30-
Un vento gelido invernale scuoteva l’aria in quel primo giorno dell’anno, mentre la foschia fredda e impalpabile avvolgeva due figure che si fronteggiavano una di fronte all’altra.
La stradina che da Hogsmeade portava al magico castello di Hogwarts era deserta, solo James ed Eltamin si trovavano lì in quel preciso istante.
Nessuna parola tra loro.
Silenzio, rancore e tristezza volteggiavano nell’aria e questo s’intuiva dai loro sguardi che in quel momento si fondevano.
L’azzurro intenso di James contro quello più pallido e glaciale di Eltamin.
-Io...- cercò di dire il Grifondoro, ma la ragazza lo guardò storto assottigliando lo sguardo, bloccando così quelle parole sul nascere.
James deglutì sonoramente, quella mattina stava andando tutto a rotoli. Sembrava lontana la notte appena trascorsa avvinghiato a quel corpo splendido che profumava di essenze orientali, che ora lo guardavano come il peggior verme sulla faccia della terra.
Sembravano passati secoli dal bacio che non meno di quattro ore prima aveva fatto fremere il suo cuore ora se solo l’avesse sfiorata, l’avrebbe senza dubbio schiantato.
Si notava la sua irritazione: le sue spalle rigide, i suoi occhi freddi, la bocca chiusa e la bacchetta stretta tra le dita lunghe e bianche.
L’amava anche così, forse l’amava ancora di più vederla combattere e per difendere l’onore della sua famiglia.
L’affascinava, quella giovane e impenetrabile ragazza che per anni aveva celato sotto una maschera, la vera se.
Era sensuale anche con quella postura rigida.
Doveva convincerla che lui non era un nemico, doveva farle capire che per lui esisteva solo lei, che per lui era la donna dei sogni quella che aveva la chiave del suo cuore. Come fare, però era un enigma. Dirle che l’amava era forse troppo l’avrebbe deriso e c’era ancora quel piccolo dettaglio di nome Kelly.
Dirle che la rispettava e non pensava ciò che i suoi zii avevano appena insinuato sulla sua famiglia, poteva essere buon inizio.
Doveva convincerla. Doveva almeno provarci era un grifondoro, era coraggioso almeno quello era uno dei requisiti base per essere smistato nella sua casa.
Così James, prese un po’ d’aria, guardandola ancora dritta negli occhi.
-Eltamin, io non volevo- disse infine costringendosi a non abbassare lo sguardo
La bionda fece un passo verso il moro sollevando solo un poco la bacchetta puntandola al petto del grifondoro che non si mosse di un centimetro incatenando il suo sguardo con quello della ragazza.
Sentiva il suo respiro affannato, che lasciava intuire l’emozione e l’agitazione del momento, sentiva il suo cuore battere impazzito.
L’avrebbe abbracciata, stretta a se ma non tentò nulla si lascio puntare la bacchetta al petto e alzò le mani in segno di resa.
Coraggioso abbassare le difese di fronte alla duellante più abile della scuola, veramente coraggioso si ripeteva il Grifondoro.
-sono disarmato- disse abbassando lo sguardo sulle sue labbra carnose, quelle che sapevano di ciliegia, quelle che voleva sopra le sue in quel preciso momento.
Questo lo notò anche Eltamin che si scansò un poco facendo sorridere James, non gli sono indifferente pensò il moro.
-Cosa non volevi- chiese Eltamin interrompendo le locuzioni mentali di James che si riprese all’improvviso osservando lo sguardo gelido della serpeverde.
-non volevi che i tuoi nonni ci guardassero come la peggior feccia del regno magico. O che la tua ragazza mi descrivesse come un incapace- disse con astio la ragazza, stringendo ancora più forse tar le mani, il pezzetto di legno.
-Non è la mia ragazza- rispose James discolpandosi.
Questo, però, non fece altro che innervosire maggiormente Eltamin che si sentì presa in giro dall’affermazione di James.
-Non dire cazzate, stai ancora insieme a... quella la- disse rivelando con quell’affermazione molto più di quello che avrebbe voluto. Si stava svestendo della sua freddezza informandolo così del suo amore. Stava rivelando troppo all’unico cui non avrebbe dovuto rivelare niente l’unico che riusciva a farla sentire uno straccio, ma che la sera prima l’aveva portata in paradiso.
-ho letto il messaggio che questa mattina ti ha inviato e non mi sembrava certo un messaggio d’addio- Enunciò con astio –Credi forse, che sono scema come pensano i Weasley-concluse.
-Loro non pensano che tu sia scema-rispose James guardandola con uno strano sorriso sul viso.
-Ah si pensano che sono il male, come dice la francese-replicò cercando di spegnere quella luce nel viso del moro, si era scoperta troppo. Mannaggia alla sua lingua e alla rabbia che la facevano esporre più del dovuto.
-Che ti frega di quello che dice zia Fleur-, enunciò James
-Mi frega, invece- rispose.
-A me non frega di nessuno, penso solo a cosa penso io sul tuo conto- Disse famelico spostando con le dita la bacchetta e avvicinandosi alla bionda che ora lo guardava imbambolata.
James le tolse il legnetto dalle mani accarezzandole braccia, Eltamin, venne percorsa da brividi lungo la schiena.
Come poteva abbassare così le difese non se lo spiegava ma non riusciva a scacciarlo, non riusciva a far altro che guardarlo avvicinarsi a suo viso, chinarsi leggermente appoggiando le sue labbra a quelle sue e non riuscì a far altro che ricambiare quel bacio.
Chiunque in quel momento poteva vederli, chiunque avrebbe potuto scoprire quello che c’era tra loro, ma cosa ci fosse infondo, nessuno dei due ragazzi lo sapeva ancora.
Baci, carezze, momenti celati agli sguardi di tutti.
Un segreto che forse, avrebbero celato ancora per molto tempo.
Delle risate li ridestarono da quel momento e fu lei a prendere la mano di James per nascondersi a quelle persone che giungevano lungo la strada.
In un primo momento non le riconobbe sentì solamente una risata sguaiata che si mischiava al vento e nulla più, man mano che le voci si facevano, più vicine incominciò a intuire che fossero e sentì la presa di James staccarsi dalla sua, fino a quando non le vide le due figure avvolte sotto una lunga mantella nera quasi avvinghiati l’uno a l’altro e quasi le salì la nausea al solo pensiero.
Si girò a guardare James, era sconvolto e chi non lo sarebbe se vedesse la propria ragazza o ex baciare all’improvviso un professore che oltre a tutto è pure tuo zio.
Eltamin spalancò la bocca mentre osservava Ron Weasley palpare una sua compagna, assurdo quell’uomo era un porco.
-sei una puttana- urlò James. Eltamin nemmeno si accorse che era uscito dalla siepe nella quale si erano nascosti.
-James non è come credi- disse Ron mentre la ragazza lo guardava a occhi sgranati.
-sapevo che lo eri- disse con astio ,- ma non immaginavo che ti saresti abbassata a farti toccare da un...
-Un?- chiese Ron osservando il nipote.
-Professore- disse con freddezza e disgusto.
-Te ne sei andato via senza nemmeno darmi una spiegazione – rispose Kelly urlando – sicuramente, sei corso a cercare quella stronza della Malfoy- continuò la mora Grifondoro.
- Io, non sono una che resta all’angolo- disse ancora – non sto a scaldarti il letto per poi farmi sostituire da quella. Preferisco intrattenermi con chi mi apprezza, disse voltandosi verso il professore di volo che era imbarazzato e preoccupato per la piega che stava prendendo la situazione.
Ron aveva capito che la ragazza ci sarebbe stata, ma non voleva certo rimpiazzare il nipote, anche perché si capiva che al nipote non fregava un gran che e ora si rendeva conto della grande cazzata che stava per fare quella, era una sua alunna.
Per fortuna pensò Ron nessuno oltre loro tre aveva visto la scena, ma si sbagliava oh se si sbagliava .
Infatti, un leggero tossire destò i presenti.
-che bello spettacolo -disse Eltamin rivolgendo il suo sguardo prima a kelly poi a Ron Weasley – veramente un bello spettacolo-
- che ci fai qua?- disse Ron Weasley quasi aggredendola tanto che Eltamin quasi cadde nel tentativo di scansarlo.
-non si azzardi nemmeno per sbaglio a sfiorarmi-urlò Eltamin mentre James la proteggeva con il suo corpo.
-quello che ci faccio o non faccio sono cose che non le devono interessare, anche perché ha ben altro di cui preoccuparsi disse Eltamin.
-ad esempio giustificare un bacio con una sua alunna – disse ghignando.
James la guardò perplesso.
-Eltamin- cercò di farla ragionare, ma la serpeverde non fregò nulla.
-se parli ti uccido- disse Kelly.
-stupida cretina- pensi che mi farò schiantare un’altra volta da te-
Sai bene che se fossi stata sulla terra nemmeno con cinque bacchette avresti potuto farmi niente-disse Eltamin.
-intanto ti ho schiantato -ribadì Kelly, ammettendo così la sua colpevolezza.
Eltamin ghignò divertita.
-ecco- disse rivolta a James questa è la tua ragazza, una che schianta vilmente un avversario che le volta le spalle quando si gioca una partita e quello è tuo zio, un insulso uomo che ci prova con una che potrebbe essere sua figlia. Capirai il motivo per cui non voglio aver niente a che fare con te e chi ti sta intorno-
Disse infine.
Voltando le spalle ai tre per incamminarsi verso il castello, aveva mentito ma ora come ora non poteva consegnarli il suo cuore, anche se sapeva bene che era unicamente di James Potter.
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