5. Faremo come dico io.
Aveva percorso a passo di marcia l’andito che dalla stanza ovale portava al suo studio e quando arrivò dinanzi alla grande porta di legno bianco, rimase di stucco.
La placchetta in ottone che era affissa alla porta recitava cosi:
Dipartimento affari magici Internazionali . Bella sinuosa e importante era quella placchetta, importante come il suo nuovo lavoro e la sua nuova mansione Draco Malfoy non avrebbe distrutto le sue aspettative su quel nuovo lavoro, non avrebbe distrutto i suoi sogni, la sua nuova vita.
Hermione quindi, aprì la porta senza bussare e avanzò lentamente all’interno della grande stanza che ora si mostrava ai suoi occhi, sorprendendola.
Quello era solo l’ingresso in cui si affacciavano altre stanze, l’uomo che l’aveva accompagnata alla riunione con il Ministro della magia le corse incontro sorridendole.
-Dottoressa Granger- disse cercando di prenderle la borsa con fare servile –l’accompagno al suo studio-.
Hermione annuì sommariamente alle parole che l’uomo le stava dicendo, mentre con occhi sgranati ammirava il luogo in cui avrebbe lavorato. Bello, bellissimo fino a quando con la coda dell’occhio non vide Draco Malfoy entrare nello studio di fronte a quello in cui il segretario la stava conducendo.
-poggi pure le mie cose- disse Hermione staccandosi dall’uomo – io devo discutere di alcune incombenze con Malfoy-
-il dottor Malfoy?- chiese perplesso il segretario seguendola.
-si devo…parlare in privato con il dottor Malfoy- riprese Hermione con il suo solito cipiglio deciso. Tono che non ammetteva repliche di alcun tipo poi, senza tergiversare ancora, si diresse a passo di marcia, per niente sensuale, verso la porta in cui il biondo ex Serpeverde era sparito.
Busso con un veloce tocco e non aspettò nemmeno di essere invitata ad entrare che già aveva spalancato la porta.
Draco Malfoy seduto dietro un’immensa scrivania di mogano con schiena dritta poggiata su una raffinata poltrona di pelle nera e viso cruciato, la guardò avanzare assottigliando lo sguardo, Hermione però non ne fu intimidita.
-Malfoy- disse.
-Granger- rispose lui gelido –che vuoi?-aggiunse.
-Ti avevo detto, che bastava un gufo- la riprese lui, osservando la porta che la Granger non aveva chiuso e questo non fece altro che farlo nervosire ancora di più.
-Tu! avevi detto- disse fredda – Tu Malfoy, non sei nessuno per dare ordini… rilasciare fogli e dare direttive- rispose acida. – Questo! se non l’hai capito, è un ministero che ci vede in egual misura titolari-.
-tu non sei in nessun modo superiore a me-continuò a ripetere Hermione.
-Granger, ti ho forse detto che sono superiore a te- rispose gelido alzandosi dalla sedia nella quale era seduto. -Ho forse detto che devo prevaricare su di te- disse sbattendo con forza il pugno sull’elegante scrivania.
-No, non l’ho detto insolente e malfidata come sempre-
Hermione lo guardò torva, aveva ragione, aveva maledettamente ragione, lui non voleva prevaricarla non voleva prendersi tutti gli oneri e lasciarle le briciole aveva stipulato il tutto per non vedersi per non cooperare ma loro dovevano farlo, il ministro si affidata alla loro collaborazione.
-Non sono d’accordo- disse infine.
-dobbiamo collaborare e collaboreremo –terminò la Granger proprio quando un tossicchiare impertinente la fece girare.
Blaise Zabini alto e sfrontato ex prefetto Serpeverde la guardava divertito.
-State dando spettacolo già dal primo giorno. L’avevo detto a Michelle che non era il caso di farvi collaborare-
Hermione spalancò la bocca mentre Draco sbuffava sedendosi nuovamente sulla comoda sedia di pelle nera.
-che vuoi?- Disse Draco.
-che ci fai- aggiunse Hermione.
Blaise sorrise avanzando con passo elegante verso la riccia, osservandola attentamente senza mai smettere di sorridere, divertito da quella situazione.
-Granger, dovresti informarti su chi lavorerà al tuo fianco-
-tu non lavorerai al mio fianco- rispose gelida – non eri alla riunione-.
-Granger, Granger, Granger… lo sanno anche i bambini che il Ministro e il vice Ministro non stanno mai nella stessa stanza-
Hermione gelò a quelle parole.
Non poteva essere. Non poteva essere era circondata da Serpeverde… ecco perché quello stronzo di Malfoy aveva ottenuto il posto, ecco perché quel deficiente di Zabini sorrideva felice.
-raccomandati- disse sussurrando ma abbastanza udibile da tutti e due che la guardarono malissimo.
-stai attenta a quello che dici-, rispose Blaise diventando improvvisamente serio.- Nessuno ci ha regalato niente.- disse duro ghiacciandola con quelle parole.- Abbiamo sudato e lavorato per smacchiare i nostri cognomi dal marciume nel quale erano caduti, non siamo certo eroine del mondo magico sponsorizzate dal ministro della magia Kingsley Shacklebolt-.
Hermione non riuscì a replicare e Blaise dopo aver salutato con una veloce occhiata il biondo alle spalle di Hermione se ne andò.
-sei riuscita nell’impresa, per niente facile, di far incazzare Blaise-
Nemmeno Theodor Nott c’è mai riuscito e una sera gli ha rotto la scopa- ammise perplesso Draco Malfoy ancora perplesso dalla scena alla quale aveva assistito.
-Io- cercò di replicare Hermione – ecco, io non volevo offenderlo-. Disse vergognandosi un poco per quello che aveva detto, lei con Zabini non aveva mai litigato.
-Immagino- ammise Draco abbassando lo sguardo sulla pila di fascicoli che già ricoprivano la sua scrivania – fossi io il destinatario di quelle soavi accuse-.
-beh, ecco… si- ammise Hermione vergognandosi per una volta della sua sincerità.
-quindi non capisco per quale motivo, vuoi collaborare con me?-chiese Malfoy.
Hermione sospirò sonoramente prima di parlare:
-perché ho dato la mia parola al Ministro. Collaborerò con te che tu lo voglia o no- disse la Granger voltando le spalle a Malfoy e avanzando verso l’uscita.
-domani tracceremo a larghe linee quello su cui dobbiamo lavorare con più urgenza-, disse ancora mostrandogli le spalle. -Amo la puntualità Malfoy, quindi adeguati-, disse uscendo, chiudendosi la porta alle spalle.
Uscita dallo studio del biondo finalmente riprese a respirare, aveva cambiato le carte in tavola, per non dare la ragione al biondo. Aveva deciso di buttarsi in quell’avventura e magari dare una possibilità al Serpeverde. Le parole di Zabini non fecero altro che convincerla ancora di più delle sue idee.
Oramai, si disse Hermione, le litigate e i dispetti di Hogwarts erano lontani, oramai erano diventati adulti addirittura genitori e soprattutto ora avevano delle responsabilità; Michelle Obama credeva in loro e lei non l’avrebbe delusa.
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