10.Appianare le divergenze.
Si rigirò più vote nel letto quella notte Draco Malfoy, infastidito, esausto e contrariato: la giornata per lui era stata molto movimentata. Quella mattina era dovuto andare urgentemente a Hogwarts, la professoressa McGranitt l’aveva convocato d’urgenza a causa dell’ennesimo scontro che suo figlio Scorpius, aveva avuto con il suo nemico storico: James Potter.
La cosa che più preoccupava la vecchia strega era che i due erano compagni di casa, ma non riuscivano ad andare d’accordo. Draco aveva cercato di ammorbidire il figlio, ma oramai quando pronunciava la parola “Potter”, Scorpius innalzava un muro di gomma, invalicabile e per la prima volta vedeva l’odio nei suoi occhi.
Scorpius che non sapeva odiare, nemmeno sua madre che non lo amava come lui meritava per quel ragazzino provava il più brutto dei sentimenti.
Forse aveva fallito, il suo cognome aveva portato anche suo figlio a quella strana guerra, un Malfoy e un Potter non sarebbero mai diventati amici, ma questo non era per niente vero.
Proprio quella sera, scoprì che Scorpius aveva due amici che durante la rappresaglia con il maggiore dei Potter stavano dalla sua parte.
Questi erano addirittura :Albus Potter, il famoso Sev di cui suo figlio gli parlava spesso. Il ragazzo, capelli scuri, occhi verdi, fisico asciutto, era la fotocopia del padre Harry, inoltre, era amico, compagno di stanza e di banco del giovane rampollo Malfoy. Poi c’era Rose Weasley, la figlia della Granger che dalla faccia e il portamento era precisa alla madre, gli occhi brillanti, i capelli ricci, rossi e una parlantina niente male. Draco ne era rimasto scioccato, soprattutto quando i due ragazzi si erano avvicinati per chiedere notizie.
La cosa che sorprese di più Draco Malfoy, però fu la frase che la giovane Weasley disse:
“questa volta James ha esagerato, Luna ha detto che non gli parlerà mai più e sai quanto è testarda”.
Chi era Luna? Perché non era lì, se tanto teneva a Scorpius. Forse, interessava anche a Potter e litigavano per delle ragazze.
Scorpius era giovane per pensare alle ragazze, si disse rigirandosi nel letto sbuffando, anche se un ghigno gli comparve nel viso. In questo suo figlio gli somigliava, anche a lui piacevano le ragazze, fin dai primi anni e il suo cognome l’avevano aiutato in tante conquiste anche con ragazze più grandi.
L’unica cosa che non capiva era che, quando aveva chiesto delucidazioni a Scorpius su questa Luna, lui aveva fatto finta di non sentire e si era congedato lasciandolo solo nell’andito, proprio mentre arrivava lo sfregiato con il figlio.
Si erano solo guardati e aveva capito che Harry Potter, incolpava lui per quest’odio tra i loro figli e si senti ancora una volta un padre pessimo.
Suo figlio si era trincerato nel silenzio più assurdo, forse Potter parlava di più con suo figlio. Potter abitava in Inghilterra era sposato e la sua unione con la Weasley era stabile, invece, lui ora stava negli stati uniti e non era riuscito a portare avanti l’unione con la madre di suo figlio.
Era colpa sua se suo figlio aveva quei litigi con il giovane Potter.
Si girò ancora nel letto e infine si alzò a farsi una tisana come un vecchio, pensò Draco e lì davanti alla tazza fumante i suoi pensieri mutarono.
Vedeva due gambe toniche, un corpo sinuoso, una schiena scoperta, un gioco di vedo e non vedo grazie ad un abito succinto e sexy, notevolmente sexy.
Vedeva quelle labbra rosso fuoco, quel sorriso che dispensava a tutti e i suoi occhi profondi e grandi che facevano correre i brividi lungo la schiena e ricordò il litigio di poche ore prima e si maledì perché non aveva speranza, suo figlio non parlava con lui e la donna di cui si era invaghito lo detestava, lo detestava da sempre.
Sorseggiò la calda e rilassante bevanda cercando di scrollarsi quello strano torpore che attanagliava lo stomaco.
Forse avrebbe dovuto chiederle scusa per il modo poco educato con cui si era rivolto a lei, ma era certo, l’avrebbe schiantato e lui era troppo orgoglioso, avrebbe evitato di frequentarla e forse gli sarebbe passata.
Infondo gli era passata anche quando era a scuola, si disse, sapendo di mentire a se stesso.
La Granger gli era sempre piaciuta e ancora gli piaceva aveva solo relegato quella donna in un angolo del suo cuore, infondo affinché nessuno sapesse il suo segreto, nessuno tranne Blaise il suo migliore amico.
***
Aveva dormito tutta la notte e stranamente si alzò rilassata e felice di recarsi a lavoro, scelse accuratamente cosa indossare, osservò solo di sfuggita l’abito che la sera prima gli aveva fatto guadagnare molti consensi e complimenti e gli si spense il sorriso a pensare che l’unico complimento che avrebbe gradito non l’aveva sentito, lui si era volatilizzato non appena lei si era avvicinata.
Lui la evitava e da quel giorno lavorare insieme sarebbe stato tragico, forse doveva chiedere scusa, anche se era lui ad aver sbagliato.
L’orgoglio le imponeva di non abbassare la guardia, infondo era Draco Malfoy quello che la faceva stare così, lo stesso ragazzo senza cuore che per anni l’aveva trattata male. Lui non era nessuno per fare la morale a lei, lui, era solo un’affascinate e interessante uomo, uno che non l’avrebbe mai guardata.
Si mise una gonna a vita alta e una camicia azzurra abbinandola a delle scarpe dello stesso colore della camicia, si truccò leggermente e andò a lavoro.
Respirò profondamente prima di entrare in ufficio e quando lo vide il cuore prese a martellare, li passò accanto tenendo la schiena ben dritta e lo sguardo fiero.
-Buongiorno Malfoy- disse con voce sicura e lui si girò a guardarla stranito.
-giorno Granger- rispose a voce bassa ma abbastanza udibile dalla riccia su cui comparve un sorriso radioso che cercò di mascherare, non riuscendosi affatto, alla sua segretaria che fece finta di nulla salvandola da una pessima figura.
Entrò nel suo ufficio certamente felice e fu ancora più felice quando lui busso ed entro chiudendosi la porta alle spalle.
-dobbiamo parlare Granger- disse ma il suo tono non era rancoroso o irritato e Hermione non si vergognò affatto di sorridergli.
-prego accomodati- disse e lui accettò ben volentieri.
Si guardarono negli occhi leggermente imbarazzati e poi finalmente fu Hermione a prendere la parola, anticipando Draco e stupendolo per le parole .
-Piacere, mi chiamo Hermione Granger e sono una nuova collega- Draco la guardò stranito poi rise, una risata bella, calda, coinvolgente che coinvolse anche Hermione.
-piacere sono Draco Malfoy- rispose lui, - lieto di fare la sua conoscenza-
Finì il biondo.
Hermione gli strinse la mano e lui l’avvicino piano alla bocca sfiorandola, facendo un inusuale baciamano.
Quel gesto le fece correre dei brividi lungo la schiena ma cercò di non sembrare imbarazzata, stava iniziando una nuova collaborazione, doveva cercare di instaurare con Malfoy un rapporto d’amicizia.
Amicizia...
Doveva smettere di guardare quegli occhi, quella bocca, le sue mani erano calde, morbide...quell’uomo era troppo per lei.
Resistere , doveva resistere ed evitare di farsi male, perché con lui si sarebbe fatta male.
-ora che ci siamo conosciuti- disse ancora la donna cercando di riprendere in mano la situazione.
-dovremmo riprendere a lavorare dal punto in cui abbiamo smesso di collaborare- finì Hermione distogliendo lo sguardo da quegli occhi di Ghiaccio che la osservavano interessati e stupiti.
Draco mosse il capo e prese la cartelletta con tutti i fascicoli e Hermione fece lo stesso, iniziarono così la loro nuova collaborazione.
***
La mattinata al Ministero della magia Statunitense corse via veloce,
Draco e Hermione, consultarono e confrontarono i rispettivi lavori trovandosi d’accordo su più punti, cosa che riempì di soddisfazione la riccia e appagò il biondo che di quel lavoro aveva steso le basi e ora riceveva i complimenti della dotta collega.
-pensi che agendo in questo modo, potremmo prenderlo?- chiese Hermione dopo aver bevuto il suo terzo caffè. Draco la guardò con un ghigno sul viso convinto delle sue teorie, mentre la donna con un movimento del tutto disinvolto portava la testa all’indietro massaggiandosi le tempie.
Era sensuale senza rendersene conto.
Malfoy la guardò rapito osservando l’incavo del seno che spuntava dalla camicia, i ricci che ricadevano scomposti all’indietro le lunghe dita bianche e il viso della che veniva illuminato dal sole pomeridiano.
Non vi erano altre parole per descrivere quella donna tranne che bella.
La sua pelle brillava e un brivido strano gli corse lungo la schiena, la vide risollevarsi di colpo e guardarlo stranita.
-Malfoy? Secondo te...-chiese ancora Hermione preoccupata per non aver ricevuto risposta
-Si- si affrettò a risponde distogliendo gli occhi dal corpo della donna, posandoli ancora una volta sui fogli. Hermione lo guardò un attimo prima di rimettersi a lavoro e per tutta la sera parlarono soltanto dello scottante e intricato caso medio orientale.
Il sole era ormai scomparso dal cielo e la sera avanzava inesorabile, un piccolo tocco alla porta li distolse dalle loro carte.
-Cavolo! siete gli unici che ancora lavorano qui dentro-, disse Blaise Zabini avanzando verso la scrivania dove Draco e Hermione erano seduti.
-guardate che anche se fate gli straordinari, vi paghiamo sempre lo stesso tanto- aggiunse il moro facendo sorridere Hermione e ghignare Draco.
-se vi risolviamo la grana orientale voglio una statua- disse il biondo mentre Hermione lo guardò un attimo, perdendosi ancora nella figura del biondo che gli stava seduto difronte.
-io in piedi e Hermione seduta su una comoda poltrona- disse Draco illustrando la statua,- e tu, che ti prostri ai nostri piedi- aggiunse Malfoy facendo ridere di gusto la collega e sbuffare il suo miglior amico.
-al massimo farò il tuo nome , anzi, meglio quello di Hermione. Sai lei è più famosa- disse divertito il moro girando le spalle.
-Blaise- lo richiamò Draco, -che sei venuto a fare qui?- chiese il biondo irritato per l’inutile interruzione.
-ah niente, volevo invitarvi a prendere un aperitivo, ma siete troppo impegnati- concluse Zabini.
Draco si girò da Hermione che ricambiò lo sguardo, la stanchezza ormai li aveva travolti ed entrambi avevano bisogno di rilassarsi un poco.
-se non disturbo io verrei- disse la Granger e Draco chiuse di colpo il fascicolo.
-vengo anch’io- disse il biondo mentre osservava rapito la Granger alzarsi e girarsi per prendere il soprabito,. Le guardò i fianchi e la vita stretta e i morbidi capelli che le accarezzavano le spalle, distolse subito lo sguardo puntandolo sul suo amico che non si era perso nemmeno un attimo delle occhiate che Draco riservava alla Granger.
Dopo che Hermione si vestì, anche Draco si mise la giacca e chiuse egli stesso l’ufficio, lasciando passare prima la donna e affiancando Blaise.
-amico,- disse il moro – asciugati la bava- Draco, riservò a Blaise uno dei peggiori sguardi che era riuscito a fare in quasi quarantani di vita.
-tutto bene ?- chiese Hermione girandosi a guardare i due uomini che si erano attardati.
-Si tranquilla- rispose Zabini, -andiamo allo Zagari, Pansy, ci aspetta lì- concluse il vice ministro della magia e infine, i tre si smaterializzarono al locale, dove una raggiante Pansy Parkinson li aspettava a un tavolo già prenotato per quattro.
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