venerdì 17 febbraio 2012

La Regina di Ghiaccio.40


40- Sento i brividi.

L’ampia sala in cui si festeggiava il diciassettesimo compleanno di James Sirius Potter, era avvolta dalla musica, attorno a loro, tutti ballavano e ridevano felici sorseggiando fiumi di champagne.
Le luci erano soffuse, i rumori ovattati e il suo profumo di Eltamin inebriante.
-esci e vai nella stanza- disse James sfiorandole le labbra rosso fuoco con il pollice scendendo poi fino alla clavicola.
Eltamin rabbrividì e non distolse lo sguardo dagli occhi azzurri del moro, persa, completamente persa.
-il passaggio vicino alla vecchia strega, ti sarà utile- disse avvicinandosi al corpo della serpeverde che li accarezzò le spalle facendolo sorridere.
-attivo tra dieci minuti- disse infine James.
Eltamin, per la prima volta in vita sua fece come l’era stato detto, si staccò dal Grifondoro, si girò appena per osservare un’ultima volta la sala e alla fine, a passo svelto, uscì.
L’andito brulicava di ragazzi abbigliati con i più bei costumi veneziani indaffarati a baciarsi con le loro dame immerse tra piume e pizzi.
Nessuno si accorse di lei che si era infilata dietro la statua ,che James, un attimo prima, le aveva indicato.
Il tunnel segreto era buio e tortuoso, prese la bacchetta e con un semplice:
-lumus-, illuminò la via.
Prima di uscire da quel piccolo e tortuoso passaggio si assicurò che non ci fosse nessuno e infine uscì.
Camminò lentamente nell’andito del quinto piano.
 L’unico rumore era quello dei suoi tacchi che risuonavano ogni qualvolta, si poggiavano al duro pavimento di pietra.
Finalmente, dopo aver percorso tutto l’andito, arrivò davanti alla statua; si nascose dietro e tastò il freddo muro, aprendosi così il varco per entrare nella stanza delle coppie.
Il loro rifugio.
Rimase ferma a osservare la stanza, niente era cambiato: il letto era sempre avvolto da un soffice piumino verde smeraldo con sopra dei cuscini color argento; Il camino di marmo bianco si trovava sempre al solito posto, dalla parte opposta al letto. Eltamin mosse la bacchetta leggermente e accese così il fuoco che pian piano scaldò la stanza.
 La sua attenzione poi fu catturata dalla poltrona di pelle , anch’essa verde, che si trovava al lato destro del letto. Lì era poggiato il suo vestito verde, quello che meno di mese prima aveva indossato al Party di capodanno.
La sua prima notte in quella stanza.
Nessuno l’aveva preso, pensò soddisfatta, nessuno era entrato in quella stanza.
 Lui non era stato con nessun’altra.
Sorrise dolcemente fino a quando un rumore non attirò la sua attenzione.
-sssch- disse James alle sue spalle e lei si rilassò.
Sentì un rumore di bottiglia e il tintinnare di due bicchieri appoggiati a terra. Poi, furono le sue braccia forti ad abbracciarla da dietro e stingerla forte.
-hai trovato difficoltà a raggiungere la stanza- chiese il moro sussurrandole all’orecchio mentre strofinava la punta del suo naso gelato sull’incavo del collo bianco di Eltamin.
-No- rispose la ragazza con gli occhi socchiusi beandosi di quel contatto.
-nessuno mi ha visto- aggiunse.
-bene- rispose James buttando fuori l’aria, mentre le sfilava i lunghi guanti di pizzo gettandoli a terra senza riguardo.
-le tue fan, saranno dispiaciute- disse Eltamin cercando di ridestarsi da quelle emozioni che le stavano facendo perdere il senno.
-domani mi farò perdonare, vincendo la partita- rispose James di slancio, mentre le baciava la clavicola e con le mani slegava i lacci di raso del corpetto.
Eltamin deglutì sonoramente, facendo sospirare il moro Grifondoro che bloccò una risata tappandosi la bocca sulla spalla della bionda.
-James- cercò di dire Eltamin ma lui la zittì ancora mentre il corpetto scivolava a terra.
James, annusò la sua pelle , mente il cuore batteva forte nel petto e il suo membro incominciava a sbattere nel cavallo dei pantaloni.
Con le dita accarezzava quella candida pelle, dalle spalle fino ai polsi e viceversa, facendo venire la pelle d’oca alla sua bella dama.
Le sganciò la prima gonna e s’inginocchiò dietro di lei per aiutare quella spessa stoffa a scivolare a terra, sganciando poi anche l’altra togliendole infine anche il cerchio che rendeva il suo vestito vaporoso.
Eltamin, ora, era davanti a James, coperta solamente da dell’intimo di pizzo in un gioco, di vedo e non vedo. James si alzò lentamente e le girò intorno come un lupo pronto a saltare sulla preda, i suoi occhi non si staccavano dal corpo della ragazza che era come pietrificata davanti al moro.
Il respiro mozzato, il battito accelerato, ansia, paura ed eccitazione questi erano gli stati d’animo della bella Eltamin Malfoy.
Che, cercò di coprirsi il seno come unico gesto di protezione ma James, più veloce lo impedì, afferrandole i polsi e baciandoli delicatamente.
-sei bellissima- disse con voce roca.
Eltamin sorrise, al primo complimento che James le faceva e si sciolse come burro tra le mani sapienti del giovane Grifondoro.
-grazie- rispose imbarazzata diventando rossa, più per quello che il ragazzo aveva detto che per essere, in pratica, nuda davanti al moro.
Lui non aspettò oltre, si avvicinò a lei, incatenando i loro occhi;
Azzurro nell’azzurro e dolcemente poggiò le sue labbra su quelle rosse e calde di Eltamin, lei, in un primo momento rimase come imbambolata sentendo quel tocco leggero.
Erano giorni che non lo baciava, giorni che sognava quel bacio e così si lascio andare, socchiuse le sue labbra, facendo passare la lingua di James tra esse, facendo così, condurre a lui il gioco.
Leggeri tocchi, come carezze, fu l’incontro tra le loro lingue. Coinvolgente il bacio, avvolgente l’abbraccio tra i loro corpi.
Eltamin riuscì, acquistando un coraggio che non le apparteneva, a sfilargli la giacca e sganciarli la camicia introducendo le sue mani all’interno, sfiorando così la pelle dell’affascinante grifondoro.
James, sopirò appena le dita fredde della bionda lo sfiorarono.
-mia bella serpeverde, questo coraggio ove proviene- la canzonò lui.
Lei non rispose strusciandosi sul suo petto come una gattina e battendo le ciglia come una cerbiatta, cosa che fece ridere ancora di più James che la strinse forte al suo petto.
-sai che se fai cosi non riesco a lasciarti andare, vero Eltamin-
Lei lo guardo seria, avvicinandosi alla bocca del moro sussurrandoli a fil di labbra:
-solo per questa notte, poi si vedrà- rispose prima di baciarlo con passione afferrando la nuca del moro con le mani, incominciando nuovamente una sensuale e bisognosa danza tra le loro lingue.
Si staccarono soltanto quando respirare, divenne necessario per entrambi.
-eh pensare che ti chiamavo regina di ghiaccio- disse James ridendo, non appena si staccò dalla bocca di Eltamin che si mordicchiava il labbro inferiore con fare sensuale.
-tu sei il fuoco- disse il moro girando ancora intorno alla ragazza stringendola prepotentemente a se facendo aderire la schiena di Eltamin al suo petto.
Strofinando poi, la sua erezione sul fondoschiena della ragazza che rimase spiazzata da questo gesto.
-sei tu che mi fai questo-, disse sussurrando il Grifondoro, mentre con la mano giocava con il pizzo del reggiseno a balconcino di Eltamin che a quel contatto inarco la schiena sospirando.
-dimmi! se hai voglia di giocare fino in fondo, Eltamin?- chiese ancora James con il fiato mozzo e le mani che percorrevano avidamente i fianchi della bionda che ormai era completamente in balia del moro Grifondoro.
-se continuiamo così, non saprò fermarmi-
Ripeté con voce roca James, strofinandosi ancora sulla giovane.
Eltamin si girò di scatto accarezzando la schiena di James togliendoli infine la camicia.
-hai detto, tutta la notte con te. Questo è il tuo regalo- ripeté Eltamin.
-sei sicura?- chiese ancora in moro.
-per ora si vediamo se mi fai cambiare idea- rispose lei baciandolo ancora prima sulla bocca poi collo, sentendolo gongolare e infine sul petto.
-mi vuoi far morire chiese James trascinandola con sé sopra il letto.
Eltamin rise, divertita
-se sapevo che ci voleva così poco per farti fuori, mi sarei prodigata tempo fa- disse guardandolo negli occhi mentre si sfilava la maschera dal viso.
-credo che questo gioco a cinque anni non sarebbe stato apprezzato-
-ah sì, è vero eri cretino a quell’età- rispose secca la bionda mentre si sganciava la guepiere la sciando a bocca aperta il biondo.
Le calze in seta scivolarono leggere, giù fino alle caviglie della bionda, che ora stava con il solo reggiseno a balconcino e il piccolissimo brasiliano che copriva a stento la peluria del suo pube.
-Eltamin, io-
-meglio se taci-, rispose lei avvicinandosi al moro che la prese dai fianchi e l’aiutò a sedersi sopra.
-sto zitto- disse infine baciandola con ardore. Prima la bocca che ormai era ritornata al suo candido rosa ,anche se, profumava ancora di ciliegia, poi il collo bianco candido come quello di un sinuoso cigno, poi la clavicola e infine i seni.
Respirò affondo il suo profumo, affondando poi la sua bocca nell’avvallamento, mentre Eltamin inarcava la schiena smaniosa di quell’intimo contatto. Le sganciò il reggiseno con un gesto veloce e la guardò: aveva gli occhi chiusi, la testa reclinata all’indietro ed era sorretta solamente dalla sua mano che le teneva la schiena, poi i suoi occhi brillarono quando videro quelle piccole perle rosa, sopra quel seno delicato e sodo.
Quello era un sogno, aveva Eltamin tra le braccia, la baciava, la toccava forse, avrebbe addirittura fatto l’amore con lei.
Quello era un sogno, si ripeteva James nella sua testa, ma la sentiva, la sfiorava, la baciava, avvertiva il suo profumo e la sua erezione ormai stava soffocando dentro i suoi pantaloni.
Quello non era un sogno, era la realtà, forse sarebbe durato solo l’arco di una notte ma non li importava. Lei ora era sua, era lì e voleva solo lui, al domani avrebbe pensato poi.
Si tolse con un incantesimo i pantaloni rimanendo con i soli boxer, Eltamin nemmeno se ne accorse e subito dopo lambì con la lingua le perle rosa del suo sogno.
Leccò e succhiò con avidità i capezzoli, mentre una mano sfiorava delicatamente il suo seno, sentiva i suoi sospiri sempre più bassi e questo lo fece eccitare ancora di più.
Strofinò la sua erezione con prepotenza sugli slip della bionda che respirò affondo e sorrise a quel contatto.
Anche James ghignò soddisfatto, la fece sdraiare e si libero degli slip invitandola ad aprire gli occhi.
-Eltamin-. Disse piano, allargando con il ginocchio le gambe lunghe e magre della ragazza.
-voglio sapere se sei ancora sicura-
Chiese flebile, guardandola e ammirando tutta la sua bellezza.
Eltamin, mosse il capo guardando in viso e percorrendo con lo sguardo il petto, arrivando fino al membro del biondo.
Si morse le labbra e impallidì appena, cosa che fece ghignare James.
-non ti farò male. Te lo giuro. Ti fidi di me?- chiese infine James ricevendo come risposta un gesto del capo.
-James- disse infine Eltamin – io sono...-
A James si bloccò il sorriso sulla bocca, incredulo ma felice, poi si
Avvicinò lentamente alla sua bella Eltamin, non voglio sapere il perché, ma ti prometto che sarà stupendo disse il moro.
Perché sarà la prima volta anche per me, pensò la prima volta che faccio l’amore con la donna che amo.
All’inizio farà male- disse sfilandole il piccolissimo indumento in pizzo, -sarà un attimo-disse ancora con voce roca mentre con le dita giocava con la sua femminilità, entrando prima con le dita facendo irrigidire la ragazza.
-dovrai abituarti, perché ecco...- cerco di spiegargli James cercando di rimanere calmo e non ridere osservando lo sguardo intimidatorio che la bionda le aveva lanciato.
-lui è leggermente più grande delle dita-
Eltamin si strinse nelle sue braccia e James capì che era pronta per unirsi a lui.
Tolse delicatamente le dita, le prese le mani e le portò sul suo membro, lei sgranò gli occhi spaventata, ma James la rassicurò
-tranquilla ti guido io- disse incastrando le sue dita tra quelle della ragazza e facendole scivolare sopra e sotto, inducendo un ritmo prima delicato e poi sempre più incisivo.
Quando era quasi arrivato al limite, slegò le mani da quella presa, e si mise sopra Eltamin guardandola dritto negli occhi fondendosi in lei.
Penetrò lentamente nella sua piccola e stretta femminilità, la sentì irrigidirsi un poco.
-piano- sussurrò lei
-tranquilla-, rispose – rilassati Eltamin- le intimò, poi entrò in profondità. Lei, inarcò ancora la schiena esponendo i suoi bei seni sodi all’occhio attento del moro che non fece altro che lambire con la lingua e i denti quel piatto succulento che si offriva.
Spinse più affondo con un colpo secco.
-Ahi- urlò Eltamin.
E lui si bloccò un attimo prima di riprendere con un altro colpo, questa volta più forte del precedente, sentendo così, rompersi quel piccolo lembo di pelle mentre Eltamin si aggrappava alla sua spalla con le unghie.
-Ora assecondami. Tieni il ritmo e ti porterò in paradiso- disse sussurrando.
Lei respirò, affondando il viso sul collo del biondo lasciandosi andare e assecondando così il ragazzo che oramai era dentro di lei.
James conduceva quella danza fatta di respiri affannati e sussurri eccitati.
Lui, l’aveva resa una donna, il suo cuore stava esplodendo, la sua anima come il suo cuore era nelle mani di quel ragazzo e lui nemmeno lo sapeva, nemmeno si rendeva conto dell’amore che Eltamin provava per lui, che aveva sempre provato.
James spingeva affondo, beandosi di quel contatto, catturando ogni dettaglio di quei momenti nella mente.
Il suo sogno sia avverava, lei era sua, per una notte era sua come desiderava da anni.
Le spinte si fecero più profonde, i loro corpi più caldi erano avvinghiati uno all’altro, il loro respiro era accelerato, le bocche impegnate in un bacio appassionato. Le ultime spinte fecero vibrare i loro corpi fino a quando l’apice del piacere non li fece gridare crollando ancora ansanti uno sul seno dell’altra.
Respirarono a bocca aperta per recuperare il fiato, solo il respiro si sentiva mentre il loro cuore pian piano riprendeva a battere normalmente.
James si alzò dal letto sotto lo sguardo attendo di Eltamin s’infilò i boxer e aprì l’anta dell’armadio scovando al suo interno qualcosa di caldo per la ragazza che indossò il capo senza proferir parola.
Il grifondoro si sdraiò nuovamente su letto, osservandola mentre con eleganza infilava il reggiseno, gli slip e la maglia che poco prima le aveva offerto.
Eltamin lo guardò scettica.
-non voglio sapere il motivo disse il moro accoccolandosi al corpo della bionda abbracciandola teneramente – ma ti ringrazio per la splendida notte insieme- sospirò affondo prima di stampare un bacio tra i belli e morbidi capelli biondi di Eltamin.
buona notte Eltamin- sussurrò infine. La ragazza non disse nulla rimase immobile tra quelle braccia sentendo pian piano il respiro del giovane affievolirsi abbandonandosi a un ristoratore sonno.
Anche lei si rilassò alla fine prima di pronunciare ancora quelle parole, la sua verità quella che ancora celava nel suo cuore.
-ti amo- disse piano mentre gli occhi si chiudevano piano e il sonno la rapì.

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