo negli occhi mentre si sfilava la maschera dal viso.
-credo che questo gioco a cinque anni non sarebbe stato apprezzato-
-ah sì, è vero eri cretino a quell’età- rispose secca la bionda mentre si sganciava la guepiere la sciando a bocca aperta il biondo.
Le calze in seta scivolarono leggere, giù fino alle caviglie della bionda, che ora stava con il solo reggiseno a balconcino e il piccolissimo brasiliano che copriva a stento la peluria del suo pube.
-Eltamin, io-
-meglio se taci-, rispose lei avvicinandosi al moro che la prese dai fianchi e l’aiutò a sedersi sopra.
-sto zitto- disse infine baciandola con ardore. Prima la bocca che ormai era ritornata al suo candido rosa ,anche se, profumava ancora di ciliegia, poi il collo bianco candido come quello di un sinuoso cigno, poi la clavicola e infine i seni.
Respirò affondo il suo profumo, affondando poi la sua bocca nell’avvallamento, mentre Eltamin inarcava la schiena smaniosa di quell’intimo contatto. Le sganciò il reggiseno con un gesto veloce e la guardò: aveva gli occhi chiusi, la testa reclinata all’indietro ed era sorretta solamente dalla sua mano che le teneva la schiena, poi i suoi occhi brillarono quando videro quelle piccole perle rosa, sopra quel seno delicato e sodo.
Quello era un sogno, aveva Eltamin tra le braccia, la baciava, la toccava forse, avrebbe addirittura fatto l’amore con lei.
Quello era un sogno, si ripeteva James nella sua testa, ma la sentiva, la sfiorava, la baciava, avvertiva il suo profumo e la sua erezione ormai stava soffocando dentro i suoi pantaloni.
Quello non era un sogno, era la realtà, forse sarebbe durato solo l’arco di una notte ma non li importava. Lei ora era sua, era lì e voleva solo lui, al domani avrebbe pensato poi.
Si tolse con un incantesimo i pantaloni rimanendo con i soli boxer, Eltamin nemmeno se ne accorse e subito dopo lambì con la lingua le perle rosa del suo sogno.
Leccò e succhiò con avidità i capezzoli, mentre una mano sfiorava delicatamente il suo seno, sentiva i suoi sospiri sempre più bassi e questo lo fece eccitare ancora di più.
Strofinò la sua erezione con prepotenza sugli slip della bionda che respirò affondo e sorrise a quel contatto.
Anche James ghignò soddisfatto, la fece sdraiare e si libero degli slip invitandola ad aprire gli occhi.
-Eltamin-. Disse piano, allargando con il ginocchio le gambe lunghe e magre della ragazza.
-voglio sapere se sei ancora sicura-
Chiese flebile, guardandola e ammirando tutta la sua bellezza.
Eltamin, mosse il capo guardando in viso e percorrendo con lo sguardo il petto, arrivando fino al membro del biondo.
Si morse le labbra e impallidì appena, cosa che fece ghignare James.
-non ti farò male. Te lo giuro. Ti fidi di me?- chiese infine James ricevendo come risposta un gesto del capo.
-James- disse infine Eltamin – io sono...-
A James si bloccò il sorriso sulla bocca, incredulo ma felice, poi si
Avvicinò lentamente alla sua bella Eltamin, non voglio sapere il perché, ma ti prometto che sarà stupendo disse il moro.
Perché sarà la prima volta anche per me, pensò la prima volta che faccio l’amore con la donna che amo.
All’inizio farà male- disse sfilandole il piccolissimo indumento in pizzo, -sarà un attimo-disse ancora con voce roca mentre con le dita giocava con la sua femminilità, entrando prima con le dita facendo irrigidire la ragazza.
-dovrai abituarti, perché ecco...- cerco di spiegargli James cercando di rimanere calmo e non ridere osservando lo sguardo intimidatorio che la bionda le aveva lanciato.
-lui è leggermente più grande delle dita-
Eltamin si strinse nelle sue braccia e James capì che era pronta per unirsi a lui.
Tolse delicatamente le dita, le prese le mani e le portò sul suo membro, lei sgranò gli occhi spaventata, ma James la rassicurò
-tranquilla ti guido io- disse incastrando le sue dita tra quelle della ragazza e facendole scivolare sopra e sotto, inducendo un ritmo prima delicato e poi sempre più incisivo.
Quando era quasi arrivato al limite, slegò le mani da quella presa, e si mise sopra Eltamin guardandola dritto negli occhi fondendosi in lei.
Penetrò lentamente nella sua piccola e stretta femminilità, la sentì irrigidirsi un poco.
-piano- sussurrò lei
-tranquilla-, rispose – rilassati Eltamin- le intimò, poi entrò in profondità. Lei, inarcò ancora la schiena esponendo i suoi bei seni sodi all’occhio attento del moro che non fece altro che lambire con la lingua e i denti quel piatto succulento che si offriva.
Spinse più affondo con un colpo secco.
-Ahi- urlò Eltamin.
E lui si bloccò un attimo prima di riprendere con un altro colpo, questa volta più forte del precedente, sentendo così, rompersi quel piccolo lembo di pelle mentre Eltamin si aggrappava alla sua spalla con le unghie.
-Ora assecondami. Tieni il ritmo e ti porterò in paradiso- disse sussurrando.
Lei respirò, affondando il viso sul collo del biondo lasciandosi andare e assecondando così il ragazzo che oramai era dentro di lei.
James conduceva quella danza fatta di respiri affannati e sussurri eccitati.
Lui, l’aveva resa una donna, il suo cuore stava esplodendo, la sua anima come il suo cuore era nelle mani di quel ragazzo e lui nemmeno lo sapeva, nemmeno si rendeva conto dell’amore che Eltamin provava per lui, che aveva sempre provato.
James spingeva affondo, beandosi di quel contatto, catturando ogni dettaglio di quei momenti nella mente.
Il suo sogno sia avverava, lei era sua, per una notte era sua come desiderava da anni.
Le spinte si fecero più profonde, i loro corpi più caldi erano avvinghiati uno all’altro, il loro respiro era accelerato, le bocche impegnate in un bacio appassionato. Le ultime spinte fecero vibrare i loro corpi fino a quando l’apice del piacere non li fece gridare crollando ancora ansanti uno sul seno dell’altra.
Respirarono a bocca aperta per recuperare il fiato, solo il respiro si sentiva mentre il loro cuore pian piano riprendeva a battere normalmente.
James si alzò dal letto sotto lo sguardo attendo di Eltamin s’infilò i boxer e aprì l’anta dell’armadio scovando al suo interno qualcosa di caldo per la ragazza che indossò il capo senza proferir parola.
Il grifondoro si sdraiò nuovamente su letto, osservandola mentre con eleganza infilava il reggiseno, gli slip e la maglia che poco prima le aveva offerto.
Eltamin lo guardò scettica.
-non voglio sapere il motivo disse il moro accoccolandosi al corpo della bionda abbracciandola teneramente – ma ti ringrazio per la splendida notte insieme- sospirò affondo prima di stampare un bacio tra i belli e morbidi capelli biondi di Eltamin.
buona notte Eltamin- sussurrò infine. La ragazza non disse nulla rimase immobile tra quelle braccia sentendo pian piano il respiro del giovane affievolirsi abbandonandosi a un ristoratore sonno.
Anche lei si rilassò alla fine prima di pronunciare ancora quelle parole, la sua verità quella che ancora celava nel suo cuore.
-ti amo- disse piano mentre gli occhi si chiudevano piano e il sonno la rapì.

giovedì 16 febbraio 2012

La Regina di Ghiaccio. 39


39.La festa a sorpresa .

Era rimasta tutta la notte in infermeria e alle prime luci dell’alba era sgattaiolata via, fin giù ai sotterranei, senza essere sorpresa, né dal custode né dagli insegnanti.
Arrivò a serpeverde stravolta, con il viso pallido e il respiro affannato.
Aprì la porta piano, sperando di non svegliare Lily e si stupì nel vederla già in piedi vestita di tutto punto.
-non ho dormito- disse freddamente la rossa.
Eltamin abbassò lo sguardo, la sua amica era arrabbiata con lei e la capiva.
-capisco- rispose Eltamin mordicchiandosi le labbra.
-non avresti dovuto restare lì tutta la notte, il tuo fidanzato non sarebbe felice- disse glaciale Lily, senza nemmeno guardarla.
-quale fidanzato?- chiese Eltamin, stupita dal tono freddo e le parole taglienti che Lily le rivolgeva.
-quello- disse la rossa girandosi di scatto -che ieri sera appena sono uscita dall’infermeria, mi ha chiesto: prima se stavi bene, perché ti ha visto strana e poi si è ricordato che era James, quello colpito da un fulmine- rispose nervosa la rossa.
-Io non ho nessun fidanzato-replicò Eltamin urlando.
-allora! dovresti informare Wallace, perché è questo che va a dire in giro- urlò a sua volta Lily, infischiandosene del fatto che qualcuno la potesse sentire.
Eltamin la guardò perplessa.
-sei arrabbiata per questo?-chiese la bionda Malfoy.
-No! sono arrabbiata; Perché mio fratello si è preso un fulmine per colpa tua- disse Lily uscendo e sbattendo la porta.
Eltamin era sbalordita, aveva litigato per la prima volta con Lily.
La sua migliore amica la incolpava della disgrazia che era successa a suo fratello James e del fatto che era uscita con Theo.
Non ci poteva credere, era assurdo.
Si buttò nel letto e si nascose sotto le coperte, per fortuna era domenica e non c’erano lezioni, così avrebbe evitato tutto e tutti .
**
Erano passati diversi giorni dall’incidente occorso a James Potter e molte cose erano cambiate al castello di magia e stregoneria di Hogwarts.
Lily ed Eltamin a mala pena si rivolsero la parola, in quella lunga settimana, Scorpius cercava di fare da collante tra le due, fallendo miseramente.
 Il maggiore dei Malfoy poteva però, essere felice di una cosa: sua sorella aveva evitato di uscire nuovamente con Theodor Wallace, anche se aveva utilizzato una scusa talmente cretina, che in molti storsero il naso.
A questo pensava Scorpius quando con la fidanzata si recava per il saluto mattutino a James.
I due aprirono la porta e sorrisero all’unisono quando videro il moro Grifondoro in piedi battibeccando con la vecchia infermiera.
-ecco! proprio voi due stavo aspettando- disse James notandoli.
- mi trovate bene, giusto!- chiese sgranando gli occhi.
-e siete d’accordo con me, che è ora che io esca da questa...- prigione voleva dire James, ma l’infermiera lo ammonì con una sola occhiata.
-bellissima infermeria- finì il moro sorridendo alla vecchia.
-si, io la penso come James. Stare chiuso per troppo tempo qui dentro, nonostante le sue cure siano state amorevoli-, disse amabile Scorpius,
 - per un grifondoro come lui, sono troppo pesanti- concluse Scorpius.
-poi lo vede anche lei, sta bene ormai-concluse il caposcuola dei Corvonero,
-va bene , va bene – disse l’anziana infermiera.
- Però, niente volo per un'altra settimana-intimò la donna con cipiglio severo
-io sono...-cercò di ribattere il moro
-certo! non si preoccupi, lo terremo d’occhio noi- rispose Scorpius sorridendo all’infermiera interrompendo le lamentele dell’amico.
Questa lo guardò scettica e poi si rintanò nel suo studio lasciando soli i tre ragazzi.
-sei pessimo, ci stavi provando con una vecchia-
Disse Lily guardando schifata il fidanzato, mentre aiutava il fratello a portare via ogni sorta di cosa in una settimana di degenza in infermeria li era stato regalato.
-ma è venuta, tutta la scuola- chiese alla fine.
-no sono le ragazze e la squadra- disse sornione.
-le ragazze?- chiese Scorpius curioso.
-si le ho acquisite tutte tranne quella che mi interessa-.
 Lily abbassò lo sguardo, evitando di guardare sia James sia Scorpius. Solo lei sapeva che Eltamin, per tutta la settimana sgattaiolava a notte fonda utilizzando il vecchio mantello di suo padre Harry, che Albus le aveva prestato, convinta che nessuno oltre suo fratello minore sapesse il suo segreto.
Segreto che lei avrebbe custodito, fino a quando la sua amica non avrebbe trovato il coraggio di ammettere i suoi sentimenti.
Quando, dopo diversi minuti, riuscirono ad uscire dall’infermeria, lo accompagnarono fino alla torre dei grifondoro.
-volete entrare- chiese ridendo James prendendoli bonariamente in giro .
Scorpius deglutì e Lily evitò di rispondergli, indicando con una semplice occhiata la pila di roba che aveva tra le mani.
James rise divertito fino a quando non vide il ritratto della signora grassa aprirsi davanti a se trovandosi di fronte Albus ed Eltamin che ridevano divertiti.
James impallidì ed Eltamin si bloccò all’improvviso appena se lo vide di fronte.
-oh sei uscito- disse Albus – stavo proprio venendo a trovarti-
-si lo vedo- disse James piatto guardando Eltamin.
-ho preso “E” -annunciò Albus e Lily incredula prese la pergamena dalle mani del fratello minore.
-ha preso veramente E- disse incredula Lily.
-si tutto grazie a Eltamin- rispose fiero Albus.
-bravo campione – disse James - ora scusatemi ma devo incontrare le mie fan- disse il moro entrando dentro il ritratto.
Albus spalancò la bocca incredulo dall’uscita infelice del fratello maggiore ed Eltamin sparì in un secondo, lasciando Lily, Scorpius e Albus fermi come tre allocchi.
-che sta succedendo?- chiese Albus.
-niente, sono solo cretini- rispose secca Lily.
Scorpius sbuffò.
-che facciamo?- Domandò il corvonero -procediamo con il piano?-terminò infine.
Lily si girò verso il biondo guardandolo attentamente.
-si-
-mi dici, come la convinci a venire se non le parli-chiese ancora il suo promesso sposo,
-tu non preoccuparti-rispose la Potter
-evita di fare casini Lily- l’intimò Scorpius.
-simpatico- rispose la rossa – guarda che se continui con questo tono, rimani solo anche tu- le disse fredda la rossa, girandosi e scendendo anche lei le scale per andare alla sua sala comune.
-che le ho detto- disse sbuffando il corvonero.
Albus spalancò le braccia e non disse niente , mentre anche il biondo andò via .
-vanno via tutti- disse il ritratto della signora grassa.
-già- rispose mesto il piccolo Albus Potter.
**

Erano passati tre giorni da quando James era uscito dall’infermeria di James, ed Eltamin per quei tre giorni era completamente sparita, la si vedeva solo a lezione o in biblioteca ed era lì che la trovò Lily.
-ciao- disse la rossa poggiando i libri sul banco e sedendosi accanto all’amica.
-l’hai finito il tema d’incantesimi-chiese.
Eltamin girò con foga la pagina del grosso tomo senza rispondere all’amica.
-io si, l’ho scritto ieri, mentre tu sei uscita a volare sulla scopa-continuò a dire Lily, intanto che la bionda di fermò un attimo, riprendendo un attimo dopo a leggere come se l’amica non fosse al suo fianco.
-hai notato- continuò la rossa – Wallace si è messo con una di corvonero. Credo l’abbia pagata per farti ingelosire, ma tu, da fredda e glaciale regina, nemmeno te ne sei accorta. Ti sono passati tanto così ieri sera- disse Lily indicando la distanza che era intercorso tra la sua bionda amica e il caposcuola dei Grifondoro.
Eltamin sbuffò.
-hai sentito qualcuno oggi?- chiese ancora Lily girandosi verso l’amica.
-chi avrei dovuto sentire Lilian- disse con astio Eltamin finalmente rivolgendole la parola.
La rossa sorrise beffarda.
-c’è una festa questa sera al castello- disse Lily sussurrando
-non mi interessa-rispose la bionda con lo stesso tono di voce.
-in maschera-aggiunse la rossa Serpeverde.
Eltamin continuò a girare i fogli del grosso tomo velocemente, senza soffermarsi più a leggere le nozioni che quel libro conteneva.
-non c’è bisogno d’invito- aggiunse la rossa affabile e disinvolta.
-abbiamo trovato una stanza molto grande nell’ala ovest del castello. Lì, non passa nemmeno Gazza e ci sono dei passaggi segreti che da tutte le case comuni portano all’andito principale-.
Eltamin si era bloccata ancora con il libro fermo all’indice e lo sguardo perso nel vuoto.
-per questo dobbiamo ringraziare mio nonno e i suoi amici- ammise la Potter ghignando.
-hai finito- chiese spazientita Eltamin.
-no- rispose secca Lily.
- indossa l’abito che ti ho messo sul letto -
-chi ti dice che venga –chiese Eltamin
-non c’è bisogno che ti trasfiguri capelli o altro, la maschera celerà il tuo viso- continuò Lily Potter.
-Lily, ho detto che non vengo- replicò stizzita Eltamin.
-Oh si che vieni. James non lo sa che la festa è per lui. Crede che ci siamo scordati il suo compleanno-.
Eltamin boccheggiò.
-non si aspetta di vederti la- continuò la rossa.
-verrò ancora meno, ora che so chi è il festeggiato- ammise la ragazza.
-non è importante il regalo, anche perché il braccialetto porta fortuna che ha al polso da quando è finito in ospedale basta e avanza-
Eltamin si girò di scatto a guardare Lily.
-si lo so e so anche, che andavi tutte le notti a trovarlo- enunciò la rossa sorridendole dolcemente.
-tu hai...-
-ero arrabbiata- ammise – scusa- disse subito dopo, alzandosi e uscendo dalla biblioteca lasciando nuovamente sola Eltamin.
**
Erano le nove di sera e aveva saltato la cena, come le capitava da ormai una settimana, cioè da quando James era uscito dall’infermeria.
Aveva sentito dire, da alcune compagne , che una ragazza di Grifondoro li stava in sostanza appiccicata ed era questo che la sua mente aveva pensato subito dopo che Lily, le aveva raccontato della festa a sorpresa. Lui avrebbe ballato con la ragazza, non con lei, non l’avrebbe certo notata tra mille maschere e se mai l’avesse notata, l’avrebbe evitata come la morte.
Si sarebbe umiliata ancora una volta.
Chiuse gli occhi, reclinò il capo e respiro l’aria calda che saliva dalla vasca da bagno, dove in quel momento era immersa.
Aveva bisogno di rilassarsi, pensare e solo un bagno caldo con  le sue essenze orientali riusciva a toglierle stanchezza e brutti pensieri.
Afferrò poi il telo da bagno e si asciugò con delicatezza, frizionò i capelli con un’altra salvietta , dopodiché, uscì dal bagno.
La stanza era avvolta nella penombra, il silenzio rendeva quella stanza e l’umore di Eltamin ancora più triste.
La bionda guardò il vestito, che Lily le aveva messo sopra il letto, era stupendo.  Non sapeva come la sua amica era riuscita a procurarsi un pezzo talmente ricercato, un costume da maschera stile veneziano.
 Lo guardò ancora un attimo, poi decise che tanto valeva indossarlo, giusto per curiosità.
Si infilò l’intimo in pizzo nero, aggancio le calze di seta alla guepiere, mise la ruota che serviva per dare ampiezza alla doppia gonna in cotone di seta con inserti di pizzo nell’orlo. Infilò, poi, il corpetto sempre in cotone di seta nera che le stringeva la vita e innalzava il seno che presentava posteriormente dei laccetti di raso.
Si guardò allo specchio, subito dopo aver indossato delle semplici decolté tacco quindici e si ammirò.
Era stupendo, pensò Eltamin accarezzando con le mani il pizzo con cui il corpetto era rivestito.
Asciugò con la bacchetta i capelli arricciandoli in dei bellissimi boccoli, simili a quelli di sua madre Hermione. Subito dopo, si mise sulle labbra un rossetto rosso molto intenso e infine indossò la maschera, anch’essa nera che presentava da una parte una serie di piume e strass, che lasciava scoperta solo una porzione di bocca.
Tolse gli anelli e i bracciali, si mise i guanti in pizzo nero e alla fine uscì dalla sua stanza, anche lei incredula di questo suo gesto.
Voleva ballare con lui, voleva stringerlo ancora a se e questo era l’unico modo per farlo, celandosi dietro a una maschera.
**
La festa era iniziata da ore, la musica era coinvolgente, il cibo buono e l’alcol scorreva a fiumi.
James, stringeva mani, riceveva pacche sulle spalle, sorrideva a tutti quelli che si fermavano a fargli i complimenti per la festa e gli auguri per la maggior età.
Il grifondoro, si guardava intorno e non riusciva a far altro che sorridere.
Quella era veramente una bella festa e l’artefice di tutto quello, poteva essere solo una persona.
Solo una, lo conosceva talmente bene da sapere il fascino che per lui avevano le feste in maschera.  
Solo lei, sapeva della sua passione per le maschere Veneziane, per il carnevale Italiano. Solo Lily, lo conosceva talmente bene da regalargli la festa più bella. Avrebbe dovuto ringraziarla ma non riusciva a capire quale di quelle dame fosse sua sorella.
Aveva perso di vista anche quello stronzo del suo migliore amico che l’aveva condotto lì con l’inganno, aveva un abito blu si ricordò all’improvviso e una maschera che celava completamente il viso. Rise divertito ,mentre prese un flûte dal vassoio, se Draco Malfoy sapesse come si era vestito, lo diseredava all’istante.
-Ti diverti- chiese una ragazza con un delizioso abito nero che le strizzava la vita e faceva risaltare il seno.
-si- rispose James soffermandosi troppo sulla candida pelle della ragazza. Le guardò le mani, celate sotto dei lunghi guanti in pizzo, mosse il capo, buttando giù un sorso di champagne e la guardò ancora.
La maschera la nascondeva completamente l’unica parte del suo corpo visibile oltre il seno era la bocca, una bella bocca carnosa tinta con un sottile strato di rossetto rosso fuoco.
James, le prese il bicchiere dalle mani e la condusse al centro della sala. Una musica dolce e melodiosa risuonava nell’aria, mentre i loro corpi si avvicinavano piano, fiorandosi.
Le loro mani si univano e quel tocco leggero faceva correre brividi lungo la schiena.
Magia e alchimia scorrevano tra quei due corpi e il resto era come scomparso, intorno a loro.
Lui la strinse a se, riducendo le distanze mentre lei non riuscì a far altro che poggiare il capo al petto del ragazzo sentendo così il suo cuore battere, il suo profumo di colonia invaderle le narici e si godette quel momento indimenticabile momento.
In quel momento, non le interessava se il cuore di James batteva per lei, o per la donna misteriosa che in quel momento lo intrigava.
Non le importava niente, si godeva l’attimo, perché sapeva che sarebbe finito come un battito d’ali.
Rimasero così per minuti interminabili fino a quando la musica cessò, la ragazza si staccò dal corpo di James per un attimo, ma lui la trattenne tra le sue forti braccia.
-non ti ho chiesto-, disse con voce roca- se ti andava di ballare Eltamin- concluse il moro.
La ragazza spalancò la bocca.
L’aveva riconosciuta, come aveva fatto, cercò di staccarsi da lui ma non ci riuscì, mentre la musica riprese a echeggiare nella sala.
-oggi è il mio compleanno- disse ancora il grifondoro - devo esprimere un desiderio - disse il moro sussurrando all’orecchio della bionda, che a quelle parole s’irrigidì. Mosse il capo e il moro continuò a parlare senza imbarazzo.
-ho voglia di dormire con te questa notte-.
-io...-
-non accetto un no- disse il moro sfiorando con il pollice la bocca carnosa della bionda.