mercoledì 15 febbraio 2012

La Regina di Ghiaccio.35


35 Malfoy-Potter: la sfida.


Uscirono dal grande portone del castello correndo l’una dietro l’altro, rincorrendosi come bambini.
Arrivando con il fiato corto fin giù al grande campo di quidditch, incuranti di trovarsi alle spalle mezza scuola che per quell’occasione sfidava il freddo della notte.
Nessuno volle perdersi la sfida tra i Malfoy e Potter.
Nessuno, nemmeno i primini che sulle lotte dei capifamiglia avevano già sentito parlare di epici scontri fin da quando erano pupetti in fasce.
-bene c’è la folla delle grandi occasioni- disse sferzante Draco rivolgendosi a Harry Potter, che incredulo guardava gli spalti che pian piano andavano a riempirsi di studenti.
-allora come ci disponiamo chiese Scorpius?- prima a suo padre e poi a Harry che si girò a guardare il biondo.
- come al solito- rispose Draco, - noi andiamo in porta – disse indicando con lo sguardo, prima se stesso poi Harry, - tu fai il cacciatore con Lily – la ragazza sorrise, - e quei due i cercatori- finì.
-hai sentito Malfoy- disse James ridendo – sei pronta a mangiare la polvere!-. Eltamin lo incenerì con lo sguardo montando sulla scopalinda della scuola.
Aveva già pronunciato l’incantesimo anti vertigine, sotto gli occhi attenti di James che la mangiava con gli occhi, ma la ragazza incurante di questo non lo degnava di uno sguardo. Aveva, troppi occhi su di lei, soprattutto, quelli troppo attenti di suo padre Draco.
-Ragazzi per favore, sulle scope- cercò di dire Harry, urlando affinché tutti lo sentissero.
-ehi-, disse una voce che nessuno dei presenti riconobbe.
-vi serve un arbitro?- affermò Wallace Theodor, caposcuola dei Grifondoro, avvicinandosi a passo svelto verso le sei figure al centro del campo.
-Sei un grifondoro- disse di slancio Draco osservando la cravatta rosso oro del tipo che avanzava verso il gruppo – non so se posso fidarmi- enunciò infischiandosene dell’espressione imbarazzata del ragazzo.
-Ti prego Malfoy ancora con questi pregiudizi- lo riprese Harry e Draco ghignò divertito.
-va bene, va bene- rispose Malfoy Senior spalancando le braccia.
- tesoro- disse rivolto a sua figlia.
-questo è l’arbitro-
Eltamin guardò Wallace che le sorrise sornione, cosa che non piacque né a Draco né a James.
-imbecille- disse tra i denti il giovane Grifondoro.
-guarda che quello è il tuo caposcuola dovresti avere rispetto- rispose divertita Eltamin prima di spiccare il volo, stando attenta a non essere sentita.
-stronza- rispose di slancio James.
-ehi- disse ghignando Draco ma James nemmeno lo sentì.
-stai attento- disse Harry guardando il povero Caposcuola.
-quei due non sanno quali sono le regole del gioco, diciamo che hanno preso il peggio dai loro padri- ammise Harry.
-parla per te Potter, mia figlia per quanto mi riguarda, ha preso il meglio-.
Wallace sollevò lo sguardo vedendo la bella Malfoy volteggiare nell’aria prima titubante e pian piano più sicura.
Bella, bellissima, stupenda pensò.
Draco sbuffò sonoramente. Era stata una pessima idea ispezionare nella mente di quel tipo, avrebbe dovuto schiantarlo, invece, dovette stringergli la mano, anche se, la stritolò con un ghigno sul viso.
Alla fine dopo aver dato le ultime direttive, Theodor lanciò la pluffa in aria dando così inizio alla partita;
Questa fu subito catturata da Lily che sgusciò come un’anguilla dalla marcatura di Scorpius, trovandosi di fronte Draco che incassò con eleganza il primo gol dei Potter.
-dieci a zero per i Potter – urlò Wallace.
-Scorpius! Svegliati sai, quanto detesto perdere- enunciò minaccioso Draco.
Il figlio maggiore non replicò a suo padre, ma riuscì a pareggiare un minuto dopo eludendo Lily con una doppia finta e insaccando nell’anello a sinistra di Harry Potter.
Contemporaneamente i due cercatori vagavano nel cielo stellato, alla ricerca del dorato boccino.
-sono felice di rivederti sulla scopa-disse James rompendo il silenzio tra loro, era dal primo gennaio che non si parlavano e moriva dalla voglia di starle vicino ancora una volta.
Eltamin sbuffò, girandosi di lato.
-sapevo che era impossibile che rimanessi troppo tempo senza salire su una scopa- continuò il moro.
La ragazza cercava con tutta la buona volontà possibile di non dargli corda, guardandosi attorno cercando il boccino.
- non è divertente se non ci sei tu come avversario- ammise ancora James che ormai era lanciato nel discorso.
-James. La smetti di sconcentrarmi- urlò la bionda.
-sto solo parlando, non sapevo di farti questo effetto-. Interessante, pensò tra se il grifondoro.
-sto giocando e voglio pensare al gioco non alle locuzioni mentali della tua mente malata- rispose la Serpeverde
-sei sempre adorabile, noto- replicò lui, offeso.
-per fortuna- rispose Eltamin, volando lontano da James che sbuffò non appena si rese conto di parlare con l’aria,
-non si fa così- disse arrivando a tutta velocità e sistemandosi ancora accanto alla giovane Malfoy.
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
-James stiamo giocando- rispose piccata.
-lo so – rispose anche lui, sempre più offeso dal fatto di essere snobbato da Eltamin.
-che vuole Wallace da te?- chiese all’improvviso il moro Grifondoro.
-ma sei fuori, non so di cosa stai parlando- rispose lei diventando rossa guardando, il caposcuola grifondoro che ricambiò il saluto muovendo la mano, mentre una pluffa li sfiorò l’orecchio destro.
-scusa non ti ho visto- urlò Draco
Eltamin, guardò torva suo padre che rideva sotto i baffi.
Un bambino, si disse guardandolo vagare tra i tre anelli sospesi in aria. James si allontanò a tutta velocità dopo aver incenerito con lo sguardo Theodor Wallace e vagò a due spanne d’altezza rispetto a Eltamin, che persa nei suoi pensieri non si accorse del boccino che vagava nell’aria e che James senza alcuno sforzo catturò.
-finita-, urlò il caposcuola dei grifondoro destando l’attenzione di tutti e soprattutto di un’incredula Eltamin che si girò di scatto verso James che senza nemmeno guardarla scese a razzo sul terreno, finendo quasi sul malcapitato Theodor che ruzzolò a terra nel tentativo di schivare il giovane Potter.
-Scusa ho calibrato male la discesa sai, la mia nuova scopa è troppo veloce- disse James Potter, che dall’espressione che aveva dipinta in viso non sembrava per niente dispiaciuto di quel capitombolo dell’improvvisato arbitro.
Il caposcuola lo guardò stranito mentre si sollevava da terra, aiutato da Scorpius, che osservò James sparire oltre la coltre di nebbia che si dipanava ora sullo stadio.
-che ha?- chiese Lily, rivolgendosi a Eltamin che era appena scesa dalla scopa.
-tuo fratello è fuori- disse sincerandosi delle condizioni di Theodor Wallace che riprese subito il sorriso non appena la serpeverde li rivolse la parola.
**

Rientrarono a castello completamente fradici grazie all’acquazzone che subito dopo essere scesi dalle scope, si era abbattuto sul grande castello di Hogwarts.
 Wallace si era appiccicato a Eltamin e la bersagliava di domande, cosa che non piacque a Draco che li osservava camminando due passi indietro insieme a Harry, che invece schifato, guardava Lily e Scorpius baciarsi come due piccioncini fino a quando non decisero di superarli.
-io dico!- sbotto Harry Potter,- ma la McGranitt che fa? Quando studiavo io in questa scuola, i ragazzi non potevano nemmeno tenersi per mano- disse il salvatore del mondo magico.
Draco rise.
-Harry- ammise il biondo ex Serpeverde – la guerra l’ha addolcita, pensa che al mio ultimo anno ho intrattenuto una relazione clandestina per quasi tutta la durata dell’anno, la sua migliore alunna è rimasta incinta e lei ne era anche felice, fino a quando non ha saputo che il padre del bambino che aspettava non era mio-
-sei esagerato- disse Harry cercando di difendere la vecchia preside.
-credo che mi detesti, con tutto il cuore-
Disse Draco, aprendo la porta e rimanendo spiazzato di fronte alla scena che si mostrava ai suoi occhi.
Ron Weasley, orecchie notevolmente rosse e occhi sgranati, urlava ogni tipo di insulto contro un ragazzo steso a terra, puntandogli contro la bacchetta.
Harry lo scanso di forza arrivando a una spanna dal cognato, che livido in volto e incurante di tutto e di tutti, urlava tutto il suo sdegno al giovane che ancora stava a terra.
Il boccino d’oro rotolò fino al punto in cui si trovava Draco fino a che non sentì alle sue spalle la porta aprirsi.
-cosa ti dice il cervello James, dimmi cosa ti dice?- urlo Ron Weasley l’ex professore di volo.
-inventarti, una storia così assurda- continuò uccidendo con lo sguardo suo nipote che aveva disarmato appena aveva messo piede al castello, preso com’era a pensare a Eltamin e Wallace che si scambiavano sorrisi.
-ti serve popolarità e la vuoi acquisire alle mie spalle- James era incredulo.
Suo zio era pazzo, fuori completamente.
-da quando dai retta a quella fattucchiera da quattro soldi della Malfoy-
- quella è come sua madre- urlò Ron Weasley ammutolendo l folla che si era fermata a vedere lo scontro.
James sbiancò e Harry fece in tempo a urlare un proteggo prima che Draco lanciasse una maledizione sopra il rosso.
Scorpius mollò di colpo Lily, afferrando suo padre prima che lanciasse qualche maledizione senza perdono, cosa molto probabile.
Non l’aveva mai visto così incazzato in vita sua, nemmeno quando litigava con i nonni, aveva quello sguardo. Sentì dei passi veloci sulle scale sollevò lo sguardo vedendo sua madre, la zia Ginny e la preside McGranitt.
-signor Weasley – disse con viso schifato la preside. – le ho detto che la voglio fuori dal castello . da quando è qui ha fatto solo danni e messo in cattiva luce questa scuola. Se ne vada prima che la denunci per quello che ha fatto- disse la preside.
Ron la trafisse con lo sguardo, prima  che la sua attenzione venne attirata dalla riccia che senza degnarlo di uno sguardo. Strinse suo marito in un abbraccio portandolo di forza fuori dall’ingresso del castello e infine da sua sorella Ginny, che con le mani sui fianchi e senza alcuna paura  urlò tutta la sua rabbia.
-Come osi brutto coglione affatturare mio figlio. Incarceramus- disse e spesse corde legarono Ron Weasley come un salame
-Conjunctivitus- e la vista gli si annebbiò,- scalpo- urlò  ancora fino a quando con una luce sferzante non scagliò contro suo fratello la migliore orcovolante.
La folla applaudì la signora Potter mentre Harry cercava di calmare sua moglie e James si alzava da terra.
Aveva distrutto la sua famiglia, allontanato sua madre da suo zio e i suoi nonni per sempre. Aveva fatto la cosa giusta? si chiese.
Poi, girandosi verso Eltamin si ghiacciò, osservando le lacrime agli occhi della ragazza che scappò giù nelle segrete fino alla sua casa comune. Aveva perso anche lei grazie a suo zio Ron, così senza degnare nessuno di uno sguardo salì su per le scale incurante degli sguardi che gli lanciavano diretto alla torre dei Grifondoro.

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