martedì 7 febbraio 2012

La Regina di Ghiaccio.23



23. La penitenza.
I passi veloci echeggiavano sul pavimento di pietra in quella fredda notte che sanciva la fine del vecchio e l’inizio del nuovo anno. Una ragazza, avvolta in un elegante e fluttuante abito verde smeraldo, era condotta da un giovane bello e spavaldo fin sopra a una delle torri del grande castello di Hogwarts.
-James dove stiamo andando?-Chiese Eltamin.
-schhh- rispose il moro fermandosi di botto per ascoltare se qualcuno li stesse seguendo.
Il silenzio avvolgeva quella parte del castello, nessuno li aveva seguiti, forse nessuno si era accorto che i due ragazzi erano usciti insieme dalla grande sala da ballo; In lontananza si  poteva ancora sentire il complesso suonare, mentre attorno a loro l’unico rumore era quello dei ritratti magici che dormivano beati dopo aver bevuto alla grande finendo le scorte del Frate ubriaco .
James riprese a camminare velocemente, salì una rampa di scale, poi un'altra e un'altra ancora fino a giungere alla torre di astronomia.
Aprì lentamente la porta ed entrò al suo interno, osservando attentamente la stanza, affinché nessuno fosse al suo interno.
-che ci facciamo qui?- chiese Eltamin riprendendo a respirare dopo la corsa che il moro le aveva fatto fare per tutto il castello indurante dei suoi tacchi e del fatto che lei avesse ballato per tutta la sera.
-oggi- disse il moro lasciando il braccio della ragazza – ci sarà il passaggio della stella Garradd - ammise guardando il cielo.
-so che ami l’astronomia-
Eltamin, rimase ferma ad osservare quel ragazzo, sorpresa dal sentirgli dire quella frase. Era strano, fino a poco tempo fa pensava James Potter, fosse, solo un ragazzino borioso e pieno di se con unico intento nella vita quello di rendere la sua esistenza un vero e proprio incubo.
Quell’anno era iniziato nel peggiore dei modi ma ora che lo guardava, non sapeva cosa pensare.
Dove era finito il ragazzo che meno di due settimane prima la insultava in sala grande?
Dove era finito, quello che la disprezzava e le diceva tante cattiverie? Dove era?
 Era esistito veramente quel ragazzo o era una maschera che aveva celato quello che ora vedevano i suoi occhi.
Chi era in realtà James Sirius Potter, si trovò a domandarsi Eltamin.
Era forse quello dolce che le posava una mantella sulle spalle in una fredda notte di dicembre. Era quello che le sfiorava le labbra in un tenero bacio e che l’abbracciava stretta durante l’ultimo ballo.
Chi era James, cosa voleva da lei e lei cosa voleva da lui.
Lo sapeva bene cosa avrebbe voluto da James, ma non poteva. Se l’era ripromesso alcuni giorni prima: non fa per te, ama un'altra . In più, si ricordò all’improvviso di avergli detto che sarebbe voluta essere una sua amica.
Solo un’amica, un’amica non vuole essere baciata, coccolata tra quelle braccia possenti, un’amica non può amare come lei amava James.
-Eltamin- la chiamò il moro girandosi a guardare la bionda che era ferma come un palo dieci passi dietro di lui.
-dai su, vieni! se no, non vedrai il passaggio della stella-
La incitò il moro.
Eltamin si mosse per inerzia verso il ragazzo, sedendosi al suo fianco e accettando, senza proferir parola, il binocolo che lui le porgeva.
-Dovrebbe essere visibile proprio ora.- disse James, osservando il cielo,
 -Cometa C/2009 P1 (Garradd) ho letto, che brilla bassa sull’orizzonte nella costellazione dell’Ercole- enunciò il ragazzo.
-eccola!- disse indicando un punto nel cielo.
Eltamin seguì il dito del ragazzo, osservando rapita la stella, mentre il cuore le batteva all’impazzata e la testa le scoppiava per tutti quei pensieri.
Rimasero molto tempo seduti fianco a fianco senza dire niente, si passavano solo il binocolo fino a quando James non si alzò per sgranchirsi le gambe.
Eltamin seguì i suoi movimenti con la coda dell’occhio, facendo in modo che il moro non si accorgesse del suo sguardo, ma fu inutile.
 Lui guardava lei e lei guardava lui.
Come persi uno nello sguardo dell’altro, la ragazza si fece violenza per distogliere il suo sguardo dagli occhi azzurri del Grifondoro, che sbuffo sonoramente quando notò che la Serpeverde aveva preso nuovamente a scrutare il cielo.
-ti va di volare un po’ sulla mia scopa- Eltamin guardò sconvolta il ragazzo abbassando il binocolo e sollevandosi in piedi appeno James finì quell’infelice affermazione.
-No!- disse spaventata.
-ti prego, dimmi che non è questa la penitenza per aver perso la scommessa-.
James corrugò la fronte stupito nel sentire la ragazza così spaventata.
-tranquilla, non ti obbligo a fare niente di pericoloso. Solo che mi spaventa la tua reazione, eri un portento sulla scopa-
Ammise distogliendo lo sguardo dagli occhi della bionda.
-poi, sono caduta dalla scopa a causa della tua ragazza e la mia voglia di volare si è volatilizzata-enunciò la Malfoy
- ancora con questa accusa- rispose sbuffando il moro dandole le spalle.
-guarda Potter che non è un’accusa infondata. È stata lei ad attaccarmi alle spalle. Lily l’ha vista con la bacchetta in mano  e se non fosse stato per tua sorella, mi sarei schiantata a terra come un moscerino-.
James sbuffò ancora esasperato.
-Comunque-, disse ancora Eltamin, -L’ha vista anche qualcun altro, ma non ha detto niente. scommetto che è uno dei tuoi- rimarcò con astio Eltamin.
-come fai a dire questo?- Chiese il moro con tono serio.
-Lily, dice che non è stata la sola a lanciare l’incantesimo per attutire la caduta-.
James scosse il capo.
-non so come abbia fatto Lily ad osservare tutte queste cose , io mi sono accorto per caso che cadevi e ho fatto la prima cosa che mi è passata per la mente-
Eltamin spalancò la bocca incredula.
-eri tu?- chiese atona.
-si- rispose secco girandosi di spalle, per non vedere quel viso, perché sapeva che ora non avrebbe retto, non sarebbe più riuscito a tenerla lontana.
Eltamin ridusse lo spazio tra loro avvicinandosi a passi lunghi e frettolosi verso il moro abbracciandolo da dietro.
-grazie- disse sussurrando piano inebriandosi del buon profumo del ragazzo.
-vieni, ti accompagno alla tua sala comune- dichiarò James, cercando di sciogliere quell’abbraccio.
La ragazza lasciò la presa del moro appena lo sentì dire quella frase.
-James- disse – prometti che non dai di matto?- chiese la ragazza.
-perché dovrei dare di matto-chiese il ragazzo scettico.
-per quello che sto per dirti-pronunciò la bionda Serpeverde.
-sarebbe?-
-ecco..., io non posso andare in camera mia perché l’ho ceduta-
Ammise la bionda mordendosi il labbro con fare nervoso.
-ceduta? Ceduta a chi se posso chiedertelo-
La bionda guardò il moro, facendo un’espressione buffa.
James rise, passandosi una mano sui capelli.
-Scorpius e Lily- enunciò il moro.
-quindi fanno sul serio-chiese.
-lo spero- disse la ragazza sorridendo all’indirizzo del Grifondoro che non si era arrabbiato nel sapere che la sua sorellina stava tra le braccia di suo fratello.
-se la fa soffrire lo crucio- disse ridendo, facendo ridere anche Eltamin.
-dai andiamo ti porto in camera mia-
-ma sei fuori?- Disse quasi gridando – io non dormo a Grifondoro-
James ghignò divertito.
-No niente Grifondoro, è una stanza speciale che conoscono in pochi- Eltamin, non riuscì nemmeno a replicare che fu nuovamente trascinata per un braccio per tutto il castello.
Scesero scale, superarono anditi bui e silenziosi fino a quando non arrivarono in prossimità di una vecchia statua. James girò intorno al vecchio cumulo di pietra e spinse con forza il muro dietro la scultura aprendo un varco.
-che posto è questo?- chiese la bionda.
-ho sentito chiamarla in molti modi: la stanza delle coppie, la stanza dell’amore, la stanza dei serpeverde- enunciò saccente il moro Grifondoro.
-dei Serpeverde- disse Eltamin guardandosi attorno.
Osservò quindi un grande letto al centro della stanza ricoperto da un piumino verde con cuscini verdi.
Sorrise.
Vide un grande camino di marmo bianco, molto simile a quello che i suoi possedevano nella loro casa a Londra e questo le fece battere il cuore.
Forse...
Osservò un piccolo armadio di legno, con sopra incise le due S.S.  
-Salazar Serpeverde-, disse sussurrando e solo dopo notò tutti i nomi incisi su quel vecchio armadio.
Accarezzò delicatamente la parte in cui erano intagliate delle lettere in particolare : D.L.M. & H.J.G.
-Anche i miei, hanno dormito qui- disse sorridendo al moro che si era già disteso sul letto, lasciandola sorpresa nel vedere che non aveva problemi a stare steso sopra una coperta di Serpeverde.
-James- lo richiamò la bionda.
-che c’è- rispose lui che si era tolto la giacca e sfilato la cravatta, sbottonando anche i primi due bottoni della camicia.
-togli le scarpe dal mio letto- disse piccata la bionda.
Lui sogghignò.
-il letto, signorina! È di tutti e due- rispose il moro con una strana luce negli occhi e un ghigno divertito sul viso.
-che dici James- rispose rossa in volto Eltamin.
-che questa è la penitenza. Questa notte dormiamo insieme-.
-ma...-
-Niente ma- rispose secco il moro – non faccio sconti- disse.
-avresti dovuto accettare il volo sulla scopa-
Eltamin spalancò la bocca cercando di replicare ma non riuscì a dire nulla.
-vai a cambiarti, lì- disse indicando l’armadio -troverai qualcosa per la notte-
La bionda furibonda rovistò nell’armadio prendendo una maglia a mezza manica bianca che solo dopo aver indossato, notò essere di Grifondoro e un paio di shorts neri che le scoprivano tutte le gambe e che lasciavano poco all’immaginazione cosa che la fece vergognare come un verme.
Quando usci dal bagno rimase ferma davanti al letto, incrociando le mani al petto con un viso contratto e un espressione furente.
-tranquilla non ti faccio niente- la rassicurò il moro, invitandola ad entrare nel letto aprendo così le coperte.
Eltamin sbuffò prima accucciarsi sotto quei morbidi guanciali coprendosi fino al naso, rimanendo rigida con la paura che lui la toccasse.
 Il silenzio era calato sulla stanza come il buio non appena il moro aveva spento la sua bacchetta con un "Nox".
-perché hai paura?- chiese sussurrandole nell’orecchio quando erano passati interminabili minuti.
-non ho paura- rispose con troppa foga Eltamin ma la sua voce non lasciava alcun dubbio.
-allora perché tremi-chiese ancora il moro, deciso a scoprire cosa passasse nella testa della ragazza.
-perché... perché sento freddo – rispose infine.
Lui, si avvicinò un poco posando le sue mani nel ventre della giovane abbracciandola da dietro.
Eltamin sentì uno strano calore che partiva dalla punta dei capelli e arrivava fin giù ai piedi.
Quello era il paradiso, lui, la stava abbracciando stretta.
 Il cuore batteva come un pazzo, la gola era secca e la mente non riusciva nemmeno a formulare una frase di senso compiuto.
-buona notte, Eltamin- disse con voce roca James poggiando le sue labbra sul collo della ragazza respirando affondo il profumo della sua pelle.
-dimmi perché?- Chiese in un sussurro.
-non chiedermi cose a cui non so rispondere- ammise il moro.
-e ora cerca di dormire- disse stingendola stretta con fare possessivo.
Avrebbe voluto dirle che la desiderava, che bramasse un altro bacio questa volta meno casto dei precedenti.
Avrebbe voluto dirle che era bellissima anche con una sola maglietta bianca e senza trucco.
Avrebbe voluto dirle, che per lei era disposto a fare tutto ma non riuscì a dirle nulla e con quei pensieri si addormentò stringendola tra le sue braccia sperando che quella fosse solo la prima delle tante notti passate insieme.


SPAZIO AUTRICE.

SPERO CHE LA PENITENZA VI SIA PIACIUTA, SOFT MA EMOZIONANTE.
UN BACIO RAGAZZE A DOMANI. KISS

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