venerdì 15 giugno 2012

Sono solo Parole Cap 1-2-3




Avere l'impressione di restare sempre al 
Punto di partenza.

Un’afa opprimente avvolgeva Londra quel venti agosto del 2029, sconvolgendo le abitudini dei suoi abitanti, che in quel periodo erano abituati alle prime piogge.
Per sconfiggere quell’innaturale caldo i londinesi si erano rintanati nelle proprie abitazioni alla ricerca di un po’ di refrigerio. 
I turisti, invece, godevano delle meraviglie che la capitale inglese offriva loro, riversandosi poi nelle fontane.
Lily, incurante di tutto questo, camminava a passo sostenuto per le vie della Londra babbana. 
La giovane pozionista indossava un leggerissimo vestito in cotone bianco che faceva risaltare i suoi capelli rossi, mentre nelle mani teneva l’inseparabile frullato alla fragola.
Quando arrivò davanti ad un muro in mattoni, che portava a Diagon Alley, si fermò di botto. Guardò prima a sinistra e poi a destra, sperando che nessun babbano avesse posato il suo sguardo su di lei.
Bene
Tolse velocemente la bacchetta dalla borsa color cuoio e battè due volte sui mattoni, prima che una piccola porta si aprisse davanti a lei.
Sospirò un attimo ricordando ciò che la portava ogni mercoledì della settimana ad introdursi furtivamente nel suo mondo.

Amore.
 Tradimento.
 Frustrazione.

Questi erano i pensieri che balenavano nella mente dell’unica figlia dell’eroe magico Harry Potter.
La dolce bambina che aveva stregato tutti e che in realtà nascondeva un torbido segreto.
Guardò l’orologio e sbuffò.
Era in ritardo per l’appuntamento, l’ennesimo incontro che sapeva fin dal principio non avrebbe portato a niente.
Da anni la sua vita le sfuggiva dalle mani come piccoli granelli di sabbia.
Tutti credevano che la sua vita fosse perfetta: diplomatasi con ottimi voti, era entrata nel dipartimento per pozionisti al Ministero della Magia e quello fu il primo passo per la perversione.
Da quel preciso momento il suo cuore iniziò una lotta silenziosa tra bene e male.
Peccato e virtù.
Si era innamorata di un uomo che non poteva essere suo.
Amava il fidanzato della sua migliore amica, sua cugina Rose. 
E ogni santo giorno insieme tradivano la sua fiducia.
Si sentiva un verme ogni volta che i suoi occhi incontravano quelli azzurri e limpidi della ragazza che considerava una sorella, ma, inesorabilmente, ogni volta che sentiva il respiro di Scorpius su di sé, tutto crollava, tutto scompariva.
In quei momenti il peso del tradimento svaniva e rimaneva solo il suo desiderio, la sua passione, la sua brama per l’ultimo erede dei Malfoy. 
L’uomo che incurante di tutto restava in bilico tra lei e Rose.

♠♠♠

E chiudere la porta per lasciare il mondo
Fuori dalla stanza.

Diagon Alley, nonostante il caldo straordinario, era già affollata quel Mercoledì mattina.
Alcuni uomini vestiti di tutto punto si recavano con l’inseparabile cartella piena di documenti nei propri uffici. I loro sguardi nascondevano a stento l’invidia per i ragazzini che ridevano e scherzavano al centro della piazza, godendo degli ultimi giorni di vacanza prima della partenza per Hogwarts .
Molte coppie con bambini al seguito beneficiavano delle ultime giornate di sole, prima dell’opprimente autunno. Lì, sedute ai tavolini della gelateria di Fortebraccio, osservavano il via vai di gente.
Molti occhi si posarono su Lily Potter quella mattina ,non appena la ragazza fece il suo ingresso nella via principale, infastidendola .
Rimase ferma un solo un attimo prima di scomparire nella folla, dirigendosi dalla parte opposta rispetto al Dipartimento di Pozioni.
La sua meta infatti era ben altra rispetto al suo posto di lavoro. Stava andando da lui.
Presto abbandonò la strada principale , percorrendo strette stradine, fino ad arrivare a una piccola locanda sconosciuta ai più. Entrò facendo un semplice gesto con il capo al vecchio che stava dietro il bancone, che rispose al suo saluto, e infine salì le scale.
Respirò piano prima di varcare l’ultima porta del secondo piano, dietro cui  l’attendeva Scorpius Hyperion Malfoy.
La vecchia porta di legno scricchiolò appena mentre la giovane pozionista l’apriva, richiudendola subito alle spalle.
Socchiuse gli occhi quando la luce della stanza la investì.
Li riaprì subito, osservando l’uomo alto e biondo che aveva sottomesso il suo cuore ribelle.
- Sei in ritardo! - disse senza girarsi, continuando a guardare fuori dalla finestra.
Lily storse il naso a quelle parole, alla sua freddezza.
Non si aspettava certo di essere accolta a braccia aperte da Scorpius, anche se il suo cuore sperava che un giorno tra loro tutto sarebbe cambiato.
Lei lo avrebbe cambiato.

Innamorata

Sperava che un giorno lui scegliesse lei, invece, che sua cugina Rose: l’eterna fidanzata. La dolce, comprensiva e decisamente ingenua Rose.

Illusa

Purtroppo, però, conosceva il suo carattere freddo e distaccato. Sapeva bene che da lui mai avrebbe ottenuto dimostrazioni d’affetto, non in quel frangente.
- Aspetto da un po’ - aggiunse, scostando la tenda di spesso cotone verde, riportando la stanza nella semioscurità.
Lily aprì la bocca per replicare, ma non riuscì a dir nulla per ribattere all’ennesima affermazione fredda.
Le parole venivano meno quando stava nella sua stessa stanza. Il cuore iniziava a battere forsennato e il cervello smetteva di ragionare.
- Sai quanto odio aspettare - concluse Malfoy, girandosi finalmente verso la ragazza e guardandola con un’espressione indecifrabile.
        Ho altro da fare, lo sai, Lily!

Lily cercò di reagire a quelle taglienti parole, ma rimase ancora zitta, inerme, davanti ai suoi occhi che le bloccavano il respiro.
 Scorpius, invece, con un gesto secco, si toglieva la giacca e sganciava i bottoni dei polsini, con un’eleganza tale che lasciava senza fiato.
Lily osservò ogni gesto dell’uomo mentre il sangue ribolliva, detestava quando la chiamava con il suo nome di battesimo.
Lui lo sapeva, eppure sembrava farlo apposta per innervosirla.
Il suo tono freddo e distaccato la indisponeva, ma bastava che la sfiorasse appena con le sue mani calde, che le labbra fini e fameliche si poggiassero sulle sue e il suo corpo si strusciasse desideroso su di lei, che tutto il mondo scompariva all’improvviso.
Rimanevano solo i respiri e la voglia di lui.
Lo spasmodico bisogno di averlo per se’ almeno una volta .
- Le strade erano piene di gente - disse infine Lily, allontanandosi lentamente dalla porta .
Scorpius ghignò sarcastico a quell’affermazione.
- Immagino che anche questa volta hai evitato la smaterializzazione - disse trattenendo a stento una risata.
Lily lo guardò torvo evitando di rispondergli.
Cosa avrebbe detto se avesse saputo il motivo per cui aveva paura di utilizzare quel magico metodo per spostarsi?

Lo sai cosa direbbe

Ricacciò così i brutti pensieri e ancora una volta tacque, abbandonandosi al piacere che solo Scorpius riusciva a farle provare.
Sospirarono e ansimarono, mentre i loro corpi si univano amandosi.
Non si risparmiarono in carezze e baci, invocando l’uno il nome dell’altro mentre l’apice dell’eccitazione li coglieva.
Come ogni mattina da quasi un anno si ritrovavano a fare l’amore in quella che era diventata la loro stanza.
Ogni giorno tradivano la fiducia di Rose e si beavano di perversione e desiderio.
Vivendo nel peccato.


 Questo è o non è 
Amore.
Si rivestirono velocemente senza nemmeno guardarsi, lasciando che i pensieri scorressero via veloci.
L’odore dell’amplesso appena consumato impregnava l’aria.
Un altro giorno si aggiungeva agli altri, l’ennesimo masso nello stomaco difficile da buttar giù.
Quel silenzio che ora li avvolgeva rappresentava il peccato e la frustrazione nel vivere una vita sbagliata.
Una vita che nessuno dei due voleva, una recita dove l’amore non era invitato.
Godettero degli ultimi istanti, rimembrando quei momenti di pace in cui uno si crogiolava tra le braccia dell’altra.
Ogni mattina arrivavano in quella desolante stanza, nascosta da occhi indiscreti, e finalmente si concedevano all’amore.
Maledicendo i mille sbagli del passato, incontri sbagliati e fidanzamenti privi d’amore.
Ogni giorno evadevano dalla routine snervante, cercando un equilibrio tra la vita reale - fatta di lavoro, impegni e compagni - e quel paradiso fatto di passione e peccato.
Nessuno dei due però riusciva ad ammettere che quello era qualcosa di più che una scappatella. Molto di più che uno stupido capriccio iniziato per gioco, in uno stanzino buio del dipartimento di Pozioni.
Era sesso, si ostinava a dire Scorpius, per paura che tutto quello che aveva crollasse come un castello di carte.
Era amore, si ripeteva Lily da quasi due settimane, mentre con le lacrime agli occhi si accarezzava il ventre ancora piatto.
Lily portava in grembo il frutto del loro amore, ma Scorpius non ne era a conoscenza.
Non avrebbe mai saputo che sarebbe diventato padre.
♠♠♠
Cercare un equilibrio che svanisce ogni 
Volta che parliamo 

Rimase a letto avvolta dal candido lenzuolo di cotone, che, ruvido, le graffiava la pelle, rimembrando il suo peccato.
Lo strinse forte al petto, mentre Scorpius si alzava mostrandosi nudo senza alcun imbarazzo. Raccolse i boxer neri da terra, infilò i pantaloni di alta sartoria che aderivano perfettamente alle cosce muscolose, mettendo in evidenza il suo perfetto fondoschiena.
- Andrai alla festa dei nonni, questa sera? - chiese Lily, maledicendosi un attimo dopo aver formulato quella domanda.
Il pozionista si girò lentamente sollevando un sopracciglio, puntando così le sue iridi fredde e distaccate sul corpo della donna ancora distesa sul letto.
I capelli rossi e lunghi incorniciavano quel viso da angelo dannato cui non riusciva a rinunciare.
La sua bocca carnosa era una droga per il giovane Malfoy, così come quel corpo sinuoso e snello che si beava di accarezzare ogni mattina.
Ebbe un attimo d’incertezza, non appena si voltò a guardare la donna che l’aveva stregato e portato in quella torbida situazione.
Il cuore mancò un battito, osservando i suoi occhi lucidi e le mani chiuse in un pugno, intente a nascondere quel corpo che conosceva a memoria.
Quella era la donna che aveva scongelato il suo cuore, travolgendo la sua vita di passione, e che senza accorgersene l’aveva condotto nel peccato.
Lily era ignara dell’effetto che i suoi occhi avevano su di lui.
Non l’avrebbe mai dovuto sapere che era l’unica che lo rendeva felice.
Avrebbe custodito quell’assurdo pensiero nel profondo della sua mente, sapendo che presto o tardi lei avrebbe trovato qualcuno che l'avrebbe completata veramente, non uno scarto di sua cugina.
Rose, la sua ingenua e noiosa fidanzata, dolce e servizievole, non era nulla in confronto al fuoco che Lily aveva dentro.

Vergognati, si disse, ripensando a tutte le notti che passava insonne ricordando il corpo di Lily mentre al suo fianco Rose dormiva beata.
Sei un bastardo, pensò, prima di riprendersi da quel torpore e indossare la sua maschera di freddezza e menefreghismo.
- Non vedo cosa t’importi Potter, dove vado questa sera - rispose secco, afferrando la candida camicia che aveva appoggiato su una sedia poco distante dal letto.
Cretino, sei solo un cretino
Lily aprì la bocca un attimo, poi la richiuse abbassando lo sguardo.
Stupida
Questo fu il suo ultimo pensiero prima di vederlo scomparire oltre la porta della stanza.
Ancora una volta non erano riusciti a dirsi nulla, tra loro non vi era null’altro che una torbida storia di passione e sesso.
Pianse amaramente.
La sua vita era uno schifo, si sentiva marcia dentro per tutto quello che aveva fatto, per quello che avrebbe continuato a fare.
Lo sapeva bene che non sarebbe mai riuscita a rinunciare a Scorpius.
Forse sarebbe stato lui a rinunciare a lei quando avrebbe saputo del bambino.

♠♠♠

E fingersi felici di una vita che non è come 
Vogliamo 
Calmò il respiro dopo interminabili minuti, asciugò le lacrime e si rivesti lentamente. Doveva muoversi o Scorpius sarebbe stato capace di fare rapporto a suo padre Draco: il loro capo.
Arrivò con il cuore in gola al dipartimento di pozioni, giusto in tempo per assistere alla solita scena sdolcinata.
Rose vestita con un abitino rosa cipria, ricco di pizzi e merletti, baciava timidamente il suo fidanzato che, dritto come un palo, non muoveva nemmeno un muscolo.
Tutt’intorno, donne curiose e invidiose s’immedesimavano nella scena, desiderando di occupare il posto della dolce Rose.
Lily sbiancò un attimo prima di assumere la solita maschera, celando le mille turbe che il suo cuore subiva osservando quella scena.
È suo. È solo suo.
Respirò profondamente prima di incamminarsi verso le scale, sperando che nessuno dei due la vedesse.
- Lily! - urlò Rose, ghiacciandola.
Miseriaccia
- Lily! - ripeté la cugina, staccandosi dal fidanzato, che ora la fissava mentre la Weasley le correva incontro abbracciandola.
- Ti ho spedito una missiva questa mattina - disse Rose sorridendo .
Era felice. Come avrebbe potuto non esserlo? La sua vita era un sogno: stava per sposare l’uomo della sua vita, l’uomo che entrambe amavano.
- Devo averla mancata -, rispose Lily sforzandosi di non guardare negli occhi limpidi di Rose. - Sono uscita presto questa mattina – dichiarò, scostando i capelli dal viso e staccandosi dall’abbraccio della cugina.
Rose la guardò un attimo perplessa.
- Faccio una passeggiata a piedi prima di arrivare al Dipartimento - si affrettò a chiarire notando che ora era in ritardo.
- Oh brava - disse Rose sorridendo. – Camminare fa bene anche se con quest’afa sarai accaldata -.
Lily distese le labbra in un pallido sorriso.
Se sapessi perché sono accaldata, mi cruceresti all’istante
- Comunque non voglio trattenerti ulteriormente - ammise Rose. - Sono giorni che volevo incontrarti, ma sai con i preparativi... -
Il cuore di Lily perse un battito.
- Non sono riuscita a venirti a trovare -aggiunse Rose sempre più raggiante.
Lily sorrise nervosamente.
- Ci sono troppe cose da fare: mettere in ordine la casa, la chiesa da addobbare, il vestito da misurare... troppe!- enunciò la Weasley felice per le imminenti nozze.
- Stavo dimenticando una delle cose più importanti - aggiunse.
Lily si paralizzò sentendo quelle frasi, mentre il suo cervello si rifiutava di ascoltare i vaneggiamenti di una ragazza ingenua che credeva all’amore.
- Stavo dimenticando di chiedere alla mia migliore amica di farmi da damigella d’onore! -
Il cuore di Lily esplose in mille pezzi.
Combatté con l’ultimo brandello di muscolo rimasto e indossò l’ennesima maschera sfoggiando così un sorriso talmente grande che avrebbe convinto anche il più dubbioso dei maghi.
Nascose la sua infelicità in un sorriso mentendo ancora una volta.
- Sono onorata - disse vergognandosi come un verme.
Finse come da un anno le capitava di fare.
Oramai aveva perso ogni ragione di vita. L’uomo che amava si sarebbe legato per sempre a un’altra donna.
La sua vita era una finzione e non riusciva a gioire nemmeno per la piccola vita che le cresceva in grembo.
♠♠♠

E poi lasciare che la nostalgia passi da sola...

La tristezza non l’aveva abbandonata un attimo quella mattina, per fortuna Scorpius era stato accorto e a malapena le aveva rivolto la parola, così come il resto dei suoi colleghi.
Così passarono le ore e alle diciotto in punto tutti iniziarono a raccogliere le proprie cose per far ritorno a casa.
Scorpius fu uno dei primi ad andare via dal laboratorio di pozioni, venne addirittura Albus, suo fratello, a prenderlo.
Quella sera ci sarebbe stata la tanto attesa festa che nonna Molly aveva organizzato per la dolce Rose. Sbuffò al solo pensiero di ritrovarsi ancora una volta immischiata in tutto quell’odioso e snervante buonismo.
Lily sollevò appena lo sguardo, incontrando gli occhi verdi e limpidi di suo fratello, salutandolo da lontano sotto lo sguardo gelido del suo amante che rigido la osservava.

Perché esisti?

Perché non riesco a resisterti

Con quei pensieri per la testa ,svuotò il calderone e ripulì il piano con un colpo di bacchetta. Tolse il camice, guanti e, infine, prese tra le mani la pergamena che teneva in borsa.
Respirò sonoramente prima di incamminarsi nell’ufficio del grande capo: Draco Lucius Malfoy.
Bussò piano mentre il cuore nel petto batteva all’impazzata.
In quel preciso momento sapeva che la sua vita, i suoi sogni, quello per cui aveva combattuto, stavano disintegrandosi sotto le sue mani.
- Avanti - disse con la sua solita voce scocciata. Lily non indugiò oltre: aprì la porta e se la richiuse subito alle spalle.
- Potter! Hai combinato qualche guaio?-  chiese lui gelidamente, osservandola senza accennare ad alzarsi, visto che stava seduto comodamente su di una poltrona in pelle vicino alla sua scrivania in radica di noce.
Lily rimase in piedi osservando il padre dell’uomo che le aveva sconvolto la vita.

Vi Odio. Odio tutti i Malfoy!

- Ti hanno mangiato la lingua o hai sbagliato una pozione e non riesci più a parlare? - chiese mentre un ghigno sarcastico gli si dipingeva in viso.
- Perché se così fosse, ringrazio ogni mago vivo e morto per questo esperimento andato a male - disse Malfoy ridendo alla sua stessa battuta.
Lily abbassò lo sguardo, ascoltando le solite parole di scherno che il suo capo le rivolgeva.
Ancora non si spiegava il perché l’avesse presa nel suo Dipartimento se la detestava in quel modo.
Sapeva di essere un valido elemento per il Dipartimento, ma Malfoy senior non le aveva mai fatto nemmeno un complimento.
In fondo, pensò tristemente, non l’aveva mai fatto nemmeno suo figlio.
- Do le dimissioni - disse con un filo di voce.
La risata di Draco si arrestò immediatamente, non appena si trovò tra le mani la pergamena chiusa con la ceralacca rigorosamente verde, come verde era la sua ex casa d’appartenenza.

Codarda, ecco cosa sei

- Scherzi? - disse con voce glaciale, assottigliando lo sguardo.
- No - replicò senza aggiungere altro.
- Non accetto - disse Malfoy alzandosi finalmente dalla poltrona e questa volta fu il turno di Lily di ridere.
- Andrò via ugualmente – disse ritornando subito seria.
Malfoy aprì la bocca per replicare, ma la giovane pozionista fu più veloce, girò le spalle e uscì dall’ufficio del suo ormai ex capo.
Camminò velocemente per i corridoi del Ministero della Magia, non sapendo bene dove andare. Giunse senza accorgersene davanti a quello stanzino del quinto piano, dove tutto ebbe inizio.
Non seppe per quale motivo le sue gambe l’avessero condotta fin là su. Socchiuse gli occhi un solo istante e spinse la porta entrando nella polverosa e angusta stanza.
Lì, finalmente, si lasciò sopraffare dallo sconforto mentre copiose lacrime le scorrevano sul viso.
Quella sera aveva messo il primo paletto tra lei e Scorpius, gli altri sarebbero arrivati successivamente. Erano inevitabili ,oramai non aveva altra scelta.



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