sabato 16 giugno 2012

Sono Solo Parole Cap.9


♠♠♠
E ora penso che il tempo che ho passato 
Con te.
-                     Scorpius - lo richiamò Draco, ma il giovane pozionista non ascoltò.
Fece due passi verso il letto, dove Lily con occhi sgranati lo guardava.
-                     Che cosa hai fatto ? – tuonò con voce dura.
-                     Scorpius, smettila immediatamente - disse sua nonna Narcissa, afferrandolo per il braccio sotto l’occhio attento e allibito del marito Lucius.
-                     Nonna, tu non capisci- rispose furioso Scorpius, sgusciando dalla presa dell’anziana strega.
-                     Tu non sai cosa ha fatto – replicò il giovane, guardando la donna distesa sul letto con disgusto.
Le lacrime scesero copiose sul viso di Lily e una morsa le attanagliava lo stomaco, mozzandole il respiro.

Aveva fallito.

 La sua idea di far perdere le tracce di sé era naufragata.
Tutto era stato vano, aveva lasciato il lavoro, la sua famiglia per non farli vergognare delle sue azioni. E proprio ora che il suo bambino, la sua unica ragione di vita, era nato, lui la trovava.
Lui la odiava, si vedeva dal modo in cui la guardava.
Lui la odiava e lei non riusciva a fare altrettanto.
Amava ancora Scorpius Malfoy.
L’avrebbe amato per sempre e il suo piccolo era il frutto del suo irragionevole amore.
-                     Scorpius, ti proibisco di urlare - disse Andromeda Tonks ancora ferma sulla porta.
-                     Non farmi ridere, Andromeda, - la canzonò Lucius - tu non sei nessuno per proibire ad un Malfoy di far qualcosa - aggiunse il vecchio stregone.
-                     Tanto meno dopo che questa donna ha aggirato... -
-                     NO - urlò Scorpius, ghiacciando i presenti.
-                     Non sono stato aggirato - disse con il suo solito tono di voce freddo e distaccato.
Metteva i brividi.
-                     Che cosa vuol dire Scorpius?- chiese Astoria, prendendo per la prima volta la parola, sotto lo sguardo attento e compassionevole del marito.
-                     Hai tradito la dolce Rose con questa...-
-                     Astoria, stai attenta a quello che dici o saggerai la mia bacchetta – disse Narcissa, sbalordendo sia Lucius sia Draco suo figlio.
-                     Sì, madre – ammise Scorpius, guardando Lily che non la smetteva di singhiozzare tra le braccia di Andromeda.
-                     Pare che non mi riteneva abbastanza degno da informarmi di essere il padre di suo figlio -
-                     Potrebbe essere di un altro -
-                     Senti Astoria, ho sempre pensato che tu fossi stupida e ogni giorno confermi che avevo ragione. Come pensi siate arrivati fin qui se non guidati dal libro delle nascite dei Malfoy? Su, dimmi! – la riprese Narcissa, livida per la stoltezza della moglie del suo unico figlio.
-                     Madre, non trattarla in questo modo- disse Draco.
-                     Non è colpa mia, Draco, se tua moglie non usa il cervello – replicò l’anziana strega sbuffando.
-                     Ora vi voglio tutti fuori di qui: Lily doveva riposare e voi la agitate. Tu la agiti – disse rivolgendo uno sguardo torvo al nipote.
-                     No, lei mi deve delle spiegazioni. Me ne deve per tutti gli otto mesi in cui è sparita –
-                     Io...- cercò di dire la giovane stretta ad Andromeda.
-                     Lascialo stare, – replicò Narcissa – riposa. - aggiunse spingendo con forza il nipote, che, testardo, rimaneva ancorato al pavimento.
-                     Scorpius- lo richiamò Lucius – usciamo fuori, dopo parlerai con la Potter –
-                     Chi mi dice che non scappi con mio figlio? – disse in un sussurro il pozionista.
-                     Sì, chi ci dice che non scappi con...il bambino – aggiunse Draco, beccandosi uno sguardo torvo sia dalla madre Narcissa sia dalla zia Andromeda.
-                     Lily...- disse Narcissa avvicinandosi alla giovane Potter.
-                     Posso prendere Anthares ?- chiese la strega.
Lily sollevò gli occhi incrociando quelli azzurri della signora Malfoy.
Annuì.

Si fidava di Narcissa, forse perché l’aveva aiutata a partorire o perché le era stata simpatica la volta che l’aveva invitata al Manor.

Astoria, la madre di Scorpius, invece la guardava con disprezzo: sapeva che tra lei e Rose c’era un certo feeling.
Rose.
Il cuore perse un battito quando si rese conto che presto tutti avrebbero saputo cosa era successo.
Tutti avrebbero scoperto il suo segreto.
-                     Grazie – disse infine Narcissa, donandole un bacio sulla tempia
-                     Ora riposa un poco ,poi, quando sarai pronta, parlerai con quello stupido di mio nipote - finì.
Lily si agitò tra le braccia di Andromeda.
-                     Cissy, non credo sia il caso-
-                     Penso che anche Lily abbia voglia di chiarire, parlare aiuta a rasserenare il cuore – aggiunse.
Lily non replicò, osservò i Malfoy uscire dalla stanza uno ad uno, Scorpius ancora la guardava torvo.
-                     Scorpius, se non esci non ti presento tuo figlio – disse Narcissa.
Lily prese un respiro profondo, mentre il giovane pozionista finalmente le dava le spalle uscendo dalla stanza.
-                     Andrà tutto bene – disse Andromeda.
-                     Ne dubito - disse con un filo di voce Lily.
-                     Quando la mia famiglia saprà cosa ho fatto, sarà bandita dal mondo magico.
-                     Che t’importa? - replicò Andromeda, guardandola negli occhi.
-                     Hai il tuo bambino, hai me, hai Narcissa e sono certa che avrai anche Scorpius –
-                     Lui non mi ama –
-                     Ne sei sicura?-
-                     Avrebbe lasciato Rose altrimenti –
-                     Tu gli hai mai chiesto di farlo ? – domandò la signora Tonks.
-                     No, come avrei potuto? Rose ne morirebbe –
-                     Oddio, cosa ho fatto? Mi faccio schifo – disse ancora, piangendo tra le braccia della strega che continuava ad accarezzarle il capo.
-                     Non hai nulla da rimproverarti, non sei la sola che ha sbagliato,- disse ancora Andromeda, - l’hai fatto per amore. Tuo figlio è nato perché ami Scorpius. Non pensare mai che sarebbe stato meglio non venisse al mondo -
- Rose, i miei genitori, la mia famiglia, i Malfoy... li metterò tutti in imbarazzo. Tutto il mondo saprà cosa ho fatto - disse tristemente Lily, abbassando il capo.
- Non pentirti mai di quello che hai fatto se, quando l’hai fatto, eri felice. – disse con voce saggia Andromeda.
- Ora è tempo di assumersi le proprie responsabilità. Devi affrontare il mondo a testa alta. Fallo per Anthares e per te stessa. Inizia a vivere,  Lily- finì Andromeda, donandole un altro bacio sulla tempia.
Poi l’aiutò a distendersi e le coprì il busto con le lenzuola bianche, invitandola così a riposare.
Rimase alcuni minuti a osservare la giovane che, dati gli avvenimenti della notte, si addormentò subito.
Le lacrime che aveva versato brillavano ancora sulla guancia candida, i capelli rossi incorniciavano il suo viso angelico.
Era bella Lily Potter.
Era bella e per la prima volta l’aveva vista fragile, lei che non piangeva mai, che non si arrendeva davanti alle difficoltà, che raggirava gli ostacoli.
Era diventata fragile e la causa di tutto questo era suo nipote Scorpius.
Doveva parlargli, prima che la lingua tagliente del giovane facesse altri danni.
 Quel ragazzino gli ricordava suo nonno Lucius... e Andromeda detestava Lucius.
***
Narcissa fu l’ultima a scendere le scale che dalla stanza di Lily portavano alla piccola sala da pranzo.
L’odore di stufato andato a male aveva impregnato la stanza, ma nessuno sembrava accorgersene. L’attenzione dei Malfoy era attirata dal piccolo fagotto che Narcissa Black in Malfoy teneva tra le braccia.
-                     Narcissa... – disse Lucius che fu freddato da un’occhiata della moglie.
L’anziana strega prese un lungo respiro prima di prendere la parola, osservando con i suoi profondi occhi azzurri le persone davanti a lei.
Lucius suo marito stava in piedi accanto al camino, Draco suo figlio stava affianco a sua moglie, sprofondata in una vecchia poltrona, Scorpius invece era fermo al centro della stanza e guardava scalpitante il piccolo che la donna teneva tra le sue braccia.
-                     Vi presento Anthares Malfoy – disse, sorridendo al piccolo che aprì gli occhi, non appena la sua bisnonna pronunciò il suo nome.
-                     Chi ha...-
-                     È stata Lily a scegliere il nome – disse Narcissa, rispondendo al tentativo di domanda di suo figlio Draco, che si staccò da sua moglie per raggiungere sua madre.
Il piccolo sembrò sorridere nel momento in cui suo nonno Draco lo guardò.
- Mi ha sorriso – disse visibilmente emozionato. attirando con quell’affermazione anche Lucius, che rimase come estasiato alla vista del pronipote.
- E' proprio un Malfoy – disse con orgoglio.
- Scorpius – lo richiamò Narcissa. Il giovane pozionista aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se fosse in un altro luogo.
Sono padre.
Non sono pronto.
Non so come fare, cosa fare.
Lily mi ha reso padre, ma è scappata da me.
Non mi vuole, non mi ritiene degno.
Ha ragione sono un cretino: non le ho mai detto che la desideravo, che speravo un giorno diventasse la mia donna. Non le ho mai detto quanto la amavo. Quanto la amo.
-                     Scorpius, – lo richiamò il nonno – tuo figlio ti sta aspettando – aggiunse il vecchio Lucius.
Il giovane si destò dai pensieri che offuscavano la sua mente e, come un automa sorretto da fili invisibili, arrivò fino a sua nonna. La donna lo guardò per la prima volta in quella notte con occhi dolci.
-                     Complimenti, Scorpius. È bellissimo –
-                     Grazie – rispose il giovane, prima che con delicatezza Narcissa gli mettesse tra le braccia Anthares, suo figlio.
Il respiro gli si bloccò non appena lo vide, era in tutto e per tutto un Malfoy.
Anthares aveva i capelli fini e biondi, anche se vi era un leggero riflesso rosso.
Gli occhi, ora spalancati, erano di un grigio acquoso, il naso era all’insù come quello della madre e anche la bocca era quella di Lily.
La pelle era candida e già piena di lentiggini. Era bellissimo ed era suo figlio.
Sono padre.
Sorrise a suo figlio senza riuscire a dire più nulla.
Si era innamorato di un bambino al primo sguardo e anche lui sembrava apprezzarlo.
-                     È bello – disse Narcissa, sorridendo all’indirizzo di Scorpius, che annuì senza sollevare lo sguardo da Anthares che gli aveva afferrato un dito.
-                     Dobbiamo annullare le nozze – disse Draco, catturando su di sé lo sguardo fiero di sua madre e quello soddisfatto di Lucius. Scorpius si limitò ancora una volta ad annuire con il capo.
-                     No! – urlò sdegnata Astoria, spaventando Anthares che iniziò a piangere.
-                     Che dici Astoria? - la riprese il marito – Dobbiamo annullare il matrimonio...non possiamo procedere!! Anthares deve avere una famiglia –
-                     Quella...-
-                     Amo Lily da quando avevo quindici anni – la voce di Scorpius arrivò come una doccia gelata per la madre, che si mise una mano sulla bocca per smorzare l’urlo.
Lucius ghignò e Draco lo guardò sdegnato.
-                     Dimmi allora, perché ci troviamo in quest’assurda situazione se volevi la Potter? – chiese Draco Malfoy.
-                     Lei non voleva me – ammise, giocando ancora con suo figlio, che si era calmato dopo l’urlo isterico di sua nonna Astoria.
-                     Ora però ti avrà. – replicò divertito Lucius. – Non si mettono al mondo dei Malfoy senza diventare parte della famiglia.
-                     Non credo accetterà di diventare mia moglie- disse con un sorriso amaro il giovane pozionista.
-                     Dovrà farlo – replicò Lucius.
-                     Devi solo convincerla – aggiunse il vecchio Malfoy.
-                     Potresti dirle ciò che provi –
-                     Mamma mia, non cambierai mai, Narcissa, nemmeno dopo cinquant’anni rinunci a professare il tuo credo sull’amore -
La vecchia strega lo guardò torvo.
-                     Già Lucius, se non fosse per questo insulso sentimento, tu non avresti più una compagna con cui condividere il letto – replicò senza vergogna, lasciando il marito senza parole.
-                     Ora, se volete scusarmi, porto suo figlio alla madre perché tra poco inizierà a piangere per la fame -
Scorpius si sentì come svuotato non appena sua nonna gli tolse Anthares dalle braccia.
Non disse nulla, sorrise ancora a suo figlio che sembrò smarrito quando sua nonna lo prese.
-                     Scorpius, - lo richiamò Lucius – devi firmare l’annullamento.
Il pozionista non lesse nulla: prese la piuma che suo padre gli offriva e, senza pensare, pose la sua firma alla fine della missiva.
Passò un attimo e un grande allocco dal piumaggio nero e lucido vibrò nell’aria diretto alla Tana, dove Rose, in quel periodo dell’anno, alloggiava con la sua famiglia.
***
Il sole era già alto quella mattina di Giugno, i fiori erano sbocciati e l’aria era fresca.
 Tutto sembrava perfetto alla Tana , la residenza dei Weasley, quando un grosso allocco beccò alla finestra.
Tutta la famiglia era seduta intorno alla tavola per la colazione: oltre ai Weasley vi erano anche i Potter.
Da quando Lily era scomparsa, Ginny aveva perso la voglia di vivere e Harry, suo marito ,aveva pensato che stare con sua madre e la cognata Hermione le avrebbe fatto sicuramente bene.
Sbagliò anche questa volta.
-                     Chi sarà mai a quest’ora della mattina? – si chiese Molly Weasley quando sentì beccare alla finestra, cercando di alzarsi dalla sedia.
- Sta seduta, Nonna, – rispose Rose – vado io – aggiunse.
La nonna sorrise alla sua nipote prediletta, osservandola alzarsi dalla sedia con infinita leggiadria e aprire con grazia la finestra.
 L’allocco alzò subito la zampa, mostrando la pergamena legata con un sottile nastro verde smeraldo.
-Visto? È pure per me! – disse divertita Rose.
-Forse è Scorpius che ti dice che ti ama – disse nonno Arthur sogghignando – quello se non sbaglio è il gufo di Draco Malfoy-
- Sì – disse Albus, ricordando tutte le volte che lo stesso gufo era arrivato a casa sua per informare Lily di alcuni cambi di orario al Dipartimento.
Rose, con un sorriso enorme dipinto sul viso, slegò la pergamena e iniziò a leggere.
Presto il sorriso le morì sul volto, lasciando spazio alle lacrime.
*
Io, Scorpius Hyperion Malfoy ,
informo la signorina Rose Jean Weasley e famiglia che il matrimonio previsto per il giorno 30 - 07- 2030 è stato annullato,
in quanto, questa mattina, sono diventato padre del mio erede Anthares Malfoy.
Mi scuso per l’incresciosa situazione e dispongo che tutte le spese fino ad ora sostenute siano pagate dal sottoscritto.
In fede :
Scorpius Hyperion Malfoy
*
Quando Rose smise di leggere si sentì mancare: il viso pallido e le nocche strette sulla pergamena presagivano che quella ricevuta non fosse una buona notizia.
Infatti, era l’inizio del caos.

Scorpius l’aveva lasciata.

Scorpius era diventato padre, ma non era stata lei a donargli un figlio.

Scorpius l’aveva tradita, non sarebbe diventata la signora Malfoy.

La sua vita da fiaba era solo un’illusione.

Era stata stupida e ingenua, lo sapeva che lui non la amava .

Sapeva bene che c’era un'altra, lo capiva dai suoi gesti, dalla poca passione.

Era convinta che lui un tempo fosse infatuato di sua cugina Lily, ma lei nemmeno lo guardava . Ora, però, c’era un’altra.

 Un'altra donna le aveva rubato Scorpius e questa volta non avrebbe potuto far nulla.

Davanti a un figlio lei non poteva nulla.

Queste furono gli ultimi pensieri di Rose Weasley prima di cadere a terra priva di sensi.

venerdì 15 giugno 2012

Sono solo parole Cap 7-8




♠♠♠
Perché la nostra vita in fondo non è 
Nient’altro che ...

 - Aiutami -.
Questa fu l’ultima supplica che Lily, ormai stremata, le aveva sussurrato prima di chiudere gli occhi svenendo per la terza volta.
Il terrore invase, in quei concitati attimi, la villetta ai piedi della collina, dove le due donne da alcuni mesi convivevano.
Andromeda cercò di farla rinvenire ma non vi riuscì.
Lily respirava a fatica e un’ondata di panico investì la vecchia strega.
Doveva fare qualcosa e doveva farlo in fretta,  altrimenti sia Lily sia il suo bambino sarebbero morti.
Non chiamare mai la mia famiglia, le aveva chiesto la notte che si era presentata.
 Anche in quei momenti di puro terrore, Andromeda Black stette ai patti.
Non chiamò nessun membro della famiglia Potter e meno che mai qualcuno dei Weasley, visto quello che era successo al solo nominare Rose.

Perché si vergognava cosi tanto della sua famiglia?

Chiamò invece il suo vecchio elfo domestico, sperando che fosse ancora vivo per svegliare sua sorella Narcissa.
- Gangi! - chiamò a gran voce Andromeda e un elfo domestico, vecchio e curvo, con un grembiule bianco, pulito e inamidato, le si presentò davanti, dopo un sonoro crack di smaterializzazione.
- Gangi ti ricordi di me? - chiese Andromeda, sperando con tutto il cuore che quel vecchio elfo dei Black - che sua sorella si era portata dietro quando aveva sposato Lucius Malfoy - non la strangolasse per aver sposato un babbano.
Ted, amore mio...
L’elfo la guardò con occhi sbarrati annuendo.
-                     Ho bisogno d’aiuto - disse ancora la donna. – Ho urgente bisogno di Cissy, la signora Malfoy - aggiunse cercando di essere chiara.
L’elfo annuì ancora.
Non aveva ancora detto una parola. Per fortuna, pensò Andromeda,  non aveva ancora minacciato di chiudersi le orecchie nel forno per aver parlato con una traditrice, era un buon segno.
-                     Vai e portala qui. Non abbiamo molto tempo - disse infine, guardando con la coda dell’occhio Lily che, distesa sul divano, respirava piano.
La Potter era diventata pallida, i capelli le ricadevano scompostamente sul viso, una perla di sudore le scendeva lungo la fronte.
Alla vecchia strega si strinse il cuore.

Stava soffrendo, soffriva da mesi.
Perché non si era confidata?
Cosa l’ era preso quella sera?
Perché non si riprendeva, nonostante gli innerva che le aveva lanciato contro?

Questi furono tutti i pensieri che affollavano la mente della signora Tonks. Respirò piano facendo un passo verso la ragazza, ma non fece in tempo nemmeno a prendere Lily e portarla al piano di sopra che l’elfo arrivò con un crack insieme a Cissy, ancora avvolta nella vestaglia.
- Meda! Che cosa è...- Lady Malfoy si bloccò all’improvviso non riuscendo a terminare la frase, quando notò Lily Potter svenuta nel bel mezzo del salone della sorella maggiore.
- È Lily Potter, i suoi genitori la cercano da mesi! - disse ancora Lady Malfoy.
Potter ha litigato con il mio Draco per aver accettato le dimissioni, ed ora eccola qui la piccola Lily, pensò Narcissa.
Mio nipote si è come spento quando ha saputo della sua scomparsa. Erano amici! ricordò ancora la lady.
- Cissy, ti spiego poi.  Ora non c’è tempo - disse sbrigativa.
- È svenuta da alcuni minuti e non riesco a farla rinvenire... - aggiunse .
Narcissa fece due passi verso la ragazza, ancora distesa sul divano, e sgranò gli occhi quando notò il ventre gonfio.
-                     Meda! è incinta - disse non riuscendo a trattenersi.
Ecco perché è scappata!
-                     Sì,- rispose – credo sia alla fine del settimo mese- dichiarò Andromeda, sfidandola con lo sguardo a dire qualcosa di cattivo nei confronti di quella che per lei era diventata una seconda figlia.
Narcissa non disse nulla, persa nei suoi pensieri.

Chi è il padre del bambino?
Perché è scappata?

Si avvicinò ancora a Lily di qualche passo fino a quando non le toccò il ventre con una mano, con l’altra sentì il battito.
- Dobbiamo farlo nascere - enunciò subito dopo, contraendo la mascella.
- È presto - disse Andromeda sconvolta dall’idea che la sorella aveva appena avuto.
- Se non nasce ora, moriranno entrambi - aggiunse senza girarsi Narcissa Malfoy.
Andromeda si avvicinò alla ragazza, che era sempre più pallida, ma che ogni tanto apriva gli occhi richiudendoli immediatamente.
Ti salveremo piccola mia, vi salveremo.
- Va bene - disse Andromeda annuendo.
Così, senza indugiare oltre, prese dei catini di acqua calda e degli asciugamani puliti. Narcissa, intanto, portava la ragazza, con l’aiuto della magia , al suo letto.
L’adagiò piano e, mettendole dei cuscini dietro la schiena e ricordandosi i vecchi studi da medimago, guardò la dilatazione.
-                     Meda! - Disse appena la sorella mise piede nella vecchia stanza della figlia Dora.
-                     Dobbiamo fare un parto non naturale -
Andromeda sospirò.
-                     Tranquilla questa volta andrà bene- aggiunse Cissy ricordandosi l’unica volta che assistette a quel tipo di parto.
***
Le urla di sua madre echeggiavano ancora nelle orecchie mentre Bella le intimava di stare ferma, poiché non riusciva a vedere. Gli elfi correvano veloci, avanti e indietro per la grande stanza patronale. Sembravano impazziti dalle grida che la loro padrona faceva.
La loro mamma aveva rotto le acque e nel vecchio castello dei Black c’erano solo loro tre e uno stuolo di elfi.
Erano solo delle bambine, ma si presero la responsabilità di aiutare loro madre a partorire.
Un fratellino avrebbe portato nuovo lustro al vecchio casato. Suo padre era al settimo cielo, sarebbe stato un maschio, il primo.
Invece... morì subito dopo esser venuto alla luce.
Andromeda pianse senza vergogna mentre sua madre non riusciva a parlare.
Il piccolo morì tra le braccia di un'elfa e, come il bambino, anche lei morì per placare l’ira di Bella che aveva fallito. Sua madre da quel giorno non si riprese più.

***


 ♠♠♠
Un attimo eterno un attimo 
Tra me e te 

Andromeda socchiuse gli occhi e respirò affannosamente prima di riprendere il controllo di se’, sforzandosi.
Narcissa per fortuna non la stava guardando, intenta com’era a monitorare il battito di Lily e del bambino ancora dentro la pancia della sua mamma.
Era abile con la bacchetta, pensò Andromeda, sperò fosse abile anche come medimago.
Aveva studiato per diventarlo, ma sposandosi con Lucius Malfoy non aveva mai esercitato il mestiere. Quello era stato il compromesso per poter sposare un uomo importante, il rampollo di un grande e rinomato casato .
Un individuo disdicevole, ricordò con disgusto Andromeda.
Aveva sempre detestato il cognato e non capiva come avesse fatto a conquistare la dolce sorellina.
 Con il tempo, Lucius era riuscito a stregarla e cambiarla, facendone una copia sbiadita di Bella, annullando così l’ingenuità e la gioia di vivere che la caratterizzavano .
Con il tempo e la fine della guerra l’aveva vista sorridere nuovamente, anche se mai lasciò il marito che, da quanto aveva capito, l’amava veramente.

I Malfoy sanno amare?

-                     Meda – la richiamò Narcissa, distogliendola dai suoi pensieri – dobbiamo sedarla prima di iniziare –
La vedova Tonks annuì, mentre con fare istintivo aiutava la sorella a sistemare i cuscini dietro la schiena di Lily.
Andromeda osservò Narcissa somministrare alla giovane un’intera boccetta di sonnifero Sonno Senza Sogni e si apprestò a passarle dei panni caldi e asciutti da mettere sotto le gambe di Lily.
Narcissa era diventata pallida ma non tremò mai, i suoi occhi erano ora fissi sul ventre gonfio della giovane donna.

Lotta Lily Potter. Lotta per il tuo bambino.

Prese un grosso respiro prima di incidere la delicata pelle della piccola Lily Potter, proprio sotto la pancia.
Il sangue le sporcò le mani, ma non se ne curò, il suo unico pensiero era il bambino.

Ti prego non morire.

Lo vide subito, era ancora avvolto nella sacca che, con delicatezza, ruppe.
Non indugiò oltre, accarezzò la testolina sporca di sangue e placenta, afferrandola e spingendo verso di sé.  Fece pressione prendendolo per le braccia e il busto. Quando finalmente lo estrasse, tagliò il cordone con un gesto secco.
Il cuore batteva forte quando se lo trovò tra le mani.
- Cissy - la richiamò Andromeda, mentre si avvicinava preoccupata alla sorella.
Ci fu un attimo d’indecisione prima che il pianto del bambino riecheggiasse nella stanza. Narcissa non accennava a lasciarlo, era come stregata da quel neonato.
- Cissy, dammelo - disse ancora Andromeda.
Narcissa distolse lo sguardo dagli occhi del bambino.
Grigi. Erano grigi come quelli del suo Lucius, come quelli di suo figlio Draco. Quel piccolo bambino dalla pelle chiara come il latte e pochi capelli sul capo, certamente chiari, anche se ancora non sapeva se fossero rossi o biondi, aveva gli occhi di un pallido grigio come quelli di suo nipote Scorpius .
Il cuore esplose.
- Cissy... ti prego – disse ancora Andromeda.
Narcissa distolse i suoi occhi da quelli del bambino, interrompendo il contatto e consegnandolo alla sorella.
Facendosi una violenza inaudita, si dedicò infine alla giovane donna che ancora stava nel letto.
Richiuse la ferita con abile maestria, somministrandole una pozione Rimpolpasangue e accertandosi infine che il battito della ragazza fosse nuovamente regolare.
- Cissy...-
- Sta bene - rispose infine con la gola secca e le mani traballanti, ora poteva finalmente tremare.

 Aveva salvato una giovane madre e il suo bambino.

Aveva salvato una donna che era scappata per nascondere un grande
segreto , un segreto che riguardava anche la sua famiglia.

***
Intanto al Manor...

Il grande e tetro Manor dei Malfoy era avvolto nella foschia in quella buia e silenziosa notte, l’unico rumore che fino a quel momento si udiva era il frullare di alcuni gufi in caccia.
Un tremito però cambiò tutto.
Quel sussulto nella notte mutò per sempre il destino del grande e rinomato casato. Rivelando ai suoi discendenti fatti che per mesi avevano ignorato.
I libri della grande biblioteca al primo piano iniziarono a traballare, alcuni caddero giù dalla spessa libreria, sollevando una nuvola di polvere.
Questa si diramò lentamente mentre un acuto rumore stridulo svegliò i residenti della vecchia e arroccata dimora.
Il primo ad alzarsi fu Lucius, infastidito dal rumore acuto che non accennava a cessare. Rimase stranito dal non trovare sua moglie nel letto che condividevano ormai da cinquant’anni. Così prese la vestaglia e si avviò lungo l’andito buio fino a giungere alla fonte dell’assordante rumore.
Dove si sarà cacciata Cissy? Si domandò il vecchio mago.
La biblioteca era sottosopra, i libri sparsi in ogni dove, mentre alle sue spalle arrivavano gli altri membri della famiglia. Draco, suo figlio, arrivò con la sua solita camminata elegante, avvolto in una vestaglia in seta nera. Astoria, sua nuora, arrivò subito dopo con il viso accaldato dalla corsa ed infine soggiunse Scorpius, il suo unico nipote, agitato per il rumore che l’aveva svegliato nel cuore della notte.
-                     Che cosa succede? – domandò Draco, bloccandosi all’improvviso quando notò il punto in cui suo padre guardava.
Il Direttore del Dipartimento di Pozioni al Ministero rimase scioccato tanto da non riuscire più a dir nulla.
I suoi occhi divennero lame sottili, avrebbe distrutto ogni cosa se avesse potuto, ma la compostezza che lo contraddistingueva lo frenò.
-                     Lucius, cosa è successo? Perché i libri sono tutti per terra? – chiese Astoria, con la sua solita vocina insopportabile che a Lucius dava tanto sui nervi.
 Lucius evitò di risponderle, osservando il centro della stanza.
Impossibile! si ripeteva il vecchio mago.
Scorpius li superò tutti, avanzando a passo veloce e con il cuore in gola, scavalcando i libri che ancora stavano in terra. Giunse così davanti al grande leggio in radica, dove un vecchio e prezioso tomo si era aperto, riversando nella stanza una grande luce e una fragorosa melodia.
Girò attorno al tomo, assottigliando lo sguardo per non essere accecato dalla luce.
Le mani gli sudavano, mentre l’agitazione si impossessava di lui.
Uno sbaglio. Deve esserci uno sbaglio.

Non può essere. Non può. Non posso...

Il cuore cessò di battere quando lesse cosa vi era scritto su quel libro.

Rallegriamoci, un nuovo Malfoy è nato.

Ringraziamo Scorpius Hyperion Malfoy, suo padre, per aver contribuito al prosieguo del grande e rinomato casato .

Oddio, io sono... io sono diventato padre.

Sollevò la testa incontrando gli occhi grigi e furenti di suo nonno, quelli carichi di astio di suo padre e quelli ignari di sua madre.
-                     Io... – cercò di dire il giovane pozionista, ma le parole si bloccarono in gola. 
Draco avanzò a passo deciso verso il suo unico erede e, senza degnarlo di mezza parola, lo scansò dalla sua posizione.
Rimase fermo per interminabili minuti davanti al libro, leggendo così cosa vi era scritto.
Una morsa al petto.
Sbuffò, prima che sul viso gli si dipingesse una smorfia disgustata.

Un figlio illegittimo. Scorpius era diventato padre e nemmeno lo sapeva.
Sicuramente era l’avventura di una notte, avventura che avrebbe pagato caro.
-                     Sei un emerito coglione – disse subito dopo, facendo così parlare la rabbia.
Draco era furioso e non si trattenne, non vi riuscì.
Quel bambino avrebbe riportato il casato dei Malfoy sulla bocca di tutti e non per qualcosa di bello.

Uno scandalo, ecco casa sarebbe successo e tutto perché suo figlio non sa tenerlo nei pantaloni!

-                     Draco! – lo riprese sua moglie.
-                     Draco un corno, Astoria. Tuo figlio ha pensato bene di mettere incinta non so chi per evitare di sposare quella cretina della Weasley – disse Draco con astio, sia nei confronti della moglie sia del figlio, che ora lo guardava spaesato.
Sapeva che i suoi familiari non amavano Rose, ma del resto non l’amava nemmeno lui, solo sua madre la trovava simpatica.
Forse si rivedeva in quella dolce e spensierata ragazza che vedeva il bene in tutto e tutti.

Ingenua. Tanto da non accorgersi che da un anno veniva tradita ogni giorno con la cugina Lily.

Il resto della famiglia, però, la trovava sciatta e anonima. Sua nonna non l’aveva mai invitata ad un tè, cosa che invece faceva con la sua amica ai tempi della scuola, Lily Potter.
Fu proprio grazie a Lily che si fidanzò con Rose: aveva fatto di tutto per farla ingelosire, ma Lily non fece una piega. Anzi. Spinse perché lui conoscesse i Weasley .
Era tutta colpa di Lily, tutto: il fidanzamento, il fatto che non riuscisse a lasciare Rose, nonostante non l’amasse, e infine il tradimento.
Se Lily Potter non fosse mai entrata nella sua vita, lui non si sarebbe  mai messo con Rose Weasley e mai l’avrebbe tradita.

Lily era la sua sciagura ...

Lily era la sua unica fonte di gioia.

Lily era l’unica donna che mai avesse amato, l’unica che mai avrebbe amato.

-                     Io non ho deciso nulla - disse all’improvviso, riprendendosi dal torpore e dal tumulto di pensieri.
-                     Peccato - aggiunse Lucius raggiungendo suo figlio davanti al grande libro delle nascite. - Speravo che fosse una cosa premeditata -
-                     Almeno ti ricordi chi è la madre? - gli urlò Draco.
Scorpius sbiancò improvvisamente, non era mai andato con nessuna donna tranne che con lei.

Lily! Oddio, Lily è la madre.

Era l’alba e stranamente tutti i Malfoy erano già svegli grazie al libro delle nascite, che annunciava la venuta al mondo di un nuovo erede per il grande casato.
Un bambino, un Malfoy era nato quella notte.
Un figlio illegittimo.
Il figlio di Scorpius Malfoy e una non precisata donna, ma presto anche quel segreto sarebbe stato svelato.
-                     Non importa – sentenziò Lucius – su Scorpius, metti la mano sul libro e portaci a conoscere tuo figlio, il sangue ci guiderà - finì il vecchio Lucius.
-                     Astoria, - disse Draco – vuoi conoscere tuo nipote?- le chiese suo marito. La donna non se lo fece ripetere e arrivò quasi correndo, affiancando così suo marito Draco e suo figlio Scorpius che, bianco come un cencio, finalmente posò la sua mano sul libro delle nascite.
-                     Revelio filius - urlarono Draco e Lucius subito dopo che Scorpius posò la sua mano.
Uno strappo, molto simile a quello prodotto da una passaporta,  li trasportò velocemente all’interno di una carinissima villetta color ocra.
I quattro furono catapultati dentro la stanza, dove una donna dai lunghi capelli biondi teneva in braccio un piccolo fagotto.
-                     Narcissa... - Disse Lucius, sconvolto nel trovare sua moglie davanti a lui.
La Lady sollevò lo sguardo, osservando la sua famiglia davanti a sé.
La sua paura si era avverata.
Quel bambino era un Malfoy.
 Il figlio della giovane Lily Potter era il suo pronipote,  non vi era più dubbio.
Erano stati guidati dal Libro delle Nascite e quell’antica magia non sbagliava mai.

Purtroppo non sbaglia mai.

-                     Quella è Lily Potter - disse Astoria, guardando il letto sul quale la giovane era ancora distesa.

Merda! Quello si che era uno scandalo, pensò Lucius facendo scorrere i suoi occhi dal piccolo che sua moglie teneva tra le mani e la giovane sul letto.
-                     Cosa ci fanno questi qui?- chiese Andromeda, arrivando con altri asciugamani all’interno della stanza che un tempo era della sua unica figlia.
Nessuno rispose, ignorando la domanda della signora Tonks
- Scorpius... – lo chiamò suo padre Draco livido in volto.
Il tempo sembrò fermarsi all’improvviso non appena gli occhi azzurri di Lily Potter si aprirono, incrociando quelli grigi e tempestosi di Scorpius.