lunedì 30 gennaio 2012

IL TALISMANO DELLA LUCE. -5-


5. Vendetta! Ghiacciata vendetta.

Seduta compostamente sulla sedia intagliata raffigurante il sole, una donna dai lunghi capelli ricci e un corpo sinuoso era intenta a leggere un grosso tomo di magia antica e misteriosa.
Poco distante da lei un biondo si era da poco destato da un alquanto rilassante sonnellino.
Draco, scostò i capelli dal viso sollevandosi un poco ad osservare quella ragazza che seduta al tavolo le dava le spalle.
-Granger- disse con la voce ancora impastata dal sonno –stai ancora leggendo?- costatò sconsolato.
 Sperava che quella dannata mezzosangue, vista l’ora, avesse preparato qualcosa di caldo da mettere sui denti.
Non che si fidasse di lei come cuoca, ma lui…
 Beh lui, non sapeva nemmeno riscaldare un the.
Hermione si girò lentamente osservando il biondo che dopo ore si era finalmente svegliato dal lungo letargo.
-che vuoi?- disse la Granger irritata per essere stata disturbata da quell’interessante lettura che illustrava la nascita della magia.
-gradirei facessi silenzio, Malfoy-. Draco rimase spiazzato nel sentirla ancora così battagliera.
Pensava, sbagliando, che la lotta al letto l’avesse in qualche modo ridimensionata. La Granger, però era un’ex grifondoro una che lottava una con orgoglio, una tosta, pensò il biondo con lei la vita in quello strano mondo non sarebbe stata facile, anche le cose più cretine erano difficili se si dovevano condividere con quell’essere immondo travestito da donna.
Draco sbuffò, guardandola dritto negli occhi.
-Io-, disse infine il biondo, sollevandosi dal letto nel quale alcune ore prima si era assopito e che era stato causa di un piccolo battibecco con la ragazza,
 –gradirei, invece, che ti dedicassi a preparare la cena-.
Hermione rimase sbalordita dalla richiesta del biondo, con un rapido movimento del capo guardò fuori dalla finestra osservando il tramonto sulla valle e sentì che anche il suo stomaco richiedeva attenzioni.
La rabbia però ebbe la meglio e irritata si rivolse a Draco:
-Prepara tu; io sto studiando- rispose cercando di non dare a vedere che anche lei moriva di fame.
-Io ! ma ti sei bevuta il cervello Granger. Sei tu la schiav…la donna.- rispose il ragazzo che ora si trovava a una spanna da lei e che con sguardo severo la stava osservando.
Anche Hermione scattò in piedi per fronteggiarlo, aveva intuito cosa quel cretino di Malfoy stava dicendo, lei per lui era una schiava, una sottoposta, una lurida mezzosangue.
 No, non si sarebbe fatta ancora trattare come una serva come la feccia della società lei era più in gamba di lui, era più intelligente e abile, si ripeteva febbrile nella sua testa mentre assottigliava lo sguardo e andava incontro a quello stupidissimo ex Serpeverde.
-cosa stavi per dire razza di deficiente-sibilò tra i denti la riccia.
Draco non si scompose osservandola. Grinta, animosità, orgoglio sembrava una leonessa ed era anche bella vista da vicino.
Il biondo scosse il capo cercando di scacciare quegli assurdi pensieri dalla testa.
-Ho sentito dire, che le babbane sono solite preparare la cena ai loro compagni- Draco pronunciò quella frase cercando di usare un tono non polemico, sperando che lei capisse che non aveva alcuna intenzione di litigare.
-Io non sono la tua compagna- urlò invece Hermione, lasciando sgomento il ragazzo che solo in quel momento si rese conto della parola che aveva utilizzato per descrivere la situazione in cui si trovavano. Lui, Draco Lucius Malfoy, aveva definito quella sudicia mezzosangue della Granger la sua compagna. Stava impazzendo, stava decisamente impazzendo.
 Rimase immobile con il viso vitreo e una confusione in testa assurda, si riprese un attimo dopo mandando al diavolo ogni intento di pace.
-ci mancherebbe altro Granger non ti toccherei neanche fossi l’ultima donna nell’universo-., disse con rancore, -Ma sei l’unica donna o qualcosa di molto simile- disse ghignando divertito alla sua battuta-che può prepararmi del cibo e…-.
-fottiti Malfoy- ribadì Hermione prendendo il libro e dirigendosi verso il letto.
-Io non ti preparo proprio niente- rispose buttandosi nel letto facendolo scricchiolare.
Lui irritato dal suo affronto e dal gesto che aveva appena fatto andò verso il letto pronto a farla alzare con la forza.
-alzati dal mio letto-urlò con rabbia. -Alzati, ho detto!-ribadì il biondo.
La riccia lo guardò torva e riprese a leggere. Draco con rabbia le strappò il libro di mano scaraventandolo a terra e la trascinò con forza via da quei morbidi guanciali.
-lasciami! lasciami-. cercava di liberarsi dalla morsa del biondo che la chiuse fuori dalla baita.
-Malfoy! Malfoy apri!. Apri subito-. rimase per alcuni minuti a battere con forza alla porta di quella vecchia baita fino a che non scivolo a terra e incominciò a piangere dalla rabbia, presto anche il pianto terminò e la stanchezza di quella lunga giornata la colse nonostante il freddo.
Draco rimase dietro la porta, sapeva di aver esagerato ma ora non sapeva come tornare indietro se le apriva la porta si sarebbe, come minimo scagliata su di lui, al contrario avrebbe passato la notte al freddo.
Quando sentì che il lamentoso pianto era terminato decise di aprire la uscio. La trovò così, rannicchiata su se stessa con un braccio posato al muro di legno marcio che ricopriva l’ esterno della baita, la prese tra le braccia e sperando che non si svegliasse la depositò sul letto. Dopo aver poggiato con infinita delicatezza la riccia ex grifondoro,  il biondo, prese una sedia e si buttò sopra una coperta. Restò per alcuni minuti fermo ad osservarla dormire fino a che anche lui non si addormentò.
Il risveglio però fu traumatico; una secchiata d’acqua gelata gli fu lanciata in pieno viso. No, la Granger non aveva dimenticato il suo gesto e nemmeno averle ceduto, il letto fu d’aiuto la sua vendetta si era consumata fredda anzi ghiacciata come l’acqua che lo aveva svegliato dal sonno.

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