venerdì 15 giugno 2012

Sono solo parole Cap 7-8




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Perché la nostra vita in fondo non è 
Nient’altro che ...

 - Aiutami -.
Questa fu l’ultima supplica che Lily, ormai stremata, le aveva sussurrato prima di chiudere gli occhi svenendo per la terza volta.
Il terrore invase, in quei concitati attimi, la villetta ai piedi della collina, dove le due donne da alcuni mesi convivevano.
Andromeda cercò di farla rinvenire ma non vi riuscì.
Lily respirava a fatica e un’ondata di panico investì la vecchia strega.
Doveva fare qualcosa e doveva farlo in fretta,  altrimenti sia Lily sia il suo bambino sarebbero morti.
Non chiamare mai la mia famiglia, le aveva chiesto la notte che si era presentata.
 Anche in quei momenti di puro terrore, Andromeda Black stette ai patti.
Non chiamò nessun membro della famiglia Potter e meno che mai qualcuno dei Weasley, visto quello che era successo al solo nominare Rose.

Perché si vergognava cosi tanto della sua famiglia?

Chiamò invece il suo vecchio elfo domestico, sperando che fosse ancora vivo per svegliare sua sorella Narcissa.
- Gangi! - chiamò a gran voce Andromeda e un elfo domestico, vecchio e curvo, con un grembiule bianco, pulito e inamidato, le si presentò davanti, dopo un sonoro crack di smaterializzazione.
- Gangi ti ricordi di me? - chiese Andromeda, sperando con tutto il cuore che quel vecchio elfo dei Black - che sua sorella si era portata dietro quando aveva sposato Lucius Malfoy - non la strangolasse per aver sposato un babbano.
Ted, amore mio...
L’elfo la guardò con occhi sbarrati annuendo.
-                     Ho bisogno d’aiuto - disse ancora la donna. – Ho urgente bisogno di Cissy, la signora Malfoy - aggiunse cercando di essere chiara.
L’elfo annuì ancora.
Non aveva ancora detto una parola. Per fortuna, pensò Andromeda,  non aveva ancora minacciato di chiudersi le orecchie nel forno per aver parlato con una traditrice, era un buon segno.
-                     Vai e portala qui. Non abbiamo molto tempo - disse infine, guardando con la coda dell’occhio Lily che, distesa sul divano, respirava piano.
La Potter era diventata pallida, i capelli le ricadevano scompostamente sul viso, una perla di sudore le scendeva lungo la fronte.
Alla vecchia strega si strinse il cuore.

Stava soffrendo, soffriva da mesi.
Perché non si era confidata?
Cosa l’ era preso quella sera?
Perché non si riprendeva, nonostante gli innerva che le aveva lanciato contro?

Questi furono tutti i pensieri che affollavano la mente della signora Tonks. Respirò piano facendo un passo verso la ragazza, ma non fece in tempo nemmeno a prendere Lily e portarla al piano di sopra che l’elfo arrivò con un crack insieme a Cissy, ancora avvolta nella vestaglia.
- Meda! Che cosa è...- Lady Malfoy si bloccò all’improvviso non riuscendo a terminare la frase, quando notò Lily Potter svenuta nel bel mezzo del salone della sorella maggiore.
- È Lily Potter, i suoi genitori la cercano da mesi! - disse ancora Lady Malfoy.
Potter ha litigato con il mio Draco per aver accettato le dimissioni, ed ora eccola qui la piccola Lily, pensò Narcissa.
Mio nipote si è come spento quando ha saputo della sua scomparsa. Erano amici! ricordò ancora la lady.
- Cissy, ti spiego poi.  Ora non c’è tempo - disse sbrigativa.
- È svenuta da alcuni minuti e non riesco a farla rinvenire... - aggiunse .
Narcissa fece due passi verso la ragazza, ancora distesa sul divano, e sgranò gli occhi quando notò il ventre gonfio.
-                     Meda! è incinta - disse non riuscendo a trattenersi.
Ecco perché è scappata!
-                     Sì,- rispose – credo sia alla fine del settimo mese- dichiarò Andromeda, sfidandola con lo sguardo a dire qualcosa di cattivo nei confronti di quella che per lei era diventata una seconda figlia.
Narcissa non disse nulla, persa nei suoi pensieri.

Chi è il padre del bambino?
Perché è scappata?

Si avvicinò ancora a Lily di qualche passo fino a quando non le toccò il ventre con una mano, con l’altra sentì il battito.
- Dobbiamo farlo nascere - enunciò subito dopo, contraendo la mascella.
- È presto - disse Andromeda sconvolta dall’idea che la sorella aveva appena avuto.
- Se non nasce ora, moriranno entrambi - aggiunse senza girarsi Narcissa Malfoy.
Andromeda si avvicinò alla ragazza, che era sempre più pallida, ma che ogni tanto apriva gli occhi richiudendoli immediatamente.
Ti salveremo piccola mia, vi salveremo.
- Va bene - disse Andromeda annuendo.
Così, senza indugiare oltre, prese dei catini di acqua calda e degli asciugamani puliti. Narcissa, intanto, portava la ragazza, con l’aiuto della magia , al suo letto.
L’adagiò piano e, mettendole dei cuscini dietro la schiena e ricordandosi i vecchi studi da medimago, guardò la dilatazione.
-                     Meda! - Disse appena la sorella mise piede nella vecchia stanza della figlia Dora.
-                     Dobbiamo fare un parto non naturale -
Andromeda sospirò.
-                     Tranquilla questa volta andrà bene- aggiunse Cissy ricordandosi l’unica volta che assistette a quel tipo di parto.
***
Le urla di sua madre echeggiavano ancora nelle orecchie mentre Bella le intimava di stare ferma, poiché non riusciva a vedere. Gli elfi correvano veloci, avanti e indietro per la grande stanza patronale. Sembravano impazziti dalle grida che la loro padrona faceva.
La loro mamma aveva rotto le acque e nel vecchio castello dei Black c’erano solo loro tre e uno stuolo di elfi.
Erano solo delle bambine, ma si presero la responsabilità di aiutare loro madre a partorire.
Un fratellino avrebbe portato nuovo lustro al vecchio casato. Suo padre era al settimo cielo, sarebbe stato un maschio, il primo.
Invece... morì subito dopo esser venuto alla luce.
Andromeda pianse senza vergogna mentre sua madre non riusciva a parlare.
Il piccolo morì tra le braccia di un'elfa e, come il bambino, anche lei morì per placare l’ira di Bella che aveva fallito. Sua madre da quel giorno non si riprese più.

***


 ♠♠♠
Un attimo eterno un attimo 
Tra me e te 

Andromeda socchiuse gli occhi e respirò affannosamente prima di riprendere il controllo di se’, sforzandosi.
Narcissa per fortuna non la stava guardando, intenta com’era a monitorare il battito di Lily e del bambino ancora dentro la pancia della sua mamma.
Era abile con la bacchetta, pensò Andromeda, sperò fosse abile anche come medimago.
Aveva studiato per diventarlo, ma sposandosi con Lucius Malfoy non aveva mai esercitato il mestiere. Quello era stato il compromesso per poter sposare un uomo importante, il rampollo di un grande e rinomato casato .
Un individuo disdicevole, ricordò con disgusto Andromeda.
Aveva sempre detestato il cognato e non capiva come avesse fatto a conquistare la dolce sorellina.
 Con il tempo, Lucius era riuscito a stregarla e cambiarla, facendone una copia sbiadita di Bella, annullando così l’ingenuità e la gioia di vivere che la caratterizzavano .
Con il tempo e la fine della guerra l’aveva vista sorridere nuovamente, anche se mai lasciò il marito che, da quanto aveva capito, l’amava veramente.

I Malfoy sanno amare?

-                     Meda – la richiamò Narcissa, distogliendola dai suoi pensieri – dobbiamo sedarla prima di iniziare –
La vedova Tonks annuì, mentre con fare istintivo aiutava la sorella a sistemare i cuscini dietro la schiena di Lily.
Andromeda osservò Narcissa somministrare alla giovane un’intera boccetta di sonnifero Sonno Senza Sogni e si apprestò a passarle dei panni caldi e asciutti da mettere sotto le gambe di Lily.
Narcissa era diventata pallida ma non tremò mai, i suoi occhi erano ora fissi sul ventre gonfio della giovane donna.

Lotta Lily Potter. Lotta per il tuo bambino.

Prese un grosso respiro prima di incidere la delicata pelle della piccola Lily Potter, proprio sotto la pancia.
Il sangue le sporcò le mani, ma non se ne curò, il suo unico pensiero era il bambino.

Ti prego non morire.

Lo vide subito, era ancora avvolto nella sacca che, con delicatezza, ruppe.
Non indugiò oltre, accarezzò la testolina sporca di sangue e placenta, afferrandola e spingendo verso di sé.  Fece pressione prendendolo per le braccia e il busto. Quando finalmente lo estrasse, tagliò il cordone con un gesto secco.
Il cuore batteva forte quando se lo trovò tra le mani.
- Cissy - la richiamò Andromeda, mentre si avvicinava preoccupata alla sorella.
Ci fu un attimo d’indecisione prima che il pianto del bambino riecheggiasse nella stanza. Narcissa non accennava a lasciarlo, era come stregata da quel neonato.
- Cissy, dammelo - disse ancora Andromeda.
Narcissa distolse lo sguardo dagli occhi del bambino.
Grigi. Erano grigi come quelli del suo Lucius, come quelli di suo figlio Draco. Quel piccolo bambino dalla pelle chiara come il latte e pochi capelli sul capo, certamente chiari, anche se ancora non sapeva se fossero rossi o biondi, aveva gli occhi di un pallido grigio come quelli di suo nipote Scorpius .
Il cuore esplose.
- Cissy... ti prego – disse ancora Andromeda.
Narcissa distolse i suoi occhi da quelli del bambino, interrompendo il contatto e consegnandolo alla sorella.
Facendosi una violenza inaudita, si dedicò infine alla giovane donna che ancora stava nel letto.
Richiuse la ferita con abile maestria, somministrandole una pozione Rimpolpasangue e accertandosi infine che il battito della ragazza fosse nuovamente regolare.
- Cissy...-
- Sta bene - rispose infine con la gola secca e le mani traballanti, ora poteva finalmente tremare.

 Aveva salvato una giovane madre e il suo bambino.

Aveva salvato una donna che era scappata per nascondere un grande
segreto , un segreto che riguardava anche la sua famiglia.

***
Intanto al Manor...

Il grande e tetro Manor dei Malfoy era avvolto nella foschia in quella buia e silenziosa notte, l’unico rumore che fino a quel momento si udiva era il frullare di alcuni gufi in caccia.
Un tremito però cambiò tutto.
Quel sussulto nella notte mutò per sempre il destino del grande e rinomato casato. Rivelando ai suoi discendenti fatti che per mesi avevano ignorato.
I libri della grande biblioteca al primo piano iniziarono a traballare, alcuni caddero giù dalla spessa libreria, sollevando una nuvola di polvere.
Questa si diramò lentamente mentre un acuto rumore stridulo svegliò i residenti della vecchia e arroccata dimora.
Il primo ad alzarsi fu Lucius, infastidito dal rumore acuto che non accennava a cessare. Rimase stranito dal non trovare sua moglie nel letto che condividevano ormai da cinquant’anni. Così prese la vestaglia e si avviò lungo l’andito buio fino a giungere alla fonte dell’assordante rumore.
Dove si sarà cacciata Cissy? Si domandò il vecchio mago.
La biblioteca era sottosopra, i libri sparsi in ogni dove, mentre alle sue spalle arrivavano gli altri membri della famiglia. Draco, suo figlio, arrivò con la sua solita camminata elegante, avvolto in una vestaglia in seta nera. Astoria, sua nuora, arrivò subito dopo con il viso accaldato dalla corsa ed infine soggiunse Scorpius, il suo unico nipote, agitato per il rumore che l’aveva svegliato nel cuore della notte.
-                     Che cosa succede? – domandò Draco, bloccandosi all’improvviso quando notò il punto in cui suo padre guardava.
Il Direttore del Dipartimento di Pozioni al Ministero rimase scioccato tanto da non riuscire più a dir nulla.
I suoi occhi divennero lame sottili, avrebbe distrutto ogni cosa se avesse potuto, ma la compostezza che lo contraddistingueva lo frenò.
-                     Lucius, cosa è successo? Perché i libri sono tutti per terra? – chiese Astoria, con la sua solita vocina insopportabile che a Lucius dava tanto sui nervi.
 Lucius evitò di risponderle, osservando il centro della stanza.
Impossibile! si ripeteva il vecchio mago.
Scorpius li superò tutti, avanzando a passo veloce e con il cuore in gola, scavalcando i libri che ancora stavano in terra. Giunse così davanti al grande leggio in radica, dove un vecchio e prezioso tomo si era aperto, riversando nella stanza una grande luce e una fragorosa melodia.
Girò attorno al tomo, assottigliando lo sguardo per non essere accecato dalla luce.
Le mani gli sudavano, mentre l’agitazione si impossessava di lui.
Uno sbaglio. Deve esserci uno sbaglio.

Non può essere. Non può. Non posso...

Il cuore cessò di battere quando lesse cosa vi era scritto su quel libro.

Rallegriamoci, un nuovo Malfoy è nato.

Ringraziamo Scorpius Hyperion Malfoy, suo padre, per aver contribuito al prosieguo del grande e rinomato casato .

Oddio, io sono... io sono diventato padre.

Sollevò la testa incontrando gli occhi grigi e furenti di suo nonno, quelli carichi di astio di suo padre e quelli ignari di sua madre.
-                     Io... – cercò di dire il giovane pozionista, ma le parole si bloccarono in gola. 
Draco avanzò a passo deciso verso il suo unico erede e, senza degnarlo di mezza parola, lo scansò dalla sua posizione.
Rimase fermo per interminabili minuti davanti al libro, leggendo così cosa vi era scritto.
Una morsa al petto.
Sbuffò, prima che sul viso gli si dipingesse una smorfia disgustata.

Un figlio illegittimo. Scorpius era diventato padre e nemmeno lo sapeva.
Sicuramente era l’avventura di una notte, avventura che avrebbe pagato caro.
-                     Sei un emerito coglione – disse subito dopo, facendo così parlare la rabbia.
Draco era furioso e non si trattenne, non vi riuscì.
Quel bambino avrebbe riportato il casato dei Malfoy sulla bocca di tutti e non per qualcosa di bello.

Uno scandalo, ecco casa sarebbe successo e tutto perché suo figlio non sa tenerlo nei pantaloni!

-                     Draco! – lo riprese sua moglie.
-                     Draco un corno, Astoria. Tuo figlio ha pensato bene di mettere incinta non so chi per evitare di sposare quella cretina della Weasley – disse Draco con astio, sia nei confronti della moglie sia del figlio, che ora lo guardava spaesato.
Sapeva che i suoi familiari non amavano Rose, ma del resto non l’amava nemmeno lui, solo sua madre la trovava simpatica.
Forse si rivedeva in quella dolce e spensierata ragazza che vedeva il bene in tutto e tutti.

Ingenua. Tanto da non accorgersi che da un anno veniva tradita ogni giorno con la cugina Lily.

Il resto della famiglia, però, la trovava sciatta e anonima. Sua nonna non l’aveva mai invitata ad un tè, cosa che invece faceva con la sua amica ai tempi della scuola, Lily Potter.
Fu proprio grazie a Lily che si fidanzò con Rose: aveva fatto di tutto per farla ingelosire, ma Lily non fece una piega. Anzi. Spinse perché lui conoscesse i Weasley .
Era tutta colpa di Lily, tutto: il fidanzamento, il fatto che non riuscisse a lasciare Rose, nonostante non l’amasse, e infine il tradimento.
Se Lily Potter non fosse mai entrata nella sua vita, lui non si sarebbe  mai messo con Rose Weasley e mai l’avrebbe tradita.

Lily era la sua sciagura ...

Lily era la sua unica fonte di gioia.

Lily era l’unica donna che mai avesse amato, l’unica che mai avrebbe amato.

-                     Io non ho deciso nulla - disse all’improvviso, riprendendosi dal torpore e dal tumulto di pensieri.
-                     Peccato - aggiunse Lucius raggiungendo suo figlio davanti al grande libro delle nascite. - Speravo che fosse una cosa premeditata -
-                     Almeno ti ricordi chi è la madre? - gli urlò Draco.
Scorpius sbiancò improvvisamente, non era mai andato con nessuna donna tranne che con lei.

Lily! Oddio, Lily è la madre.

Era l’alba e stranamente tutti i Malfoy erano già svegli grazie al libro delle nascite, che annunciava la venuta al mondo di un nuovo erede per il grande casato.
Un bambino, un Malfoy era nato quella notte.
Un figlio illegittimo.
Il figlio di Scorpius Malfoy e una non precisata donna, ma presto anche quel segreto sarebbe stato svelato.
-                     Non importa – sentenziò Lucius – su Scorpius, metti la mano sul libro e portaci a conoscere tuo figlio, il sangue ci guiderà - finì il vecchio Lucius.
-                     Astoria, - disse Draco – vuoi conoscere tuo nipote?- le chiese suo marito. La donna non se lo fece ripetere e arrivò quasi correndo, affiancando così suo marito Draco e suo figlio Scorpius che, bianco come un cencio, finalmente posò la sua mano sul libro delle nascite.
-                     Revelio filius - urlarono Draco e Lucius subito dopo che Scorpius posò la sua mano.
Uno strappo, molto simile a quello prodotto da una passaporta,  li trasportò velocemente all’interno di una carinissima villetta color ocra.
I quattro furono catapultati dentro la stanza, dove una donna dai lunghi capelli biondi teneva in braccio un piccolo fagotto.
-                     Narcissa... - Disse Lucius, sconvolto nel trovare sua moglie davanti a lui.
La Lady sollevò lo sguardo, osservando la sua famiglia davanti a sé.
La sua paura si era avverata.
Quel bambino era un Malfoy.
 Il figlio della giovane Lily Potter era il suo pronipote,  non vi era più dubbio.
Erano stati guidati dal Libro delle Nascite e quell’antica magia non sbagliava mai.

Purtroppo non sbaglia mai.

-                     Quella è Lily Potter - disse Astoria, guardando il letto sul quale la giovane era ancora distesa.

Merda! Quello si che era uno scandalo, pensò Lucius facendo scorrere i suoi occhi dal piccolo che sua moglie teneva tra le mani e la giovane sul letto.
-                     Cosa ci fanno questi qui?- chiese Andromeda, arrivando con altri asciugamani all’interno della stanza che un tempo era della sua unica figlia.
Nessuno rispose, ignorando la domanda della signora Tonks
- Scorpius... – lo chiamò suo padre Draco livido in volto.
Il tempo sembrò fermarsi all’improvviso non appena gli occhi azzurri di Lily Potter si aprirono, incrociando quelli grigi e tempestosi di Scorpius.






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