martedì 20 dicembre 2011

AMICI DI LETTO.


14. l’amore è per sempre….
L’aveva vista andare via, correre lontano da lui e gli si spezzò il cuore nel vederla così. Fragile, vulnerabile e distrutta.
Era rimasto spiazzato dalle sue parole, spiazzato dal sapere che lei sapeva quello che suo padre pensava sul suo conto. Si sentii un verme per non averla difesa, un verme perché aveva evitato di esporsi ancora.
Anche quella sera era rimasto zitto in balia degli eventi, anche quella sera aveva fatto da spettatore alla sua vita.
Non era riuscito, nemmeno quella sera, a dirle che aveva sbagliato tutto che la voleva come non aveva mai voluto nessun’altra.
Quelle parole si erano bloccate in gola, insieme a mille altre, mentre lei sputava fuori tutto il suo odio per lui e la sua famiglia, mentre lei sputava il suo odio per Lucius, suo padre.
Lo meritavano quell’odio, lo sapeva bene Draco. Meritava di essere umiliato e cacciato come essere non desiderabile, ma lui la voleva e ora non sapeva come prendersi nuovamente quella donna.
Quella donna che ormai gli era entrata dentro.
Si sedette a terra nel prato davanti al piccolo ruscello, il luogo che lei le aveva mostrato il suo primo giorno a New York, l’aveva capito quel giorno che quella ragazza era speciale che nessun’altra gli avrebbe mai fatto provare le stesse emozioni, le stesse avventure che aveva vissuto con Hermione. Con nessun’altra donna avrebbe riso come rideva con lei. Hermione era meglio di un’ uomo quando si doveva ridere e scherzare e una donna e che donna, tra le lenzuola.
Aveva perso la donna della sua vita.
Non aveva lottato per lei.
L’aveva davanti per mesi, e come un cieco l’aveva ignorata considerandola solo come l’amica di letto quando facevano sesso e amica del cuore quando si raccontavano davanti a una pizza o un drink come si era svolta la giornata.
E ora l’aveva persa…
Si distese portandosi una mano sul viso, incredulo per tutto quello che era successo, per come tutto si era evoluto. Sembrava ieri che l’aveva convinto a restare nella grande mela, sembravano secoli che la conosceva, invece, non era passato nemmeno un anno.
Uno degli anni più belli della sua vita quando lei era nei paraggi, un inferno quando non la sentiva. Ricordò come un tuffo al cuore il mese in cui lei aveva preso ad uscire con il rosso avvocato.
L’aveva odiata e avrebbe voluto schiacciare il rosso e si rese conto che lui per Hermione era disposto a lottare, doveva riconquistarla.
Qualcuno doveva aiutarlo, doveva spiegarsi, doveva riuscire a parlare e non farsi nuovamente sopraffare dalla parlantina della riccia.
-Ginny- disse alzandosi in piedi di colpo spaventando gli uccellini che beati cercavano tra l’erbetta un verme da mangiare.
Doveva chiamare l’amica pazza di Hermione,
scosse la rubrica fino a trovare la voce “ la rossa amica di Hermy” e chiamò:
-Pronto-disse la donna dall’atra parte del ricevitore.
-Ginny, sono Draco Malfoy l’amico di Herm…-
-è successo qualcosa a Hermy? Sta bene? è viva? Siete ancora a Los Angeles giusto?-
-No- rispose secco. –Abbiamo litigato-aggiunse infine.
-ah- rispose piatta la rossa.
-lei è rientrata ieri a New York-continuò Draco
-ah-
-mi devi aiutare, non vuole più avere a che fare con me- la implorò Draco, un Malfoy che implora non si vedeva da anni suo padre l’avrebbe diseredato solo per questo. Ma di suo padre Draco non si curò più.
-se lei non vuole, io non posso aiutarti-rispose la rossa.
-ti prego- implorò Draco.
-Hermione è testarda se non vuole-
-Io ho bisogno di parlarle-
-chiamala, lascia un messaggio in segreteria-
-ho già fatto tutto, non vuole-
-che le hai fatto? Chiese Ginny infine, così per Draco arrivò il momento di raccontare tutto ed esternare a qualcuno tutte le sue pene d’ amore.
Ginny ascoltò in silenzio, stupendosi anche lei del suo comportamento, normalmente aveva una loquacità assurda tanto che per farla star zitta Hermione, le infilava del cibo ma quel pomeriggio rimase in silenzio ad ascoltare il biondo che stava facendo soffrire la sua amica e che a sua volta soffriva per lei.
-Malfoy- disse riprendendo a parlare dopo quasi due ore di telefonata
-lasciatelo dire; tuo padre è uno stronzo-.
Il biondo rimase perplesso da quella frase, e poi annuì, anche se la sua interlocutrice non l’avrebbe mai visto.
-Lo so- rispose poi. –Mi aiuti- chiese infine.
-Si- disse facendo ritornare il sorriso sul viso tirato del giovane Draco.
***
Hermione da alcuni giorni, dopo essere rientrata dalla vacanza a Los Angeles si era trasferita a casa dei suoi.
La scusa era che nel suo appartamento ci sarebbero dovuti essere dei lavori di manutenzione straordinaria, ma in realtà Hermione scappava da quella casa nella quale lui sarebbe potuto andare a cercarla, in quella casa dove ogni cosa gli ricordava i momenti insieme.
Il divano dove si accoccolavano guardando un film romantico che le piacevano tanto, il tavolo nel quale in una festa dopo essersi scollati litri e litri di birra avevano ballato in biancheria avvinghiati e felici e il letto. Quel letto li aveva visti in ogni posizione e ogni posizione, si proiettava nella mente.
Il suo corpo su quello di Draco, il calore del corpo di Draco, le braccia di Draco, i baci di Draco il sesso con Draco fare l’amore con Draco. Draco stesso non andava via dalla sua mente.
Perché se n’era innamorata. Perché aveva acconsentito a quella cosa. Perché.
-Hermy tesoro- urlò sua madre –scendi c’è Ginny-
Hermione rimase perplessa dalla cosa non aveva detto a nessuno che si trovava a casa dei suoi. Scese piano le scale e quando incontrò gli occhi azzurri dell’amica, le sorrise debolmente, stava cercando di nascondere anche a lei il suo dolore ma per Ginny era un libro aperto.
-vai a vestirti oggi usciamo-
Hermione rimase impallata come una mummia.
-non ne ho molta voglia Ginny ho un cerchio alla testa-
-inventane di migliori, e soprattutto non con me che ti sgamo subito. Ora su, va a prepararti ti aspetto qui-
Hermione non riuscì nemmeno a controbattere, per non destare sospetto, si fece una veloce doccia e infilò l’abito in pizzo che aveva preso con Cassy. Era bello ed elegante, forse troppo per la serata che Ginny le aveva proposto, ma non si era portata molto, quindi dopo essersi messa un po di colore sul viso e nascosto accuratemene le occhiaie, regalo delle lacrime che da gironi sgorgavano dai suoi occhi, scese. La rossa la guardò un attimo sorridendo compiaciuta, Hermione non ci fece caso e finalmente uscirono.
Erano andate al nuovo locale “in” del centro, tutte erano elegantissimi e Hermione fu felice di non essere l’unica vestita bene. Ginny guardava l’ora ogni secondo e batteva ritmicamente le unghie sul tavolino che Hermione era riuscita ad ottenere grazie ad un ex compagno di studi.
-aspettiamo qualcuno –chiese la riccia.
-cosa?- disse Ginny saltando quasi dallo spavento nel sentirsi rivolgere quella domanda.
-stai aspettando qualcuno?- chiese Hermione ancora una volta proprio quando nel locale fece il suo ingresso un biondo scortato da alcuni amici.
Hermione si girò appena quando sentì gli occhi grigi di Draco su di se, per poi rigirarsi verso l’amica incredula.
-Non puoi avermi fatto questo-disse rivolgendosi a Ginny che alzò le spalle in un gesto di scuse.
-Hermione- disse il biondo arrivando dietro di lei, afferrandole il braccio.
-posso parlarti-
Hermione si girò sfidando quelle pozze ghiacciate, Draco sentì l’odio della ragazza ma non vacillò.
-parla-
-non qui- disse stringendola ancora e trascinandola per le scale che portavano al privè.
La ragazza impallidì a quel contatto, il suo corpo ritoccava il suo dopo giorni e il turbine di emozioni la fece barcollare.
Lo odiava ma allo stesso tempo lo voleva, lo bramava e quando i suoi occhi lo guardarono in viso incontrando ancora le sue pozze ghiacciate, le gambe tremarono e tutte le sue convinzioni traballarono insieme a loro.
-Mi sei mancata- incominciò Draco stringendo ancora il braccio della riccia perdendosi nei suoi occhi color cioccolato che lo facevano sentire bene.
-sei fuggita-
Hermione sbuffò.
-Mio padre ti ha spaventata, non lo vedrò più se non vuoi-
-Draco, ma che stai dicendo è tuo padre-rispose la riccia accalorandosi.
-non m’importa. Ti ha mancato di rispetto-
-Non importa!- disse Hermione distogliendo gli occhi da quelli del biondo.
-Invece importa. Importa a me. Ha manovrato la mia vita, mi ha privato dell’amore di mia madre non può privarmi della donna che amo-.
Disse Draco prendendole il viso tra le mani e incatenando il grigio dei suoi occhi al marrone di quelli di Hermione.
-tu…-
-si io ti amo-riprese Draco e poi continuò in un monologo che sciolse Hermione.
-Amo, i tuoi occhi grandi che mi guardano curiosi, amo le smorfie che fai mentre parli, le tue lacrime quando guardi i film, amo chiacchierare del più e del meno e sentire le tue teorie sull’amore, amo quando fai le sfilate davanti allo specchio per vedere se hai abbinato tutti gli accessori come vuole la moda, amo far l’amore con te e sto impazzendo in questa posizione senza poter poggiare le mie labbra sulle tue-.
La guardò un altro po’ e poi giacché non dava segni di vita tentò il bacio tanto agognato, la ragazza in un primo momento rimase imbambolata poi anche lei baciò il biondo.
Il bacio era lento, dolce e un po’ bagnato, Hermione piangeva ma questa volta di felicità.
-Signorina Granger- disse Draco inginocchiandosi davanti a lei, le chiedo di diventare mia moglie- disse infine mostrandole un anello in oro bianco con un grosso brillante a forma di cuore.
-Oddio- rispose la riccia saltando.
-ora dovresti rispondermi?-
-si, si SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII-
Urlò Hermione mentre si stringeva a lui che diligente e felice le infilava l’anello.
-l’ho scelto con Cassy e mia madre- disse infine. –sono qui se ti va questa sera possiamo cenare con loro-.
Hermione sorrise guardando il suo biondo, l’uomo che amava.
-Si non vedo l’ora di conoscere tua madre, la devo ringraziare per averti messo al mondo- disse infine facendo ridere Draco.

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