lunedì 6 agosto 2012

Sono solo parole cap-11.


♠♠♠
Tu sei stanco di tutto e io non so cosa dire. 
Non troviamo il motivo neanche per litigare...
(o forse si)

Il tempo sembrò fermarsi non appena Scorpius pronunciò quella frase.
-                     Veramente, Potter, vieni anche tu con lui.
Lily spalancò la bocca incredula.
-                     Io al Manor? - chiese titubante.
-                     Tu al Manor, Potter – ripeté il pozionista.
-                     Chiamo zia Andromeda per darti una mano con i bagagli – aggiunse il giovane, ponendo nuovamente suo figlio nella culla.
-                     Chi ti ha detto che verrò? – replicò stizzita.
-                     Verrai, per seguire nostro figlio – disse con tono di sfida Scorpius.
-                     Tu non hai alcun diritto – replicò Lily.
-                     Ho tutti i diritti, invece, la legge è dalla mia. Tu sei obbligata a stare con il padre di tuo figlio- ghignò.
-                     Anche se ti vergogni di questo. Tu diverrai una Malfoy. Non si può crescere un figlio da soli nel nostro mondo, pena l’esilio - 
-                     Allora andrò via-
-                     Non essere stupida, non resisterai nemmeno un giorno tra i babbani-.
-                     Non mettermi alla prova Scorpius –
-                     Poi - disse, senza degnarla di risposta – con mio figlio non andrai da nessuna parte –
-                     Ti odio – gli urlò.
Scorpius la incenerì con lo sguardo.
-                     Vedi di mutare celermente i tuoi sentimenti, non voglio che nostro figlio ci veda litigare – disse l’uomo, che, un istante dopo, si chiuse la porta alle spalle.
Lily era furente: afferrò il pacchetto di fazzoletti che stava sul piccolo comodino di legno, affianco a letto, e lo scagliò con forza sulla porta.
Maledizione.
Aveva vinto.
Ancora una volta avrebbe fatto ciò che lui voleva. Ancora una volta non sarebbe riuscita a sottrarsi.
Tu non vuoi sottrarti, si disse.
Tu vuoi che lui s’innamori di te.
Passarono pochi minuti prima che Andromeda e Narcissa arrivassero per aiutarla.
Le due non dissero nulla, notando l’apatia in cui la giovane madre era caduta.
-                     Non sarai sola – disse Andromeda quando Narcissa uscì dalla stanza per assicurarsi che il resto della famiglia tornasse al Manor.
-                     Narcissa non ti abbandonerà- aggiunse la signora Tonks.
-                     Io non ti abbandonerò. – disse – Verrò ogni giorno a trovare te e Anthares e se quel viscido serpente osa farti del male...-
Lily alzò lo sguardo verso la donna incontrando i suoi grandi occhi neri.
-                     Allora dovrà scappare perché lo annienterò –
-                     Grazie Andromeda, – sussurrò Lily – grazie per tutto – aggiunse stringendosi alla donna. Andromeda ricambiò la stretta, accarezzando con dolcezza la schiena della neo mamma.
-                     Lily- disse interrompendo il silenzio che  era calato tra loro – dovresti avvisare tua madre –
La giovane pozionista s’irrigidì.
-                     No! - urlò – ti prego, non dirle nulla. Non reggerei un suo rifiuto, non ora – aggiunse, affondando ancora una volta il viso sulla spalla di Andromeda.
La vecchia strega la consolò ancora.
-                     Va bene, come vuoi tu, Lily- le disse.
-                     Presto tutti sapranno e sarebbe più indicato che sia tu ad annunciare a tua madre di essere diventata nonna –
-                     Ne morirebbe – aggiunse – se sapesse che le hai negato anche questo –
-                     Ne morirà comunque sapendo cosa ho fatto e in che pasticcio mi sono cacciata -
-                     I genitori perdonano tutto ai loro figli –
-                     Ginny , scommetto , non vede l’ora di riabbracciarti e, non appena saprà di Anthares, impazzirà di gioia-
-                     Vorrei tanto crederti Andromeda, ma sarebbe solo un’altra illusione. L’ennesima .- finì Lily.
Presto si sarebbe trasferita alla residenza dei Malfoy e lì avrebbe vissuto in una prigione dorata. Tutti l’avrebbero detestata per essersi insinuata nella loro vita.
Forse l’avrebbero ignorata, lui sicuramente l’avrebbe fatto. Forse , l’aveva già sostituita come amante.
Certo, che sciocca!
Non penserai che sia stato sette mesi senza fare sesso?
Fu con questi pensieri ,e con il prezioso aiuto di Andromeda, che si destò dal letto e, con suo figlio tra le braccia, scese le scale diretta al camino che grazie alla Metropolvere l’avrebbe condotta nella sua nuova vita.
Baciò suo figlio
-                     Per fortuna ci sei tu, amore mio- disse sussurrando al piccolo, che la guardava con occhi vispi.
Poi, seguendo Narcissa, buttò la polvere nel camino pronunciando:
-                     Malfoy Manor - e in un attimo si ritrovò nell’immensa sala d’inverno dei Malfoy.
Respirò piano stringendo il bambino sul petto con fare protettivo.
-                     Ben arrivata a Malfoy Manor, Lily Potter – disse Lucius facendo gli onori di casa.
-                     Tutto quello che vedi ora è tuo, e un giorno sarà di tuo figlio –
Aggiunse.
-                     Io ...-
-                     Non c’è alcun bisogno di scusarti. – la interruppe Draco.
Lily guardò il suo ex capo al Dipartimento di Pozioni al Ministero della Magia. Si aspettava una frase sarcastica, un insulto... mai avrebbe immaginato di sentir quello che poco dopo il pozionista enunciò.
-                     Dobbiamo ringraziarti per averci donato un nipote così bello –
Lily non riuscì a far altro che sorridere, non le importò nemmeno di Astoria che non appena suo marito disse quella frase scappò via diretta in non si sa quale stanza.
-                     Non curarti di lei – disse ancora Lucius affiancandola, ben attento che suo figlio Draco non sentisse.
-                     Ero convinta che suo figlio non avesse gusto nello scegliere le compagne –
Lucius rise non appena Lily lo guardò stranita per quell’affermazione.
-                     Beh, perché ti meravigli? Anche se sei una Potter, sei stata smistata nella casa di Salazar Serpeverde e in più sei un’abile pozionista. Capirai che vinci alla grande contro una Grifondoro - .
Lily deglutì.
- Lucius lascia in pace Lily-  lo richiamò Narcissa.
- Vieni cara ti accompagno nelle tue stanze - disse infine.
- Quali stanze nonna? – la richiamò Scorpius.
La donna sbuffò per la strafottenza del nipote.
- Nelle vostre stanze – aggiunse alzando gli occhi al cielo.
- Ora, se sei tanto gentile, Scorpius,- lo richiamò la donna – prendi i bagagli e seguici –
Lily sogghignò divertita notando lo sguardo stranito di Scorpius.
-Ci sono gli elfi domestici per questo- mugugnò tra i denti.
-Hai detto qualcosa caro? - chiese Narcissa voltandosi verso il nipote.
- No, Nonna – rispose prontamente il giovane, afferrando i bauli e seguendole.
***
La sera era ormai calata quando due uomini avvolti in neri mantelli si avviarono a passo sostenuto verso un sentiero che conduceva a una vecchia dimora dismessa.
Almeno agli occhi dei babbani.
L’uomo più anziano sollevò lo sguardo irrigidendo le mascelle alla vista del grande cancello in ferro. La sua mente lo riportò a tanti anni prima quando giunse di fronte all’imperioso Manor come prigioniero, convinto che quello fosse il suo ultimo viaggio.
-                     Dovremmo annunciarci – disse Albus, interrompendo i pensieri di suo padre che sbuffo.
-                     No – disse – voglio vedere cosa faranno quando ci avranno d’avanti -
-                     Papà, – lo richiamò Albus – stiamo entrando in una proprietà privata – replicò suo figlio.
-                     Beh tu sei il loro Legismago – replicò Potter – ed io sono il capo Auror. Al massimo mi denunciano - disse ridendo .
Già, mi denunciano... e dopo un secondo gli strappo la denuncia in faccia!  Pensò Harry.
Albus scosse il capo preoccupato, seguendo suo padre che era ormai tre passi avanti a lui.
Sorpassarono l’immenso giardino e la fontana con i pesci variopinti, i pavoni albini scapparono non appena  sentirono i passi dei due.
Quando Harry Potter arrivò davanti al grande portone in legno d’ebano, non ci pensò su due volte: afferrò l’anello smaltato in oro e lo batté con forza sul legno.
Un elfo raggrinzito aprì subito dopo, rimanendo stranito nel vedere i due maghi.
-                     Voi...- disse turbato con voce dura e gracchiante.
-                     Avvisa i tuoi padroni che siamo qui – dichiarò Harry entrando nel Manor, seguito da suo figlio, che lanciò uno sguardo all’elfo.
-                     Come osa questo sudicio mago a entrare a casa dei padroni senza essere stato invitato? - sibilò tra i denti l’elfo prima di scomparire.
Albus si guardò intorno. C'era qualcosa di strano... non si sentiva una mosca volare.
Narcissa non era scesa ad accogliere gli ospiti, nemmeno Lucius era venuto. Forse l’improvvisa nascita di un erede aveva stranito anche loro.
Forse...
-Albus, – disse Lucius Malfoy con voce sorpresa . Il giovane Legismago sollevò lo sguardo, osservando il vecchio mago sull’ultima rampa di scale.
- Stavamo per chiamarti – disse senza curarsi di suo padre Harry, che tossì infastidito per essere stato ignorato.
- Immagino tu sappia cosa sia successo questa notte – aggiunse il vecchio sfoderando un ghigno irriverente sul viso.
Il mago scese le scale non distogliendo mai lo sguardo dal giovane Potter.
-                     Siamo venuti per parlare con Scorpius, Lucius – disse Harry facendo un passo per superare il figlio, che stava impalato davanti a Malfoy Senior.
-                     Mi sembrava di aver sentito la tua irritante voce, Potter – disse Draco Malfoy, arrivando da una porta al lato dell’ingresso, quella dove sapeva esserci il corridoio che portava al suo laboratorio.
Albus sgranò gli occhi non appena notò un piccolo fagottino nelle mani del capo del Dipartimento Pozioni.
-                     Tranquillo, Anthares, – disse Draco volgendo il suo sguardo verso il bambino tra le sue braccia – Questo signore antipatico andrà via presto –
-                     Draco – lo rimproverò sua madre giungendo subito dopo.
-                     Madre – rispose Draco guardando la donna.
-                     Lady Narcissa – disse ancora Harry, ignorando il suo ex nemico ai tempi della scuola - Siamo venuti per parlare con Scorpius -.
-                     Cosa vuoi da mio figlio, Sfregiato? – disse Draco con tono duro.
Albus osservò il padre del suo miglior amico un solo attimo. Sapeva che Draco Malfoy presto o tardi sarebbe esploso. Tra lui e suo padre non era mai corso buon sangue e, benché la seconda guerra magica fosse oramai finita, da anni loro continuavano a detestarsi cordialmente.
Nemmeno il fatto che i loro due figli fossero diventati amici li aveva fatti avvicinare.
-                     Deve cambiare idea sul matrimonio. Lui deve sposare Rose –
-                     Non essere sciocco Potter – disse Lucius inserendosi tra loro.
-                     Non ci sarà alcun matrimonio o, quanto meno, non con la Weasley – ripeté Lucius.
Scorpius non si era ancora sposato.
Pensò Albus.
Forse c’era ancora un’ opportunità. Una stupida possibilità per l’assurdo piano di sua nonna.
-                     La donna che ha partorito quel bambino – disse con disgusto Harry – non può essere per voi un buon partito. Vi ha screditato agli occhi del mondo magico - disse con  ardore Harry, cercando in questo modo di catturare il consenso dei Malfoy.
-                      Preferite una donna di facili costumi che Rose? Conoscete mia nipote, sapete quanto ama Scorpius, sapete quanto lo stimi ed apprezzi. – continuò Harry Potter.
-                     Potter, - disse Narcissa - non sa quello che sta dicendo- disse la donna, cercando di smorzare la tensione che si era creata.
Narcissa guardò suo marito, livido di rabbia; suo figlio Draco stringeva al petto suo nipote, sussurrandogli qualcosa che non riuscì a comprendere.
Albus, il miglior amico di suo nipote, era sconvolto dalle parole del padre.
Lei, invece, era preoccupata che uno di loro, suo marito o suo figlio, buttasse in faccia all’Auror la verità. Era riuscita a trattenerli dall’annunciare al mondo l’unione di Scorpius con Lily poiché sapeva che la ragazza ancora non era pronta per affrontare la sua famiglia. Non sapeva però fino a che punto i due sarebbero riusciti a star zitti di fronte all’ostracismo di Potter verso Anthares.
-                     Certo che so cosa sto dicendo, Lady Narcissa - disse Potter riportandola alla realtà.
-                     Mi stupisco che lei non sia dalla mia parte - aggiunse.
-                     È una donna, una nonna , una madre –
Narcissa boccheggiò a corto di parole per replicare.
-                     Vorrei sapere chi urla in questo modo – disse Scorpius arrivando alle spalle del nonno,  ancora sulle scale, osservando la scena.
-                     Albus... – disse stranito il giovane pozionista – signor Potter... -
-                     Bene, eccoti finalmente – disse Harry avanzando verso il giovane.
-                     Devi assolutamente sposare Rose . Albus può truccare le carte e far in modo che questo ...bambino...- disse con disgusto volgendo lo sguardo al piccolo in braccio a Draco, che lo guardava ribrezzo – non risulti tuo figlio.
I Malfoy erano allibiti. Non era certo un atteggiamento da perfetto Grifondoro quello che stava mostrando il capo del Dipartimento Auror.
-                     Se vuoi puoi pagare sua madre – disse infine, gelandoli.
Albus si sentì morire dopo aver sentito suo padre dire questo, l’idea di sua nonna era vergognosa.
-                     Non ho alcuna intenzione di rinunciare a mio figlio – rispose pacatamente Scorpius, guardando negli occhi Harry Potter.
-                     Tanto meno voglio rinunciare alla madre del bambino – chiarì.
-                     Soprattutto se devo farlo per Rose – aggiunse.
-                     Come osi! – urlò Harry Potter spaventando Anthares, che iniziò a piangere.
-                     L’hai spaventato – disse un furente Draco Malfoy, ma l’auror non se ne curò.
-                     Hai usato mia nipote fino a quando hai voluto! sei un verme, un viscido! –
-                     Potter modera il linguaggio – lo richiamò Lucius.
-                     Sua nipote -  replicò Scorpius senza alcun timore, - si è fatta usare. Sapeva che non l’amavo, una volta glielo dissi – ammise nello stupore generale.
Albus sapeva ed abbassò il capo.
Sapeva anche che sua cugina era convinta che un giorno lui l’avrebbe amata. In fondo, doveva provare qualcosa se rimaneva con lei.
Rose non aveva messo in conto quanto fossero codardi i Serpeverde, soprattutto se erano dei Malfoy.
-                     Vergognati – replicò Harry Potter guardando con disgusto
-                     Per quale ragione dovrei? – replicò.
-                     Ho evitato a Rose una vita infelice, fatta di delusioni e tradimenti –
-                     Sei un essere insulso- disse con disprezzo Harry Potter. -Ti auguro ogni male al fianco di quella sciacquetta che ti sei scelto - aggiunse torvo. – Spero che ti riduca uno straccio e ti lasci non appena scoprirà quanto sei inutile-
-                     Potter, ora hai seriamente rotto, non ti permetto di venire qua a insultare mio figlio -
-                     Quello che permetti tu non mi frega, Malfoy –
-                     Albus porta via tuo padre prima che lo schianti – disse Lucius.
Albus sollevò lo sguardo verso il suo amico, lo guardò negli occhi cercando una risposta per le sue azioni.
Il vuoto. Scorpius era rigido , stringeva le mani in un pugno, le nocche erano sbiancate.
-                     Scorpius - lo richiamò Albus, avvicinandosi all’amico .
-                      Dimmi perché? – chi domandò.
Il pozionista dissolse lo sguardo dall’auror.
-                     Perché la amo – rispose con un filo di voce.
Il tempo sembrò fermarsi. Il cuore di Albus quasi si fermò , mentre una risata irrisoria fuoriuscì dalla bocca di Harry Potter.
-                     Amore ... non farmi ridere – disse ancora l’auror.
Albus annaspò come un pesce fuori dall’acqua.
No! È Impossibile. Non può essere!
-                     Scorpius... -  disse con voce grave.
-                     Dimmi che non avete... dimmi che quello non è figlio di Lily – urlò rosso dalla rabbia Albus.
La risata di Harry Potter si arrestò all’improvviso quando sentì quelle parole. Il mondo gli crollò addosso all’improvviso quando vide suo figlio Albus superare il suo amico e dirigersi correndo su per le scale.
Era diventato nonno.
Il bambino che aveva guardato disgustato era suo nipote.
La sua bambina...aveva insultato la sua bambina!
Non riuscì più a muovere un muscolo, si sentiva vuoto.
Ora cosa sarebbe successo? Con quale coraggio avrebbe guardato Lily, dopo le parole che aveva pronunciato?
Ginny, non sa...
Deglutì sonoramente.
- Chi sa?- chiese.
- Nessuno, Potter, e sei pregato di mantenere il più assoluto riserbo - disse Lucius.
- Harry, - disse lady Narcissa – porta Ginny con te. Lily ha bisogno di sua madre. Se vuoi puoi andare da Andromeda, lei sa tutto – concluse la signora Malfoy.
Ecco dove era stata sua figlia, ecco di chi si era fidata.
L’auror abbassò il capo sconfitto, smaterializzandosi, evitando di andare da Lily. Non ebbe il coraggio nemmeno di guardare suo nipote. Senza alcun dubbio non sarebbe riuscito a sostenere lo sguardo di sua figlia.
Così, sconfitto, andò via, senza nemmeno aspettare Albus.



Nessun commento:

Posta un commento