lunedì 23 aprile 2012

Che tu sia Dannato-8-


8- Ti proteggerò a costo della vita.

Tutto era pronto, presto con un’equipe di medici del San Mungo e la sua stupidissima scorta, sarebbe ritornato al Manor.
Hermione, aveva accettato la sua proposta, ne era stato felice, ma al tempo stesso tutto questo lo inquietava.
Proteggerla.
 Devi solo proteggerla, si ripeteva come una cantilena nella sua testa.
Camminò con solito passo elegante nell’andito freddo e vuoto dell’ospedale magico, arrivando, scortato da quegli incapaci che Potter gli aveva attaccato alle calcagna, fino alla stanza in cui si trovava Hermione.
Guardò di sfuggita la rossa Weasley, accarezzare dolcemente il viso dell’amica, che forte, come solo lei sapeva essere, le infondeva coraggio.
Coraggio, forza, erano loro che dovevano rassicurarla, invece per qualche legge non scritta era sempre Hermione a tirarli su, spronarli.
Si mosse appena, rivelando la sua presenza.
-E’ ora- disse rivolgendosi alla rossa che donò un bacio sulla guancia pallida e smunta di Hermione che sorrise gentile, prima di incontrare lo sguardo di Draco.
Sfuggì, per paura a quelle irridi color cioccolato.
Paura che potesse leggerci l’amore che provava per quell’essere tanto forte, che combatteva con i denti contro le angherie di un bastardo senza cuore e cervello.
-Draco- lo richiamò e lui come un umile servo si avvicinò costringendolo così a guardarla.
-Sei sicuro che non ci siano problemi?- chiese con voce debole, stanca, ma erano i suoi occhi ad avere la forza, quegli occhi caldi che racchiudevano l’essenza di quella donna, piena di coraggio e orgoglio.
-Sicurissimo Granger, non l’avrei detto altrimenti- disse con il suo solito tono distaccato.
 Hermione sorrise.
-Grazie sei un amico-aggiunse.
Un colpo al cuore.
L’ennesima conferma di non essere null’altro per lei, che un semplice amico.
Mosse il capo annuendo girandosi subito dopo, verso Potter che li avrebbe accompagnati al Manor.
Hermione cercò ancora il suo sguardo ma sfuggì ancora, riprendersi dall’ennesima batosta, richiedeva tempo e lui non ne aveva poi molto.
Giunsero al Manor in un secondo, Draco tolse le protezioni magiche per alcuni minuti, affinché tutti gli auror e i medici al loro seguito potessero entrare.
Potter e i suoi uomini fecero un rapido giro della casa e del giardino, perlustrarono anche la zona assestante la casa e lì, nascosti tra gli alberi, misero le tende per fare la guardia.
Dopo che l’infermiera, quella odiosa con il neo sul naso, medicò la ferita e cambiò le bende, rimasero soli.
Soli nell’immenso e tetro Malfoy Manor.
Hermione era stata messa in una grande stanza al secondo piano lo stesso piano in cui si trovava la stanza patronale. Draco si sedette nella poltrona di pelle bianca affianco a letto e iniziò a leggere.
Lo faceva per lei, sapeva che le avrebbe fatto piacere e l’espressione radiosa che il viso della donna aveva in quel preciso momento lo confermava.
Il romanzo era uno di quelli babbani che aveva trovato nell’immensa biblioteca, non sapeva nemmeno come ci fosse finito lì dentro.
Romeo e Giulietta.
Così s’intitolava il romanzo e altro non era che, la storia d’amore di due giovani che ebbero la sfortuna di appartenere a due grandi famiglie rivali.
Odio che si trasforma in amore, quante similitudini constatò Malfoy.
Dopo quasi un’ora di lettura in cui la Granger, ascoltò con occhi chiusi e sorriso sulle labbra, le parole lette a voce alta da Draco, il biondo si arrestò.
Il sole era scomparso e la luna aveva occupato il suo posto.
- Hai fame?- chiese Draco.
Hermione aprì piano gli occhi senza smettere di sorridere.
-Un poco- ammise.
-Chiamo Tibly e ti faccio portare una minestra calda- disse schioccando le dita, richiamando a se l’elfo domestico che s’inchinò al suo padrone.
L’esserino dopo aver ascoltato gli ordini sparì, tornando dopo un secondo con il cibo.
Hermione fu fatta sedere meglio sul letto e aiutata a mangiare, Draco la guardava come rapito ma silenzioso.
-Avrei preferito che mangiassi anche tu- disse tra una cucchiaiata e l’altra, Hermione.
-Non ho fame-rispose piano per non rompere quell’atmosfera di pace.
Lei lo guardò preoccupata,
-Non mangiare rende deboli- ammise – tu devi essere in forma- continuò attirando con quell’affermazione gli occhi grigi del padrone di casa su di se.
-Devi leggermi per la centesima volta Romeo e Giulietta- concluse.
Draco aprì la bocca stupito.
-L’hai già letto?- chiese infine.
-Oh sì, tutti i babbani l’hanno letto. È uno dei romanzi più belli che William Shakespeare ha scritto-affermò la Granger sorridendo verso quell’uomo che nessuno conosceva.
 Chi era Draco Malfoy, perché stava facendo questo per lei.
-Avrei dovuto chiederti cosa preferivi- disse Draco imbarazzato, distogliendo Hermione dai suoi pensieri.
-No, come ti ho detto, è una storia che amo in modo particolare e in questo momento mi fa piacere sentir parlare dell’amore-ammise abbassando un poco lo sguardo, per non vedere negli occhi grigi di Draco la commiserazione per l’ennesimo fallimento.
-Granger-la richiamò.
-Draco- replicò lei – dopo che hai mangiato, leggeresti ancora per me-chiese guardandolo dritto negli occhi, celando il dolore, reagendo alla vita che con lei era stata tanto crudele.
Amore, lei voleva essere solo amata ma chi amava non apprezzava più nulla. Non la guardava più, non la rispettava.
Eh ... no quella era un’illusione, solo quel pazzo di Ron poteva insinuare una cosa simile.
Lui era il suo capo e ora si dimostrava un amico.
-Come vuoi- rispose Draco.
-Grazie- disse infine la Granger riprendendo il cucchiaio con le dita, portandoselo lentamente in bocca.
Grazie a te di esserci, pensò Draco sorridendo appena.
Protetta, l’avrebbe protetta a costo della vita anche solo per sentirla ancora pronunciare un leggero e soave “grazie” o per vedere quegli occhi.
Quegli occhi che lo facevano fremere.

La Nuova Vita- 21-


-La missione: convincere Zabini.

Anche il giorno seguente, per la felicità di Rose, Hermione ritornò al Manor.
Come il giorno prima ad attenderli vi erano: Draco, Scorpius e Narcissa ma Hermione appena uscì dal camino notò anche un altro biondo, seduto su una poltrona e l’immancabile bastone in mano.
Lucius Malfoy, le dedicò solo un rapido sguardo mentre sorrise, o dilatò le labbra in qualcosa di molto simile a un sorriso. Sua figlia era la destinataria del gesto, figlia che ora, con infinita eleganza, salutava l’uomo come una perfetta lady .
-Pare che, abbia conquistato mio padre- disse Draco conducendo Hermione nello studio.
-Scorpius non fa altro che tesserne le lodi-. Continuò Draco.
-Mia madre, ha pure chiesto senza alcun riserbo, cosa che del resto mi ha stupito molto, se fossero in qualche modo fidanzati-enunciò Draco aprendo la porta e facendo entrare Hermione.
Lei sorrise appena, sentendo le parole di Draco ed entrò nello studio.
-Non sei preoccupata, che tua figlia si mischi a un Malfoy?-Domandò il biondo.
Hermione girò il capo guardando meglio il suo collega.
-No- replicò sicura.
-Non ci vedo nulla di male, ma per il momento Rose è interessata a un misterioso ragazzo Serpeverde- disse specificando la casa di appartenenza del ragazzino misterioso che aveva ammaliato sua figlia –E Scorpius, ha una leggera cotta per una ragazza, ma se lui non ti ha detto nulla...-rispose vaga.
-La figlia di Potter-replicò Draco chiudendo la porta alle spalle mentre
Hermione alzò gli occhi divertita.
-Questo ti crea problemi?- chiese ripetendo la sua stessa domanda.
-No, a me non crea nessun problema, ma a Scorpius sì. Visto quanto lo detesta il fratello maggiore della ragazzina- enunciò preoccupato.
-Saprà difendersi e Lily non è certo una che si lascia comandare da James-ammise Hermione.
-Bene, almeno qualcuno ha preso dalla Weasley, l’unica con il cervello in quella casa- enunciò Draco andando a sedersi dietro la scrivania.
Hermione rise divertita all’affermazione di Draco.
-Cosa c’è da ridere- disse scoccando uno sguardo di rimprovero.
-Tu che fai i complimenti a Ginny, lei che li fa a te... tutto molto esilarante- disse ridendo.
-Perché mi fa i complimenti?- chiese stupito.
-Scorpius, dice che l’hai cresciuto bene –aggiunse la Granger
Draco sorrise.
-L’unica cosa di cui posso essere orgoglioso nella mia vita- enunciò amaro prendendo la cartella verde tra le mani pronto a mettersi a lavoro.
Hermione lo guardò, soffermandosi a osservare ogni gesto di quell’uomo. Volle rincuorarlo, spronarlo, dirgli che lui non era più lo stupido e insensibile figlio di papà ma non disse nulla. Rimase in silenzio e poco dopo si mise a lavorare.
Quel silenzio però fu interpretato da Draco come un assenso e sconfitto ancora una volta, si ributtò nel lavoro.
***

Rimasero a lavorare per ore, la crisi internazionale nel mentre, peggiorava. Avevano letto il resoconto dettagliato che alcuni auror, in missione segreta in Tunisia avevano fatto.
-Presto ci arriverà allo scontro- disse Hermione sollevando lo sguardo su Draco che ancora assorto nella lettura annuiva.
-Cosa pensi?- chiese.
-Che abbiamo lasciato risolvere le cose ai babbani, mentre quella che si prospetta è una guerra che li tocca solo in minima parte-.
-La solita guerra di potere e sottomissione- aggiunse Hermione.
-Le guerre Granger, sono tutte cosi. C’è uno che si crede il più forte e vuole sottomettere gli altri-enunciò pensieroso.
Hermione si alzò piano girando attorno alla scrivania, non seppe nemmeno perché lo stava facendo. Sfiorò prima timorosa, poi sicura, il collo di Malfoy che chiuse gli occhi sentendo le dita fredde massaggiarli la nuca con maestria.
Draco chiuse gli occhi mentre la luce del giorno pian piano scompariva.
Rimasero così in silenzio per svariati minuti, fino a quando Hermione non si staccò, riportando Draco alla realtà.
-Weasley è proprio un cretino a lasciarsi sfuggire a una donna come te-
Hermione, ancora dietro a Draco aprì la bocca stupita.
-Per un massaggio al collo, mi fai un complimento...-
-Il complimento non è solo per questo inaspettato gesto- enunciò Draco.
-Lo sai bene- aggiunse alzandosi dalla poltrona e volgendo un’occhiata alla donna.
-Dico a mia madre che rimarrete a cena. Blaise ha accettato l’invito per questa sera, giocati bene le tue carte-, disse il biondo Malfoy uscendo dallo studio lasciandola sola nella stanza.
***

Passò poco che arrivarono via camino tutti e quattro gli Zabini, Blaise precedeva una sempre raffinata Pansy che salutò radiosa prima lady Narcissa poi Hermione.
Zara, la piccolina saltò letteralmente in braccio della riccia lasciando confusa Rose che assistette alla scena senza emettere fiato.
Sbiancò però quando dietro Pansy spuntò un moretto alto e slanciato dai profondi occhi verdi.
-Luck- vieni avanti disse orgogliosa Pansy.
-Hermione ti presento il nostro primogenito è due anni più grande di tua figlia e Scorpius-disse la magicstilista.
-Piacere, signora Weasley- disse educatamente il ragazzo scoccando uno sguardo penetrante a Scorpius che rideva divertito osservando l’imbarazzo di Luck e l’apatia improvvisa che aveva colpito la sempre loquace Rose.
-Hermione. Chiamami Hermione- rispose la Granger sorridendo.
-Questa è Rose- disse afferrando per un braccio sua figlia ponendola così davanti ai coniugi Zabini.
Blaise la guardò attentamente , mentre Pansy le baciò felice le guance.
-Spero che quest’estate venga a Washington è veramente una bella città–disse Pansy, cercando di fare conversazione con la ragazzina che era ora rossissima in viso.
-Si credo che arriverò lì, subito dopo la fine di Hogwarts- rispose Rose sforzandosi di guardare solo la bella donna davanti a se.
-Mio figlio lo conosci?- chiese Blaise.
Rose si girò appena verso il moro viceministro statunitense.
-Si! ho già avuto il dispiacere di incontrarlo-
La risposta gelò sia Hermione sia Luck, che riservò uno sguardò lungo e penetrante alla rossa Weasley.
-Rose- la riprese sua madre.
La ragazza, fece finta di non aver sentito.
-Su Hermione, non succede nulla sono ragazzi, infondo anche noi alla loro età...- disse Pansy cercando di stemperare la situazione tra i ragazzi che non smettevano di guardarsi in cagnesco.
-ci odiavamo- aggiunse Draco.
Hermione mosse il capo e riservò un altro sguardo a sua figlia che si girò dalla parte opposta per non incontrare gli occhi indagatrici della madre.
-Blaise, potremmo parlare prima che venga servita la cena?- chiese Draco guardando prima il suo amico poi la Granger.
-Per me non ci sono problemi- rispose il moro.
-Pansy, gradirei venissi, anche tu- disse Hermione guardando la Parkinson che poggiava delicatamente a terra sua, figlia che ora non smetteva di ammirare rapita i capelli rossi di Rose.
Draco sorrise all’indirizzo della riccia e fece strada per il suo studio, Blaise era già comodo sulla poltrona, anche Pansy si accomodò mentre Hermione stava in piedi accanto a Draco che attizzava il fuoco nel camino.
-Zabini- disse Hermione prendendo la parola, cercando in questo modo di calmarsi. Le mani infatti le tremavano e il suo viso doveva essere pallido vista l’espressione perplessa di Pansy.
-Ho un problema con il mio ex Marito- disse tutto d’un fiato.
-Un enorme problema-aggiunse guardando prima Blaise e poi Pansy.
Il moro ex Serpeverde assottigliò lo sguardo.
-Non so cosa fare, non so come fare...-
-Granger, con calma- replicò Zabini -dimmi per quale motivo Draco si è inventato la più stupida delle scuse per farmi venire qua. Sii chiara e concisa per favore, detesto sentire notizie di poco conto- finì .
Hermione guardò Draco e iniziò a parlare.
-Ron, dopo l’ennesima discussione sul modo in cui educo i mie figli, ha deciso di prendere Hugo con se-disse.
-Il figlio mi pare sia anche suo-, replicò Blaise
-Si, non è questo il punto. Ha detto che non mi reputa una buona madre perché ho grilli per la testa e ora che non abito più a Londra con lui, può togliermi la custodia di entrambi, sia di Hugo che pende dalle sue labbra, sia di Rose-aggiunse una sempre più agitata Hermione. Ora però aveva un’altra donna che al sentire il suo racconto le dava il suo sostegno di madre.
-Tuo figlio non ha fatto storie per seguire il padre-chiese sempre molto freddo Blaise.
-No, avevamo appena litigato- ricordò Hermione.
-Motivo?-domandò Zabini.
-Ha aggredito a parole un ragazzo a Diagon Alley- disse spiccia. Blaise scoccò uno sguardo indagatore a Draco che sostenne lo sguardo.
-Per ora non puoi fare nulla, devi solo aspettare che ti chiami in giudizio- enunciò Blaise, -poi dovrai cercarti un buon avvocato. Essere una donna che lavora in questo mondo maschilista, non ti aiuta benché tu sia una delle donne più famose del mondo magico-.
-Inoltre,- aggiunse- sei stata tu a lasciarlo e il motivo è un mistero per molti, ricorda che saranno maghi a giudicare-concluse Blaise.
-Zabini, voglio te come avvocato- disse con voce ferma e sicura stupendo sia Blaise, sia Pansy che spalancò la bocca.
-Io non esercito-rispose freddo.
-Non ho speranze di vincere è un auror e dopo la guerra nessuno osa mettersi contro un auror- replicò sicura Hermione.
-Granger, non lavoro a Londra-replicò Zabini.
-Nemmeno io, se per quello, ma non ho speranza. Ron farà di tutto per vendicarsi e voglio essere io la donna che gli rimbocca le coperte la notte, non mia suocera-
-Che centra tua suocera- chiese Zabini.
-Ron è sempre via per lavoro ed è mia suocera che se ne occupa-.
Blaise rise divertito.
-Beh questo Granger è un punto a tuo favore-disse il moro.
-Mi aiuti Zabini?- chiese ancora Hermione.
Blaise guardò sua moglie un solo attimo.
-Vediamo fin dove si spingerà il tuo ex marito, poi ti darò la mia risposta Granger- enunciò Blaise. –ora forse è bene andare a cena- disse alzandosi dalla poltrona aiutando sua moglie e lentamente uscì dallo studio. Hermione guardò Draco sperando che lui le spiegasse o la rassicurasse in qualche modo.
-Cosa dici, accetterà?-chiese.
-Se non volesse accettare, sarò la sua ombra-rispose Malfoy e Hermione non riuscì a fare altro che abbracciarlo e dirgli quasi sussurrando
-Grazie, sei un amico-.
Si stupì nel sentire le braccia di Draco Malfoy stringerla forte.
-Vorrei essere molto altro, ma per ora mi accontento di esserti amico- rispose il biondo, staccandosi subito dopo dal corpo della donna che rimase spiazzata ma piacevolmente sorpresa per quella frase.

Nuovi amori ..Nuovi amici, e un gran pasticcio per il mio cuore. -EPILOGO-


EPILOGO.


Erano passato quasi un mese da quando l’aveva chiesta in moglie, sdraiata nello stupendo letto a baldacchino con Draco al suo fianco, tutto le sembrava un sogno.
Questo era il suo sogno.
Il sogno di una ragazza che finalmente aveva trovato l’amore con la “A” maiuscola e tutto questo, pensò Hermione, stava sfuggendole di mano per la sua stupidità.
Stava rinunciando all’uomo più importante della sua vita per paura.
Per fortuna, Draco aveva lottato per entrambi, scalfendo il suo cuore pian piano.
 Si era fatto apprezzare prima come collega, poi come amico e confidente. Per lei Draco Malfoy era sempre disponibile, solo per lei era dolce e premuroso quando stava male, una spalla su cui piangere quando era triste. Con il tempo quell’amicizia da prima strana divenne sempre più forte, i suoi gesti gentili, le sue coccole e infine la dichiarazione della vigilia di Natale l’avevano fatta capitolare.
Ora era finalmente felice, lui la rendeva felice nonostante il gran caos in cui si trovavano.
Infatti, gli scatoloni con libri e sopramobili erano dappertutto anche in bagno, ma ai due questo non importava avevano abbastanza tempo per mettere tutto in ordine, per fare di quella casa il loro nido d’amore.
Avevano deciso che avrebbero aspettato un po’ prima di sposarsi, volevano fare le cose con calma, infondo ora convivevano e le cose sembravano procedere alla grande.
Tranne che per i mobili ancora imballati nelle due grandi sale e la lunga selezione per un abile giardiniere, ma quello non era il momento per pensare a quelle cose di poco conto.
Accarezzò il suo petto delicatamente, giocando con la peluria bionda, le piaceva da matti farlo e aveva notato che lui non si lamentava anzi, si lasciava accarezzare.
Lo baciò sul collo e si alzò dal letto non curandosi della sua nudità, non vi erano più tabu tra loro e ne era felice.
-Dove vai?- chiese Draco guardando la perfezione del corpo della donna che presto sarebbe diventata sua moglie.
-A prepararmi- disse senza girarsi, -hai detto che dobbiamo essere da tua madre per le otto- disse Hermione girandosi un poco con un sorriso sul viso, -Faccio una doccia- disse invitandolo velatamente a unirsi a lei.
***
Arrivarono di fronte al grande Manor alle otto in punto.
-Hai idea del motivo per cui i camini sono fuori uso?- chiese Hermione, allisciando con la mano il suo bellissimo abito lungo blu notte.
-Pare che li stia facendo revisionare-rispose con voce pacata il biondo, aggiustandosi con infinita eleganza il cravattino.
-Revisionare i camini? Questa mi è nuova- replicò Hermione, ma Draco non ribatté.
-Andiamo- disse infine il biondo porgendo il suo braccio alla sua fidanzata.
Hermione lo strinse forte, sentiva, non sapeva per quale ragione, le gambe molli e anche il respiro si faceva corto.
Ansia, perché le stava salendo l’ansia, era solo una cena con Narcissa quella che si stava apprestando a fare. Una cena con sua suocera, che a differenza delle altre, l’adorava.
-Promettimi- disse Draco appena varcarono il grande portone, - che non ti arrabbierai- aggiunse conducendola nella grande sala.
Musica, quella che si sentiva era musica.
-Draco- disse girandosi preoccupata verso il suo fidanzato.
-Sorridi- disse infine il biondo Malfoy, conducendola nella fossa dei leoni.
Camminarono lentamente tra la gente, tutti si complimentavano, stringendole la mano. Alcuni sorridevano, altre sembravano sull’orlo del pianto.
Draco la condusse fin sopra una pedana dove sua madre Jane e Narcissa la stavano aspettando.
Guardò Draco con occhi sgranati e lui sorrise tranquillo cercando di infonderle il suo proverbiale autocontrollo .
-Signori, signore-Disse con voce alta e limpida lady Narcissa- siamo oggi qui riuniti per annunciare il fidanzamento del mio unico figlio-, Narcissa volse uno sguardo radioso verso Draco che ricambiò quello di sua madre.
-Sì, anche Draco ha finalmente messo la testa a posto- disse la donna facendo imbarazzare non poco il figlio, mentre tutti risero divertiti alla battuta di Narcissa. – Per questo felice evento, c’è voluto un bel più del tempo previsto.- disse ancora Narcissa volgendo uno sguardo verso Hermione che rossa sul viso non riusciva a far altro che annuire,- ma la ricerca ha portato ottimi risultati. Quindi, sono veramente felice di accogliere nella grande famiglia Malfoy una ragazza splendida e piena di sani principi come Hermione Jane Granger- concluse la lady mentre tutti applaudivano alla coppia.
Narcissa e poi Jane, sua madre si avvicinarono un attimo per donarle un delicato bacio sulla fronte.
-Benvenuta in famiglia Hermione- disse ancora Narcissa questa volta solo a lei.
-Grazie- rispose Hermione.
-Sei stupenda figlia mia- disse sua madre.
-Anche tu- rispose la ragazza osservando l’abito color ocra che sua madre indossava per l’occasione.
Infine dopo le due donne venne il momento di Draco che si avvicinò e s’inginocchiò davanti, prendendole la mano, sfiorandola appena con le labbra.
Un brivido corse lungo la schiena.
-Può concedermi questo ballo- chiese con voce sensuale, la sua voce.
-Certo- rispose stringendo nuovamente con la mano il braccio del suo cavaliere, l’uomo della sua vita.
Volteggiarono sotto gli occhi estasiati di tutti gli invitati, ma nemmeno se ne accorsero i loro occhi erano persi uno nell’altro, quello che succedeva attorno non era importante. Per Draco esisteva solo Hermione e per Hermione solo Draco, si bearono di quel momento tanto romantico.
-Ti amo- disse in un sussurro Draco stringendola forte, Hermione chiuse gli occhi respirando affondo.
-Sono incinta- disse facendo bloccare con quell’annuncio il suo promesso sposo.
Il cuore di Draco perse un battito.
-Sorridi- disse ancora preoccupata per l’espressione del suo viso.
Forse era troppo presto, forse non voleva figli, forse...
Draco le regalò un sorriso stupendo e mentre ripresero a ballare ora lentamente le elencava tutti i nomi possibili per il frutto del loro amore.
Un sogno, la sua vita era un sogno.
Aveva trovato l’amore e ora un bambino avrebbe allietato la loro unione. Avevano accelerato le cose, la casa nuova era ancora tutta da sistemare ma loro si amavano e questa era la cosa più importante.
L’unica cosa importante.






Nuovi amori ..Nuovi amici, e un gran pasticcio per il mio cuore. -11 bis-


11-Piccoli passi alla conquista del tuo cuore.
II parte.

Le sue parole echeggiavano nella testa di Hermione.
“Amami”, aveva detto mentre la baciava dolcemente: prima i capelli, poi la fronte e infine le guance.
Hermione sospirava affondo, accarezzandoli la schiena ricoperta dalla pregiata camicia nera che indossava quella sera.
Draco, si staccò un attimo, incatenando le sue iridi color del ghiaccio con quei color caramello di Hermione, naufragando in esse.
Non parlarono, i loro sguardi lo facevano in abbondanza, senza bisogno di proferir parola.
Il biondo, posò nuovamente le sue labbra, calde e su quelle rosse della donna senza smettere di guardarla.
La sentì fremere, al tocco esperto delle sue mani.
Rabbrividire mente posava baci umidi sul suo collo e poi ancora più giù sull’incavo del suo seno.
La strinse tra le braccia e di peso la portò nella camera delle ex Grifondoro, poggiandola delicatamente suo letto.
-Amami- disse ancora guardandola aspettando una risposta, aspettando il consenso per iniziare a perdersi in lei.
Hermione si sentiva su una nuvola.
Leggera e in preda degli eventi.
Il suo profumo, il suo calore, i suoi baci, la facevano impazzire. La ragione l’abbandonò.
-Si- pronunciò piano.
Draco rise, abbracciandola stretta.
Poteva sentire il suo battito, poteva essere sua, finalmente.
Si sdraiò al suo fianco attento a non far peso sopra la donna che ora lo guardava con gli occhi colmi di passione.
Con una mano le accarezzò dolcemente la guancia e sorrise quando la vide socchiudere gli occhi beandosi di bel delicato contatto.
-Non sai quanto sogno questo momento- disse sussurrandole a fil di labbra Draco, mentre Hermione arrossiva alle sue parole.
-Dovrei- disse la Granger cercando di alzarsi guardando in direzione del bagno.
-Oh, si scusa- disse Draco alzandosi in piedi aiutandola ad alzarsi.
Hermione lo guardò ancora inumidendosi le labbra.
-Draco- disse poi -mi potresti sganciare la zip- disse voltando le spalle al biondo che l’aiutò subito.
Hermione agguantò la sua vestaglia in seta nera ed entrò veloce in bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Si appoggiò alla porta riprendendo a respirare, non volle guardarsi per paura di cambiare idea. Si tolse l’abito, facendolo scivolare sul suo corpo snello. Si tolse le scarpe e poi le calze.
Slegò i capelli lasciandoli ora ricadere morbidi sulla schiena nuda.
Si struccò accuratamente e poi lavò il viso.
Prima di uscire dal bagno prese un lungo respiro.
Uscita da quella porta, la sua vita sarebbe inesorabilmente cambiata per sempre.
Aprì piano e si stranì nel vedere il letto vuoto. Fece due passi e lo vide davanti alla finestra.
Lo raggiunse lì e lo abbracciò da dietro, poggiando la testa sulla schiena del biondo.
Rimasero fermi in quella posizione per alcuni minuti, fino a quando Draco non si girò.
Le accarezzò i capelli, poi le spalle, le mani e slegò con maestria la vestaglia. Ora era con la sola biancheria intima davanti al biondo che la guardava estasiato.
-Mi vergogno- disse imbarazzata.
-Non hai nulla di cui vergognarti, sei bellissima- disse con voce roca, mentre con le mani le prendeva il viso e la baciava dolcemente.
I baci divennero sempre più focosi, le carezze più ardite fino a quando anche i vestiti di Draco raggiunsero la vestaglia di Hermione sul pavimento. I due si spostarono verso il letto nel quale Draco fece sdraiare Hermione.
Si guardarono ancora, perdendosi uno negli occhi dell’altro.
-Ti desidero- disse con voce roca.
Hermione rispose a questa sua richiesta con un bacio che mozzò il fiato del biondo che da quel momento iniziò, con la donna che amava, una lenta e inebriante danza.
Per la prima volta i loro corpi si sfioravano, donandosi piacere.
Quando Draco entrò in Hermione, con una spinta decisa, la ragazza inarcò la schiena, cercando un contatto ancora più profondo, più intimo.
Facendo impazzire Draco, con quel semplice gesto.
Era sua era tra le sue braccia, stava finalmente facendo l’amore con Hermione.
Il suo profumo, inebriava l’aria. Le sue mani accarezzavano la sua schiena. Le sue gambe erano strette nel suo bacino, mentre spingeva con forza il suo membro dentro la femminilità della ragazza, che da molto tempo ormai, aveva stregato il suo cuore.
Una spinta, due, tre, sempre più decise e intense.
 I respiri si fecero più corti, le mani sempre più vogliose, i baci languidi fino a quando non raggiunsero entrambi l'apice del piacere.
Draco rimase fermo, mentre il suo respiro piano piano si rasserenava, poi si staccò da Hermione e scivolò di lato, abbracciandola stretta.
-Ti amo- le sussurrò ancora baciandole i capelli, sentendola rabbrividire.
Hermione rimase zitta, cercando di calmare il suo cuore che non la smetteva di battere.
Sua, era stata sua e ora sapeva cosa voleva dire fare l'amore con l'uomo che si ama.
Si addormentarono abbracciati, cullati da una pallida luna che annunciava un caldo e splendente sole. Quella notte, anche le mille paure che da mesi affollavano le loro menti sparirono e Morfeo li accompagnò felici al nuovo giorno.

***
Una leggera e fastidiosa luce penetrava dalle persiane della finestra, Hermione sbuffò scocciata per questo, rigirandosi nel letto.
Agguantò il primo cuscino e se lo butto sul viso.
Una stilettata al cuore la colpì, allungò la gamba nell’altra estremità del letto e si maledì.
Se n’era andato, quella consapevolezza la disarmò.
Lo sapevi, si ripeteva nella sua testa. Lo sapevi che fa così, illude tutte per averle e poi il giorno dopo sparisce.
Tu non sei certo meglio delle altre, tu non sei nulla per lui.
Stupida, stupida Hermione .
Ripeteva la riccia mentre si prendeva a cuscinate.
-Cosa è un’usanza babbana nel giorno del Santo Natale?- chiese una voce, la sua voce.
Hermione si sedette di scatto nel letto, guardandolo a bocca aperta.
-Cosa c’è sembra che hai visto un fantasma?-Chiese ancora Draco sulla porta .
-Sei qui?- disse sconvolta.
Draco s’irrigidì sentendo quelle parole, lei aveva messo in dubbio che lui ci fosse ancora.
Lei non credeva a un futuro insieme.
Non si fidava di lui.
Sapeva che sarebbe stata dura, che nonostante avessero fatto l’amore non tutto era appianato. Quella non era una donna qualsiasi, la sua Hermione era differente e proprio per questo l’amava.
-Già, sono qua- rispose secco, poggiando la colazione sul letto.
Hermione lo guardò di sfuggita, l’aveva offeso e lo sapeva.
-Tu non mangi?- chiese mentre afferrava il croissant con la crema, che amava da impazzire.
-No. Mi è passata la fame. Vado a fare una doccia- disse – pranziamo fuori, ho già prenotato- aggiunse mentre si richiudeva la porta alle spalle.
-Cavolino, si è incazzato- disse in un sussurro, - ma è qui- aggiunse tra se sorridendo ributtandosi con ardore sul suo dolce preferito.
***

Quella mattina di Natale, Parigi sembrava ancora più magica.
Un sole straordinariamente caldo baciava i due ragazzi che passeggiavano lungo le strade, eccezionalmente colme di gente.
Draco mise un braccio intorno al collo di Hermione e indifferente la condusse per delle vie tipiche della capitale Francese.
-Non abbiamo sbagliato strada? -Chiese scettica Hermione cullandosi però di quel dolce abbraccio.
Si sentiva fantasticamente bene quella mattina e aver fatto l’amore con lui la notte prima era solo uno dei motivi il secondo era che era ancora con lei.
-Françoise, mi pare sia dall’altra parte della strada- disse con il suo solito cipiglio saccente.
-Non stiamo andando da Françoise- rispose secco il biondo guardando attentamente ogni cancello.
-Ah no- disse Hermione guardandolo scettica- e dove si mangia?- chiese ancora.
-Voglio mostrarti una cosa- disse ancora Draco, baciandole la guancia cosa che la fece fremere.
 – Ecco il numero 10- disse sorridendo Draco, mentre estraeva dal bavero della giacca un piccolo sacchetto in raso.
Hermione osservò ogni gesto del biondo e si stupì quando vide cosa conteneva il sacchetto.
Draco non disse nulla, estrasse la chiave e aprì il cancello.
-Prego, prima le signore-disse spostandosi di lato per far entrare Hermione.
 Quello che la ragazza vide superando il cancello la paralizzò.
Un grandissimo giardino, attorniato da alcuni alberi e numerose aiuole ricche di variopinti fiori, facevano da cornice a una splendida villa rinascimentale.
-Su, entriamo- la incitò Draco prendendo Hermione per mano, attraversando così il giardino.
-Draco se ci scoprono ...-
-Ho le chiavi, sanno che sono qui- disse il biondo senza indugiare oltre.
Giunto davanti al grande portone, spinse un poco e questo si aprì. Il biondo Malfoy, sorrise divertito, soprattutto per l’espressione preoccupata della Granger.
Entrò in casa guardandosi intorno, puntando infine i suoi occhi sulla ragazza che guardava rapita la volta affrescata.
-Andiamo su, dovrebbero esserci le camere- disse afferrando ancora una volta il braccio di Hermione.
Salirono velocemente due rampe di scale e guardarono le stanze: erano tutte molto grandi ma altrettanto vuote tranne una dove vi era un grande letto a baldacchino.
Anche in quella stanza vi era un affresco bucolico, molto bello, che lasciò senza parole Hermione.
-Quello dovrebbe essere il bagno- disse il biondo indicando una piccola porta, mentre quell’altra deve essere, la stanza guardaroba- enunciò, scoccando uno sguardo divertito alla ragazza che appena sentì questo, si fiondò nella stanza.
-E’ immensa- disse urlando la Granger e Draco rise.
-Dai, andiamo a vedere cosa c’è giù- la riprese il biondo uscendo dalla stanza da letto.
Hermione lo seguì subito dopo, giunti nuovamente al piano terra, visitarono due ampie sale: Una da the, più piccola. Due da pranzo decisamente vaste e bellissime e un’altra che poteva tranquillamente essere utilizzata per delle feste danzanti.
-Ottimo!- disse Draco.
Hermione si guardò intono fino a giungere davanti ad una porta lontana dalle grandi sale. L’aprì piano e rimase come estasiata , davanti a se c’era una vera e propria biblioteca.
-Meraviglioso!- disse entrando nella stanza.
-Stupenda- aggiunse girandosi verso Draco che era entrato in quel momento nella stanza.
-Già, immaginavo che questa stanza ti avrebbe conquistata- enunciò.
-Tu sapevi che questa casa era cosi...cosi... waw- Disse ancora Hermione.
-Beh, se non era waw, non ti ci avrei portato- rispose.
Hermione si girò per guardarlo, non aveva ben capito quello che Draco le aveva appena detto ma sorvolò, osservando ancora i grossi tomi che arrivavano fino al soffitto.
-Vuoi vedere la cucina?- Chiese infine Draco, distogliendola dalla trans in cui la riccia era caduta non appena aveva visto tutti quei libri.
-Cucina?- ripeté atona.
-Si il luogo dove si magia- enunciò divertito Malfoy.
-Scemo lo so cosa è una cucina-rispose la Granger.
Draco, quindi s’incamminò ancora una volta nell’andito raggiungendo una porta, tutta intarsiata. Lì ad attendervi vi erano un cuoco e due cameriere che sorrisero radiosi.
Illustrando ai due, cosa sapeva cucinare. Hermione annuiva confusa, mentre Draco faceva letteralmente il terzo grado al cuoco.
-Oltre alla cucina francese cosa sa fare?- chiese con il suo solito tono arrogante che Hermione detestava perché ricordava troppo il vecchio Draco, quello di Hogwarts.
-Tutto signore: Italiana, Inglese, Spagnola e Giapponese-enunciò soddisfatto il cuoco, un uomo grassoccio con due lunghi baffi neri.
-Bene, poiché siamo qui. Può darci una dimostrazione. Oggi, giacché è Natale gradirei una cucina tradizionale Italiana- disse Draco.
Il cuoco sorrise sornione.
-Annie, Lola- disse rivolgendosi alle due cameriere,- accompagnate i signori in sala-.
Le due scattarono al comando del cuoco e Draco e Hermione furono condotti in una piccola sala, dove un piccolo tavolo tondo impreziosito con candele e fiori stava al centro.
 Lì, furono fatti accomodare i due.
-Mi dici cosa sta succedendo?- chiese Hermione.
-Nulla- rispose secco Draco. –Tastiamo il cuoco- rispose in seguito.
Hermione fu interrotta dalle due cameriere che portarono le prime due pietanze: Pasta con astice e pomodorini e ravioloni al sugo di lepre.
I due iniziarono a mangiare gustando silenziosamente le pietanze.
Dopo che ebbero finito con il primo le due cameriere portarono via i piatti sporchi e presentarono ai due ragazzi il secondo. Fino ad arrivare al dessert che fu portato dal cuoco in persona, che ricevette i complimenti di Draco. Quando il cuoco si ritirò nuovamente in cucina, Hermione non riuscì più trattenersi:
-Questo è convinto che tu sia il padrone-disse abbassando la voce affinché solo Draco riuscisse a sentirla.
Draco alzò gli occhi verso Hermione, distendendo le labbra in un semplice e bellissimo sorriso.
Un brivido d’eccitazione scese lungo la schiena di Hermione.
-Oh, non è proprio esatto- disse. – Io sono il nuovo padrone e se tu, lo vorrai sarai la mia signora-enuncio il biondo mentre gli occhi gli brillavano.
Hermione sbiancò all’improvviso quando lo vide alzarsi dalla sedia e porgerle una piccola scatolina di velluto blu.
-Aprilo- la incitò Draco e Hermione non si fece pregare.
Un piccolo clap, fece aprire la scatolina e improvvisamente le parole le vennero meno.
Rimase incredula davanti a quell’opera d’arte fatta dai folletti.
Infatti, non vi erano altre parole per spiegare quanto fosse bello l’anello in oro bianco con diamante al centro a forma di stella.
Stella come era Hermione per Draco, una stella che illuminava la sua vita dal giorno che l’aveva incontrata.
Draco aspettò invano che lei dicesse qualcosa poi prese l’iniziativa.
-Hermione- disse il biondo prendendole la mano, - so che forse sto correndo-. Enunciò mentre gli occhi color cioccolato che tanto amava lo guardavano.
-So anche che se aspetto ancora, impazzisco- disse prendendo fiato, mentre la ragazza osserva incredula i gesti misurati che Draco stava facendo. Lo vide sfilare il nastrino che legava l’anello, lo vide prenderlo tra l’indice e il pollice e infine lo guardò negli occhi e non seppe per quale motivo ma una lacrima di gioia le scivolò sul viso.
 -Hermione Jane Granger, vuoi rendermi l’uomo più felice di questa terra diventando mia moglie?-chiese Draco con voce roca e visibilmente emozionata.
Hermione respirò sonoramente prima di sorridere radiosa e pronunciando
-Si-.
Draco le infilò delicatamente l’anello nell’anulare prima di prendersi il meritato bacio.
-Ti amo- le disse quando si staccò dalle sue labbra carnose, quando respirare divenne una necessita.
-Anche io ti amo, ti amo tantissimo Draco- rispose stringendosi al petto del biondo che da quel momento non la lasciò mai più.