mercoledì 20 giugno 2012

Sono Solo Parole 10 cap.




Ma le sento un po’ mie le paure che hai.
La stanza patronale, che Lily da quel giorno avrebbe condiviso con Scorpius, era avvolta dalla luce calda del sole.
Albus, suo fratello, la teneva tra le braccia cercando di consolare il suo pianto straziante.
Si sentiva sbagliata e in colpa Lily, per tutte le persone che avrebbero sofferto per le sue azioni: Rose, i suoi genitori, i nonni, i suoi zii.
Aveva distrutto tutto per soddisfare le sue pulsioni. Aveva pensato che poteva togliersi lo sfizio di una notte di passione con Scorpius. Le notti però, si erano duplicate all’infinito e non seppe più fermarsi. Certe sere evitava di guardarsi allo specchio per non farsi altre promesse che puntualmente avrebbe mancato la mattina dopo. Si era innamorata di un uomo che era di un’altra donna. Era rimasta incinta e ora glielo portava via.
Era una cattiva ragazza. Chissà che cosa avrebbe detto sua nonna Molly appena avrebbe saputo. Nemmeno sua madre o suo padre avrebbe osato difenderla.
-         Lily ora calmati, respira – disse Albus mantenendo il suo tono pacato.
-         Non ci riesco – rispose la ragazza non riuscendo a trattenere i singhiozzi – mi sento sporca... –.
-         Basta Lily ormai il matrimonio è andato. Devi pensare a te, ad Anthares, a Scorpius... - aggiunse.
-         Certo Albus, come no! Devo proprio pensare a lui ora- disse con un tono di voce stridulo. - Non mi vuole, no gli frega un fico secco di me- aggiunse tristemente. – sono qui solo perché vuole che suo figlio cresca al Manor, com’è tradizione –.
-         Io per lui sono solo un soprammobile che si accompagna ad Anthares. Me lo merito, lo sai? Merito questo trattamento. Questa è la punizione per essermi intrufolata nella sua vita- disse Lily sollevando appena il viso per guardare così suo fratello negli occhi.
-         Smettila Lily, tu non ti sei intrufolata. Lui ti ha fatto entrare- disse Albus. Solo tu sei entrata – ribadì.
-         Certo, convinciti di questo. Almeno tu datti una spiegazione delle mie idee strampalate – concluse la ragazza.
-         Mi sono fatta usare come una stupida. Mi sono innamorata di lui, alla fine mi sono arresa. Avevo resistito sai- disse Lily ricordando gli anni passati. - Non volevo dargliela vinta. Volevo dimostrargli che lui non era l’unico uomo nel Mondo Magico, che non tutte gli cadevano ai piedi, io non sarei caduta ai suoi piedi. Invece... -
-         Invece, siete due autentici testoni che non riescono a vedere più in la del proprio naso. Sfuggite alla realtà, all’ovvio pur avendolo davanti agli occhi –.
-         E cosa consiste per te la realtà Albus, cosa non riuscirei a vedere? – domandò Lily.
-         Non riesci a vedere che anche lui ti vuole, ti ha sempre voluto-.
-         Certo come no – rispose sbuffando la ragazza, staccandosi dal fratello e alzandosi per chiudere le tende.
Il sole le dava i nervi quella mattina, gli uccellini canticchiavano felici e lei non lo era.
Chissà quando lo sarebbe stata di nuovo.
-         Dovreste parlare, sedervi a un tavolo e spiegarvi – disse Albus, mostrando ancora una volta la sua natura saggia. Lily sorrise sarcastica voltandosi ancora una volta verso il fratello che ancora stava seduto sul letto.
-         Certo già me la immagino la scena in cui io e Scorpius Malfoy parliamo.
-         Albus – lo richiamò - tu ci conosci bene, al massimo noi due battibecchiamo o... – Lily lasciò la frase in sospeso.
“facciamo l’amore “
-         Avete fatto anche altro e quindi ora mi aspetto da te un segno di maturità Lily – le disse il fratello.
-         Parla con lui. Cerca di fargli capire cosa provi –
-         Albus mi stai chiedendo di umiliarmi ?-
-         No ti sto solo spingendo a prendere in mano la tua vita. Basta scappare, basta litigi, vivi Lily e fatti amare. Il resto lascialo alle spalle –.
-         Lily guardò suo fratello alzarsi dal letto e venirgli incontro. Albus posò un bacio sulla tempia della ragazza e senza aggiungere altro uscì lasciandola sola con i suoi pensieri.

***

James camminò lungo il viale che dal piccolo cancello portava all’ingresso della villetta color ocra. Andromeda aprì la porta d’ingresso allarmata dall’allarme babbano.
Rimase immobile, con gli occhi sgranati nel trovarsi di fronte i Potter, mancava solo Albus.
-         Harry , Ginny – disse ritrovando le parole dopo lo stupore iniziale – a cosa debbo la vostra visita –
I coniugi Potter non parlarono, rimasero zitti osservando la donna . Molteplici pensieri si concretizzarono nelle loro menti.
“ perché mi hai mentito Andromeda, perché non i hai detto che nascondevi Lily” Pensò Harry Potter.
“ cosa hai in più di me, perché mia figlia ha scelto te e non sua madre per confidarsi. Perché? “ si domandava Ginny.
-         Andromeda – la interruppe James, - evita questi falsi convenevoli – disse con astio il giovane auror, irrigidendo con le sue parole l’anziana strega.
-         Siamo qui per prendere il tuo camino per recarci da Lily al manor dei Malfoy – finì James. Superando suo padre e sua madre che si erano come piantati nel bel mezzo del piccolo sentiero.
Andromeda abbassò il capo e si spostò di lato per far passare il giovane.  Poco dopo, anche Harry Potter e sua moglie Ginny la superarono, dopo averla guardata in faccia sdegnati.
 Andromeda si richiuse il portone di casa alle spalle , indicando la strada  che portava alla sala da pranzo, dove ai tre avrebbero poi preso la via del manor.
Nessuno parlava, tra tutti era calato un imbarazzante silenzio.
-         Io non volevo –
-         Lascai perdere – replicò Harry intuendo l’intendo della vecchia strega.
-         Non è importante – concluse l’auror.
-         Non lo sarà per te Harry lo aggredì sua moglie –
-         Vorrei sapere per quale motivo non mi hai informato del fatto che mia figlia stava da te- credevo fosse morta. Nessuno riusciva a trovare un indizio – urlò Ginny buttando fuori tutta la rabbia , la frustrazione accumulata in quei mesi.
-         Ginny smettila- cercò di calmarla il capo auror.
-         No Harry ha ragione, avrei dovuto informarvi. Avrei dovuto capire che momento tragico stavi vivendo Ginevra. So come ti sei sentita, lo so perché io l’ho persa una figlia – disse sollevando lo sguardo verso la figlia di Molly.
-         Ma avevo promesso a Lily che nessuno della sua famiglia sarebbe stato informato della sua permanenza nella mia casa. Io ho promesso. L‘ho protetta e coccolata, ho cercato di farle , da madre , da amica da confidente. Sperando che non lasciasse questa casa.  Lei non mi ha mai confessato nulla, ne perché era scappata, lo scoprii con il tempo. Vedendo il suo corpo cambiare. Non mi ha detto chi fosse il padre e non ,lo chiesi. Quando stette male, l’unica cosa che disse prima di svenire fu di aiutarla ,ma di non chiamarvi.
-          Sbagliai ancora, stetti alle sue regole e chiamai mia sorella.
-         Narcissa Black ?-
-         Si è lei che ha fatto nascere Anthares è una medimago, al momento mi sembrava una bella idea. Ignoravo che Scorpius fosse-
-         Non nominare quel verme –urlò James, ghiacciando i presenti.
Andromeda distolse lo sguardo dal giovane auror che livido in volto respirava a fatica cercando di calmarsi.
-         Dovete ascoltarla,- aggiunse Andromeda – ti prego Ginny non abbandonare tua figlia – aggiunse.
Ginny spalancò la bocca, incredula.
“ Che idea si era fatta quella donna di lei, perché le chiedeva questo.”
“ Lily? Oddio, Lily aveva paura che non la volessero più,  che si vergognassero, la emarginassero...”.
-         Sono una madre imperfetta – disse la Weasley – mia figlia non si fida abbastanza di me da confessarmi il suo amore per un uomo . ma non l’avrei maia abbandonata. Mai Andromeda –
-         Non devi spiegarlo a me cara – disse la vecchia strega. – Va da lei, parlale, dille che la ami. Ha bisogno di te, ha sempre avuto bisogno di te – disse abbracciando la signora Potter.
Ginny capì, tra le braccia della signora Tonks, il perché sua figlia fosse andata dalla donna.
Quella donna aveva sofferto tanto nella sua vita: aveva perso la famiglia natia per stupide credenze, suo marito e sua figlia per la guerra . Non le era rimasto nulla, tranne un nipote che dopo essere cresciuto, si era fatto una vita altrove. Nonostante questo, Andromeda era ancora piena d’amore.
-         Grazie Andromeda. Grazie per aver accudito la mia piccola Lily – disse Ginny stretta nell’abbraccio della donna.
***

Albus era sceso nell’atrio del grande Manor , i Malfoy sembrava si fossero volatilizzati.
Per caso incrociò Astoria che  scappo non appena il giovane legismago si avvicinò.
-Non prendertela – disse Draco notando lo sconforto nel viso del giovane Potter.
-Mia moglie preferisce tua cugina Rose a Lily – Albus si girò di scatto verso la piccola porta che portava al laboratorio, porta dalla quale Draco Malfoy gli stava parlando.
- Il resto della famiglia – aggiunse piatto – è estasiato dalla nuova novella –
Albus assottigliò lo sguardo cercando di scrutare nell’uomo il solito ghigno irrisorio, non lo trovò.
-Unico inconveniente sta nel fatto che questa non è per noi una bella pubblicità – disse mesto Draco.
- Le nozze annullate, quella testona che si rifiuta di sposarlo, il piccolo che ancora non è registrato all’anagrafe – aggiunse il capo del dipartimento di Pozioni.
-Che cosa vuole che faccia ?- chiese Albus.
Draco ghignò, quello era tra i figli maschi di Harry Potter, il più sveglio.
-         Convincila a sposare Scorpius e vai a parlare con lui. Dopo che è sceso si è preso il bambino e non è più uscito dallo studio. Solo tu ci sai trattare, a volte è peggio di mio padre e me mescolati insieme – disse Draco prima di rientrare nella porta mezzo nascosta nell’atrio, che conduceva al suo laboratorio privato.
Albus lo guardò scomparire e infine, si incamminò nella stanza indicatagli da Draco Malfoy. Bussò  e non aspettando risposta, entrò nel grande studio. Scorpius seduto sulla poltrona, teneva suo figlio tra le braccia che giocava con le sue mani. Sorrise osservando la scena e non badò agli occhi adamantini del suo migliore amico puntati su di lui.
- Che vuoi? - chiese scontroso Scorpius.
- Dobbiamo parlare – disse Albus cercando di rimanere pacato.
- Ora sono impegnato Potter- replicò stizzito Scorpius, volgendo nuovamente il suo sguardo su suo figlio.
- Non essere stupido Scorpius. Fa portare il piccolo a Lily, credo sia ora per lui di mangiare – concluse Albus.
- Ora ti intendi anche di neonati – replicò stizzito il pozionista.
-         No -. Rispose Albus , - ma non ci vuole poi molto a capire che ha fame. Basta guardare in che modo succhia il tuo dito, sperando che da un momento all’altro coli un poco di latte –
Scorpius sgranò gli occhi alzandosi di scatto.
“Cavolo! Suo figlio aveva fame e lui non c’aveva nemmeno pensato, pensando stesse giocando. “
-         Nonna – urlò e come attendesse dietro la porta – Narcissa Black fece il suo regale ingresso.
-         Credo che Anthares abbia fame – disse Scorpius . La donna gli lanciò uno sguardo di rimprovero e prese il bambino.
-         Ora ti porto dalla mamma -  lo rassicurò Narcissa, sorridendo al pronipote e scomparendo in un attimo dalla stanza.
-         Scorpius- lo richiamò Albus subito dopo che lady Narcissa uscì con suo nipote Anthares.
-         Che intendi fare?- chiese il legismago.
Scorpius sbuffò dirigendosi nel mobile bar versandosi un bicchiere di buon vino elfico.
-         Te l’ offrire – disse Scorpius- se ci trovassimo in un’altra situazione . Ma so per certo, che non hai alcuna voglia di festeggiarmi perché sono diventato padre – finì Scorpius.
Albus ci rimase malissimo per le parole del suo migliore amico. lui credeva che non era felice per lui, che non sapeva che amava sua sorella. Era convinto che come lei, anche lui non vedesse un futuro tra loro o peggio ancora che l’unica cosa che li legava era Anthares.
Il legismago strinse le mascelle non appena si rese conto di ciò che il suo amico aveva insinuato, fece alcuni passi raggiungendolo alle spalle. Lo scansò con rabbia e anche lui prese un bicchiere versandosi una cospicua dose di vino elfico.
-         Brindo a te – disse ancora visibilmente irritato – che oggi sei diventato padre, auspicando che un giorno, spero vicino, riesca a parlare e chiedere il parere di chi ti sta attorno, invece che continuare a fare supposizioni spagliate – concluse Albus buttando giù l’intero contenuto del bicchiere. La gola bruciò infiammando il volto del legismago.
Scorpius lo guardò stranito, bere tutto in un sorso il vino.  Attese  l’imprecazione dell’amico che arrivò immediata.
-         Dannazione Malfoy! Che diammine è questo intruglio, sembra fatto da troll – disse Albus sputacchiando perdendo così il suo proverbiale salvoir faire .
Scorpius rise.
-         Come al solito Potter non capisci nulla – replicò.
I due si guardarono negli occhi prima di ridere come due pazzi, Albus gli diede due vigorose pacche sulla spalla e Scorpius continuò a sorridere.
In un giorno la sua vita era cambiata.
-         Scorpius -disse Albus  tornado finalmente serio.
-         Dille cosa provi per lei o la perderai-
-         L’ho già persa – rispose mesto – se non fosse stato per il libro delle nascite, non l’avrei mai trovata, non avrei mai saputo di Anthares. Lei Albus non mi vuole, ancora non riesco a capire come ho fatto a non stancarsi di me in questo anno – aggiunse mestamente il giovane pozionista.
Albus scosse il capo.
- Già chiediti come ha fatto a non stancarsi di te e poi aggiungi perché non ti sei stancato di lei. La risposta alla seconda domanda è uguale alla prima- concluse Albus.
- Vorrei crederti. Non sai quanto vorrei crederti amico mio – disse Scorpius.
Albus alzò gli occhi al cielo. Quei due erano più testardi di un troll di montagna.




martedì 19 giugno 2012

Giorno per giorno - Prologo.


-Giorno per giorno-
(Prologo.)


Rose era seduta comodamente sopra un letto di foglie secche davanti al Lago Nero, nessuno la poteva vedere da quella posizione e si beò per questo.
Nessuno scocciatore, nemmeno i suoi migliori amici.
Soprattutto uno, che per lei era diventato come un  fratello, ma che in realtà le faceva vibrare il cuore.
Nemmeno Alice Paciock, la sua compagna di stanza che sembrava leggerle dentro con un semplice sguardo poteva aiutarla in quel momento. Non voleva dare voce a quei pensieri che l’avevano colta un attimo prima.
“Maledizione!”
Chiuse con foga il grosso tomo che aveva in grembo e raccolse la prima pietra che vide sul prato, lanciandola nell’acqua scura davanti a sé con forza per allentare la tensione.
“Devo smetterla! Devo assolutamente smetterla.”
Socchiuse gli occhi e si appoggiò con la schiena al tronco del grande, inalò l’aria fredda sperando che questo suo gesto le schiarisse le idee. Tutto, però, era inutile da ben un anno non riusciva più a ragionare lucidamente.
Quando sua cugina Lily aveva tradito e poi lasciato Scorpius, il suo miglior amico, il suo fratellastro:la sua vita era cambiata.
Scorpius era cambiato o forse erano solo paturnie di sua invenzione finalizzate a giustificare quello che sentiva.
Il tempo che passavano insieme era aumentato semplicemente e loro avevano cominciato a parlare di più, a crescere insieme.
In effetti c’erano stati molti mutamenti: Lily era stata spedita dai suoi genitori in una scuola italiana. Luck Zabini, il ragazzo che per anni le aveva fatto battere il cuore si stava per sposare con sua cugina Victoria. I suoi genitori si erano separati e ora sua madre aspettava un figlio da Draco Malfoy.
Lei era stata spettatrice di tutti quegli eventi, non aveva nemmeno provato a contrastarli anche perché non le dispiacevano. La sua mente era pratica e sapeva che la cotta per Zabini era solo un’infatuazione. I cambiamenti non la spaventavano anzi la incuriosivano,e affrontarli insieme a Scorpius come quando erano piccoli le dava una carica in più.
Ogni occasione era buona per fare una passeggiata, per studiare, per ridere e scherzare. La spensieratezza che li vedeva giocare non era sparita, anzi era stata arricchita da nuove sensazioni, sconosciute a entrambi, l’unico dettaglio che era andato a sparire era il dormire nella stessa stanza del grande Manor.
Il loro settimo anno stava iniziando e presto sarebbero entrati nel mondo vero.
Butto fuori l’aria portandosi il libro al petto.
“Tutto era mutato”.
Lei era cambiata. Tante volte avrebbe voluto fermare il tempo per non fare i conti con le “cose da grandi” perché si sconfitta. Socchiuse gli occhi e pensò alle sue iridi grigie talmente magnetiche da far tremare le gambe, a quei capelli dorati che scompigliati dal vento sembravano tante piccole farfalle, come quelle che lei sentiva nello stomaco, a quel corpo maturato con il tempo che le faceva trattenere il fiato.
 “Stupida!”
Si era innamorata dell’unico ragazzo che non avrebbe mai potuto avere. Ammetterlo anche solo con sé stessa era atroce perché subito dopo arrivava il secondo pensiero ovvero che per lui era solo una sorellina, e non una ragazza.
In un film che le piaceva particolarmente il protagonista, in una scena particolarmente toccante, diceva alla donna che amava: “Sorella, amica, amante”, ma era solo una storia, la realtà era ben diversa.

Che tu sia dannato ... Weasley cap 13


-Aprire gli occhi davanti all’ovvio amore -


Narcissa prese sotto braccio Hermione e si avviò, con passo elegante fino al grande roseto che sorgeva vicino alla fontana zampillante che ornava il centro del parco.
La primavera aveva investito il Manor: le farfalle variopinte svolazzavano allegre, i fiori dai colori vividi profumavano l’aria e il sole caldo baciava le due donne, riscaldandole, anche le vecchie pietre grigie della costruzione sembravano meno tetre alla luce della stella.
Hermione rifletteva sui possibili mille motivi che avevano spinto la signora a tornare, era stato lo stesso Draco a parlarle dell'esilio volontario della madre. L’anziana strega, invece, sentiva il cuore e la mente litigare.
Erano anni che non metteva piede tra quelle mura e doveva ammettere che era cambiato dall’ultima volta.
Non vi era il Male a infestare l’aria, sui pavimenti di marmo bianco non scorreva più il sangue di poveri innocenti, non c'erano più pianti, urla e sospetti e soprattutto l'ospite peggiore. La sua casa, il solo posto dove era la padrona indiscussa, il posto in cui era diventata moglie, amante e madre era tornata nelle mani dei Malfoy.
-         Si chiederà – ruppe il silenzio Narcissa mentre passeggiava lungo una stradina acciottolata nel giardino, -...Come mai dopo anni rimetto piede in questa casa? -
Hermione non disse nulla, in quel momento si sentiva sciocca, ma capì senza difficoltà, e apprezzò molto, lo sforzo che la donna faceva nel palarle.
- Lo faccio per lei signorina Hermione -
- Per me? - domandò stupita, girandosi di scatto verso la lady che ora guardava avanti a se, immersa nei suoi pensieri.
- Il signor Potter si è preoccupato moltissimo quando ha ricevuto la sua missiva. So che vuole andar via dal Manor a causa di mio figlio....- aggiunse guardando verso il gazebo di legno bianco  vicino al roseto.
- Posso chiederle cosa le ha fatto Draco?-
Hermione si sentì morire.
“ Mi ha baciata. ”
- Nulla - rispose invece scacciando il ricordo di quel bacio.
- Allora se non sono indiscreta, mi dice perché vuole andare via?- chiese ancora Narcissa Malfoy posando i suoi occhi azzurri sulla ragazza.
- Io mi sento d’impiccio – ammise Hermione. - Sono grata a Draco per quello che ha fatto per me, accogliermi in questa casa proteggermi da Ron....- disse trattenendo a stento le lacrime.
- Draco sono certa che non le ha mai detto che lei le da noia – la interruppe da donna. Non aveva mai amato fare la consulente sentimentale.
-.... Non posso rimanere in questa casa – disse quasi sussurrando.- Io mi sento... -
- Mio figlio le è stato accanto in tutti questi anni, e so che più di una volta si è rivolta a lui nel momento del bisogno.... Da quando l’ha assunta come segretaria, Draco è cambiato –.
Hermione sorrise amaramente prestando attenzione solo alle prime parole pronunciate.
- Visto! Anche lei ha notato che sono deleteria per suo figlio - aprì bocca prima di aver pensato a quello che stava dicendo.
- Draco è cambiato in meglio - continuò la lady contradicendola. - Da quando lei è entrata nella sua vita, l’ho visto sorridere per la prima volta – ammise la madre.
Hermione sentì le farfalle nello stomaco perché  voleva dire che aveva sbagliato tutto.
“Per Narcissa Malfoy suo figlio era cambiato in meglio grazie a lei.
Perché le diceva questo?
Perché si sentiva così felice, nonostante sapesse che quella era solo una bugia?”
- Nonostante soffrisse sapendo che lei era la donna di un altro uomo, lui si sentiva bene. Draco non esterna mai i suoi sentimenti, non parla mai di se. Suo padre lo ha trasformato in una statua priva di amore e dolore.
Ha subito torture e umiliazioni e se lo si guardava in volto non si capiva nemmeno quello che pensava, ma lei ha distrutto il ghiaccio che aveva nel cuore e lo ha portato alla vita per la prima volta.  –
“Non può essere....“ si ripeteva Hermione “....Devo aver capito male“
-         A Draco bastava vederla felice per stare bene.... –
Hermione sgranò gli occhi.
-         E' innamorato di lei, forse lo è sempre stato, perché aveva sempre una parola su di lei quando tornava e mi raccontava della scuola .- aggiunse Narcissa notando l’imbarazzo dell’ex Grifondoro.
-         So anche che lei non gli ha dato alcuna chance... Non si è mai voluta accorgere di nulla.  –
-         Io...-
-         Draco è orgoglioso e testardo- aggiunse – Ma è un ragazzo d’oro quando permette agli altri di avvicinarlo- gli occhi azzurri della signora scrutavano il volto della ragazza. Se suo marito l'avesse vista in quel momento come minimo sarebbe stato perplesso.
-         So di chiederle molto, ma non lasci questa casa. Lo faccia almeno per la ragione della sua sicurezza. Abbia cura di se stessa, perché non possiamo aiutarla se lei non vuole essere aiutata.-
Hermione si vergognò immensamente, Narcissa Malfoy sapeva ciò che Ron le aveva fatto anche se molto elegantemente non glielo aveva detto apertamente.
-         E un'altra ragione che non posso ignorare: mio figlio. Sarebbe uno straccio se sapesse che è per causa sua che non è più al sicuro - questo era un colpo basso ma doveva giocare tutte le carte che aveva in mano e non erano molte. Conosceva e aveva visto la testardaggine della ragazza.
“ Draco non era più al sicuro da quando lei era entrata nella sua vita”
-         Infine, la terza ragione egoisticamente sono io: vorrei morire sapendo che questa casa finalmente è abitata da gente giusta, e lei signorina Granger lo è.-
Hermione non riuscì a trattenere il sorriso.
Narcissa Malfoy voleva che lei restasse al Manor.
Narcissa Malfoy non la odiava e disprezzava.
Narcissa Malfoy le aveva detto che Draco era...
“Assurdo, Draco non può provare quel sentimento per me.”
-         Signorina Granger.... - disse ancora Narcissa, distogliendola dai suoi pensieri -...Dovrebbe informarsi sul significato dei doni che accetta!-
La ragazza era curiosa perché non capiva cosa volesse dire...
-         Ad esempio- continuò la lady - Quel pettinino che porta tra i capelli è stato il primo pegno d’amore che mio marito Lucius mi ha donato-
Hermione divenne rossa fino alla radice dei capelli.
-         Io non sapevo.... –
-         Non si preoccupi- disse Narcissa ridendo.
-         Sono felice che qualcuno lo usi ancora. Mi fa pensare che infondo, anche Lucius, ha fatto qualcosa di bello –

-         Madre!.... – disse Draco interrompendo così le chiacchiere delle due donne che si girarono di scatto non appena sentirono la voce.

-         Ah bene Draco- disse Narcissa avvicinandosi al figlio – la signorina Granger voleva parlarti – aggiunse superandoli entrambi.

-         Io vado a parlare con gli elfi, vorrei che stasera preparassero alcune cose che mi sono mancate in questi anni! – sapeva che era la scusa più sciocca che poteva trovare, ma andava bene così.
Hermione non osava guardare in quegli occhi color del ghiaccio, che la scombussolavano ogni volta che se li sentiva addosso.
Le rivelazioni che Narcissa le aveva fatto le frullavano ancora in testa, il cuore batteva come un pazzo, sarebbe stato troppo bello se fosse stato vero, e lei voleva crederci disperatamente, ma la ragione ebbe il sopravento.
-         Tua madre ha parlato con Harry – disse guardandosi la punta delle scarpe.
-         Tutti sono concordi nell’affermare che per me sia meglio rimanere....-
-         Nessuno ti ha mai cacciato- replicò Draco, forse con un tono di voce più tagliente di quello che voleva usare.
-         ....Ora però mi trovo a disagio – ammise – per quello che...-
-         Scusami- disse Draco – sapevo di sbagliare facendo quel gesto, ma sono umano e mi capita di sbagliare, e con te più del normale - ammise il legismago.
“Menti Draco. Menti o se ne andrà per sempre e non la vedrai mai più”
-         Dimenticalo... – disse ancora dopo aver preso un respiro che trattenne per non sentire il cuore che si spezzava.
Hermione si sentì morire.
“Stupida! Che cosa credevi che ti dicesse che ti ama? Che ti vuole?''
“Non sei nulla per lui. Nulla”
-         Non so se riuscirò a dimenticare – disse mangiandosi le parole e non riuscendo più a trattenere le lacrime.
Draco spalancò la bocca incredulo! Aveva fatto un'altra cazzata, solo che sta volta era pure riuscito a farla piangere!!
Fu un attimo, lei cercò di superarlo cercando di raggiungere il viale che portava al Manor. Sarebbe rimasta per non dimostrarsi ingrata e maleducata ma si sarebbe chiusa in camera.
Lui grazie ai riflessi pronti riuscì ad afferrarle il braccio. Strinse un poco osservando ogni movimento della donna.
Il capo chino nascondeva il suo viso, che era rigato dalle lacrime. La sentiva scossa dai singhiozzi e non riuscì a far altro che stringerla al suo petto.
I brividi gli percorsero la schiena non appena sentì le sue mani stringergli il busto.
Lo stava abbracciando.
-         Ho paura.... – disse Draco. Era la prima volta che esprimeva quel sentimento a voce alta. 
-         Anch’io, non sai quanta.... – rispose Hermione, strofinando il suo viso sul petto del legismago.
-         Vorrei che rimanessi qui non perché sei costretta ma perché vuoi rimanere! –
Hermione respirò con la bocca cercando di incamerare più aria possibile. Stava accadendo tutto troppo velocemente e lei non era più abituata alle emozioni belle che la presenza di un uomo potevano dare.
-Io voglio rimanere! – rispose infine. - Ancora non so cosa provo... E' passato troppo tempo e ho subito troppo...-aggiunse vergognandosi.
- Non importa!– replicò Draco.- L’importante e che tu sia al sicuro, che non mi detesti come credevo fino a un minuto fa e che possiamo ancora contare l'uno sull'altra. –
- Come potrei? – disse Hermione che parlava più con il cuore che con il cervello.
Draco socchiuse gli occhi stringendola ancora un attimo.
- Per tutto il resto, saprò aspettare e se mai mi riterrai degno...-
- Draco!- lo riprese Hermione.
- Se mai mi riterrai degno, sarò l’uomo più felice della terra. -
Dopo aver detto quella frase, sciolse l’abbraccio sollevandole piano il viso con una mano.
-         Se non dovessi riuscirci spero di averti almeno conquistata come amica- aggiunse.
Era la dichiarazione più complicata e ricca di sottintesi che avesse mai ascoltato ma anche per questo l'aveva fatta emozionare.
- Tu sei già nel mio cuore...- disse Hermione guardandolo finalmente negli occhi e perdendosi in quelle irridi grigie.
- Sei una donna stupenda Hermione Granger- disse infine donandole un leggero bacio sulla tempia.
“Lotterò per conquistare il tuo cuore.''