martedì 31 gennaio 2012

La Regina di Ghiaccio. -5-


5. Un inizio disastroso.

Camminava da sola nei tetri corridoi del castello, nella speranza di trovare un posto in cui isolarsi senza temere di essere vista e per questo giudicata.
Aveva bisogno di respirare aria pulita, forse aveva solo bisogno di aria e di non pensare a niente, ma soprattutto, di non pensare a lui.
C’era riuscita per tutta l’estate aveva evitato i Potter e questo l’era costato molto, poiché, non vederli significava far a meno di Lily, ma sapeva che lei avrebbe capito.
Lei conosceva il suo segreto, sapeva cosa voleva dire soffrire per amore.
Era riuscita a convincere sua madre a farle seguire un corso estivo in una scuola per magia in Francia per arricchire, così, la sua cultura e la sua preparazione. Suo padre non fu per nulla d’accordo, la voleva con loro in campeggio, ma il campeggio con i Potter non l’avrebbe retto, lo sapeva bene Eltamin e forse l’aveva intuito anche il resto della famiglia.
Scorpius di certo, l’aveva inteso e aveva in qualche modo dato il suo parere positivo alla sua vacanza-studio, questo per lei fu una delle cose più belle successe in quell’estate.
L’estate, però, passò in fretta e in poco tempo era stata catapultata in quella realtà che tanto la faceva soffrire. La scuola era ricominciata e ora si ritrovava nuovamente a Hogwarts, nuovamente di fronte alla nuda e cruda verità.

L’aveva intravisto alla stazione mentre mano nella mano a Kelly portava sul treno il suo baule, ringraziò ogni mago vivo e morto del fatto che non si fosse avvicinato al suo scompartimento per tutto il viaggio, così aveva potuto rilassarsi a sentire i racconti di Lily sul viaggio dallo zio “stella” del quidditch. Sorrise, non vista, agli sbuffi di Scorpius ogni volta che Lily lo lodava.
 Suo fratello Scorpius, riusciva nella non facile impresa di essere geloso dello zio di Lilian. Esilarante!
Durante lo sfarzoso banchetto d’inizio anno, svoltosi poco prima, non riuscì a guardarlo; vederlo seduto nel tavolo dei grifondoro strusciarsi su quell’oca giuliva le mozzava il fiato e le annebbiava la vista, così si era concentrata sullo smistamento.
Quando il professor Neville Paciock chiamò suo Fratello Anthares sullo sgabello, il tempo si fermò, il professore di erbologia posò lentamente il cappello ormai consunto sui capelli biondo scuro del più piccolo dei Malfoy. E ci mise un attimo ad urlare felice –Corvonero-.
Vide gli occhi scuri di Anthares brillare e fu felice per lui, lo osservò incamminarsi spedito verso Scorpius e li saluto con un semplice gesto del capo: anche quell’anno sarebbe stata l’unica mela marcia della famiglia.
Solo lei era riuscita a deludere sua madre, l’unica Serpeverde.
***
Quando si destò dai suoi pensieri, si rese conto di aver varcato l’ala dismessa del castello, non conosceva nulla di quella parte di Hogwarts e forse era un bene essere arrivata fino a quel punto. Lì, sicuramente nessuno l’avrebbe disturbata.
Avanzò ancora un poco, tenendo la bacchetta stretta tra le mani, giacché, era l’unica fonte di luce in quel tetro corridoio.
 Il silenzio era quasi irreale, si sentivano solo i suoi passi lenti e cadenzali, anche i quadri alle pareti, in quella parte del castello, erano addormentati. Nessuno l’avrebbe vista, nessuno avrebbe mai saputo cosa facesse.
Nessuno!
Aprì una porta attenta a non fare rumore, ma rimase stupita dal non riuscire ad aprirla.
Forse, qualcuno l’aveva chiusa e sigillata con della magia poiché nemmeno un “Alohomora” ebbe successo.
 Continuò a camminare, con tutti i sensi vigili, cercando di aprire altre porte; Trovò stanze dismesse, vecchie aule e sgabuzzini per le scope, fino a quando non trovò una bella stanza grande e spaziosa.
Sembrava un vecchio teatro, pensò Eltamin;
 Al centro vi era un piccolo palco che raggiunse dopo aver attraversato quasi tutta la stanza superando file e file di sedie, salì due gradini di legno e fu finalmente sopra .
Da lì, si poteva osservare meglio quella grande stanza, che era come aveva pensato in precedenza un vecchio teatro.
Forse, anni addietro si facevano le recite scolastiche e rimase stupita, sua madre non le aveva mai parlato di un teatro al castello.
 Notò poi, una grande tenda rossa sospesa in aria senza alcun dubbio il sipario, vide alcuni pannelli di uno strano materiale, forse compensato che senza dubbio un tempo componevano la scenografia.
Successivamente, vide alcuni copioni lasciati su una vecchia scrivania e solo dopo aver raggiunto quel mobile, si accorse delle stanze nascoste dietro la tenda. Quelli erano con ogni probabilità i camerini e lì si diresse.
Curiosò un poco rimanendo affascinata dalla sartoria dove numerosi abiti di scena erano stati assiepati nel tempo, accarezzò con una mano quei favolosi vestiti fino a quando un rumore non la fece agitare; Qualcuno era entrato nel teatro.
Si nascose velocemente cercando di raggiungere l’uscita strofinando la schiena contro il muro, sperando così che nessuno la scoprisse. Era quasi arrivata ai vecchi pannelli della scenografia quando senti lo scricchiolio delle scale e si nascose dietro la spessa tenda. Si sentì morire quando capì chi era entrato nel vecchio teatro.
***
Il cuore batteva all’impazzata, quasi le usciva dal petto, la mano tremava e se si fosse punta con uno spillo, non sarebbe uscita nemmeno una goccia di sangue.
Sentì una risata, la sua risata, entrarle nella testa e chiuse gli occhi sperando con tutto il cuore che se ne andassero al più presto.
Cosa che purtroppo per Eltamin non avvenne, sentì i loro sussurri, i loro baci e i loro sospiri farsi sempre più spinti.
Si sentì morire quando lui le disse :
-Ti amo-.
 Volle scomparire quando lei le chiese :
-Voglio fare l’amore…James-.
No! non poteva succede. Non poteva assistere a quello.
Che cosa aveva fatto di male, per essere punita fino a quel punto.
Che cosa aveva fatto?
Il ragazzo che amava da quando era una bambina stava per fare l’amore con una che non era lei, una che non lo meritava .
Una che… lei odiava con tutto il cuore.
Un’oca, un’inutile oca senza cervello.
Cosa aveva in più di lei:
 Un cuore diceva la sua mente. Un cuore e una quarta di reggiseno, ma per il resto niente di più era pure una cretina visto i pessimi voti.
James però l’aveva scelta tra tante, lui ora amava e benché Eltamin la detestasse, era da ormai molti mesi la sua fidanzata.
 Si tappo le orecchie mentre sentiva i loro respiri farsi corti e pianse in silenzio mentre li sentì ansimare in preda all’eccitazione .
-Ancora…ancora James… di più- urlava kelly col fiato corto
Si… siiiii- SIIIIIIIIIIIII- continuava ad urlare la Grifondoro fino a  quando i loro respiri si regolarono e dopo essersi frettolosamente rivestiti, andarono via.
Eltamin rimase ore ferma con la schiena poggiata al muro, le mani a coprirle le orecchie, le lacrime ad incorniciarle il viso e il cuore spezzato.
Quel primo giorno di scuola, nel suo 5° anno a Hogwarts, era iniziato nel peggior modo possibile.
I suoi sogni vennero definitivamente infranti.
Forse così, pensò, la sua vita sarebbe cambiata, ma non sapeva che quello fu solo uno dei tanti momenti brutti che quel nefasto anno le avrebbe regalato.

Nessun commento:

Posta un commento