lunedì 6 agosto 2012

Il giardino Segreto Cap.4


-Una giovane alleata-
La porta di spesso legno oltre alla siepe non accennava a spostarsi. Hermione fece leva su tutte le sue forze, ma questa cocciuta come un troll di montagna, non si spostò di un millimetro.
Così, sconsolata per aver perso l’ultimo cimelio di famiglia ritornò allo studio, dove ad attenderla invece che il suo alunno c’era una ragazza.
Hermione la guardò attentamente: la donna dai capelli chiari e gli occhi gentili, indossava un abito lungo color blu notte e un grembiule bianco.
-         Buon pomeriggio signorina Ford- disse la donna sorridendole gentile.
“Allora, anche in questo castello esiste la gentilezza” pensò Hermione sbalordita.
-         Io sono Allyson, faccio parte delle cameriere che si occupano della casa- disse la giovane.
-         Pensavo che questo fosse compito escluso degli elfi-. La ragazza sorrise appena quando Hermione disse questo.
-         Loro si occupano delle cucine e di alcuni lavori per cui è indispensabile la magia- chiarì gentilmente.
Hermione aprì la bocca meravigliata.
“Com’è possibile!”
-         Non sei una strega?- chiese vergognandosi subito dopo per la sua frase.
-         Già -, disse Allyson senza mai abbandonare il sorriso. – sono una magonò – aggiunse.
-         Scusa - si affrettò a dire la Granger, visibilmente imbarazzata per la gaffe appena commessa.
-         Oh, non si crucci per così poco, signorina. Ormai non è più importante, sono felice del mio ruolo- disse la ragazza.
-         Sono qui-, disse poi, riprendendo immediatamente un contegno più consono al suo ruolo- per informarla che il signorino Scorpius non sta bene e si scusa -.
Hermione si agitò immediatamente.
-         Cos’ha? Avete chiamato un medimago?-
Allyson strinse le labbra un attimo,  mentre i suoi occhi persero la gioia, preoccupando ancora di più Hermione.
-         No, è tutto nella norma- disse abbassando lo sguardo e girandosi per uscire dalla stanza.
-         Come tutto nella norma? – domandò Hermione sempre più preoccupata.
Allyson si girò verso la giovane insegnante, guardandola attentamente.
-         Tra poco- disse la cameriera, - il signorino compirà gli anni, sei anni oramai è un ometto - aggiunse risultando triste, cosa che incupì la Granger.
-         Eh... - chiese ancora Hermione.
-         E quel giorno, non sarà per lui un giorno gioioso da ricordare- ribadì la cameriera.
-         Come può non essere un giorno felice?- chiese stupita Hermione.
-         È un bambino, e tutti i bambini sono felici il giorno del proprio compleanno- continuò sempre più convinta della propria teoria.
-         Lei, signorina Ford, non conosce Scorpius e non sa la sua storia- replicò la giovane cameriera.
Hermione rimase immobile.
 “Quella ragazza aveva ragione, lei non conosceva quel bambino, quello era il suo primo giorno da insegnante e solo quattro ore insieme non erano sufficienti”.
-         Allora Allyson- Disse Hermione – me lo spieghi lei?- domandò.
La ragazza sgranò gli occhi un attimo allarmata per la sua richiesta.
-         Io non so... potrebbero- farfugliò la ragazza sempre più impaurita per la situazione in cui si era cacciata.
Hermione la guardò negli occhi e con un rapito colpo di bacchetta insonorizzò la stanza.
-         Ora non ci sentirà nessuno ,nemmeno la signora Abbey – disse Hermione notando che al solo pronunciare il nome della governante, la ragazza era scattata preoccupata.
-         Tranquilla- disse ancora la Granger. – sono molto brava in questo tipo di magie. Ti assicuro che, nemmeno una strega super dotata, può rompere quel tipo d’incantesimo- la cameriera non sembrò molto convinta delle sue parole.
-         Allora Allyson- disse Hermione, mantenendo un tono calmo e amichevole – mi dici per quale ragione il piccolo Scorpius non ama il giorno del suo compleanno?-
La ragazza sospirò e finalmente iniziò a parlare.
-         Fin da piccolo Scorpius è vissuto con i suoi nonni- disse la cameriera.
-         Sì, me l’ha accennato la signora Abbey- disse Hermione, la cameriera non fece caso alla sua constatazione.
-         Io e Micolle un'altra cameriera l’abbiamo visto nascere, aiutammo la sua defunta madre in quel giorno- disse ancora Allyson perdendosi nel ricordo, mentre un velo di lacrime schiariva le sue iridi già chiare.
-         Erano bellissimi – disse in un sussulto - non avevo mai visto la signora tanto felice che in quel momento, quando stringeva tra le mani il suo piccolo. Quell’Idilio però, fini quasi subito- disse ancora la giovane.
Hermione trattenne il fiato.
-         Il signore impose immediatamente regole ferree: Scorpius non doveva essere viziato e coccolato, non avrebbe dormito nella loro camera patronale e soprattutto, di lui si sarebbero occupate delle governanti- la voce di Allyson tremava ricordando quei momenti.
-         La signora Abbey?- chiese Hermione.
-         Già la Abbey- replicò Allyson. – era una delle governanti della famiglia della signora. Anche se da come la signora Tori la trattava, non riscuoteva tanta ammirazione, cosa che invece riscuoteva nella sorella maggiore e un tempo nella defunta madre.-
-         Quindi Scorpius ha una zia?- chiese curiosa.
-         Sì, una della peggior specie- Allyson si coprì la bocca subito dopo, preoccupata per aver detto una cattiveria lasciando spazio ai suoi pensieri .
-         Continua- disse Hermione, rasserenando la giovane cameriera.
-         Il piccolo quindi fu allontanato dalle cure della mamma, anche se la signora Tori con l’aiuto della suocera, riuscì sempre a trovare il modo di stare con il suo bambino-.
Hermione era ormai presa dal racconto che si sedette nella poltrona per poter così ascoltare meglio.
-         Questo era la vita di Scorpius fino ai suoi tre anni e fu proprio nel giorno del suo terzo anno d’età, che la vita gli negò l’unica fonte di felicità-.
Hermione respirò piano.
-         Durante la festa per il bambino, la signora Tori salì su un cavallo. Le era stato sconsigliato di salirci fin da quando era bambina-.
Hermione aprì gli occhi invitando la ragazza a continuare
-          Pare che una vecchia strega le avesse predetto un nefasto avvenimento che sarebbe capitato a causa dei cavalli. La signora Tori non volle ascoltare nessuno e portando il bambino con sé, salì sul cavallo- disse la giovane trattenendo a stento un singhiozzo.
-         Lo ricordo come fosse ora, uno splendido esemplare bianco, come bianchi erano i suoi crini. Sembrava brillare al sole- rammentò la giovane socchiudendo gli occhi mentre una lacrima solcava la sua pelle pallida.
-         Quando partirono al galoppo in molti, applaudirono osservando quello splendido spettacolo, poi un botto-.
Allyson stette in silenzio e a Hermione si ghiacciò il sangue.
Non osò sollevare lo sguardo su quella giovane cameriera che con molta probabilità ora asciugava le sue lacrime.
-         Non ci fu nulla da fare- disse con la voce rotta dal pianto.
-         La signora morì sul colpo nello schianto però fece in tempo a buttarsi a terra facendo scudo con il suo colpo, attutendo così, la caduta di suo figlio-
“Ecco, com’era morta la madre di Scorpius.”
-         Il signore da quell’istante non volle più festeggiare il compleanno del bambino. In effetti, non volle più nemmeno prenderlo in braccio. Per questo a prendersi cura di lui sono stati i nonni paterni- ricordò triste Allyson.
-         Scorpius né ha sofferto molto e né soffre tuttora. Fino a poco tempo fa non sapeva nemmeno la ragione per cui, pur avendo un padre , stesse con i nonni-.
-         Povero- sussurrò Hermione, portandosi una mano sul cuore.
“ Quel bambino aveva solo cinque anni e già aveva sofferto come uno che ha vissuto un’intera vita”.
-         A svelargli tutto, osservando la sua irrequietezza, fu sua nonna-
Hermione sgranò gli occhi.
“Perché mai raccontare a un bambino quei fatti nefasti?”
-         Non la giudichi, la signora pensava di agire nel giusto. Ma questo, si fidi della mia parola, - disse ancora Allyson – l’ha privata dell’amore del nipote-
Hermione aggrottò la fronte perplessa.
-         Suo padre l’ha allontanato immediatamente dal manor per portarlo qui- disse la cameriera.
“Insensibile essere senza cuore” pensò Hermione.
“Come poteva comportarsi in quel modo con suo figlio, dopo tutta la sofferenza”
-         Una ripicca nei confronti di sua madre- disse Hermione con tono pacato anche se avrebbe voluto trovarsi quell’uomo senza volto e cantargliene quattro.
-         Si molto probabilmente c’è lo zampino della signorina Daphne-.
“Strano nome” Pensò Hermione, ma non v’indugiò.
-         Quella è una serpe, il suo unico scopo è quello di allontanare il piccolo dal padre per poter così ammaliarlo e farsi sposare- disse la cameriera stupendo Hermione.
“Era strano come le donne si facessero tante idee su altre donne. La cosa più strana era che il più delle volte queste teorie fossero( o erano) esatte”.
-         Ma è il marito della sorella- disse Hermione schifata.
-         È un uomo potente,- replicò Allyson . - un uomo potente ricco e bellissimo- aggiunse con decisione.
-         La signora la detesta e sa’, non ebbe alcun imbarazzo a dirle in faccia quanto per lei, la signorina Daphne fosse una donna di basso lignaggio-.
-         Ma non è... -
-         Sì nonostante sia una purosangue ricca, è povera dentro- aggiunse convinta Allyson.
-         Quindi è per ripicca verso la signora che ha spinto il padre di Scorpius ad allontanarlo dai nonni- ricordò Hermione.
-         Sì senza dubbio- affermo la cameriera.
-         Pensa che sia svantaggioso organizzare per quel giorno una piccola festa a sorpresa?- chiese Hermione.
La cameriera sgranò gli occhi, sorpresa.
-         Dipende?-
-         Da cosa?- chiese Hermione.
-         Dagli invitati...- replicò Allyson.
Hermione sorrise .
-         Lei è più indicata di me per scegliere gli invitatati-, disse la Granger.
-         Io signorina Ford... -.
-         Sì tu Allyson- disse Hermione. – invii gli inviti e preghi loro di tenere il segreto, sia con la signora Abby, sia con la zia di Scorpius-
-         Certamente – rispose entusiasta.
-         Io se non le dispiace vorrei scrivere una lettera al padre- disse Hermione.

Allyson trattenne il fiato.
-         Poi se non la disturba, potrebbe fargliela pervenire lei stessa, poiché io non lo conosco- aggiunse.
Allyson avrebbe dovuto dirgli di chi si trattava, ma non seppe perché, dalla sua bocca, non uscì quel rinomato nome.
-         Certo signorina Ford- disse la cameriera.
-         Allyson- la richiamò Hermione.
-         Sì -.
-         Visto che nessuno di noi due riscuote i favori della signorina Abbey, che ne direbbe di diventare meno formali e darci del tu - disse la Granger.
-         Io...- disse imbarazzata.
Hermione sorrise.
-         Chiamami Jean – disse Hermione.
“ Forse un giorno non lontano, ti dirò veramente quale è in realtà il mio nome” pensò.
-         Va bene disse la ragazza.
-         Io beh, io sono Allyson- aggiunse –ma questo già lo sa- Hermione alzò un sopracciglio. - Questo già lo sai- disse correggendosi Allyson.
Hermione rise.
- Ok Allyson, ci sentiamo non appena ho finito la lettera-.
- Va bene- rispose la giovane cameriera – ora è bene che vada prima che quell’antipatico si accorga della mia assenza. Gode nel mettermi in cattiva luce con la signora Abbey-
Hermione mosse il capo e con un colpo di bacchetta tolse il sigillo magico alla porta.
Allyson respirò affondo prima di aprire la porta e uscire dalla biblioteca.
Hermione la vide scomparire oltre la porta e lì, seduta sulla poltrona nella quale aveva ascoltato il racconto narratogli da Allyson sulla vita di Scorpius, iniziò a pensare a quali parole fossero più indicate per convincere, quell’antipatico del padre di Scorpius, a venire alla sua festa.
Hermione si alzò piano da quella comoda poltrona e con infinita lentezza i avviò ancora una volta alla grande scrivania in radica.
Si sedette piano, subito dopo aver aperto la finestra: Magari guardare quella natura incontaminata l’avrebbe ispirata.
Era rimasta li per ore osservando il sole calare e nessuna parola era ancora comparsa sulla pergamena.
-         Dannazione - si disse.
Poi sconsolata e con una gran fame, si costrinse a scendere nelle cucine per mettere finalmente sotto i denti qualcosa.
“ Entro quella notte, avrebbe scritto la lettera. Ne era certa” .

***
La notte era già calata nella grande e ormai silenziosa residenza dei Malfoy in Scozia.
Due persone: un vecchio stregone dai lunghi capelli, un tempo biondi, e la sua compagna abbigliata con una ricercata veste da strega color blu notte, che facevano risaltare i suoi occhi azzurri, stavano seduti a tavola.
Il silenzio era ormai fastidioso alle vecchie orecchie dei due, negli ultimi anni a renderli felici c’aveva pensato la risata e le chiacchiere del loro unico e amatissimo nipote Scorpius. Ora, che il piccolo gli era stato portato via , la cena si svolgeva nel più rigoroso silenzio come accadeva tempo prima, quando erano loro stessi a richiederlo.
Quella notte però, ad interrompere quel triste banchetto, fu il beccare di un vecchio e spennacchiato gufo.
Tibly, il vecchio elfo domestico, portò la missiva che il gufo portava legato alla zampa direttamente alla sua padrona e dopo essersi inchinato con riverenza si dileguò.
Narcissa Black in Malfoy si stupì nel ricevere a quell’ora della notte una missiva.
Suo marito Lucius la guardava curioso ma non disse nulla.
La vecchia e aristocratica strega, staccò la cera lacca e aprì la missiva.
Man mano che leggeva la sua espressione facciale cambiava.
-         Che cosa succede Cissy?- Chiese Lucius Malfoy. – qualcuno sta male Scorpius...Draco?-.
Narcissa sollevò lo sguardo incrociando i suoi occhi azzurri con quelli grigi dell’amato marito.
-         È Allyson- disse piano – sai la...-
-         So chi è Cissy – disse il vecchio mago.
-         Ci invita alla vecchia residenza dei Greengrass-
Lucius Malfoy corrugò la fronte.
-         Perché mai... è forse lì che l’hanno portato-
-         Oserei dire disse Narcissa – che è li che l’hanno spedito tuo figlio e quella...-
-         Cissy ti prego non parlarmi di quella donna mi potrebbe andar di traverso la cena- replicò stizzito.
La signora Malfoy acconsentì.
-         La nuova istitutrice – disse Narcissa
-         Un’altra incapace...? – chiese Lucius, la moglie scosse il capo stupendo il vecchio mago.
-         La nuova istitutrice vuole organizzare una festa a sorpresa per Scorpius-
Lucius Malfoy per la prima volta nella sua lunga e tormentata vita rimase senza parole.
-         Ci ha appena invitato all’evento. Unica clausola è tenere il segreto con la Abbey-
-         Vecchia megera da quattro soldi – sbiaccicò Lucius senza vergogna.
-         E Daphne- aggiunse con un leggero sorriso soddisfatto.
-         Dice chi è? Chiese l’uomo.
-         Si alla fine mi pare si chiami Jean Ford-
-         Ford... non conosco alcun mago che si chiami Ford-
-         Pensò- disse Narcissa-
-         Ok – replicò subito Lucius – ho capito Cissy è una nata Babbana- esplicò Malfoy senior.
-         In questo momento non m’importa la sua line a di sangue. Andiamo immagino?-
-         Ci puoi contare- rispose la signora, e richiamando a se una pergamena pulita scrisse alla giovane cameriera. Informandola, che il signore e la signora Malfoy avrebbero preso parte alla festa a sorpresa.

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