19.Chiarimenti e scontri a Diagon Alley.
L’aveva visto girare l’angolo e dirigersi a passo svelto verso la strada principale.
Accelerò il passo, se non si muoveva, avrebbe raggiunto il centro di Diagon Alley e trovarlo sarebbe stato un’impresa.
-Draco- urlò a tre passi da lui.
L’uomo si girò ormai alle strette e sbuffò.
-Che cosa vuoi?- gli rispose ma i suoi occhi erano privi di malvagità, astio, cerca solo di difendersi, per cosa non lo sapeva nemmeno Hermione.
-Sei sparito. Ti ho cercato per giorni. Nessuno mi ha detto nulla, né Blaise, né Pansy. Se non fosse stato per il Ministro Obama, non avrei saputo nulla di te-disse Hermione cercando di non sembrare offesa, cosa che invece si notò fin troppo .
-Ho avuto dei problemi personali-rispose Draco trattenendo a stento un sorriso, era felice di essergli mancato.
-Sono risolti?-chiese Guardandolo dritto negli occhi.
-Granger, cosa vuoi?- chiese lui, preoccupandosi del reale motivo per cui la donna si stava interessando a lui.
-Non si risponde a una domanda con un’altra domanda, Malfoy- rispose piccata la riccia.
-Comunque-, aggiunse il ministro, -ho lavorato in questi giorni e volevo mostrarti i passi fatti in tua assenza-.
Draco Malfoy la guardò perplesso.
-Cosa dici, domani potremo vederci da qualche parte? Dimmi tu dove, io ci sarò- concluse la donna, mordendosi le labbra rosse e carnose.
Draco, rimase fermo guardando le sue labbra, quelle labbra che lo sconvolgevano.
-Il manor ti va bene?- disse serio Hermione dilatò gli occhi appena sostenendo lo sguardo di Draco.
-Va bene- rispose, -come c’arrivo?- chiese seria.
-Metropolvere, avrai libero il passaggio-rispose.- Tranquilla non incontrerai nessuno che tu non voglia incontrare-le disse.
Lei sorrise, guardando l’espressione preoccupata di Draco.
-Non temo per la mia incolumità Malfoy, spero che mi difenderai dalle angherie di chicchessia, anche perché poi dovresti giustificare la mia dipartita con il Ministro della magia statunitense e non mi sembra una donna facile da ammorbidire con moine varie-concluse la Granger.
Draco rise, per la prima volta da quando era rientrato a Londra, cosa che soddisfò Hermione.
-Nessun problema, nessuno ci disturberà- replicò il biondo e questo fece rabbrividire Hermione mentre le sue gote piano piano si imporporavano. Draco lo notò ma non disse nulla, guardò di sfuggita l’orologio.
-Devo andare a recuperare mio figlio al negozio di scope da corsa, sperando che non si sia messo nei guai-disse l’uomo.
-E’ tipico dei Grifondoro cacciarsi nei guai- disse di rimando la Granger.
-Ti accompagno, dovrebbe esserci anche mio figlio e James Potter- Draco sentendo quel nome smise di sorridere.
-Quel ragazzino è odioso- disse senza vergogna, -sembra me alla sua età- ammise infine.
-Esagerato-lo canzonò lei, -nessuno può competere con il temibile Draco Malfoy-enunciò la Granger.
-Non sei simpatica- rimbottò il ministro.
-Peccato! volevo vincere il premio come strega spiritosa dell’anno-enunciò ridendo.
-Mi duole darti questa batosta alla tua autostima, ma non credo che ci sarà alcuna possibilità per lei dottoressa-rispose lui.
-Oddio, come farò- rispose divertita.
Oddio! come ho fatto a starti lontano, pensò Draco in quel momento guardando di sfuggita la donna che li camminava affianco.
-Ecco- disse l’uomo, -siamo quasi arrivati- aggiunse indicando con lo sguardo il negozio.
Hermione si bloccò di colpo osservando la piccola folla fuori dal negozio nella quale spuntavano due bambini dai capelli rossi e un biondo.
-Miseriaccia!- disse scattando in avanti insinuandosi nella folla assistendo così per la prima volta allo scontro tra la nuova generazione Potter-Weasley contro Malfoy.
La scena che si presentò non gli piacque, James irrideva il biondino più piccolo di lui di un anno, mentre sua figlia Rose e suo nipote Albus riuscivano a stento a tenere il biondo. Hugo, suo figlio affiancava il cugino James irridendo il ragazzo.
-Cosa succede?- disse intervenendo all’improvviso la donna. La folla si girò e con loro anche i ragazzi, a James e Hugo si spense il sorriso soprattutto quando videro che dietro Hermione arrivava anche Draco Malfoy.
-Scorpius- disse rigido il biondo e suo figlio sconfitto abbasso lo sguardo.
-Signor Malfoy, Scorpius non ha fatto nulla disse Rose prontamente. –Sono stati James e Hugo ad iniziare-
-Si, ammise un alto ragazzo che si trovava lì.
Io ho visto tutto, hanno iniziato a prenderlo in giro per il suo modo di volare- aggiunse un altro.
-Hugo- disse ancora Hermione. –sei in punizione e ora chiedi scusa a Scorpius- aggiunse.
Hugo sgranò gli occhi, sconvolto da quello che sua madre aveva appena detto.
-Mamma!- aggiunse poi preoccupato.
-Chiedi scusa-disse con tono inflessibile. Nessuno riusciva a piegare Hermione Granger e suo figlio lo sapeva bene, ma in quel momento
Hugo rimase zitto, sfidandola.
-HUGO WEASLEY-urlò la donna.
Il ragazzino abbassò lo sguardo, sconfitto.
-Scusa- disse sottovoce, mangiandosi quasi le parole.
-Su! Lo incitò Hermione,- vieni- disse ancora invitandolo sua madre e il ragazzo non ribatte a testa bassa arrivò vicino.
-James-
-Non chiedo scusa al figlio di un Mangiamorte- rispose il ragazzino.
Ginny, arrivò all’improvviso alle spalle dell’ amica e senza alcuna esitazione schiaffeggiò suo figlio.
-Da oggi, sei in punizione , mi vergogno di aver un figlio come te . Su andiamo-. Disse prendendo James per un braccio e spingendolo via.
-Malfoy,-aggiunse la signora Potter- mi scuso per questo... qui-disse sdegnata guardando il figlio maggiore.
Draco annuì, accettando le scuse della donna e poi si diresse da suo figlio.
Che venne abbracciato dall’uomo.
Hermione lo vide superarla un attimo dopo con suo figlio affianco, si scambiarono uno sguardo veloce ma non si salutarono.
Quello sguardo era molto più che un saluto.
***
Dopo che i Malfoy si dileguarono oltre la folla che si era riunita per vedere il battibecco dei ragazzini, Hermione sempre tenendo stretto il braccio di Hugo si avvicinò verso Rose, Albus e la piccola Lily che stava ferma a capo chino.
-Andiamo – disse e superò anche lei il gruppetto di curiosi ancora fermo.
-Beh- disse rivolgendosi alla folla.- Non avete niente da fare- questi sentendo la frase della donna si dileguarono. Hermione Granger incuteva timore, la sua abilità con la bacchetta era rinomata e nessuno voleva la sua ira ed era più che evidente in quel momento la donna era alquanto irritata.
-Vergognati- disse appena varcato il portone di casa. Non mi sono mai vergognata così tanto in vita mia. Cos’è James ti dice buttiamoci dalla torre di astronomia e tu ti butti Hugo-urlò furibonda Hermione.
-Cosa succede?- Chiese Ron Weasley arrivando nell’ingresso della casa che fino all’estate scorsa condivideva con la sua ex moglie e i suoi due figli.
-Niente- rispose Hugo.
-Niente! Niente, ma sei impazzito. Racconta a tuo padre cosa hai fatto e vediamo se anche lui lo reputa niente-.
Hugo guardò sua madre un solo attimo prima di rivolgere lo sguardo al padre.
-Abbiamo incontrato quel cretino di Scorpius Malfoy...-disse Hugo con un tono che non piacque affatto a sua madre.
-Scorpius non è un cretino- replicò Rose, ma Hugo non la degnò di risposta.
-James l’ha preso un po’ in giro perché prima delle vacanze ha provato ad entrare in squadra, ma non è capace ad andare su una scopa- disse ridendo il ragazzino.
-Avete manomesso la sua scopa- aggiunse Rose, livida.
-Questa è una vostra supposizione e non ci sono prove-replicò Hugo.
-Quindi?- disse Ron rivolto alla sua ex. –Per cosa stai urlando contro mio figlio?- chiese serio.
-Ha aggredito e insultata un ragazzo a Diagon Alley, si stavano azzuffando alla babbana-rispose piccata Hermione
-Nessuno è mai morto per questo- replicò il rosso.
Hugo sorrise tronfio alla frase di suo padre.
-E che ne sai, tu non sei un babbano- disse Hermione. Poi, rivolgendosi ancora all’ex compagno aggiunse,- Trovo disdicevole che tuo figlio si azzuffi davanti a tutti-.
-Io trovo disdicevole che sua madre se la spassi a Washington invece di curarsi della sua educazione – disse rabbioso Ron Weasley.
Rose spinse Hugo in cucina mentre i suoi genitori si affrontavano davanti al portone di casa.
-Oh si è tu puoi permetterti di giudicarmi- rispose furibonda.
-tu che lo appoggi anche quando insulta un compagno-disse ancora assottigliando lo sguardo
-Il figlio di un Mangiamorte-disse acido- stai difendendo il figlio di un Mangiamorte. Non ti fai schifo-aggiunse infine Ron.
-Ron esci da questa casa immediatamente- urlò Hermione.
-Non preoccuparti, me ne sto andando- rispose lui.
-Hugo-. Aggiunse Ron. –vuoi venire con me dalla nonna. Ci sta’ aspettando-finì.
-Tu non puoi- disse sconvolta Hermione osservando suo figlio fare un passo verso il padre mentre la guardava.
-Hugo- aggiunse quasi implorandolo di rimanere con lei e Rose.
Il ragazzo abbassò lo sguardo e raggiuse suo padre ed Hermione non riuscì a trattenere le lacrime.
-Fai i compiti e comportati bene -aggiunse ormai sconfitta.
Suo figlio aveva scelto Ron.
Hermione, aveva nuovamente fallito e sì sentì ,ancora una volta, una pessima madre.
Il suo ex marito, con un sorriso tronfio la guardò un attimo prima di smaterializzarsi con suo figlio alla tana, la storica residenza dei Weasley. Sarebbe stata sua madre Molly a prendersi cura di Hugo e non lui, come invece doveva essere .
Da quel momento iniziò la guerra dei Weasley per la custodia dei figli, Ron era deciso a fargliela pagare cara .
Nessun commento:
Posta un commento