giovedì 29 dicembre 2011

COME CENERENTOLA- Cap.28


28 Ritorno al Manor.

Si strinse a Hermione con tutta la forza che aveva, era debole e per questo si vergognava ma non poteva far altro che farsi condurre quindi le prese la mano e si smaterializzarono congiuntamente al Manor. Ad attenderli fuori dal grande cancello in ferro battuto c’erano due auror, con la classica divisa verde acido, i due uomini che né lui, né Hermione avevano mai visto gli perquisirono.
Draco, fu privato della bacchetta che venne catalogata e riposta in una busta trasparente e successivamente gli venne posizionato nella gamba, un particolare bracciale che rivelava ogni spostamento e utilizzo di magia.
In pratica era sì nella sua casa, ma da quelle mura non poteva uscire, era prigioniero a casa sua. Un passo da gigante rispetto alla cella malsana , buia e ai soprusi di cui era stato vittima per mano di Potter, ma era pur sempre un prigioniero senza colpa alcuna.
A questo pensava Draco osservando con un velo di tristezza la sua donna che come una criminale veniva perquisita, Hermione non aveva colpa, era ingiusto che anche lei subisse quel trattamento. Era colpa sua solo colpa sua che l’aveva trascinata con lui nella melma che da anni ricopriva il suo cognome. Anche lei stava per essere macchiata dalle calunnie, dalle dicerie non poteva sopportarlo, non voleva vederla soffrire non poteva sopportare di vedere il suo viso triste, la sua fata doveva sorridere. La sua fata era fatta per illuminare e gioire non per soffrire al suo fianco.
Osservò con disgusto il bracciale che poco prima gli auror gli avevano sistemato sul braccio destro, e rabbrividì al pensiero che quell’aggeggio infernale rivelasse a Potter o a uno dei suoi scagnozzi i suoi momenti d’intimità con la sua donna. Avrebbe evitato di toccarla fino a che, quel bracciale, non fosse stato disattivato e distrutto. Si maledì per averla portata a vivere quella situazione, ma quella era l’unica soluzione non avrebbe mai e poi mai esposto la sua donna alle dicerie del mondo magico, anche se era questione di giorni sapeva bene Draco che da lì a poco tutti avrebbero saputo della loro relazione, tutti avrebbero dato alito alle bocche.
 Se non avessero perso la testa uno per l’altro, se non aspettassero un bambino, se non si fossero più rincontrati ora, sarebbe libera di vivere la sua vita senza far da balia a un carcerato, invece, Hermione proprio a causa sua era sottoposta a giuramento magico, che consisteva nel garantire, pena il carcere, di sorvegliare e custodire il detenuto, preservare la fuga e l’inquinamento di prove.
Dopo quel rito, Hermione condusse Draco fino all’interno della grande villa, dove una Tibly agitatissima gli accolse, ma all’interno del manor non vi era solamente l’Elfa dei Malfoy ma anche Blaise e Ginny che accolsero Draco.
-Amico – disse Blaise abbracciandolo e anche Ginny per la prima volta salutò calorosamente Draco stupendo sia se stessa sia il biondo che abbozzò a un sorriso.
-come stai, che cazzo ti hanno fatto- aggiunse il moro Zabini osservando il viso livido del biondo. La pelle un tempo chiara, quasi diafana di Draco era viola in molti punti: sugli occhi che oltre ad essere viola, erano anche molto gonfi, sullo zigomo, dove vi era anche un’escoriazione e sul labbro inferiore che era spaccato e da cui usciva un po’ di sangue ogni volta che il biondo parla o sorrideva.
-quel grandissimo coglione- disse Ginny non riuscendo a trattenersi
Blaise si girò scioccato nel sentire la sua piccolina parlare in quel modo e poi si rigirò di scatto
-è stato Potter- chiese sapendo già la risposta.
Draco non rispose di incamminò lentamente verso il divano in pelle e si adagiò con delicatezza attento a non fare movimenti bruschi che avrebbero prodotto altro dolore, aveva evitato di dire a Hermione che gli faceva male il costato per i ripetuti calci e anche la sua schiena non se la passava bene. Avrebbe dato di matto se avesse visto le frustate.
-certo che è stato lui- rispose Ginny osservando prima Blaise e poi Hermione.
-Non capisco, come possa godere di tutta questa libertà-, enunciò Blaise aiutando Hermione a togliere il quadro di Narcissa dalla borsa.
-è l’eroe magico- disse Hermione visibilmente spossata dalla lunga mattinata,
-Approfitta di questo per far prevalere le sue insane idee- aggiunse depositando il quadro alla parete.
-Non riuscirò mai a dimostrare la mia innocenza, nessuno testimonierà a mio favore. Lui è troppo potente, ha tutti dalla sua parte-.
-Draco-
-madre devo guardare in faccia la realtà, chi può dire che non ho mai partecipato ad alcuna missione, Voi?
-Certo io posso…-
-Voi siete mia madre, per la corte e il giudice potete mentire per non farmi incarcerare. Nessuno mi può aiutare-
-abbiamo diverse persone invece che testimonieranno a tuo favore Malfoy e alcune sono al di sopra di ogni sospetto, Potter nemmeno sospetta chi siano e contro di loro non alzerebbe nemmeno un dito stanne certo-
-Ha accettato?- chiese Hermione allargando le sue labbra in un sorriso.
-certo che l’ha fatto- rispose Ginny è bastato dire che Hermione Granger la sua studentessa preferita aveva bisogno del suo aiuto e di quello dell’ex preside e lei ligia come sempre non ha battuto ciglio. Oddio quando ha visto che Blaise mi teneva la mano ha fatto la faccia schifata-
-vecchia pipistrella- disse Blaise mugugnando tra se
-ma di chi state parlando?- chiese Draco e tutti in coro gli risposero
-Della McGranitt-
-è l’unica, insieme a Silente che sapeva che non avevi mai partecipato a una missione- disse Blaise, mentre Hermione annuiva.
- Severus- aggiunse Narcissa, -li teneva sempre informati su cosa facevi e cercava di proteggerti-
Draco guardò il ritratto di sua madre e poi si girò a guardare Blaise e Ginny.
-Grazie- disse – per tutto quello che fate per me-
Blaise non riuscì a dire niente stava lottando contro il suo orgoglio per non piangere e fu salvato come accadeva ormai da diverso tempo dalla sua compagna.
-Malfoy, se mi avessero detto che un giorno sarei stata qui a casa tua a dirti quello che sto per dirti non c’avrei mai creduto.
Draco la guardò inclinando appena il capo
-e cosa stai per dirmi Weasley?-
-che ti meriti tutto questa mobilitazione per salvarti dal carcere, perché nonostante tu voglia mostrati un duro, non lo sei e se Blaise e Hermione ti amano tanto ci deve essere un motivo. Devo a te se ora ho nuovamente Blaise al mio fianco… eh…-.
-Ho capito grazie Weasley sei stata chiara e ti ringrazio- disse Draco osservando Hermione che di sfuggita si asciugava una lacrima, la sua amica non era sicuramente una facile e per la prima volta aveva esposto quello che la legava a lui era per questo che la sua fata si era commossa.
-ora se riesco vado a farmi una doccia- disse Draco cercando di sollevarsi, non riuscendosi Blaise fu subito da lui per aiutarlo.
-no faccio da solo- cercò di ribattere ma sapeva che non riusciva nemmeno a muovere le gambe dal dolore che sentiva in tutto il corpo.
-non fare il cretino Draco, non è un problema per me-
-lo è per me Blaise- rispose piccato – scusa- disse subito dopo sapeva bene che lo voleva aiutare, ma detestava questa condizione, detestava anche vedere i loro sguardi compassionevoli su di se.
Si sentiva un relitto, si sentiva un perdente ecco come l’aveva ridotto Potter, un immagine sbiadita di quello che era sempre stato l’algido Draco Malfoy.
-ti accompagno alla tua stanza e poi tolgo il disturbo- disse ancora Blaise e questa volta Draco non osò ribadire osservando il viso severo di sua madre e quello preoccupato di Hermione.
Salirono con calma le scale e quando dopo interminabile sofferenza arrivarono alla stanza patronale Blaise lo lasciò alla finalmente solo, si incamminò con notevole difficoltà in direzione del bagno e finalmente guardò le condizioni deprecabili in cui era stato ridotto dallo sfregiato.
Rimase diversi minuti ad osservarsi, a disprezzare quello che vedeva a maledire chi l’aveva conciato in quel modo e non si accorse di Hermione, che ferma sulla porta osservava ogni suo minimo gesto.
Si lavò il viso tamponando con la salvietta in spugna evitando accuratamente di strofinare la parte gonfia e lacerata.
Avanzò verso il box doccia dopo essersi tolto il maglione di lana rimanendo con la sola maglia in cotone che gli fasciava il corpo e che a causa delle frustrate e del sudore era diventata un tutt’uno con la sua pelle. cercò di sfilarla ma quel gesto che un tempo faceva con naturalezza richiese molto sforzo e provocò tanto dolore.
-vuoi che ti aiuto?- non si era accorto di lei e senti i suoi passi farsi sempre più vicini, si bloccò aspettando che lo raggiungesse e quando sentì le sue mani calde su di se si dimenticò di tutto.
Con delicatezza e dolcezza mai provate prima sentì le sue dolci mani su di se che gli sfilavano piano la maglia, sentì il suo turbamento quando la maglia fu tolta e i suoi occhi marroni di posarono sugli sfregi della sua schiena, ma non indugiò oltre si incamminò senza dire mezza parola verso la doccia sganciò i pantaloni che caddero e gli slip ed entrò nel box. Aspettò un solo secondo prima di far scorrere l’acqua calda sul suo corpo. L’acqua lavava via lo sporco e il sangue, puliva la sua pelle lacerata ma non poteva niente su quello che provava.
-posso entrare- chiese Hermione, Draco non sapeva che risponderle aveva un dannato bisogno di averla lì con lui ma non voleva assolutamente che nessuno vedesse la sua donna nuda, non voleva dare spettacolo e con un gesto di diniego si oppose alla sua proposta.
Hermione era rimasta spiazzata dal suo no, era rimasta delusa così uscì dal bagno e si sedette sul bordo del letto ad attenderlo, ci volle molto tempo prima che Draco uscì dal bagno avvolto in un candido asciugamano.
-posso aiutarti a vestirti almeno?- chiese Hermione con un filo di voce.
Draco sospirò.
-credo di riuscirci da solo- rispose.
-vuoi almeno guardarmi-
-Hermione ti prego non rendere questa situazione ancora più difficile-
-io voglio solo rendermi utile- rispose la donna avvicinandosi a Draco e porgendogli i boxer puliti.
-mi sento un uomo inutile- ammise.
-ho bisogno di uno che mi sorregga per camminare, che la mia donna mi aiuti a svestirmi e vestirmi. Non sono nemmeno in grado di stringerti tra le braccia senza provare dolore e sto morendo dalla voglia di fare l’amore con te ma sono bloccato da questo aggeggio infernale-
Hermione abbassò lo sguardo osservando il bracciale
-che ti fa il bracciale?- chiese.
-niente di doloroso credo che osservi i miei spostamenti e che osservi cosa faccio e con chi lo faccio-
La Granger abbozzò un sorriso.
-vieni Draco- disse prendendogli la mano e conducendolo a letto
-e stai tranquillo, questo aggeggio infernale dice solo se sei o no dentro i confini prestabiliti- e sfilandogli con delicatezza l’asciugamano si accomodò tra le gambe del bel biondo.
-mi sei mancato sai- disse sussurrandogli sul viso.
-non guardarmi così- rispose lui, sono orribile.
-sei vanitoso, soprattutto ma ti dico una cosa Malfoy per me sei stupendo sempre- disse Hermione prima di baciare delicatamente le sue labbra cercando di non soffermarsi sulla parte gonfia.
Fecero l’amore lentamente e mai cosa fu più dolce e sentita, mai emozione fu più forte che quello scambio di dolci carezze. Dopo la ragazza cosparse il petto e la schiena del biondo di un unguento speciale che come magia cicatrizzò le escoriazioni che vennero bendate e alla fine si accoccolarono uno accanto all’altro.





2 commenti: