lunedì 6 agosto 2012

Il Giardino segreto cap.8



-Colpe-
La notte era ormai calata sul vecchio castello dei Greengrass, il vento faceva vibrare gli infissi e la pioggia batteva sui vetri.
Nella sala una vecchia strega dai lunghi capelli dorati vagava disperata da un lato all’altro della stanza cercava in quel modo di compensare il peso sul cuore.
Sembrava un leone in gabbia.
Ogni volte che uno dei servi entrava, la donna si arrestava di colpo, aspettando notizie positive eppure ogni volta abbassava il capo sconfitta.
Le ricerche del piccolo Scorpius non avevano portato a nessun risultato, del giovane erede dei Malfoy non vi era traccia.
Indignato, per l’ennesimo torto subito.
Spaventato, per essersi ribellato.
Sparito, per sfuggire alla realtà che anche questa volta l’avrebbe privato degli affetti  a lui più cari.
Lucius, il capostipite della famiglia, stava in piedi davanti alla finestra. I suoi occhi grigi osservavano le luci delle torce che oramai avevano raggiunto il piccolo paese babbano.
Sgomento, per essere arrivato a quel punto.
Frustrazione, per non poter andare fuori a cercare suo nipote.
Rabbia, tantissima rabbia verso il suo erede che anche questa volta aveva mancato come padre ponendo i suo orgoglio e le sue inimicizie davanti al benessere di suo figlio.
-Te lo giuro- urlò Lucius, girandosi verso il figlio Draco che da quasi un’ora era fermo nella stessa posizione, affianco al camino. Il bicchiere che aveva tra le mani era ancora colmo del pregiato vino elfico, mentre i suoi occhi adamantini osservavano un grosso ceppo bruciare nel camino.
-Se Scorpius ha solo un graffio, ti riterrò l’unico responsabile- disse severo Lucius.
Il figlio sollevò lo sguardo truce .
-Vi ricordo che è mio figlio, non vostro.- replicò Draco – e voi, padre, non avete alcun diritto di rimproverarmi- pronunciò con rabbia. –la vostra occasione come genitore, l’avete bruciata tempo fa. Accudire Scorpius non farà di voi un buon padre- disse, scagliando con rabbia il bicchiere. – fare il nonno servizievole e simpatico non cambia quello che siete stato con me, vostro figlio-concluse.
-Non mi sembra che ti ricordi di lui, quando fai sesso con sua zia- Lucius non lasciò la preda, le parole del figlio lo ferirono ma continuò a ribattere.
-Con chi passo le mie notti, non è far vostro- sbiaccicò Draco furibondo, gli occhi brillavano alla luce del focolare. Il grigio delle sue iridi riflettevano le fiamme e il suo viso trasfigurato dalla rabbia avrebbero incusso timore in tutti tranne in Lucius Malfoy l’ex mangiamorte.
-Quando a rimetterci, è mio nipote , m’importa- replicò Lucius.
“Come osi farmi la paternale?”
-Smettetela- urlò Narcissa.
-Litigare non lo farà certo ritrovare prima- aggiunse l’anziana strega.
Draco guardò sua madre e sbuffò, mentre Lucius si rigirò verso la finestra e continuò a guardare le fiaccole che cercavano il nipote.
“Fa che lo trovino.” Pensò Narcissa.
“ Fa che quell’astuta Grifondoro riesca a scovarlo.” Meditò Lucius.
“Inaudito, ancora una volta aspetto che sia quella saputella a risolvere le mie grane” rimuginò Draco.
“La odio”
***
La pioggia batteva forte impedendo al piccolo gruppo di vedere a un palmo di naso, oltre a Blaise Zabini e a Hermione Granger, si erano aggiunte anche Allyson e alcune streghe del personale.
La Abby aveva intimato loro di non muoversi dal castello, appena le aveva viste pronte a uscire. Fu Narcissa a dare loro il consenso ricordando alla governante che era stata licenziata, quindi non poteva dare ordini a nessuno.
-Non può essersi spinto fin qui giù- disse Zabini cercando di tenere la bacchetta ben salda nelle mani mentre la pioggia e il vento soffiava, violentamene.
Blaise si girò di lato osservando la donna che accanto a lui osservava palmo a palmo, ogni zolla di terra. I capelli, per via del vento, erano gonfi e pieni di foglie. Erano però rimasti asciutti grazie alla magia che la strega aveva fatto per non inzupparsi come le altre donne, che riuscivano a malapena a coprirsi con gli ombrelli visto le folate del vento.
-Scorpius è troppo piccolo- disse ancora Zabini , avvicinandosi alla donna – siamo troppo lontani – aggiunse ancora.
- Proprio perché siamo lontani dal castello, è più probabile sia qui- replicò Hermione.
Assottigliando gli occhi cercando di vedere nonostante il buio.
-Siamo già passati di qui- si lamentò ancora una volta Zabini.
-Senti quando vuoi chiudere quella bocca- urlò Hermione esasperata.
-Guarda che non sei la sola preoccupata- chi rispose acido.
-Oh si! Il padre non si è nemmeno sprecato a venire con noi a cercarlo-.
Blaise aprì la bocca e poi la richiuse.
-Non si mischierebbe mai con una mezzosangue, immagino- disse furente allontanandosi dal moro.
-Gli vuole bene a suo modo-cercò di dire Blaise, ma sapeva che quella grifondoro era cocciuta e le sue parole non l’avrebbero convinto.
-Immagino- replicò scocciata Hermione. -pensa se non gliene volesse, cosa avrebbe fatto- concluse.
-Sei dura con lui, non sai quello che ha passato quando è morta Tori-disse Blaise camminando al fianco della Granger che non accennava a smettere di camminare
-Quando qualcuno muore, anche se questa è una persona importante, si cerca di reagire. Si cerca – disse con la voce tremante di pensare a chi è rimasto. Lui invece ha allontanato suo figlio preferendo la compagnia di una donna ...-
-Tu non sai cosa vuol dire rimanere solo- disse serio.
Hermione impallidì.
-Io , Zabini so bene cosa vuol dire. Io ho perso tutto prima di voi perfetti figli di papa- Io per salvare la vita ai miei genitori ho dovuto fargli dimenticare di avermi come figlia. Io ho perso la mia famiglia. I miei amici sono morti per salvare il vostro mondo e tu dici a me che non so cosa vuol dire perdere qualcuno che si ama-.
-Io so cosa è l’amore , voi vi riempite solo la bocca con quella parola m a non ne capite il significato. Siete privi d’amore-.
Blaise era pietrificato dalle parole che la Granger gli aveva riversato.
Quella donna aveva trattenuto dentro di se tutto questo per tanto tempo.
-Io... scusa- disse Zabini.
“Un Serpeverde che chiede scusa."
“Sei strano Zabini, troppo strano”
-Scusa tu, sono nervosa. Eh...si non volevo dire quelle cose. Almeno non a te- disse infine, mordendosi un labbro.
-Tranquilla ora mettiamoci a cercare Scorpius-.
“ Sei una donna di carattere". "Una donna che mi piace, perché è diversa dalle stupide che per anni ho frequentato."
“Sei una donna non una marionetta.”
“ Sarai mia, non lo sai ma sarai mia.”
- Da questa parte- disse Allyson avvicinandosi ai due che si erano allontanati dal resto del gruppo – c’è una scarpata-aggiunse preoccupata.
-Il bambino si potrebbe essere rifugiato verso quegli alberi- indicò Hermione- quando ha cominciato a piovere forte-
 -Sì, può essere. Ha paura dei temporali-, ricordò Allyson.
-è pericoloso stare sotto gli alberi durante un temporale- disse Zabini.
-Lo sappiamo Zabini, Scorpius, però, lo ignora- disse asciutta Hermione.
L’uomo la guardò ancora una volta allontanarsi da lui insieme alla magonò e addentrarsi nel bosco.
Blaise mosse un passo e poi iniziò a correre
-Dove siete finite?- disse a gran voce.
“Dannate donne”
-Zabini l’abbiamo trovato- disse Hermione e Blaise corse ancora più veloce.
***

Blaise Zabini corse verso le due donne che ora erano a terra attorno a Scorpius.
-Scorpius- urlò Hermione e a Blaise si gelò il sangue.
Arrivò ansimando accanto alla donna.
-Non risponde- disse sconvolta mentre lacrime scorrevano nel viso di Allyson che non riusciva a parlare.
-Innerva-  disse ancora Hermione.
“Ti prego Scorpius”
-Innerva- ritentò di farlo rinvenire ma il piccolo era privo di conoscenza.
-Granger ti prego spostati-
-Non risponde – continuava a dire.
Blaise guardò il figlioccio riverso su quella terra umida, gli occhi chiusi, i capelli bagnati come i vestiti.
Era pallido Scorpius, troppo pallido e le sue labbra erano viola.
Paura e rabbia lo investirono in quel momento, ma riuscì a mantenersi lucido.
-Accio coperta- disse Zabini coprendo il bambino come meglio poteva.
Poi, fece scivolare il braccio sotto il corpicino e lo prese tra le braccia.
 Hermione lo guardò un attimo sistemando infine la coperta.
-Scotta- aggiunse guardandolo bianca anche lei per la paura.
-Sta tranquilla- disse Zabini.
-Io mi materializzo con il piccolo al castello- disse Zabini,- Granger-, aggiunse
 - Porta Allyson con te-.
La ex Grifondoro annuì e in un baleno si ritrovarono al castello.
***
La porta d’ingresso del grande e tetro castello dei Greengrass si aprì all’improvviso paventando davanti agli occhi dei tre Malfoy le figure di un uomo e due donne.
Narcissa fece un passo verso i tre portandosi una mano alla bocca non appena capi che il piccolo stava tra le braccia del moro Blaise.
A Lucius si ghiacciò il sangue mentre Draco superò sua madre arrivando a un passo dall’amico.
Questi guardava davanti a lui senza incrociare mai gli occhi di Draco.
-Narcissa- disse Zabini. -Presto chiamate un medimago- continuò.
-Scorpius ha la febbre alta e non siamo riusciti a farlo rinvenire- concluse il giocatore di quidditch.
La donna scansò il figlio per sfiorare con le dita la fronte del piccolo e sincerarsi delle condizioni del nipote. Tastò il battito e asciugò la sua fronte.
-Vado io signora- dichiarò Allyson, scomparendo immediatamente oltre una porta che portava alle cucine.
-Portiamolo nella sua stanza- disse Narcissa, precedendo Blaise che annuì e sempre con Scorpius tra le braccia salì le scale che lo dividevano dalle stanze patronali.
Lucius guardò suo figlio scuotendo il capo non appena capì le sue intenzioni.

-Venga signorina Granger, quando Scorpius si sveglierà sarà felice di vederla-disse il vecchio mago, sconvolgendo la strega.
Hermione mosse un passo incerta e poi finalmente seguì Lucius Malfoy.
“Chissà che avrebbe detto Harry, se avesse visto la scena- pensò stupidamente Hermione.
“Ron le avrebbe consigliato di scappare” rifletté la donna.
Ora però l’unica cosa importante era che il piccolo stesse bene. solo Scorpius le importava in quel momento.
Così con quei pensieri si avviò su per le scale del castello per sincerarsi che Scorpius si riprendesse presto.
Draco, invece, era rimasto solo. L’unico a essere stato snobbato.
L’unico che a differenza di tutti doveva stare al capezzale del bambino ma che al contrario sentiva di non meritarsi di stargli accanto.
“Aveva sbagliato tutto e ora poteva, se qualcosa fosse andata storta, perdere ogni possibilità di rimediare. Così con al disperazione nel cuore si sedette nella poltrona aspettando che qualcuno lo avvisasse delle sorti di suo figlio.
Scoprendosi ancora una volta codardo.
Blaise scese le scale saltando i gradini a gruppi di due, arrivando in un baleno nella sala dove il pozionista si era rintanato.
 Lo vide subito, nonostante la penombra, era stravaccato nella poltrona di pelle con in mano, non un bicchiere ,bensì l’intera bottiglia di firewhisky. Vedendo quella scena Blaise non capì più nulla.
Arrivò davanti a Draco, con la mascella serrata e il respiro affannato.
“Coglione” pensò Blaise. Suo figlio ha la febbre alta, lotta tra la vita e la morte e lui sta qui a bere.
Gli occhi erano ridotti a due fessure e le nocche della mano erano esangue da quanto le mani erano chiuse in un pugno.
-Draco- disse con tono autoritario, ridestando l’amico che sollevò lo sguardo prima di essere preso come bersaglio per una raffica di pugni.
-Vergognati- urlò Blaise, scuotendolo con rabbia cercando di farlo reagire -Scorpius sta male e tu sei qui a bere- disse ancora.
-Vergognati-. Aggiunse, dando un altro pugno sul viso del biondo pozionista che non accennava a difendersi. – Ti sei sempre lamentato dei tuoi, dicevi che ti avevano abbandonato nel momento del bisogno. Tu- gli urlò Zabini – hai fatto lo stesso con Scorpius. Solo che tuo figlio ha solo 6 anni, Draco. Solo sei anni – terminò il moro.
-Zabini- urlò Hermione, accorsa non appena aveva sentito le urla. –Non risolvi nulla- aggiunse preoccupata vedendo Malfoy incassare i pugni.
-Smettila- finì turbata, cercando di togliere Malfoy dalla furia di Zabini.
-No – urlò Blaise scansandola via.
Hermione, dopo quel gesto e per paura che succedesse un putiferio, fu costretta a dividerli grazie all’uso della magia.
Blaise, fu schiantato ed ora si trovava riverso a terra ansimante, mentre Draco Malfoy  ancora seduto sulla poltrona con il viso tumefatto da ecchimosi, la guardava stranito.
Hermione aprì la bocca osservando gli occhi spenti dell’uomo, come erano diversi da alcune ore prima , quando spavaldo la umiliava davanti a tutti. Ora, non diceva nulla, la guardava con sguardo assente.
-Se muore, uccidimi- disse con un filo di voce ed Hermione si sentì morire per averlo giudicato insensibile a quello che era successo a suo figlio.
Poi ,anche Draco Malfoy svenne.

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