mercoledì 20 giugno 2012

Sono Solo Parole 10 cap.




Ma le sento un po’ mie le paure che hai.
La stanza patronale, che Lily da quel giorno avrebbe condiviso con Scorpius, era avvolta dalla luce calda del sole.
Albus, suo fratello, la teneva tra le braccia cercando di consolare il suo pianto straziante.
Si sentiva sbagliata e in colpa Lily, per tutte le persone che avrebbero sofferto per le sue azioni: Rose, i suoi genitori, i nonni, i suoi zii.
Aveva distrutto tutto per soddisfare le sue pulsioni. Aveva pensato che poteva togliersi lo sfizio di una notte di passione con Scorpius. Le notti però, si erano duplicate all’infinito e non seppe più fermarsi. Certe sere evitava di guardarsi allo specchio per non farsi altre promesse che puntualmente avrebbe mancato la mattina dopo. Si era innamorata di un uomo che era di un’altra donna. Era rimasta incinta e ora glielo portava via.
Era una cattiva ragazza. Chissà che cosa avrebbe detto sua nonna Molly appena avrebbe saputo. Nemmeno sua madre o suo padre avrebbe osato difenderla.
-         Lily ora calmati, respira – disse Albus mantenendo il suo tono pacato.
-         Non ci riesco – rispose la ragazza non riuscendo a trattenere i singhiozzi – mi sento sporca... –.
-         Basta Lily ormai il matrimonio è andato. Devi pensare a te, ad Anthares, a Scorpius... - aggiunse.
-         Certo Albus, come no! Devo proprio pensare a lui ora- disse con un tono di voce stridulo. - Non mi vuole, no gli frega un fico secco di me- aggiunse tristemente. – sono qui solo perché vuole che suo figlio cresca al Manor, com’è tradizione –.
-         Io per lui sono solo un soprammobile che si accompagna ad Anthares. Me lo merito, lo sai? Merito questo trattamento. Questa è la punizione per essermi intrufolata nella sua vita- disse Lily sollevando appena il viso per guardare così suo fratello negli occhi.
-         Smettila Lily, tu non ti sei intrufolata. Lui ti ha fatto entrare- disse Albus. Solo tu sei entrata – ribadì.
-         Certo, convinciti di questo. Almeno tu datti una spiegazione delle mie idee strampalate – concluse la ragazza.
-         Mi sono fatta usare come una stupida. Mi sono innamorata di lui, alla fine mi sono arresa. Avevo resistito sai- disse Lily ricordando gli anni passati. - Non volevo dargliela vinta. Volevo dimostrargli che lui non era l’unico uomo nel Mondo Magico, che non tutte gli cadevano ai piedi, io non sarei caduta ai suoi piedi. Invece... -
-         Invece, siete due autentici testoni che non riescono a vedere più in la del proprio naso. Sfuggite alla realtà, all’ovvio pur avendolo davanti agli occhi –.
-         E cosa consiste per te la realtà Albus, cosa non riuscirei a vedere? – domandò Lily.
-         Non riesci a vedere che anche lui ti vuole, ti ha sempre voluto-.
-         Certo come no – rispose sbuffando la ragazza, staccandosi dal fratello e alzandosi per chiudere le tende.
Il sole le dava i nervi quella mattina, gli uccellini canticchiavano felici e lei non lo era.
Chissà quando lo sarebbe stata di nuovo.
-         Dovreste parlare, sedervi a un tavolo e spiegarvi – disse Albus, mostrando ancora una volta la sua natura saggia. Lily sorrise sarcastica voltandosi ancora una volta verso il fratello che ancora stava seduto sul letto.
-         Certo già me la immagino la scena in cui io e Scorpius Malfoy parliamo.
-         Albus – lo richiamò - tu ci conosci bene, al massimo noi due battibecchiamo o... – Lily lasciò la frase in sospeso.
“facciamo l’amore “
-         Avete fatto anche altro e quindi ora mi aspetto da te un segno di maturità Lily – le disse il fratello.
-         Parla con lui. Cerca di fargli capire cosa provi –
-         Albus mi stai chiedendo di umiliarmi ?-
-         No ti sto solo spingendo a prendere in mano la tua vita. Basta scappare, basta litigi, vivi Lily e fatti amare. Il resto lascialo alle spalle –.
-         Lily guardò suo fratello alzarsi dal letto e venirgli incontro. Albus posò un bacio sulla tempia della ragazza e senza aggiungere altro uscì lasciandola sola con i suoi pensieri.

***

James camminò lungo il viale che dal piccolo cancello portava all’ingresso della villetta color ocra. Andromeda aprì la porta d’ingresso allarmata dall’allarme babbano.
Rimase immobile, con gli occhi sgranati nel trovarsi di fronte i Potter, mancava solo Albus.
-         Harry , Ginny – disse ritrovando le parole dopo lo stupore iniziale – a cosa debbo la vostra visita –
I coniugi Potter non parlarono, rimasero zitti osservando la donna . Molteplici pensieri si concretizzarono nelle loro menti.
“ perché mi hai mentito Andromeda, perché non i hai detto che nascondevi Lily” Pensò Harry Potter.
“ cosa hai in più di me, perché mia figlia ha scelto te e non sua madre per confidarsi. Perché? “ si domandava Ginny.
-         Andromeda – la interruppe James, - evita questi falsi convenevoli – disse con astio il giovane auror, irrigidendo con le sue parole l’anziana strega.
-         Siamo qui per prendere il tuo camino per recarci da Lily al manor dei Malfoy – finì James. Superando suo padre e sua madre che si erano come piantati nel bel mezzo del piccolo sentiero.
Andromeda abbassò il capo e si spostò di lato per far passare il giovane.  Poco dopo, anche Harry Potter e sua moglie Ginny la superarono, dopo averla guardata in faccia sdegnati.
 Andromeda si richiuse il portone di casa alle spalle , indicando la strada  che portava alla sala da pranzo, dove ai tre avrebbero poi preso la via del manor.
Nessuno parlava, tra tutti era calato un imbarazzante silenzio.
-         Io non volevo –
-         Lascai perdere – replicò Harry intuendo l’intendo della vecchia strega.
-         Non è importante – concluse l’auror.
-         Non lo sarà per te Harry lo aggredì sua moglie –
-         Vorrei sapere per quale motivo non mi hai informato del fatto che mia figlia stava da te- credevo fosse morta. Nessuno riusciva a trovare un indizio – urlò Ginny buttando fuori tutta la rabbia , la frustrazione accumulata in quei mesi.
-         Ginny smettila- cercò di calmarla il capo auror.
-         No Harry ha ragione, avrei dovuto informarvi. Avrei dovuto capire che momento tragico stavi vivendo Ginevra. So come ti sei sentita, lo so perché io l’ho persa una figlia – disse sollevando lo sguardo verso la figlia di Molly.
-         Ma avevo promesso a Lily che nessuno della sua famiglia sarebbe stato informato della sua permanenza nella mia casa. Io ho promesso. L‘ho protetta e coccolata, ho cercato di farle , da madre , da amica da confidente. Sperando che non lasciasse questa casa.  Lei non mi ha mai confessato nulla, ne perché era scappata, lo scoprii con il tempo. Vedendo il suo corpo cambiare. Non mi ha detto chi fosse il padre e non ,lo chiesi. Quando stette male, l’unica cosa che disse prima di svenire fu di aiutarla ,ma di non chiamarvi.
-          Sbagliai ancora, stetti alle sue regole e chiamai mia sorella.
-         Narcissa Black ?-
-         Si è lei che ha fatto nascere Anthares è una medimago, al momento mi sembrava una bella idea. Ignoravo che Scorpius fosse-
-         Non nominare quel verme –urlò James, ghiacciando i presenti.
Andromeda distolse lo sguardo dal giovane auror che livido in volto respirava a fatica cercando di calmarsi.
-         Dovete ascoltarla,- aggiunse Andromeda – ti prego Ginny non abbandonare tua figlia – aggiunse.
Ginny spalancò la bocca, incredula.
“ Che idea si era fatta quella donna di lei, perché le chiedeva questo.”
“ Lily? Oddio, Lily aveva paura che non la volessero più,  che si vergognassero, la emarginassero...”.
-         Sono una madre imperfetta – disse la Weasley – mia figlia non si fida abbastanza di me da confessarmi il suo amore per un uomo . ma non l’avrei maia abbandonata. Mai Andromeda –
-         Non devi spiegarlo a me cara – disse la vecchia strega. – Va da lei, parlale, dille che la ami. Ha bisogno di te, ha sempre avuto bisogno di te – disse abbracciando la signora Potter.
Ginny capì, tra le braccia della signora Tonks, il perché sua figlia fosse andata dalla donna.
Quella donna aveva sofferto tanto nella sua vita: aveva perso la famiglia natia per stupide credenze, suo marito e sua figlia per la guerra . Non le era rimasto nulla, tranne un nipote che dopo essere cresciuto, si era fatto una vita altrove. Nonostante questo, Andromeda era ancora piena d’amore.
-         Grazie Andromeda. Grazie per aver accudito la mia piccola Lily – disse Ginny stretta nell’abbraccio della donna.
***

Albus era sceso nell’atrio del grande Manor , i Malfoy sembrava si fossero volatilizzati.
Per caso incrociò Astoria che  scappo non appena il giovane legismago si avvicinò.
-Non prendertela – disse Draco notando lo sconforto nel viso del giovane Potter.
-Mia moglie preferisce tua cugina Rose a Lily – Albus si girò di scatto verso la piccola porta che portava al laboratorio, porta dalla quale Draco Malfoy gli stava parlando.
- Il resto della famiglia – aggiunse piatto – è estasiato dalla nuova novella –
Albus assottigliò lo sguardo cercando di scrutare nell’uomo il solito ghigno irrisorio, non lo trovò.
-Unico inconveniente sta nel fatto che questa non è per noi una bella pubblicità – disse mesto Draco.
- Le nozze annullate, quella testona che si rifiuta di sposarlo, il piccolo che ancora non è registrato all’anagrafe – aggiunse il capo del dipartimento di Pozioni.
-Che cosa vuole che faccia ?- chiese Albus.
Draco ghignò, quello era tra i figli maschi di Harry Potter, il più sveglio.
-         Convincila a sposare Scorpius e vai a parlare con lui. Dopo che è sceso si è preso il bambino e non è più uscito dallo studio. Solo tu ci sai trattare, a volte è peggio di mio padre e me mescolati insieme – disse Draco prima di rientrare nella porta mezzo nascosta nell’atrio, che conduceva al suo laboratorio privato.
Albus lo guardò scomparire e infine, si incamminò nella stanza indicatagli da Draco Malfoy. Bussò  e non aspettando risposta, entrò nel grande studio. Scorpius seduto sulla poltrona, teneva suo figlio tra le braccia che giocava con le sue mani. Sorrise osservando la scena e non badò agli occhi adamantini del suo migliore amico puntati su di lui.
- Che vuoi? - chiese scontroso Scorpius.
- Dobbiamo parlare – disse Albus cercando di rimanere pacato.
- Ora sono impegnato Potter- replicò stizzito Scorpius, volgendo nuovamente il suo sguardo su suo figlio.
- Non essere stupido Scorpius. Fa portare il piccolo a Lily, credo sia ora per lui di mangiare – concluse Albus.
- Ora ti intendi anche di neonati – replicò stizzito il pozionista.
-         No -. Rispose Albus , - ma non ci vuole poi molto a capire che ha fame. Basta guardare in che modo succhia il tuo dito, sperando che da un momento all’altro coli un poco di latte –
Scorpius sgranò gli occhi alzandosi di scatto.
“Cavolo! Suo figlio aveva fame e lui non c’aveva nemmeno pensato, pensando stesse giocando. “
-         Nonna – urlò e come attendesse dietro la porta – Narcissa Black fece il suo regale ingresso.
-         Credo che Anthares abbia fame – disse Scorpius . La donna gli lanciò uno sguardo di rimprovero e prese il bambino.
-         Ora ti porto dalla mamma -  lo rassicurò Narcissa, sorridendo al pronipote e scomparendo in un attimo dalla stanza.
-         Scorpius- lo richiamò Albus subito dopo che lady Narcissa uscì con suo nipote Anthares.
-         Che intendi fare?- chiese il legismago.
Scorpius sbuffò dirigendosi nel mobile bar versandosi un bicchiere di buon vino elfico.
-         Te l’ offrire – disse Scorpius- se ci trovassimo in un’altra situazione . Ma so per certo, che non hai alcuna voglia di festeggiarmi perché sono diventato padre – finì Scorpius.
Albus ci rimase malissimo per le parole del suo migliore amico. lui credeva che non era felice per lui, che non sapeva che amava sua sorella. Era convinto che come lei, anche lui non vedesse un futuro tra loro o peggio ancora che l’unica cosa che li legava era Anthares.
Il legismago strinse le mascelle non appena si rese conto di ciò che il suo amico aveva insinuato, fece alcuni passi raggiungendolo alle spalle. Lo scansò con rabbia e anche lui prese un bicchiere versandosi una cospicua dose di vino elfico.
-         Brindo a te – disse ancora visibilmente irritato – che oggi sei diventato padre, auspicando che un giorno, spero vicino, riesca a parlare e chiedere il parere di chi ti sta attorno, invece che continuare a fare supposizioni spagliate – concluse Albus buttando giù l’intero contenuto del bicchiere. La gola bruciò infiammando il volto del legismago.
Scorpius lo guardò stranito, bere tutto in un sorso il vino.  Attese  l’imprecazione dell’amico che arrivò immediata.
-         Dannazione Malfoy! Che diammine è questo intruglio, sembra fatto da troll – disse Albus sputacchiando perdendo così il suo proverbiale salvoir faire .
Scorpius rise.
-         Come al solito Potter non capisci nulla – replicò.
I due si guardarono negli occhi prima di ridere come due pazzi, Albus gli diede due vigorose pacche sulla spalla e Scorpius continuò a sorridere.
In un giorno la sua vita era cambiata.
-         Scorpius -disse Albus  tornado finalmente serio.
-         Dille cosa provi per lei o la perderai-
-         L’ho già persa – rispose mesto – se non fosse stato per il libro delle nascite, non l’avrei mai trovata, non avrei mai saputo di Anthares. Lei Albus non mi vuole, ancora non riesco a capire come ho fatto a non stancarsi di me in questo anno – aggiunse mestamente il giovane pozionista.
Albus scosse il capo.
- Già chiediti come ha fatto a non stancarsi di te e poi aggiungi perché non ti sei stancato di lei. La risposta alla seconda domanda è uguale alla prima- concluse Albus.
- Vorrei crederti. Non sai quanto vorrei crederti amico mio – disse Scorpius.
Albus alzò gli occhi al cielo. Quei due erano più testardi di un troll di montagna.




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