lunedì 25 giugno 2012

che tu sia dannato Cap. 14


 -Una passeggiata a Diagon Alley –
I Parte


(Ringrazio Ylenia, la mia beta, per il valido aiuto e il providenziale sostegno alla realizzazione di questo capitolo).





*****
Erano passati diversi giorni da quando Narcissa Black era rientrata al Manor. Tutto sembrava perfetto: Draco appariva decisamente più sereno e Hermione, nonostante l’imbarazzo iniziale, aveva ripreso a sorridere.
I due giovani avevano ricominciato anche a lavorare nuovamente come un tempo anche se non in ufficio e questo rendeva Hermione molto felice, poiché poteva così rendersi utile e non sentirsi più un peso. Quando l’uomo era costretto ad andare a Londra, la giovane passava il suo tempo con Narcissa, nella quale aveva scoperto una signora estremamente interessante e coinvolgente.
Alla strega più anziana bastava guardare quanto brillavano gli occhi alla sua giovane amica non appena vedeva Draco, e il sorriso radioso  di entrambi per avere la certezza che il suo ritorno era stata un’ottima scelta e aiutava a dimenticare il dolore sordo che sentiva in fondo al cuore.
Forse, in quelle mura sarebbero riecheggiati i vagiti di un piccolo Malfoy. Narcissa ci sperava.
La lady sorrise, volgendo uno sguardo verso la giovane davanti a se: Hermione era vestita con un delicato abito verde menta e l’ormai inseparabile pettinino tra i capelli.
La osservò attentamente mentre sfogliava il libro ma si vedeva chiaramente che non stava minimamente prestando attenzione a quello che aveva sotto i suoi occhi color dell’ambra.
Quella mattina Draco si era recato a Londra di buona mattina perché presto ci sarebbe stato un processo importante.
La ragazza avrebbe voluto seguirlo, ma sapeva anche che Harry non avrebbe acconsentito di farla uscire dal Manor nemmeno se glielo chiedeva in una lingua antica.
-         Signorina Granger – disse Narcissa guardando la giovane seduta sulla panchina di legno di fronte a lei. -Le andrebbe una passeggiata a Diagon Alley?– chiese all’improvviso Narcissa regalando un nuovo scintillio nelle iridi della giovane.
-         Signora Narcissa… – rispose la parte razionale della giovane – Sa che non posso uscire.-
-         Non sarai sola- disse Narcissa - Ci sarò io con te e se Potter non è sicuro, può mandare uno dei suoi. Ce ne sono una decina qui fuori che non fanno altro che guardare le mura del Manor-.
Hermione voleva replicare ma non disse nulla. Sperò però che la lady riuscisse convincere il suo amico: se superavano una semplice passeggiata a Diagon Alley, avrebbe potuto accompagnare Draco al processo, avrebbe potuto riprendere il suo posto allo studio…. Chissà che casino aveva fatto la sua sostituta? E poi per essere onesti la indispettiva non poco che un’altra avesse preso il suo posto.
Chissà com’era? Draco non ne aveva mai accennato. Se non fosse stato per Zabini, non avrebbe saputo nemmeno che c’era una nuova segretaria in studio.
-         Non m’illudo…. – disse Hermione abbassando lo sguardo sul libro.
-         Si fida di me signorina Granger?- disse Narcissa alzandosi in piedi e richiudendo il libro.
-         Io... certo – rispose la ragazza, spaesata dalla domanda.
-         Allora, presto passeggerà al mio fianco a Diagon Alley- disse prima di incamminarsi velocemente lungo il viale che riportava al Manor.
Hermione la vide scomparire oltre la siepe e, subito dopo aver scosso il capo sconsolata, si rimise a leggere. Rimase piacevolmente sorpresa quando solamente un’ora dopo la donna arrivò quasi correndo con le mani strette intorno ad una missiva in cui Harry le affidava una scorta per l’indomani.
-         Come ha fatto? – chiese stupita Hermione – Sono giorni che lo prego di mandarmi in studio! – disse infine un po’ risentita dal tradimento dell’amico.
-         Io…. So come trattare con il suo amico- finì Narcissa distendendo le labbra in un sorriso.
-         Per domani, ha qualche preferenza?- chiese Narcissa.
-         Il Ghirigoro – disse la ragazza sorridendo – Vorrei cercare qualcosa di nuovo- aggiunse.
-         Bene, io voglio una nuova veste e Madama McClan è la migliore in tutto il mondo magico. Credo che ne servirebbe una anche a lei -.
-         A me?- disse stupita la ragazza.
-         Si è dimagrita un bel po’ e avevo intenzione di fare una cena elegante per il compleanno di Draco-.
-         Oddio siamo a giugno??? – disse Hermione, accorgendosi solo in quel momento del tempo che era trascorso fin troppo velocemente.
-         Si mancano alcuni giorni…-
“Potrei comprargli un dono per ringraziarlo del suo sostegno”.
Hermione arrossi.
“ Si farò così “
Narcissa osservò la ragazza a cui si erano imporporate le guance e intuì i suoi pensieri.
“Potrai mentire a te stessa Hermione Granger, ma non a Narcissa Malfoy.”
****
Erano seduti tutti e tre alla tavola imbandita, mentre gli elfi felici servivano loro la cena.
-         Come va in ufficio? – chiese Hermione, iniziando la conversazione.
-         Bene – rispose Draco perplesso per l’interruzione durante la cena. Il ragazzo, con la coda dell’occhio, guardò sua madre che si portava il cucchiaio alla bocca, estraniandosi dalla discussione. Conosceva il protocollo preteso dalla madre per i pasti e sapeva che odiava quando non veniva rispettato.
-         Avete deciso la linea difensiva? - chiese ancora la Granger. Mentre Narcissa alzava gli occhi al cielo. Detestava che si parlasse di lavoro a tavola.
-         Hermione!!!- la richiamò la donna.
Draco dette la sua attenzione su sua madre, temeva che la rigida signora Malfoy, si rivelasse per la prima volta antipatica con la loro ospite.
-         Perché non racconti a Draco cosa faremo domani?-. Hermione divenne rossa.
-         Cosa farete domani? - chiese curioso guardando prima sua madre e poi Hermione che abbassò lo sguardo sul piato. Se avesse potuto si sarebbe nascosta sotto il tavolo.
-         Andiamo a DragonAlley –disse mangiandosi le parole.
-         Cosa?- urlò il biondo.
-         Domani andiamo a Dragon Alley – ripeté Narcissa.
Draco scattò in piedi scostando la sedia dal tavolo, producendo un fastidioso rumore.
-         Impossibile!!!- disse con rabbia.
-         Abbiamo il consenso di Harry Potter- disse Narcissa con tono tranquillo
-         Imbecille!!!- biascicò Draco. Maledendo mentalmente l’Auror.
-         Draco….- disse Narcissa con sguardo truce – …Modera il linguaggio, questa è ancora casa mia e non tollero queste espressioni in mia presenza, tanto più a tavola -.
-         A chi è venuta questa idea brillante?- disse Draco infischiandosene delle parole che sua madre aveva appena detto.
-         A me! – disse sua madre alzandosi a sua volta.
Il biondo scosse il capo e se ne andò, lasciandole sole. Hermione rimase seduta, in silenzio, il suo sguardo ancora puntato verso il vuoto che lui aveva lasciato.
-         Mi è passata la fame- disse Narcissa pulendosi la bocca con la salvietta. -Puoi scusarmi?- disse rivolgendosi alla ragazza che solo in quel momento si voltò a guardare la donna.
-         Certo – rispose Hermione  e in breve tempo si ritrovò sola nella sala da pranzo.
Si alzò dalla tavola ancora imbandita, spolverò con la mano le briciole che le erano cadute sul vestito. Si scusò con gli elfi , rassicurandoli che il cibo era ottimo, ma che purtroppo non avevano fame.
Quando uscì dalla sala da pranzo, Hermione passò accanto allo studio di Draco. La luce era ancora accesa, e ciò significava che il legismago era sveglio e stava lavorando per non pensare.
Avvicinò la mano indecisa se bussare o meno, la sua mano si sollevò da sola e quando di posò sulla maniglia si stupì nel trovarla solo accostata e non chiusa, mostrandole un Draco Malfoy ancora furioso.
-         Hermione? – disse girandosi verso la porta che si era aperta rivelando la donna.
La ragazza fece due passi entrando nella stanza richiudendosi la porta alle spalle.
-         So che pensi…- disse - …Starò attenta, lo giuro!!- aggiunse.- Se qualcosa mi sembrerà pericolosa, ritornerò immediatamente qui- disse Hermione.
-         Non voglio che tu corra dei rischi solo per una passeggiata!- rispose Draco. - So che non potrai stare rinchiusa qui dentro per sempre , ma ...-
-         Te lo giuro Draco starò attenta e poi ci sarà tua madre!!-
-         Ecco ora sono tranquillo !– disse sarcastico.
-         Guarda che è una gran donna… – rispose Hermione – ….Devi avere ...-
-         Ho tutta la fiducia possibile in lei, e solo che non mi sento tranquillo, se vi so entrambe sole e in pericolo. Siete la cosa più importate che ho! - ammise.
Hermione aprì la bocca spiazzata.
“Sono importate per lui. Si preoccupa per me.”
Il cuore di Hermione esultava.
Draco boccheggiò, aveva parlato troppo e rivelato anche di più, ancora una volta si era messo a nudo, da un lato adorava mostrarsi e farsi conoscere da lei, ma dall’altra parte era totalmente spiazzato perché non aveva ancora capito veramente cosa provava a riguardo.
Hermione gli volò letteralmente tra le braccia facendolo barcollare un attimo. Non si era nemmeno resa conto lei, di cosa stava facendo… ma la ragazza socchiuse gli occhi godendosi quell’istante. L’odore di menta, il calore del suo petto, il rumore sordo del cuore che batteva, la sensazione che quelle braccia forti avvolte al suo corpo le dava, ….
-         Vorrei tanto tornare a lavorare al tuo fianco – disse a voce bassa.
-         Anche io ti vorrei con me, ogni minuto della mia vita- ribattè Draco annusando i suoi capelli e gioendo nel vedere ancora una volta il pettinino tra i suoi capelli.
-         La nuova segretaria non è abbastanza interessante ?- chiese preoccupata, di sentir affermare il contrario.
Draco rise.
-         Margaret è molto brava – rispose Draco, - Ma nessuno al mondo può superare Hermione Granger – e lei sorrise.
Draco le sollevò con due dita il viso guardandola negli occhi.
-         E meglio che ora vai a dormire… – disse perdendosi degni occhi scuri di Hermione che facevano fremere il suo cuore.
-         Perché? Io non ho sonno…– il tono usato ricordava quello di una bambina che faceva i capriccetti.

Draco la vide avvicinarsi, ma anche se si era ripromesso di non correre e fare le cose per bene, non capì più nulla quando Hermione sfiorò le sue labbra in un contatto inizialmente delicato.
Al ragazzo sembrò toccare il cielo con un dito: lei aveva preso l’iniziativa, lei gli si era gettata tra le braccia, lei aveva cercato di flirtare, lei lo stava baciando.

Il bacio fu da prima leggero e molto impacciato, poi il ragazzo decise di collaborare e affondando una mano nei ricci della ragazza per sorreggerle la testa dette a quel contatto un’impronta più esigente, passionale.
Voleva che lei avesse almeno un’assaggio del fuoco che gli accendeva.
 “Lo sto baciando, sono stata io a baciarlo. Oddio….”
-Ti prego ora sali in camera tua – dire quelle semplici sette parole gli costò uno sforzo titanico ma se lei non smetteva di accarezzargli la schiena, e non smetteva di accarezzargli il petto con il suo seno, lui rischiava di prenderla sulla sua scrivania, davanti al ritratto di Lucius Malfoy.
- Io...- cercò di dire la ragazza
-Sali Hermione !– alzò la voce Draco.
Hermione annuì triste.
-         Vorrei continuare all’infinito - disse rassicurandola, -ma dobbiamo andarci piano. Lo sai anche tu che è meglio cosi. Non voglio che domani ti penta di ciò che c’è stato tra noi- sostenne Draco, sperando di convincerla.
-         Non mi pentirei…. – rispose sicura guardandolo negli occhi.
-         Hermione!- disse ancora il legismago che non si aspettava quella risposta che minava ancora di più il suo autocontrollo.
-         Vado a dormire papà …– disse la Granger sarcasticamente. Poi, uscì dalla stanza non prima di aver posato un veloce bacio a stampo sulla bocca di Draco.
-         Buona notte Draco, sogni d’oro….. – disse ormai nell’andito.
Il legismago ghignò.
“Questa donna mi farà impazzire se continua così”
“Per la prima volta sono felice di impazzire.”
***

1 commento:

  1. "Vado a dormire papa'" mi fa sbellicare dalle risate :)
    bellissimo capitolo!
    ma alla fine ci vanno a Dragon Alley?
    Lara

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