16- Il triste Natale Londinese.
Draco non si era visto quella settimana e nemmeno quella seguente.
Il suo segretario era sempre al suo posto: nella scrivania davanti al suo ufficio, ma del suo capo non vi era l’ombra.
Hermione aveva cercato di mettersi in contatto con lui, aveva chiesto a Pansy e perfino a Blaise, ma nessuno dei due aveva dato una motivazione valida. Anzi, Pansy sembrò sorpresa nel sentire che da due settimane Draco Malfoy, il ligio lavoratore, non si era presentato a lavoro.
Blaise Zabini, invece, aveva fatto finta di nulla, Hermione aveva intuito che il moro sapesse qualcosa ma mai, nemmeno sotto tortura, le avrebbe rivelato qualcosa.
Così arrivò il giorno delle tanto attese vacanze di Natale.
Michelle Obama, in persona si presentò al dipartimento per dare a tutti, i suoi personali auguri di Natale.
Hermione ne fu sorpresa e felice al tempo stesso, non tutti i ministri della magia scorrazzavano tra i collaboratori e donavano loro un sorriso e una stretta di mano, ma non tutti erano Michelle Obama e fu ancora una volta felice di essere uno dei ministri della sua giurisdizione.
-Dottoressa Granger- disse il ministro della magia, sorridendo gentile verso la Granger che si affretto a stringerle la mano.
-Le auguro un buon e felice Natale- disse ancora Michelle,
-Tornerà anche lei a Londra come il dottor Malfoy?- chiese Michelle Obama osservando con espressione curiosa Hermione.
-Io... si torno a Londra, i miei figli vengono a casa per Natale-rispose velocemente Hermione incamerando la preziosa notizia non riuscendo a trattenere un sorriso, anche Draco sarebbe tornato a Londra.
Forse, con fortuna l’avrebbe visto a Diagon Alley per gli ultimi regali, magari avrebbero preso un caffè insieme o forse l’avrebbe evitata ancora come quelle due settimane.
-spero che i suoi non siano movimentati come quelli del dottor Malfoy, suo figlio pare sia caduto nuovamente dalla scopa- enunciò il ministro scuotendo il capo. Hermione distolse la mente dai suoi stupidi pensieri e ascoltò curiosa ogni informazione che il ministro della magia aveva su Malfoy. Lei, era l’unica che in quelle due settimane le raccontava di ciò che aveva tenuto lontano dal dipartimento, il suo collega, il suo bellissimo e affascinate collega.
- Quello sport è pericoloso- disse ancora Michelle,- Pensi !che mio marito, pur essendo babbano, una sera volle provare una scopa da corsa. Logicamente è caduto e si è rotto tutte le ossa del braccio che aveva utilizzato per attutire la caduta. Ha passato una notte d’inferno, ma grazie all’Ossofast le ossa sono cresciute in una notte-. disse trattenendo le risate.
-ora non vuole più vedere scope, né da corsa né quelle per spazzare – aggiunse il ministro della magia, coinvolgendo anche Hermione in una risata.
-mia figlia- disse Hermione, -non ama volare, in questo è uguale a me. Il piccolo purtroppo si-ammise la Granger, ricevendo una carezza di conforto dalla donna di colore che le stava di fronte.
-Per fortuna, ho due femmine- rispose Michelle.
Le due si sorrisero ancora una volta prima che il primo ministro statunitense salutasse la dottoressa, dirigendosi infine, verso gli altri collaboratori.
***
Era arrivata a Londra con una passaporta disposta appositamente per lei, si era interessata di tutto il vice ministro Zabini, che da quanto aveva capito non sarebbe rientrato a Londra quel natale cosa che la sorprese visto che Pansy non faceva altro che parlare dello splendido natale che avrebbe passato a Londra.
Arrivata nella sua vecchia casa, Hermione appoggiò la valigia e si diresse in bagno.
Ron, non era rimasto in quella casa visto che tutto era ancora perfettamente in ordine, proprio come l’aveva lasciato solo tre mesi prima.
Ordine che presto sarebbe stato stravolto dai suoi figli e il suo ex marito che come avevano concordato tempo addietro avrebbe condiviso con lei lo stesso tetto nonostante la separazione.
Questo in un certo verso la turbava, prima quando avevano stipulato quel patto, non ci aveva fatto caso ma ora che la sua mente e il suo cuore pensavano a un altro uomo, questo la turbava, la rendeva inquieta.
Soprattutto perché quest’uomo aveva deciso di interrompere i rapporti con lei, non tenendo conto del suo parere e se avesse saputo che passava le vacanze natalizie con Ron non avrebbe certo migliorato la situazione.
Anzi.
Sbuffò dirigendosi in bagno per darsi una rinfrescata veloce, non era arrivata nemmeno da venti minuti che già il campanello suonava.
-Hermione- disse saltandole letteralmente al collo la sua migliore amica Ginny. –finalmente non vedevo l’ora di rivederti-disse ancora la rossa Weasley.
Hermione si fece stringere tra le braccia esili di Ginny e per un minuto, un lunghissimo minuto ebbe la voglia di raccontarle ogni pensiero, dubbio, paura e sentimento per l’eterno nemico Draco, ma desistette, sorridendo falsamente non appena Ginny si staccò.
-mi sei mancata moltissimo- disse Ginny.
-anche tu, non sai quanto replicò Hermione, la rossa la guardò affondo assottigliando le irridi castane.
-sei pronta?- chiese infine, - i ragazzi non possono venire andiamo solo tu ed io a prendere i ragazzi alla stazione-
Hermione non fece ulteriori domande, afferrò la borsa e seguì l’amica dopo aver chiuso, accuratemene il portone di casa.
-Allora cosa mi racconti?- chiese Ginny scoccandole uno sguardo indagatore.
-Harry mi ha detto che il furetto è un tuo collega- disse ancora Ginny sorridendo all’indirizzo di Hermione che in quel preciso momento senti le guance diventare improvvisamente roventi.
-si- rispose titubante.
-com’è?- chiese ancora più curiosa Ginny trattenendo a stento una risata osservando le guance di Hermione.
-in che senso?- chiese Hermione.
-in tutti i sensi Mione-
-ma che domande fai?- disse imbarazzata la Granger.
-perché? – fece spallucce la signora Potter,- sei arrossita come un pomodoro appena ti ho chiesto di lui, deduco che le leggende erano vere-
Hermione si girò di scatto.
-quali leggende?-chiese preoccupata.
Ginny Weasley, non riuscì più a trattenere una risata.
-quelle che parlano delle sue doti tra le lenzuola.
-Ginevra!- urlò sconvolta Hermione, - ma cosa dici-
-non dirmi che stai ancora con le ragnatele nella tua...-
-ma la vuoi smettere, ci potrebbero sentire- disse preoccupata Hermione girandosi prima a sinistra poi a destra assicurandosi che nessun mago o babbano assistette a quella chiacchierata.
-sei assurda!-, disse scocciata la Weasley.
-almeno un bacio gliel’hai dato?-
-No- rispose secca legando le braccia sotto il seno e sbuffando sonoramente.
-però ti piace perché se no, non saresti arrossita in quel modo-
-la vuoi finire Ginny-
-oh sì e da come mi rispondi, ti piace parecchio. Peccato che non piaccia al tuo miglior amico-
-se per quello non piace nemmeno a te-
-oh a me piacciono tutti, basta che ti rendano felice come non è riuscito a fare quel troll di mio fratello che ti annuncio, vuole riconquistare il tuo cuore-. Disse Ginny con fare drammatico.
Hermione aprì la bocca sconvolta dalla notizia appena sentita.
-scherzi?- chiese sperando che la gioiosa amica Ginny avesse detto la sua solita battuta , ma il viso serio dell’amica le annunciò che quello non era uno scherzo.
-pare che non abbia capito la frase che lo consideri un amico. certe volte penso che la mamma l’abbia adottato, se non fosse per i capelli e le lentiggini Weasley- disse ancora Ginny.
-ora cosa faccio?- disse più a se stessa che a Ginny.
-semplice gli dici che non ti frega un fico secco di lui e che vuoi farti Malfoy.
-Ginny-
-cosa ho detto! Mi pare di aver intuito che non siete arrivati a quel punto.
-Ginny, non arriveremo mai a quel punto- rispose seria Hermione.
-ti prego, cancella Malfoy dalla tua mente perché tra me e lui non ci sarà mai nulla-
-ancora pregiudizi?- disse sbuffando Ginny.
-No. Incompatibilità di carattere- disse Hermione, sapendo di mentire.
Anche Ginny si accorse, ma fece finta di niente almeno per il momento non insistette.
Arrivate alla binario 9 e3/4 le due donne si guardarono intorno, salutarono con un cenno del capo molte persone, alcune vennero anche a stringere la mano alle ex grifondoro.
Tutto sembrava ovattato e carico di ricordi. Quel giorno, Hermione si sentì improvvisamente triste, sentì i ricordi, la sofferenza, la paura patita anni addietro farsi nuovamente largo in lei. Non era in pericolo, Voldemort era morto, i cattivi dietro le sbarre fredde e desolanti del carcere magico di Azkaban, ma il ricordare perché tutti la conoscevano, tutti la guardavano, tutti l’ammiravano le faceva sempre questo strano e fastidioso effetto. Una voragine al centro dello stomaco che le mozzava il fiato. si sentì ancora più triste quando dopo aver visto la locomotiva proveniente da Hogwarts fermarsi, scorse in lontananza due figure bionde, una alta e una decisamente più piccola scomparire oltre la coltre di nebbia che era calata su Londra.
Draco era li e lei persa nei ricordi nefasti della sua giovinezza aveva perso l’ennesima occasione per parlare con lui.
Tutto lasciava presagire che quello sarebbe stato un triste Natale, nonostante il sorriso e il caloroso abbraccio che la piccola Rose gli fece appena scesa dal treno.
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