lunedì 5 marzo 2012

La Regina di Ghiaccio.57


57- Una schiarita dopo la tempesta.


Una luce filtrava dalla finestra a volta della stanza delle coppie, lì, si erano rintanati per la notte James ed Eltamin, felici di stare nuovamente soli nel loro nido d’amore.
Lì, si erano chiariti, coccolati e amati, ancora una volta, dichiarandosi eterno amore.
La bionda si stiracchiò un poco aprendo leggermente le palpebre e infine tastò il letto.
Vuoto e freddo.
Si alzò di scatto, spalancando gli occhi e guardandosi intorno di James non c’era più traccia. Tastò le lenzuola fredde per accertassi ancora e poi, la trovò una pergamena in cui aveva scritto due frasi, con la sua solita disordinata graffia.
Buongiorno Amore,
Mi sarebbe piaciuto crogiolarmi ancora nel letto con te stretta nelle mie braccia, ma dovevo alzarmi presto.
All’alba è partita la missione: facciamo ragionare Scorpius Malfoy.
Tranquilla niente di pericoloso, lo porto un po’ al campo, magari dopo una bella svolazzata sulla scopa, riesce a buttare fuori la rabbia.
Sempre meglio di mettersi a duellare, non credi?
Spero di riuscire nel mio intento, se così non fosse mi trovi in infermeria, in caso contrario, ti aspetto al campo, portati dietro quella cretina che accetta fiori dagli sconosciuti.
Ti amo James.
-questo è pazzo- disse alzandosi dal letto ritrovandosi ancora nuda.
 Rise al solo ricordo delle sue mani sul suo corpo e dopo poco si butto sotto il getto caldo dell’acqua.
Doveva raggiungerlo al più presto perché senza di lui non riusciva a stare.
**

Si era infilata la divisa da perfetta Serpeverde beandosi del suo riflesso nello specchio. La gonna a pieghe le arrivava al ginocchio lasciando intravedere solo una piccola porzione delle sue magre e bianche gambe, celate dalle calze di seta, la camicia bianca dalla quale spuntava la cravatta verde argento le stringeva il fine e delicato collo da cigno, il gilet rigorosamente nero con sopra lo stemma della sua antica casa faceva risaltare il suo seno a completare il suo abbigliamento c’erano le sue belle e comode ballerine nere; Sì guardò ancora un attimo e uscì dalla stanza delle coppie, doveva rintracciare Lily e portarla al campo, accelerò il passo infischiandosene del rumore che la sua suola in cuoio, faceva al contato con la pietra del pavimento.
Lily era il suo unico pensiero, superò l’andito, scese le scale arrivando fino alla grande sala, non entrò per la colazione ma girò ancora prendendo le altre scale che portavano ai sotterranei fino alla sua casa dove la notte prima aveva lasciato la sua amica.
Pronunciò la parola d’ordine e non si meravigliò di trovare la sala comune colma di gente, era domenica e in molti amavano oziare davanti al camino, Eltamin non se ne curò prendendo altre scale che portavano ai dormitori femminili raggiungendo infine la sua stanza.
Vuota.
Era vuota, dove cavolo si era cacciata, Lily Luna Potter.
Eltamin rimase interdetta a guardare il letto della sua amica, il lenzuolo era stropicciato, il piumino completamente a terra, il cuscino ancora intriso delle sue lacrime.
Non doveva essersi alzata da molto pensò Eltamin tastando il cotone delle lenzuola, poi le si accese la lampadina.
Frugò con brama all’interno della sua borsa alla ricerca della vecchia pergamena e sperò con tutta se stessa che l’incantesimo fosse possibile anche per chi, come lei non era ancora una Potter.
-Giuro di non avere buone intenzioni- disse con voce decisa battendo sulla pergamena e questa si animò rivelando ogni aula, ogni corridoio ogni angolo del magico castello e tutti, ma proprio tutti quelli che vi risiedevano.
Eltamin rimase prima stupita poi ritornò in se, Lily, doveva trovare Lily.
Guardò prima in sala grande scorrendo uno a uno tutti i compagni di casa seduti alla tavola dei serpeverde, osservò il campo di quidditch, dove solo due nomi si scorgevano: James S. Potter e Scorpius H. Malfoy. Eltamin sorrise, l’aveva convinto a volare per stemperare la rabbia, rituffandosi subito dopo alla lettura della pergamena.
Guardò le aule, gli anditi, le torri e infine le sue iridi azzurre si posarono sulla grande barca ormeggiata nel lago nero e lì, proprio dove sapeva esserci il prato si formarono due parole che le mozzarono il fiato:
Lily. L. Potter e Sergey Pavlov.

**
Intanto in sala Grande...
La sala era deserta quella domenica mattina, gli studenti avevano preferito poltrire nei loro letti piuttosto che alzarsi a fare colazione.
Hermione, però non volle mancare nonostante non fosse più un’alunna, l’atmosfera della sala grande la faceva tornare bambina. Ricordava, tutte le volte che si era seduta nel tavolo dove ora stava Albus, intento a parlottare con la figlia di Neville che era visibilmente felice delle attenzioni che il più piccolo dei Potter le riservava. Sorrise girando appena il capo, osservando Hagrid parlottare con l’insegnante di babbanologia e accorgersi subito dopo del suo sguardo invitandola a sedersi tra loro. Hermione non si fece pregare, si sedette e sorrise.
 Sorrise sempre, ai suoi ex professori, alla preside, agli alunni, sorrise perfino a Gazza fino a quando qualcuno non occupò il posto di Neville, sceso per controllare che sua figlia non fosse tanto vicina al figlio di Harry Potter.
In quel momento il sorriso le si spense e fu soprafata dall’imbarazzo.
-Emione, tanto tempo non vedere te- disse Victor Krum, scostando la sedia e accomodandosi sotto lo sguardo attento degli altri insegnanti.
-trovo bene- disse sorridendo – sempre bella, bellissima- disse guardandole prima il viso, poi il resto del corpo e questo sguardo per nulla casta la mise a disagio tanto da portare una mano sul ventre.
-non sapevo tu essere insegnante- ammise il bulgaro afferrando un pezzo di pane imburrandolo con infinita lentezza.
-io- sbiaccicò la Granger, venendo interrotta subito dopo.
-tu essere sempre stata intelligente, troppo intelligente- ricordò scoccandole uno sguardo indagatore.
-tu sempre perfetta-disse ancora.
-Victor- riuscì finalmente a dire la Granger.
-la perfezione non esiste- disse con decisione.
Il bulgaro rise, aggiungendo al suo pezzo di pane imburrato un leggero velo di confettura all’albicocca.
-oh, si che esiste-, enunciò tranquillo il preside di Durmstrang.
-tu sei perfezione- Hermione boccheggiò incredula.
-Victor stai...- esagerando, questo voleva dirgli Hermione ma non riuscì a terminare la frase.
-credo che stia esagerando- disse una voce chiara e non ancora marcata, un ragazzo non ancora uomo.
Victor Krum sollevò le irridi scure incrociando quelle grigie del ragazzino che senza alcuna paura lo guardava dall’alto in basso.
-tu chi sei-chiese il preside di Durmstrang.
-questo non è importante- replicò il giovane, assottigliando lo sguardo osservando l’energumeno che aveva di fronte.
Krum sorrise addentando il pezzo di pane e guardando con un sorrisino beffardo il giovane che non levava gli occhi di dosso all’ex cacciatore della Bulgaria.
-credo sia importante, ragazzo- disse Krum.
-tu non puoi venire a interrompere discorso tra me signorina-disse ancora Krum.
Hermione si girò di scatto, guardando torvo Victor e il ragazzo ghignò.
-sa signor Krum-, disse senza vergogna. – la signorina in questione, in realtà è mia madre ed io sto facendo un’opera di bene- ammise Anthares.
-mio padre, se la vedesse seduto al suo fianco, non esiterebbe a far scoppiare la terza guerra magica e lo capisce anche lei, non avrebbe speranze contro un Malfoy-
Finì il giovane corvonero.
-Anthares – lo rimproverò sua madre – da quando minacci, chiedi scusa-disse Hermione vergognandosi un poco per l’imbarazzante situazione e fu felice nel notare che pochissimi erano gli alunni ancora presenti in sala e che nessuno era girato verso il tavolo degli insegnanti.
Krum era come stordito.
-sei moglie di Malfoy- chiese il bulgaro poggiando il pane imburrato.
-Si- rispose Hermione volgendo lo sguardo al suo primo ragazzo, il primo che le aveva rubato un bacio.
-pensavo sposavi il rosso-disse Krum, spaesato per quella rivelazione, sconcertato.
-no, ha notevolmente raffinato i gusti- disse Draco Malfoy avvicinandosi con passo elegante a sua moglie, sfiorandole delicatamente le labbra.
-Anthares-disse- dov’è tuo fratello?- chiese Draco.
-James è venuto alla torre e sono andati a farsi un giro sulle scope- rispose il giovane avvicinandosi al tavolo senza togliere gli occhi di dosso a Krum.
-Eltamin?- chiese ancora Draco Malfoy.
-Non l’ho vista- ammise.
-hai mangiato?- domandò ancora suo padre.
-si- rispose ancora il ragazzino sotto gli occhi attenti di suo padre, che sorrise notando la gelosia del piccolo nei confronti di sua madre.
-mamma- disse infine – ti va di fare una passeggiata- sempre che non ti stanchi, sai la gravidanza-buttò lì il corvonero, increspando leggermente le labbra.
Hermione rimase spiazzata e divenne anche un poco rossa.
-sei incinta- disse la professoressa McGranitt risedendosi al suo posto
-si gemelli- ammise orgoglioso Draco, facendo impallidire la donna e ridere divertito il professor Lumacorno che alzò il calice all’indirizzo del suo ex alunno.
-Non ce che dire ragazzo, sei proprio come tuo nonno-disse ancora il vecchio professore di Pozioni
Draco rise divertito e Hermione si sentì le gote come un peperone.
-mamma- la incitò Anthares.
-si meglio che esco a prendere una boccata d’aria- disse Hermione, congedandosi dalla sala e baciando suo marito.
-Questa me la paghi- disse avvicinandosi all’orecchio del pozionista, che mantenne la maschera imperturbabile di sempre.
***
Eltamin corse senza mai guardarsi indietro, preoccupata, anzi disperata.
Non sapeva cosa avesse spinto la sua amica fino alla nave di Durmstrang, non sapeva cosa stesse facendo e perché, anzi quello lo sapeva.
Disperazione, solo quello poteva averla spinta fino al lago nero.
Eltamin non smise di correre, dopo aver superato il sentiero scendendo giù per la collina li vide due puntini che si fronteggiavano.
Prese a correre più veloce, notando altre due figure che risalivano dall’altro sentiero, quello che risaliva dal campo di quidditch.
Era arrivata, ormai sentiva le urla tra Lily e Sergey.
-Rossa- disse Sergey con quell’irrisorio sorriso sulle labbra.
-non capisco perché tu essere tanto arrabbiata con me- la canzonò l’allievo di Durmstrang.
-se tuo fidanzato geloso. Dovresti ringraziare me- ammise ammiccando, il biondo.
Lily era un maschera d’ira, non si accorse nemmeno dell’arrivo in contemporanea di Scorpius, James e Eltamin.
-brutto coglione- disse la rossa, mentre Eltamin spalancava la bocca osservando Scorpius e stringere la bacchetta e James trattenerlo a stento.
-Se tu non avessi fatto il coglione in sala grande, lui non sarebbe geloso, noi non avremmo litigato- urlò ancora Lily.
-sai rossa sei troppo divertente – ripeté Sergey ridendo
-Tu, sei solo un pallone gonfiato. Un coglione che non pensa a quello che fa-disse ancora la rossa
-o tu spezzi mio cuore- fece con fare drammatico l’allievo di Durmstrang
-io ti spacco la faccia brutto imbecille- enunciò con rabbia Lily, mentre Eltamin avanzò a passo deciso verso l'amica
-se lui mi lascia io ti uccido a mani nude-disse ancora la Potter sentendosi prendere un attimo dopo per un braccio.
-e vuoi passare tutta tua vita dentro carcere, senza più uscire, andare a feste, fare amore. Rinunceresti a tutto questo per uccidere me-
-senza Scorpius, la mia vita sarebbe vuota- Disse trattenendo a stento le lacrime, liberandosi dalla stretta di Eltamin e puntando la bacchetta nella giugulare del russo.
-è tutta colpa tua e della tua recita. Tu !viscido, borioso, deficiente- disse con astio la rossa.
-per colpa tua, lui non mi rivolge più la parola-
-rossa nessuno ti ha obbligato a prendere fiore- Lily impallidì.
-bastardo- disse schiaffeggiandolo con foga mentre Eltamin non riusciva più a trattenerla.
-mi hai colto alla sprovvista-
-dite tutte così- rispose Sergey insinuando che Lily fosse una delle tante sciacquette che evidentemente attorniavano il Russo.
Lily assottiglio lo sguardo odio, rabbia rancore.
-Cru...-
-vieni Lily- disse Scorpius afferrandola per un braccio e trascinandola via da quel deficiente.
-visto rossa, ti ho riportato il fidanzato- disse ancora Sergey, sfidando ancora una volta la pazienza ormai al limite di Scorpius che aveva assistito alla scena.
-stupeficium- urlò Scorpius, sbottando finalmente.
-Protego- dissero in contemporanea James e Eltamin.
Scorpius ghignò all’indirizzo di Sergey.
-ringrazia che in loro scorra sangue grifondoro, perché se era per me, eri già morto- enunciò il corvonero stringendo la sua fidanzata che ora singhiozzava tra le sue braccia.
-scusa , io, non volevo- disse Lily tra un singhiozzo e l’altro.
-lui, io ho sbagliato so che no mi perdonerai- Scorpius la strinse ancora più forte.
-morirei senza te, amore mio- rispose Scorpius e finalmente gli occhi grigi del biondo s’incatenarono a quelli della sua futura sposa.
-scusa- disse ancora la rossa cercando di asciugare le lacrime che copiose scendevano dai suoi occhi.
-scuse accettate- disse baciandola davanti al portone del castello.
Ma entrambi sapevano che i giochi non erano conclusi Sergey avrebbe pagato l’affronto, nessuno osa umiliare un Malfoy.

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