mercoledì 11 gennaio 2012

Quella strega di mia suocera -4-


4.L’arrivo di Narcissa.

Quella notte non aveva dormito molto era rimasto ore davanti alla porta della camera degli ospiti in cui sua moglie si era rifugiata. Aveva sperato rinsavisse e che non lo lasciasse solo, non era mai stato solo da quando stavano insieme se non quel periodo in cui dopo che annunciarono la loro relazione ai suoi, era scappata.
Una stretta al cuore e un pugno sulla parte del letto che fredda evidenziava la sua assenza.
Anche la scorsa notte era scappata da lui e ancora il motivo era sua madre Narcissa. Respirò sonoramente prima di alzarsi, il sole era da poco sorto e non aveva né la voglia né l’umore adatto per trastullarsi a letto, così decise di lavarsi e scendere sperando che anche lei facesse lo stesso.
Arrivò in cucina trovandola come la notte precedente l’aveva lasciata e ne rimase deluso, con un piccolo movimento della bacchetta riordinò e mise il caffè sul fuoco. Si aveva bisogno di un caffè, anche se sapeva di essere già teso come una corda di violino per la notte in bianco appena trascorsa.
Tolse le uova e comincio a sbatterle con l’aiuto della magia mentre manualmente si mise ad apparecchiare per la colazione.
Erano passate le sette e lei non era ancora scesa.
Dopo una buona mezz’ora, le uova erano pronte, il caffè versato nella tazzina ma di sua moglie nemmeno l’ombra. Uno sbuffo del camino attirò l’attenzione di Draco e una donna alta con portamento fiero e regale fece il suo ingresso nella villa Londinese dei Malfoy-Granger.
-Madre – disse Draco andando incontro all’anziana strega che appena usci dal camino si pulì la stola in visone.
-Draco- Lo salutò Narcissa squadrando suo figlio soffermandosi sulle occhiaie che evidenziavano la sua sofferenza.
-ti stai trascurando molto figliolo-. Disse l’anziana strega – forse non sei curato abbastanza in questa casa. Il cibo forse non è dei migliori, se tu volessi, potrei darti il nome di un elfo che cucina benissimo. Da poco il suo vecchio padrone è morto e l’ha liberato prima che la vita lo abbandonasse-.
-grazie madre, ma io e Hermione- la donna arricciò il naso schifata quando suo figlio pronunciò il nome di sua moglie, -abbiamo deciso in comune accordo di non portare elfi domestici nella nostra casa- Narcissa non replicò e con grazia andò ad accomodarsi nella sedia alla sinistra del capotavola, quella che utilizzava sempre al manor ma che in quella casa era il posto di Hermione.
Draco osservò sua madre, sapeva che quei gesti, benché piccoli, innervosivano sua moglie e dopo quello che era successo era preoccupato per una sua reazione, sperò che Hermione non arrivasse in cucina proprio in quel momento ma la fortuna non lo aiutò.
Sua moglie, coperta dalla sua vestaglia in seta nera che lasciava scoperta una bella porzione di gambe, entrò in quel momento in sala e rimase sorpresa nel vederli li. Il suo viso era pallido, gli occhi arrossati. Aveva pianto e parecchio a guardare le occhiaie immaginò Draco e si sentì morire per essere la causa di quella sofferenza.
Lui era la causa di tutto, la causa del dolore della donna che amava, lo era stato all’inizio della loro storia lo era anche ora che erano passati svariati anni.
(inizio Flashback).
Si era addormentata tra le sue braccia, anche quella notte l’avevano passata insieme eludendo la ronda che Gazza faceva allo scoccare del coprifuoco. Avevano imparato, grazie all’ingegno di Hermione e alla sua furbizia a eludere sia il custode sia la sua stupida gatta, così anche quella notte l’avevano passata a fare l’amore e anche quella notte dopo che lei si era assopita aveva bleffato evitando di pronunciare l’incantesimo contraccettivo.
Le mentiva da alcune settimane ormai, ma dopo che l’aveva avuta, dopo che le sue mani si erano posate sul suo corpo sinuoso, dopo che aveva accarezzato i suoi capelli morbidi e ricci, dopo che le sue narici avevano sentito il suo dolce e inebriante profumo, non riuscì più a smettere. Non riuscì più a staccarsi da lei, era diventata la sua droga, avvolte, si fermava a guardarla ridere con i suoi compagni di casa e ne era geloso si sentiva ridicolo per questo. Aveva una marea di ragazzine ai suoi piedi ma l’unica che voleva non poteva e non voleva farsi vedere con lui e questo lo faceva soffrire. Era sicuro ora non era più un’infatuazione amava Hermione Granger con tutto se stesso per lei era disposto a tutto e fece tutto quello che poteva per stare per sempre con lei.
I MAGO erano alle porte e dopo quegli esami, sarebbe stato il tempo per Draco, di lasciare la spensieratezza da studente e diventare adulto sposando la donna che i suoi genitori tempo prima avevano scelto per lui.
Guardò Hermione profondamente addormentata sul suo petto, avrebbe rinunciato a lei per sempre. No non ci sarebbe riuscito, odiò dar ragione a Blaise ma il suo amico non aveva torto. -Quando l’avrai, sarà anche peggio- disse una sera davanti al camino in sala comune.
-rinunciare a lei comporterà dolore e ti porrà di fronte a delle scelte.
 Delle scelte che se lasciassi tutto com’è in questo momento, non sarai portato a fare. Non fare pazzie Draco, non rendere tutto difficile, non portarla dinanzi a fatti a cui non può opporsi-.
Ma Draco non volle ascoltarlo e capì che l’unica cosa da fare per stare con l’unica donna che avesse mai amato era quella di metterla incinta.
Quello era l’unico modo per sciogliere il contratto matrimoniale con Daphne, la legge magica assicurava a chi rimaneva incinta un matrimonio con il padre del futuro nascituro nonostante questo fosse promesso ad altre.
Quella era l’unica strada che poteva percorrere l’unica che percorse, evitò di raccontare i suoi piani alla sua bella perché sapeva che non avrebbe mai accettato e come il perfetto principe dei serpeverde tramò alle spalle di tutti, Hermione compresa.
(fine flashback).
-Buon giorno- disse Hermione più per educazione che per reale voglia di salutare Narcissa che osservava l’abbigliamento poco consono con cui sua nuora si era presentata per la colazione.
Draco invece incurante degli sguardi che sua madre lanciava a sua moglie ridusse le distanze tra di loro e gli si avvicinò, le baciò le labbra sentendola per la prima volta rigida ad un contatto con lui e quello lo fece star ancor più male.
Quando si staccò da lei, la guardò in viso, cercando un segno, un particolare che facesse sperare in un perdono, ma non vide niente.
Hermione evitava di guardarlo anzi lo superò diretta ai fornelli.
Draco cercò di far finta di niente e alla fine chiese a sua madre il motivo per cui era venuta a trovarla, l’anziana strega era titubante a parlare di fronte alla nuora ma la vedeva armeggiare con pentole e scodelle e quindi decise di parlare.
-Lucius si deve sottoporre a delle visite, la sua salute ultimamente è cagionevole così il Dottor Rossivon l’ha costretto a ricoverarsi al San Mungo e visto che fare la spola dal manor all’ospedale, risultava difficoltoso ho deciso di trasferirmi qui fino a quando non si starà ristabilito-
Hermione ascoltò con il fiato sospeso le parole della suocera e il sangue le si prosciugò nelle vene alla notizia di vivere sotto lo stesso tetto con Narcissa per quanto tempo poi non l’aveva specificato.
-il dottore- chiese Draco dal tono di voce preoccupato dalla notizia – vi ha detto quanto durerà il ricovero di mio padre?-
-due mesi- rispose secca Narcissa mentre ad Hermione cadde una pentola dalle mani… due mesi con Narcissa, due mesi d’inferno. Due mesi…
No non ce l’avrebbe fatta lo sapeva, avrebbe resistito poco, già in quel momento non riusciva a stare nella stessa stanza con lei ed erano passati pochi secondi. Durante la notte aveva preso una decisione, una dolorosa decisione ma solo così avrebbe capito se quello che li legava era solo una costrizione o realmente amore.
-cosa staresti facendo- chiese Narcissa con tono acido, riportandola alla realtà.
Hermione si girò di scatto osservando la donna bionda che aveva osato sedersi al suo posto.
-cucino per i miei figli, sa lady Narcissa, sono abituati a fare collazione la mattina-. Aveva risposto sgarbato per la prima volta, stupì anche Draco che la guardò stranito.
-Draco- disse la donna stizzita – dovresti domare tua moglie, nonostante tutti gli sforzi e gli anni passati rimane sempre…-
-madre- la rimproverò Draco.
-Una selvaggia immagino- rispose Hermione sorridendo beffarda.
-non si preoccupi, non mi dovrà sopportare poi molto. Non appena i miei figli torneranno a scuola andrò via-.
A Draco caddero i piatti dalle mani e si girò di scatto a guardarla.
-che vuol dire?- chiese.
-che voglio il divorzio- rispose Hermione proprio mentre i suoi tre pargoli facevano il loro ingresso in sala per la colazione.
In realtà non voleva allontanarsi da lui, ma quella frase le uscì così senza pensarci e non poteva ritornare indietro e rimangiarsi tutto, voleva solamente provare a stargli lontana per alcuni giorni e capire se senza lui a suo fianco sarebbe stata in grado di vivere.
Narcissa, sorrise felice alla notizia appena sentita, tanto che si fece abbracciare per la prima volta dai nipoti e non si lamentò nemmeno quando fu chiamata nonna.

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