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E ora penso che il tempo che ho passato
Con te.
E ora penso che il tempo che ho passato
Con te.
- Scorpius - lo richiamò Draco, ma il giovane pozionista non ascoltò.
Fece due passi verso il letto, dove Lily con occhi sgranati lo guardava.
- Che cosa hai fatto ? – tuonò con voce dura.
- Scorpius, smettila immediatamente - disse sua nonna Narcissa, afferrandolo per il braccio sotto l’occhio attento e allibito del marito Lucius.
- Nonna, tu non capisci- rispose furioso Scorpius, sgusciando dalla presa dell’anziana strega.
- Tu non sai cosa ha fatto – replicò il giovane, guardando la donna distesa sul letto con disgusto.
Le lacrime scesero copiose sul viso di Lily e una morsa le attanagliava lo stomaco, mozzandole il respiro.
Aveva fallito.
La sua idea di far perdere le tracce di sé era naufragata.
Tutto era stato vano, aveva lasciato il lavoro, la sua famiglia per non farli vergognare delle sue azioni. E proprio ora che il suo bambino, la sua unica ragione di vita, era nato, lui la trovava.
Lui la odiava, si vedeva dal modo in cui la guardava.
Lui la odiava e lei non riusciva a fare altrettanto.
Amava ancora Scorpius Malfoy.
L’avrebbe amato per sempre e il suo piccolo era il frutto del suo irragionevole amore.
- Scorpius, ti proibisco di urlare - disse Andromeda Tonks ancora ferma sulla porta.
- Non farmi ridere, Andromeda, - la canzonò Lucius - tu non sei nessuno per proibire ad un Malfoy di far qualcosa - aggiunse il vecchio stregone.
- Tanto meno dopo che questa donna ha aggirato... -
- NO - urlò Scorpius, ghiacciando i presenti.
- Non sono stato aggirato - disse con il suo solito tono di voce freddo e distaccato.
Metteva i brividi.
- Che cosa vuol dire Scorpius?- chiese Astoria, prendendo per la prima volta la parola, sotto lo sguardo attento e compassionevole del marito.
- Hai tradito la dolce Rose con questa...-
- Astoria, stai attenta a quello che dici o saggerai la mia bacchetta – disse Narcissa, sbalordendo sia Lucius sia Draco suo figlio.
- Sì, madre – ammise Scorpius, guardando Lily che non la smetteva di singhiozzare tra le braccia di Andromeda.
- Pare che non mi riteneva abbastanza degno da informarmi di essere il padre di suo figlio -
- Potrebbe essere di un altro -
- Senti Astoria, ho sempre pensato che tu fossi stupida e ogni giorno confermi che avevo ragione. Come pensi siate arrivati fin qui se non guidati dal libro delle nascite dei Malfoy? Su, dimmi! – la riprese Narcissa, livida per la stoltezza della moglie del suo unico figlio.
- Madre, non trattarla in questo modo- disse Draco.
- Non è colpa mia, Draco, se tua moglie non usa il cervello – replicò l’anziana strega sbuffando.
- Ora vi voglio tutti fuori di qui: Lily doveva riposare e voi la agitate. Tu la agiti – disse rivolgendo uno sguardo torvo al nipote.
- No, lei mi deve delle spiegazioni. Me ne deve per tutti gli otto mesi in cui è sparita –
- Io...- cercò di dire la giovane stretta ad Andromeda.
- Lascialo stare, – replicò Narcissa – riposa. - aggiunse spingendo con forza il nipote, che, testardo, rimaneva ancorato al pavimento.
- Scorpius- lo richiamò Lucius – usciamo fuori, dopo parlerai con la Potter –
- Chi mi dice che non scappi con mio figlio? – disse in un sussurro il pozionista.
- Sì, chi ci dice che non scappi con...il bambino – aggiunse Draco, beccandosi uno sguardo torvo sia dalla madre Narcissa sia dalla zia Andromeda.
- Lily...- disse Narcissa avvicinandosi alla giovane Potter.
- Posso prendere Anthares ?- chiese la strega.
Lily sollevò gli occhi incrociando quelli azzurri della signora Malfoy.
Annuì.
Si fidava di Narcissa, forse perché l’aveva aiutata a partorire o perché le era stata simpatica la volta che l’aveva invitata al Manor.
Astoria, la madre di Scorpius, invece la guardava con disprezzo: sapeva che tra lei e Rose c’era un certo feeling.
Rose.
Il cuore perse un battito quando si rese conto che presto tutti avrebbero saputo cosa era successo.
Tutti avrebbero scoperto il suo segreto.
- Grazie – disse infine Narcissa, donandole un bacio sulla tempia
- Ora riposa un poco ,poi, quando sarai pronta, parlerai con quello stupido di mio nipote - finì.
Lily si agitò tra le braccia di Andromeda.
- Cissy, non credo sia il caso-
- Penso che anche Lily abbia voglia di chiarire, parlare aiuta a rasserenare il cuore – aggiunse.
Lily non replicò, osservò i Malfoy uscire dalla stanza uno ad uno, Scorpius ancora la guardava torvo.
- Scorpius, se non esci non ti presento tuo figlio – disse Narcissa.
Lily prese un respiro profondo, mentre il giovane pozionista finalmente le dava le spalle uscendo dalla stanza.
- Andrà tutto bene – disse Andromeda.
- Ne dubito - disse con un filo di voce Lily.
- Quando la mia famiglia saprà cosa ho fatto, sarà bandita dal mondo magico.
- Che t’importa? - replicò Andromeda, guardandola negli occhi.
- Hai il tuo bambino, hai me, hai Narcissa e sono certa che avrai anche Scorpius –
- Lui non mi ama –
- Ne sei sicura?-
- Avrebbe lasciato Rose altrimenti –
- Tu gli hai mai chiesto di farlo ? – domandò la signora Tonks.
- No, come avrei potuto? Rose ne morirebbe –
- Oddio, cosa ho fatto? Mi faccio schifo – disse ancora, piangendo tra le braccia della strega che continuava ad accarezzarle il capo.
- Non hai nulla da rimproverarti, non sei la sola che ha sbagliato,- disse ancora Andromeda, - l’hai fatto per amore. Tuo figlio è nato perché ami Scorpius. Non pensare mai che sarebbe stato meglio non venisse al mondo -
- Rose, i miei genitori, la mia famiglia, i Malfoy... li metterò tutti in imbarazzo. Tutto il mondo saprà cosa ho fatto - disse tristemente Lily, abbassando il capo.
- Non pentirti mai di quello che hai fatto se, quando l’hai fatto, eri felice. – disse con voce saggia Andromeda.
- Ora è tempo di assumersi le proprie responsabilità. Devi affrontare il mondo a testa alta. Fallo per Anthares e per te stessa. Inizia a vivere, Lily- finì Andromeda, donandole un altro bacio sulla tempia.
Poi l’aiutò a distendersi e le coprì il busto con le lenzuola bianche, invitandola così a riposare.
Rimase alcuni minuti a osservare la giovane che, dati gli avvenimenti della notte, si addormentò subito.
Le lacrime che aveva versato brillavano ancora sulla guancia candida, i capelli rossi incorniciavano il suo viso angelico.
Era bella Lily Potter.
Era bella e per la prima volta l’aveva vista fragile, lei che non piangeva mai, che non si arrendeva davanti alle difficoltà, che raggirava gli ostacoli.
Era diventata fragile e la causa di tutto questo era suo nipote Scorpius.
Doveva parlargli, prima che la lingua tagliente del giovane facesse altri danni.
Quel ragazzino gli ricordava suo nonno Lucius... e Andromeda detestava Lucius.
***
Narcissa fu l’ultima a scendere le scale che dalla stanza di Lily portavano alla piccola sala da pranzo.
L’odore di stufato andato a male aveva impregnato la stanza, ma nessuno sembrava accorgersene. L’attenzione dei Malfoy era attirata dal piccolo fagotto che Narcissa Black in Malfoy teneva tra le braccia.
- Narcissa... – disse Lucius che fu freddato da un’occhiata della moglie.
L’anziana strega prese un lungo respiro prima di prendere la parola, osservando con i suoi profondi occhi azzurri le persone davanti a lei.
Lucius suo marito stava in piedi accanto al camino, Draco suo figlio stava affianco a sua moglie, sprofondata in una vecchia poltrona, Scorpius invece era fermo al centro della stanza e guardava scalpitante il piccolo che la donna teneva tra le sue braccia.
- Vi presento Anthares Malfoy – disse, sorridendo al piccolo che aprì gli occhi, non appena la sua bisnonna pronunciò il suo nome.
- Chi ha...-
- È stata Lily a scegliere il nome – disse Narcissa, rispondendo al tentativo di domanda di suo figlio Draco, che si staccò da sua moglie per raggiungere sua madre.
Il piccolo sembrò sorridere nel momento in cui suo nonno Draco lo guardò.
- Mi ha sorriso – disse visibilmente emozionato. attirando con quell’affermazione anche Lucius, che rimase come estasiato alla vista del pronipote.
- E' proprio un Malfoy – disse con orgoglio.
- Scorpius – lo richiamò Narcissa. Il giovane pozionista aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se fosse in un altro luogo.
Sono padre.
Non sono pronto.
Non so come fare, cosa fare.
Lily mi ha reso padre, ma è scappata da me.
Non mi vuole, non mi ritiene degno.
Ha ragione sono un cretino: non le ho mai detto che la desideravo, che speravo un giorno diventasse la mia donna. Non le ho mai detto quanto la amavo. Quanto la amo.
- Scorpius, – lo richiamò il nonno – tuo figlio ti sta aspettando – aggiunse il vecchio Lucius.
Il giovane si destò dai pensieri che offuscavano la sua mente e, come un automa sorretto da fili invisibili, arrivò fino a sua nonna. La donna lo guardò per la prima volta in quella notte con occhi dolci.
- Complimenti, Scorpius. È bellissimo –
- Grazie – rispose il giovane, prima che con delicatezza Narcissa gli mettesse tra le braccia Anthares, suo figlio.
Il respiro gli si bloccò non appena lo vide, era in tutto e per tutto un Malfoy.
Anthares aveva i capelli fini e biondi, anche se vi era un leggero riflesso rosso.
Gli occhi, ora spalancati, erano di un grigio acquoso, il naso era all’insù come quello della madre e anche la bocca era quella di Lily.
La pelle era candida e già piena di lentiggini. Era bellissimo ed era suo figlio.
Sono padre.
Sorrise a suo figlio senza riuscire a dire più nulla.
Si era innamorato di un bambino al primo sguardo e anche lui sembrava apprezzarlo.
- È bello – disse Narcissa, sorridendo all’indirizzo di Scorpius, che annuì senza sollevare lo sguardo da Anthares che gli aveva afferrato un dito.
- Dobbiamo annullare le nozze – disse Draco, catturando su di sé lo sguardo fiero di sua madre e quello soddisfatto di Lucius. Scorpius si limitò ancora una volta ad annuire con il capo.
- No! – urlò sdegnata Astoria, spaventando Anthares che iniziò a piangere.
- Che dici Astoria? - la riprese il marito – Dobbiamo annullare il matrimonio...non possiamo procedere!! Anthares deve avere una famiglia –
- Quella...-
- Amo Lily da quando avevo quindici anni – la voce di Scorpius arrivò come una doccia gelata per la madre, che si mise una mano sulla bocca per smorzare l’urlo.
Lucius ghignò e Draco lo guardò sdegnato.
- Dimmi allora, perché ci troviamo in quest’assurda situazione se volevi la Potter? – chiese Draco Malfoy.
- Lei non voleva me – ammise, giocando ancora con suo figlio, che si era calmato dopo l’urlo isterico di sua nonna Astoria.
- Ora però ti avrà. – replicò divertito Lucius. – Non si mettono al mondo dei Malfoy senza diventare parte della famiglia.
- Non credo accetterà di diventare mia moglie- disse con un sorriso amaro il giovane pozionista.
- Dovrà farlo – replicò Lucius.
- Devi solo convincerla – aggiunse il vecchio Malfoy.
- Potresti dirle ciò che provi –
- Mamma mia, non cambierai mai, Narcissa, nemmeno dopo cinquant’anni rinunci a professare il tuo credo sull’amore -
La vecchia strega lo guardò torvo.
- Già Lucius, se non fosse per questo insulso sentimento, tu non avresti più una compagna con cui condividere il letto – replicò senza vergogna, lasciando il marito senza parole.
- Ora, se volete scusarmi, porto suo figlio alla madre perché tra poco inizierà a piangere per la fame -
Scorpius si sentì come svuotato non appena sua nonna gli tolse Anthares dalle braccia.
Non disse nulla, sorrise ancora a suo figlio che sembrò smarrito quando sua nonna lo prese.
- Scorpius, - lo richiamò Lucius – devi firmare l’annullamento.
Il pozionista non lesse nulla: prese la piuma che suo padre gli offriva e, senza pensare, pose la sua firma alla fine della missiva.
Passò un attimo e un grande allocco dal piumaggio nero e lucido vibrò nell’aria diretto alla Tana, dove Rose, in quel periodo dell’anno, alloggiava con la sua famiglia.
***
Il sole era già alto quella mattina di Giugno, i fiori erano sbocciati e l’aria era fresca.
Tutto sembrava perfetto alla Tana , la residenza dei Weasley, quando un grosso allocco beccò alla finestra.
Tutta la famiglia era seduta intorno alla tavola per la colazione: oltre ai Weasley vi erano anche i Potter.
Da quando Lily era scomparsa, Ginny aveva perso la voglia di vivere e Harry, suo marito ,aveva pensato che stare con sua madre e la cognata Hermione le avrebbe fatto sicuramente bene.
Sbagliò anche questa volta.
- Chi sarà mai a quest’ora della mattina? – si chiese Molly Weasley quando sentì beccare alla finestra, cercando di alzarsi dalla sedia.
- Sta seduta, Nonna, – rispose Rose – vado io – aggiunse.
La nonna sorrise alla sua nipote prediletta, osservandola alzarsi dalla sedia con infinita leggiadria e aprire con grazia la finestra.
L’allocco alzò subito la zampa, mostrando la pergamena legata con un sottile nastro verde smeraldo.
-Visto? È pure per me! – disse divertita Rose.
-Forse è Scorpius che ti dice che ti ama – disse nonno Arthur sogghignando – quello se non sbaglio è il gufo di Draco Malfoy-
- Sì – disse Albus, ricordando tutte le volte che lo stesso gufo era arrivato a casa sua per informare Lily di alcuni cambi di orario al Dipartimento.
Rose, con un sorriso enorme dipinto sul viso, slegò la pergamena e iniziò a leggere.
Presto il sorriso le morì sul volto, lasciando spazio alle lacrime.
*
Io, Scorpius Hyperion Malfoy ,
informo la signorina Rose Jean Weasley e famiglia che il matrimonio previsto per il giorno 30 - 07- 2030 è stato annullato,
in quanto, questa mattina, sono diventato padre del mio erede Anthares Malfoy.
Mi scuso per l’incresciosa situazione e dispongo che tutte le spese fino ad ora sostenute siano pagate dal sottoscritto.
In fede :
Scorpius Hyperion Malfoy
*
Quando Rose smise di leggere si sentì mancare: il viso pallido e le nocche strette sulla pergamena presagivano che quella ricevuta non fosse una buona notizia.
Infatti, era l’inizio del caos.
Scorpius l’aveva lasciata.
Scorpius era diventato padre, ma non era stata lei a donargli un figlio.
Scorpius l’aveva tradita, non sarebbe diventata la signora Malfoy.
La sua vita da fiaba era solo un’illusione.
Era stata stupida e ingenua, lo sapeva che lui non la amava .
Sapeva bene che c’era un'altra, lo capiva dai suoi gesti, dalla poca passione.
Era convinta che lui un tempo fosse infatuato di sua cugina Lily, ma lei nemmeno lo guardava . Ora, però, c’era un’altra.
Un'altra donna le aveva rubato Scorpius e questa volta non avrebbe potuto far nulla.
Davanti a un figlio lei non poteva nulla.
Queste furono gli ultimi pensieri di Rose Weasley prima di cadere a terra priva di sensi.