
33-Mai mettersi contro le Malfoy.
La giornata era trascorsa velocemente quella mattina di inizio gennaio. Le lezioni, erano finalmente riprese e dopo un ora di trasfigurazione, in cui aveva assistito all’espulsione della vacca Kelly, alle due ore di Difese e incantesimi, aveva passato tutto il pomeriggio nella sua amata biblioteca rifugiandosi tra i suoi adorati libri, lì, sicuramente nessuno sarebbe andato a disturbarla.
Nessuno, nemmeno James, che ogni tanto intravedeva nell’andito del secondo piano usato per recarsia lezione, l'aveva disturbata. L’aveva visto molte volte guardarla, ma lei abilmente distolse lo sguardo evitando i suoi occhi azzurri che le facevano uno strano effetto.
Brividi lungo la schiena, voglia di stringerlo e baciarlo davanti a tutti, era completamente pazza di James Potter e questa era la cosa che più la spaventavaed era per questo che cercava di evitarlo.
L’avrebbe dimenticato se lui non l’avesse ripetutamente baciata.
L’avrebbe relegato nel fondo del suo cuore, ma lui trovava ogni modo possibili per starle accanto.
Invece, non riusciva lui era sempre li nei suoi pensieri e ora non c'era piu nemmeno la Grifondoro tra loro.
La Serpeverde respirò sonoramente, socchiudendo gli occhi, poi, con un tonfo sordo chiuse il libro e guardò l’orologio, alla fine aveva deciso di incontrare Albus alle sette, avrebbe saltato la cena ed evitato così gli occhi di James.
Ripose il libro nella sacca, salutò con un sorriso la bibliotecaria che la considerava come una nipote, l’unica che forse apprezzava Eltamin visto l’amore che come sua madre aveva per i libri, ed infine, uscì dalla grande sala con passo lento ed elegante.
L’appuntamento con il più piccolo dei Potter era nella vecchia aula di pozioni, quella che tanto tempo prima era l’aula preferita di Severus Piton, il padrino di suo padre e l’uomo da cui il piccolo Albus aveva ereditato uno dei suoi nomi.
Arrivò nell’aula con cinque minuti di ritardo persa nei suoi pensieri e si stupì nel trovarla vuota.
Albus solitamente era puntuale cosa strana per i Potter, Lily, ad esempio era una vera vergogna riusciva ad arrivare anche con un ora di ritardo e se non fosse per Eltamin salterebbe sempre la prima ora di lezione.
La ragazza si sedette nella cattedra aspettando il Grifondoro; Passarono dieci minuti ma di Albus nessuna traccia, così si alzò ed accesa il calderone.
Passarono dieci minuti e Albus ancora non si era presentato.
Così aspettò ancora, seduta fino a quando la porta non si aprì di colpo e un agitato Albus si parò davanti.
La bionda non disse niente, gli mostrò solo l’orologio facendo capire al piccolo che aveva ben venti minuti di ritardo.
-ti sto cercando da mezz’ora – rispose Albus toccandosi il fianco cercando di calmare il respiro per la corsa – Anthares sta male- disse il giovane Potter e Eltamin si sentì gelare.
-Male- ripeté con gli occhi vitrei guardando il Grifondoro,
-si non voleva dire niente, dopo la lezione si è chiuso in camera-disse Albus.
Eltamin camminava per inerzia mentre il cuore le batteva a mille all’ora, seguì il ragazzino fino all’infermeria.
-alla fine l’ho costretto a venire per farsi controllare. Era pallido- ammise Potter.
-Scorpius è dentro- disse infine, facendo entrare la Serpeverde.
Eltamin, spalancò la porta arrivando fino al piccolo gruppo composto: da suo fratello Scorpius, la sua amica Lily e l’infermiera mentre Anthares era steso su un letto e ogni minuto vomitava lumache, grandi e nere.
-come stai ?- chiese Eltamin.
-male! come vuoi che stia- rispose Scorpius per lui, mentre l’infermiera li lasciò soli un attimo.
-sta male come uno che vomita lumache dalle tre del pomeriggio e ora sono le sette e mezza- ripeté freddo Scorpius.
-sembra che sia colpa mia- rispose Eltamin incurante degli sguardi che Lily le mandava per evitare di litigare in quel modo con il fratello maggiore.
-Infatti, mia cara sorellina è colpa tua. Se tenessi a freno quella lingua, lui, non starebbe male. Sai è svenuto tre volte e la vecchia- disse indicando con la testa l’infermiera dentro lo stanzino – non sa che fare-.
-Illuminami, perché sarebbe colpa mia- continuò Eltamin.
-Perché è colpa tua se Weasley se l’è presa con lui. Lui vede che ti ribelli e ti imita- Eltamin spalancò la bocca.
-è stato... è stato quel grandissimo pezzo di merda- terminò con astio la bionda serpeverde e senza pensarci su si girò ed uscì dall’infermeria alla ricerca del più demente dei tre salvatori del mondo.
Lily si girò verso Scorpius,
-complimenti- disse – c’era bisogno di incolparla di tutto- continuò la rossa.
-si- rispose offeso il biondo mentre Anthares vomitò ancora delle lumache nel catino di ferro smalto.
-è colpa mia Scorpius-ammise il piccolo Malfoy mentre suo fratello li accarezzava la fronte e la sua ragazza usciva dall’infermeria sperando che l’amica non si facesse giustizia da solo.
Sbagliando!**
Erano arrivati a Hogsmeade alle sette in punto, avevano poggiato le valigie nelle rispettive stanze e tranquilli si erano avviati al castello.
Non avevano annunciato il loro arrivo, ma sicuramente nessuno avrebbe storto il naso, pensò Harry e infondo non li importò poi molto.
L’unica cosa che importava al salvatore del mondo magico, era persuadere Scorpius Malfoy a sposare sua figlia con un rituale magico antico e pregno di magia nera.
Giovani, troppo giovani si diceva, ma solo lui era preoccupato di questo. Malfoy, era il ritratto della felicità e sua moglie insieme a Hermione decidevano quale periodo dell’anno fosse il migliore per organizzare il fidanzamento ufficiale.
Secondo Harry Potter qualcosa aveva spappolato il cervello a tutti quanti non poteva essere altrimenti.
Arrivarono al cancello e con un colpo di bacchetta annunciarono il loro arrivo, aspettarono pochi minuti prima che il custode Gazza con la sua fedele gatta arrivò per condurli al castello. Il vecchio custode li guardò torvo, facendo ridere Draco che sussurrò a sua moglie:
-ti ricordi quando l’abbiamo fatto scivolare dalle scale al quarto piano- Hermione smosse i capelli cercando di rimanere impassibile.
-quella notte usavi il completino verde smeraldo che ti avevo regalato per il nostro secondo mese insieme- sussurrò il biondo all’orecchio di sua moglie, che divenne rossa dall’imbarazzo ma felice che ricordasse ogni cosa.- quel giorno poi eri felice, avevi preso ” E” in pozioni-. Hermione si girò un attimo guardandolo negli occhi, sorridendogli.
- se non fossimo già sposati, ti sposerei in questo momento- disse schioccando un leggero bacio a stampo sulla bocca di suo marito che l’afferrò per i fianchi.
-Voi due, l’avete smessa- sbottò Harry facendo sollevare un sopracciglio all’amica e sbuffare sua moglie.
-geloso Potter?- replicò il biondo ma Harry lo lasciò perdere mentre finalmente entrarono nel grande piazzale del Castello.
**
Aveva attraversato tutto il Castello con un'unica idea in testa: trovarlo.
Scese le scale correndo, chiedendo scusa a tutte le persone che accidentalmente sfiorava con la spalla per la corsa sostenuta; se l’avesse beccata qualche prefetto si sarebbe beccata pure una punizione, ma tanto che importava , stava per fare la più grande cretinata della sua vita e forse l’avrebbero espulsa.
Non aveva senso preoccuparsi per una punizione.
Arrivò davanti alla sala grande, dove la maggior parte degli alunni della scuola erano riuniti per la cena.
Camminò lentamente a testa alta, guardando davanti a sé.
Lo vide lì, seduto nel tavolo dei professori parlare e sghignazzare con il professore di Erbologia, non si accorse di lei che ormai era a metà sala con tutti gli occhi puntati sopra, mentre la bacchetta girava tra le sue dita.
Sentiva l’odio scorrerle nelle vene e l’adrenalina formicarle le dita, avrebbe fatto una cazzata per difendere Anthares, ma questo non le importava, quell’essere immondo aveva osato prendersela con il suo fratellino. Un ragazzino di soli undici anni, che lui come professore doveva difendere non attaccare.
-Weasley- disse arrivando davanti al tavolo dei professori, mentre un silenzio irreale azzittì la sala Grande.
-cosa della frase : stia lontano da me e i mie fratelli, non ha capito?- ripeté Eltamin con lo sguardo rivolto al rosso professore.
-Come ha osato, attaccare un bambino durante la sua lezione- Neville Paciock si girò a guardare Ron allibito.
-lei vaneggia, come sempre- replicò Ron alzandosi in piedi fronteggiando la ragazza.
-questa è la seconda fandonia che dice oggi- la sbeffeggiò.
Eltamin rise, una risata fredda e lunga.
Metteva i brividi.
Quello che la circondava non esisteva, c’era solo quell’insulso Weasley che la sbeffeggiava.
Fallito, pensò Eltamin. Non sapeva contro chi si stava mettendo, la sfidava come se fosse una qualsiasi, ma lei era abile con la bacchetta, abile come sua madre con l’aggiunta di alcuni incantesimi che nonno Lucius le aveva insegnato, antica magia nera.
-Allora! difenda il suo onore- disse la ragazza,
-visto che ha attaccato un ragazzino di undici anni, non si preoccuperà di un duello con un altro alunno – disse Eltamin mentre la sala prese a rumoreggiare alle sue spalle ma non se ne curò.
Eltamin sentì poi dei passi, ma continuò tranquillamente a parlare.
-questa sera, nell’aula dei duelli. Conoscerà cosa vuol dire sfidare la pazienza di un Malfoy- la sala si bloccò nuovamente, aspettando la risposta del professore che ora aveva le orecchie rosse per l’imbarazzo e gli occhi puntati di tutta la sala grande.
Rise, cercando di stemperare la tensione ma gli occhi della bionda erano due fessure e lo guardavano torvo. Qualcuno arrivò correndo e il professore di volo sbuffò osservando quella ragazza dai capelli rossi, la vergogna dei Weasley l'aveva chiamata un giorno.
-Eltamin, ti prego abbassa la bacchetta- disse Lily Potter cercando di far ragionare la sua amica.
Ron sollevò lo sguardo un attimo e la sua espressione cambiò.
Dal fondo della sala si sentì l’infermiera, Ms Poppy annunciare sconvolta:
-Preside- disse la donna, udibile anche dal tavolo dei professori- il piccolo dei Malfoy sviene in continuazione, c’è stato un piccolo incidente alla lezione di Volo. Ecco – ammise l’infermiera -vomita lumache-concluse.
La preside si mise una mano in bocca cercando di bloccare la donna che insieme a lei aveva sentito quell’affermazione.
Ron Weasley era pallido in volto e Eltamin si stupì, non la stava guardando. Il rosso guardava oltre, così si girò ad osservare cosa stesse succedendo alle sue spalle e quello che vide la strabiliò.
Avrebbe riso, se le circostanze fossero diverse ma nessun sorriso le solcò il pallido viso, guardò la donna dai lunghi capelli ricci con la bacchetta tesa tra el mani, superarla e si scostò di lato tirandosi dietro Lily.
-stupeficium- urlò Hermione Granger, sua madre e la sala applaudì mentre il professore di volo veniva sbalzato contro il muro.
-Tu! brutto deficiente,- disse Hermione avvicinandosi al rosso puntandogli ancora la bacchetta sulla giugulare – osa un’altra volta parlare, insultare o solo guardare uno dei mie figli e saggerai la mia bacchetta e fidati sarà l’ultima cosa che farai nella tua misera vita- concluse Lady Malfoy.
-Ah se non lo sapeste, quella è mia moglie- disse dal fondo Draco Malfoy, mentre Ginny guardava schifata suo fratello e harry si portava una mano sui capelli sconvolto da quello che aveva sentito.
La preside era talmente mortificata da non riuscire nemmeno a trovare le parole per giustificarsi.
-Eltamin- abbassa quella bacchetta e portami da tuo fratello- disse infine Hermione e sua figlia senza fiatare la condusse su per le scale, subito dopo aver baciato suo padre.
SPAZIO AUTRICE.
NON SO COME è USCITO, SPERO BENE...
SONO ORE CHE PENSO CHE IL MASSIMO DELL'UMILIAZIONE PER RON è ESSERE SCHAINTATO DA HERMIONE.
L'UNICA CHE LO PUò FERIRE...
CHE DITE? HO ESAGERATO?
SPERO DI NO.
UN BACIO A DOMANI.
NON SO COME è USCITO, SPERO BENE...
SONO ORE CHE PENSO CHE IL MASSIMO DELL'UMILIAZIONE PER RON è ESSERE SCHAINTATO DA HERMIONE.
L'UNICA CHE LO PUò FERIRE...
CHE DITE? HO ESAGERATO?
SPERO DI NO.
UN BACIO A DOMANI.
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