martedì 20 marzo 2012

La Nuova Vita 8


8.Guerra fredda.
L’indomani mattina svegliarsi per andare a lavoro, per Hermione Granger fu una grandissima impresa: viso pallido con evidenti occhiaie, un cerchio alla testa, capelli indomabili e l’umore sotto ai tacchi.
Aveva dato per la prima volta una pessima impressione di se ad un collega, aveva quasi ceduto alle lusinghe di uno sconosciuto per pochi bicchieri di vino.
Si era fatta comprare, usare, chissà per quali fini da un segretario forse uno che era interessato solamente ad un posto di maggior prestigio, anzi sicuramente ad un posto di prestigio non certo a lei, lei non poteva interessare a nessuno, non era né bella né avvenente, né simpatica e interessante era solo una che nella sua vita aveva studiato e messo la propria famiglia davanti a tutto e ora si ritrovava in un paese nuovo, un nuovo lavoro e una nuova vita da ricominciare.
Si vergognava per questo, chissà ora quante voci aveva messo in giro Malfoy.
 Ne era certa, tutti al ministero americano sapevano già, che lei si era invaghita del bel segretario, ma non poteva certo darsi malata.
Lei era un grifondoro nell’anima, lei era Hermione Granger, avrebbe affrontato lo scandalo a testa alta, nulla la spaventava, tantomeno Malfoy e le sue calunnie.
Si smaterializzò direttamente al Dipartimento affari magici Internazionali, aprì la porta vetrata nel quale era affissa l’insegna e avanzò a passo deciso nel grande andito nel quale si affacciavano gli uffici.
Alcuni alzarono la testa e salutarono con un sorriso al suo indirizzo, lei non rispose e questi abbassarono subito il capo perplessi.
Guardò un attimo la scrivania dove prima stava seduto jack e rimase sconcertata nel vedere una vecchia con la gonna alla caviglia e un naso aquilino.
Chi era questa? che ci faceva seduta su quella scrivania?
-Buongiorno- disse Hermione avvicinandosi alla vecchia donna,
-posso sapere chi è lei- chiese Hermione sorridendo appena.
La donna dai grandi occhi neri la guardò, sorridendo e mostrando una dentatura non perfetta, cosa che lasciò perplessa la Granger.
-Io dottoressa Granger sono la sua nuova segretaria-disse la vecchia megera. – mi chiamo Reina Ross-concluse la segretaria.
Hermione spalancò la bocca senza emettere fiato, spiazzata da quella rivelazione.
-il mio predecessore ha avuto un ‘altra mansione- disse la donna.
-capito- rispose scettica Hermione, -allora benvenuta al Dipartimento affari magici Internazionali- disse Hermione stringendole la mano e sorridendo affabile.
Dopo di che, si girò e raggiunse il suo studio, la dipartita di Jack gli puzzava come il pesce in Danimarca.
Si chiuse alle spalle la spessa porta e scosse le tende inondando di luce la stanza, sedendosi infine sulla poltrona di pelle nera.
Buttò all’indietro il capo massaggiandosi con le mani le tempie, cercando di avere giovamento da quel gesto, ma le idee e i pensieri vorticavano frenetici alla ricerca di qualche spiegazione plausibile per capire come mai la vecchia ora stava al posto del fusto Jack.
Forse era un bene, non avrebbe avuto altre cadute di stile, quell’uomo in un giorno e mezzo aveva abbassato ogni sua remora, ogni suo punto fermo, l’aveva fatta bere come una spugna lei che non toccava alcol dalla fine dei MAGO quando si ubriacò con Neville e Calì per festeggiare la fine degli esami.
Si passò ancora le mani sulle tempie e poi sui morbidi ricci, ravvivandoli un poco fino a quando non si ricompose e decise di mettersi a lavoro. si sedette meglio e guardò la scrivania notando solo in quel momento una cartella color verde bottiglia.
Hermione aprì piano quel plico di documenti ed estrasse il grosso fascicolo.
“Il talebano”, questo era il titolo che campeggiava al centro del foglio. Hermione sfogliò avida le pagine soffermandosi più volte su punti, idee e avvistamenti, fino a quando non arrivò all’ultima pagina.
Chiuse in tutto sbattendo il plico con forza sulla scrivania.
-bastardo come ha osato- disse livida di rabbia alzandosi di scatto e avviandosi come una furia fuori dal suo ufficio, superando l’andito e aprendo senza nemmeno bussare l’ufficio di fronte al suo.
Vuoto.
Di Draco Malfoy non vi era traccia, tutto era perfettamente in ordine, la scrivania pulita , la sedia in pelle perfettamente incastrata sotto di essa, la tenda che copriva per intero la lunga vetrata ma di lui nulla.
-Draco ha preso un permesso- disse una voce alale spalle di Hermione, una voce che ormai conosceva bene. la Granger si girò verso il moro Zabini osservandolo.
-Scorpius ha avuto un piccolo problemino e lui è rientrato per una mattina in Inghilterra.
-sta...-
-si tranquilla, è Draco che appena sente che possono esserci problemi per il figlio che smette di ragionare-
-se avessi figli Zabini capiresti-
Blaise rise di cuore alla frase della Granger bloccandosi un attimo dopo.
-ottima battuta Granger, perché era una battuta giusto?- la rimbeccò il viceministro americano.
Hermione non seppe dire nulla così fu ancora Zabini a parlare.
-per tua informazione ho dei figli anch’io. Il maschio è al terzo anno a Hogwarts e la piccola ha appena compiuto cinque anni e sta con me e mia moglie qui-.
-scusa io non sapevo- disse Hermione molto imbarazzata.
-Non preoccuparti, per questa tua mancanza dovrai per forza partecipare alla festa di gala a casa mia questa sera. Non accetto no come risposta, mia moglie vuole parlarti e chiarire da anni- disse Blaise lasciando una perplessa Hermione e scomparendo dall’ufficio di Draco Malfoy.
***

La mattina era corsa veloce, Hermione aveva letto per filo e per segno tutto il fascicolo, che ora non aveva alcun dubbio, Draco le aveva lasciato sulla scrivania quella mattina. Ogni tanto appuntava alcune cose su una pergamena e poi continuava a leggere fino a quando le prime luce della sera non le ricordarono che aveva saltato il pranzo.
Sentì un leggero colpo alla porta e quasi inconsciamente disse:
-avanti-
La sua nuova segretaria avanzò zoppicante verso di lei poggiandole altri fascicoli con la solita cartelletta verde bottiglia.
-Reina- disse Hermione alzando lo sguardo verso la vecchia.
-chi ti ha dato questi fascicoli- chiese la Granger.  La segretaria rimase in un primo momento stupita poi dopo un secondo sorrise e rispose raggiante.
-il signor Malfoy-
-Il signor Malfoy? Ripeté Hermione, mentre la vecchia strega muoveva il capo in un geto d’assenso.
-sai anche dove è finito quel... il dottor Malfoy- disse ancora Hermione correggendosi giusto in tempo prima che l’insulto per il biondo diventasse di dominio pubblico.
La vecchia la guardò perplessa e senza indugiare oltre disse:
-è nel suo studio da mezzogiorno- rispose la segretaria e Hermione al sentire quell’affermazione si alzò di scatto prese il fascicolo e filò fuori dal suo studio.
Aprì la porta di scatto senza chiedere alcun permesso e lo vide seduto nella sua scrivania con i capelli biondi che ricadevano scomposti sulla fronte e il viso assorto nella lettura.
-Malfoy- disse con voce talmente alta che tutti gli impiegati alzarono il capo per vedere cosa stesse succedendo, per fortuna Hermione ebbe la brillante idea di chiudersi la porta alle spalle e insonorizzare, mentre un perplesso Draco la vide avanzare a passo di marcia verso di lui. Nessun timore, alcuna sorpresa nel vederla li avanzare temeraria, sapeva che da un momento all’altro sarebbe venuta.
-ti aspettavo un’ora fa- disse serio alzandosi in piedi,
-impegnata Granger?- la canzonò alludendo velatamente alla situazione in cui non meno della sera prima l’aveva sorpresa.
Hermione non rispose lo guardo storto e gli batté sulla scrivania i suoi fascicoli.
-cosa sono questi- disse con voce dura.
-fascicoli sulla situazione orientale- rispose Malfoy osservando prima il plico poi la Granger che lo guardava con odio.
-dove è finito jack- chiese ancora Hermione, sentendo quella domanda a Draco sparì il sorriso e una rabbia cieca lo avvolse, si trattenne dall’esternarla.
-vedo che per te è più importante sapere dove è finito il damerino che sapere come ho fatto a sapere tutte quell’informazione per quel pazzo di un mago che è ricercato da ben nove anni-disse Draco livido in volto mentre le sue nocche erano sempre più bianche poiché erano strette in un pugno.
Rabbia.
Hermione lo guardò ancora.
-questo- disse indicando il fascicolo,- era un lavoro che dovevamo fare insieme invece...-
-invece, te ne sei andata in giro con l’affascinante segretario- disse ancora Malfoy guardando Hermione dritta negli occhi.
-Capisco che la tua vita sentimentale è vuota e patetica, ma buttarsi tra le braccia del primo che si vede, è da allupate-finì Draco.
 Hermione impallidì a quell’affermazione del collega le aveva ancora mancato di rispetto e analizzando quello che aveva fatto aveva ragione lui, ma mai li avrebbe dato la soddisfazione. Ridusse quindi le distanze e gli diede uno schiaffo sul viso lasciando le impronte rosse della sua mano, non chiese nemmeno scusa scivolò via accelerando il passo e uscendo così dall’ufficio di Draco Malfoy che ancora in piedi si sfiorava la guancia che ora pulsava.
Da quel momento tra loro iniziò la guerra fredda, una cortina di ferro insormontabile fatta di sguardi di odio e nessun dialogo.


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