15. Mezze confessioni, che preannunciano un addio.
La guardò negli occhi, dritto, cercando nella sua testa che pulsava dolorosamente le parole più appropriate.
Parole che non arrivavano.
Una morsa allo stomaco e ancora paura.
Paura di perderla per sempre.
Ormai era persa per sempre. Quelle parole che gli frullavano nella mente furono per Draco l’ennesima doccia fredda.
-Hermione- disse prendendo finalmente coraggio.
-Riposa- rispose prontamente la donna trasfigurando il divano in un comodo letto e alzandosi da esso un secondo dopo.
Aveva smesso di accarezzargli il viso, era sfuggita al suo sguardo, lo stava lasciando solo, ancora una volta.
-Ti prego, parliamo- la sua voce era rotta e tremante, inusuale per l’uomo che era diventato.
Un uomo tutto d’un pezzo, algido, freddo, perfetto in tutto.
Ora Draco Malfoy, supplicava la sua nemesi ai tempi della scuola per parlare con lui.
Questo stranì anche lei che si bloccò a osservarlo ancora: i capelli scomposti ricadevano sulla fronte resa umida dalle perle di sudore, il viso pallido, la bocca socchiusa, la camicia stropicciata e le mani, si fermò alcuni secondi a osservarlo mentre si contorceva le mani.
-sei stanco, devi riposare Draco. Parleremo poi- disse distendendo le labbra in un sorriso.
-Ora, dobbiamo parlare ora!- rispose l’uomo alzando un poco la voce e incrociando nuovamente le sue iridi grigie con quelle calde e marroni della donna davanti a lui.
Hermione rimase imperturbabile al suo scatto d’ira ma poi si fece convincere e si risedette al suo fianco.
-so cosa pensi- disse Draco iniziando a parlare volgendo ora lo sguardo sulla parete bianca di fronte al letto nel quale era disteso.
-Quanto è caduto in basso-.
Hermione lo guardava seria senza emettere fiato.
-ed hai ragione, sono senza speranza. Non ne ho mai avuta-.
Hermione aprì la bocca ma non riuscì a dire nulla.
-avevo in mente una serata stupenda, una di quelle che sarebbe rimasta impressa nella tua mente per sempre. Ci sono riuscito, non credi?- disse ancora il biondo con tono sarcastico sempre attento a non distogliere lo sguardo dalla parete.
-avevo pianificato tutto. Programmavo questa cena da una settimana. Ne ero quasi ossessionato, come se questa cena cambiasse in mondo indelebile la mia vita-.
Hermione mosse il capo e aggrottò la fronte.
Le frasi di Draco erano strane. non aveva ancora capito, dove avrebbe portato quel discorso.
-l’avrebbe fatto, forse, se avessi evitato di sorridere a quella guida.
No. Ne sono certo, non sarebbe cambiato niente tra noi-.
Hermione si alzò di scatto, scottata da quella frase.
Che cosa stava dicendo?
Noi! Per lui poteva esserci un noi?
-Hai bisogno di dormire, vaneggi- disse subito dopo la Granger allontanandosi di qualche passo dal letto dal quale ora Draco la stava guardando.
-Tranquilla- disse ancora il biondo con un mezzo sorriso sghembo dipinto sul volto.
-l’ho capito sai! tra noi non potrà esserci mai nulla- disse soffocando uno sbuffo tramutandolo in risata.
Uno strido acuto privo di allegria.
-Siamo troppo diversi, troppo tutto- disse ancora perdendo il suo sguardo nella parete.
-Da ora saremo solamente due colleghi, nulla più. Se questo ti crea disagio -, disse ancora Draco,- cercherò di farmi assegnare un altro ufficio e altre mansioni. Sei bravissima e non avrai alcun problema a reggere da sola il dipartimento di cooperazione internazionale- finì infine.
Hermione sgranò gli occhi e rabbrividì appena, le stava dando il ben servito.
Si stava allontanando da lei e non riusciva a dire mezza parola.
Paura. La paura le scorreva come un brivido lungo la schiena.
Draco si alzò socchiudendo appena gli occhi, con una mano si ravvivò i capelli e si infilò la giacca che Hermione era riuscita a sfilargli poco prima.
-la sbornia è passata- disse ancora il biondo.
-torno a casa- finì.
Lo vide camminare con passo insicuro verso la porta, non disse niente.
Era come pietrificata.
L’aveva lasciata senza mai essere stata con lui.
Sentì il clap della smaterializzazione, quello fu per Hermione un pugno in pieno petto.
La fine del sogno cullato in due mesi. Un sogno, che poteva essere reale ma che ora dopo le frasi di Draco era solo una chimera.
Correre da lui non sarebbe servito a niente, per una volta il tipico coraggio dei Grifondoro non serviva. Lui, aveva messo una pietra su tutto ciò che la riguardava.
Aveva cancellato con tre frasi, una collaborazione, una nascente amicizia e forse un futuro insieme.
Scivolò piano lungo la parete, ormai priva di forze, rimase lì per tutta la notte persa nei suoi pensieri, rimuginando ancora una volta sui fallimenti della sua vita.
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