Una passeggiata a Diagon Alley
II Parte.
*
Le due donne si erano materializzate a Diagon Alley di buon mattino, accanto a loro due auror dall’aspetto burbero le seguivano passo passo.
Hermione era raggiante nella sua veste color magenta che lasciava scoperte braccia e spalle, l’aveva scelta poiché il caldo, già a quell’ora della giornata, si faceva sentire.
- Bene cara – disse Narcissa volgendo lo sguardo su Hermione - dove gradisci andare per prima cosa?- chiese.
- Non saprei forse Madama McClan - rispose Hermione.
- Sì giusto Madama McClan, dobbiamo entrambe farci confezionare un abito. Scegliere il modello, le stoffe, prendere le misure... ci vuole tempo... - disse Narcisa sorridendole.
Così s’incamminarono lungo il viale che portava alla famosa sartoria magica, incuranti che un uomo, dall’apparenza un vecchio senza dimora le scrutasse nascosto dietro l’immondizia di un piccolo locale all’angolo tra Diagon Alley e Notturn Alley.
Quando le due donne passarono accanto al punto in cui l’uomo si trovava, Hermione ebbe un piccolo mancamento, come se sentisse che qualcosa non andasse per il verso giusto. Una fitta allo stomaco, come un pugno, la fece oscillare non appena sentì un odore famigliare che le mise una strana angoscia.
Si girò di scatto come se cercasse qualcosa.
“Non può essere .” Non può ... ”
L’uomo si ritrasse immediatamente nascondendosi nell’ombra che solo Notturn Alley sapeva dare.
- Tutto bene? - chiese Narcissa sinceramente preoccupata nel vedere la ragazza pallida in volto.
Hermione cercò di rasserenare il respiro, voltandosi poi verso la vecchia strega.
- Sì, era solo una strana sensazione. Ora sto meglio - si affrettò a rassicurarla.
- Vuoi... – chiese dubbiosa Narcissa.
- Certo che voglio ancora andare da Madama McClan - si affrettò a ribadire la giovane.
Narcissa la guardò prendendola sotto braccio e arrivando infine, alla porta del negozio. Molti maghi e streghe si girarono per guardare la scena:
Narcissa Black in Malfoy, sparita da Londra subito dopo il processo che incriminò tutti tranne lei e suo figlio Draco, stava al braccio di Hermione Granger, una dei membri del magico trio che, grazie alla sua deposizione, scagionò i Malfoy.
Le due donne non si curarono di quegli sguardi e senza indugiare oltre entrarono nella sartoria.
L’uomo ancora nascosto non si perse un solo passo delle due e maledì i due armadi che le due donne avevano alle calcagna per proteggerle da ogni eventuale pericolo.
“Arriverà il giorno, in cui tu ed io, avremmo un faccia a faccia Hermione. E quel giorno rimpiangerai di esserti mischiata a quella feccia.”.
Dopo quest’ultimo pensiero, l’uomo sparì lungo una stradina stretta e dissestata che nessuno, tranne qualche ratto, percorreva.
La mattinata delle due donne, dopo quell’iniziale malessere di Hermione, proseguì bene. Le due uscirono dalla sartoria di Madama McClan con non uno ma ben due splendide vesti. Hermione scelse per lei un abito rosso con scollatura a cuore ed uno verde smeraldo, che avrebbe indossato per i ventisei anni di Draco.
Narcissa insistette molto perché scegliesse quel particolare colore, che secondo la lady era uno spettacolo sulla pelle candida della giovane ex Grifondoro. Dopo aver fatto un giro per alcuni negozi tra cui Il Ghirigoro, in cui la giovane fece rifornimento di libri magici, si concessero un gelato alla Gelateria Fortebraccio. Dopo aver ordinato a Jack, il giovane nipote del proprietario, si sedettero ai tavolini all’aperto godendo della leggera brezza.
- Narcissa- disse Hermione.
- Vorrei prendere un piccolo dono a Draco- disse la ragazza- ma non so cosa... -.
La lady sorrise osservando l’imbarazzo con cui Hermione le aveva chiesto consiglio.
- Credo che per mio figlio sia un dono averti a casa con lui, ma se vuoi, una nuova porta documenti credo lo aggradi parecchio -.
- Una semplice borsa?- chiese dubbiosa Hermione.
- Avevi in mente qualcos’altro?- domandò Narcissa.
Hermione divenne se possibile ancora più rossa.
- Prima, quando siamo passati accanto a quel nuovo negozio ... -.
- Quello dei folletti?- chiese Narcissa facendosi curiosa.
- Sì, ecco quello –
- Che cosa hai visto che ti è piaciuto? – domandò.
- C’era un piccolo ciondolo a forma di serpente con un occhio verde e l’altro rosso. Pensavo, che fosse carino come porta fortuna –.
Narcissa rise.
- Si penso che a Draco una cosa simile possa piacere, poi se la regali tu...- Narcissa la guardò negli occhi - Credo che riuscirebbe a indossare persino la divisa Grifondoro se fossi tu a chiederlo –
Affermò ridendo la signora Malfoy.
Hermione aprii la bocca per ribattere, ma non riuscì a dire nulla tranne che a imbarazzarsi ancora.
- Se vuoi t’accompagno?- Chiese Narcissa.
- No, è proprio lì alla fine della strada , vado da sola - rispose convinta Hermione. Uno dei due auror la guardò torva, intuendo le sue intenzioni.
- Si con uno dei nostri simpatici amici- l’altro auror storse il naso, mentre Narcissa rise di gusto.
- Va bene Hermione, t’aspetto qui –disse la lady.
La giovane non se lo fece ripetere, prese la borsa e scomparse, con un auror subito dietro di lei, tra i passanti.
Narcissa la guardò andare via e sorrise.
“Si è perfetta: il portamento, la classe e l’intelligenza, un assoluto connubio per la futura lady Malfoy . Spero solo che si decidano a fare sul serio, almeno riuscirò a godermi la vecchiaia con dei piccoli Malfoy tra i piedi .”
***
Hermione era arrivata alla fine della strada quasi correndo, dietro di lei l’auror annaspava.
-Entro da sola- disse nemmeno guardando l’auror. L’uomo la guardò torvo ancora una volta, ma non replicò, in effetti non aveva mai detto nulla in tutta la mattinata.
- Buongiorno! – disse Hermione volgendo un grande sorriso al folletto che stava al bancone .
- Volevo chiederle se poteva farmi vedere il ciondolo che c’è in vetrina- disse Hermione eccitata per il suo prossimo acquisto.
- Quale dei milleottocento che sono esposti?- rispose con voce gracchiante e antipatica il folletto.
Hermione non si lasciò scoraggiare dalla risposta acida del folletto.
- Quello a forma di serpente con due pietre incastonate negli occhi- .
- Quello signorina è molto caro- disse il folletto sollevando lo sguardo per scrutarla meglio.
- Questo signor Grangh – disse Hermione guardando il nome che il folletto aveva appuntato sulla giacca – non la deve preoccupare. Ho i soldi – concluse.
Il folletto fece spallucce e la invitò a seguirlo fuori per aprire la vetrina.
Hermione stette un passo dietro al piccolo essere, che con infinita lentezza apriva la vetrina per poi rientrare dentro sempre seguito da Hermione.
Era così intenta ad osservare ogni mossa del folletto che non sentì la presenza di un uomo che alle sue spalle seguiva passo passo, ogni suo gesto.
Dopo aver pagato e chiesto di incartarle il ciondolo la Granger uscì con un sorriso radioso stampato in viso.
Il sorriso le si spense all’improvviso, quando si sentì strattonare per un braccio fino a un cunicolo buio, dove venne immobilizzata.
L’auror che fino a quel momento la proteggeva giaceva immobile a terra dopo essere stato schiantato.
-Bene bene- la sua voce la fece gelare, nonostante il caldo.
- Ora, passeggi per le vie della città con la madre di quel bastardo-
- Ti ha alzato di grado: prima eri solo la sua puttana ,adeso sei diventata la sua concubina- gli urlo Ron sul viso, schiacciandola al muro con tutto il suo corpo.
L’odore di sporco misto a quello di alcol le arrivò al naso facendole salire la nausea.
- Esci accompagnata da quella gran vacca di sua madre- finì.
Le parole di Ron erano taglienti, laceravano l’anima.
Hermione era immobilizzata, non riusciva né a muoversi né a dire una parola. Era incredula, quella era la prima volta che usciva e lui già l’aveva trovata.
-Sei una sgualdrina – gli urlò ancora con rabbia Ron Weasley, schiaffeggiandola con forza. - Mi fai schifo, mi disgusti. Sei diventata la puttana di quel mangiamorte –.
Ron sembrava un disco rotto, ogni frase era un insulto e uno sberleffo nei suoi confronti e in quelli di Draco.
Hermione né aveva paura, Ron era imprevedibile e molto pericoloso soprattutto in quello stato.
-Ron ti prego – disse Hermione con una flebile voce sperando di riuscire a calmarlo.
Sapeva che era impossibile ma doveva tentare.
- ah, ah, ah... – rise Ron.
-Ti darò un motivo per pregarmi Hermione – dichiarò con un ghigno irrisorio.
- Il motivo che un tempo ti piaceva tanto-finì.
Lo vide sganciarsi la cintura dai pantaloni, abbassandoli.
Impallidì.
-No... No....- urlava Hermione, intuendo ciò che il suo dannatissimo ex fidanzato voleva farle.
- Godrai ancora una volta sotto di me e capirai la differenza- disse ancora strappandole la gonna dell’abito e afferrandola con forza per i fianchi.
-No! Ti prego, no – urlava Hermione prima che le chiudesse la bocca con una mano, sporca di chissà cosa.
Il suo membro pulsava, Hermione lo sentiva sulla pelle e se un tempo quello la eccitava ora le faceva solo schifo.
- Ora mi prenderò ciò che è mio- disse ancora Ron strappandole le mutandine
Hermione urlò quando lo sentì ormai vicino alla sua femminilità. L’urlò però uscì strozzato attutito dalla mano di Ron.
Lottò cercando di divincolarsi da quella presa, ma le forze ormai la stavano abbandonando.
- Ron ti prego... lasciami- cercò di dire mugugnando flebilmente.
- Puttana, sei solo una puttana – le ripeteva Ron.
Le lacrime scorrevano sulle guance mentre cercava di chiudere le gambe per non farlo entrare in lei.
Mancava poco ormai...
Si sentiva la vita scivolare via.
In trappola grazie alla sua stupidità, l’ennesima.
Mille pensieri le frullavano in testa e l’ultimo fu rivolto a lui al suo Draco.
L’avrebbe rivisto, l’avrebbe voluta anche dopo quello.
Era troppo impegnata a piangere se stessa per dimenticare ciò che Ron le stava facendo che non sentì nulla. Né le smaterializzazioni, né le urla concitate di chi le stava intorno.
Fu un attimo e le mani di Ron non la stringevano più.
L’avevano schiantato.
Il suo membro non violò la sua intimità .
Erano arrivati giusto in tempo per salvarla dall’essere violentata.
Ora, due forti braccia che sapevano di casa, la strinsero.
Draco, era corso da lei. Il suo profumo al sandalo penetrava dalle sue narici rasserenandola come una droga.
- Ringrazia che ci sono gli auror Weasley- disse il legismago. –perché altrimenti di te non sarebbe rimasto nulla, nemmeno mangime per topi – sbiaccicò con rabbia.
- Fottiti- disse Ron con rabbia prima che un pugno , scoccato da Harry Potter in persona , lo fece svenire.
- Capo!- disse un giovane auror.
- Tu Harper , non hai visto nulla – disse Harry serio -ora portalo a Azkaban dove un verme come lui deve stare –.
Draco la strinse ancora a se e Hermione fece altrettanto.
- Potter- disse Draco con voce grave.
- Ti aspetto tra un ora al Manor- disse Draco, materializzandosi a casa seguito poi da sua madre Narcissa.
Draco non guardò nemmeno una volta la Lady, che si sentì in colpa per aver lasciato la giovane andare da sola nel negozio.
- Come stai?- chiese Draco, cercando di farla distendere sul divano.
- Bene- disse Hermione stringendolo ancora per la camicia, incurante degli elfi che le posavano delle coperte calde per coprire le sue gambe piene di lividi e escoriazioni.
- Non lasciarmi- disse poi.
- No tranquilla- rispose, - ma se stringi non riesco a respirare- finì il Legismago.
Hermione mollò un attimo la presa , così che anche Draco potesse sedersi al suo fianco.
La ragazza si accoccolò sul suo petto, calmandosi e rasserenando il suo cuore che ora batteva all’unisono con quello del mago.
- Ho avuto paura – disse in un sussurro.
- Ora è tutto finito – la rassicurò Draco sfiorando la schiena della donna che ebbe un sussulto.
- Voleva...- cercò di dire Hermione mentre le parole si bloccarono sulla lingua.
- Lo so – rispose Draco con gli occhi fissi sul tavolino di legno davanti al divano.
- Ho cercato di combattere ma era più forte – aggiunse in un sussurro.
- Siamo arrivati in tempo – la rassicurò ancora ma Hermione lo sentì irrigidirsi.
- Draco...- lo richiamò
- Sì–.
- Sei solo tu l’uomo con cui voglio stare – affermò senza vergogna. Avrebbe dovuto dirglielo in un altro momento ma non riusciva più a trattenersi. Non avrebbe sopportato che lui l’allontanasse, non più.
Il legismago rimase spiazzato.
- Ti amo Hermione –
Lei si accoccolò ancora strofinando il viso sulla camicia di Draco.
“ Anche io . Non sai quanto ti amo Draco e non sai da quanto... solo che non lo sapevo. “
Non rispose Hermione, lasciò quei pensieri per se. Presto l’avrebbe detto anche a lui. Presto l’avrebbe reso partecipe, ma non oggi.
Oggi l’avrebbe rifiutata ne era certa e non avrebbe retto un altro rifiuto.
Quando Harry Potter arrivò la trovò ancora così, addormentata tra le braccia di Draco Malfoy.
Spazio Autrice.
Ringrazio tutte voi che continuate a leggere le mie storie,
Grazie a Sara e Marina, che mi invogliano a scrivere ancora .
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