lunedì 16 gennaio 2012

Quella strega di mia suocera.-7-

7. Il bivio di Draco.

Se n’era andata senza nemmeno salutarlo e presto sapeva che anche i due maschi avrebbero preso il volo, l’avrebbero lasciato solo.
 Si meritava tutto questo, sì, lo meritava.
-Draco, sono profondamente sdegnata dalla maleducazione dei tuoi figli- disse sua madre riportandolo alla realtà, mentre Scorpius sbuffava sonoramente incurante del fatto che la sua anziana nonna lo sentisse o meno.
-Hanno preso tutti dalla madre- riprese con infino sdegno Narcissa Malfoy, facendo storcere il naso anche al piccolo di casa che a sua madre Hermione era profondamente legato.
-Una selvaggia- enunciò piatta con quell’odiosa voce altezzosa, distaccata, Narcissa Black in Malfoy.
-se non metterai fine a questi comportamenti, ti ritroverai con delle grosse gatte da pelare-continuò l’anziana donna,
-La femmina è ormai persa. Mai avrei immaginato che Eltamin si rivelasse questo sfascio di ragazza che si è dimostrata quest’oggi-.
-Dovresti…-  Cercò di concludere Narcissa.
-non è affare tuo cosa fanno o dicono i miei figli, madre-La riprese Draco zittendola per la prima volta.
-loro, sono liberi di pensarla diversamente da me e dalla madre e sono felice che nessuno la pensi come te su Hermione-Draco era finalmente sbottato, non reggeva più lo sguardo dei suoi figli, l’abbandono di Hermione e quell’aria di sufficienza di sua madre. Non sopportava sentire quelle cattiverie sulla donna che amava e che era deciso a riportare a casa per il bene della sua famiglia: dei suoi figli e di se stesso.
-Draco-Cercò di argomentare Narcissa.
-Credo sia ora di andare a trovare Lucius, perché sei qui per questo- disse Draco guardando sua madre negli occhi, incurante dello sdegno che leggeva sugli occhi azzurri della donna.
- ti pregherei, infine, di smetterla di occuparti degli affari della mia famiglia.- Narcissa rimase alquanto sorpresa dalle parole che suo figlio le rivolse.
 Draco mai le aveva parlato in quel modo.
Mai l’aveva delusa, tranne quando si presentò al manor con la Granger, lì, il suo cuore mancò un battito. Il suo unico figlio doveva sposare una mezzosangue, una donna non all’altezza, una non degna di coprire il ruolo che nell’alta società magica spettava alla Signora Malfoy, macchiando così l’antico casato.
Lucius ne soffrì molto, ma Draco, l’aveva messa incinta e non si poté far nulla per evitare quel danno d’immagine. La legge era dalla parte della Granger, quell’arrivista aveva raggiunto il suo scopo, farsi sposare da un ricco per sopperire al niente in cui per anni era vissuta.
Il problema era che suo figlio di quell’insulsa ragazzina petulante, si era innamorato e oltre quello sbaglio che portò al matrimonio, la loro unione si arricchì di altri due figli.
 Mai, in tutti quegli anni di matrimonio, Draco ebbe una sbandata per un’altra donna nonostante lei tramasse alle spalle della Granger da anni e questo la irritava ancora.
-Scorpius- disse ancora Draco osservando suo figlio maggiore, riportando alla realtà anche Narcissa che assisteva a quella scena senza dire niente.
-gradirei parlarti in privato questa sera-
-Padre io vorrei…-cercò di replicare Scorpius.
-No Scorpius non ti muovi di qui, tranne che per cercare tua madre. Non accetto che nessuno di voi due,- disse Draco, guardando prima il maggiore poi il più piccolo dei suoi figli - ritorni a Hogwarts.
Siamo ancora una famiglia – concluse Draco senza ammettere repliche dai due ragazzi che non dissero nulla, annuendo sommariamente alle parole del padre.
-bene- riprese Draco guardando i suoi due figli maschi.
-ora accompagno la nonna a trovare nonno Lucius. Non tarderò- disse facendo irrigidire sua madre quando affermò questo.
-  cercherò, di prendere contatto vostra madre; Se la sentiste prima di me fatemelo sapere, il mio cellulare è acceso- a quelle parole Narcissa storse il naso.
Suo figlio ormai era senza speranza, ma lei non si sarebbe arresa ora che quella donna aveva lasciato la loro casa ci avrebbe pensato lei ad allontanarla per sempre, questa era l’ultima opportunità, l’unica che le si presento dopo anni.
Non poteva fallire anche questa volta.
Doveva liberare il casato dei Malfoy da quella donna, dove finalmente liberarsi di Hermione Granger e un giorno anche suo figlio l’avrebbe ringraziata per questo.
-Madre- disse ora Draco girandosi verso Narcissa che con occhi vitrei e freddi lo stava guardando – possiamo andare-.
Narcissa non salutò i suoi due nipoti che non furono per niente sorpresi dall’atteggiamento della nonna.
-ci sentiamo ragazzi- disse Draco.
-ciao papà – rispose Anthares  
-ciao- aggiunse Scorpius quasi impercettibilmente mentre suo padre gli passava accanto.
***
Si erano smaterializzati al San Mungo e ora percorrevano i lunghi corridoi bianchi del grande ospedale magico, qua e la una pianta abbelliva la struttura mentre un silenzio assordante li accompagnava.
Narcissa non aveva più detto niente da quando avevano lasciato la villa Londinese di Draco, si contorceva le mani dal nervosismo togliendo più volte l’anello di famiglia dei Malfoy, quello con il grosso serpente con l’occhio di smeraldo che tanto piaceva a Eltamin.
-è questa la stanza- disse Draco bloccandosi di fronte alla stanza numero 17.
Narcissa non busso aprì la porta con calma e sfilò al suo interno senza aspettare un invito dal parte del marito, Draco rimase stupito da sua madre ma poco dopo la seguì trovando Lucius disteso sul letto con una coppia della Gazzetta del profeta tra le mani.
-Pensavo vi foste dimenticati di me- disse sferzante Lucius Malfoy sollevando i suoi occhi grigi prima su sua moglie Narcissa e poi su suo figlio Draco.
-tua moglie?- chiese Lucius guardando il figlio assottigliando un poco lo sguardo.
-ha avuto un impegno-
-bene- rispose l’anziano Malfoy –Eltamin!- disse guardando Draco cercando di capire dove fosse la sua adorata nipotina.
-Dai Potter- rispose Narcissa facendo trasparire tutto il suo risentimento per la scelta che Eltamin, l’unica nipote che benché nata da quella disdicevole unione, stimava .
-Potter- ripeté Lucius perplesso – per quale ragione è dai Potter-
-doveva fare dei compiti con Lily, ricordi, sono molto amiche-
-ah si, la figlia di Potter che sta a Serpeverde- ricordò Lucius ghignando. Draco rimase imperturbabile per suo padre solo appartenere a casati importanti o a Serpeverde aveva importanza, tutto il resto era feccia.
 Non era mai cambiato, era sempre lo stesso, e si sentì ancora una volta sconfitto era andato lì per sincerarsi delle sue condizioni invece che cercare sua moglie.
Aveva preferito ancora una volta, la sua famiglia , il suo casato, il suo altolocato nome che la sua donna , la madre dei suoi figli.
-Come vi sentite- chiese Narcissa.
-bene, non capisco perché quel medimago abbia insistito così tanto per ricoverami-
-Lucius caro, è giusto fare dei controlli non sei più giovane- disse premurosa Narcissa.
-Sapete- la interruppe Lucius – oggi è venuto un giovane medimago, mi ha scrutato ed ha osservato la cartella clinica. Si è informato sui sintomi della mia malattia, ha chiesto cosa sentivo, se avevo dolori e visto che c’ero mi sono interessato anch’io a lui-.
-Dunque- chiese Draco spazientito.
-Ha studiato tra i babbani, hanno mandato un nato babbano a curarmi- disse Lucius sconvolto da quel fatto.
-Quando gli ho detto chi ero, ha buttato una scusa qualsiasi e se l’è data a gambe-enunciò l’anziano Malfoy senior.
-e questo ti rende orgoglioso di te?- chiese Draco.
-Draco, non rivolgerti a tuo padre in questo modo. Stai esagerando…-intimò Narcissa a suo figlio che non le diede peso, infatti,
Draco Ghignò, spazientito.
-Voi siete una vita che esagerate, una vita che fate errori e ancora non avete capito niente. Tolgo il disturbo, tanto la mia presenza non è gradita e non ho voglia di sentire ancora assurdità su nati babbani o persone che reputate feccia.
Non capirete mai voi due.
 Non capirete mai il male che fanno le vostre parole- disse infine Draco lasciandoli senza parole e uscendo senza girarsi dalla stanza in cui suo padre era ricoverato.
Hermione era cento volte migliore di loro, non avrebbe dovuto perdere tempo con suo padre, non avrebbe dovuto ascoltare ancora una volta sua madre, sbagliando.
Doveva cercare la sua Hermione, solo lei lo rendeva felice, solo con lei al suo fianco si sentiva finalmente un uomo.

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