domenica 26 febbraio 2012

La Regina di Ghiaccio.52


52-Bianco come un fantasma, irritato come un ippogrifo.


Due ragazzi avvolti in neri mantelli correvano lungo il prato lasciandosi alle spalle l’imponente castello, ridevano tenendosi per mano, incuranti di essere visti.
Arrivati davanti al platano picchiatore, James si stacco da Eltamin e si stese a terra, arrivò strisciando fino alla corteccia del grande e imponente albero e tastò un punto bel definito, un pulsante, bloccando i rami impazziti che cercavano di colpirlo.
James si sollevò sulle gambe e protrasse la mano verso Eltamin che la prese subito dopo.
-andiamo amore- disse il moro con un sorriso sghembo sul viso.
-sei sempre sicura, giusto Eltamin?- disse ancora
-certo- rispose lei fiera.
-sai questa risulta, la casa più infestata di spiriti del Gran Bretagna-enunciò tronfio il grifondoro con un sorriso furbo sul viso
-cretinate- rispose la Serpeverde per nulla scossa da quella notizia.
-è scritto in storia di Hogwarts- disse James percorrendo il lungo cunicolo buio fino ad arrivare alla porta di legno della casa.
-si quella di un ventennio fa, Potter- rispose spiccia Eltamin.
-leggi troppo Malfoy- rispose offeso.
-No non mi faccio fregare da te-replicò lei. Superandolo e aprendo infine la stanza.
-va bene non credi alle storie di fantasmi, ma questa casa non è certo celebre per qualcosa di buono-James si bloccò all’improvviso notando la stanza completamente linda e pulita ricoperta di cuscini sulle tonalità del rosso.
-sorpreso Potter- disse la serpeverde.
-chi è che...-
-ma come una pergamena che ti mostra i movimenti di tutti gli studenti e tu non sai chi viene qui?-
-No- rispose offeso.
-chi ti ci ha portato?- disse freddo, girandosi dalla parte opposta rispetto a quella dove un’accigliata Eltamin lo squadrava.
-nessuno Potter- rispose con astio
-pensavo avessi capito che sei stato il primo e l’unico- disse gelida mentre lui si girò di scatto e la ragazza non riuscì a fare altro che dedicargli uno sguardo truce e astioso.
-allora come sapevi che era così- rispose lui, aprendo le braccia indicando l’ambiente in cui ora si trovavano.
Stavano litigando, un’ottima cosa per finire la serata pensarono entrambi senza dirlo.
-Lily- disse, - me l’ha detto Lily. Scorpius l’ha portata qui una volta- Urlò offesa Eltamin, sbuffando subito dopo aver incrociato le braccia sotto il seno.
-tuo fratello ha il gusto dell’orrido- disse James sedendosi a terra, incazzato ma con un peso in meno sullo stomaco. Nessuno aveva osato portare la fidanzata in quel luogo.
-sai, dovrei essere io, quell’offesa; non tu-rimarcò la Malfoy.
-bah- rispose il grifondoro stendendosi sui cuscini portandone uno sul viso, celandolo così all’occhio attento della ragazza.
-quello è il punto dove Nagini ha morso il collo di Piton-, disse Eltamin, con l’intento di spaventare il ragazzo; cosa che le riuscì perché James, fece un salto ed Eltamin li rise in faccia divertita.
-è sotto, cretino- disse ancora.
-non si scherza su queste cose...- rispose il ragazzo.
-se avevi paura, Potter. Avresti dovuto evitare di fare questa scommessa. Dovresti saperlo che a me piace il macabro – disse ancora la bionda, sedendosi anche lei sui cuscini.
James la guardò di sbieco, buttandola poi su di essi.
-ora avrai paura Malfoy- disse il moro incominciando a fare il solletico alla ragazza che si dimenava tra risate e suppliche.
-ti prego...ti prego...-diceva Eltamin
-chi è il fifone Malfoy...- la rimbeccò il Grifondoro
-Tu- diceva ancora lei mentre si muoveva disperata cercando si sfuggire al moro che si divertiva a farle il solletico.
-sbagliato Malfoy- disse ancora James
-di prego, Jamie- lo supplicò lei.
-brava pregami...- disse lui con un sorriso continuando a farle il solletico sentendo la pelle calda della sua donna sotto le sue mani, inebriandosi del suo bel profumo.
-Jamie...Jamie...-continuò a dire la ragazza
-poi...- chiese il moro.
-Non sei fifone- disse infine e il moro scivolò da quella posizione sovrastante e si stese accanto alla bionda che si tranquillizzò un poco.
La attirò a se stringendola tra le sue braccia prepotentemente.
-immaginarti qui con un altro che non fossi io, mi ha mandato in tilt il cervello- ammise.
Eltamin, sorrise soddisfatta, ma lui non la vide.
-ho paura di perderti...che tu rinsavisca all’improvviso e ...
-e sei stanco Potter- lo interruppe Eltamin
-infatti stai dicendo cose assurde – rispose la bionda rigirandosi tra le braccia del moro e baciandolo sulle labbra. Un tocco leggero e dolce.
-Buona notte amore mio- disse la bionda e lui rise.
-Buona notte mia regina- disse infine abbandonandosi infine a morfeo.
**
La luce calda e fastidiosa filtrava dalle tende ingiallite e strappate su più punti, svegliandoli piano.
-James- disse Eltamin con voce roca -che ore sono?- chiese, cercando di divincolarsi dalla presa ferrea del moro.
-presto amore...- rispose James con la voce impastata dal sonno – hai un’ora buca oggi- disse il ragazzo, rigirandosi tra i cuscini accarezzando il ventre piatto e caldo della bionda.
-James- urlò Eltamin sedendosi di scatto sul letto con il fiato corto e la salivazione azzerata.
 - il corso di pozioni- urlò ancora la ragazza, agitandosi al solo pensiero di arrivare in ritardo alla prima lezione di suo padre al castello.
-merda! –disse James, ridestandosi all’improvviso.
-ci uccide- aggiunse Eltamin.
Si rivestirono in un lampo raccattando tutte le loro cose, dimenticandone un’importantissima sotto i cuscini e scambiandosi le cravatte senza rendersene nemmeno conto.
 Ripresero il tunnel tetro, sbucando dal passaggio segreto celato sotto la corteccia dell’albero e corsero nascosti dalla coltre di nebbia, che quella mattina avvolgeva il grande Castello. Superarono la collina, si lasciarono alle spalle la casa del professore di Cura delle creature magiche, arrivando fino al piazzale e infine aprirono la grande porta dell’ingresso.
Cercarono di riprendere fiato dalla lunga corsa, mentre l’orologio suonava le otto precise.
La colazione era saltata ora dovevano correre ancora, giù nei bui sotterranei nella vecchia aula di pozioni, quella che tanto tempo prima vedeva scontrarsi i loro padri sotto lo sguardo attento dell’allora professor Piton.
Corsero, incuranti di tutto e tutti, più velocemente che potevano.
Entrarono senza bussare , con le facce accaldate e i capelli sconvolti e il cuore che inesorabile martellava come un ossesso.
Tutta la classe si girò appena sentirono la porta aprirsi e si bloccarono a guardarli strabuzzando gli occhi, increduli, appena notarono le loro mani ancora intrecciata l’una all’altre.
Eltamin cercò di slegarle ma James la strinse con forza, incurante degli sguardi stupiti, schifati e astiosi dei compagni.
Beandosi di scaturire in loro quelle emozioni, felice di mostrare a tutti che lei era la sua e di nessun altro.
Sorrise ancora, rendendosi conto che di Draco Malfoy non vi era ombra, si erano salvati.
Incredibile.
Insperato solo pochi attimi prima pensavano di essere finiti, invece, il professore non era ancora arrivato.
Avanzarono lentamente senza guardare nessuno, arrivando quasi fino alla cattedra.
-100 punti in meno a entrambi per il ritardo- la voce di Draco arrivò come una secchiata di acqua gelata e scossi da quella frase slegarono le loro mani.
- Potter! mettiti qui- disse superandolo e indicando un banco accanto alla cattedra, James obbedì senza fiatare sotto lo sguardo attento dei compagni soprattutto quello di Wallace che lo guardava con occhi sbarrati.
-Malfoy- disse Draco, infine, sollevando lo sguardo sulla figlia, sbiancando come un cencio, squadrandola dall’alto in basso assumendo poi un’espressione schifata.
-si levi immediatamente quella cravatta dal collo- stava urlando, come non mai.
Eltamin stava per replicare, offesa da quel trattamento poi, abbassando subito lo sguardo su di se osservò la sua camicia e la cravatta rosso-oro che stava legata al collo.
Trattenne uno strillò, schifandosi lei stessa di aver quell’indumento sopra di se. Ti tolse la cravatta con mani tremanti, non osando nemmeno sollevare lo sguardo su suo padre che sapeva ora al limite della sopportazione.
James sbuffò, sia per il gesto nervoso di Eltamin, sia per lo sguardo truce con cui ora Draco la scrutava.
-Neanche fosse – disse il grifondoro, sussurrando appena, risultando  però sufficientemente udibile dal professore che li stava accanto, visto il silenzio di tomba in cui l’aula era sprofondata.
-ha detto qualcosa Potter- ribadì con voce dura il professore di pozioni guardandolo con espressione vitrea girandosi verso il moro.
Gli occhi di Draco Malfoy, gelidi e freddi lo scrutavano, sembrava che fosse sul punto di scoppiare come il giorno prima alla festa di fidanzamento di Lily e Scorpius.
Quello, in cui li aveva tirato un destro sul naso.
Teso come una corda di violino, pensò il grifondoro.
-si- rispose James, infischiandosene di tutto, infischiandosene di essere davanti a una platea che non conosceva né lui, né suo padrino. Infischiandosene che Draco, in quel momento fosse il professore e non solo il padre della sua fidanzata.
Draco lo inceneri con lo sguardo, mentre tutta la classe guardava prima James poi il professor Malfoy, come se stessero assistendo a una partita a tennis.
-è solo una cravatta- rispose senza abbassare lo sguardo.
 Azzurro e grigio si sfidavano ancora.
Nemmeno una mosca volava, nessuno osava fiatare.
Nessuno, solo un coraggioso Grifondoro.
Stupido e coraggioso grifondoro, pensava Eltamin.
-Quando suo nipote vestirà quei colori che farà?- chiese James trattenendo un sorriso, continuando a guardare dritto Draco.
 Scorpius, deglutì sonoramente appena James finì la frase e i compagni osservarono l’espressione del professor Malfoy passare dal bianco cadaverico al verde .
Furibondo!
 Non vi erano altre parole per descrivere in quel momento il professore esterno di pozioni, se avesse potuto, avrebbe urlato e schiantato il grifondoro davanti a se, ma si trattenne.
Oh se si trattenne.
-Potter il fulmine ha bruciato l’unico neurone che aveva nel suo cervello!- disse con astio il Draco Malfoy, sbalordendo tutta la classe.
 -Nessun Malfoy sarà mia smistato a Grifondoro- concluse il professore superandolo.
L’orgoglio dell’antico Casato, pensò Scorpius abbassando il capo.
-Sapevo che i geni del padre erano quelli più potenti...- disse senza vergogna il grifondoro, beccandosi una pappina sulla nuca e uno sguardo di rimprovero della sua fidanzata che divenne rossa.
Non l’avrebbe cruciato ma quell’insinuazione doveva essere punita.
-ahi- disse infine il moro massaggiandosi la parte lesa.
-togliti la cravatta, prima che Salazar resusciti con l’intento di affatturarti quel questo affronto- poi, sollevando di colpo lo sguardo sulla classe disse ancora:
-voi lavorate-urlò ancora incazzato come un ippogrifo.
Tutta la classe abbassò il capo sul calderone prendendo finalmente a lavorare.
 Solo in quel momento, James, notò gli ingredienti nella lavagna osservando con la coda dell’occhio i fumi per pian piano salivano minacciosi dai calderoni del resto della classe, cosa che lo fece ghignare non poco.
-Potter, cosa c’è da ridere- chiese irritato Draco Malfoy.
-non rido professore- si affretto a rispondere James ,abbassando lo sguardo sul suo calderone incidendo con infinita precisione con il suo pugnale d’argento la radice verde marcio.
-pensavo che per la prima lezione proponesse una pozione più complicata che il Veritaserum- enunciò piatto.
-Potter che accidenti dici, questa pozione è difficilissima- disse un concitato Jack Higgs, settimo anno serpeverde sorridendo poi al professore che non lo degnò di mezzo sguardo.
-Nessuno del mio anno l’ha mai fatta; Lumacorno non l’ha nemmeno spiegata. Quindi! evita di vantarti che non è aria – terminò il caposcuola serpeverde abbassando subito la testa.
- Higgs- disse Scorpius – questa pozione è la cosa più stupida che esista sulla faccia della terra. Mia sorella la faceva a dieci anni e James la sa ...-
-Malfoy, credo che ai suoi compagni cosa sua sorella sappia, o non sappia fare, non importi- Eltamin divenne rossa in viso per il solo fatto di essere stata tirata in ballo da Scorpius.
- Quindi- disse rimarcando la frase con decisione,- è pregato di riprendere a lavorare senza blaterare ulteriormente- disse Draco e Scorpius livido come non mai abbassò il capo riprendendo a lavorare.
Aveva deliberatamente offeso suo figlio senza rendersene conto e si sentì uno schifo, ma cercò di non darlo a vedere lui li era il professore e non poteva favorire nessuno.
Le due ore trascorsero tranquille, anche se la maggior parte delle pozioni fu un’autentica schifezza.
Eltamin , fu la prima a finire, poi Scorpius, James e infine Damocles Belby Tassorosso.
-bene- disse Draco rivolgendosi a Damocles Belby. – mi complimento con lei-disse il professore.
Eltamin spalancò la bocca incredula e anche Belby era imbarazzato.
-Professore- lo richiamò Scorpius.
-guardi che è stata Eltamin, la signorina Malfoy a terminare la pozione per prima. Senza nulla togliere a Damocles – aggiunse il Corvonero.
- sa cosa penso signor Malfoy- disse Draco.
-No – rispose di getto Scorpius.
-che sua madre doveva evitare di spronarla a parlare. Lei è irritante- enunciò facendo sogghignare la classe.
Eltamin scosse il capo, preoccupata.
-Lo so – enunciò Scorpius – mio padre lo dice da quando sono finito a Corvonero rompendo la tradizione di famiglia- concluse girandosi di spalle e scomparendo dall’aula. Draco rimase impietrito, non si aspettava una risposta del genere.
Credeva che Scorpius, come sua madre Hermione, non osasse ribattere a un professore. Si divertiva a spronarlo a reagire, prendendolo bonariamente in giro ma la risposta del suo primogenito lo destabilizzò.
Suo figlio credeva di non essere apprezzato da lui, l’aveva ferito ancora.
-Professore- disse Eltamin a voce alta – vorrei rinunciare a questo concorso. Ieri, ha detto che non abbiamo speranze e io...-
-se lo scordi- disse Draco guardando la porta in cui pochi secondi prima era scomparso Scorpius.

-nessuno abbandona il concorso. Nemmeno lei signorina Malfoy-
-per domani, voglio un tema di ottanta centimetri di pergamena sulla pozione fatta in classe- disse rivolto ai tre che erano riusciti nell’intendo di creare un buon veritaserum.
-voi- disse guardando il resto della classe –prendete una boccetta e riempitela con il contenuto creato, oltre al tema voglio una relazione dettagliata su tutto ciò che avete sbagliato con più dimostrazione-
-professore è impossibile-
-Nulla è impossibile- disse Draco Malfoy- ora andate- concluse il professore sedendosi nella cattedra, affranto
James stava raccogliendo le sue cose, celermente
-Potter, fatti un doccia. Puzzi come una donna-.
Disse scocciato mentre passava con ansia una mano sui capelli dorati
 -ringrazia che sono qui al castello come tuo professore- disse ancora
 –perché in un'altra situazione, avresti salutato i tuoi preziosi gioiellini- enunciò atono - e il figlio che tanto speri, non verrebbe mai al mondo- James deglutì buttando le cose alla rinfusa nella sacca.
-Non abbiamo fatto nulla di cui vergognarci- rispose James osservando l’aula vuota.
Draco sollevò lo sguardo, inarcando il sopracciglio.
- per te non è nulla passeggiare a mano presa nei corridoi, dormire fuori dalle vostre stanze. Espulsi sareste espulsi se vi beccavano-
-Ma non ci hanno beccato-ribatté il grifondoro mentre Draco sgranava gli occhi
-sei...- cercò di dire Draco
-cretino?- lo aiutò il moro.
-mai come te- aggiunse.
- queste lezioni non portano a nulla e tu sei molto più bravo e simpatico di quello che hai mostrato in due giorni-
Disse James, prendendo la sacca e uscendo, lasciando Draco Malfoy senza parole.

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