venerdì 15 giugno 2012

Sono Solo parole 4-5-6


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E prenderti le mani e dirti ancora 
Sono solo parole 
Erano le sette di sera e come al solito era in ritardo, ma quella volta, per la prima volta, non le importava. Sapeva bene che nessuno l’attendeva, non era certo lei la festeggiata, e in quel momento non aveva nulla da festeggiare.
Nemmeno sapeva per quale insulsa ragione si faceva così male da recarsi a quella stupidissima festa.
Per i tuoi genitori, rimembrò.

Per vederlo ancora una volta, si disse, infine, sentendosi ancora una volta sporca e sola.
- Già - disse sospirando, mentre indossava un vestito a fiorellini rosa con bretelline sottili. Evitò di guardarsi allo specchi - ad indugiare ulteriormente sul suo ventre ancora piatto - e grazie alla Metropolvere arrivò alla Tana con il cuore in gola. 
La festa era già iniziata, tutti si ritrovavano nel grande giardino dei nonni che per l’occasione era sgombro da galline e folletti, che solitamente la facevano da padroni.
Un grande gazebo era stato allestito al centro e una musica melodiosa si propagava nell’aria. 
Appena Lily mise il viso fuori dalla porta, non si stupì nel notare una fiumara di gente. 
Nonna Molly aveva fatto le cose in grande per la festa a sorpresa a Rose. 
D'altronde era la sua nipote preferita.
La Potter prese un grosso respiro prima di buttarsi nella mischia, sfoderando la consueta maschera di felicità, fasulla.
Albus fu il primo a venirle incontro baciandola dolcemente su una guancia.
- Sorellina! Pensavo che non saresti più venuta - disse il secondogenito di Harry Potter, offrendole una piccola coppa contenente qualche intruglio ideato da sua nonna per l’occasione.
Lily sorrise dolcemente, sforzandosi enormemente di non guardare negli occhi suo fratello che aveva il dono di saperla leggere come nessuno.
- Come avrei potuto mancare al grande evento? - disse con un tono sarcastico che fece ridere di gusto Albus.
- Oh eccola qui! la mia dolce Serpeverde - enunciò Potter.
- Già - ribatté la ragazza che, con finto interesse, scandagliava uno a uno tutti gli invitati
- C’è una marea di gente - Constatò Albus, osservando Lily.
- La nonna questa volta non si è risparmiata -
- Immagino - ribatté Lily con tono piatto, monocorde.
- Fatto sta che i Malfoy hanno deciso di dare anche questa volta forfait-  aggiunse Albus con un sorriso strano.
- Rose come l’ha presa? - chiese Lily, girandosi un poco verso suo fratello che con classe sorseggiava la strana bevanda.
- Come al solito; un po’ di pianti e urla, poi ha visto Scorpius e le è tornato il buonumore - dichiarò il legismago Potter.
Lily scosse il capo schifata mentre la sua mente immaginava quella scena cui aveva assistito un milione di volte.
- James è convinto che non verranno nemmeno alle nozze - disse ancora Albus
Lily si ghiacciò pensando che presto Rose e Scorpius sarebbero diventati marito e moglie e, senza nemmeno accorgersene, ingurgitò lo strano cocktail che aveva tra le mani. La gola bruciò subito, riportandola alla realtà. 
Aspettava un bambino, non poteva bere.
Quel pensiero la paralizzò, non ascoltava nemmeno più quello che Albus le stava dicendo.
Dopo alcuni minuti in cui si sentiva come in trance, inventò la prima scusa che le era passata per la mente e s'incamminò a passo svelto verso l’interno della casa dei nonni. Salutò con il capo alcuni familiari senza nemmeno fermarsi abbracciarli. 
Non le importava di essere maleducata, non le importava di nulla.
Era quasi arrivata alla porta d’ingresso, la via più veloce al bagno, prima di sbattere contro un armadio.
Riuscì a rimanere in piedi grazie al pronto intervento di qualcuno che ancora la teneva stretta. Sollevò un attimo lo sguardo, incontrando i suoi occhi.
La vista si appannò non appena scorse nel viso davanti a sé quel pallido azzurro tendente al grigio. 
Lui la teneva stretta per non farla cadere.
Lui la trapassava con i suoi occhi di ghiaccio facendola fremere ancora una volta.
Temette che qualcuno potesse intuire lo scambio di sguardi, che, come quando stavano nella loro stanza a Diagon Alley, erano pieni di passione.
Si sentì comprimere lo stomaco, le viscere, il respiro le mancò e con uno strattone si liberò della presa infilandosi nella porta d’ingresso.
Scappò.
La testa le pulsava, il cuore iniziò a battere forsennato, il sangue si era cristallizzato nelle vene e la gola divenne improvvisamente secca.
Sentiva ancora il retrogusto amaro e leggermente alcolico dell’intruglio che pochi minuti prima aveva buttato giù e, quando si trovò davanti al bagno, non ci pensò due volte e rigettò tutto quello che il suo stomaco conteneva.
Rimase abbracciata alla tazza del bagno per molto tempo, sperò che nessuno la venisse a cercare.
Non avrebbe saputo dare alcuna risposta dello stato in cui si trovava, non sapeva nemmeno perché stava male...
Quelle non erano certo le nausee tipiche dei primi mesi della gravidanza e per quanto ne sapeva sua nonna poteva non aver messo alcun liquore dentro il cocktail.

Paura

Sì, aveva paura di fare del male al piccolo essere che le cresceva dentro, all’unico che avrebbe amato per sempre. Frutto di un amore sbagliato, ma al tempo stesso troppo grande per poterlo cancellare.
- Stai bene? - si sentì domandare
Sentire la sua voce la gelò. Si alzò subito da terra, pulendo il vestito con le mani, osservando la punta delle ballerine.
Sentiva le gote infiammarsi e non osò sollevare lo sguardo su di lui, sentì la porta chiudersi e respirò sonoramente.

È andato via

Si sbagliava.
- Colloportus - disse Scorpius, sigillando la porta alle sue spalle,
- Che hai Lily? - chiese ancora il rampollo dei Malfoy, sollevandole con due dita il mento per poterla così ammirare.
- Nulla - si affrettò a rispondere la Potter, presa alla sprovvista.
Scorpius si accigliò un attimo.
- Va bene, non ho mangiato e ho bevuto a stomaco vuoto, credo di non essere più abituata -
Disse la prima cosa che le passò per la mente, sperando che lui ci credesse.
Scorpius soppesò le sue parole assottigliando per un attimo lo sguardo, era identico a suo padre quando faceva così.
- Così la principessa di Serpeverde ora non regge più gli alcolici - disse ghignando.
- Pensare che Albus ne andava così fiero -
Lily sbuffò, dandogli un buffetto sul braccio , spingendolo via per lavarsi il viso con acqua gelida.
L’acqua le provocò piccoli brividi lungo la schiena prima che fossero le sue mani calde sul suo corpo a farla fremere.
- Scorpius - Disse sconvolta mentre lui la prendeva per i fianchi e la faceva girare.
- Lily - ribatté lui con la solita luce di sfida negli occhi.
- Sei pazzo! - disse in un sussurro mentre la bocca del pozionista lambiva il suo collo. rilasciando una scia umida.
- Se ci scoprono? - domandò mentre reclinava la testa all’indietro porgendo così il suo petto alla bocca di Scorpius.
- Dirò che mi hai stregato. In fondo, sei una Serpeverde e non si fidano di voi – disse, trattenendo a stento una risata che soffocò lambendo e stuzzicando uno dei boccioli rosa del suo seno.
- Anche tu eri un serpeverde - si lamentò Lily.
- Infatti io sono cattivo - replicò Scorpius.
        Sei stupenda - disse infine sfilandole le mutandine e buttandole con poca grazie sul pavimento di legno.

Sto facendo l’amore con Scorpius a casa dei nonni

        Il tuo profumo è una droga -

Oddio se mi scoprono sono finita

- Non so come farò senza di te per due giorni -
- Due giorni? - domandò mentre l’uomo si toglieva l’ultimo strato di stoffa.
- Uhm... -
- Scorpius - lo richiamò, mentre il pozionista entrava in lei facendole dimenticare ogni cosa, ogni parola, tutto quello che li circondava.
In quel momento c’erano solo loro due e il resto non contava.
Erano solo due che si davano all’amore.
***
Il respiro si rasserenò alcuni attimi dopo aver raggiunto l’orgasmo.
Lily accarezzava la schiena di Scorpius cercando di immagazzinare ogni lembo di pelle dell’uomo nella mente.
Avrebbe ricordato ogni sensazione, ogni bacio, ogni carezza di quella notte.
L’avrebbe ricordata nei momenti di sconforto e solitudine.
- Dovresti andare, la tua fidanzata ti starà cercando - disse infine, ritrovando finalmente voce.

Scorpius sospirò buttando il viso sui morbidi e lunghi capelli rossi di Lily.
- Mi avrà per sé due giorni interi - enunciò Scorpius, stringendo Lily con forza.
- Un regalo dei tuoi nonni -
- Mio padre andrà fuori di testa quando saprà che non andrò a lavoro lunedì -
Lily non disse nulla.
Posò un bacio delicato sui capelli biondi di Scorpius e poi si staccò da lui.
- Sarebbe meglio che tu andassi a cercarla - disse ancora, agguantando la sua biancheria e il vestito a fiori.
Scorpius la guardò rivestirsi con calma.
- Cosa c’è? - chiese Lily, voltandosi verso il biondo ex Serpeverde.
- Nulla - disse riprendendo il proverbiale tono freddo e distaccato.
- Ci vediamo martedì - disse il pozionista, togliendo l’incantesimo che proteggeva la porta e richiudendola alle spalle.
Lily scivolò piano lungo il legno liscio e lì, al sicuro da occhi indiscreti, riversò ancora amare lacrime.
La sua storia di amore e perversione finiva quella sera. Per lei non ci sarebbe mai stato un futuro con l’uomo che amava.
Scorpius Malfoy non sarebbe mai stato suo.
In fondo, non lo era mai stato.

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Sperare che domani arrivi in fretta e che 
Svanisca ogni pensiero.
Era rimasta per più di un’ora rintanata nel bagno dei nonni, fino a quando non ritrovò un barlume di coraggio per scendere nuovamente nel giardino. La festa, organizzata da nonna Molly per festeggiare Rose e Scorpius, che entro un anno sarebbero diventati marito e moglie, stava volgendo al termine.
Lily si accarezzò il ventre guardandosi in giro. Dopo un poco vide i suoi genitori chiacchierare allegramente con zio Ron e zia Hermione.
Si sentì sprofondare, constatando  che delusione sarebbe stata per tutti loro se avessero saputo della tresca che portava avanti con Scorpius.
Sua madre si sarebbe vergognata di lei e non poteva che darle ragione.
Suo padre l’avrebbe finalmente vista per quella che era in realtà: una cattiva ragazza, non sicuramente la principessa perfetta di cui andava orgoglioso.
Orgoglioso di cosa non l’aveva mai capito.
Era stata una brillante studentessa negli anni a Hogwarts, ma era stata smistata a Serpeverde proprio come suo fratello Albus.
Aveva intrapreso la carriera di pozionista al Ministero e, nonostante le difficoltà iniziali, aveva in qualche modo convinto Draco Malfoy a farla entrare nella sua ristretta cerchia di collaboratori.
Per il resto la sua vita era molto piatta. Non aveva più uno stuolo di ragazzine che la veneravano come una dea, non aveva mai avuto una storia seria, non aveva mai portato un ragazzo a casa. L’unico uomo che voleva da sempre aveva scelto sua cugina, lei stessa l’aveva illuminato sull’amore che Rose provava per lui.
Era stata altruista in quegli anni. Sapeva che mai Scorpius Malfoy si sarebbe messo con una Potter, con la sorella del suo miglior amico Albus. I loro caratteri poi erano troppo diversi, troppo forti, per poter andare d’accordo.
Infatti non potevano stare  insieme, ma erano perfetti come amanti: in quei momenti la passionalità, l’ardore, veniva fuori, facendo dimenticare loro le incomprensioni e i loro innumerevoli battibecchi per ogni minima cosa.
- Ti sei persa la partenza - disse James, arrivando dietro le spalle di Lily.
- Partenza? - chiese guardando perplessa il fratello maggiore.
-Oh sì, i due sposini sono partiti salutati da tutti - disse l’auror, guardandosi in giro e abbassando notevolmente il tono della sua voce.
- Esilarante! Rose era al settimo cielo e lui sembrava uno che stava per essere deportato ad Azkaban -
Lily rise alla battuta di James: sapeva bene che suo fratello non sopportava il rampollo dei Malfoy. Fin da quando entrambi giocavano come capitani nelle squadre di Serpeverde e Grifondoro, si erano cordialmente detestati e, nonostante Scorpius fosse un amico di Albus e un collega di Lily, il loro rapporto non era evoluto: evitavano perfino di stare nella stessa stanza se potevano.
- Io penso che... -
- James ti prego abbassa la voce - disse Lily, indicando con un gesto del capo sua nonna che arrivava verso di loro.
- Ragazzi come vi è sembrata la festa? - Chiese una raggiante nonna Molly.
- Ottima – rispose Lily con un sorriso talmente falso che fece storcere il naso a James, ma che sua nonna non notò.
- Sì hai ragione - replicò la vecchia strega,- peccato che quei... quegli incivili non siano venuti. Ma per il matrimonio dovranno ammettere che la nostra bambina si imparenterà con loro. Dovrebbero esserne fieri - concluse guardando i due nipoti che avevano assistito all’ennesima lamentela di nonna Molly contro i Malfoy.
James riuscì a stento a distendere un sorriso, mentre Lily divenne improvvisamente seria.
James le diede un leggero colpo al braccio.
- Oh sì nonna, devono ringraziare di mischiarsi con noi, ma cosa vuoi farci?! Sono ancora boriosi come un tempo - disse tutto d’un fiato.
Albus spalancò la bocca mentre ascoltava quella frase .
- Vedo che state iniziando il vostro sport preferito: denigrare i Malfoy -
Disse il legismago, avvicinandosi al piccolo gruppo.
Nonna Molly lo guardò torva: Albus era l’unico che difendeva senza alcuna vergogna la famiglia del suo miglior amico. Lily invece se n’era sempre lavata le mani.
- Già, ma ora sei arrivato tu a difenderli - replicò James sbuffando.
- Su ragazzi non litigate - disse nonna Molly sorridendo ai ragazzi.
- Vedrete che spettacolo per il matrimonio di Rose, tutti resteranno a bocca aperta... anche la vecchia Narcissa Black! - enunciò gaia.
I tre sorrisero mentre la nonna si congedò per andare a salutare altri ospiti.
- Immagino che spettacolo - enunciò piatto James. - Spero che abbia un rimedio per quest’odore di cacca di gallina o la signora Malfoy non entrerà mai qui dentro. -
-Siete esagerati- enunciò ancora livido Albus.
-Guardate che non sono insensibili, verranno al matrimonio del nipote. -
-Già - disse in un sussurro sconsolato Lily abbassando lo sguardo.
- Amano Scorpius – aggiunse ancora Albus.
Anche io lo amo, pensò Lily e quella consapevolezza la destabilizzò.
Combatté contro le lacrime che spingevano per uscire dai suoi grandi occhi azzurri.
Respirò piano riprendendosi.
- Sono stanca - enunciò con un tono un po’ troppo acuto.
- Dove è finita l’anima della festa di Serpeverde - la canzonò James.
- È scomparsa - replicò Lily, baciando Albus e James, che ,sconvolti da quell’inconsueto gesto, rimasero paralizzati.
Lily non indugiò oltre: diede le spalle ai fratelli e puntò sua madre che stava parlando tranquilla con la sua madrina, Luna Lovegood.
Ginevra Weasley rimase sorpresa dell’abbraccio che la sua unica figlia femmina le riservò, ma godette del momento, ignorando che quello era un addio e non un arrivederci.
 Lily aveva deciso di andar via.
Rose si sarebbe sposata realizzando il suo grande sogno d’amore. 
Scorpius non avrebbe più avuto tentazioni dedicando tutta la sua passione alla donna che portava l’anello dei Malfoy al dito. 
I suoi genitori non avrebbe sofferto per le sue azioni e la famiglia non sarebbe stata ricoperta di vergogna. 
Sì,  tutti sarebbero stati finalmente felici senza lei intorno.
Non ci pensò su molto, aveva già deciso da tempo.
Afferrò la borsa in pelle nera dove aveva infilato tutte le sue cose: abiti, vestiti, pozioni, ricordi. Osservò ancora un attimo la piccola casa ormai spoglia.
Non versò altre lacrime chiudendosi la porta alle spalle e non ebbe ripensamenti.
Avrebbe per il momento lasciato il mondo magico, rifugiandosi a casa dell’unica donna che era in grado di capirla.
Una donna che considerava una seconda nonna, forse più della sua vera nonna.
Non ci sarebbe stato bisogno di parlare, lei l’avrebbe capita, coperta, coccolata.
Fu con quei mille pensieri in testa che si trovò, alle due di notte, a suonare al campanello di Andromeda Black, vedova Tonks.
La vecchia strega era la sua ancora di salvezza.

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Lasciare che lo scorrere del tempo renda 
Tutto un po' più chiaro 

Erano le due del mattino quando Lily Luna Potter arrivò a bussare alla casa di Andromeda Black in Tonks.
La piccola villetta color ocra era immersa nel verde e distava pochi chilometri da un paesino babbano.

Era dunque completamente isolata dal mondo magico. La sua proprietaria aveva preso le distanze da quel vecchio mondo che l’aveva privata degli affetti più cari: prima la famiglia, che l'aveva rinnegata in giovane età, poi il marito Teddy, trucidato dai ghermitori, e infine la figlia Ninfadora, morta in battaglia.
Gli unici maghi ben accetti nella casa in campagna di Andromeda erano suo nipote Teddy Lupin, trasferitosi in Francia con la neo moglie Victoria Weasley, e gli amici di sempre del giovane, tra i quali Lily.
La ragazza sospirò piano prima di bussare alla porta di legno chiaro. Aspettò alcuni minuti fino a quando non vide una luce accendersi al piano di sopra e sentì dei passi affrettati lungo la scala.
- Lily! - disse la donna dai lunghi e spessi capelli neri, sorpresa nel vederla a quell’ora davanti all’uscio della sua modesta casa.
- Entra - aggiunse, scostandosi di lato per far passare la più piccola dei figli di Harry Potter.
- Andromeda, ho bisogno di un posto dove stare - disse la ragazza.
- Oh...ma certo! - si affrettò a rispondere la vecchia strega.
- Non voglio essere trovata, nessuno deve sapere che sono qui -

Affermazione che fece sfuggire la porta dalla presa di Andromeda, andando così a produrre un rumore secco e assordante.
- Nemmeno mio padre deve sapere che mi trovo qui. Se mai verranno a cercarmi, ti prego menti.– aggiunse Lily, giratasi in quel momento verso la donna che ancora le dava le spalle.
La vide abbassare il capo e annuire alle sue parole.
- Farò tutto quello che vuoi - disse ancora la giovane Potter,- Ti aiuterò con la casa e contribuirò alle spese - si affrettò a dire Lily.
- Lily, per favore, non essere sciocca - sostenne Andromeda, riacquistando la sua proverbiale calma e girandosi finalmente verso la giovane pozionista.
I suoi grandi e scuri occhi incontrarono le irridi azzurre e limpide di Lily e lì, per la prima volta da quando la conosceva, vide sconforto e paura.


Da cosa scappava la sempre battagliera e forte Lily Potter? Cosa l’aveva portata a nascondersi tra i babbani?


Andromeda sentì il proprio cuore stringersi a quelle riflessioni. 

Quella ragazza le era sempre piaciuta, aveva sperato che suo nipote scegliesse lei come compagna di vita invece che quella smorfiosa francese, ma tra loro vi era solo una grande amicizia e pertanto si dovette arrendere.
- Ora vieni, ti preparo un letto, sarai stanca - aggiunse la signora Tonks, incamminandosi lungo le scale di legno.
La giovane la seguì fino al secondo piano. Rimase stranita nel vederla svoltare a destra invece che a sinistra, dove sapeva esserci le stanze degli ospiti.
- Spero che la stanza di Dora sia abbastanza accogliente -
- Andromeda! - esclamò sbalordita Lily.
Mai nessuno dopo la morte di Ninfadora aveva avuto il permesso di dormire in quella stanza. Nessuno ebbe mai l’onore di entrarci e in quel frangente Lily era stata invitata a dormici per tutto il tempo necessario.
- Cosa c’è? - chiese la strega, aprendo la porta della stanza della defunta figlia.
- Io... -
La strega osservò per un attimo la ragazza e sorrise dolcemente.
– Grazie - disse Lily, senza riuscire a dire altro.
- Per me sei come una figlia, – replicò l’anziana strega - e sono felice che in un momento di bisogno tu abbia scelto me come sostegno -
Lily abbassò lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime che rischiavano traboccare.
Andromeda capì e, senza indugiare oltre, le accarezzò il capo.
- Riposa Lily, domani o quando sarai pronta per parlarmi, ascolterò - poi, dopo averle poggiato un leggero bacio sulla fronte, la lasciò sola nella stanza.
Lily si chiuse delicatamente la porta alle spalle e si guardò intorno, osservando con attenzione ogni cosa.
Vide il letto matrimoniale impreziosito da un copriletto in pizzo bianco, osservò l‘armadio finemente intagliato, ammirò le foto appese alle pareti finché la sua attenzione non venne catturata dalla piccola culla di legno posta in un angolo della stanza.

Ha capito. Sa perché scappo.

Il cuore di Lily perse un battito, ma fu più forte di lei: si avvicinò alla culla e un leggero sorriso le si disegnò sul viso, notando il piccolo peluche di pezza al suo interno.
Si accarezzò il ventre ancora piatto e sospirò.
Anche se Andromeda avesse intuito il perché si trovasse lì, era certa che non le avrebbe voltato le spalle.
Sperava che non le voltasse le spalle.
Aspettare un figlio dal pronipote non era certo una bella cosa, soprattutto perché Scorpius era fidanzato con Rose e non con lei.

Fu con quei pensieri che finalmente si concedette un po’ di riposo.
Si avvicinò al grande letto, sollevò il ricco e prezioso copriletto e si distese cercando di riposarsi.
Cambiò più volte posizione prima che Morfeo l'accogliesse tra le sua braccia, dandole finalmente quel riposo tanto agognato e distogliendola così per alcune ore dai mille problemi che le attagliavano la mente.

Erano passati due giorni da quando Lily era arrivata nel bel mezzo della notte a casa di Andromeda Tonks.
La donna non la faceva sentire di peso e, nonostante la giovane si fosse più volte offerta di aiutarla, sia nelle faccende di casa che nel fare la spesa, la vecchia strega l’aveva sempre lasciata libera da quei gravosi impegni.
- Tranquilla Lily! posso ancora fare tutto da sola - le rispondeva sempre la signora Tonks. 
Lily si chiese più volte se la donna non avesse scoperto del suo stato interessante, dandosi infine della stupida.

Nessuno si sarebbe accorto che aspettava un bambino solo con uno sguardo.
Il suo corpo era ancora magrissimo, solo il seno sembrava più grosso, ma riusciva a celarlo sotto gli ampi vestiti di cotone che tanto amava.


Forse era un abile Legilimens?, si chiese.
No, impossibile, si sarebbe accorta se qualcuno avesse forzato la sua mente.
Allora perché Andromeda continuava a trattarla come un vaso di cristallo, che presto si sarebbe frantumato in mille pezzi?

- Certo! - si disse infine. Per la strega lei era un’ospite!
Lily, sconsolata, si alzò dal letto e, come ogni mattina, discese le scale che dal secondo piano la portavano alla piccola cucina al pian terreno.
A piedi nudi, percorse ogni scalino senza far rumore. Non si stupì di essere sola in casa.
Andromeda era già uscita per fare la spesa e sul tavolo le aveva lasciato il solito biglietto che le augurava il buon giorno.

Una tazza di latte calda e tre biscotti di pasta frolla a forma di cuore erano stati poggiati sopra un piattino di porcellana bianca.
Sorrise sedendosi a tavola.
Per Andromeda era una nipote da coccolare e in quel momento Lily ne aveva proprio bisogno.
Afferrò un biscotto, lo inzuppò nel latte ancora caldo e iniziò a mangiare prima che delle voci lontane la facessero sobbalzare.
- Non credo ci sia – disse la voce di un uomo che Lily riconobbe all’istante.
Quello lì fuori era James suo fratello. Il perché si trovasse fuori dal cancello dei Tonks Lily lo ignorava.
- Cosa te lo fa pensare?- replicò sarcastico un'altra voce, che apparteneva ad Albus - Le persiane chiuse? – lo canzonò ancora l’ex Serpeverde. James sbuffò.
- La casa è sotto protezione- disse una terza voce. Suo padre Harry era li fuori. 

La sua famiglia era lì, perché?- Credo che sia andata a fare la spesa nel paese babbano qui vicino - disse ancora suo padre, rivolgendosi ai suoi due figli che lo accompagnavano alla ricerca Lily, scomparsa ormai da due giorni.
Alla ragazza nascosta dentro la villetta batteva forte il cuore.
Non riuscì a connettere se mai fossero riusciti ad entrare lei si sarebbe dovuta nascondere. Non doveva far rumore e così dopo aver ripulito tutto con la magia salì piano le scale.
- Pensi che Andromeda sappia qualcosa su dove si è cacciata Lily?- chiese James, rivolgendosi al padre e snobbando Albus, che aveva alzato gli occhi al cielo spazientito per le domande cretine che il fratello maggiore rivolgeva a suo padre.
Lily, sentendo quella domanda, sgranò gli occhi. Erano venuti a casa di Andromeda per cercarla.
- Credo di no- disse l’auror, - ma non so più dove sbattere la testa- spiegò sconsolato.
Lily sentì il cuore sgretolarsi.
- Non le ho mai detto quanto l’amassi - aggiunse ancora il capo Auror.
- Papà lei sa che la ami, sa che la amiamo tutti. Vero Albus? - chiese James, coinvolgendo ancora una volta il fratello minore che da alcuni minuti si era chiuso in un muto silenzio.
- Ora come ora, se la trovassi, le darei solo un grande calcio nel sedere- dichiarò piatto il legismago Albus.
- Ragazzi smettetela - li riprese Harry. - Dobbiamo trovare Andromeda e chiederle di Lily, magari è da Teddy -
- Papà, non è in Francia, lo sai. Vic è gelosa del rapporto che Lily ha con Teddy - disse Albus, sconvolgendo sua sorella, che nel frattempo era riuscita a salire le scale senza far rumore e a posizionarsi con le spalle al muro accanto alla persiana, per ascoltare così ogni parola che i Potter si scambiavano.
- Potrebbe però aver fatto affidamento su Rose - aggiunse James.
- Ne dubito- disse ancora Albus.
- Malfoy mi è sembrato preoccupato della comparsa di Lily - ricordò Harry.
Lily boccheggiò: Scorpius era rientrato dalla vacanza anticipatamente, forse a causa sua. 

Quasi le dispiacque per Rose.
Poi, come un pugno allo stomaco, si accorse che era già Martedì e per la prima volta aveva mancato un appuntamento nella loro stanza a Diagon Alley.
- Quello non si preoccupa per nessuno, figuriamoci se si preoccupa per la scomparsa di Lily! - replicò un infervorato James.
- Non lo conosci affatto- lo rimbeccò Albus, spazientito per l’ennesimo attacco di suo fratello al suo migliore amico.
- Se ti dico che era sconvolto, era sconvolto!- disse ancora il Legismago, alzando di un tono la voce che normalmente era pacata e canzonatoria.
- Smettetela di litigare, soprattutto per Malfoy! Non mi frega un fico secco di lui in questo momento. 

Voglio solo trovare vostra sorella e riportarla a casa - esclamò deciso Harry Potter, perdendo definitivamente le staffe per l’assurda situazione.
I due si guardarono in cagnesco ma assecondarono il padre.
- Andiamo via da qui, tanto non si può entrare - disse Harry Potter e, senza indugiare oltre davanti al cancello che delimitava la casa dei Tonks, i tre si smaterializzarono.
Lily crollò a terra cercando di calmare il battito del cuore che batteva forsennato rilassando il respiro, cosa che non riuscì a fare. 
L’avevano trovata!
Doveva andare via, scappare ancora lontano!

Rimase ore a terra contorcendo le mani.
- Lily! - esclamò Andromeda , quando la trovò rannicchiata sotto la finestra.
- Sono stati qui - disse la Potter, tenendo il viso inclinato verso il basso per paura di incontrare lo sguardo della strega.
- Chi? - chiese Andromeda.
- Mio padre e i mie fratelli -rispose quasi in un sussurro.
Andromeda fece un grande respiro.
- Hanno tappezzato tutto il paese con tue foto - enunciò l’anziana strega.
- Li ho incontrati - Lily sollevò di scatto il viso non appena sentì la donna dire quelle parole.
- Sono stata brava, mi hanno creduto- enunciò Andromeda sorridendo appena. - Sono una brava occlumante... infondo, nelle mie vene scorre sangue Black-.
- Perché sono venuti fin qui? - chiese Lily, aggrappandosi alla donna.
- Perché ti cercherebbero in ogni luogo, Lily cara. Manchi a tutti -disse dolcemente la vecchia strega.
- Se sapessero cosa ho fatto... – disse piano scuotendo il capo. – Io l’ho fatto per loro. Non voglio coprirli di vergogna. - aggiunse.

- I miei genitori non si meritano una figlia come me - disse ancora, non riuscendo più a trattenere le lacrime.
- Ne dubito, sei una ragazza splendida e ogni giorno che sei qui non fai che confermarmi questo - disse ancora la donna, stringendola a sé, mentre Lily si abbandonava ad un pianto liberatorio.
- Ora tranquilla, non ti fa bene piangere così - disse ancora Andromeda e, dopo averla fatta distendere sul letto, la cullò fino a quando non la vide rilassarsi.
Quel giorno la giovane pozionista nemmeno si accorse che la padrona di casa ebbe visite. Infatti, come ogni primo del mese, sua sorella Narcissa venne a farle visita, portando con sé molte novità, tra cui la strana apatia che aveva avvolto Scorpius, il suo unico nipote.


Erano passati diversi mesi e il corpo di Lily iniziò a cambiare: il ventre si arrotondò leggermente, il seno s’ingrossò di due taglie, i lineamenti si addolcirono e le nausee mattutine divennero ormai una consuetudine. Andromeda non chiese mai spiegazioni, andando incontro alla muta richiesta della giovane. 
Bastava guardarla in viso per capire quanto si vergognasse per il suo stato.

 Andromeda aveva le mani legate: aveva promesso alla ragazza di non rivelare a nessuno dove si trovasse e così fece, stette zitta e l’accudì.
Cercò di non farle mai mancare né amore né l’appoggio, come se tutta la sua famiglia fosse lì con lei. 
A volte, però, la sentiva piangere e le si stringeva il cuore.
Lily si era come isolata dal resto del mondo.

Solo Andromeda poteva entrare, ma era anche lei una spettatrice. Lily aveva issato un muro e questo stava iniziando a preoccupare la vecchia strega.
La giovane mangiava lo stretto necessario per sostenere se stessa e il bambino, aveva smesso di sorridere e spesso non parlava per interi giorni.
Non le importava niente e, benché le notizie dal mondo magico arrivassero fino lì, lei non se ne curava.
Fu intorno al settimo mese di gravidanza che tutto precipitò improvvisamente.
- Lily hai visto il giornale? - chiese Andromeda, mentre osservava che lo stufato sul fuoco non bruciasse.
Lily, seduta di fronte al cammino, si accarezzava il ventre ormai gonfio come un pallone.
- No, avrei dovuto?- chiese questa.
-Oh sì, parla di Rose- annunciò Andromeda, convinta che quella notizia potesse rallegrarla
Lily s’irrigidì sentendo quel nome.
- Cosa le è successo? - chiese girandosi di scatto verso la donna, che considerava una seconda nonna, forse molto di più.
- Nulla, sciocchina, tranquilla! - si affretto a dirle Andromeda, vedendola agitarsi sulla sedia.
- Ha solo annunciato il suo matrimonio con Scorpius. Si sposeranno tra due mesi. - disse con il sorriso sulle labbra.
Il cuore di Lily perse un battito e la coperta che copriva la pancia le scivolò via dalle mani . 

Sbiancò improvvisamente, prima che una fitta le lacerasse il ventre. Poi il buio.
- Lily! Lily! - la richiamava Andromeda
- Lily! Mi senti?!- urlava la donna.
- Lily, ti prego! - cercava di scuoterla Andromeda.
Lily sbatte gli occhi, combattendo con il dolore che si propagava nel basso ventre, il respiro affannato, la bocca impastata.
- Aiutami...- fu la sua unica richiesta prima di svenire ancora.


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