giovedì 14 giugno 2012

la nuova vita


25 La battaglia di Natale.

Il manor era avvolto nel silenzio più totale. Erano da poco passate le tre della mattina, tutti dormivano, tranne due figure che nella grande sala da the, abbracciati si baciavano.
I loro corpi combaciavano perfettamente se non fossero ancora coperti dagli abiti, i loro visi si scrutavano illuminati dalla sola luce del fuoco, le loro bocche erano congiunte, i respiri accelerati.
-Amo la passionalità del Black- disse Hermione sorridendo verso Draco.
-Anche quella dei Granger non è niente male-, rispose il biondo con voce roca.
Hermione rise stringendosi ancora di più al petto del biondo che non perse occasione per abbracciarla ancora.
Sentiva il suo cuore battere, i pettorali scolpiti, il suo profumo intenso al sandalo.
Draco le sfiorò il mento con le dita sollevandolo un poco per farsi guardare.
I loro occhi si guardarono complici, una muta richiesta e un sorriso fecero da contorno. Si sentì solo un clap e dopo un leggero strappo all’ombelico si ritrovarono nella stanza di Draco. Tende verdi celavano il baldacchino al centro della stanza, nessun quadro alla parete, pochi mobili e due porte: una sicuramente portava al bagno personale mentre l’altra all’armadio.
Hermione si guardò un attimo intorno, mentre il biondo si staccava da lei girandole intorno. Le accarezzò le spalle, spostando i capelli per baciarle il collo.
Baci lenti e umidi venivano rilasciati nel suo collo.
Sentì i brividi, scendere lungo la schiena, sentì la zip abbassarsi e dopo un secondo il suo abito scivolo giù a terra.
L’abbracciò ancora accarezzandole i fianchi, poi la vita e la pancia.
Hermione si girò piano tra le braccia di Draco mettendosi di fronte all’uomo, sollevò il viso per guardarlo e sorrise ancora incontrando quegli occhi color del ghiaccio.
Non le importò nulla di quello che erano stati e di ciò che sarebbe successo tra loro il giorno dopo, non le importò nulla se quello che stava facendo avrebbe fatto impazzire il suo ex marito. Per la prima volta nella sua vita era felice tra le braccia di un uomo, per la prima volta il suo corpo rispondeva al richiamo della passione.
Sbottonò la camicia lentamente, bottone dopo bottone poi la lasciò cadere vicino al suo vestito rosso.
Accarezzò il suo petto ricoperto da una leggera peluria bionda, avvicinò le labbra per baciarlo e strofinò il suo viso su esso.
Draco la strinse ancora tra le sue braccia fino a quando non la condusse nel bagno.
-Ne hai voglia?- chiese indicando la vasca.
Hermione rimase spiazzata dalla richiesta ma acconsentì.
Draco riempì l’acqua fino al bordo della vasca, sparse un po’ di Sali ed essenze e dei petali di rose rosse.
L’acqua profumava e divenne leggermente rosa.
Hermione osservava ogni gesto dell’uomo che prima di farla accomodare le sganciò il reggiseno, mentre lei si sfilava gli slip e finalmente entrava nella vasca.
-com’è?- chiese.
-Calda- rispose Hermione guardando Draco ancora con i pantaloni.
-Tu, non vieni?- chiese preoccupata.
L’uomo rise, mentre con un rapido gesto si toglieva la cintura in cuoio e sfilava i pantaloni di alta sartoria, rimase un solo attimo in boxer e poi sfilò anche quelli mostrandosi nudo alla donna. Hermione deglutì osservando l’erezione dell’uomo che ora si mise alle sue spalle per lavarle, accarezzarle e baciarle la schiena.
Rimasero per tantissimo tempo così fino a quando Hermione non si girò e si sedette sopra Draco, iniziando a baciarlo.
I baci si fecero man mano più audaci così il biondo la strinse tra le braccia e la portò in camera. Si asciugarono velocemente strofinando la spugna bianca e morbida sul corpo. Hermione si sedette nel letto mentre Draco la guardava ancora in piedi a bordo del letto.
-Sei stupenda- disse.
Hermione lo tirò a se slegando l’asciugamano che il biondo aveva legato in vita, e ancora una volta osservò l’uomo nudo davanti a se.
Il fiato le si mozzò.
Draco ridusse le distanze, la fece sdraiare sul grande letto a baldacchino, le sfilò la spugna bianca che le copriva il corpo e si mise a cavalcioni sulla donna.
Quando dopo alcuni minuti entrò in lei, sembrò toccare il cielo con un dito.
Per la prima volta capì la differenza nel fare l’amore invece che il solito e squallido sesso. Tra le braccia di Hermione Granger, quella che un tempo era considerata la sua nemica, scoprì com’è bello fare l’amore.
Si abbandonarono a Morfeo ancora nudi e abbracciati e furono svegliati la mattina del Natale da una pallida luce.

****

Cercò di muoversi ma qualcosa di caldo la stringeva. Aprì gli occhi di scatto ricordando quello che la notte prima aveva fatto con Draco, il suo amico, collega, ex nemico.
Sospirò piano sperando di non svegliarlo mentre con una mano cercava di liberarsi dalla sua presa ferrea.
-Stai scappando?- chiese l’uomo con la voce ancora impastata dal sonno.
Hermione si sentì in colpa per quello che stava facendo ma ora che lui si era svegliato, si vergognava.
-Io, scusa non volevo svegliarti- farfugliò veloce mangiandosi le parole.
-Oddio, Hermione Granger è imbarazzata- la canzonò lui.
-Oh forse ti vergogni di quello che abbiamo fatto?-
-NO- urlò girandosi di scatto.
-Assolutamente no!- disse sicura di se guardandolo negli occhi.
-Non mi pento di nulla-affermò ancora, - devo solo rientrare nella mia stanza, Rose passa a darmi il buongiorno ogni mattina- disse.
-Capisco disse Draco staccandosi da hermione, anche se il suo viso non era per niente felice per questo.
-Sei buffo, lo sai-
-Ottimo! Rispose- ora sono anche buffo-.
-Si buffissimo- riprese Hermione, -tutto merito di questo broncio- disse ancora la donna baciandoli le labbra. Draco ricambiò subito beandosi di quel piccolo contato, quando tempo sarebbe passato prima di ribaciarla.
Ore, forse giorni.
-Vado- disse Hermione staccandosi con difficoltà dalla bocca di Draco.
-Ok- rispose atono. Hermione scosse il capo.
-Guarda che non sto andando sulla Luna-disse la Granger scendendo dal letto.
-Sarà, ma volevo stare ancora a letto con te- rispose senza alcuna vergogna.
-anche io ma Rose...-disse la riccia.
-Tua figlia mi sta simpatica non farmela detestare per questo-replicò Draco sorridendo
-Ok, vado ci vediamo a colazione- disse Hermione camminando velocemente, uscendo poi dalla stanza di Draco che per sua fortuna era vicina alla sua.
***


Arrivò in camera velocemente, senza mai girarsi aveva un’ansia assurda e anche il fiatone. La paura di essere scoperta si era impossessata di lei.
Si concedette una bella e rigenerante doccia e subito dopo s’infilò un grazioso vestitino blu.
-Mamma! Sei già sveglia disse Rose facendo spuntare solo la sua testa rossa.
-Si tesoro- rispose Hermione infilandosi un paio di scarpe con il tacco.
-Oh sei sempre bellissima- le disse la figlia.
-Grazie tesoro- rispose.
- spero di diventare anch’io bella come te- disse ancora la piccola Rose sedendosi sul letto.
Hermione la guardò un attimo.
-spero che tu non sia triste a causa di quella sciacquetta di Regina Nott- disse Hermione.
Rose abbassò il capo.
-pensavo che m’invitasse al ballo, io ne ero certa.
Non che andassimo d’accordo ma lui mi guardava, mi salutava per i corridoi e non solo perché stavo con Scorpius. Sembrava che si era accorto di me. Finalmente-
Hermione non disse nulla e si sedette sul letto accanto alla figlia.
-Poi non so cosa è successo- disse la ragazza prendendo un lungo respiro,
-Ho sentito delle compagne in sala comune parlare di alcune coppie e così ho scoperto che lui aveva invitato Regina al ballo-.
-Non hai chiesto spiegazioni?-chiese Hermione.
-Con quale coraggio mamma, non stavamo insieme, non siamo nemmeno amici. Non siamo nulla, tranne che il fatto che sono innamorata di lui dal primo anno-.
Hermione non riuscì a dire nulla tranne che stringere la sua bambina tra le braccia, mentre Rose si abbandonava in un pianto liberatorio.
-Scorpius mi ha dato il suo regalo- disse poi tra un singhiozzo e l’altro.
-è un braccialetto rosso e oro fatto da lui- disse ancora la piccola Rose.
-allora mi dici perché piangi?- disse Hermione incredula.
-Perché non me l’ha dato lui, ma ha mandato Scorpius a farlo, manda sempre Scorpius a farlo. Sono uguali non hanno il coraggio di parlare chiaro con le persone-.
-anche a te sta antipatica la signora Nott?- chiese infine Rose asciugandosi le lacrime.
-Abbastanza-rispose Hermione.
-Immagino che nessuno la odi come la mamma di Luck- disse Rose.
-Già-constatò mesta Hermione.
-Tu l’avresti uccisa se osava fare il filo a Draco , giusto?- chiese Rose.
-Penso di si, anzi, sicuramente si-.
Rose scattò in piedi iniziando a saltare.
-Oddio! allora è vero. Oddio che bello!  oddio sono felice!-.
-Rose calmati. Di che cosa parli?-domandò.
-Come di cosa parlo mamma hai appena confermato che ti piace Draco.
Sono felice, cavolo quando lo dirò a Scorpius-.
-Rose Weasley, tu non dici nulla a nessuno questo è un discorso tra me e te e se Scorpius vorrà sapere, qualcosa deve chiederlo a suo padre-
Disse seria.
-Ok mamma -rispose Rose, saltandole al collo felice.
Dopo che la giovane grifondoro si fu calmata le due scesero a fare colazione, i Malfoy erano tutti già a tavola.
-Buongiorno- dissero Rose e Hermione.
-Buongiorno- risposero i Malfoy.
-Riposato bene care?- chiese Narcissa.
-Benissimo- disse Rose.
-Sì, molto bene- aggiunse Hermione diventando rossa appena sentì gli occhi di Draco su di se. Quello scambio di sguardi non sfuggì al vecchio Lucius che rise divertito prima di dedicarsi alla lettura della Gazzetta del Profeta.
***
Hermione portò alla bocca il suo the alla pesca con infinita lentezza, attorno a lei Narcissa raccontava a Draco alcune cose assurde dette da Eleonor Nott. Scorpius e Rose ridevano ricordando la stupidità di regina. Tutto sembrava perfetto, sembravano una famiglia, fino a quando un clap e un allarme strano non fece sobbalzare i presenti.
Lucius si alzò in piedi abbandonando il giornale sul Tavolo, Draco mise la mano in tasca cercando la preziosa bacchetta i ragazzi sgranarono gli occhi increduli nel trovarsi di fronte una squadra al completo di auror del ministero.
-Rose Weasley- disse con voce ferma Dean Thomas, ex Grifondoro ora auror nella squadra di Ron.
La ragazzina guardò l’uomo preoccupata volgendo subito dopo lo sguardo a sua madre.
-Dean cosa succede?-
-Si infatti cosa succede Thomas per quale ragione irrompete a casa mia- disse freddo Draco.
-Malfoy, queste sono cose che non ti devono interessare rispose l’auror. – Hermione. Granger, sono qui per prelevare Rose Weasley e portarla da suo padre-
-Cosa stai dicendo?- domando con voce stridula Hermione.
-tieni disse porgendole una pergamena firmata dal ministro e da un giudice nel quale Rose passava sotto la custodia di Ronald Bilius Weasley.
Hermione lesse velocemente.
-Stai scherzando! non vi lascerò prendere mia figlia- urlò
-Ti prego Granger, non voglio problemi-
-Come osi, come osa farmi questo- Draco prese la pergamena dalle mani di Hermione che sconvolta e senza alcuna vergogna iniziò a piangere.
-Io non voglio andare- disse rose aggrappandosi a Scorpius.
-Ti prego mamma- disse la ragazzina trascinandosi verso Hermione che la strinse a se’.
-Thomas dì a quel verme del tuo capo che pagherà per questo. Non si possono togliere i figli a delle madri come Hermione.
Dean non rispose osservò le due donne a terra strette e piangenti mentre Narcissa Black, l’austera Lady Malfoy le stringeva come una chioccia.
-Hermione- la richiamò l’auror.
La Granger alzò lo sguardo verso l’ex compagno di scuola.
-Digli che questa volta pagherà per tutto il male che mi ha fatto-. Aggiunse.
-Rose tesoro, comportati bene, non disubbidire alla nonna e ricordati che la mamma ti ama- disse Hermione. Rose strinse ancora la sua mamma, poi a turno tutti i Malfoy la salutarono. Lucius, sbalordendo tutti i presenti, la strinse .
-La biblioteca, io e Scorpius ti aspettiamo. Non farci attendere molto ok- disse l’uomo accarezzandole il viso.
Rose sorrise cercando di trattenere le lacrime poi si girò verso Draco abbracciandolo di slancio.
-Non lasciarla sola- disse affinché solo l’uomo la sentisse.
Alla fine raggiunse l’auror e si smaterializzo con lui, mentre sua madre abbracciata a Draco iniziava a piangere ancora.

26- Per i miei figli.

Rose le era stata portata via alle prime ore della mattina, nel giorno del Santo Natale. Una squadra Auror era stata impiegata per questo.
Avevano fatto irruzione nel grande Manor dei Malfoy, sventolando la pergamena con la firma del giudice, e si erano portati via la sua piccola.
Spezzandole così il cuore.
Aveva pianto per ore, sorretta prima da Draco e poi da lady Narcissa.
Zabini fu chiamato immediatamente dopo che Dean Thomas e la squadra auror del ministero si smaterializzarono dal manor.
Dovevano agire e dovevano fare velocemente, così aveva detto Draco e così fecero. Per fortuna la presenza di Hermione non fu necessaria e così la padrona di casa e alcuni elfi domestici la condussero nelle sue stanze per farla riposare, vegliandola.
Blaise, coadiuvato da Draco e da Lucius Malfoy, preparò le carte e l’ingiunzione contro Ronald (che un gufo recapitò al giudice e al Ministro) mentre un’altra lettera fu spedita a Weasley alla Tana, la casa di famiglia.
Hermione, a detta di Blaise, avrebbe così mostrato all’auror che non sarebbe stata a guardare mentre lui le portava via i suoi figli.
Quando Draco la raggiunse nella sua stanza per informarla, Hermione non aveva più la forza nemmeno di parlare, si limitò ad annuire alle parole del biondo.
Draco la osservò preoccupato, si sedette sul letto accarezzandole delicatamente il viso.
Lo distruggeremo, pensò guardando gli occhi gonfi della donna.
Le fece appoggiare il capo sul proprio petto e cercò di farla calmare, ben sapendo che era impossibile.
Pianse molto quella notte Hermione, ma Draco non smise mai di confortarla: la donna che amava aveva bisogno di lui in quel momento e non si sarebbe risparmiato.
“Te la riporterò. Te li riporterò.”
 La donna, che quel Natale la famiglia Malfoy ospitava a casa loro, era solo l’ombra della ragazza che venti anni prima aveva contribuito a sconfiggere il Lord Oscuro: Voldemort.
***

L’indomani mattina svegliarsi fu traumatico per Draco. Si era addormentato completamento vestito e in una posizione scomodissima. Hermione era ancora accoccolata sul suo petto e fu normale per lui accarezzarle il capo.
- Voglio distruggerlo - disse in un sussurro.
Draco non smise di accarezzarla.
- Voglio vederlo soffrire come ora sto soffrendo io - aggiunse.
Draco le scostò i capelli dalla fronte e sfiorò la pelle della donna, fredda e bagnata dalle lacrime.
- Lo sapevo che non avrei dovuto sposare uno come lui - ammise a fil di labbra, - ed ora mi vuole togliere l’unica cosa bella che è nato da questo legame -
- Non te li toglierà - rispose Draco con la voce ancora impastata dal sonno, - fosse l’ultima cosa che faccio, riavrai i tuoi figli-.
Disse con tono deciso Draco Lucius Malfoy e in quel momento Hermione capì cosa voleva dire avere un uomo al proprio fianco.
Un vero uomo.
***
Il giorno di Natale per Rose Weasley fu il giorno più brutto della sua vita.
Peggio della volta che aveva visto Luck baciare una cretina Serpeverde o della volta che era caduta dalla scopa .
Quella mattina il mondo le era caduto addosso, sconvolgendola.
Suo padre aveva osato allontanarla dalla sua adorata mamma, dal suo miglior amico, dai suoi affetti per portarla a casa dei nonni.

♠♠♠♠
Dean Thomas la teneva stretta durante la smaterializzazione che dal Manor la portò alla casa dei nonni: la vecchia Tana.
Appena posò piede sull'umida terra, si sentì stritolare da due forti braccia e un intenso odore di torta alle mele le invase le narici.
La nonna.
Rimase ferma, immobile, senza rispondere all’abbraccio e, quando nonna Molly la liberò, volse lo sguardo alla ricerca di suo padre. Lo vide salutare la squadra accanto alla porta d’ingresso. Non era nemmeno andato ad accoglierla facendo fare le sue veci a sua madre.
Dopo il crack di smaterializzazione che annunciava l'allontamento degli auror, la giovane Grifondoro s'incamminò a passo deciso verso suo padre.
Strinse i pugni facendo diventare le nocche bianche, irrigidì la mascella e assottigliò lo sguardo quando arrivò di fronte a suo padre Ron.
L’uomo nemmeno si accorse di lei fino a quando la ragazza non si decise a parlare.
- Non ho alcuna intenzione di restare in questo porto - disse con rabbia.
Ron la guardò dall’alto del suo metro e novanta.
- Dove vorresti andare? sentiamo Rose. - la rimproverò l’uomo.
- Da mamma - replicò la ragazzina senza alcuna vergogna, sostenendo lo sguardo di suo padre.
- Nessuno dei miei figli metterà mai piede nella casa di luridi mangiamorte.  -
- Loro non sono... - disse la ragazza sull’orlo delle lacrime. Draco era un padre presente, ottima persona e Lucius Malfoy era un vecchio intelligente e arguto, un mago che apprezzava. Tutto quello che i suoi zii e suo nonno le avevano raccontato di Malfoy senior era scomparso dalla sua mente quando l’aveva conosciuto.
Lei conosceva i Malfoy e non erano assolutamente come li descriveva suo padre, non erano né viscidi né malvagi, non con lei per lo meno.
- Rose, non osare contraddirmi - urlò Ron.
- Io lo faccio, invece ,- replicò la ragazzina, - tu non li conosci. -
- Io li conosco bene! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello. Sia a te che a tua madre, ma presto anche lei tornerà strisciando. –
- Sei solo un illuso - replicò Rose, sempre più livida mentre si sentirono due crack di materializzazione.
- Lei ama Draco - enunciò la ragazzina, prima che uno schiaffo le colpisse con forza la guancia.
Rose non abbassò lo sguardo nemmeno in quel momento.

Suo padre l’aveva appena schiaffeggiata. Si sentì tirare per un braccio e l’odore di giglio bianco le fece capire che la donna che la stringeva era sua zia Ginny. Non udì nulla di quello che questa urlava a suo padre. L’unica cosa che ricordò fu lo sguardo di sfida di suo padre.
Lui la sfidava e lei non resistette più
- TI ODIO – urlò, divincolandosi dalla presa della zia. Corse in casa fino alla mansarda, rintanandosi lì dentro per tutto il giorno.
Usò la magia, conscia che nessuno poteva sapere, in una casa di maghi, che fosse proprio lei ad utilizzarla, l’unica a non essere ancora maggiorenne.

♠♠♠


Asciugò una lacrima, l’ennesima che scorreva veloce sulla guancia.
Non era riuscita a riposare, aveva evitato di rispondere alle suppliche di sua nonna e sua zia. Da quando era arrivata alla Tana non aveva né visto nessuno né mangiato nulla.
L’unica cosa che voleva era ritornare da sua madre.
L’unica persona che voleva vedere era sua madre, urlò, in preda ai singhiozzi, a sua nonna che la invitava ad aprire la porta.
E fu felice di  essere riuscita a bloccare quella vecchia porta ammuffita, i geni di sua madre scorrevano in lei... per fortuna non aveva preso nulla da quell’insensibile di suo padre Ron.

***

Un uomo dai capelli rossi camminava nervosamente davanti al camino, stringendo con rabbia una missiva che un gufo dal nero piumaggio gli aveva da poco recapitato.
Ginny, sua sorella, lo guardava con un espressione schifata, mentre sua madre Molly, seduta sulla vecchia poltrona di pelle marrone, cercava un modo per risolvere quella assurda faccenda.
Suo figlio aveva iniziato una guerra con sua moglie Hermione, convinto che presto questa sarebbe ritornata sui suoi passi: lasciando il lavoro e ritornando con lui.
Quello che però nessuno dei Weasley si aspettava era che Hermione Granger, la Mezzosangue per eccellenza, si mettesse con l’ex Mangiamorte Draco Malfoy e con lui iniziasse una campagna di magisprudenza per l’affidamento dei suoi figli, Rose e Hugo.
Un crack fece sobbalzare tutti i presenti: le due donne fissarono per un interminabile minuto l’uomo dai cappelli scuri  e scompigliati, che ricadevano sulla fronte nascondendo la famosa cicatrice a forma di saetta.
Il rosso invece si bloccò di colpo, prima che un pugno lo colpisse in pieno viso, facendo scattare in piedi sua moglie Ginny.

- Questo è solo il primo Ron. - urlò Harry Potter, - Azzardarti a fare qualcosa contro Hermione o i ragazzi e fidati: sarà l’ultima cosa che fai. - aggiunse con astio.
Ron si massaggiò la guancia senza emettere fiato, guardando truce l’uomo davanti a sé. Colui che un tempo era stato il suo miglior amico in quel momento gli voltava le spalle.
Harry sostenne lo sguardo del suo sottoposto indurendo la mascella, senza proferir parola. Non volse nemmeno uno sguardo verso sua suocera che si era portata una mano in bocca riuscendo a stento a soffocare un urlo preoccupato, dopo aver assistito alla scena. 
Il silenzio era calato sulla Tana fino a quando i coniugi Potter sparirono con la materializzazione congiunta. Arrivarono davanti al grande cancello dei Malfoy e  chiesero di parlare con i padroni di casa.
Dopo vent’anni era finalmente giunto il momento di chiarirsi con loro.
In fondo, la guerra era finita e se la sua migliore amica Hermione si fidava dei Malfoy, tanto da vivere in quella casa, ci doveva esse una spiegazione.
 27- Al tuo fianco.
 
Quando i coniugi Potter arrivarono davanti al cancello dei Malfoy, erano da poco passate le otto della mattina.
Il sole non era ancora spuntato in quella fredda mattina di fine Dicembre. I due strinsero la mantella di spessa lana sotto il collo, cercando in quel modo di preservare la gola dall’umidità.
Harry si staccò per un attimo da sua moglie Ginny e con un leggero colpo di bacchetta avvisò i proprietari del grande e maestoso Manor della loro  presenza.
Passò un solo attimo prima che i cancelli si aprissero davanti ai due e un elfo venisse loro incontro, conducendoli infine nel salone.

La sala era avvolta da una strana atmosfera, il fuoco del camino era l’unica fonte di calore. Ginny si guardò intorno osservando con curiosità i ritratti alle pareti, mentre Harry rimase fermo al centro della stanza. Erano anni che andava in quella casa poiché Lucius era sotto la sua protezione.
        Potter, - disse il padrone di casa, entrando nella sala vestito con un abito grigio che gli cadeva alla perfezione, l’inconfondibile capigliatura bionda e l’inseparabile bastone con la testa di serpente - a cosa devo la sua visita? -

Lucius si bloccò un attimo quando vide che l’auror non era solo.
Ginny deglutì non appena i suoi occhi castani incontrarono quelli grigi del vecchio mago, ricordando il lontano giorno quando l’uomo aveva introdotto il diario di Tom Riddle nella scuola di magia di Hogwarts. Diario che attentò alla sua giovane vita.
- Malfoy, siamo qui per parlare con Hermione. - disse Harry senza scomporsi davanti all’ex mangiamorte.
- Hermione sta riposando. - rispose secco l’uomo senza alcun imbarazzo nell’ospitare nella sua casa un’eroina magica.
- Malfoy, la potresti chiamare? - insistette ancora il Capo Auror.
- Harry! Ginny! - esclamò Hermione, entrata in quel momento nella sala seguita da Draco, che lanciò uno sguardo curioso/interrogativo  verso i due.
- Che ci fate qui? - chiese la Granger guardando i suoi due migliori amici.
- Hermione dobbiamo parlare. - disse Harry, facendo un passo verso la sua amica d’infanzia.
La donna rimase ferma davanti all’auror, Draco girò le spalle e s’incamminò verso la porta, mentre Lucius sbuffò sonoramente osservando suo figlio lasciar campo libero a quel damerino di Potter e la rossa Weasley.
- Parla Harry. Dimmi tutto quello che devi. -disse Hermione con voce chiara e forte - Draco e Lucius vi prego rimanete - aggiunse prima che Draco uscisse dalla stanza.
Ginny sgranò gli occhi non appena sentì l’amica dire questo.
Harry rimase spiazzato un solo attimo, poi abbassò lo sguardo sconfitto, mentre un amaro sorriso si dipinse sul suo viso.
- Ronald vuole andare avanti: ha il dente avvelenato, Hermione. - disse Harry Potter.
- Non mi stai dicendo nulla di nuovo - replicò Hermione, percorrendo tutta la stanza fino al camino.
- Sa della tua relazione con Malfoy - disse in un sussurro Ginny - con Draco Malfoy, intendo – aggiunse contorcendo le mani, imbarazzata.
- Non vi era bisogno che specificasse signora Potter. Benché Hermione sia una bella donna, io sono ancora innamorato di mia moglie e, pensi, non l’ho mai tradita- intervenne asciutto Lucius.
Hermione sorrise all’indirizzo di Lucius.
- Padre... - lo rimproverò Draco.
- Non vedo cosa possa interessare a Ronald. – replicò Hermione.
- Vuole usare ogni mezzo per toglierti i ragazzi. - aggiunse preoccupata Ginny.
- Allora avrà pane per i suoi denti – rispose livida, - Sono stanca di porgere l’altra guancia- aggiunse.
- Sai che è difficile, lui è un auror! - aggiunse Harry, mentre Lucius Malfoy storceva il naso alla sua frase.
- Già, essere un auror è un vantaggio. Vale di più che aver ragione invece che torto - disse Draco Malfoy, ancora accanto alla porta della sala.
-Farò di tutto per aiutarvi- disse all’improvviso Harry Potter, lasciando spiazzati i due Malfoy.
- Non mi serve il tuo aiuto - rispose secca Hermione, -Riavrò la custodia dei miei figli poiché sono l’unica che sa prendersene cura. Né Ronald né Molly cresceranno Rose e Hugo! -
- Soprattutto Ronald. - aggiunse Ginny.
- Chiederò al giudice di aver la custodia dei ragazzi prima del processo - disse ancora Harry.
- Noi siamo con te - disse Ginny, annullando le distanze e stringendo la sua amica.
Hermione ricambiò l'abbraccio dell'amica, ma non pianse. Si era promessa di non piangere più.
Il tempo delle lacrime era finito.
 Era arrivato il momento di combattere per i suoi figli, per lei e per il suo futuro con Draco.
- Potrai venire a trovarli non appena li porterò a Grimmauld Place. – disse convinto Harry, osservando sua moglie staccarsi da Hermione, - Questa sera stessa credo-
La Granger annuì alle parole del suo amico. Non si sarebbe mai aspettata che proprio loro voltassero le spalle a Ronald e soprattutto che Ginny si ribellasse a sua madre.
-Malfoy, - aggiunse infine Harry, - se non ti dispiace, vorrei invitare tuo figlio a casa mia questa sera. -
Draco Malfoy sgranò gli occhi incredulo.
- Questa sera a casa mia si festeggia il compleanno di Albus, il mio secondogenito. So che sono amici. - proseguì l'auror.
Proprio in quell’istante Scorpius, seguito da sua nonna Narcissa, fece il suo ingresso in sala.
- Bene, Scorpius: questa sera avrai l’onore di partecipare a una festa dai Potter -  disse Lucius.

Scorpius aprì la bocca dallo stupore e la richiuse immediatamente, non appena vide Harry Potter al centro della sala da pranzo della casa dei suoi nonni.
        Albus sarà felicissimo di vederti. - disse Ginny sorridendo all’indirizzo del più giovane dei Malfoy,
- Ci sarà anche Rose - aggiunse Draco. Sentendo quell’affermazione dalla bocca di suo padre, Scorpius gioì.
-Verrò anch’io con te - aggiunse Hermione, accarezzando il giovane, che si beò di quel gesto materno.
Harry Potter rimase sconvolto nel vedere per la prima volta Malfoy sorridere.
***
Quando l’auror e la moglie lasciarono casa Malfoy, Hermione e Draco si rintanarono nello studio dell’uomo.
Lì iniziarono a consultare vari documenti che Blaise Zabini aveva fatto recapitare alla villa con un gufo.
Hermione lesse attentamente ogni foglio più volte, cercando di rimanere concentrata su tutto quello che leggeva.
- Imbecille... - disse con un filo di voce Draco.
Hermione alzò immediatamente il viso puntando gli occhi su quelli di Draco.
- Cosa hai trovato? - chiese Hermione, alzandosi di colpo dalla poltrona e raggiungendo il biondo, che rimase spiazzato dalla velocità della donna.
Hermione gli strappò la pergamena dalle mani senza alcuna remora e sgranò gli occhi quando vide ciò che vi era scritto.
Vi erano trascritti tutti gli spostamenti che Ronald aveva fatto negli ultimi cinque anni: il lavoro di auror lo portava a stare spesso lontano da casa.
 Hermione non si era mai preoccupata per questo, sapeva cosa comportava l'essere un auror.
Ciò che non sapeva era che lui ogni tanto inventava una missione per recarsi ad un indirizzo che lei non conosceva.
Ogni volta si recava a quell’indirizzo.
- Chi abita in questa casa? - Chiese seria.
Draco scosse il capo, cercando di calmare il respiro.
Impossibile! È troppo giovane. Troppo altezzosa per fare la seconda
- Draco, dimmi... chi abita in questa casa?- chiese ancora Hermione, sollevando appena il tono di voce.
- Samantha Pucey. - rispose in un sibilo.
-La giocatrice di Quidditch?- chiese Hermione, sperando con tutto il cuore di sbagliarsi.
-Sì. - rispose il biondo, cercando di buttare dentro il cassetto della scrivania la busta bianca che con molta probabilità conteneva delle foto.
- Quanti anni ha? - chiese Hermione, con un tono di voce appena controllato.
        Ventisei anni. - rispose Draco, - E' la figlia di un mio ex compagno di squadra. - aggiunse prima che Hermione lo guardasse male.

 Tradita! Mi tradisce da anni!

Rise non appena si rese conto del grande passo falso che il suo ex marito aveva fatto.
- Come ha fatto Zabini ad ottenere queste informazioni? - chiese Hermione, allungando la mano fin dentro al cassetto e prendendo infine la busta bianca che Draco aveva cercato di nascondere.
- Hermione lascia stare. - cercò di dire Draco, ma la donna fu più veloce.
 Aprì la busta con un gesto secco e guardò disgustata le foto in cui suo marito, avvinghiato ad una bionda magra e slanciata, si divertiva mentre lei soffriva incolpandosi della fine del loro matrimonio.

Pagherai anche per questo Ron. Pagherai per tutto.

Draco prese le foto e senza nemmeno guardarle, le ripose nella busta bianca.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, mentre la luce lieve del sole entrava dalle vetrate dello studio.
        Questo è un passo falso. - disse Hermione, interrompendo quel silenzio e guardando finalmente l’uomo che aveva di fronte. - Mi tradiva. Avevo tutti i diritti di lasciarlo. Lui, invece, non ha alcun diritto di accusarmi di niente. - aggiunse con rabbia, - Non ha alcun diritto di togliermi la custodia dei ragazzi, perché mi ritiene una cattiva madre e moglie- concluse stringendo le mani in un pugno.
        Anche se non ti avesse tradito non aveva alcun diritto. - replicò Draco abbracciandola. -Alcune persone non meritano di diventare genitori- disse piano.

Hermione sollevò lo sguardo, osservandolo: anche lui era stato tradito. Aveva un matrimonio disastroso alle spalle e, come per Hermione, l'unica soddisfazione di quel rapporto era suo figlio.
Ancora una volta si sentì vicina a Draco Lucius Malfoy.

Ogni giorno di più la sua vita si legava inesorabilmente a colui che un  tempo era la sua nemesi.
- Grazie Draco. - disse infine, accoccolandosi meglio tra le braccia dell’uomo.
- Per cosa? - chiese lui sorpreso.
Hermione sorrise, accarezzando la schiena attraverso la pregiata camicia.
- Perché sei qui al mio fianco. Perché mi sostieni in questo momento. - disse socchiudendo gli occhi e cercando di imprimere nella mente il suo profumo inebriante.
-Ti amo, non riuscirei a starti lontano nemmeno volendo.- ammise finalmente, sconvolgendo positivamente la donna che fino a pochi istanti prima lo abbracciava. Hermione si staccò da lui un solo secondo prima di unire le sue labbra a quelle dell’uomo, che ricambiò il bacio senza farsi pregare.
Un gufo picchiò con il becco sulla finestra dello studio, interrompendo quel magico momento tra i due ministri.
Draco sbuffò non appena si staccò da Hermione per andare ad aprire la finestra. Hermione corrugò la fronte osservando la civetta bianca dei Potter e, senza indugiare oltre, slegò la missiva dalla zampa del pennuto e lesse:


Il giudice ha accolto la mia richiesta!
Rose e Hugo verranno a stare a casa mia per tutta la durata del processo.
Sia tu che Ron potrete far loro visita ogni due giorni, logicamente in tempi diversi.
Ti aspettiamo per la festa di Albus.
Con affetto.
Harry.
P.s. Se vuoi puoi portare anche Malfoy... pare che mi debba abituare alla sua presenza al tuo fianco.


Hermione passò la missiva nelle mani di Draco, che ghignò non appena lesse l’ultima frase scritta da Potter.

Nessun commento:

Posta un commento