lunedì 6 agosto 2012

Il giardino segreto cap.7


-Il tempo non cancella nulla-
Tippy aspettò il padrone tutta la notte e i giorni a seguire. Nello stesso tempo, vedendo il disordine della grande stanza in cui il suo padrone soggiornava, si mise a riordinare, nascondendosi ogni volta che le cameriere entravano per riordinare. L’elfo rideva soddisfatto, osservando il viso perplesso delle umane ogni volta che si rendevano conto, che quella stanza era sempre in ordine, nonostante loro non avessero mai pulito.
 Quando Draco Malfoy, rientrò nella suite dell’albergo babbano che aveva prenotato, rimase sconvolto.
-Che ci fai qui?- disse con tono freddo, osservando il fedele elfo domestico di nome Tippy prostrarsi ai suoi piedi.
-Signorino Draco – disse l’elfo sollevando un poco la grande testa, guardando con grandi occhi acquosi ,di un intenso azzurro, il suo padrone. –Tippy è venuto subito-
Draco deglutì.
-Cosa è successo? Scorpius...? I miei genitori... ?- domandò agitato il pozionista.
-No padroncino Draco- si affrettò a dire l’elfo. –Non è successo niente, ancora...- aggiunse, preoccupando con quella frase il pozionista.
-Tippy che stai dicendo? Che cosa è successo, spiegati- disse con tono autoritario.
L’elfo fece un gran sorriso e si sollevò piano da terra.
-Tippy è venuto subito. Tippy è un bravo elfo, fedele a lei signorino Draco non a quella strega-.
Tippy si bloccò tappandosi la bocca e iniziando a darsi colpi vigorosi sul capo.
Draco sentì dei passi dietro la porta .
“Bene! Ora grazie a questo deficiente, scopriranno che sono un mago” pensò.
-Smettila immediatamente- urlò Malfoy. L’elfo si bloccò un attimo, prima di sferrare un altro pugno sulla sua grossa e grande testa . –continua- finì Draco.
L’elfo guardo il suo padrone, inchinandosi ancora una volta e poi iniziò a parlare:
-La settimana scorsa- disse l’elfo – è arrivata una missiva- Draco si fece attento.
-La signorina Daphne- aggiunse l’elfo - l’ha presa e letta-.
Gli occhi di Tippy brillarono per aver finalmente detto al suo padroncino, cosa l’aveva spinto a raggiungerlo.
-Ti sei messo a spiare ogni sua mossa?- domandò Draco, arricciando il naso e guardando l’essere in malo modo.
-La missiva era per voi signorino- rispose prontamente Tippy, abbassando il capo e porgendo al suo padrone la lettera.
Draco sgranò gli occhi, quando vide la busta ,precedentemente sigillata con la cera lacca, aperta e la sua irritazione arrivò a punti eccelsi quando constato che il destinatario della missiva era veramente lui e non la cognata.
“Come osava Daphne ficcare il naso nelle sue cose.”
Malfoy afferrò la lettera dalle mani dell’elfo, che sollevò un attimo la testa per osservare il suo padrone.
Draco, disinteressandosi dell’elfo, estrasse la pergamena e iniziò a leggere.
-Sei venuto qua, per questo invito?- disse oltraggiato dopo averla letta.
“Aveva perso tempo grazie a quello stupidissimo elfo, l’avrebbe punito non c’era alcun dubbio”.
Fu un attimo e nella sua mente vorticarono mille pensieri:
“ Il compleanno di Scorpius” una fitta al cuore al solo ricordo...
“Tori.”
-La signora- disse l’elfo prendendo finalmente coraggio –ha detto che la farà pagare al signorino Scorpius-. Draco si ridestò dai suoi pensieri, posando i suoi occhi grigi, freddi e letali, sull’elfo che ora non la smetteva di parlare.
-Tippy vuole bene al padroncino Scorpius. Il padroncino era buono con Tippy, quando la signora lo puniva-.
Draco guardò l’elfo, aggrottando la fronte.
“Punito?”
-Tippy faceva di tutto perché la signora punisse lui, al posto del signorino- aggiunse l’elfo incalzante.
-Che cazzo stai dicendo Tippy?- urlo Draco furioso.
L’elfo indietreggiò preoccupato, il labbro tremava e dai grandi occhi tondi iniziavano a scendere grosse lacrime.
-Mio figlio è stato punito da Daphne?- chiese furibondo il pozionista.
L’elfo mosse il capo iniziando a tremare vistosamente.
-Tu, il mio elfo personale, sei stato punito da una donna che non è nemmeno la tua padrona?-.
Draco era livido.
“Inaudito! Che cosa diammine succedeva a casa sua, quando non era presente?”
“Come aveva potuto permettere che sua cognata, prendesse tutta quella libertà? Senza che lui se ne rendesse conto Daphne dettava legge: in casa sua, con suo figlio, con i suoi servi.”
-Io signore, l’ho fatto per padroncino- disse l’elfo ancora una volta protratto ai piedi di Draco Malfoy, il suo padrone.
Draco scaraventò con rabbia il vaso azzurro in vetro di murano, che faceva bella mostra di sé sul tavolo vicino alla porta d’ingresso della suite.
Senza indugiare oltre afferrò la giacca e sbiaccicò severo.
-Riordina. Io vado a pagare. Quando torno voglio che la valigia sia pronta sul letto. Hai tre minuti, poi sparisci- disse con tono autoritario e severo.
-Il signorino?- chiese preoccupato l’elfo sollevando ancora una volta il muso incrociando gli occhi furenti del suo padrone.
-Me ne occuperò io...- disse Draco.
-Daphne pagherà anche solo per aver pensato di far del male a mio figlio- con queste parole Draco uscì lasciando Tippy a saltare soddisfatto.
-Il padrone ha creduto a Tippy- disse soddisfatto l’elfo, non smettendo di saltare da una parte all’altra della stanza.
-Tippy è riuscito a liberarsi della signorina Daphne-aggiunse asciugando con un gesto l’acqua caduta dal vaso , ricomponendo quest’ultimo con un gesto.
-La signora Narcissa sarà tanto felice di Tippy- disse producendo un grande sorriso compiaciuto che mostrava la sua dentatura imperfetta.
-Si, sì, si- canticchiò felice, mentre preparava la valigia del padroncino.
Questi , invece, davanti alla reception del grande albergo italiano, aspettava di firmare tutte le carte e pagare il conto.
-Spero che la sua permanenza nel nostro albergo e a Venezia, sia stata di suo gradimento signor Malfoy?- domandò l’addetto alla reception vestito con la divisa d’ordinanza.
Draco sollevò lo sguardo un attimo, posando i suoi occhi furenti sul babbano.
-Splendida- disse acido. L’uomo abbassò lo sguardo immediatamente pentendosi di aver rivolto la parola a quell’inglese certamente troppo strano.
Subito dopo salì per l’ultima volta in camera, prese la valigia che Tippy gli aveva preparato e se ne andò.
Quando finalmente uscì dal grande albergo, evitò le proposte dei tassisti locali che via mare gli proponevano di arrivare all’aeroporto.
 Proseguì lungo una stradina e quando si accorse di essere solo, si smaterializzò.
“Villa Greengrass” pensò e in un lampo arrivò a destinazione.
***
La festa al castello procedeva splendidamente, i coniugi Malfoy avevano chiacchierato con Blaise, informandosi sul suo lavoro come cacciatore nella squadra più in vista del Regno Unito: il Manchester Gold.  Poi, da bravi padroni di casa, anche se in realtà non lo erano, chiacchierarono  con i genitori di alcuni amichetti  che Scorpius, si era fatto quando abitava con loro.
Allyson, la cameriera maganò, li aveva invitati facendo felice il piccolo e compiacendo non poco i Malfoy.
L’unica persona con cui però i due non riuscirono mai a parlare era la Granger, che per una ragione sconosciuta tutti chiamavano: Jean Ford.
“Possibile che nessuno l’avesse riconosciuta?” nonostante questi pensieri la festa continuò spedita, Scorpius era entusiasta di tutto e rideva e scherzava con tutti.
“Da quanto non lo vedeva così?” pensò Narcissa

La servitù, ignara dei pensieri che vorticavano nella mente della Lady,  portava ininterrottamente, non appena questi fossero finiti, tartine e biscotti.
Il momento più bello della festa fu quando il piccolo Scorpius spense le sei candeline della sua torta a forma di calderone.
Appena Scorpius vide la torta aprì la bocca estasiato.
-è un calderone grande grande- disse facendo ridere i presenti.
-Sì Scorpius – replicò Allyson, - ma questo si mangia rispetto a quelli canonici- aggiunse la cameriera facendo ridere tutti, perfino Lucius.
Hermione si propose per fare le foto agguantando subito la macchina che una delle cameriere aveva in mano, così da evitare di sentir i Malfoy lamentarsi.
Sapeva bene che mai, i due austeri e perfetti purosangue  avrebbero fatto una foto con lei, la mezzosangue per antonomasia.
Sempre grazie a Scorpius e ai suoi amici, era riuscita a evitare lo scontro con i Malfoy, sentiva però lo sguardo di Lucius su di se e questo la preoccupava.
L’uomo osservava ogni suo gesto, ogni sua parola a Scorpius. Hermione si sentiva sotto un grande lente d’ingrandimento e questo la inquietava.
Quell’uomo l’aveva sempre odiata, una volta cercò di ucciderla, logico che fosse preoccupata. Era oltremodo stupita che non si fosse scaraventato su di lei, schifato per saperla lì a prendersi cura del nipote.
Il dopo festa, se lo sentiva, sarebbe stato molto lungo e lì ci sarebbe stata la resa dei conti. Hermione non volle pensarci e riprese, ancora una volta, a fare l’animatrice della festa.
-Su bambini mettiamoci in cerchio- disse, coinvolgendoli in un altro Bans divertente.
-Quattro pirati sul mar dei Sargassi,- disse la strega portandosi una mano sull’occhio imitando la benda dei pirati e poi producendo con le mani le onde del mare.
- Sopra una zattera fatta di assi-  questa volta Hermione imitò le assi di legno con cui era fatta la fantomatica barca dei pirati .
-Vanno remando- aggiunse facendo ridere i bambini mentre cercava di remare.
-Dicono loro, alla ricerca di un grande...- Hermione stava già per mimare un grande scrigno che le parole di Scorpius la ghiacciarono.
-Papà- urlò  Scorpius,  facendo girare tutti i presenti sul punto in cui Draco Lucius Malfoy, vestito con un perfetto  completo nero celato per quasi la sua interezza da una mantello anch’esso nero, osservava con occhi di fuoco la donna con cui suo figlio stava giocando.
-Signor Malfoy- disse la governante accorrendo non appena vide l’uomo.
Draco si girò appena a guardare la vecchia strega alla quale, sotto l’influenza di Daphne aveva affidato suo figlio.
-Lei- urlò Draco assottigliando lo sguardo, se avesse potuto l’avrebbe annientata con lo sguardo.
Hermione deglutì a vuoto
-Come ha osato- disse – è licenziata- aggiunse avanzando a passo sostenuto nel punto in cui Hermione e i bambini si trovavano.
Alla Abby si spense il sorriso non appena capì cosa il suo padrone le aveva detto.
“Licenziata”
-Papà...- disse Scorpius felice non appena vide che suo padre veniva verso di lui.
Blaise si alzò subito, intuendo quello che il suo amico intendeva fare.
 Solo lui, poteva fermarlo. Narcissa e Lucius avevano perso sul figlio ogni ascendente.
-Scorpius- disse Draco  degnandolo a mala pena di uno sguardo, riservando invece la sua attenzione per la sua insegnante.
-Sono felice che sei venuto? Non sei più arrabbiato con me e nonna Cissy?- chiese ingenuamente Scorpius .
Draco arricciò il naso constatando che anche i suoi genitori erano li e lui li aveva estromessi dalla vita del figlio.
“Come osavano disubbidire a un suo volere!”
-Questo non è il momento Scorpius, e se fossi stato affidato a qualcuno con delle capacità giuste a educarti come ci si aspetta da un bambino del tuo rango, lo sapresti-
Al bambino si spense il sorriso.
Draco nemmeno ci fece caso tanto era interessato alla donna che ora si trovava davanti a se.
-Mezzosangue!- disse con rabbia Draco riducendo gli occhi a due fessure, che ora sembravano lame pronte a trafiggerla – non so come hai fatto a incantare tutti qui dentro- aggiunse schifato, - A me non incanti. Ti dò un minuto per raccattare i tuoi quattro stracci e far sparire il tuo brutto muso- Draco fu duro.
Se ne infischiò dello spettacolo che stava dando, dello sgomento dei presenti, dello stupore di suo figlio e dello sguardo orgoglioso di quella insulsa donna.
L’unica cosa che gli importava, in quel momento era annientare e allontanare per sempre da se e suo figlio l’odiosa so tutto di Hogwarts, la Mezzosangue zannuta, l’amica di Potty e lenticchia.
“Quello era il passato che lui voleva dimenticare.”
“Non voleva che suo figlio sapesse...”
Aveva cercato in tutti i modi di allontanarsi da tutto quello che riguardava il suo passato, Hogwarts, i Grifondoro, la guerra.
 Invece, eccolo lì il suo passato.
La maledetta donna che l’aveva sempre messo in ridicolo, ora, giocava con suo figlio.
 “Suo figlio!”
“Tutto questo era inaudito e i suoi genitori non avevano mosso un dito per evitare questo scempio.”
-Draco- lo richiamò Narcissa, sperando di farlo ragionare, mentre Hermione lo sfidava con lo sguardo. La donna era combattuta, non aveva voglia di fare scandalo, quella era la festa di Scorpius e quel grande coglione di suo padre la stava distruggendo.
Un bambino si mise a piangere non appena Draco aveva iniziato a urlare contro la giovane e simpatica insegnante di Scorpius. Il bambino, invece, osservava preoccupato suo padre.
“Mezzosangue”
“La sua insegnante era una strega nata tra i babbani e questo a suo padre non piaceva, ma perché trattarla in quel modo?” si chiedeva il bambino, ma quelle erano domande a cui un giovane mago di sei anni non avrebbe saputo rispondere. Non ora.
-Madre- ribatté duro – nessuno ha chiesto il suo parere-aggiunse freddo e guardando ancora una volta Hermione sibilò:
-Sparisci dalla mia vista- disse furibondo Malfoy, sibilando quella frase a pochi centimetri dal viso della Granger.
Hermione distolse lo sguardo, mordendosi il labbro cercando così di non ribattere a tutte le cattiverie che quello” stronzo” di Malfoy le aveva detto.
-Sai una cosa Malfoy- disse infine, non riuscendo più a trattenersi. – mi dispiace enormemente che questo bambino così speciale abbia un padre talmente troll- .
In molti rimasero a bocca aperta. Nessuno mai aveva osato rispondere al grande pozionista, tutti sapevano del suo carattere scontroso e in molti per evitare lo scontro gli stavano a debita distanza.
Blaise fece un ghigno, la Granger che aveva conosciuto anni prima ora riemergeva fiera davanti a lui.
-Tu disse- battendo con un dito sul petto del pozionista – non meriti un figlio come Scorpius- aggiunse Hermione. infischiandosene dello stupore che ora si leggeva nel viso di Scorpius.
Avrebbe tanto voluto dargli un altro pugno, per toglierli ancora una volta quel ghigno irrisorio dal vito.
- Non capisci nemmeno quanto sei fortunato, e non lo capirai mai. Sei talmente tanto egoista che non riesci a pensare ad altro che non a te stesso-.
Draco le diete una manata sul dito che ancora puntellava sul petto del pozionista, scacciandola così lontana da se.
-Non toccarmi, sudicia...- Draco non riuscì a terminare la frase che Hermione esasperata gli diede un sonoro schiaffo arrossando un lato del suo bianco viso.
- Perché ti sia chiaro, non sei tu che mi mandi via. Sono io, che me ne vado.- urlò furibonda, gli occhi grandi e marroni lanciavano saette, i capelli crespi e vaporosi si muovevano grazie al leggero vento che ora sembravano un cespuglio, la criniera di un leone. Il cuore ansimava , le nocche delle mani era strette in un pugno.
“Ti odio” pensò Hermione.
“Ti distruggo” pensò Draco.
- Non servirò mai uno che solo grazie alla mia parola ha scampato il carcere- gli urlò senza vergogna.
“Colpo basso” pensò Blaise, vedendo il lampo d’ira negli occhi di Draco.
-No- urlò Scorpius mettendosi tra la sua insegnate e il padre.
-Papà stava scherzando- disse stringendo le manine paffute alla gonna della donna,
Hermione sentì il cuore sgretolarsi in mille pezzi.
-Vero papà , di alla Signorina Ford che scherzavi?-  Scorpius era sconvolto.
Hermione lottava con le lacrime che spingevano per uscire dai suoi occhi.
L’insegnate si abbassò un poco, guardando il piccolo negli occhi, tanto simili a quelli di suo padre. questi però erano dolci rispetto alle iridi di Draco.
-Scorpius- disse Hermione asciugando con il pollice le lacrime del bambino, -  Mi dispiace tanto ma non posso restare qui- disse Hermione.
-è colpa sua- disse il bambino riservando, forse per la prima volta, uno sguardo intriso di odio verso suo padre.
 Draco rimase stupito.
“Come poteva suo figlio, sangue del suo sangue, volere quella sangue sporco vicino a lui”
-No Scorpius, cercò di spiegare Hermione . –io e il tuo papà non andiamo d’accordo e quindi, non posso più, essere la tua insegnate-.
-Lui non c’è mai. A lui non interessa niente di me. Io voglio te, non lui- il bambino era sconvolto.
Draco sgranò gli occhi.
“Suo figlio preferiva la Granger a lui.”
-No, non voglio che se ne vada, la prego signorina rimanga- Scorpius si attaccò a Hermione cercando di trattenerla.
-Ti prego Scorpius- disse Hermione, imbarazzata mentre Narcissa accorreva a consolare il nipote .
-No- il bambino iniziò a battere i piedi e piangere più forte.
 Hermione si sentì morire, mentre Narcissa e non suo padre che osservava la scena senza dire nulla, cercava di calmare il bambino
-Smettila immediatamente- disse freddo Draco
-NO- urlò Scorpius.
- TI ODIO- aggiunse rabbioso  guardandolo dritto negli occhi, fronteggiandolo per la prima volta.
Draco fu sbalzato via, ricadendo un secondo dopo a terra, Scorpius aprì la bocca e anche Draco.
Tutti i presenti erano increduli per la scena appena vista. Lucius si era alzato in piedi, allibito. Nemmeno lui, all’età di Scorpius, aveva osato tanto con il suo vecchio.
Il pozionista, invece, non sapeva se urlare la sua rabbia  o la sua felicità: suo figlio aveva prodotto la prima magia”
Il bambino, vedendo suo padre a terra e tutti guardarlo straniti si agitò per quello che era successo. Scappò via, impaurito per quello che il suo gesto avrebbe portato.
“Il suo papà l’avrebbe punito e ora non ci sarebbe stato nessuno a consolarlo, nemmeno la signorina Ford.”
-Scorpius- urlò Narcissa preoccupata, vedendolo scappare oltre la porta.
-Vado io- disse prontamente Hermione.
-No, tu mezzosangue te ne vai...- disse Malfoy alzandosi da terra.
-Io se fossi in te- disse Blaise -mi preoccuperei di Scorpius e visto che non sai trattare con tuo figlio: fallo fare a chi ci riesce- concluse il giocatore di Quidditch.
Draco non riuscì a ribattere e Blaise , distolse immediatamente lo sguardo.
“Mi spiace amico, ma questa volta non sono dalla tua parte.”
-Hermione andiamo- disse Zabini lasciando galantemente passare la ex Grifondoro, Hermione non si fece pregare e a passo svelto uscì dal giardino.
“Scorpius non poteva essere andato molto lontano” sperò Hermione con il cuore in gola.
-Tranquilla Granger- disse Zabini – lo troveremo. Ti fidi di me?-
Hermione gli riservò uno sguardo trovo.
-Ehi- rispose Blaise. – non mi pare che abbiamo mai avuto problemi noi due e non vorrei pensassi che sono come il mio amico-
-Cosa dovrei pensare Zabini- sbiaccicò acida.
-Che sono preoccupato per il mio figlioccio e per quello che successo- rispose il moro.
-Allora dovresti smetterla di pavoneggiarti e iniziare a cercare Scorpius. Presto, -aggiunse Hermione guardando il cielo- inizierà a piovere-.
Blaise sollevò  gli occhi scrutando il cielo, una nuvola carica di pioggia era ormai sotto le loro teste.
-Non c’è tempo da perdere. Scorpius non conosce la zona e questo posto non mi sembra sicuro per lui-finì l’uomo.
-Credo che sia meglio...- disse Hermione
-Non separarci – aggiunse Blaise. – nemmeno noi conosciamo la zona e riusciremo solo a perderci- concluse.
“Serpe”
“Fregata Granger”
Hermione mosse il capo acconsentendo e finalmente iniziarono le ricerche.

 

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