42.UNA SECONDA Opportunità
Era una bella Domenica di metà Febbraio, un sole pallido avvolgeva il grande castello di Hogwarts, gli uccellini cinguettavano, la piovra gigante giocava con un ramo nel grande lago nero e una marea di gente, grazie a quella bella giornata, aspettava con ansia l’inizio della seconda partita del torneo di quidditch.
Tutto era pronto, tranne, il capitano dei Grifondoro che non era ancora arrivato. Alcuni vociferavano che avesse appena avuto uno scontro con Malfoy, Scorpius Malfoy a causa della relazione di quest’ultimo con la sorella Lily, ma si sbagliavano.
-Lily- cosi mi soffochi disse quasi sussurrando James con la bacchetta puntata sulla giugulare.
-sarebbe un bene- rispose lei allentando la presa.
-Dimmi che le hai fatto- aggiunse.
-Non lo so?- rispose lui agitandosi, ansia paura disperazione si notavano negli occhi azzurri di James Potter.
La sorella lo guardò affondo.
-Non ti credo, racconta- disse infine e James deglutì prima di abbassare lo sguardo e cominciare il suo racconto.
-Ieri sera è venuta alla festa, aveva un abito nero e una maschera con le piume veramente bellissimi-.
Lily sorrise, sapeva che James impazziva per il nero, James impazziva per Eltamin pensò infine, se solo avesse avuto il famoso coraggio Grifondoro per parlare alla sua amica e dichiararsi.
-Si è avvicinata a me mentre bevevo al bancone, non avrei mai pensato fosse, lei- ammise il moro.
-Mi ha rivolto la parola, ha riso, ballato e bevuto con me, non mi ha detto chi era, ma non appena si è avvicinata, il suo profumo l’ha smascherata-.
Lily sogghignò, pensando all’abitudine dell’amica di immergersi più volte al giorno, in quintali di essenze orientali cari quanto rari.
-Lily, lo sai quello che provo per lei- disse James sollevando finalmente lo sguardo verso la sorella che lo trafiggeva con gli occhi scuri simili a quelli di sua madre Ginny,- era la mia festa di compleanno- continuò il Grifondoro, - erano giorni che non le parlavo che non stavamo un secondo soli- ammise abbassando nuovamente lo sguardo sconfitto non appena una smorfia di disappunto si formò sul viso bianco e candido di Lily Potter.
-Che hai fatto?- chiese ancora Lily palesando una calma innaturale.
-le ho chiesto di restare con me. Per tutta la notte- disse con voce flebile.
-L’hai costretta- disse con voce tremante Lily, sconvolta.
-No- urlò James.
-Per chi mi hai preso, non abbiamo fatto nulla che non volessimo fare-disse James non dando una risposta chiara.
Lily si tranquillizzò, conoscendo Eltamin avevano solo dormito.
-Questa mattina quando mi sono svegliato, lei piangeva e poi è scappata-
Finì James.
Lily sbuffò e lo guardò accigliata
-Hai la sensibilità di un cucchiaino- disse sua sorella, imitando la zia Hermione.
-come tutti gli uomini- continuò pontificando.
-le donne devono essere corteggiate, coccolate. Noi- disse con voce un po’ troppo alta- amiamo parlare, immagino che l’hai abbracciata e lei si aspettava da te qualche frase dolce-.
-Frase dolce- la guardò James. Avrei dovuto dirle una frase dolce, forse il sei bellissima mentre facevamo l’amore era poco Pensò.
Le aveva pure detto che era il fuoco, non la regina di ghiaccio e si sentì una cacca di troll al solo pensiero della frase infelice pronunciata.
Poi, dopo averla avuta invece di esternare, il trionfo del suo cuore, si era alzato e rivestito, non dicendo mezza parola.
Era senza speranza.
-Mi stai ascoltando James- lo ridestò Lily.
-si, si- rispose il moro.
-io vado a sentire come sta. Se hai fatto qualche danno irreparabile- James impallidì e gli si mozzò il respiro.
-tu vai. Tra dieci minuti avresti una partita- enunciò Lily e James ritornò alla realtà.
**
Lily aprì piano la porta della stanza e fu avvolta nell’oscurità, tutto era buio e procedette a tastoni, fino ad arrivare al grande letto a baldacchino dall’altra parte della stanza, quello dove da cinque anni dormiva la sua amica.
-piccola- disse avvicinandosi al suo letto, ma lei non rispose, l’unico rumore udibile era il suo pianto singhiozzante.
-ti prego Eltamin, calmati, -disse Lily preoccupata da quel pianto.
Eltamin però continuava a piangere disperata poi con un gesto del tutto inspiegabile, per una come Eltamin, si scoprì afferrando l’amica e stingendola a se cercando calore e sostegno.
Lily l’abbracciò sperando di calmare quel pianto straziante, da poco la sua amica aveva preso a esternare le sue emozioni.
-schhh, schhh- disse accarezzandole la schiena con fare materno
–tranquilla- aggiunse – tutto si sistemerà-
-No!- rispose Eltamin con la voce stridula impastata dal pianto.
-mi sono svenduta come una poco di buono- disse tirando su con il naso. -Chissà che penserà di me. Oddio! che ho fatto- ripeteva la bionda come una litania straziante.
Lily era come incredula a quelle parole, James non le aveva raccontato molte cose.
James aveva omesso che avevano fatto l’amore.
-Eltamin, ti prego calmati- ma anche lei era agitata, il cuore le batteva e no non sapeva più che dire cosa fare e come calmare l’amica.
-come faccio non ci riesco-rispose la bionda
-Perderò tutti, perderò anche te-continuò Eltamin.
-non mi perderai mai noi siamo come sorelle. Devi però dirmi cosa è successo cosa ti ha...-cercò di chiedere.
-Niente, cioè, lui non centra niente- urlò Eltamin.
-Sono stata io, appena sono entrata alla festa e lo visto che stava bevendo, lì sono andata incontro.
Lo volevo Lily, non sai quanto- ammise in un sussurro.
-Abbiamo ballato, riso e poi mi ha riconosciuta, sarei andata via, scappata come al solito.
Invece, mi ha trattenuto e chiesto di stare insieme tutta la notte.
Immaginavo volesse dormire, come a Capodanno, invece ...-
-invece- chiese Lily irrigidendosi per la paura di sentire cose orribili su suo fratello.
-invece, mi ha spogliata mi ha riempito di complimenti mi ha fatto sentire bella e desiderata, lo volevo Lily- mi capisci. La rossa mosse il capo.
-mi sono concessa, li ho donato me stessa, ho donato la mia purezza oltre che il mio cuore a James. È stato stupendo poi è svanito tutto è finita la poesia- e altre lacrime scesero dai suoi occhi.
-Lily ti prego aiutami-
Lily la strinse forte, sentendo la camicia della divisa bagnarsi dal pianto, ma nonostante ciò continuò a stringerla forte.
-Per questo sei scappata?- Chiese Lily.
-Come?- rispose Eltamin asciugandosi una lacrima che scorreva sulla sua gota.
-Ti è corso dietro. Era qua fuori- Eltamin sentendo la sua amica si irrigidì.
-L’hai mandato via?-chiese
-Si- rispose Lily – l’ho salvato anche dalle botte che Scorpius voleva dargli. Penso che tuo fratello l’abbia capito subito quello che è successo-
-Oddio!- disse Eltamin mettendosi una mano in bocca.
-l’ho spedito alla partita, James intendo-
-mi ero scordata della partita-
-io no e ora tu ti dai una rinfrescata e vieni con me-
-dove scusa?- chiese Eltamin stranita non sono nelle condizioni adatte.
-lui è corso qui per te, vorrà pur dire qualcosa-.
Disse Lily costringendo poi Eltamin a lavarsi, cambiarsi e seguirla allo stadio, di li a poco Grifondoro contro Corvonero.
James contro Scorpius, Potter contro Malfoy.
**
Appena aveva finito, il suo racconto li venne un cerchio alla testa, causato dalle urla e gli insulti che Lily li aveva buttato sopra.
Con la bacchetta li aveva intimato di sparire e che no, lui, la sua amica non la meritava per niente; come darle torto, pensò James avviandosi a passo lento verso il campo.
Sollevò lo sguardo e guardò all’orizzonte, dove il campo da quidditch si ergeva imperioso e li capì che la sua voglia di mostrarsi di giocare era meno di zero, il suo umore sotto le scarpe e la donna che amava persa per sempre.
-capitano, pensavamo che non saresti più arrivato- disse Wallace il nuovo battitore, James lo guardò di sbieco e nemmeno li rispose.
S’infilò la divisa e aspetto due minuti. La sua testa vagava su altre cose, mentre gli occhi di tutti i suoi compagni erano puntati su di lui.
Li guardò di sfuggita.
-andiamo a vincere- urlò ma non ci credeva nemmeno lui a quelle parole che uscirono prive di grinta e carattere, di orgoglio e determinazione.
A lui, James Potter, il capitano e cercatore di Grifondoro malato per il gioco del quidditch quel giorno non fregava un fico secco di quella partita.
Voleva vedere Eltamin, stringerla tra le sue braccia, chiederle scusa e infine baciarla dolcemente.
-Potter, che si fa entriamo- chiese ancora Wallace e James lo incenerì ancora.
-Entriamo- disse secco distogliendo lo sguardo dal caposcuola dei grifondoro.
I suoi compagni uscirono uno dopo l’altro gli ultimi due ad uscire furono James e Theo.
-sei nervoso- Chiese il biondino, cercando di stemperare gli animi poi lo vide illuminarsi.
-Eltamin- urlò Theo guardando la bionda che con sguardo basso, inusuale per la fredda Malfoy, stava ferma accanto a una rossa.
-Wallace sparisci- disse Lily, il caposcuola guardò male la serpeverde
-Vai avanti Theo arrivo subito disse James.
Lily guardò il battitore dei grifondoro sparire dietro la porta e anche lei senza indugiare oltre si dileguò.
James annullò le distanze tra loro.
-Eltamin disse prendendo il mento della ragazza con l’indice e il pollice sollevandolo un poco cosi che i loro sguardi si incrociassero.
-dobbiamo parlare- disse la ragazza.
-scusami – disse invece lui, spiazzandola.
Eltamin sgranò gli occhi, osservandolo e incatenando le sue irridi a quelle del moro.
-dovresti andare, la partita- disse Eltamin sussurrando.
-tifi per me- chiese James avvicinandosi alla sua bocca lentamente, troppo lentamente.
-no Potter, sono il capitano dei serpeverde-. James sorrise.
-va bene- rispose poi staccandosi da lei girandosi appena.
-devo andare- aggiunse sentendo la folla che fuori chiamava il suo nome.
-ci vediamo al solito posto- terminò riducendo nuovamente le distanze,
poggiando infine le sue labbra su quelle della bionda, che rispose al delicato bacio.
Lasciandosi nuovamente andare.
-grazie per la seconda opportunità-. Disse il moro baciandola ancora. Eltamin non riusciva a capire di cosa stesse parlando, li doveva dirgli addio, chiedergli di dimenticare e lui parlava di opportunità e poi la baciava.
- questa volta non ti deluderò- concluse il Grifondoro, lasciandola con la bocca spalancata ad osservarlo mentre scompariva oltre la porta che conduceva al campo di quidditch.