martedì 3 gennaio 2012

COME CENERENTOLA- Cap.29


29. Quello che resta dell’eroe magico.


Il numero 12 di Grimmauld Place non era mai stato più silenzioso.
I ritratti dei vecchi proprietari, che un tempo riempivano le pareti e urla l’antica dimora, erano stati tolti. L’arazzo dei Black, che un tempo ormai lontano abbelliva la grande mansarda, era stato bruciato la notte in cui Draco Malfoy aveva scampato il carcere. Unico ricordo dell’antico casato, era la testa impagliata dell’ultimo elfo domestico, Kreacher.
La casa, a primo acchito sembrava essere da tempo abbandonata, l’odore stantio, le tende logore e strappate in più punti, la polvere sui mobili e lo squittio lontano di alcuni topi in soffitta non facevano che confermare questo, tutto era come abbandonato.
Tutto sembrava dimesso, ma un uomo dai ribelli capelli neri e un paio di occhiali in cui si specchiava uno scoppiettante fuoco, stava seduto da ore sulla vecchia poltrona  marrone di fronte al camino di pietra che si trovava nel vecchio salotto.
Avvolto dal buio più nero Harry Potter, l’eroe magico, l’auror meno intransigente del mondo magico rimuginava su tutto quello che non meno di alcune ore prima era successo.
Ripensava al suo piano, al fatto che aveva tutto sotto controllo, aveva la deposizione di un testimone chiave come Pansy Parkinson, aveva Malfoy rinchiuso nella cella anti evasione di Azkaban.  Aveva tutto quello che più desiderava, aveva Draco, avrebbe avuto l’agognata vendetta contro quell’ignobile essere. Invece in un lampo tutto si era stravolto.
-Dannata.
-Dannata Hermione Granger-mugugnò tra se rompendo il silenzio in cui la casa era sprofondata.
La sua ex migliore amica, in pochi mesi era diventata la puttana di quel viscido mangiamorte e ora lo difendeva come avvocato.
-Puttana e venduta-.
 Aveva convinto il ministro a vederci chiaro sull’arresto di Malfoy, aveva aperto gli occhi al Ministro sui suoi metodi.
-Grandissima Puttana-
 L’aveva coperto di ridicolo davanti ai suoi auror.
Tutto era cambiato, ora sentiva il fiato sul collo, ora sapeva che il Ministro in persona osservava ogni sua mossa e non l’avrebbe scampata come con Malfoy Senior. Quel suo colpo di testa gli era costato l’allontanamento da Londra, non poteva sbagliare questa volta doveva stare attento, giocare tutte le sue carte e il suo potente nome.
Tutti vogliono aiutare Harry Potter a proteggere il mondo magico. Tutti, e lui per primo, vogliono Draco Malfoy dietro le sbarre.
Sorrise beffardo.
No, questa volta non doveva farsi prendere la mano, doveva agire con astuzia, doveva aggirare l’ostacolo, nessuno doveva sospettare nulla.
Nessuno doveva sapere come si era procurato il prezioso voltafaccia della Parkinson.
Il suo unico pensiero era di incriminare Draco Malfoy, solo quando quel grandissimo bastardo sarebbe stato rinchiuso in prigione fino alla fine dei suoi giorni, avrebbe pensato agli altri moscerini.
Anche altri avrebbero conosciuto la sua ira; prima lei, Hermione e poi quella gran puttana della sua ex. Si, era caduta in basso anche Ginevra passare da lui l’eroe , il salvatore del mondo magico a Blaise Zabini un insulso scagnozzo di Malfoy.  Era veramente una gran caduta di stile, pensò, mentre afferrava la bottiglia di liquore babbano che stava in terra. Se lo portò alla bocca trangugiandone più della metà con un solo sorso.
Si asciugo la bocca con la manica della camicia e continuò a guardare il fuoco.
Si, tutti avrebbero conosciuto l’ira di Harry Potter, nessuno può mettersi nella sua strada nessuno può permettersi di rintracciarlo.
La pagheranno, oh si che pacheranno questo affronto.
Non si sarebbe mai arreso. Mai.
Avrebbe trionfato anche questa volta, perché il bene vinceva sempre ed era convinto che lui rappresentava ancora il bene.
I suoi metodi erano cambiati, la sua rabbia, la sua ira, il suo modo di comportarsi erano tutto fuorché bene, ma non se ne rendeva conto Harry Potter la sua ossessione per Draco Malfoy offuscava la ragione. Offuscava quello che un tempo era un eroe ed ora solo un pazzo con l’ossessione per la giustizia.

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