Ma le sento un po’ mie le paure che hai.
La stanza patronale, che Lily da
quel giorno avrebbe condiviso con Scorpius, era avvolta dalla luce calda del
sole.
Albus, suo fratello, la teneva tra
le braccia cercando di consolare il suo pianto straziante.
Si sentiva sbagliata e in colpa Lily,
per tutte le persone che avrebbero sofferto per le sue azioni: Rose, i suoi
genitori, i nonni, i suoi zii.
Aveva distrutto tutto per
soddisfare le sue pulsioni. Aveva pensato che poteva togliersi lo sfizio di una
notte di passione con Scorpius. Le notti però, si erano duplicate all’infinito
e non seppe più fermarsi. Certe sere evitava di guardarsi allo specchio per non
farsi altre promesse che puntualmente avrebbe
mancato la mattina dopo. Si era innamorata di un uomo che era di un’altra
donna. Era rimasta incinta e ora glielo portava via.
Era
una cattiva ragazza. Chissà che cosa avrebbe detto sua nonna Molly appena
avrebbe saputo. Nemmeno sua madre o suo padre avrebbe osato difenderla.
-
Lily ora calmati, respira – disse Albus mantenendo il suo
tono pacato.
-
Non ci riesco – rispose la ragazza non riuscendo a trattenere
i singhiozzi – mi sento sporca... –.
-
Basta Lily ormai il matrimonio è andato. Devi pensare a te,
ad Anthares, a Scorpius... - aggiunse.
-
Certo Albus, come no! Devo proprio pensare a lui ora- disse
con un tono di voce stridulo. - Non mi vuole, no gli frega un fico secco di me-
aggiunse tristemente. – sono qui solo perché vuole che suo figlio cresca al
Manor, com’è tradizione –.
-
Io per lui sono solo un soprammobile che si accompagna ad
Anthares. Me lo merito, lo sai? Merito questo trattamento. Questa è la
punizione per essermi intrufolata nella sua vita- disse Lily sollevando appena
il viso per guardare così suo fratello negli occhi.
-
Smettila Lily, tu non ti sei intrufolata. Lui ti ha fatto
entrare- disse Albus. Solo tu sei entrata – ribadì.
-
Certo, convinciti di questo. Almeno tu datti una spiegazione
delle mie idee strampalate – concluse la ragazza.
-
Mi sono fatta usare come una stupida. Mi sono innamorata di
lui, alla fine mi sono arresa. Avevo resistito sai- disse Lily ricordando gli
anni passati. - Non volevo dargliela vinta. Volevo dimostrargli che lui non era
l’unico uomo nel Mondo Magico, che non tutte gli cadevano ai piedi, io non
sarei caduta ai suoi piedi. Invece... -
-
Invece, siete due autentici testoni che non riescono a vedere
più in la del proprio naso. Sfuggite alla realtà, all’ovvio pur avendolo
davanti agli occhi –.
-
E cosa consiste per te la realtà Albus, cosa non riuscirei a
vedere? – domandò Lily.
-
Non riesci a vedere che anche lui ti vuole, ti ha sempre
voluto-.
-
Certo come no – rispose sbuffando la ragazza, staccandosi dal
fratello e alzandosi per chiudere le tende.
Il sole le dava i nervi
quella mattina, gli uccellini canticchiavano felici e lei non lo era.
Chissà quando lo
sarebbe stata di nuovo.
-
Dovreste parlare, sedervi a un tavolo e spiegarvi – disse
Albus, mostrando ancora una volta la sua natura saggia. Lily sorrise sarcastica
voltandosi ancora una volta verso il fratello che ancora stava seduto sul
letto.
-
Certo già me la immagino la scena in cui io e Scorpius Malfoy
parliamo.
-
Albus – lo richiamò - tu ci conosci bene, al massimo noi due
battibecchiamo o... – Lily lasciò la frase in sospeso.
“facciamo l’amore “
-
Avete fatto anche altro e quindi ora mi aspetto da te un
segno di maturità Lily – le disse il fratello.
-
Parla con lui. Cerca di fargli capire cosa provi –
-
Albus mi stai chiedendo di umiliarmi ?-
-
No ti sto solo spingendo a prendere in mano la tua vita.
Basta scappare, basta litigi, vivi Lily e fatti amare. Il resto lascialo alle
spalle –.
-
Lily guardò suo fratello alzarsi dal letto e venirgli
incontro. Albus posò un bacio sulla tempia della ragazza e senza aggiungere
altro uscì lasciandola sola con i suoi pensieri.
***
James camminò lungo il viale che dal piccolo cancello portava
all’ingresso della villetta color ocra. Andromeda aprì la porta d’ingresso
allarmata dall’allarme babbano.
Rimase immobile, con gli occhi sgranati nel trovarsi di
fronte i Potter, mancava solo Albus.
-
Harry , Ginny – disse ritrovando le parole dopo lo stupore
iniziale – a cosa debbo la vostra visita –
I coniugi Potter non parlarono, rimasero zitti osservando la
donna . Molteplici pensieri si concretizzarono nelle loro menti.
“ perché mi hai mentito Andromeda, perché non i hai detto che
nascondevi Lily” Pensò Harry Potter.
“ cosa hai in più di me, perché mia figlia ha scelto te e non
sua madre per confidarsi. Perché? “ si domandava Ginny.
-
Andromeda – la interruppe James, - evita questi falsi
convenevoli – disse con astio il giovane auror, irrigidendo con le sue parole
l’anziana strega.
-
Siamo qui per prendere il tuo camino per recarci da Lily al
manor dei Malfoy – finì James. Superando suo padre e sua madre che si erano
come piantati nel bel mezzo del piccolo sentiero.
Andromeda abbassò il
capo e si spostò di lato per far passare il giovane. Poco dopo, anche Harry Potter e sua moglie
Ginny la superarono, dopo averla guardata in faccia sdegnati.
Andromeda si richiuse il portone di casa alle
spalle , indicando la strada che portava
alla sala da pranzo, dove ai tre avrebbero poi preso la via del manor.
Nessuno parlava, tra
tutti era calato un imbarazzante silenzio.
-
Io non volevo –
-
Lascai perdere – replicò Harry intuendo l’intendo della
vecchia strega.
-
Non è importante – concluse l’auror.
-
Non lo sarà per te Harry lo aggredì sua moglie –
-
Vorrei sapere per quale motivo non mi hai informato del fatto
che mia figlia stava da te- credevo fosse morta. Nessuno riusciva a trovare un
indizio – urlò Ginny buttando fuori tutta la rabbia , la frustrazione
accumulata in quei mesi.
-
Ginny smettila- cercò di calmarla il capo auror.
-
No Harry ha ragione, avrei dovuto informarvi. Avrei dovuto
capire che momento tragico stavi vivendo Ginevra. So come ti sei sentita, lo so
perché io l’ho persa una figlia – disse sollevando lo sguardo verso la figlia
di Molly.
-
Ma avevo promesso a Lily che nessuno della sua famiglia
sarebbe stato informato della sua permanenza nella mia casa. Io ho promesso.
L‘ho protetta e coccolata, ho cercato di farle , da madre , da amica da
confidente. Sperando che non lasciasse questa casa. Lei non mi ha mai confessato nulla, ne perché
era scappata, lo scoprii con il tempo. Vedendo il suo corpo cambiare. Non mi ha
detto chi fosse il padre e non ,lo chiesi. Quando stette male, l’unica cosa che
disse prima di svenire fu di aiutarla ,ma di non chiamarvi.
-
Sbagliai ancora,
stetti alle sue regole e chiamai mia sorella.
-
Narcissa Black ?-
-
Si è lei che ha fatto nascere Anthares è una medimago, al
momento mi sembrava una bella idea. Ignoravo che Scorpius fosse-
-
Non nominare quel verme –urlò James, ghiacciando i presenti.
Andromeda
distolse lo sguardo dal giovane auror che livido in volto respirava a fatica
cercando di calmarsi.
-
Dovete ascoltarla,- aggiunse Andromeda – ti prego Ginny non
abbandonare tua figlia – aggiunse.
Ginny spalancò la
bocca, incredula.
“
Che idea si era fatta quella donna di lei, perché le chiedeva questo.”
“
Lily? Oddio, Lily aveva paura che non la volessero più, che si vergognassero, la emarginassero...”.
-
Sono una madre imperfetta – disse la Weasley – mia figlia non
si fida abbastanza di me da confessarmi il suo amore per un uomo . ma non
l’avrei maia abbandonata. Mai Andromeda –
-
Non devi spiegarlo a me cara – disse la vecchia strega. – Va
da lei, parlale, dille che la ami. Ha bisogno di te, ha sempre avuto bisogno di
te – disse abbracciando la signora Potter.
Ginny capì, tra le
braccia della signora Tonks, il perché sua figlia fosse andata dalla donna.
Quella donna aveva
sofferto tanto nella sua vita: aveva perso la famiglia natia per stupide
credenze, suo marito e sua figlia per la guerra . Non le era rimasto nulla,
tranne un nipote che dopo essere cresciuto, si era fatto una vita altrove.
Nonostante questo, Andromeda era ancora piena d’amore.
-
Grazie Andromeda. Grazie per aver accudito la mia piccola
Lily – disse Ginny stretta nell’abbraccio della donna.
***
Albus era sceso nell’atrio
del grande Manor , i Malfoy sembrava si fossero volatilizzati.
Per caso incrociò
Astoria che scappo non appena il giovane
legismago si avvicinò.
-Non prendertela –
disse Draco notando lo sconforto nel viso del giovane Potter.
-Mia moglie preferisce
tua cugina Rose a Lily – Albus si girò di scatto verso la piccola porta che
portava al laboratorio, porta dalla quale Draco Malfoy gli stava parlando.
- Il resto della
famiglia – aggiunse piatto – è estasiato dalla nuova novella –
Albus assottigliò lo
sguardo cercando di scrutare nell’uomo il solito ghigno irrisorio, non lo
trovò.
-Unico inconveniente
sta nel fatto che questa non è per noi una bella pubblicità – disse mesto Draco.
- Le nozze annullate,
quella testona che si rifiuta di sposarlo, il piccolo che ancora non è
registrato all’anagrafe – aggiunse il capo del dipartimento di Pozioni.
-Che cosa vuole che
faccia ?- chiese Albus.
Draco ghignò, quello
era tra i figli maschi di Harry Potter, il più sveglio.
-
Convincila a sposare Scorpius e vai a parlare con lui. Dopo
che è sceso si è preso il bambino e non è più uscito dallo studio. Solo tu ci
sai trattare, a volte è peggio di mio padre e me mescolati insieme – disse
Draco prima di rientrare nella porta mezzo nascosta nell’atrio, che conduceva
al suo laboratorio privato.
Albus lo guardò
scomparire e infine, si incamminò nella stanza indicatagli da Draco Malfoy.
Bussò e non aspettando risposta, entrò
nel grande studio. Scorpius seduto sulla poltrona, teneva suo figlio tra le
braccia che giocava con le sue mani. Sorrise osservando la scena e non badò
agli occhi adamantini del suo migliore amico puntati su di lui.
- Che vuoi? - chiese
scontroso Scorpius.
- Dobbiamo parlare –
disse Albus cercando di rimanere pacato.
- Ora sono impegnato Potter-
replicò stizzito Scorpius, volgendo nuovamente il suo sguardo su suo figlio.
- Non essere stupido
Scorpius. Fa portare il piccolo a Lily, credo sia ora per lui di mangiare –
concluse Albus.
- Ora ti intendi anche
di neonati – replicò stizzito il pozionista.
-
No -. Rispose Albus , - ma non ci vuole poi molto a capire
che ha fame. Basta guardare in che modo succhia il tuo dito, sperando che da un
momento all’altro coli un poco di latte –
Scorpius sgranò gli
occhi alzandosi di scatto.
“Cavolo! Suo figlio
aveva fame e lui non c’aveva nemmeno pensato, pensando stesse giocando. “
-
Nonna – urlò e come attendesse dietro la porta – Narcissa
Black fece il suo regale ingresso.
-
Credo che Anthares abbia fame – disse Scorpius . La donna gli
lanciò uno sguardo di rimprovero e prese il bambino.
-
Ora ti porto dalla mamma - lo rassicurò Narcissa, sorridendo al pronipote
e scomparendo in un attimo dalla stanza.
-
Scorpius- lo richiamò Albus subito dopo che lady Narcissa
uscì con suo nipote Anthares.
-
Che intendi fare?- chiese il legismago.
Scorpius sbuffò dirigendosi nel mobile bar versandosi un
bicchiere di buon vino elfico.
-
Te l’ offrire – disse Scorpius- se ci trovassimo in un’altra
situazione . Ma so per certo, che non hai alcuna voglia di festeggiarmi perché
sono diventato padre – finì Scorpius.
Albus
ci rimase malissimo per le parole del suo migliore amico. lui credeva che non
era felice per lui, che non sapeva che amava sua sorella. Era convinto che come
lei, anche lui non vedesse un futuro tra loro o peggio ancora che l’unica cosa
che li legava era Anthares.
Il
legismago strinse le mascelle non appena si rese conto di ciò che il suo amico
aveva insinuato, fece alcuni passi raggiungendolo alle spalle. Lo scansò con
rabbia e anche lui prese un bicchiere versandosi una cospicua dose di vino
elfico.
-
Brindo a te – disse ancora visibilmente irritato – che oggi
sei diventato padre, auspicando che un giorno, spero vicino, riesca a parlare e
chiedere il parere di chi ti sta attorno, invece che continuare a fare
supposizioni spagliate – concluse Albus buttando giù l’intero contenuto del
bicchiere. La gola bruciò infiammando il volto del legismago.
Scorpius
lo guardò stranito, bere tutto in un sorso il vino. Attese
l’imprecazione dell’amico che arrivò immediata.
-
Dannazione Malfoy! Che diammine è questo intruglio, sembra
fatto da troll – disse Albus sputacchiando perdendo così il suo proverbiale
salvoir faire .
Scorpius
rise.
-
Come al solito Potter non capisci nulla – replicò.
I due si guardarono
negli occhi prima di ridere come due pazzi, Albus gli diede due vigorose pacche
sulla spalla e Scorpius continuò a sorridere.
In un giorno la sua
vita era cambiata.
-
Scorpius -disse Albus
tornado finalmente serio.
-
Dille cosa provi per lei o la perderai-
-
L’ho già persa – rispose mesto – se non fosse stato per il
libro delle nascite, non l’avrei mai trovata, non avrei mai saputo di Anthares.
Lei Albus non mi vuole, ancora non riesco a capire come ho fatto a non
stancarsi di me in questo anno – aggiunse mestamente il giovane pozionista.
Albus scosse il capo.
- Già chiediti come ha
fatto a non stancarsi di te e poi aggiungi perché non ti sei stancato di lei. La
risposta alla seconda domanda è uguale alla prima- concluse Albus.
- Vorrei crederti. Non
sai quanto vorrei crederti amico mio – disse Scorpius.
Albus alzò gli occhi al
cielo. Quei due erano più testardi di un troll di montagna.