sabato 24 dicembre 2011

AUGURI

AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI
UN BACIO GRANDE DA MIKILILY.

COME CENERENTOLA- Cap.25


25. Colloquio con il Ministro della magia.

Si erano messi subito a lavoro dopo aver visto scomparire l’allocco dalla finestra dello studio del manor.
Blaise avrebbe preso contatto con tutti gli ex amici e conoscenti che in quegli anni erano stati vicini alla causa di Voldemort.
Narcissa aveva fornito indirizzi e nomi insospettabili, soprattutto quelli di due persone, ex Grifondoro, che sarebbero state i loro assi nella manica. Questi sapevano dell’innocenza di Draco, avevano acconsentito a parlare durante il processo e l’avrebbero fatto anche in quello fittizio che lo scagionò ma per qualche strana coincidenza non vennero mai chiamati a deporre. Ma in questo, niente sarebbe stato lasciato al caso. Finalmente ci sarebbe stata giustizia non come accadde anni prima nel processo di Lucius Malfoy.
Quello, ricordò Hermione, fu un processo farsa. Harry l’aveva insabbiato, con l’aiuto di giudici compiacenti, che per lisciare il pelo all’eroe del mondo magico furono disposti a chiudere non un occhio, bensì due sulle tante insensatezze e lacune nei processi contro i Malfoy.
Draco ora si trovava con l’acqua alla gola, la volta precedente, benché quasi tutti i testimoni chiamati a scagionarlo per una ragione o per un’altra non si presentarono a deporre a suo favore, riuscì a cavarsela grazie alla testimonianza di Pansy che raccontò che mai il suo caro Dracuccio aveva partecipato alle azioni dei mangiamorte. Harry Potter frustrato per essersi fatto sfuggire dalle mani l’incriminazione dell’odiato Draco, cruciò più volte Lucius Malfoy che senza bacchetta e con il corpo debilitato fu ridotto alla pazzia.
Harry era diventato pericoloso.
Draco doveva essere liberato subito o Potter l’avrebbe, come minimo, fatto impazzire tutti sapevano bene che Potter con il suo nemico storico non si sarebbe limitato a delle semplici cruciatus, avrebbe esagerato, l’avrebbe ucciso.
Hermione, si preparò velocemente e dopo aver infilato in borsa il ritratto della signora Narcissa si smaterializzò al Ministero dove il ministro l’aveva invitata ad andare subito dopo aver ricevuto la pergamena.
L’atrio dell’edificio magico era sempre vuoto a quell’ora tarda della mattina, ma quel giorno sembrava che tutti i maghi fossero in fermento.
Un vociare sommesso l’accompagnò per tutto il lungo andito che portava agli ascensori, la giovane avvocatessa camminava a passo svelto senza mai abbassare il capo, sentiva gli occhi di tutti puntati sopra. Sapeva benissimo che tutti avevano letto la gazzetta del profeta, sia la prima edizione che parlava dell’arresto di Draco, sia quella speciale con la sua lettera, sapevano, che lei Hermione Granger ex eroina del mondo magico stava con Draco Malfoy il mangiamorte e che ora in veste di avvocato lo difendeva dalle accuse di Harry Potter, quello che un tempo era suo amico.
Arrivò di fronte alla spessa porta che conduceva all’ufficio del ministro, lì ad attenderla vi era Kingsley Shacklebolt, il Ministro della magia.
 L’uomo dalla pelle d’ebano, la fece accomodare di fronte a lui e cominciò a osservarla. Hermione, ora portava corti capelli castani e un particolare tatuaggio sulla nuca, ma oltre al Look non era cambiata molto rispetto alla ragazza caparbia, diligente e coraggiosa che con Harry Potter aveva contribuito a uccidere il malvagio Lord Voldemort. Hermione a differenza del ragazzo che è sopravvissuto, non si era fatta sopraffare dalla notorietà, non aveva corrotto il suo cuore, aveva perdonato evolvendo la sua vita.
 Harry, invece, era rimasto ancorato al vecchio odio, non aveva attecchito in lui la speranza di nuova vita e come questo fu possibile Kingsley non lo capiva. Quel ragazzo, in cui tutti i maghi affidarono la propria vita, la speranza era divenuto malvagio e la colpa di questo era anche del ministro. Lui li aveva dato carta bianca ai processi, credendo che per Harry Potter la giustizia, la tolleranza, l’amore erano ben radicati, convinto che fosse un giusto, che avrebbe giudicato, interrogato tutti nello stesso modo, ma si sbagliava. Il cuore di Harry era corrotto dall’odio, era pieno di rancore per la famiglia Malfoy. Solo con loro scagliò la sua rabbia, loro per lui rappresentavano il male, l’ultimo male che dopo Voldemort doveva essere sconfitto.
Lucius era come Morto Narcissa era imprigionata nel quadro mancava solo Draco per completare l’opera.
-Ministro- disse Hermione catturando l’attenzione dell’uomo che abbandonò così i suoi pensieri. –Come ha chiesto sono venuta qua per spiegargli la situazione-, l’uomo la continuò a guardare così che Hermione continuò a parlare esponendo i suoi pensieri.
-Non si può lasciare a Potter tale potere, non è in grado di controllarsi e non sono disposta a rimanere con le mani in mano, mi spiace se il ministero e lei sarete attaccati, ma mi trovo in una situazione difficile e Draco ora è la mia priorità- disse la ragazza.
-Capisco Hermione- rispose il ministro – posso chiederti se intendi procedere contro Potter.
-si procederò sia per il suo modo di procedere alquanto discutibile durante l’arresto di Draco che per il processo che anni fa è stato fatale alla mente di Lucius Malfoy- il ministro si bloccò.
-come…-
-si so cosa è successo e so per certo che il testimone che ha ritrattato non è uno dei più attendibili-
-Io non capisco…-
-Ma non deve capire, ministro mi aspetto però che sia lei a vigilare, l’altra volta non era in Inghilterra ma a un convegno con gli altri ministri magici, Harry ha fatto ciò che ha voluto-
-So che è stato lei ha firmare il suo trasferimento e da quel giorno i suoi rapporti con Harry si sono…-
-raffreddati-, disse l’uomo pensieroso e poi riprese,
-Cosa mi stai chiedendo Hermione?- chiese infine.
-Solo di essere presente al processo, non voglio che Harry si prenda delle libertà, pretendo che la giustizia sia uguale per tutti. Inoltre- disse il ragazza-, voglio un foglio per andare ad Azkaban come avocato e come compagna ho diritto a parlare con Draco-.
-Azkaban è un posto duro per una donna-
-dimentica sempre che sta parlando con me ministro. Io non sono tipo che s’impressiona-
L’uomo sorrise e prendendo piuma e pergamena scrisse due righe.
-Hermione disse consegnando la pergamena alla ragazza – stai attenta Harry potrebbe diventare pericoloso-
-Anche io ministro, ha sbagliato e pagherà-
-tutto il mondo magico ti starà contro, lui ha una fama da buono, nessuno crederà alle tue parole Malfoy invece, -
-Draco non ha mai fatto niente di male, ha un tatuaggio nel braccio ma non significa nulla non ha mai uccisi nessuno, non è mai andato in missione per conto di Voldemort ed è ora che il mondo magico evolva e capisca che il male non sta in un nome-
-Ti vedo battagliera, almeno tu non sei mai cambiata-
-No ministro mi batto sempre per le cause giuste e per ciò che conta veramente, prima era per il bene del mondo magico ora è per il bene della giustizia, del mio cuore e del mio bambino- disse accarezzandosi il ventre. Il ministro rimase sconvolto dalla notizia non sapendo cosa dire alla giovane strega si limitò ad augurarle:
-Buona Fortuna Hermione Granger-.



SINGOLARE AUGURIO DI NATALE....
ODDIO DI NATALIZIO NON HA NIENTE PERò DAI è BENE CONTINUARE LA STORIA.
KISS MIE CARE E BUONE FESTE.

venerdì 23 dicembre 2011

Allegria II Parte


Allegria.
Seconda Parte.
 

Era arrivato al Manor in un secondo, dopo essere letteralmente scappato dall’allegria di casa Weasley. 
Si tolse con un gesto secco il mantello lanciandolo sul grande divano in pelle nera che abbelliva la sala d’inverno della sua immensa e fredda dimora. Avvolto nel silenzio si sentiva bene, per la prima volta quella sera, stava bene ma era una bugia da molto tempo non era in pace nemmeno nella sua casa natia.
 Sbottonò con una calma disarmante le maniche della camicia che gli fasciava il busto, riavvolgendole fino al gomito, accese poi, con un movimento deciso della bacchetta il fuoco e si diresse verso l’angolo bar per versarsi da bere.
Socchiuse gli occhi un attimo, decidendo quale liquido alcolico fosse il più indicato per dimenticare la serata, scegliendo il whisky incendiario più pregiato, che la sua distilleria personale conteneva.
Prese il bicchiere in fine cristallo di Boemia dal lungo stelo con le sue sottili e lunghe dita bianche, versò il liquore, scaldando poi il cristallo tra le mani. Successivamente lo portò prima al naso per inebriarsi di quel profumo, cercando di scacciare così, quello di Hermione che ancora si insinuava nella sua testa.
Rimase un secondo in quella posizione prima di incominciare a sorseggiare la bevanda, che man mano che scorreva nella gola lo scaldava.
-che ti ho fatto?- chiese la sua voce. La voce della donna che anche nei pensieri lo stava perseguitando, ma sbagliava Draco convincendosi di questo e sbuffando infastidito, cercò di scacciare dalla mente quella voce.
-Cazzo Draco, guardami!- disse ancora Hermione facendo sollevare lo sguardo al biondo che la guardò stupito. Non si aspettava di ritrovarsela di fronte ancora, non quella notte, dopo pochi secondi in cui se n’era andato via dai Weasley per scappare da lei.
Non riuscì a parlare ma i pensieri si susseguirono febbrili: come aveva fatto ad entrare, come aveva fatto a superare le barriere del manor, come aveva fatto a rinunciare a quella donna senza provare nemmeno per un attimo a lottare per conquistarla.
-Draco- lo incitò la riccia avanzando verso di lui incurante dello sguardo vuoto con cui il biondo la guardava.
-che vuoi?- disse infine sforzandosi di reagire a quella presenza.
-voglio chiarire con te.-
-Non vi è nulla da chiarire- rispose stizzito Draco evitando di guardarla in viso e superandola per andarsi a sedere nella sua poltrona preferita di fianco al camino di marmo bianco, unica nota candida in quella stanza cupa.
-Io invece-, disse Hermione girandosi offesa verso il biondo – ho voglia di chiarire quello che per te non è nulla-. riprese.
-che noia Granger, ma non hai di meglio da fare all’una di notte nella notte di Natale, che rompere al sottoscritto-
Hermione boccheggiò un attimo, scossa dalle parole che il biondo le aveva rivolto, non la chiamava Granger da anni, evitava di guardarla e ne era cert,a aveva fatto un’allusione sul tempo che sprecava in quel momento a trovarsi lì invece che con qualcun altro.
-Da quando sono tornata ad essere Granger per te?-
Draco rise freddamente buttando giù un generoso sorso di whisky,
-per quando mi riguarda sei sempre stata Granger, è il tuo cognome se non sbaglio-rispose freddo.
-spiritoso- disse la riccia avvicinandosi a lui
-voglio sapere che ti ho fatto Draco, mi eviti, mi rivolgi la parola solo se sono io a parlarti e parli per monosillabi e non mi guardi-
-non pensavo di essere importante a tal punto, sei un po’ troppo egocentrica Granger-
-smettila di chiamarmi per cognome e guardami in viso quando ti parlo-.
-non sei nelle condizioni giuste per venire qua e rimproverarmi, non sono un bambino, siamo a casa mia e non ti devo alcun che- disse Draco infervorandosi guardandola finalmente.
La riccia rimase spiazzata dal tono e dai modi del biondo era arrabbiato, con lei era più che evidente.
Incurante del pericolo, come solo una Grifondoro puo essere, gli si avvicinò ancora cercando di scrutare nei suoi occhi grigi che un tempo la guardavano sereni, cosa passasse nella mente di quell’emblematico ragazzo.
Tempesta ecco quello che dicevano quei grigi occhi.
-Draco- disse sfiorandogli il braccio con la punta delle dita, rimanendo stupita nel sentire il calore del suo corpo. L’uomo si bloccò da prima bloccato per quel piccolo contato, riprendendosi poi come in un turbine di emozioni, assottigliò gli occhi guardandola cattivo.
-Non ho voglia di sprecare il mio tempo con inutili chiacchiere con te- disse acido. – dovresti essere a casa tua a farti sbattere dal tuo perfetto fidanzato- Draco si ritrovò in un lampo il viso bruciare e cinque dita stampate sopra.
E non trovò di meglio da fare che  afferrarle il braccio
-come osi-disse sibilando tutto la sua rabbia piu per quello che quella donna le causava che per quello schiaffo
-come osi tu trattarmi in questo modo noi siamo amici-rispose la Granger.
-cazzo Granger io non sono tuo amico io … - cerco di dire qualcosa ma non gli veniva nulla tranne che dirle quello che da qualche tempo il suo cuore celava al suo interno.
Lei lo guardò cercando di leggere le sue emozioni scrutando il viso, mentre lui le lasciava il braccio e si risedeva scompostamente sulla poltrona.
-la mia vita non è perfetta- disse la riccia sedendosi sul tappeto – il mio fidanzato è dolce, premuroso, gentile, amabile ma non m’interessa. Io non ne sono innamorata-
Draco sollevò il sopracciglio stupito dalle parole della ragazza.
-allora perché ne parli come fosse il principe azzurro della fiabe babbane- sbiascicò il biondo.
-perché magari qualcuno a cui tengo veramente, mi guardi per una volta come una donna e non come un cervello-
-Granger, Weasley si è sposato un po di tempo fa se volevi prendertelo potevi pensarci prima- la interruppe Draco.
-non parlo di Ron, Draco, smettila di insinuare cavolate-
-allora non so di cosa stai parlando-
-sto parlando di noi Draco, noi hai presente- disse gesticolando come suo solito.
-non esiste un noi-la interruppe il biondo.
-certo perché tu ti rifiuti di crearlo un noi-
-che cazzo vuoi Granger, perché sei venuta qui?-chiese
-per te Malfoy sono venuta per te- rispose lei guardando l’uomo di fronte a se, che continuava a non degnarla di mezzo sguardo.
-vattene- disse sollevando di un tono la voce.
-no-rispose battagliera.
-stai dicendo una marea di cazzate, se non lo reggi l’alcol non bere-
-Sono lucidissima-
-se fossi lucida non diresti tutte queste assurdità-
-Quali assurdità Draco? dire che mi eviti, che sei freddo con me, che non mi guardi in faccia non sono certo cretinate ma la pura verità. Come è la pura verità che da un anno che sei freddo con me, da un anno il nostro rapporto è cambiato. 
Da quelle vacanze in montagna, il nostro rapporto è cambiato, tu sei cambiato. Sembra che il ghiaccio dei tuoi occhi abbia assembrato anche il tuo cuore-
-stai dicendo solo cretinate- disse ancora, si stava ripetendo e questo era un brutto segno lo stava facendo confondere il suo profumo era colpa del suo profumo.
- ho cercato di starti lontana, come diceva Ginny, mi sono fatta piacere uno di cui non mi frega niente come mi aveva consigliato Pansy. È tutto vano, ogni cosa che faccio è vana poiché non riesco a togliermi i tuoi occhi dalla testa, non riesco a togliermi te dal cuore- disse la riccia battendosi il petto.
A Draco cadde il bicchiere dalle mani, rimase incredulo nel sentirla parlare così. Lei provava per lui le stesse emozioni, gli stessi sentimenti.
Cercò di ricomporsi ma non riuscì a dire mezza frase, era come impallato, stregato da quegli occhi che lo guardavano.
-Io- disse provando a spiaccicare qualcosa per liberarsi di lei, per scacciarla ancora.
-Lo so tu non provi per me lo stesso, sono una stupida, una donnicciola cretina, una mezzosangue per giunta-
Disse asciugandosi una lacrima che solitaria aveva deciso di scivolare dai suoi occhi.
-Io non posso-
Disse infine Draco.
-Immaginavo, sai, lo dicevo a Pansy che non potevi mai innamorarti di una donna inutile come me-
A Draco Bruciò il cuore quando le sentì pronunciare quelle parole si inchino su di lei sedendosi anch’egli sul tappeto verde cupo su cui la riccia era seduta. La guardò un attimo prima di affondare le lunghe dita tra i morbidi capelli ricci. Hermione lo guardò spalancando i grandi occhi color cioccolato.
-è uno sbaglio- disse Draco quasi sussurrando – io distruggo tutto quello che di bello mi succede non posso non voglio macchiarti con queste mani sporche- concluse il biondo sfiorando il naso di Hermione con il suo godendo del profumo che la donna emanava.
-io ti voglio, io ti desidero Draco- rispose lei ritrovando negli occhi dell’uomo quella dolcezza che da tempo non vedeva.
-Ho paura- disse lui ammettendo per la prima volta una sua debolezza
Lei sorrise dolcemente sollevando il mento per baciargli il naso.
-Anche io, ma non puoi privarmi del tuo amore senza almeno tentare. Perché vuoi tentare Draco, vero?- chiese speranzosa Hermione.
- credo di essere con le spalle al muro- rispose il biondo.
Lei non aspettò nemmeno che finisse la frase poggiò delicatamente le sue labbra su quelle del biondo, alcol e menta si mischiavano facendola rabbrividire per quel contatto mentre lui continuava ad accarezzarle i capelli.
Draco insinuò la sua lingua tra le labbra della ragazza incominciando con lei una sensuale danza, il bacio si fece sempre piu intenso deciso. Lei li accarezzava le possenti spalle, lui le afferrava i fianchi riducendo le distanze tra di loro.
Si staccarono un poco riperdendosi uno negli occhi dell’altro.
-credo che la fase della conoscenza la si può saltare- disse Hermione maliziosa facendo ridere Draco.
-da quando sei così inibita- le sussurrò il biondo nell’orecchio mentre con la bocca riponeva numerosi baci dal collo alla clavicola.
-uhm, da sempre- rispose lei sospirando un poco quando il ragazzo le abbassava la lampo del vestito.
-bene perché non riuscirei a trattenermi ancora- rispose distendendosi accanto al corpo della ragazza stringendola tra le braccia e disponendola sopra di se.
Hermione si lasciò cullare dalle carezze dell’uomo che desiderava e amava da tempo, sentendosi finalmente bene. Draco la sentiva ansimare e strusciarsi su di lui, facendolo eccitare. 
Hermione si accorse che il ragazzo era ancora vestito e scostandosi di lato ponendosi poi alle sue spalle gli sfilò la camicia accarezzando le spalle e massaggiandogli il collo, si alzò poi in piedi offrendogli la mano per farlo sollevare, non era in imbarazzo nel mostrarsi a lui in sola biancheria. 
Aveva sognato quel momento da anni da quando si accorse che per lei, Draco Malfoy, non era solo un collega con il quale si trovava a meraviglia ma un uomo che le aveva rubato il cuore, l’anima. 
Draco raccolse il suo invito sollevandosi dal tappeto osservando con circospezione ogni lembo di pelle donna, Hermione sorrise mentre con gesti secchi e allo stesso tempo sensuali sganciava i pantaloni sfilandoli poi con bramosia. Si fermò per poterlo guardare meglio quando anche il biondo si ritrovò con la sola biancheria.
Non l’aveva mai visto in quelle vesti, Draco aveva un corpo da urlo, un autentica statua gli sfiorò con le dita prima i pettorali muscolosi, poi lo sterno infine gli addominali.
Sollevando infine lo sguardo per rincontrare gli occhi di lui che la guardava con desiderio.
-Ho sognato per anni questo momento- disse Draco. – ma le emozioni che provo ora non si avvicinano nemmeno lontanamente a quelle vuote dei miei sogni.
Sei bellissima Hermione- concluse Draco riducendo le distanze tra di loro. Prese così a baciarla con ardore, quelle labbra le aveva desiderate e ancora sembrava tutto irreale tutto magico, le sfiorò il seno che per tanto tempo aveva sperato di accarezzare godendo di quel contatto tanto intimo.
-Ti amo disse lei temendo di averlo turbato, ma quella sua dichiarazione fece solo accelerare le loro effusioni amorose. Draco la prese su per le braccia e si smaterializzò nella sua stanza da letto.
Le sganciò il reggiseno, sfilando poi le mutandine, la guardò, mentre lei con occhi languidi lo osservava in tutti i gesti che faceva.
Gli si coricò sopra cercando di non far peso su di lei
-dimmi se sono pesante e mi sposto-
-non osare spostarti da questa posizione – disse Hermione.
Draco sorrise mentre si posizionò dentro di lei Hermione socchiuse gli occhi inarcando la schiena Draco a quel gesto decise si cominciare a spingere in lei. Leggere furono le prime spinte per non turbare il corpo della ragazza, che incominciò ad accompagnare le spinte del biondo.
I mormorii e i sospiri della riccia si fecero presenti, e Draco aumentò l’andatura, le spinte da dolci divennero più ritmate più penetranti. Hermione afferrò nel turbine del piacere le spalle del biondo invitandolo a velocizzare la penetrazione, le spinte si fecero decise.
La prima gli fece sospirare mentre i loro occhi si continuavano a guardare, l’amore che provavano uno per l’altro trasudava da quell’atto.
 La seconda, gli fece ansimare il loro desiderio era evidente si volevano, si desideravano si conoscevano nell’atto più intimo.
La terza, gli portò all’estasi subito facendoli urlare contemporaneamente i loro nomi.
-Draco- mormorò ansimante Hermione.
-Hermione- grido Draco riversando il suo seme nel grembo della donna.
Rimasero per minuti ore in quella posizione.
-Buon Natale Amore- disse Draco ritrovando la parola.
-Buon Natale anche a te- disse baciandolo – uomo che voleva privarmi di tutto questo- continuò canzonandolo la riccia.
-sai che non sei simpatica-
-uhm si lo so- rispose facendolo ridere.
L’allegria del Natale riecheggiava dopo anni nel grande manor dei Malfoy. La letizia di una vita nuova, una vita d’amore con la donna del suo cuore faceva brillare di nuova luce lo stemma che predominava la grande stanza patronale.
-Benvenuta nella tua nuova casa futura Lady Malfoy- disse Draco riprendendo a baciare Hermione che spalancò la bocca dallo stupore.
Quella fu, infatti, la prima notte che passarono insieme ma non fu l’ultima molte altre ne arrivarono.
Draco e Hermione si sposarono esattamente un anno dopo, alla vigilia di Natale, molti bambini allietarono la loro unione che ancora oggi a distanza di venticinque anni continua ad essere salda.
L’amore vero non si scioglie, con il tempo si rafforza.

ALLEGRIA (I PARTE)


ALLEGRIA.
A NATALE NELLA VIA
C’è UNA GRANDE ALLEGRIA,
LUCI, ADDOBBI E STELLINE,
TANTI BALOCCHI NELLE VETRINE,
PICCOLI ABETI DAI RAMI IMBIANCATI,
FIOCCHI DI NEVE TUTTI GHIACCIATI
E UN BABBO NATALE DA FOTOGRAFIA
PER UNA FESTA IN COMPAGNIA.
 
Arrivarono nella via principale di Diagon Alley, dopo essersi smaterializzati dal manor dei Malfoy, due figure, con lunghi mantelli neri, camminavano a passo svelto nell’innevata via magica.
Alti e con corporatura muscolosa si avviavano verso una piccola villetta, tre scalini ghiacciati dopo e una ghirlanda di vischio tutta decorata con fili rossi e oro, li portò di fronte alla dimora che i due cercavano. Il moro, suonò il campanello facendo volteggiare la pila di pacchetti ricoperti di carta rossa di fronte al viso.
L’altro, il biondo, sbuffava sonoramente osservando le decorazioni e ghignò posando i suoi occhi argentei sui pacchetti. Aveva scelto una ricercata carta verde smeraldo, fregandosene allegramente delle lamentele della commessa quando ordinò di confezionare il tutto con filo argenteo. Lui era un Serpeverde nell’anima, lui era un Malfoy e anche a Natale, il verde e L’argento erano i suoi colori. Mai si sarebbe comportato avrebbe come Blaise, ricorrere al rosso e oro era un disonore, lui, non era un Grifondoro, anche se, era a casa del Grifondoro per eccellenza che stava per passare la vigilia di Natale.
Dopo pochi secondi, una chioma bionda dall’aria svampita, con al collo una collana fatta dai tappi di burrobirra, gli aprì.
 Blaise sorrise all’indirizzo di quella che era la padrona di casa, Luna Lovegood.
L’ex Corvonero era simpatica e a modo, nonostante le innumerevoli stranezze e la convinzione che alcuni animali fantastici esistessero nonostante fossero solo leggenda, riuscì, sconvolgendo molti nel mondo magico a rubare il cuore di Ron Weasley, che dopo un anno dalla fine della guerra, l’aveva sposata.
-oh vi stavamo aspettando- disse la bionda salutando calorosamente Blaise e limitandosi a un saluto formale con Draco che la seguì fino al salotto dove varie coppie si erano riunite per passare insieme la vigilia di Natale.
Lavoravano tutti al ministero da più di sette anni, da quando la guerra era finita, i loro rapporti erano divenuti più distesi. Passando dall’odio all’indifferenza fino al rispetto e all’amicizia e in qualche caso all’amore. Infatti, era per quel motivo che erano stati invitati nella casa di Ron Wesley, Blaise da quasi due anni aveva intrapreso con Ginevra, la sorella minore di Weasley, una relazione che non aveva stupito nessuno almeno non Draco che sapeva quanto la rossa piacesse al suo migliore amico fin dai tempi della scuola.
-Blaise amore, sei in ritardo- disse una chioma rossa che sfreccio senza alcun pudore ad abbracciare un Blaise alquanto eccitato appena la rossa gli finì tra le braccia.
-ok, vi amate -disse Ron ridendo – ma per piacere abbiamo ospiti e non è il caso …- disse il rosso Ron all’indirizzò della sorella che lo uccise con un solo sguardo mentre un imbarazzato Blaise la lasciava andare.
-Draco, vieni ti porto dai civili- disse ancora il padrone di casa.
-questi due non si possono definire tali- concluse il rosso.
-Sono innamorati e si comportano come tali- lo anticipò Pansy che andò a salutare il suo miglior amico. Sì, anche Pansy Parkinson, ex studentessa di Hogwarts appartenente alla casa di Serpeverde era stata invitata e il motivo era semplicissimo. La mora, al settimo mese di gravidanza portava nel grembo il figlio dell’eroe magico Harry Potter che aveva sposato tre anni dopo la fine della guerra.
-si si- disse Ron alzando le spalle bofonchiando qualcosa sull’inadeguatezza della situazione, avviandosi poi, verso il camino dove Neville e Harry parlavano di quidditch.
-ciao Pansy- disse Draco, non appena furono soli, abbracciando delicatamente la sua mora amica che lo guardava dall’alto in basso osservando ogni minimo dettaglio del viso del biondo.
-pensavo che non saresti venuto- disse la donna che ora portava i capelli lunghi.
-pensavo di non venire, infatti, Blaise però mi avrebbe cruciato-.
-Intende chiederle?-.
-si ci sono tutti- disse il biondo osservando con la coda dell’occhio la sala dove molte coppie parlavano tra loro incuranti dei due ex serpeverde. - sai la tradizione degli Zabini prevede fidanzamento a Natale e matrimonio a Pasqua-disse Draco poggiando i pacchetti con carta verde sotto l’immenso abete.
-che strani che sono gli Italiani- enunciò Pansy girandosi un poco verso la porta della cucina dalla quale uscì una ragazza dai lunghi capelli ricci che cadevano morbidi fino alle spalle, un leggero abito in seta rosso le avvolgeva il corpo, l’abito le arrivava fino al ginocchio scoprendo le lunghe e magre gambe.
Draco sbiancò un attimo nel vederla li, sapeva che ci sarebbe stata era da due mesi che non la vedeva da due mesi che il suo cuore aveva trovato pace. Da quando Hermione Granger si era trasferita a Parigi Draco si era come svegliato dal torpore in cui per anni era caduto, in cui la Grifondoro inconsciamente l’aveva fatto cadere.
Lui, il Serpeverde per eccellenza, lavorando fianco a fianco alla Grifondoro l’aveva in un certo senso scoperta. Prima l’apprezzò come collega, sapeva della sua mente e delle sue doti, era sempre stata la prima della classe e con il tempo scoprì anche il suo fascino.
Dolce, simpatica e discreta, premurosa con gli amici e gentile con tutti anche con lui quello che per anni l’aveva offesa, umiliata e derisa.
Il suo profumo inebriante era per lui il miglior buon giorno quando arrivava nel laboratorio di pozioni nel quale lavoravano, il sorriso della ragazza era l’unica cosa che per anni lo faceva andare avanti.  Hermione era la donna che amava, ma per loro, a differenza di Pansy con Harry, di Blaise con Ginny non vi era futuro. Lei non sarebbe mai diventata la sua compagna di vita, Draco lo sapeva in partenza e cercò in tutti i modi di scacciare dai suoi pensieri la ragazza. Soffrendo e chiudendosi nel mutismo sia con la riccia che con tutti gli altri. Si era isolato nell’ultimo anno fino a quando la Granger non presentò a tutti il suo nuovo fidanzato un auror Francese, che si chiamava Luc  Fournier, che per un periodo lavorò nella squadra di Potter e Weasley.
Draco sorrise amaro guardando la riccia, a Pansy quello non sfuggi lei conosceva cosa Draco provasse per la ex Grifondoro, era una delle poche insieme a suo marito e Blaise.
 Hermione, non si accorse della presenza di Draco impegnata com’era a chiacchierare con Luna sulle doti senza uguali del suo bellissimo fidanzato francese.
-bene ci siamo tutti- disse Ron quando sua moglie e Hermione entrarono nella stanza – possiamo accomodarci a tavola disse il rosso invitando gli ospiti nella sala da pranzo addobbata per l’occasione.
Draco mangiò nel più assoluto silenzio, tutti parlavano e chiacchieravano del più e del meno, mentre lui guardava gli agnolotti che stavano sul suo piatto. Gli era passato l’appetito appena l’aveva vista, gli si era come piantato un grosso mattone sullo stomaco.
Non poteva crederci solo la sua presenza lo riduceva a uno straccio, non l’aveva nemmeno salutato infondo cosa pretendeva l’ultima volta che l’aveva vista prima della partenza per la Francia avevano litigato in un modo assurdo.
Arrivò il secondo, il contorno, la verdura e i dolci il tutto innaffiato da fiumi e fiumi di alcol e champagne, le chiacchiere si trasformarono in risate, passando poi ai vecchi ricordi fino a giungere ai numerosi aneddoti. Tutti erano allegri, tutti tranne lui che si era accomodato vicino al camino. Osservava la fiamma del fuoco che vorticava frenetica nel camino, Harry al suo fianco aveva in braccio sua moglie Pansy e le accarezzava dolcemente la pancia, mentre Luna rideva all’ennesima battuta fredda di suo marito Ron.
 Ginny e Blaise, invece, ballavano un lento romanticissimo dopo aver annunciato a tutti il loro matrimonio, lui però non riusciva a pensare ad altro che a lei.
-oh sono quasi mezzanotte- disse Neville Paciock attirando l’attenzione su di se.
-che bello- disse Ginny frenetica stringendo il suo futuro marito, mentre tuti gli altri si alzarono dirigendosi verso l’abete.
Draco rimase ancora seduto guardando ancora il fuoco, si sentiva un autentico cretino si era cacciato lui in quella situazione avrebbe dovuto rifiutare l’invito di Ron, avrebbe dovuto convincere Blaise che la sua presenza non era indispensabile, avrebbe inventato una scusa plausibile per Pansy e Harry ma era certo non sarebbe mai dovuto andare a quel cenone di Natale.
-Stai bene?- chiese la donna, mentre il cuore di Draco mancò un battito. Le aveva rivolto la parola per la prima volta durante tutta la serata. Il biondo sollevò lo sguardo verso la ragazza, permettendosi di guardarla per la prima volta da quando si trovava in quella casa, era bella Hermione, il vestito rosso lasciava scoperte le spalle e le stava bene visto la carnagione chiara della riccia.
-si- rispose Draco, abbassando subito dopo il viso a terra.
-Non hai mangiato niente e stai zitto da quando sei arrivato-
L’aveva osservato Hermione, la cosa lo stupì, anzi lo fece sciogliere ma si ricompose un istante dopo. A lei tu non interesserai mai, diceva la sua coscienza. Draco non si faceva illusioni, per lui non vi era speranza non ci sarebbe mai stata speranza Hermione non avrebbe mai portato l’allegria nella sua vita Hermione amava ed era amata da un altro uomo, un uomo che la meritava, un uomo che l’avrebbe resa felice. Tutti sarebbero stati meglio di un uomo come lui.
-Non ho molta fame e avevo poche cose interessanti da dire- rispose.
-Draco- disse la ragazza avvicinandosi cercando di sfiorargli il braccio ma il biondo fu più veloce nello scansarsi.
Hermione rimase delusa dal gesto del biondo, lui era forse ancora adirato con lei, pensò la ragazza.
-credo che dobbiamo andare, c’è lo scambio dei regali- fece il biondo avanzando con il suo solito passo strascicato in direzione del grande abete, sentendo gli occhi della donna su di se.
Arrivato nel grande salone si fermò a guardarli, tutti felici si scambiavano auguri e regali.
-oh- disse luna indicandolo – siete sotto il vischio- continuò.
– dovete baciarvi è la tradizione- disse Pansy interrompendo la bionda ghignando sodisfatta della cosa.
Draco si girò appena sperando di trovarsi al fianco qualunque altra persona, anche un uomo, ma non lei, ma la fortuna lo sapeva Draco non girava da molti anni.
La ragazza dai lunghi capelli rossi divenne rossa, ma si avvicinò a lui che immobile la guardava avvicinarsi al suo viso, il forte e inebriante profumo di vaniglia gli penetrò dalle narici arrivando fino al cervello, il cuore batteva come un forsennato sembrava quasi volesse uscire dal petto.
Quando Hermione sfiorò le sue labbra, le gambe quasi lo abbandonarono, tanto che fu costretto a tenersi allo stipite della porta per non cadere. Il bacio fu leggero, dolce, delicato e come un soffio leggero sparì.
Rimase con gli occhi vitrei a osservare quella scena, come se fosse uno spettatore qualsiasi invece che uno dei protagonisti.
-Cavolo Draco, sembri sconvolto- disse Ron ridendo – eppure Hermione se ben ricordo non bacia male- per questa battuta il rosso si beccò i rimbrotti della riccia che ancora rossa in viso si allontanò da Draco e uno scappellotto della moglie.
Draco dopo essersi ripreso consegnò i regali e dopo nemmeno tre minuti esatti inventò la prima scusa per andarsene. Hermione rimase distante da lui fino ai saluti, saluti che Draco non gli fece evitandola, congedandosi poi con un saluto generale.
Alla ragazza si spense il sorriso, quando il biondo si smaterializzò, ma questo lui non lo seppe mai.

SPAZIO AUTRICE.
Schizzo serale l' ispirazione vine da un libro di filastrocche di mia nipote... la storia avrà una seconda parte, perchè diciamolo di allegro questo capitolo non ha niente.
Un bacio care.

Tom Felton

Ho un mito ed è questo ragazzo, dai è super simpatico...
che dite?

giovedì 22 dicembre 2011

COME CENERENTOLA- Cap.24.


24. L’alleanza Granger-Zabini-Black.
Appena gli Auror erano spariti era caduta a terra perché le gambe non erano riuscite a sostenerla, le lacrime le sgorgavano senza che riuscisse a fermarle.
Si sentiva come se le avessero tolto il cuore, come se l’avessero calpestata.
Draco, l’era stato portato via con accuse infamanti, doveva reagire, doveva aiutarlo salvandolo da Harry e dalla sua "giustizia".
Doveva sbrigarsi e farlo in fretta, ma non riusciva ad alzarsi, non riusciva a parlare, riusciva soltanto a piangere e disperarsi.
Tibly arrivò un secondo dopo e vedendola distesa a terra si spaventò, l’Elfa, non aveva sentito niente e di prese a randellate in testa quando scoprì che non era riuscita a difendere il padroncino Draco.
Aiutò Hermione a sollevarsi mentre la ragazza continuava a piangere e l’Elfa inesorabilmente s’infliggersi colpi al capo per punirsi. Tibly, dopo un po’, cercò di calmare la sua padrona cullandola ma tutte e due avevano il cuore lacerato dal dolore.
Così le trovò Blaise, per terra, abbracciate e piangenti e si gelò.
-dov’è Draco- chiese il moro Zabini con un filo di voce e gli occhi puntati sulle due che singhiozzavano.
-Oh padroncino Draco, oh- diceva confusamente Tibly.
Hermione sempre più pallida non aveva nemmeno la forza di parlare cullata dall’Elfa con gli occhi spiritati guardava il punto dove lui era sparito.
-Hermione. Dove cazzo è Draco- la scosse Blaise per farla reagire ma la donna era come svuotata da tutto, un involucro vuoto, privato di ragione senza di lui.
-Azkaban…- disse facendosi violenza per pronunciare quella parola, provocando un urlo dell’Elfa che riprese a picchiarsi con violenza il capo per punirsi del suo sbaglio, per punirsi di non aver adempiuto al suo compito quello di proteggere il suo padroncino Draco.
- Potter- disse ancora Hermione mentre una lacrima scese sul suo viso arrivando fino al colletto della camicia dell’uomo che amava, inzuppandola.
 - Parkinson- aggiunse, sollevando gli occhi verso uno sconvolto Zabini.
Quella bastarda si è venduta a Harry per soldi, calunniando Draco- terminò, continuando a dondolarsi cercando di calmare la sua ansia, la sua paura.
-cosa stai dicendo?- Blaise sembrava non credere alle parole che l’ex Grifondoro stava dicendo.
 Pansy Parkinson era sempre stata una loro amica fin dai tempi della scuola. Certo con il tempo i rapporti si erano raffreddati, soprattutto quando Draco con poca grazia, pensò Blaise, le aveva detto che non la amava affatto e che si era stancato anche del sesso con lei in più il biondo detestava la sua malattia per il gioco d’azzardo. In pratica quel vizio babbano l’aveva portata all’orlo della bancarotta, suo padre l’aveva addirittura diseredata perché si era giocata tutto.
-Pansy- ripeté Hermione – quell’oca giuliva che vi ha sempre leccato il culo a scuola e che passava da letto in letto in tutta Serpeverde- disse battagliera la Granger.
-Tu sai…- disse Blaise sconvolto, dalla rilevazione pensava in cuor suo che nessuno sapesse della cosa che non lo sapesse la sua futura moglie, da quando ricordava la Parkinson e Ginny si erano anche menate quando erano a Hogwarts.
-Certo che so, ma non le permetterò di distruggere la mia felicità, oh no. Non sa con chi si sta mettendo. Io la distruggo- continuò Hermione guardando Zabini.
-Non mi fa certo paura una puttana con il vizio del gioco d’azzardo e un invasato assetato di vendetta-
Blaise era rapito dalla forza che ora la Granger mostrava.
-Toglierò Draco da questo casino assurdo, mostrerò a tutto il mondo magico che lui non c’entra niente con gli sbagli della sua famiglia, con gli sbagli di suo padre. Mostrerò a tutti che è pulito, che non è mai stato un Mangiamorte come credono.
 -Soprattutto- disse alzandosi in piedi dritta e con un’espressione dura in viso. -Mostrerò a tutto il mondo magico, che grande stronzo è il loro eroe e per fare questo mi servirà anche il tuo aiuto Zabini-
Blaise annuì.
-Per Draco sarei disposto a fare tutto per me è come un fratello-disse il moro avvalorando la sua decisione di aiutare Hermione.
-Bene allora mettiamoci subito alla ricerca di testimoni- disse Hermione mentre un sonoro Clap li fece girare, Ginny con la gazzetta del profeta in mano li guardava pallida.
-Ho letto e sono venuta subito-disse.
-bene serve anche il tuo aiuto- rispose Hermione avviandosi nello studio di Draco entrò senza problemi e si guardò intorno osservata speciale di uno stupito Zabini.
-qui ci sono i documenti del processo- disse guardando Blaise che annuì la riccia non disse nulla aprì senza alcuna magia.
-Come è possibile- chiese Blaise.
-Come possibile, cosa Zabini?- rispose Hermione guardandolo.
-questa stanza è protetta da magia, solo chi è un Malfoy può aprirla-
Hermione rimase ferma immobile, appena sentì quelle parole.
-Tu non sei una Malfoy, quindi devi per forza essere incinta…- disse Blaise attirando a se gli occhi di molti ritratti e quelli stupiti della sua compagna Ginny.
All’improvviso a Hermione passò per la mente che era passato più di un mese dall’ultima volta che le era venuto il ciclo. Zabini poteva aver ragione, come aveva potuto dimenticarsi una cosa simile.
Oddio e se lui non volesse un figlio con una mezzosangue, sbiancò al solo pensiero di un suo rifiuto.
-aspetti un bambino?- Chiese la rossa amica.
-Io, non lo so-rispose Hermione ancora girata verso la cassaforte in legno d’ebano tutta intarsiata nella quale era inciso lo stemma dei Malfoy.
-devi per forza portare in grembo mio nipote per essere riuscita ad aprire la cassaforte magica dei Malfoy- disse la voce di una donna che Hermione non aveva mai sentito e che la fece sobbalzare.
-Signora Narcissa- disse Blaise inchinandosi un poco al quadro che ritraeva la madre del suo amico che ricambiò il saluto del moro con un sorriso dolce.
-Draco, mi ha parlato molto di lei signorina Granger-disse ancora la donna nel ritratto che ora aveva gli occhi di tutti e tre puntati sopra.
-di me?- chiese stupita la ragazza che si toccava il ventre ancora piatto incredula da ciò che sia Zabini che la signora Malfoy avevano insinuato.
-Oh si di chi altre vuoi che mi parlasse, l’hai stregato e fatto innamorare. Sei stata l’unica donna che ha catturato il suo cuore. Certo che mi ha parlato di te-.
-Io non, ho incastrato suo figlio se è questo che pensa –disse Hermione mettendo le mani avanti. Narcissa la guardò stupita.
-pensi che io stia insinuando questo? Ti sbagli sai, so per certo che Draco vuole un figlio da te con tutto se stesso e il figlio che porti in grembo è frutto del vostro amore non di calcoli meschini- concluse Narcissa.
-Ora spiegatemi cosa è successo e perché un auror è venuto a inzozzare la mia casa-
Toccò ancora ad Hermione raccontare tutto, soprattutto toccò alla ragazza dire alla signora Malfoy che Harry Potter, il ragazzo che lei stessa salvò dalla morte certa, aveva portato alla pazzia suo marito infliggendogli dei cruciatus  e che Potter voleva fare lo stesso con il suo unico figlio.
-Non lo permetterò mai- disse Hermione guardando la signora Black negli occhi. – lotterò con tutta me stessa per salvare Draco-
Narcissa era livida dalla rabbia.
-Dobbiamo organizzarci- disse la donna.
-Ci servono prove. Molti sanno ma hanno taciuto per il processo di Lucius Draco ne è uscito ma stava rischiando –
-voglio tutti i nomi di chi sa, chi era con Voldemort e chi testimonierà sul non coinvolgimento di Draco nelle file dei Mangiamorte-
Disse Hermione afferrando una pergamena in cui avvisava il ministro della magia in persona sull’inadeguatezza di Harry Potter come auror.
Mentre Narcissa incominciava a sfornare nomi su nomi, Hermione prese un’altra pergamena e si disse che:
Se lui giocava sporco anche lei l’avrebbe fatto.
Inviò, così, una missiva anche alla gazzetta del profeta, in cui come persona informata dei fatti raccontava che senza regolare permesso del ministro, degli auror si erano introdotti a casa di un rispettabile cittadino magico. L’avevano picchiato, privato di bacchetta e inflitto una maledizione senza perdono, e senza alcun fondamento rinchiuso ad Azkaban, la prigione dei maghi.
Quando l’allocco volò via dalla finestra dello studio di Draco, Hermione prese atto di aver dichiarato guerra ad Harry Potter, per la prima volta non era al fianco dell’eroe del mondo ma contro.
Per la prima volta si schierava con quelli che un tempo, ormai lontano, per lei erano i cattivi e ora osservando Narcissa , Blaise e Ginny rappresentavano la sua famiglia.
Amava Draco Malfoy, aspettava suo figlio e avrebbe rischiato tutto per salvarlo dalle grinfie di quel grande stronzo.

mercoledì 21 dicembre 2011

Sondaggio.

Aperto nuovo sondaggio.

Quale è il libro della saga di Harry Potter che avete amato di più?


fatevi sentire.... il sondaggio finirà il trenta.



Sondaggio

Il primo sondaggio è stato concluso.
Il Personaggio della saga di Harry Potter che più amate è Hermione Granger.
la so tutto di Hogwarts ha conquistato tre preferenze...
alzi la mano chi l'ha votata...






Grazie a tutti quelli che hanno votato e sono passati di qui...presto un altro sondaggio...

martedì 20 dicembre 2011

Amici di Letto. 15-benvenuta in famiglia


15 Benvenuta in famiglia.
Hermione era agitata, si aggirava come un’anima in pena per il suo piccolo appartamento, si era già cambiata otto volte e ancora non era sicura di essere abbastanza elegante, discreta e chic per conoscere Narcissa, la madre di Draco.
-Calma, stai calma- disse osservandosi allo specchio dopo aver sentito il citofono suonare ma le sue mani tremavano un poco dall’ansia.
-scendo- disse sollevando la cornetta subito dopo aver fatto un respiro profondo.
Schiacciò il pulsante per richiamare l’ascensore e sì osservo nello specchio del grande ascensore, mentre questo dal suo decimo piano la portava fino all’ultimo dove Draco, Cassy e la loro madre Narcissa la stavano aspettando.
Alla fine aveva scelto un abito verde smeraldo che arrivava poco sopra il ginocchio, aveva una gonna svasata e una nessuna scollatura, l’unico accessorio che lo impreziosiva era un fiocco uguale al vestito che stava al lato del collo.
Uscì dall’ascensore con passo sicuro, nonostante i suoi tacchi altissimi e sorrise all’indirizzo del suo bel fidanzato che la stava aspettando.
-Vuoi fare colpo su di me Granger o su mia madre?-
Hermione ghignò soddisfatta.
-tutti e due- rispose stringendo la mano di Draco, posando poi sopra le sue labbra, un casto bacio.
-Io sono già bello che andato, Hermy, se continui così, non avrò più dignità- disse tra i denti facendola ridere.
-ma io amo quando perdi la tua dignità per farmi capire il tuo amore-
Disse strofinandosi per provocarlo.
-sapete vero che questo è un luogo pubblico- disse quella sfrontata di Cassy che li guardava schifata visto i baci per niente casti che i due si stavano scambiando.
Draco si ricompose lasciando la sua Hermy che si affrettò ad abbracciare sua cognata Cassy.
-dov’è la mamma- chiese il biondo.
-fuori- rispose la bionda.
-ok andiamo- disse infine aprendo la porta e facendo passare le due ragazze.
Hermione avanzò lentamente aveva un po’ paura ora di incontrare la madre di Draco e se non fosse piaciuta nemmeno a lei, e se le avesse intimato di lasciare suo figlio e se…
-so a cosa pensi. Non preoccuparti amore, le piacerai sicuro e se mai non fosse cosi, ce ne fregheremo, perché non rinuncerò mai a te-.
La riccia lo guardò negli occhi, non mentiva Draco avrebbe veramente rinunciato alla sua famiglia per starle accanto.
-Ti amo Dra-disse Hermione sussurrando piano affinché solo lui sentisse.
-anche io amore, anche io-
Hermione sollevò lo sguardo osservando ora la donna che davanti a se, la osservava curiosa. Era alta e magra, dai lineamenti dolci e bella, nonostante non fosse più giovanissima, Narcissa Black era bellissima. Capelli biondissimi, pelle diafana e occhi azzurri era uguale al ritratto che aveva visto nella villa.
-Hermione- disse la donna avanzando con passo elegante fasciata in un abito di seta che frusciava sul suo corpo
-sono felicissima di conoscerti finalmente, Fanny e Cassy non fanno altro che parlare di te.
La riccia sorrise.
-spero siano belle le cose che dicono sul mio conto-, la signora Narcissa rise.
-Oh sì, non potrebbero dire altro che belle cose, sulla donna che ha rapito il cuore del loro Draco-
Hermione, guardò il fidanzato che osservava serio le donne della sua vita, mancava solo Fanny a quel quadretto.
-andiamo –disse poi avvicinandosi a Hermione stringendole la mano con fare possessivo.
-ho prenotato in un ristorante Italiano- disse il biondo. –Luca, il proprietario è un mio ex compagno di università-.
-Cavolo da lettere antiche a ristoratore-. Disse Cassy sconvolta dalla cosa
-Ah, ah, ah, fa lo scrittore, ma il ristorante è una proprietà di famiglia-rispose Draco.
-No aspetta ha studiato lettere e poi ha scelto di fare il ristoratore-
-si-
-se ti sentisse tuo padre-
-Luca, scrive libri non lavora per un giornale. Se lavorasse come faccio, io non avrebbe tempo di occuparsi anche di robe burocratiche come vuole tuo padre-, disse Draco rivolgendosi a Cassy.
-fatto sta, che ora pretende che io rinunci alla scuola di moda- disse la ragazza mentre Narcissa abbassava lo sguardo.
-ti farebbe rinunciare ugualmente alla scuola Cissy, credo che lo sappia che sono io la direttrice-
-lei ha una scuola di moda?- Chiese Hermione che fino a quel momento era stata zitta.
-Si- disse Narcissa sorridendo verso la riccia –Ti piace la moda chiese?-
-Si a chi non piace la moda-, rispose la ragazza.
-A nostro padre- dissero insieme Draco e Cassiopea
-Al mio ex marito- disse Narcissa in contemporanea con i figli.
Dopo di che tutti si guardarono e risero.
-L’ho detto che quell’uomo non capisce niente della vita- disse infine Hermione, facendo sorridere Narcissa.
La donna la guardò abbozzando un sorriso,
-Immagino che Lucius non sia entrato nel tuo cuore Hermione-
-Decisamente no madre-rispose Draco per lei.
-Sapete non era così quando l’ho conosciuto. Anzi lo era, ma la colpa del suo carattere duro non è solo sua, sua madre e suo padre l’hanno cresciuto a precetti e regole, l’amore e le carezze erano un di più che nessuno gli ha mai fatto-.
Hermione ascoltava la donna parlare dell’uomo che aveva sposato, del padre dei suoi figli che tanto amava e capì che nonostante tutto, nonostante lui l’avesse privata dell’amore dei figli, del crescerli e vivere ogni momento con loro, amava il signor Malfoy.
Guardò il suo Draco e gli accarezzò il braccio, il suo amore per lui era fortissimo e avrebbe superato tutte le difficolta soprattutto quelle d’ideali, loro non sarebbero finiti come i suoi genitori. Loro non si sarebbero lasciati mai.


MANCA SOLO L'EPILOGO.