lunedì 23 aprile 2012

La Nuova Vita- 21-


-La missione: convincere Zabini.

Anche il giorno seguente, per la felicità di Rose, Hermione ritornò al Manor.
Come il giorno prima ad attenderli vi erano: Draco, Scorpius e Narcissa ma Hermione appena uscì dal camino notò anche un altro biondo, seduto su una poltrona e l’immancabile bastone in mano.
Lucius Malfoy, le dedicò solo un rapido sguardo mentre sorrise, o dilatò le labbra in qualcosa di molto simile a un sorriso. Sua figlia era la destinataria del gesto, figlia che ora, con infinita eleganza, salutava l’uomo come una perfetta lady .
-Pare che, abbia conquistato mio padre- disse Draco conducendo Hermione nello studio.
-Scorpius non fa altro che tesserne le lodi-. Continuò Draco.
-Mia madre, ha pure chiesto senza alcun riserbo, cosa che del resto mi ha stupito molto, se fossero in qualche modo fidanzati-enunciò Draco aprendo la porta e facendo entrare Hermione.
Lei sorrise appena, sentendo le parole di Draco ed entrò nello studio.
-Non sei preoccupata, che tua figlia si mischi a un Malfoy?-Domandò il biondo.
Hermione girò il capo guardando meglio il suo collega.
-No- replicò sicura.
-Non ci vedo nulla di male, ma per il momento Rose è interessata a un misterioso ragazzo Serpeverde- disse specificando la casa di appartenenza del ragazzino misterioso che aveva ammaliato sua figlia –E Scorpius, ha una leggera cotta per una ragazza, ma se lui non ti ha detto nulla...-rispose vaga.
-La figlia di Potter-replicò Draco chiudendo la porta alle spalle mentre
Hermione alzò gli occhi divertita.
-Questo ti crea problemi?- chiese ripetendo la sua stessa domanda.
-No, a me non crea nessun problema, ma a Scorpius sì. Visto quanto lo detesta il fratello maggiore della ragazzina- enunciò preoccupato.
-Saprà difendersi e Lily non è certo una che si lascia comandare da James-ammise Hermione.
-Bene, almeno qualcuno ha preso dalla Weasley, l’unica con il cervello in quella casa- enunciò Draco andando a sedersi dietro la scrivania.
Hermione rise divertita all’affermazione di Draco.
-Cosa c’è da ridere- disse scoccando uno sguardo di rimprovero.
-Tu che fai i complimenti a Ginny, lei che li fa a te... tutto molto esilarante- disse ridendo.
-Perché mi fa i complimenti?- chiese stupito.
-Scorpius, dice che l’hai cresciuto bene –aggiunse la Granger
Draco sorrise.
-L’unica cosa di cui posso essere orgoglioso nella mia vita- enunciò amaro prendendo la cartella verde tra le mani pronto a mettersi a lavoro.
Hermione lo guardò, soffermandosi a osservare ogni gesto di quell’uomo. Volle rincuorarlo, spronarlo, dirgli che lui non era più lo stupido e insensibile figlio di papà ma non disse nulla. Rimase in silenzio e poco dopo si mise a lavorare.
Quel silenzio però fu interpretato da Draco come un assenso e sconfitto ancora una volta, si ributtò nel lavoro.
***

Rimasero a lavorare per ore, la crisi internazionale nel mentre, peggiorava. Avevano letto il resoconto dettagliato che alcuni auror, in missione segreta in Tunisia avevano fatto.
-Presto ci arriverà allo scontro- disse Hermione sollevando lo sguardo su Draco che ancora assorto nella lettura annuiva.
-Cosa pensi?- chiese.
-Che abbiamo lasciato risolvere le cose ai babbani, mentre quella che si prospetta è una guerra che li tocca solo in minima parte-.
-La solita guerra di potere e sottomissione- aggiunse Hermione.
-Le guerre Granger, sono tutte cosi. C’è uno che si crede il più forte e vuole sottomettere gli altri-enunciò pensieroso.
Hermione si alzò piano girando attorno alla scrivania, non seppe nemmeno perché lo stava facendo. Sfiorò prima timorosa, poi sicura, il collo di Malfoy che chiuse gli occhi sentendo le dita fredde massaggiarli la nuca con maestria.
Draco chiuse gli occhi mentre la luce del giorno pian piano scompariva.
Rimasero così in silenzio per svariati minuti, fino a quando Hermione non si staccò, riportando Draco alla realtà.
-Weasley è proprio un cretino a lasciarsi sfuggire a una donna come te-
Hermione, ancora dietro a Draco aprì la bocca stupita.
-Per un massaggio al collo, mi fai un complimento...-
-Il complimento non è solo per questo inaspettato gesto- enunciò Draco.
-Lo sai bene- aggiunse alzandosi dalla poltrona e volgendo un’occhiata alla donna.
-Dico a mia madre che rimarrete a cena. Blaise ha accettato l’invito per questa sera, giocati bene le tue carte-, disse il biondo Malfoy uscendo dallo studio lasciandola sola nella stanza.
***

Passò poco che arrivarono via camino tutti e quattro gli Zabini, Blaise precedeva una sempre raffinata Pansy che salutò radiosa prima lady Narcissa poi Hermione.
Zara, la piccolina saltò letteralmente in braccio della riccia lasciando confusa Rose che assistette alla scena senza emettere fiato.
Sbiancò però quando dietro Pansy spuntò un moretto alto e slanciato dai profondi occhi verdi.
-Luck- vieni avanti disse orgogliosa Pansy.
-Hermione ti presento il nostro primogenito è due anni più grande di tua figlia e Scorpius-disse la magicstilista.
-Piacere, signora Weasley- disse educatamente il ragazzo scoccando uno sguardo penetrante a Scorpius che rideva divertito osservando l’imbarazzo di Luck e l’apatia improvvisa che aveva colpito la sempre loquace Rose.
-Hermione. Chiamami Hermione- rispose la Granger sorridendo.
-Questa è Rose- disse afferrando per un braccio sua figlia ponendola così davanti ai coniugi Zabini.
Blaise la guardò attentamente , mentre Pansy le baciò felice le guance.
-Spero che quest’estate venga a Washington è veramente una bella città–disse Pansy, cercando di fare conversazione con la ragazzina che era ora rossissima in viso.
-Si credo che arriverò lì, subito dopo la fine di Hogwarts- rispose Rose sforzandosi di guardare solo la bella donna davanti a se.
-Mio figlio lo conosci?- chiese Blaise.
Rose si girò appena verso il moro viceministro statunitense.
-Si! ho già avuto il dispiacere di incontrarlo-
La risposta gelò sia Hermione sia Luck, che riservò uno sguardò lungo e penetrante alla rossa Weasley.
-Rose- la riprese sua madre.
La ragazza, fece finta di non aver sentito.
-Su Hermione, non succede nulla sono ragazzi, infondo anche noi alla loro età...- disse Pansy cercando di stemperare la situazione tra i ragazzi che non smettevano di guardarsi in cagnesco.
-ci odiavamo- aggiunse Draco.
Hermione mosse il capo e riservò un altro sguardo a sua figlia che si girò dalla parte opposta per non incontrare gli occhi indagatrici della madre.
-Blaise, potremmo parlare prima che venga servita la cena?- chiese Draco guardando prima il suo amico poi la Granger.
-Per me non ci sono problemi- rispose il moro.
-Pansy, gradirei venissi, anche tu- disse Hermione guardando la Parkinson che poggiava delicatamente a terra sua, figlia che ora non smetteva di ammirare rapita i capelli rossi di Rose.
Draco sorrise all’indirizzo della riccia e fece strada per il suo studio, Blaise era già comodo sulla poltrona, anche Pansy si accomodò mentre Hermione stava in piedi accanto a Draco che attizzava il fuoco nel camino.
-Zabini- disse Hermione prendendo la parola, cercando in questo modo di calmarsi. Le mani infatti le tremavano e il suo viso doveva essere pallido vista l’espressione perplessa di Pansy.
-Ho un problema con il mio ex Marito- disse tutto d’un fiato.
-Un enorme problema-aggiunse guardando prima Blaise e poi Pansy.
Il moro ex Serpeverde assottigliò lo sguardo.
-Non so cosa fare, non so come fare...-
-Granger, con calma- replicò Zabini -dimmi per quale motivo Draco si è inventato la più stupida delle scuse per farmi venire qua. Sii chiara e concisa per favore, detesto sentire notizie di poco conto- finì .
Hermione guardò Draco e iniziò a parlare.
-Ron, dopo l’ennesima discussione sul modo in cui educo i mie figli, ha deciso di prendere Hugo con se-disse.
-Il figlio mi pare sia anche suo-, replicò Blaise
-Si, non è questo il punto. Ha detto che non mi reputa una buona madre perché ho grilli per la testa e ora che non abito più a Londra con lui, può togliermi la custodia di entrambi, sia di Hugo che pende dalle sue labbra, sia di Rose-aggiunse una sempre più agitata Hermione. Ora però aveva un’altra donna che al sentire il suo racconto le dava il suo sostegno di madre.
-Tuo figlio non ha fatto storie per seguire il padre-chiese sempre molto freddo Blaise.
-No, avevamo appena litigato- ricordò Hermione.
-Motivo?-domandò Zabini.
-Ha aggredito a parole un ragazzo a Diagon Alley- disse spiccia. Blaise scoccò uno sguardo indagatore a Draco che sostenne lo sguardo.
-Per ora non puoi fare nulla, devi solo aspettare che ti chiami in giudizio- enunciò Blaise, -poi dovrai cercarti un buon avvocato. Essere una donna che lavora in questo mondo maschilista, non ti aiuta benché tu sia una delle donne più famose del mondo magico-.
-Inoltre,- aggiunse- sei stata tu a lasciarlo e il motivo è un mistero per molti, ricorda che saranno maghi a giudicare-concluse Blaise.
-Zabini, voglio te come avvocato- disse con voce ferma e sicura stupendo sia Blaise, sia Pansy che spalancò la bocca.
-Io non esercito-rispose freddo.
-Non ho speranze di vincere è un auror e dopo la guerra nessuno osa mettersi contro un auror- replicò sicura Hermione.
-Granger, non lavoro a Londra-replicò Zabini.
-Nemmeno io, se per quello, ma non ho speranza. Ron farà di tutto per vendicarsi e voglio essere io la donna che gli rimbocca le coperte la notte, non mia suocera-
-Che centra tua suocera- chiese Zabini.
-Ron è sempre via per lavoro ed è mia suocera che se ne occupa-.
Blaise rise divertito.
-Beh questo Granger è un punto a tuo favore-disse il moro.
-Mi aiuti Zabini?- chiese ancora Hermione.
Blaise guardò sua moglie un solo attimo.
-Vediamo fin dove si spingerà il tuo ex marito, poi ti darò la mia risposta Granger- enunciò Blaise. –ora forse è bene andare a cena- disse alzandosi dalla poltrona aiutando sua moglie e lentamente uscì dallo studio. Hermione guardò Draco sperando che lui le spiegasse o la rassicurasse in qualche modo.
-Cosa dici, accetterà?-chiese.
-Se non volesse accettare, sarò la sua ombra-rispose Malfoy e Hermione non riuscì a fare altro che abbracciarlo e dirgli quasi sussurrando
-Grazie, sei un amico-.
Si stupì nel sentire le braccia di Draco Malfoy stringerla forte.
-Vorrei essere molto altro, ma per ora mi accontento di esserti amico- rispose il biondo, staccandosi subito dopo dal corpo della donna che rimase spiazzata ma piacevolmente sorpresa per quella frase.

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