mercoledì 28 dicembre 2011

COME CENERENTOLA- Cap.27 lotterò per te II parte.


27. Lotterò per noi (II Parte)

Il ministro della magia avanzò verso l’auror con un’espressione truce in volto, mai Hermione aveva visto Kingsley Shacklebolt così scosso nemmeno quando lottavano contro il Signore Oscuro.
Harry Potter rimase fermo e dritto, guardando il grande mago dalla pelle d’ebano avanzare con due falcate davanti a lui.
-Potter- urlò il Ministro della magia – con quale diritto tieni un prigioniero in queste condizioni-.
Un silenzio irreale accompagnava le parole del ministro, al suo fianco molti altri auror assistevano alla scena, alcuni avevano bocca e occhi spalancati. Il ministro della magia contro Harry Potter, l’eroe magico, l’uomo cui per anni tutto fu concesso, l’uomo che li salvò dalla follia di Voldemort veniva ripreso davanti ai suoi uomini e ad un prigioniero. Un prigioniero importante, Draco Malfoy, il mangiamorte che era scampato alla galera per dei cavilli.
Per deposizioni fittizie secondo Potter perché innocente per Hermione.
-come hai osato infliggere dei cruciatus a un uomo senza bacchetta, giustificati- riprese il Ministro della magia.
 Hermione, osservò la scena un attimo soltanto e dopo pochi istanti s’inchinò da Draco per sincerarsi della sua situazione. Il respiro debole, il volto rigato dal sudore, gli occhi chiusi e le mani fredde, Draco, era debilitato. Aveva subito soprusi angherie, torture e da due ore non mangiava e beveva.
-Potter sto aspettando- riprese il ministro.
- Kingsley non mi sembra il luogo adatto in cui parlare- rispose Harry pallido e teso per la situazione.
Il ministro non doveva sapere quello che faceva ad Azkaban, aveva dato degli ordini precisi, qualcuno aveva parlato.
Qualcuno l’avrebbe pagata, pensò Harry.
Con disprezzo guardò Hermione che incurante degli animali morti e degli scarafaggi si era buttata a terra per sincerarsi delle condizioni di quel verme di un Malfoy.
La sua amica era diventata la puttana di Draco Malfoy il loro nemico giurato. L’aveva tradito, aveva tradito tutto quello per cui fin da piccoli avevano lottato. Malfoy rappresentava il male, fin dal primo giorno che si erano incontrati per loro, aveva dimostrato solo odio e disprezzo.
L’avrebbe pagata cara anche lei, tutti l’avrebbero pagata cara.
-Invece, Potter mi sembra il luogo adatto. Voglio sapere cosa ti dice il cervello. Come osi trasgredire le leggi magiche, come osi infliggere maledizioni senza perdono sotto la mia giurisdizione-.
-ministro parliamo di un uomo pericoloso- cercò di replicare Harry,
-Malfoy è un mangiamorte-concluse l’auror.
-Potter smettila. Sei accecato dall’odio, non ti rendi conto di quello che hai combinato, non ti rendi conto del tunnel che ti stai scavando con le tue stesse mani-.
Harry livido in volto osservava il ministro che in piedi senza riguardo lo trattava come il primo cretino sulla terra, strinse la bacchetta tra le dita. Respirò affondo assottigliando lo sguardo.
-farò ricredere anche lei, vi siete fatti soggiogare da questo uomo insulso, ma alla fine vedrete che sarò io ad aver ragione. Tutti  mi chiederete perdono-disse con rabbia.
Vaneggiava Harry e con stizza si incamminò oltre la porta della cella, i suoi uomini si spostarono per farlo passare.
Lui, non guardò nessuno solo vicino alla porta sferrò un calcio nella ciotola d’acciaio riversando quella poltiglia disgustosa sul freddo e sporco pavimento.
Il ministro osservò la scena e con un’occhiata fece cenno al resto delle guardie di allontanarsi, dopo poco in rigoroso silenzio uno a uno gli auror uscirono dalla cella lasciando solamente il Ministro, la sua guardia del corpo, Draco e Hermione.
-Malfoy- chiamò Kingsley – come si sente?-chiese l’uomo con la lunga veste color arancio che faceva risaltare la sua pelle scura,
Draco scosse il capo cercando di formulare qualcosa, sbiaccicando un impercettibile.
-bene- che fece accennare un sorriso al Ministro.
-Hermione, portalo a casa- la Granger sollevò di scatto il capo incredula per quello che le sue orecchie avevano sentito.
-è come nel mondo babbano, agli arresti domiciliari.- spiegò il ministro osservando i due paia di occhi che aveva puntati sopra.  Tutti erano increduli per quella concessione.
Potter avrebbe potuto agire durante la notte e si ormai non si fidava più di lui, era pericoloso ma non era da Kingsley agire senza processare una persona non poteva togliergli il lavoro senza prove, non poteva incriminare uno degli uomini più influenti del mondo magico perché non si fidava più di lui. Era un Ministro giusto Kingsley, farsi giustizia da solo senza giusto processo non era una sua prerogativa, tutti per lui avevano pari diritto.
-Hermione, mi fido della tua giurisdizione e buon senso-disse il Ministro rivolgendosi alla donna che cercava con difficoltà di sollevare Draco.
-non deve uscire dal Manor, fino al giorno del processo. Ci sarà un Auror fuori dal cancello e tutti quelli che verranno a trovarlo saranno perquisiti, - disse il Ministro -queste mi spiace-. Aggiunse.
- sono le sole regole che metto alla sua detenzione, concorderai con me che è pur sempre un trattamento di riguardo rispetto alle condizioni in cui sta ora- disse osservando il viso tumefatto del giovane avvocato.
Hermione annuì,
-Grazie Ministro-disse infine la ragazza.
-Non amo le persone che tiranneggiano gli altri, quando si trovano in una posizione di potere-. disse il Ministro, - Malfoy è stato arrestato e buttato qui, senza un regolare processo.
Fino a prova contraria- continuò Kingsley- è innocente.
Sarà il giudice a decidere se ha ragione Potter, a reputarlo un pericolo per il mondo magico o Draco a rifiutare questa nominia-.
Hermione con Draco tra le braccia vide il Ministro che dopo averli salutati con un cenno della mano scomparire in un istante. I due si guardarono increduli e si abbracciarono, finalmente soli.
-Hermione- disse la voce di una donna proveniente dalla borsetta.
-merda – disse la ragazza ricordandosi all’improvviso che per tutto quel tempo aveva lasciato il ritratto della signora Narcissa dentro la borsa.
-quella era la voce di mia madre- chiese incredulo Draco osservando la ragazza che frugava con tutte e due le mani dentro la piccola borsa.
Hermione non lo ascoltava, stava per infilare anche la testa dentro la borsa quando finalmente afferrò il grosso quadro e lo tirò su.
-scusi- si affrettò a dire la ragazza.
-si, si- disse la donna vagando con lo sguardo per tutta la stanza, arricciando il naso quando i suoi occhi azzurri incontravano qualcosa di disgustoso e in quella cella ve ne erano parecchie di cose disgustose.
-Madre- disse Draco portando gli occhi azzurri dell’anziana strega ora solo ritratto su di se.
-Draco, tesoro che ti ha fatto quell’insulso ragazzo- disse Narcissa Black in Malfoy portandosi le mani sulla bocca scandalizzata da ciò che vedeva.
-non preoccuparti madre sto bene-, disse Draco che ancora si reggeva a stento.
-non si preoccupi signora, ora lo porto a casa- disse Hermione di slancio, accorgendosi solo dopo che aveva chiamato casa la dimora dei Malfoy. Draco si strinse a lei, mentre Narcissa la osservava prima che la ragazza la rideponesse dentro la sua borsa.
Quella ragazza aveva carattere, era decisa e sapeva bene che avrebbe lottato con tutta se stessa affinché suo figlio fosse scarcerato e tutte le accuse infamanti cadute nel vuoto.
Narcissa sapeva che Draco aveva finalmente trovato la compagna della sua vita e che ora era pronto per crearsi una famiglia, infondo la Granger aspettava già il loro erede.

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