sabato 31 marzo 2012

La Nuova Vita -12-



12. Shopping con le Zabini.
La sveglia suonò alle sette precise della mattina, Hermione Granger la maledì; Quella notte non era riuscita a riposare.
L’ansia e l’agitazione l’avevano tenuta sveglia, sentiva le farfalle nello stomaco e il motivo era semplice, la sera prima aveva compiuto un gesto sconsiderato: aveva baciato Draco Malfoy. Un bacio casto sulla guancia, ma intimo per il rapporto che c’era tra loro. Rapporto, che stava cambiando troppo velocemente e che in un certo senso le metteva una stana agitazione.
Perché le aveva stretto la mano durante la cena?
Perché aveva proposto una gita in barca al chiaro di luna?
Perché era così gentile, propenso al dialogo?
Perché le aveva raccontato tutta la sua vita, i suoi segreti, ma soprattutto, perché era cosi bello e affascinate, da mozzare il fiato?
Questi, erano tutti i perché che Hermione si fece durante quella lunga notte.
Draco Malfoy fu il suo unico pensiero e l’indomani mattina le occhiai per il sonno mancato lo provarono.
Spense la sveglia sbuffando e solo un clap di smaterializzazione la destò.
-Granger- disse una voce squillante, la voce squillante di Pansy.
-non sarai ancora a letto, spero?- disse ancora la mora aprendo la porta della stanza da letto della riccia e dirigendosi a passo di marcia verso la finestra aprendola senza alcun riguardo facendo così entrare la luce del sole.
-mamma! Emione dome- disse la piccola Zabini avvicinandosi al letto.
Pansy guardò il letto e notò la Granger nascosta sotto le coperte, ghigno solo un attimo e poi con un colpo di bacchetta fece volare il caldo piumino.
-Pansy- urlo offesa Hermione.
L’ex serpeverde rimase impassibile, notando però il pessimo pigiama con gli animaletti che Hermione indossava.
-Hermione- disse osservandola accuratamente.
-siamo venute per portarti a fare un po’ di sano shopping. Ti servono, capi per il lavoro e per le cene formali e non- disse ancora la stilista magica.
-credo che sia il caso rinnovare anche l’intimo e l’abbigliamento notturno- finì Pansy osservando schifata i maialini della maglia del pigiama.
-il mio guardaroba va bene così- rispose piccata Hermione, cercando di afferrare il piumino che le volava sulla testa facendo ridere la piccola Zara Zabini.
-bah non ne sarei sicura-disse Pansy, -Conosco un biondo che non sarebbe per nulla attratto da quel tipo d’indumento-, concluse la mora.
Hermione abbassò la mano che contemporaneamente era riuscita ad afferrare il piumino e ora guardava Pansy allarmata.
-come...-
Pansy rise di gusto guardando l’espressione preoccupata di Hermione e la piccola Zara guardava le due donne come se stesse assistendo a una partita di Tennis.
-siete talmente trasparenti- enunciò Pansy, -
-non siamo finiti a letto, se è quello che pensi- rispose secca Hermione scendendo dal letto. Pansy la guardò attentamente vide la sua rabbia mista all’agitazione e immaginò il perché.
-Lo so che non siete finiti a letto- rispose la magicstilista.
Hermione sbuffò mentre cercava nel cassettone l’intimo da indossare quella mattina.
-Si porta a letto subito, solamente donne di cui non gli frega nulla.
 Io, sono stata una di queste Granger e so che c’è una differenza abissale da come si comportava con me a come tratta te-disse Pansy per nulla in imbarazzo a raccontare i suoi trascorsi amorosi con Draco Malfoy.
Hermione rimase ferma a osservare i suoi slip e non sollevò lo sguardo sulla mora che invece la guardava.
-sei diversa per lui, lo sei sempre stata, ma ciò non toglie che quel pigiama è pessimo e non gli piacerà ugualmente quindi si va a fare shopping- disse ancora Pansy sorridendo divertita.
-chi ti dice che per lui io non sia una delle tante-enunciò preoccupata Hermione.
Pansy rise ancora mentre la sua piccola Zara andò da lei per farsi fare le coccole.
-sei cieca Granger? Non vedi come ti guarda. Vorrebbe dirti talmente tante cose, che sta zitto per paura di parlare troppo-disse Pansy.
-Ieri abbiamo parlato, dopo che siete scappati-, disse Hermione lanciando uno sguardo di rimprovero all’ex serpeverde.
-mi ha raccontato di Scorpius, di sua moglie- Pansy al solo sentire Astoria storse il naso.
-che pensi?- chiese curiosa la mora stilista, ricomponendosi.
-che è una grande stronza- disse senza alcuna remora la Granger.
-già- replicò la signora Zabini, -Blaise la detesta per non parlare di Narcissa-finì la stilista magica.
-la signora Malfoy?-
-si, Narcissa Malfoy, la detesta visto quello che ha combinato. Lucius stava per schiattare quando ha annunciato che aspettava un figlio da un altro il giorno del compleanno di Scorpius, per giunta- proferì Pansy, ricordando quel giorno nefasto.
Hermione impallidì.
-Astoria non ha rispetto, è un’arrivista senza cervello, pensa solo a se, non si preoccupa di far soffrire chi le sta attorno, non le importa di suo figlio o di suo marito, pensa solo a star bene lei. Non sa cosa sia l’amore ora c’è il suo amante, ma sono certa che presto si stuferà anche di lui-
Pansy era un fiume in piena, come la sera prima lo era stato Draco, Astoria Greengrass riusciva a far esternare i sentimenti più intimi anche alale persone più riservate come Draco e Pansy.
-ora basta parlare di quella li-, disse Pansy, -vai a fare la doccia che poi si esce. Abbiamo un due orette e dobbiamo sbrigarci-disse ancora la mora ex Serpeverde.
-in che senso abbiamo due orette?-chiese curiosa Hermione.
-Ah be, ho chiesto un permesso per te a Blaise, logicamente me l’ha consesso, sai so essere molto persuasiva- disse ridendo la mora.
Hermione rimase sconcertata, ma non ebbe tempo perché fu spinta nel bagno per prepararsi, quella mattina Pansy l’avrebbe sfinita e maledì ancora di non aver dormito.
Arrivarono con la materializzazione congiunta nel grande atelier della Parkinson, lì, vi era un intero piano dedicato agli abiti per le donne in carriera. Hermione fu seguita da tre donne mentre Pansy insieme alla piccola Zara si sedettero su due comode poltrone e assistettero alla sfilata che la Granger faceva per loro, risero molto e anche Hermione si divertì. Zara, aveva sempre l’ultima parola e i gusti della bambina già in tenera età erano molto ricercati.
Alla fine Hermione prese svariati completi, sia gonne sia pantaloni, camicie, maglie e golfini, ma soprattutto tubini e vestitini che lasciavano scoperte avvolte , le gambe o la schiena.
Più difficile fu la scelta degli abiti per le grandi occasioni, Hermione fu costretta a prenderne almeno uno visto, l’imminente cena di Gala con il ministro della magia. Scelse un abito corto sul blu tutto tempestato di perline sul corpetto e una gonna a ruota in voile, si sentiva veramente bella con quell’abito e anche zara ne era entusiasta.
Alla fine delle due ore, Hermione si sentì di ringraziare Pansy e la piccola Zabini che le saltò letteralmente in braccio donandole un grande bacio.
-bella zia Emone- disse la piccola facendo sorridere sua madre ed emozionare la riccia.
-ora è bene che torni a lavoro- disse staccandosi dalla piccina, - se non il furetto diventa, un istrice- enunciò Hermione facendo ridere Pansy.
-cosa è fuetto- chiese la bimba dubbiosa guardando prima sua madre poi Hermione, le due donne risero ancora.
-oh nulla Zara , disse sua madre, - è solo una specie di bambino viziato tutto biondo con occhi grigi-finì Pansy.
-come zio Daco-disse la bimba.
-già, come zio Draco- disse sua madre che a stento riuscì a trattenere la risata.
Hermione la guardò sorridendo e le accarezzò i capelli scuri e lisci, Zara era una bella bambina, vispa e allegra.
-ciao principessa- disse Hermione e la piccola le regalò un super sorriso, poi si girò verso Pansy e le disse:
-Grazie-
Anche la stilista sorrise,
-è stato un piacere aiutarti, all’intimo ci penso io-, disse alla fine facendo scomparire il sorriso sulle labbra di Hermione.
-Pansy, ti prego nulla di esagerato-.
-fidati di me, non ti prenderò alcun frustino o completino in pelle. A Draco, piace il pizzo e la seta. Ho alcune idee che lo stupiranno ma che su di te lo manderanno in estasi-disse la mora facendo l’occhiolino divertita.
-Io credo che stai volando con la fantasia, quello che immagini non succederà mai, lui non mi vede...- disse seria Hermione, diventando per un attimo triste e rivelando così tutti i suoi dubbi. Aveva assecondato Pansy ma non era sicura, si era divertita con le due Zabini, ma sapeva che quel suo cambio di look non le avrebbe certo portato il cuore di Draco Malfoy.
Quello era impossibile, Draco non la vedeva in quel senso era solo gentile...forse un po’ troppo, ma non doveva illudersi, non poteva permetterselo.
-come no, Granger. Togli le fette di prosciutto e vai a lavoro, sei in ritardo di un’ora- disse infine la Parkinson.
Hermione venne presa dal panico salutò velocemente e ringraziò le tre ragazze che l’avevano seguita nella scelta degli abiti e si smaterializzo direttamente nell’atrio della casa bianca magica, prese le scale e arrivò al suo dipartimento. Appena aprì la porta, vide un via vai di persone e un’agitazione fuori dal comune.
La sua segretaria era indaffaratissima, ogni secondo arrivava una lettera incantata che la donna si apprestava a leggere e rimandare al mittente.
-che succede?- chiese Hermione arrivando con il fiatone davanti alla sua segretaria.
-Dottoressa Granger, per fortuna è arrivata- disse l’anziana strega.
-è stato indetto un consiglio straordinario, vi sono tutti i capi di stato più potenti del mondo, il signor Malfoy sta prendendo tempo-.
Hermione sbiancò, pensando a quello che aveva fatto la mattina, infischiandosene del suo lavoro, infischiandosene di tutto e mettendo Draco in una situazione scomoda.
-cosa è...?-chiese ancora Hermione
-sommosse nei paesi orientali- disse la donna, intuendo il senso della sua domanda.
-dove sono?- chiese ancora la riccia.
-la stanza congressi affianco alla sala ovale- rispose di rimando, mentre Hermione già afferrava la cartella con i documenti e si avviava a passo di marcia nella stanza indicatale dalla sua preziosa collaboratrice.
Busso appena giunta difronte alla grande porta prendendo un grosso respiro, ad aprirle la porta venne il suo ex segretario che le sorrise affabile, ma la riccia non lo degnò di un solo sguardo.
Avanzò a passo lento ed elegante.
-buongiorno- disse, - mi scuso per il ritardo ho avuto un piccolo contrattempo-
Michelle Obama, il primo ministro, la guardò un attimo e le sorrise,
-non si preoccupi dottoressa Granger, ancora non abbiamo iniziato. Aspettiamo la delegazione Inglese, arriverà tra meno di un minuto- disse la donna di colore, seduta al centro di un grande tavolo.
Hermione sorrise e si girò alla ricerca del suo collega che stava seduto poco lontano dal punto in cui si era fermata e la guardava livido in volto.
Hermione prese coraggio e si sedette affianco.
-scusa- disse venendo meno al suo orgoglio.
Draco nemmeno sollevò lo sguardo continuò a guardare le carte.
-almeno insultami- continuò Hermione, - di qualcosa-.
-stanno per arrivare il primo ministro , Percy Weasley in veste di delegato delle questioni internazionali e due dei migliori auror inglesi-
Hermione respirò affannosamente, girandosi verso Draco che ora aveva alzato lo sguardo su di lei.
-già, arriva il tuo ex e il tuo migliore amico. Non sei contenta?- disse con astio.
Mentre la passaporta, una palla rossa al centro della sala, s’illuminò e in meno di un secondo scomparve facendo apparire al suo posto quattro uomini: il primo, era alto e scuro di pelle, indossava una stramba tunica color arancio e un buffo cappello in testa, questi era il primo ministro Kingsley Shacklebolt ; Il secondo era magro e con la puzza sotto il naso, scontroso e puntiglioso, aveva la sua cartelletta tra le mani e un pessimo abito color marrone, questi era Percy Weasley; Il terzo uomo era più basso degli altri ma nonostante questo era il più famoso, capelli scuri e sempre arruffati, occhiali tondi, occhi verdi, sorriso gentile e una strana e famosa cicatrice a forma di saetta sulla fronte, quello era Harry Potter il ragazzo che è sopravvissuto che attirò su di se lo sguardo di tutti i presenti; Infine, c’era lui era alto e dinoccolato, pelle chiara ricoperta di lentiggini, capelli rossi, occhi azzurri e un sorriso coinvolgente, quello era Ron Weasley il suo ex marito.
-ben arrivati – disse Michelle avanzando verso il primo ministro inglese che le strinse la mano.
Draco s’irrigidì e Hermione non riuscì a fare altro che accarezzargli la gamba per tranquillizzarlo ma quel gesto riuscì a fare ben altro al biondo Malfoy.



lunedì 26 marzo 2012

La Nuova Vita 10.


10.Appianare le divergenze.
Si rigirò più vote nel letto quella notte Draco Malfoy, infastidito, esausto e contrariato: la giornata per lui era stata molto movimentata. Quella mattina era dovuto andare urgentemente a Hogwarts, la professoressa McGranitt l’aveva convocato d’urgenza a causa dell’ennesimo scontro che suo figlio Scorpius, aveva avuto con il suo nemico storico: James Potter.
 La cosa che più preoccupava la vecchia strega era che i due erano compagni di casa, ma non riuscivano ad andare d’accordo. Draco aveva cercato di ammorbidire il figlio, ma oramai quando pronunciava la parola “Potter”, Scorpius innalzava un muro di gomma, invalicabile e per la prima volta vedeva l’odio nei suoi occhi.
Scorpius che non sapeva odiare, nemmeno sua madre che non lo amava come lui meritava per quel ragazzino provava il più brutto dei sentimenti.
Forse aveva fallito, il suo cognome aveva portato anche suo figlio a quella strana guerra, un Malfoy e un Potter non sarebbero mai diventati amici, ma questo non era per niente vero.
Proprio quella sera, scoprì che Scorpius aveva due amici che durante la rappresaglia con il maggiore dei Potter stavano dalla sua parte.
 Questi erano addirittura :Albus Potter, il famoso Sev di cui suo figlio gli parlava spesso. Il ragazzo, capelli scuri, occhi verdi, fisico asciutto, era la fotocopia del padre Harry, inoltre, era amico, compagno di stanza e di banco del giovane rampollo Malfoy. Poi c’era Rose Weasley, la figlia della Granger che dalla faccia e il portamento era precisa alla madre, gli occhi brillanti, i capelli ricci, rossi e una parlantina niente male. Draco ne era rimasto scioccato, soprattutto quando i due ragazzi si erano avvicinati per chiedere notizie.
La cosa che sorprese di più Draco Malfoy, però fu la frase che la giovane Weasley disse:
 “questa volta James ha esagerato, Luna ha detto che non gli parlerà mai più e sai quanto è testarda”.
Chi era Luna? Perché non era lì, se tanto teneva a Scorpius. Forse, interessava anche a Potter e litigavano per delle ragazze.
Scorpius era giovane per pensare alle ragazze, si disse rigirandosi nel letto sbuffando, anche se un ghigno gli comparve nel viso. In questo suo figlio gli somigliava, anche a lui piacevano le ragazze, fin dai primi anni e il suo cognome l’avevano aiutato in tante conquiste anche con ragazze più grandi.
L’unica cosa che non capiva era che, quando aveva chiesto delucidazioni a Scorpius su questa Luna, lui aveva fatto finta di non sentire e si era congedato lasciandolo solo nell’andito, proprio mentre arrivava lo sfregiato con il figlio.
Si erano solo guardati e aveva capito che Harry Potter, incolpava lui per quest’odio tra i loro figli e si senti ancora una volta un padre pessimo.
Suo figlio si era trincerato nel silenzio più assurdo, forse Potter parlava di più con suo figlio. Potter abitava in Inghilterra era sposato e la sua unione con la Weasley era stabile, invece, lui ora stava negli stati uniti e non era riuscito a portare avanti l’unione con la madre di suo figlio.
Era colpa sua se suo figlio aveva quei litigi con il giovane Potter.
Si girò ancora nel letto e infine si alzò a farsi una tisana come un vecchio, pensò Draco e lì davanti alla tazza fumante i suoi pensieri mutarono.
Vedeva due gambe toniche, un corpo sinuoso, una schiena scoperta, un gioco di vedo e non vedo grazie ad un abito succinto e sexy, notevolmente sexy.
Vedeva quelle labbra rosso fuoco, quel sorriso che dispensava a tutti e i suoi occhi profondi e grandi che facevano correre i brividi lungo la schiena e ricordò il litigio di poche ore prima e si maledì perché non aveva speranza, suo figlio non parlava con lui e la donna di cui si era invaghito lo detestava, lo detestava da sempre.
Sorseggiò la calda e rilassante bevanda cercando di scrollarsi quello strano torpore che attanagliava lo stomaco.
Forse avrebbe dovuto chiederle scusa per il modo poco educato con cui si era rivolto a lei, ma era certo, l’avrebbe schiantato e lui era troppo orgoglioso, avrebbe evitato di frequentarla e forse gli sarebbe passata.
Infondo gli era passata anche quando era a scuola, si disse, sapendo di mentire a se stesso.
La Granger gli era sempre piaciuta e ancora gli piaceva aveva solo relegato quella donna in un angolo del suo cuore, infondo affinché nessuno sapesse il suo segreto, nessuno tranne Blaise il suo migliore amico.
***
Aveva dormito tutta la notte e stranamente si alzò rilassata e felice di recarsi a lavoro, scelse accuratamente cosa indossare, osservò solo di sfuggita l’abito che la sera prima gli aveva fatto guadagnare molti consensi e complimenti e gli si spense il sorriso a pensare che l’unico complimento che avrebbe gradito non l’aveva sentito, lui si era volatilizzato non appena lei si era avvicinata.
Lui la evitava e da quel giorno lavorare insieme sarebbe stato tragico, forse doveva chiedere scusa, anche se era lui ad aver sbagliato.
L’orgoglio le imponeva di non abbassare la guardia, infondo era Draco Malfoy quello che la faceva stare così, lo stesso ragazzo senza cuore che per anni l’aveva trattata male. Lui non era nessuno per fare la morale a lei, lui, era solo un’affascinate e interessante uomo, uno che non l’avrebbe mai guardata.
Si mise una gonna a vita alta e una camicia azzurra abbinandola a delle scarpe dello stesso colore della camicia, si truccò leggermente e andò a lavoro.
Respirò profondamente prima di entrare in ufficio e quando lo vide il cuore prese a martellare, li passò accanto tenendo la schiena ben dritta e lo sguardo fiero.
-Buongiorno Malfoy- disse con voce sicura e lui si girò a guardarla stranito.
-giorno Granger- rispose a voce bassa ma abbastanza udibile dalla riccia su cui comparve un sorriso radioso che cercò di mascherare, non riuscendosi affatto, alla sua segretaria che fece finta di nulla salvandola da una pessima figura.
Entrò nel suo ufficio certamente felice e fu ancora più felice quando lui busso ed entro chiudendosi la porta alle spalle.
-dobbiamo parlare Granger- disse ma il suo tono non era rancoroso o irritato e Hermione non si vergognò affatto di sorridergli.
-prego accomodati- disse e lui accettò ben volentieri.
Si guardarono negli occhi leggermente imbarazzati e poi finalmente fu Hermione a prendere la parola, anticipando Draco e stupendolo per le parole .
-Piacere, mi chiamo Hermione Granger e sono una nuova collega- Draco la guardò stranito poi rise, una risata bella, calda, coinvolgente che coinvolse anche Hermione.
-piacere sono Draco Malfoy- rispose lui, - lieto di fare la sua conoscenza-
Finì il biondo.
Hermione gli strinse la mano e lui l’avvicino piano alla bocca sfiorandola, facendo un inusuale baciamano.
Quel gesto le fece correre dei brividi lungo la schiena ma cercò di non sembrare imbarazzata, stava iniziando una nuova collaborazione, doveva cercare di instaurare con Malfoy un rapporto d’amicizia.
Amicizia...
Doveva smettere di guardare quegli occhi, quella bocca, le sue mani erano calde, morbide...quell’uomo era troppo per lei.
Resistere , doveva resistere ed evitare di farsi male, perché con lui si sarebbe fatta male.
-ora che ci siamo conosciuti- disse ancora la donna cercando di riprendere in mano la situazione.
-dovremmo riprendere a lavorare dal punto in cui abbiamo smesso di collaborare- finì Hermione distogliendo lo sguardo da quegli occhi di Ghiaccio che la osservavano interessati e stupiti.
Draco mosse il capo e prese la cartelletta con tutti i fascicoli e Hermione fece lo stesso, iniziarono così la loro nuova collaborazione.
***
La mattinata al Ministero della magia Statunitense corse via veloce,
Draco e Hermione, consultarono e confrontarono i rispettivi lavori trovandosi d’accordo su più punti, cosa che riempì di soddisfazione la riccia e appagò il biondo che di quel lavoro aveva steso le basi e ora riceveva i complimenti della dotta collega.
-pensi che agendo in questo modo, potremmo prenderlo?- chiese Hermione dopo aver bevuto il suo terzo caffè. Draco la guardò con un ghigno sul viso convinto delle sue teorie, mentre la donna con un movimento del tutto disinvolto portava la testa all’indietro massaggiandosi le tempie.
Era sensuale senza rendersene conto.
Malfoy la guardò rapito osservando l’incavo del seno che spuntava dalla camicia, i ricci che ricadevano scomposti all’indietro le lunghe dita bianche e il viso della che veniva illuminato dal sole pomeridiano.
Non vi erano altre parole per descrivere quella donna tranne che bella.
La sua pelle brillava e un brivido strano gli corse lungo la schiena, la vide risollevarsi di colpo e guardarlo stranita.
-Malfoy? Secondo te...-chiese ancora Hermione preoccupata per non aver ricevuto risposta
-Si- si affrettò a risponde distogliendo gli occhi dal corpo della donna, posandoli ancora una volta sui fogli. Hermione lo guardò un attimo prima di rimettersi a lavoro e per tutta la sera parlarono soltanto dello scottante e intricato caso medio orientale.
Il sole era ormai scomparso dal cielo e la sera avanzava inesorabile, un piccolo tocco alla porta li distolse dalle loro carte.
-Cavolo! siete gli unici che ancora lavorano qui dentro-, disse Blaise Zabini avanzando verso la scrivania dove Draco e Hermione erano seduti.
-guardate che anche se fate gli straordinari, vi paghiamo sempre lo stesso tanto- aggiunse il moro facendo sorridere Hermione e ghignare Draco.
-se vi risolviamo la grana orientale voglio una statua- disse il biondo mentre Hermione lo guardò un attimo, perdendosi ancora nella figura del biondo che gli stava seduto difronte.
-io in piedi e Hermione seduta su una comoda poltrona- disse Draco illustrando la statua,- e tu, che ti prostri ai nostri piedi- aggiunse Malfoy facendo ridere di gusto la collega e sbuffare il suo miglior amico.
-al massimo farò il tuo nome , anzi, meglio quello di Hermione. Sai lei è più famosa- disse divertito il moro girando le spalle.
-Blaise- lo richiamò Draco, -che sei venuto a fare qui?- chiese il biondo irritato per l’inutile interruzione.
-ah niente, volevo invitarvi a prendere un aperitivo, ma siete troppo impegnati- concluse Zabini.
Draco si girò da Hermione che ricambiò lo sguardo, la stanchezza ormai li aveva travolti ed entrambi avevano bisogno di rilassarsi un poco.
-se non disturbo io verrei- disse la Granger e Draco chiuse di colpo il fascicolo.
-vengo anch’io- disse il biondo mentre osservava rapito la Granger alzarsi e girarsi per prendere il soprabito,. Le guardò i fianchi e la vita stretta e i morbidi capelli che le accarezzavano le spalle, distolse subito lo sguardo puntandolo sul suo amico che non si era perso nemmeno un attimo delle occhiate che Draco riservava alla Granger.
Dopo che Hermione si vestì, anche Draco si mise la giacca e chiuse egli stesso l’ufficio, lasciando passare prima la donna e affiancando Blaise.
-amico,- disse il moro – asciugati la bava- Draco, riservò a Blaise uno dei peggiori sguardi che era riuscito a fare in quasi quarantani di vita.
-tutto bene ?- chiese Hermione girandosi a guardare i due uomini che si erano attardati.
-Si tranquilla- rispose Zabini, -andiamo allo Zagari, Pansy, ci aspetta lì- concluse il vice ministro della magia e infine, i tre si smaterializzarono al locale, dove una raggiante Pansy Parkinson li aspettava a un tavolo già prenotato per quattro.