sabato 30 giugno 2012

Il talismano della Luce


Fantasie e terremoti.



Si era seduto su un grosso masso, e lì, incurante del tempo che scorreva, aveva trascorso tutta la mattinata. Si era cibato con alcune bacche trovate su un cespuglio, abbeverandosi da un piccolo ruscello che aveva scovato per caso nel suo vagabondare per la vallata.
Nella testa mille pensieri e l’immagine nitida di lei nuda e sensuale che si concedeva un rilassante e rigenerante bagno.
La gola divenne improvvidamente secca e la testa riprese a girare frenetica ricordando quei brevi e intensi attimi:
La sua schiena liscia e vellutata come la buccia di una pesca, il suo sedere sodo e alto, la vita stretta, i fianchi morbidi e il suo seno... deglutì.
Il suo seno a coppa starebbe perfettamente bene tra le sue mani, cosi come le sue gemme rosee tra i suoi denti e la lingua.
Draco respirò sonoramente buttando tutta l’aria che aveva incamerato pochi attimi prima.
Stava impazzendo, non c’era altra spiegazione ormai erano ore che fantasticava sullo splendido corpo della Granger. Il cavallo dei suoi pantaloni si stringeva ogni qualvolta ricordava quel corpo. Il suo membro pulsava dolorosamente al ricordo del corpo magro e sensuale di una sudicia mezzosangue.
-         Sudicia mezzosangue – ripeté. – Che cosa mi hai fatto- urlò con tutta la voce che aveva portandosi le mani sul volto.
Non si era mai sentito così nessuna donna l’aveva portato mai in quello stato.
“Perché lei? Perché proprio lei... ? ” si chiedeva disperato
“Perché ?”
***
Si era immersa fino al collo nell’acqua non appena aveva incontrato i suoi occhi argentei. Aveva sentito un brivido d’eccitazione scendere lungo la schiena notando lo brilluccichio lussurioso negli occhi di Draco.
-         Vergognati! – si disse in un moto d’ira Hermione , mentre agguantava i suoi vestiti e ancora bagnata se li infilava frettolosamente.
Si era eccitata per un suo sguardo ,quando invece doveva essere furiosa con lui che l’aveva guardata, mentre nuda, si faceva il bagno.
-         Maniaco – disse tra se e se, ma non riuscì a essere indignata.
Si sentiva strana, spossata, da quando lui era scappato oltre la radura. La morsa allo stomaco non l’aveva ancora lasciata, e per la prima volta Hermione non sapeva cosa succedeva al suo corpo.
“Riprenditi”, si rimproverò Hermione.
“Non puoi comportati così per lo sguardo ammaliato di un uomo.” Sì disse borbottando, mentre a passo di marcia ritornava alla piccola baita.
“Malfoy! Perdio è Draco Malfoy. L’odioso furetto. Non ci sarà mai nulla tra voi , nulla!” sbuffò.
“Sicuramente quello era un altro modo per prenderti in giro e tu, come una cretina, ti stai facendo tutte queste idee...”
Hermione nemmeno si era accorta di essere arrivata alla baita. Aprì pianola porta timorosa di trovarlo li, magari disteso a letto. Invece, di Draco non vi era traccia.
Sconsolata si guardò intorno e prese il grosso tomo che ancora faceva bella mostra sul tavolo e riprese a leggere dal punto in cui aveva interrotto la notte prima.
La mattinata passò velocemente poi arrivò il pomeriggio e infine la sera.
Quando la Granger sollevò gli occhi , ormai pesanti, dal magico libro quasi non riuscì a credere ai suoi occhi: il sole era calato e la luna era alta nel cielo.
Draco, però non era rientrato e il motivo, non vi era ormai alcun dubbio, era lei.
Hermione si distese nel letto, l’unico rumore che sentiva era quello del suo stomaco che le ricordava che dalla mattina non aveva toccato cibo.
Si rigirò nel letto portandosi un cuscino nel ventre stringendolo prepotentemente, convinta che quella posizione le avrebbe conciliato il sonno. Impossibile! Non riusciva a dormire, e benché si diceva che non le importava era preoccupata. Lui ,era lì fuori e nonostante sapesse che non vi erano belve feroci, saperlo lì non la rendeva tranquilla.
Un lampo illuminò la stanza e poi il tuono fece oscillare i libri che stavano sulla mensola accanto al letto.
Hermione strinse ancora più forte il cuscino, poi sbuffò.
Si sedette con un balzo sul letto, osservando la stanza che dopo alcuni attimi fu nuovamente illuminata a giorno da un lampo.
Si morse un labbro, indecisa sul da farsi. Infine, appoggiò i piedi nudi sul pavimento di legno arrivando fino all’armadio. Aprì le spesse ante di legno, buttando dentro la testa alla ricerca di un paio di scarpe comode.
Si stupì nel notare che ve n’erano più di una e della sua misura. Poi, afferrò il trench dall’appendiabiti e senza badare all’ennesimo tuono, che fece oscillare tutti i soprammobile della casa, uscì.
Andare a cercarlo, forse, sarebbe stata una stupidata, l’ennesima ma lei non riusciva a immaginarsi al riparo mentre lui chissà dov’era.
“Ti prenderà in giro Hermione” pensò Hermione quando butto fuori il naso.  L’odore di terra umida impregnava l’aria. La pioggia batteva forte ma Hermione non si lasciò scoraggiare.
-Lumus - urlò e riparata dall’ombrello si mise alla ricerca di Draco Malfoy.
***
Era da quella mattina che non faceva ritorno alla baita, sapeva che l’avrebbe trovata lì e lui, non la voleva vedere.
“Se gli salto sopra, mi sentirò un verme”. Disse tra se e se, mentre afferrava l’ennesima bacca rossa.
“Prima, però, mi schianta.” si rispose Draco sbuffando insoddisfatto per quella constatazione .
Allungò la mano verso il cespuglio e prese un’altra manciata ingurgitandole tutte insieme. Le buttò giù, come faceva con i confetti al cioccolato di cui andava matto. Le bacche erano piccole e succose, il loro gusto a primo impatto era dolce ma poi, rilasciavano dell’aspro sul palato che il solo mangiarne altre riusciva a togliere. Quello era un circolo vizioso, mangiava le bacche e continuava a pensare alla Granger nuda.
“Una mezzosangue, non posso essere attratto da una mezzosangue” si disse ancora, mentre ormai aveva fatto fuori tutte le bacche del cespuglio di fianco a lui.
Si sporse un poco, cercando di arrivare con la mano al cespuglio più lontano. Non vi riuscì, quindi lasciò perdere. Infondo, si disse, ne aveva già mangiate parecchie.
Pertanto, reclino un poco la testa e allungò le gambe e quando la prima goccia di pioggia arrivo sul suo capo, nemmeno se ne accorse, immerso com’era nei suoi pensieri.
Quando però un lampo, illuminò la valle ricordandogli che ormai era notte e il successivo tuono ,fece tremare gli alberi dietro di lui. Draco decise che dopotutto, affrontare l’ira della Granger non era nulla in confronto al bagnarsi. Non si sarebbe preso un raffreddore per colpa di quella deficiente.
Distese le gambe ancora una volta cercando di sollevarsi in piedi, fu un attimo, la testa incomincio a girare facendolo barcollare mentre le gambe erano deboli. In un istante si sentì stanco, privo di forze. Tutta la sua supponenza era scomparsa. Ora era nel panico: era solo, in un posto sconosciuto, stava male e per finire pioveva a dirotto. E lui, odiava la pioggia.
-         Maledizione - disse tra i denti.
“Resisti Draco, resiti...”
Ma benché cercasse di farsi forza, gli occhi si chiudevano da soli e sebbene lui cercasse di tenerli aperti, non vi riuscì crollando un attimo dopo nel terreno.
Hermione lo trovò così, riverso a terra completamente fradicio.
-         Malfoy – disse buttando a terra l’ombrello soccorrendo il giovane legismago.
-         Malfoy- ripeté scuotendolo cercando di risvegliarlo.
“Ti prego, fa che non sia morto. Ti prego!”
L’uomo mugolò un attimo cercando di aprire gli occhi, si vedeva che faceva fatica ma vi riuscì.
- Malfoy dimmi qualcosa?- disse Hermione, spostandogli i capelli umidi dalla fronte.
“Parlami”
- Come stai?-chiese sfiorandogli il petto cercando con tutte le forze di girarlo.
- Sei caduto?- domando ancora quando lo vide aprire piano gli occhi, il respiro era agitato. Sperò con tutto il cuore che non fosse lei ad agitarlo.
- Hai battuto la testa?- chiese mentre le lunga ciglia bionde di Draco Malfoy sbattevano frenetiche .
- Hai qualcosa di rotto?- domandò infine.
Hermione non la smetteva di fare domande era preoccupata nel vedere Malfoy a terra privo di forze. Non sapeva cosa fare: se aiutarlo ad alzarsi o utilizzare la magia.
“Poteva usare la magia” come poteva essersi dimenticata. Cercò in tasca la sua bacchetta nel momento in cui Draco spalancò gli occhi
“è la fine, ora mi uccide.”
-         Granger-, disse debolmente cercando di rimanere lucido.
Hermione era già a terra, attenta a ogni parola che Draco le avrebbe detto a breve.
 - Con il corpo che hai- disse piano mentre gli occhi della Granger si dilatavano irritati e allo stesso tempo stupiti - è un peccato tu sia una mezzosangue acida- finì Malfoy.
Hermione era pronta a esplodere ma non fece in tempo, una scossa fece tremare la terra aprendo il terreno in più punti. I due, si strinsero l’uno all’altro senza nemmeno rendersi conto del gesto che compirono in simultanea, venendo così risucchiati dal suolo.
Il ghigno irrisorio di Draco Malfoy si spense immediatamente, mentre le lacrime di Hermione bagnavano la già umida camicia del giovane.
Il panico gli avvolse, erano sprofondati nelle viscere della terra senza alcuna possibilità di sopravvivenza. I due non erano al corrente , che tutto era stato previsto in partenza .
Babajaga aveva solo forzato un po’ la mano, infondo, con i tempi di quei due ci sarebbero voluti millenni per trovare il talismano e il mondo magico non poteva aspettare. Gli uomini ombra avanzano velocemente lasciando alle loro spalle maghi e streghe privi di magia in preda ai più stanzianti dolori.





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