venerdì 13 aprile 2012

La Nuova Vita 17


17- Chiariamo un poco le cose.
I primi due giorni a Londra furono per Hermione una vera e propria tortura e non era certo colpa dei ragazzi.
Non era più abituata a rassettare la casa, preparare la cena e alla fine dedicava al suo importantissimo lavoro solo briciole di tempo che la rendeva ancora più frustrata. Rose, si rendeva utile per le prime due mansioni, ma era Ron quello che più le complicava la vita.
In quei giorni era assillante, non vi era momento in cui non posasse le sue mani da polipo o su una gamba o sul fianco e Hermione non sapeva fino a quanto avrebbe resistito a schiantarlo.
Il bicchiere era ormai colpo e la sua pazienza al limite, non sapeva bene cosa gli passasse per la testa ma così non poteva continuare, lei non avrebbe continuato.
La mattina del ventidue dicembre, dopo aver preparato la colazione ed essersi assicurata che tutta la casa fosse finalmente in ordine si sedette al tavolo della cucina aspettando che uno a d uno tutti e tre: Rose, Hugo e Ron si alzassero per fare un discorso.
-Buongiorno- disse alle undici esatte quando, l’ultimo dei tre, il suo ex marito decide di mettere finalmente i piedi a terra.
-‘Giorno- sbiaccicò il rosso ancora con la bocca impastata dal sonno. Hermione lo guardò perplessa, mentre con poca grazia si stiracchiava e afferrava la busta del latte.
-Ron- per favore usa il latte nella caraffa- lo anticipò Hermione prima che l’ex marito ingurgitasse il latte direttamente dalla busta con sommo disgusto delle due donne presenti.
-Già, scusa Mione- disse subito Ron, prendendo la caraffa tra le mani mentre Hugo li porgeva la tazza nella quale versarlo.
-Bene- disse Hermione prendendo nuovamente la parola.
-Oggi, volevo farvi un piccolo discorso- disse la donna guardano uno a uno, le tre persone davanti a lei, - ho rimandato un po’ per farlo, ma ora credo sia giunto il momento-enunciò.
Hugo si mosse piano sulla sedia, Rose guardava sua madre senza emettere fiato e Ron , beh Ron, beveva rumorosamente il suo latte.
-Come ben sapete, io e vostro padre siamo separati- disse Hermione e Ron quasi si strozzò ma questo a Hermione non importò poi molto.
-Siamo separati e come tali ci comportiamo. Ma questo non cambia nulla, vi amiamo sempre e per noi siete e sarete sempre le persone più importanti-. Hermione prese fiato e riprese a parlare.
-Se siamo qui riuniti e perché io e vostro padre, siamo rimasti in buoni rapporti tanto da condividere, nei vostri momenti di vacanza, lo stesso tetto- disse Hermione guardando ora Ron che pallido rispondeva al suo sguardo.
-Pensavo che questo avrebbe aiutato sia voi, sia noi a superare la cosa ma pare che nulla sia cambiato da quando vivevamo sempre sotto lo stesso tempo-.
-Infatti, nulla deve cambiare-, disse prontamente Ron accattivandosi il consenso del figlio.
-Qui ti sbagli-, disse Hermione.
-Siamo tutti grandi abbastanza da renderci conto che io non sono la serva di nessuno. Quindi! gradirei da voi collaborazione. Quando dico voi, non intendo certo Rose che fa già molto, ma intendo te Ron-disse Hermione guardandolo seriamente.
-Dovresti sprecare le tue energie a riordinare quello che lasci in giro ogni istante. Pare che il disordine sia nato con te-.
-Io, sono un uomo che lavora- si scusò lui, Hermione non gradì. Assottigliò lo sguardo serrò la mascella.
-Sai, anch’io lavoro, ma questo a te non importa. A te importa esclusivamente avere un pasto caldo quando torni a casa, spaparanzarti sul divano mettendo in due minuti a soqquadro la casa dopo che io c’ho messo tutta la mattina a pulirla da tutto quello che lasci in giro-disse ora trattenendo a stento la rabbia.
-Sai-, disse offeso Ron, - questo sembra un discorso solo per il sottoscritto-enunciò il rosso auror.
-No se per quello ne ho anche per Hugo- disse Hermione volgendo lo sguardo verso il figlio.
-Ti proibisco di giocare a quidditch fino a quando la tua media non sarà almeno accettabile-disse seria a suo figlio.
-Mamma!-disse con tono acuto il piccolo Hugo Weasley
-Hermione- la riprese Ron cui Hermione riservò uno sguardo carico d’astio.
-Non voglio sentire nessuno. Recupera e giocherai, fatti bocciare e ti porto a Washington con me- disse.
-Washington, non vorrai ritornare a lavorare lì spero?- disse Ron sbalordendo Hermione.
Rose sgranò gli occhi e Hugo fece altrettanto, mentre la loro mamma stringeva i pugni.
-Ragazzi andate di sopra a prepararvi, tra meno di un’ora andremo a Diagon Alley , solo noi tre. Ci aspetta zia Ginny-disse infine Hermione e i due lentamente si alzarono dalla tavola e salirono le scale, non appena le due porte delle rispettive stanze si chiusero. Hermione imperturbò la cucina e iniziò il suo discorso a Ronald Bilius Wesley.
Un discorso che il rosso non prese per niente bene, ma questo non importò per nulla alla dottoressa Hermione Granger, lei aveva scelto una nuova vita e lui non aveva più voce in capitolo. Solo i suoi figli per ora erano importanti, anche se sperava nel ritorno di un biondo furetto.

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